2005-04-15 16:27:29

La storia dei Conclavi, da Onorio III a Giovanni Paolo II


L’istituzione del Conclave per l’elezione del Successore di Pietro ha ormai quasi ottocento anni. Alcuni durati poche ore, altri addirittura anni. Nel corso dei secoli, diversi Pontefici hanno provveduto a stabilire norme per le operazioni di voto ed altri aspetti fondamentali sul corretto svolgimento dell’assemblea cardinalizia. Da ultimo, proprio Giovanni Paolo II con la Costituzione Universi Dominici Gregis. Alessandro Gisotti si sofferma su alcuni momenti particolarmente significativi della storia dei Conclavi: RealAudioMP3
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“E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina, si riuniscono i cardinali, una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno”. E’ un passo della poesia Il Giudizio di Giovanni Paolo II, tratta dalla raccolta di componimenti poetici del Papa, Trittico Romano . Il Santo Padre narra l’emozione unica, che i cardinali riuniti in Conclave sperimentano nel trovarsi a scegliere il Successore di Pietro. Papa Wojtyla si sofferma sul Giudizio michelangiolesco della Cappella Sistina, luogo dove il Collegio Cardinalizio elegge il Pontefice sin dal 1492.
Ma la storia di questa straordinaria istituzione affonda le sue radici ancora più indietro nel tempo. Il termine conclave – dal latino cum clave , luogo chiuso a chiave – sembra sia stato utilizzato per la prima volta nel 1216 da Papa Onorio III per descrivere le circostanze della sua elezione al soglio di Pietro. A Perugia, dove in quel periodo risiedeva la Curia romana, i diciannove cardinali elettori vengono, letteralmente, rinchiusi nel Palazzo Pontificio della città, affinché si affrettino ad eleggere il nuovo Papa. L’effetto è immediato: basteranno due giorni per la scelta del cardinale Cencio dei Conti Savelli, che, per 11 anni, regnerà appunto con il nome di Onorio III.
Quarant’anni prima, con la costituzione Licet de Vitanda , Papa Alessandro III aveva stabilito che ad eleggere il Papa fossero solo i cardinali e che l’elezione avvenisse con una maggioranza dei 2/3. In tutto il secolo XIII, il numero dei porporati rimane sotto i 30. Un secolo, questo, in cui il popolo cristiano tornerà più volte ad usare l’estrema misura della reclusione dei conclavisti per sollecitarli all’elezione del Pontefice. L’ultimo e più clamoroso episodio avviene nel 1268 a Viterbo, alla morte di Papa Clemente IV. I 18 cardinali, riuniti in Conclave nel Palazzo Pontificio, non riescono a trovare un accordo. Passano due anni, risultano vane le pressioni dei re di Francia e di Sicilia. E’ allora che, esortati da San Bonaventura, i fedeli viterbesi murano le porte del Palazzo. Tuttavia, i porporati ancora non si decidono. I fedeli, esasperati, scoperchiano il tetto dell’edificio e forniscono ai cardinali solo pane e acqua. Finalmente viene trovato un accordo. E’ il primo settembre 1271: il cardinale Tebaldo Visconti viene eletto con il nome di Gregorio X. La sede vacante è durata quasi tre anni.
Sulla scorta di questa drammatica esperienza il nuovo Pontefice, nel 1274, durante il Secondo Concilio di Lione, promulga la costituzione Ubi Periculum , che istituisce ufficialmente il Conclave e ne regola nei dettagli lo svolgimento. La costituzione prescrive che dieci giorni, dopo la morte i cardinali si riuniscano nel Palazzo dove si è spento il Pontefice. Tutti devono abitare in una sala comune, senza contatto alcuno con l’esterno. Non è permesso inviare ai cardinali alcuno scritto, pena la scomunica. Rigidissima la dieta dei cardinali conclavisti: se dopo tre giorni non è stato ancora eletto il Successore di Pietro, nei 5 giorni successivi i porporati potranno mangiare una sola pietanza a pasto. Trascorso invano anche questo periodo, l’alimentazione sarà limitata a pane, vino e acqua. La costituzione gregoriana sortisce i suoi effetti: il Conclave che eleggerà Papa Innocenzo V nel 1276, durerà solo un giorno.
Passa solo un anno e il nuovo Pontefice, Giovanni XXI, abroga la Costituzione Ubi Periculum: torna a materializzarsi l’incubo di Conclavi lunghi ed estenuanti. Sarà Celestino V, nel 1294, a ripristinare le ferree regole stabilite da Gregorio X. Norme confermate dal suo successore, Bonifacio VIII, eletto in un solo giorno. Nei sette secoli che seguono, le norme sul Conclave vengono sostanzialmente rispettate. Non mancano, tuttavia, interventi normativi per ampliare e definire le operazioni di voto. Nel 1562 Papa Pio IV emana la Bolla In Eligendis . In questo documento si impone l’effettuazione di uno scrutinio al giorno. Inoltre, una commissione permanente – composta dal cardinale Camerlengo e dai tre cardinali capi d’ordine – veglierà sulla chiusura del Conclave e l’amministrazione della Chiesa durante il periodo della Sede Vacante.
E veniamo al secolo scorso. E’ il 25 dicembre del 1904 quando San Pio X, al secolo Giuseppe Sarto, pubblica la costituzione Vacante Sede Apostolica. Le norme del Conclave sono rese più severe: proibita tassativamente l’ingerenza laica, rafforzate le clausole del segreto, esteso anche dopo l’elezione del Pontefice. Altra integrazione significativa: viene introdotta la duplice votazione mattutina e pomeridiana. Nel 1970, Paolo VI stabilisce nel motu proprio “Ingravescentem Aetatem” che i porporati, compiuti gli 80 anni, perdano il diritto di entrare in Conclave come cardinali elettori. Cinque anni dopo, Papa Montini promulga la Costituzione Romano Pontifici Eligendo. Viene fissato il nuovo tetto del collegio cardinalizio a 120 elettori. Il segreto del Conclave viene esteso alle Congregazioni generali. Una parte della Costituzione regola poi il funzionamento degli uffici di Curia durante la Sede Vacante.
Da ultimo, nel 1996, Giovanni Paolo II approva la Costituzione Universi Dominici Gregis : la novità più significativa è rappresentata dal quorum per l’elezione. Dopo il 34.mo scrutinio, in cui è necessaria una maggioranza di 2/3 per l’elezione, è infatti possibile eleggere il nuovo Pontefice a maggioranza assoluta dei suffragi o, il voto, sempre a maggioranza assoluta, sui due nomi più votati nell’ultimo scrutinio. Soffermandosi sulla durata dei Conclavi per l’elezione degli ultimi Pontefici si riscontrano sempre tempi piuttosto brevi, rispetto al passato. Per l’elezione di Giovanni XXIII, nell’ottobre del 1958, sono impiegati quattro giorni per undici scrutini. Il cardinale Montini viene eletto Papa nel giugno del 1963, dopo tre giorni. Solo quattro scrutini per eleggere Giovanni Paolo I, nell’agosto del 1978. Infine, Giovanni Paolo II: il 263.mo Successore di Pietro è eletto all’ottavo scrutinio. E’ il 16 ottobre del 1978: dall’inizio del Conclave alla fumata bianca, passano tre giorni.
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