2005-04-08 17:00:38

QUASI TUTTO IL MONDO È STATO RAPPRESENTATO DALLE 200 DELEGAZIONI AD ALTISSIMO LIVELLO CHE SI SONO RITROVATE INSIEME SUL SAGRATO DELLA BASILICA DI SAN PIETRO


QUASI TUTTO IL MONDO È STATO RAPPRESENTATO DALLE 200 DELEGAZIONI AD ALTISSIMO LIVELLO CHE SI SONO RITROVATE INSIEME SUL SAGRATO DELLA BASILICA DI SAN PIETRO
- Servizio di Fausta Speranza - RealAudioMP3

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Kofi Annan è tra i primi del settore autorità ad arrivare: il segretario generale delle Nazioni Unite prende posto e sembra aprire il cerchio che i potenti stringeranno intorno a Giovanni Paolo II per l’ultimo saluto. Un cerchio parallelo a quello di tanti semplici fedeli, molti dei quali con le bandiere delle rispettive nazionalità: tutti fanno la geografia di un omaggio al Papa che ha percorso tante e tante strade del mondo. Oltre alla delegazione della Polonia, guidata dal presidente Kwasniewski e dal primo ministro Belka, c’è un atlante umano a ricordarci i moltissimi Paesi dove Giovanni Paolo II è andato in visita pastorale. E’ un atlante al più alto livello ipotizzabile: capi di Stato e di governo, sovrani. E nel caso degli Stati Uniti, non c’è solo Bush in carica ma il suo predecessore Clinton, e Bush padre. E c’è anche lo sfidante sconfitto Kerry e il senatore Ted Kennedy. Ed è un atlante particolarissimo dove Paesi fisicamente lontani e soprattutto politicamente distanti si ritrovano figurati in leader seduti quasi gomito a gomito: la radio israeliana ha sottolineato che durante i funerali del Papa, il presidente israeliano Katsav ha stretto la mano per la prima volta al presidente siriano Bashar Assad e al capo dello stato iraniano Mohammad Khatami. Era stato annunciato l’effetto che fa vedere sullo stesso sagrato il presidente USA Bush e il presidente iraniano Khatami. A flash tornano in mente i titoli di giornale in cui sono protagonisti di un braccio di ferro sul nucleare.

Accanto al francese Chirac e al capo del governo tedesco, Schröder, tra i leader europei più esposti nel chiedere a Damasco il ritiro dal Libano, c’è il presidente siriano al Assad.

Inoltre, pensando alla diversità della realtà sociale e politica di alcuni Paesi musulmani, l’occhio passa dal premier palestinese Abu Ala al presidente dell'Afghanistan Karzai, al re di Giordania Abdallah con la regina Ranja.

Il re di Spagna Juan Carlos e la regina Sofia seguiti dal premier José Luís Zapatero, e il principe Carlo con il premier britannico Tony Blair. E il pensiero va al ritiro spagnolo dall’Iraq voluto dal nuovo governo con una presa di posizione netta nei confronti di USA e Gran Bretagna.

I tanti italiani: il presidente della Repubblica, Ciampi, il capo del governo, Berlusconi, e il leader dell’opposizione, Prodi, ma anche ministri, parlamentari e vertici della Banca d’Italia e della Corte costituzionale. E poi i volti, molto meno familiari per le strade di Roma, del presidente ucraino Yushenko o del presidente brasiliano Lula.

Restano le assenze: non c’è il presidente russo Putin e manca totalmente una delegazione cinese. Pechino ha fatto capire che era troppo pensare di sedere accanto a Taiwan.

Fin qui il piano della politica. Significativa anche la vicinanza di tante autorità di diverse confessioni religiose. Ma alla presenza di Chiese, comunità, religioni diverse lo stesso Giovanni Paolo II aveva in qualche modo abituato il nostro occhio: sue le iniziative più forti di incontro e ecumenismo. Certamente, di particolare, c’è la spontaneità con cui i rappresentanti religiosi hanno voluto esserci. E nuovo è anche il nostro sguardo sul rabbino Toaff che ora sappiamo citato dal Papa nel suo testamento.
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