La storia dei Conclavi, da Onorio III a Giovanni Paolo II
L’istituzione del Conclave per l’elezione del Successore di Pietro ha ormai quasi
ottocento anni. Alcuni durati poche ore, altri addirittura anni. Nel corso dei secoli,
diversi Pontefici hanno provveduto a stabilire norme per le operazioni di voto ed
altri aspetti fondamentali sul corretto svolgimento dell’assemblea cardinalizia. Da
ultimo, proprio Giovanni Paolo II con la Costituzione
Universi Dominici Gregis.
Alessandro Gisotti si sofferma su alcuni momenti particolarmente significativi della
storia dei Conclavi:
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“E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina, si riuniscono i cardinali,
una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno”. E’ un passo della
poesia
Il Giudizio
di Giovanni Paolo II, tratta dalla raccolta di componimenti poetici del Papa,
Trittico Romano
. Il Santo Padre narra l’emozione unica, che i cardinali riuniti in Conclave sperimentano
nel trovarsi a scegliere il Successore di Pietro. Papa Wojtyla si sofferma sul Giudizio
michelangiolesco della Cappella Sistina, luogo dove il Collegio Cardinalizio elegge
il Pontefice sin dal 1492.
Ma la storia di questa straordinaria istituzione affonda le sue radici ancora più
indietro nel tempo. Il termine conclave – dal latino
cum clave
, luogo chiuso a chiave – sembra sia stato utilizzato per la prima volta nel 1216
da Papa Onorio III per descrivere le circostanze della sua elezione al soglio di Pietro.
A Perugia, dove in quel periodo risiedeva la Curia romana, i diciannove cardinali
elettori vengono, letteralmente, rinchiusi nel Palazzo Pontificio della città, affinché
si affrettino ad eleggere il nuovo Papa. L’effetto è immediato: basteranno due giorni
per la scelta del cardinale Cencio dei Conti Savelli, che, per 11 anni, regnerà appunto
con il nome di Onorio III.
Quarant’anni prima, con la costituzione
Licet de Vitanda
, Papa Alessandro III aveva stabilito che ad eleggere il Papa fossero solo i cardinali
e che l’elezione avvenisse con una maggioranza dei 2/3. In tutto il secolo XIII, il
numero dei porporati rimane sotto i 30. Un secolo, questo, in cui il popolo cristiano
tornerà più volte ad usare l’estrema misura della reclusione dei conclavisti per sollecitarli
all’elezione del Pontefice. L’ultimo e più clamoroso episodio avviene nel 1268 a Viterbo,
alla morte di Papa Clemente IV. I 18 cardinali, riuniti in Conclave nel Palazzo Pontificio,
non riescono a trovare un accordo. Passano due anni, risultano vane le pressioni dei
re di Francia e di Sicilia. E’ allora che, esortati da San Bonaventura, i fedeli viterbesi
murano le porte del Palazzo. Tuttavia, i porporati ancora non si decidono. I fedeli,
esasperati, scoperchiano il tetto dell’edificio e forniscono ai cardinali solo pane
e acqua. Finalmente viene trovato un accordo. E’ il primo settembre 1271: il cardinale
Tebaldo Visconti viene eletto con il nome di Gregorio X. La sede vacante è durata
quasi tre anni.
Sulla scorta di questa drammatica esperienza il nuovo Pontefice, nel 1274, durante
il Secondo Concilio di Lione, promulga la costituzione
Ubi Periculum
, che istituisce ufficialmente il Conclave e ne regola nei dettagli lo svolgimento.
La costituzione prescrive che dieci giorni, dopo la morte i cardinali si riuniscano
nel Palazzo dove si è spento il Pontefice. Tutti devono abitare in una sala comune,
senza contatto alcuno con l’esterno. Non è permesso inviare ai cardinali alcuno scritto,
pena la scomunica. Rigidissima la dieta dei cardinali conclavisti: se dopo tre giorni
non è stato ancora eletto il Successore di Pietro, nei 5 giorni successivi i porporati
potranno mangiare una sola pietanza a pasto. Trascorso invano anche questo periodo,
l’alimentazione sarà limitata a pane, vino e acqua. La costituzione gregoriana sortisce
i suoi effetti: il Conclave che eleggerà Papa Innocenzo V nel 1276, durerà solo un
giorno.
Passa solo un anno e il nuovo Pontefice, Giovanni XXI, abroga la Costituzione
Ubi Periculum:
torna a materializzarsi l’incubo di Conclavi lunghi ed estenuanti. Sarà Celestino
V, nel 1294, a ripristinare le ferree regole stabilite da Gregorio X. Norme confermate
dal suo successore, Bonifacio VIII, eletto in un solo giorno. Nei sette secoli che
seguono, le norme sul Conclave vengono sostanzialmente rispettate. Non mancano, tuttavia,
interventi normativi per ampliare e definire le operazioni di voto. Nel 1562 Papa
Pio IV emana la Bolla
In Eligendis
. In questo documento si impone l’effettuazione di uno scrutinio al giorno. Inoltre,
una commissione permanente – composta dal cardinale Camerlengo e dai tre cardinali
capi d’ordine – veglierà sulla chiusura del Conclave e l’amministrazione della Chiesa
durante il periodo della Sede Vacante.
E veniamo al secolo scorso. E’ il 25 dicembre del 1904 quando San Pio X, al secolo
Giuseppe Sarto, pubblica la costituzione
Vacante Sede Apostolica.
Le norme del Conclave sono rese più severe: proibita tassativamente l’ingerenza laica,
rafforzate le clausole del segreto, esteso anche dopo l’elezione del Pontefice. Altra
integrazione significativa: viene introdotta la duplice votazione mattutina e pomeridiana.
Nel 1970, Paolo VI stabilisce nel
motu proprio
“Ingravescentem Aetatem” che i porporati, compiuti gli 80 anni, perdano il diritto
di entrare in Conclave come cardinali elettori. Cinque anni dopo, Papa Montini promulga
la Costituzione
Romano Pontifici Eligendo.
Viene fissato il nuovo tetto del collegio cardinalizio a 120 elettori. Il segreto
del Conclave viene esteso alle Congregazioni generali. Una parte della Costituzione
regola poi il funzionamento degli uffici di Curia durante la Sede Vacante.
Da ultimo, nel 1996, Giovanni Paolo II approva la Costituzione
Universi Dominici Gregis
: la novità più significativa è rappresentata dal quorum per l’elezione. Dopo il 34.mo
scrutinio, in cui è necessaria una maggioranza di 2/3 per l’elezione, è infatti possibile
eleggere il nuovo Pontefice a maggioranza assoluta dei suffragi o, il voto, sempre
a maggioranza assoluta, sui due nomi più votati nell’ultimo scrutinio. Soffermandosi
sulla durata dei Conclavi per l’elezione degli ultimi Pontefici si riscontrano sempre
tempi piuttosto brevi, rispetto al passato. Per l’elezione di Giovanni XXIII, nell’ottobre
del 1958, sono impiegati quattro giorni per undici scrutini. Il cardinale Montini
viene eletto Papa nel giugno del 1963, dopo tre giorni. Solo quattro scrutini per
eleggere Giovanni Paolo I, nell’agosto del 1978. Infine, Giovanni Paolo II: il 263.mo
Successore di Pietro è eletto all’ottavo scrutinio. E’ il 16 ottobre del 1978: dall’inizio
del Conclave alla fumata bianca, passano tre giorni.
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