2005-04-17 16:06:34

Sabato sera in San Pietro, l’ultimo novendiale in suffragio di Giovanni Paolo II. La celebrazione della messa, affidata alla Cappella papale, e’ stata presieduta dal cardinale Medina Estévez, Protodiacono del Collegio Cardinalizio.
 


Veramente il cuore di Giovanni Paolo II rassomigliava al cuore di Gesù. E’ un passo dell’omelia del cardinale Jorge Arturo Medina Estévez, prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti eProtodiaconodel Collegio cardinalizio, che ha presieduto il nono ed ultimo novendiale per il Pontefice, affidato alla Cappella Papale. La messa è stata celebrata ieri pomeriggio nella Basilica Vaticana. Il servizio è di Paolo Ondarza:
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“Siamo testimoni – ha detto il cardinale Medina Estévez – dell’immensa ammirazione che ha circondato dappertutto la memoria di questo Pontefice, giustamente chiamato “il grande”. Il porporato ha poi sottolineato la centralità del culto eucaristico per Giovanni Paolo II, come testimonia la sua ultima enciclica, la Ecclesia del Eucaristia.
“Osservando come Giovanni Paolo II celebrava la Santissima Eucaristia, abbiamo avuto la chiara percezione come per lui l’offerta della sua vita inserita in quella di Gesù fosse il centro dell’esistenza. Giovanni Paolo II fu veramente un uomo eucaristico, modellato sull’esempio di Maria”.
L’adorazione eucaristica – ha spiegato ilProtodiaconodel Collegio cardinalizio – “è una gioiosa consapevolezza della nostra condizione di creature, in totale dipendenza da Colui che è la sorgente del nostro essere. L’unica sicurezza è il Signore e sarebbe pazzia cercarla in noi stessi o in qualsiasi creatura. Siamo venuti – ha continuato – per lodare il Signore per il magistero del Papa al servizio della verità evangelica”.
“Per la sua umiltà, per il suo amore verso i poveri, per la sua preoccupazione per la pace, il suo esempio sacerdotale, il suo distacco da ogni cosa che non fosse la gloria di Dio, la sua predilezione per i giovani e le famiglie, la sua instancabile difesa della vita. E ancora per il suo impegno ecumenico e per il suo dolore nel vedere che ci sono tanti luoghi ove i cristiani soffrono ancora persecuzioni e discriminazioni”.
Ma, ha aggiunto il porporato, siamo venuti anche per offrire il Santo sacrificio eucaristico come propiziazione e riparazione affinché il Signore purifichi l’anima di Giovanni Paolo II da ogni peccato ed imperfezione, pur leggera, così che possa essere quanto prima ammesso alla presenza della Santissima Trinità. Il Papa infatti – ha ricordato il cardinale Medina Estévez – fu ben consapevole della necessità per ogni uomo di affidarsi alla Misericordia di Dio. Convinzione che lo portò a stabilire la festa della Divina Misericordia e a scendere ogni venerdì santo in san Pietro “per amministrare il sacramento della Riconciliazione”.
“Lui stesso si accostava alla Confessione Sacramentale e ricordo con ammirazione quando durante un’ora di lavoro nel suo ufficio, dopo aver avuto un momento di fugace insofferenza, disse a noi: “e pensare che mi sono confessato questa mattina!”
Il cardinale Medina Estévez servendosi di citazioni bibliche ha concluso quest’ultimo novendiale con un’esortazione: “Giovanni Paolo II, servo fedele e prudente, entra per i meriti di Gesù Cristo nella gioia del tuo Signore! Adoralo, guarda la sua faccia, porta il Suo nome sulla fronte. Non vi sarà per te più notte
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