2005-04-17 16:05:47

Conclave : una riflessione di Mons. Bruno Forte


Per una riflessione sul valore straordinario del Conclave, istituzione quasi millenaria consacrata all’elezione del Successore di Pietro, Alessandro Gisotti ha intervistato il teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto:
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R. - Credo che l’immagine biblica più adeguata per il Conclave possa essere quella del Cenacolo di Gerusalemme su cui scende lo Spirito di Pentecoste. Il Cenacolo è l’assemblea dei 12 con la presenza di Maria. Vengono investiti dal dono dello Spirito Santo e divengono testimoni innamorati, fedeli di Gesù nella storia. Sono gli elementi di cui si compone il Conclave: da una parte i cardinali che sono i successori degli Apostoli, in quanto vescovi e che sono, nello stesso tempo, i cardini della Chiesa romana. I cardinali si riuniscono in questa sorta di Cenacolo, Maria è in mezzo a loro perché la Madre di Gesù accompagna la vicenda della Chiesa del Suo Figlio in tutti i momenti, intercede per loro. Lo Spirito Santo è il grande protagonista.
D. – I padri cardinali hanno chiesto a tutti i fedeli che preghino lo Spirito Santo affinché li illumini per la scelta del nuovo Successore di Pietro. In ciò si può vedere anche un’unità della Chiesa in questo momento forte …
R. – Certamente! E’ l’unità nel grande bisogno che abbiamo di lasciarci guidare dal soffio dello Spirito! Dobbiamo abbandonarci alla sorpresa dello Spirito. Credo che porsi in atteggiamento di preghiera da parte di tutti sia il modo migliore per accompagnare il Conclave, per accogliere il dono che ci verrà da Dio, perché, non dimentichiamolo, chiunque sarà il Papa, sarà il dono di Dio per la Chiesa degli inizi di questo Terzo millennio. E’ proprio così! Dobbiamo essere pronti e preparati ad accoglierlo. Dunque, la preghiera per il Conclave ha una duplice finalità: quella di invocare il dono dello Spirito Santo, in modo speciale sui cardinali elettori, ma anche quello di invocare su tutta la Chiesa quegli occhi e quel cuore nuovo capace di riconoscere, in colui che sarà eletto, l’autentico dono di Dio.
D. – Per la prima volta la Messapro eligendo Papa, che precede l’inizio del Conclave, sarà aperta ai fedeli. Un segno, anche questo …
R. – Penso proprio di sì. Segno di quell’ecclesiologia di comunione del popolo di Dio del Concilio Vaticano II, che vede giustamente protagonisti tutti i battezzati nei momenti grandi della vita della Chiesa e che, dunque, invoca da tutti ed esige da tutti di essere attivamente partecipi nella richiesta a Dio del dono dello Spirito e dei suoi frutti.
D. – Il nuovo Papa è Successore di Pietro ma anche di Giovanni Paolo II che, con il suo Pontificato, ha segnato nel profondo la vita della Chiesa. Tante davvero le sfide per il nuovo Pontefice che, ovviamente, avrà bisogno dell’aiuto del Signore, dello Spirito Santo per affrontarle …
R. – Certamente le sfide sono tantissime: dalla globalizzazione, che rischia a volte di schiacciare i più deboli, alla questione della pace, dove l’insegnamento altissimo di Giovanni Paolo II dovrà essere continuato, testimoniato con tutta la forza e la passione, alle sfide della bioetica, dei diritti umani … Però tutte queste sfide si rapportano a quella che è decisiva per la Chiesa e per il Papa: la sfida dell’evangelizzazione. Non dobbiamo mai dimenticare che al cuore, al centro delle preoccupazioni del Papa, c’è l’urgenza di dare al mondo il Vangelo di Gesù in maniera limpida, trasparente, perché se ne possa cogliere la bellezza, la forza salvifica di cui uomini e donne del nostro tempo, di tutti i continenti, hanno immensamente bisogno.
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