2005-05-03 14:18:23

Dal Papa i vescovi dello Sri Lanka per la prima visita ad Limina del Pontificato


(3 maggio 2005 - RV) Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano due Presuli della Conferenza Episcopale dello Sri Lanka, in visita "ad Limina": mons. Thomas Savundaranayagam, vescovo di Jaffna, e mons. Joseph Vianney Fernando, vescovo di Kandy. Si tratta della prima visita “ad Limina”di questo Pontificato. I vescovi srilankesi hanno iniziato ieri i loro incontri con il Papa e li concluderanno sabato prossimo. La Conferenza Episcopale dello Sri Lanka si è pronunciata nei giorni scorsi sulla cosiddetta “legge anti-conversioni” che l'Assemblea legislativa del Paese si appresta a esaminare e votare. Il provvedimento rende illegale la conversione religiosa in circostanze che possono essere considerate “non etiche” e illegali. Ma come è vista nel Paese, a maggioranza buddista, la presenza della minoranza cattolica? Debora Donnini lo ha chiesto a padre Michele Catalano, missionario gesuita a Colombo:
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R. – La presenza dei missionari cattolici è stata vista come un beneficio per tutte le nostre scuole e i nostri ospedali. Sono tanti gli abitanti di questo Paese che sono stati a scuola da noi. C’è quindi un grande apprezzamento della Chiesa. Però nel movimento nazionalista c’è un risentimento per le conversioni che sono avvenute, e per questo ha organizzato una sorta di resistenza a questo fenomeno, ma non ha avuto grande influenza sulla vita della nazione.
D. – Nei giorni scorsi i vescovi dello Sri Lanka però hanno rivolto un appello ai parlamentari, esprimendo forti perplessità sulla legge anti-conversioni che l’Assemblea legislativa del Paese, si appresta ad esaminare e a votare…
R. – Sì, dopo le ultime elezioni, alcuni monaci buddisti hanno formato un partito e sono entrati nel governo. E’ una forza che si fa sentire. Bisogna dire che purtroppo, ci sono tante sette che si sono avventate contro il buddismo per fare conversioni spesso con metodi non chiari, anche promettendo aiuti economici. E questo è stato negativo. Questi eventi, quindi, hanno allarmato le classi più tradizionaliste, più nazionaliste. Ma io credo che noi non ci dobbiamo allarmare. Dobbiamo restare calmi, pregare e lasciarci guidare dal Signore.
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