La Divina Misericordia, il carisma di Santa Faustina Kowalska "luce" dell'ultimo pontificato
“Gesù, confido in Te, abbi misericordia di noi e del mondo intero”: e’ ancora viva
l’emozione tra i fedeli per l’ultimo messaggio di Giovanni Paolo II, letto ieri da
mons. Sandri in piazza San Pietro, prima della recita del Regina Coeli. Un affidamento,
quello del Papa, che assume un significato ancor più straordinario, perché il Pontefice
è tornato alla Casa del Padre, proprio mentre la Chiesa già celebrava la Festa della
Domenica della Divina Misericordia, istituita dal Papa nell’anno del Grande Giubileo.
Sempre nel 2000, Giovanni Paolo II ha canonizzato la mistica polacca Suor Faustina
Kowalska, l’apostola della Divina Misericordia, tanto cara al Santo Padre. D’altro
canto, già nel 1980 il Papa aveva dedicato a questo mistero della fede l’enciclica
Dives in Misericordia. Sulla figura di suor Faustina e la centralità della Divina
Misericordia nel Pontificato di Giovanni Paolo II ascoltiamo il servizio di Alessandro
De Carolis:
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Un raggio rosso che piega a sinistra di chi guarda; un secondo raggio, pallido, che
diverge a destra. Sono il sangue e l’acqua che scaturiscono dal costato di Gesù, sono
i raggi del suo amore: due strade di luce lungo le quali gli uomini di ogni tempo
possono dirigersi fino al centro del cuore di Cristo, fino a conoscerne la sua misericordia.
Ha 26 anni, suor Faustina Kowalska, piccola suora polacca semianalfabeta, quando il
22 febbraio 1931 Gesù stesso le appare in visione, risorto e benedicente, chiedendole
di far dipingere la sua immagine – quell’immagine - illuminata dai due raggi, aggiungendo
in calce la frase: Gesù confido in te!”. LA visione – realizzata poi dal in forma
di quadro dal pittoreKazimirowski
- sarà destinata a diventare il conosciutissimo simbolo di un culto che dalla Polonia
a cavallo delle due guerre diventerà 70 anni dopo, grazie al primo Papa polacco della
storia, culto della Chiesa universale.
Karol Wojtyla aveva conosciuto da giovane l’intensità spirituale di questo culto,
e più ancora la profondità di quegli insegnamenti erano penetrati nelle fibre del
suo ministero arcivescovile a Cracovia. Il 30 aprile del 2000, da Pontefice, ha la
gioia di canonizzare Suor Faustina, portatrice di un messaggio – disse egli stesso
l’anno successivo – che rappresenta “la risposta adeguata e incisiva di Dio” alle
domande degli uomini del nostro tempo, “segnato da immani tragedie”.
“Disse Gesù a Suor Faustina: "L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà
con fiducia alla divina misericordia" (Diario, p. 132). Attraverso l'opera della religiosa
polacca, questo messaggio si è legato per sempre al secolo ventesimo, ultimo del secondo
millennio e ponte verso il terzo millennio. Non è un messaggio nuovo, ma si può ritenere
un dono di speciale illuminazione, che ci aiuta a rivivere più intensamente il Vangelo
della Pasqua, per offrirlo come un raggio di luce agli uomini ed alle donne del nostro
tempo”.
Suora Faustina visse solo 33 anni, sufficienti però a far conoscere con il carisma
delle anime semplici toccate da Dio la forza delle parole di cui era custode. Giovanni
Paolo II ha idealmente raccolto “l’eredità” di quella piccola religiosa, alla quale
Gesù, in una delle sue visioni, chiede di farsi apostola del suo Amore misericordioso.
E per questo motivo, durante la cerimonia di canonizzazione, Giovanni Paolo II fa
un annuncio destinato ad amplificare per sempre il culto della Divina Misericordia:
E' importante allora che raccogliamo per intero il messaggio che ci viene dalla parola
di Dio in questa seconda Domenica di Pasqua, che d'ora innanzi in tutta la Chiesa
prenderà il nome di "Domenica della Divina Misericordia".
Un messaggio partito da Cracovia e che a Cracovia Giovanni Paolo II “riconduce”,
quasi al termine del suo pontificato, consacrando nel 2002, a Lagiewniki, un luminoso
Santuario, sul cui altare campeggia la celebre immagine di Cristo con i due raggi.
Ma all’ispirazione contenuta in quel messaggio Giovanni Paolo II aveva deciso di
impostare tutto il suo ministero petrino, quando ancora di questa devozione del Pontefice
poco o nulla si sapeva. Lo dimostra la sua seconda enciclica, del 1980, Dives in misericordia,
e quanto disse il Papa stesso nel 1997, affermando che il culto della DiVina Misericordia
“in un cero senso forma l’immagine di questo pontificato”. Un pontificato che lo ha
reso universale come universalmente a tutti suor Faustina si rivolge:
“Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente
dura o schiacciato dal peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia nella vita
ed è tentato di cedere alla disperazione. A lui si presenta il volto dolce di Cristo,
su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano, riscaldano,
indicano il cammino e infondono speranza. Quante anime ha già consolato l'invocazione
"Gesù, confido in Te", che la Provvidenza ha suggerito attraverso Suor Faustina! Questo
semplice atto di abbandono a Gesù squarcia le nubi più dense e fa passare un raggio
di luce nella vita di ciascuno”.
Alla misericordia divina più volte il Pontefice scomparso ha associato il valore della
pace, dono dell’amore di Dio. Giovanni Paolo II lo ribadisce al termine della cerimonia
di canonizzazione della Kowalska, componendo in un cero senso una preghiera spontanea
alla piccola suora che lo aveva illuminato:
“E tu, Faustina, dono di Dio al nostro tempo, dono della terra di Polonia a tutta
la Chiesa, ottienici di percepire la profondità della divina misericordia, aiutaci
a farne esperienza viva e a testimoniarla ai fratelli. Il tuo messaggio di luce e
di speranza si diffonda in tutto il mondo, spinga alla conversione i peccatori, sopisca
le rivalità e gli odi, apra gli uomini e le nazioni alla pratica della fraternità.
Noi oggi, fissando lo sguardo con te sul volto di Cristo risorto, facciamo nostra
la tua preghiera di fiducioso abbandono e diciamo con ferma speranza: Gesù, confido
in Te!”.
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