Sulla Divina Misericordia nel Pontificato di Giovanni Paolo II, la riflessione di
mons. Luigi Negri
Dunque, nell’ultimo messaggio ai fedeli, Giovanni Paolo II ha affidato l’umanità alla
Divina Misericordia. Sul significato profondo di questa invocazione del Pontefice,
Alessandro Gisotti ha intervistato il teologo mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino
– Montefeltro:
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R. – La misericordia è accogliente, accoglie l’uomo e gli dà la possibilità di partire
con un’ipotesi positiva sulla vita. Un’ipotesi positiva è che Cristo è venuto e ha
salvato l’uomo ed il mondo. Io credo che in questo ultimo messaggio lo sguardo del
Papa abbia proprio cercato di considerare ogni uomo di questo mondo. E’ in atto, è
all’opera, la forza strapotente di Dio, che il Papa ci ha testimoniato in questi anni,
ed è appunto la sua Misericordia.
D. – Gesù, scrive il Papa nell’enciclica “Dives in Misericordia”, ha insegnato che
l’uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma che è pure chiamato
ad usare misericordia verso gli altri. In fondo, è proprio questo il cuore del messaggio
evangelico…
R. – Certo, ed è questa la grande responsabilità della Chiesa e dei cristiani: mostrare
che la misericordia, che è totalmente donata, diventi nella libertà e nella carità,
compito. Quindi, investire, dimostrare al mondo che la misericordia di Dio è una realtà
presente, una realtà che si può costruire, una realtà che diventa carità quotidiana,
capacità di offerta, creazione di luoghi di accoglienza. La misericordia di Dio, custodita
nel cuore dei cristiani e vissuta, crea e rinnova la faccia della Terra.
D. – Anche se ci fossero milioni di smarrimenti, avverte Giovanni Paolo II, dobbiamo
implorare, affidarci alla Divina Misericordia. Ancora una volta il Papa ci dice che
in Cristo non possiamo, non dobbiamo avere paura…
R. – Cristo, la Misericordia del Padre, è più grande di tutti i nostri mali, di tutti
i nostri errori, di tutte le difficoltà, di tutti i condizionamenti della storia.
La fede della Chiesa deve innanzitutto gridare agli uomini che Cristo, solo Cristo,
è l’unico Salvatore dell’uomo del mondo.
D. – Divina Misericordia e perdono, un binomio inscindibile. Nell’Angelus, dopo l’attentato
del 13 maggio 1981, il Papa affermò: “
Prego per il fratello che mi ha colpito”
. Poi, nell’anno del grande Giubileo, il 12 marzo del 2000, Giovanni Paolo II chiede
perdono per gli errori dei figli della Chiesa. Questo si può definire il Papa del
perdono, un perdono offerto a volte in modo coraggioso e, se vogliamo, controcorrente?
R. – Certo, il perdono è la forma più mobilitante della Misericordia, perché perdonare,
accettare di essere perdonati da Dio, e perdonare in qualche modo come fa Dio gli
altri, è la dimostrazione più grande che l’uomo che si affida a Dio cambia e cambiando
lui cambia il mondo.
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