Da Casa Santa Marta alla Sistina, i luoghi del Conclave
Continuano i preparativi per il Conclave, che dal 18 aprile prossimo dovrà scegliere
il nuovo Pontefice. Ieri, i giornalisti delle testate internazionali hanno potuto
vedere nella Sala Stampa della Santa Sede un video realizzato appositamente dal CTV,
il Centro Televisivo Vaticano, sui locali della Casa di Santa Marta, in Vaticano,
nella quale, per la prima volta nella storia dei Conclavi, alloggeranno i cardinali
elettori durante il loro periodo di clausura. Ma il filmato, fornito ai media senza
audio, mostra altri particolari di grande interesse. Ce ne parla, in questo servizio,
Alessandro De Carolis.
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Un palazzo dall’architettura sobria e lineare, un breve itinerario percorso a bordo
di alcuni mezzi, la Cappella Sistina. Si gioca tutto nell’arco di poche centinaia
di metri il destino della prossima elezione del 265.mo Pontefice della Chiesa universale.
Il punto di partenza e di arrivo di questo percorso, al mattino e alla sera, è la
Domus Sanctae Marthae, la Casa di Santa Marta, una moderna struttura destinata all’ospitalità
e al soggiorno di cardinali, vescovi e personale ecclesiastico di passaggio in Vaticano:
dal pomeriggio del 18 aprile destinata però esclusivamente ai cardinali elettori partecipanti
al Conclave e al personale di servizio che ne manterrà il decoro. Centosei suite,
22 camere singole e un appartamento costituiscono la capacità di ricezione della Casa
di Santa Marta, gestita dalle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli sin da
quando, nel 1996, Giovanni Paolo II stabilì in un suo chirografo la nascita della
“Fondazione” omonima. Una fondazione che nel 1891 sostituì quella creata da Leone
XIII, il quale destinò uno spazio interno al Vaticano per l’assistenza agli ammalati
dei rioni circostanti.
Oltre a illustrare gli interni della Domus – le stanze, la cappella, il refettorio,
il salotto – il filmato del Centro Televisivo Vaticano (CTV) mostra l’itinerario che
i cardinali percorreranno per recarsi alla Sistina: si tratta di Via delle Fondamenta,
che corre alle spalle della Basilica di San Pietro fino al Cortile di San Damaso.
Interessanti anche le immagini delle nuove urne in bronzo dorato destinate a raccogliere
le schede di voto dei cardinali. Fino all’ultimo conclave del ’78, le urne altro non
erano che calici e pissidi utilizzati allo scopo. Le tre urne attuali – realizzate
dallo scultore Cecco Buonanotte, lo stesso delle nuove porte di ingresso dei Musei
Vaticani – sono costituite da due emisferi leggermente schiacciati, muniti di fessura
per l’inserimento della scheda e di calotta apribile con una chiave per l’estrazione.
Tutte elegantemente decorate con motivi e simboli della tradizione cristiana – Il
Buon Pastore, le spighe, l’uva, gli uccelli – le tre urne avranno ciascuna uno scopo
preciso: una servirà a raccogliere il voto dei cardinali presenti nella Sistina; la
seconda per raccogliere i voti dei porporati non presenti perché infermi ma comunque
elettori; la terza per radunare le schede dopo lo scrutinio, prima che vengano bruciate.
E questo ci porta alla stufa destinata a produrre la più celebre “fumata” del mondo.
Si tratta di un antico e massiccio blocco in ghisa, color pozzolana, alto circa un
metro e mezzo, al cui interno vengono depositate tutte le schede dopo ogni scrutinio.
Molto si è fatto, durante i secoli, per migliorare la visibilità del colore del fumo:
dall’aggiunta di paglia bagnata e quindi di un candelotto nero per sottolineare lo
scrutinio andato a vuoto, paglia asciutta e candelotto bianco in caso di elezione
del Papa. Ma al di là dei dettagli tecnici, il rituale del Conclave 2005 prevede una
novità che spazzerà via ogni dubbio: l’“Habemus Papam!” sarà preceduto dai festosi
rintocchi a distesa delle campane.
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