Una “testimonianza di carità evangelica” che avviene “sempre nel più rigoroso rispetto
della libertà religiosa e delle convinzioni delle persone e delle istituzioni beneficiate”.
E’ questo lo spirito che anima l’attività caritativa del pontificio consiglio
Cor Unum
. Un’istituzione che, in un certo modo, è stato l’orecchio di Giovanni Paolo II per
ascoltare le richieste di aiuto provenienti da Paesi colpiti da ogni sorte di calamità.
Per tracciare un bilancio sull’impegno profuso nel 2004 da
Cor Unum
, è stata pubblicata oggi una relazione, su cui ci riferisce Alessandro Gisotti:
**********
E’ il 27 dicembre 2004, il giorno dopo l’immane tragedia che ha scosso il sudest asiatico.
Giovanni Paolo II vuole manifestare la sua vicinanza paterna e spirituale alle popolazioni
colpite dallo
tsunami
. Dispone così l’invio immediato di aiuti nello Sri Lanka, in Indonesia, India, Thailandia
e Somalia. Fondi che ammontano ad oltre 300 mila dollari. Un mese dopo, il Santo Padre
affida il suo messaggio di solidarietà all’arcivescovo Cordes, presidente di
Cor Unum
, suo inviato speciale nelle zone devastate dal maremoto. Tra le ultime disposizioni
di Giovanni Paolo II, prima del suo ritorno alla Casa del Padre, c’è l’invio di ulteriori
aiuti per la ricostruzione di una scuola srilankese e 50 mila dollari per gli abitanti
dell’isola indonesiana di Nias, colpita da un nuovo terremoto. Il 2004, sottolinea
la relazione, è stato un anno caratterizzato da un impegno particolare di
Cor Unum
. A giugno, il Papa invia l’arcivescovo Cordes nella martoriata regione sudanese del
Darfur. In quell’occasione, il Santo Padre destina alla Chiesa locale un contributo
di 100 mila euro in favore dei più bisognosi. Aiuti vengono offerti anche alle popolazioni
di Haiti e della Repubblica Dominicana, colpite dalle inondazioni. Il momento centrale
di queste missioni è sempre la celebrazione Eucaristica, cuore di ogni azione caritativa
della Chiesa universale.
Vero e proprio dicastero della Carità del Papa,
Cor Unum
nel 2004 eroga oltre 992 mila dollari e 519 mila euro per casi di urgenza come terremoti,
guerre ed inondazioni. Ma l’attenzione di Papa Wojtyla non si limita a queste situazioni
estreme. Nel corso del 2004, sostiene progetti in favore dell’infanzia, degli anziani,
delle donne e dei disabili. Un impegno concretizzatosi in erogazioni per oltre 2 milioni
di dollari e più di 600 mila euro. D’altro canto, la carità del Papa si dispiega anche
attraverso altri due strumenti, che egli ha voluto affidare a
Cor Unum
: la Fondazione per il Sahel, istituita nel 1984, per aiutare le popolazioni di questa
regione africana e la Fondazione
Populorum Progressio
, creata nel 1992, al servizio dei poveri dell’America Latina. Nel 2004, la Fondazione
per il Sahel ha approvato 169 progetti per uno stanziamento di 1 milione e 771 mila
euro. Sono invece 231 i progetti approvati dal consiglio di amministrazione della
Populorum Progressio
per un importo di quasi 1 milione e 900 mila euro. Le due Fondazioni furono istituite
da Giovanni Paolo II come testimonianza permanente del suo amore per le popolazioni
del Sahel e dell’America Latina, facendo appello a tutti i fedeli affinché ne sostenessero
il prezioso servizio proteso alla promozione integrale di questi popoli tanto cari
al Santo Padre. Va peraltro ricordato che i sussidi elargiti da
Cor Unum
non esauriscono la Carità del Papa, che si esprime anche attraverso altri canali,
come le Pontificie Opere Missionarie.
**********