Giovanni Paolo II e le udienze generali del mercoledì, il Papa e la catechesi dei
fedeli
Lungo tutto il Pontificato di Giovanni Paolo II, il giorno del mercoledì è stato dedicato
all’incontro con i fedeli nell’udienza generale. Papa Wojtyla ha sempre prestato grande
cura alla catechesi, tanto da dedicargli la sua prima Lettera Apostolica. Alle quasi
1200 udienze del mercoledì, hanno partecipato almeno 17 milioni e mezzo di persone.
Sull’udienza quale momento privilegiato della catechesi per Giovanni Paolo II, ascoltiamo
il servizio di Alessandro Gisotti:
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(musica)
Il Pastore che fa partecipe della Parola la comunità dei fedeli: con questo spirito,
Giovanni Paolo II anima ognuna delle sue udienze generali del mercoledì, fin dalla
prima il 25 ottobre del 1978. Quel giorno, in Aula Paolo VI, intraprende un dialogo
con i fedeli, che si è rafforzato e vivificato udienza, dopo udienza. Il Pontefice
riprende il cammino catechetico iniziato da Giovanni Paolo I. Papa Luciani, scomparso
prematuramente, voleva parlare delle 7 lampade della vita cristiana, delle virtù cardinali
e teologali. E Papa Wojtyla parte proprio da qui.
Fin dai primi passi del Pontificato, la catechesi è uno degli aspetti caratterizzanti
del magistero di Giovanni Paolo II. La prima Esortazione Apostolica firmata dal Santo
Padre, la
Catechesi Tradendae
– il giorno del primo anniversario della sua elezione al Pontificato – afferma con
forza che la catechesi è uno dei “fondamentali doveri” della Chiesa ed “esperienza
antica” quanto la Chiesa stessa. Essa nasce dal volere di Gesù Cristo, come sua ultima
consegna agli apostoli, prima di tornare al Padre. “Lo scopo definitivo della catechesi
– scrive ancora il Papa – è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione,
in intimità con Gesù Cristo”. E nel dicembre del 2000, il “Papa catechista” si rivolge
ai sacerdoti e ai docenti di religione, ribadendo che nell’insegnamento catechetico
bisogna sempre fissare lo sguardo su Gesù:
“Come il Precursore, il catechista non deve porre risalto se stesso ma Cristo.
Tutto va orientato a Lui: alla sua venuta, alla sua presenza, al suo mistero. Il catechista
deve essere voce che rimanda alla Parola, amico che conduce allo Sposo”.
Impossibile ricapitolare anche solo i temi su cui Giovanni Paolo II si è soffermato
nelle quasi 1200 udienze generali. Dall’ “unità originaria dell’uomo e della donna”
nel Libro della Genesi al “Discorso sulla montagna” alla “Teologia del Corpo Mistico
di Cristo”, le riflessioni del Papa arricchiscono i fedeli, rendendo viva la Parola.
Negli ultimi mesi del suo Pontificato, il Papa si sofferma sul Libro dei Salmi e consacra
la sua catechesi al Mistero Eucaristico. Proprio all’Eucaristia, infatti, il Pontefice
ha dedicato la sua ultima enciclica e il 17 ottobre del 2004 apre l’Anno sull’Eucaristia,
preceduto dalla pubblicazione della Lettera Apostolica
Mane Nobiscum Domine.
All’udienza generale del 13 ottobre scorso, il Papa parla del dono salvifico di Cristo
all’umanità:
“Attraverso la redenzione operata da Cristo, il Padre opera in noi una radicale
trasformazione: una piena liberazione dal male”.
E sul tema della redenzione il Pontefice torna in uno dei suoi ultimi incontri del
mercoledì. E’ il 12 gennaio del 2005. La catechesi è dedicata ad un Cantico dell’Apocalisse
di Giovanni. Il Papa, ancora una volta, ribadisce con forza che, nonostante il flusso
spesso sconcertante della storia, il bene alla fine trionferà sul male:
“Nella Risurrezione di Gesù, il Padre ci ha offerto la certezza che, alla fine
del mondo, il bene trionferà”. (Applausi)
Messaggio che riecheggia il 26 gennaio in Aula Paolo VI, quando il Pontefice, svolgendo
la catechesi sul Salmo 114, descrive l’uomo nell’ora della prova più dura:
“La fede autentica sente sempre Dio come amore, anche se in qualche momento è difficile
intuire il percorso del suo agire”.
E’ l’ultima volta che Giovanni Paolo II parla ai fedeli ad un’udienza generale. Il
primo febbraio, il Papa viene ricoverato al Policlinico Gemelli: è l’inizio della
sua ultima, sofferta, fase di vita terrena. I fedeli, soprattutto i suoi amati giovani,
lo potranno incontrare ancora mercoledì 30 marzo. In migliaia sono in piazza San Pietro.
Il Santo Padre, pur provato, si affaccia dalla finestra del suo appartamento, Tenta,
ma non riesce a parlare. Tuttavia, dalla Cattedra della Sofferenza, l’ultima silenziosa
catechesi di Giovanni Paolo II non ha bisogno di parole pronunciate. Il messaggio
è forte: “Aprite le porte a Cristo”.
(musica)
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