Sabato sera in San Pietro, l’ultimo novendiale in suffragio di Giovanni Paolo II.
La celebrazione della messa, affidata alla Cappella papale, e’ stata presieduta dal
cardinale Medina Estévez, Protodiacono del Collegio Cardinalizio.
Veramente il cuore di Giovanni Paolo II rassomigliava al cuore di Gesù. E’ un passo
dell’omelia del cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, prefetto emerito della Congregazione
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti eProtodiaconodel Collegio
cardinalizio, che ha presieduto il nono ed ultimo novendiale per il Pontefice, affidato
alla Cappella Papale. La messa è stata celebrata ieri pomeriggio nella Basilica Vaticana.
Il servizio è di Paolo Ondarza: ********** “Siamo testimoni – ha detto il cardinale
Medina Estévez – dell’immensa ammirazione che ha circondato dappertutto la memoria
di questo Pontefice, giustamente chiamato “il grande”. Il porporato ha poi sottolineato
la centralità del culto eucaristico per Giovanni Paolo II, come testimonia la sua
ultima enciclica, la Ecclesia del Eucaristia. “Osservando come Giovanni Paolo II
celebrava la Santissima Eucaristia, abbiamo avuto la chiara percezione come per lui
l’offerta della sua vita inserita in quella di Gesù fosse il centro dell’esistenza.
Giovanni Paolo II fu veramente un uomo eucaristico, modellato sull’esempio di Maria”. L’adorazione
eucaristica – ha spiegato ilProtodiaconodel Collegio cardinalizio – “è una
gioiosa consapevolezza della nostra condizione di creature, in totale dipendenza da
Colui che è la sorgente del nostro essere. L’unica sicurezza è il Signore e sarebbe
pazzia cercarla in noi stessi o in qualsiasi creatura. Siamo venuti – ha continuato
– per lodare il Signore per il magistero del Papa al servizio della verità evangelica”. “Per
la sua umiltà, per il suo amore verso i poveri, per la sua preoccupazione per la pace,
il suo esempio sacerdotale, il suo distacco da ogni cosa che non fosse la gloria di
Dio, la sua predilezione per i giovani e le famiglie, la sua instancabile difesa della
vita. E ancora per il suo impegno ecumenico e per il suo dolore nel vedere che ci
sono tanti luoghi ove i cristiani soffrono ancora persecuzioni e discriminazioni”. Ma,
ha aggiunto il porporato, siamo venuti anche per offrire il Santo sacrificio eucaristico
come propiziazione e riparazione affinché il Signore purifichi l’anima di Giovanni
Paolo II da ogni peccato ed imperfezione, pur leggera, così che possa essere quanto
prima ammesso alla presenza della Santissima Trinità. Il Papa infatti – ha ricordato
il cardinale Medina Estévez – fu ben consapevole della necessità per ogni uomo di
affidarsi alla Misericordia di Dio. Convinzione che lo portò a stabilire la festa
della Divina Misericordia e a scendere ogni venerdì santo in san Pietro “per amministrare
il sacramento della Riconciliazione”. “Lui stesso si accostava alla Confessione
Sacramentale e ricordo con ammirazione quando durante un’ora di lavoro nel suo ufficio,
dopo aver avuto un momento di fugace insofferenza, disse a noi: “e pensare che mi
sono confessato questa mattina!” Il cardinale Medina Estévez servendosi di citazioni
bibliche ha concluso quest’ultimo novendiale con un’esortazione: “Giovanni Paolo II,
servo fedele e prudente, entra per i meriti di Gesù Cristo nella gioia del tuo Signore!
Adoralo, guarda la sua faccia, porta il Suo nome sulla fronte. Non vi sarà per te
più notte **********