2005-04-01 17:54:01

IL PAPA, COLPITO IERI POMERIGGIO DA UNO SHOCK SETTICO CON COLLASSO CARDIOCIRCOLATORIO, È IN GRAVI CONDIZIONI, MA È LUCIDO E SERENO.DA TUTTO IL MONDO PREGHIERE PER LUI.


L’edizione odierna del radiogiornale è quasi interamente dedicata alle condizioni di salute di Giovanni Paolo II, aggravatesi da ieri pomeriggio in seguito ad uno shock settico con collasso cardiocircolatorio. Condizioni che permangono molto gravi, come ha reso noto oggi, alle 12.30 il direttore della Sala Stampa vaticana Joaquin Navarro-Valls. Dopo l’aggravamento di ieri, il Pontefice era stato immediatamente soccorso dall’equipe medica di guardia nel suo appartamento e sono stati attivati tutti gli appropriati provvedimenti terapeutici e di assistenza cardiorespiratoria. Il Papa ha espresso la volontà di restare nella sua abitazione dove, sempre nella serata di ieri, ha ricevuto il Santo Viatico e l’Unzione degli infermi. Ma sulle condizioni attuali di Giovanni Paolo II ascoltiamo il portavoce vaticano Navarro-Valls al microfono di Sergio Centofanti:
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R. – Devo cominciare con il dire che il Papa è cosciente. Questa mattina alle 6.00 ha concelebrato la Santa Messa dal suo letto. Verso le 7.15 del mattino, ricordandosi che oggi era venerdì, giorno in cui egli segue abitualmente la Via Crucis, ha chiesto gli fossero lette le 14 Stazioni. Ha seguito con attenzione la lettura dei testi e si faceva il segno della Croce in ognuna delle Stazioni. Poco dopo aver finito ha detto di voler recitare la Liturgia delle Ore e ha chiesto concretamente che gli venisse letta l’Ora Terza.
D. – Dal punto di vista medico, qual è la situazione …
R. – Posso dire che la situazione adesso è stazionaria. Permangono condizioni di notevole gravità. I parametri biologici del Santo Padre sono alterati. La pressione arteriosa è instabile. Il Papa, d’altra parte, continua ad esser lucido, pienamente cosciente e devo dire, fa impressione, è molto molto sereno. Pochi momenti fa ha chiesto che gli fossero letti dei brani della Sacra Scrittura e segue con attenzione queste letture.
D. – Il Papa ha ricevuto alcune persone oggi?
R. – Ho visto che il Santo Padre aveva ricevuto alcuni dei suoi collaboratori. Posso dire i nomi. In primo luogo il segretario di Stato, il cardinal Sodano, Sua Eccellenza mons. Sandri, sostituto della Segreteria di Stato. Ha ricevuto anche il cardinal Ruini, il cardinal Szoka e il decano del Collegio cardinalizio, il cardinal Ratzinger. Sono entrati nella stanza del Santo Padre anche Sua Eccellenza mons. Lajolo e Sua Eccellenza mons. Sardi.
D. – Lei, personalmente, come ha visto il Santo Padre?
R. – Guardi, non è che le impressioni personali in questo momento abbiano una particolare rilevanza. Per me, dopo aver accompagnato il Santo Padre per 26 anni, è un’immagine nuova, certamente, quella del Papa sofferente, che non cessa di pregare, quella del Papa che ha un’inevitabile, prevedibile difficoltà respiratoria. E’ un Papa, nonostante tutto, tremendamente sereno. Direi che questa è l’immagine che mi rimane di questa mattina.
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Roma capitale della cristianità vive questo momento con la particolarità della sua condizione di città che abbraccia la Sede del Successore di Pietro. Ascoltiamo alcune voci raccolte in Piazza San Pietro da Roberta Moretti:
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R. – Sono qui per l’uomo, oltre che per il Papa, perché ha dato tantissimo.
R. – Lui è stato portatore di Cristo in giro per il mondo. Ha sottolineato molto l’importanza del Vangelo e la sua fede nella Madonna. Quindi, ha portato il Vangelo in giro nel mondo. Ha acceso, forse, dei focolai di fede dove non c’erano.
R. – Ha dato tanto e noi stiamo qui per dare a lui, adesso.
R. – Più che chiunque altro il Papa è custodito dalla sua grande fede. Io sono portoghese e per noi portoghesi è sempre stato molto importante lo speciale rapporto che il Papa ha avuto con Fatima e con la Madonna. Questo a noi ci tocca molto.
R. – E’ una grande luce per tutti noi. La sua autenticità sicuramente ha avvicinato tutti noi giovani di più alla sua figura e a questa Chiesa che significa apertura, dialogo, amore, accoglienza.
D. – Secondo te, cosa ha dato il Pontefice, Giovanni Paolo II, all’umanità?
R. – Fiducia. Gli eventi storici, sociali, dividono molto i popoli, ma anche possono allontanare gli stessi fedeli dal credere. Invece lui con semplicità, anche attraverso il suo contatto con i bambini, l’esempio più chiaro di semplicità, ha sicuramente dato un grande valore all’autenticità, alla sincerità. Quindi, fiducia.
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La Polonia stretta in preghiera: la Conferenza episcopale della terra di Giovanni Paolo II con una nota sottolinea l’intensità con la quale tutti i cittadini vivono questo drammatico momento. Anche i musulmani polacchi – fa sapere il capo della Comunità dei musulmani polacchi, Tomasz Miskiewicz - dedicano al Papa le preghiere che si svolgono nell'ambito degli incontri tradizionali del venerdì. Ma ascoltiamo il vescovo ausiliare di Czestochowa, Jan Watroba, che vincendo la commozione ha accettato di esprimersi al microfono di Fausta Speranza:
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R. – Noi siamo a Czestochowa, dove si trova il Santuario mariano di Jasna Gora. Nel Santuario, soprattutto nella Cappella miracolosa, la gente prega permanentemente. Tanta gente, tanti pellegrini, soprattutto tanti giovani …
D. – Mons. Watroba, tanti messaggi del Papa, tante sue riflessioni, gli insegnamenti, quale, in questo momento, le viene in mente, che sia più vicino alla sensibilità dei suoi concittadini?
R. – Qui, a Jasna Gora, a Czestochowa, il Santo Padre è stato sei volte e ci è rimasto un tesoro molto ricco del suo pensiero, delle sue meditazioni, riflessioni. Qui a Czestochowa ci ha spiegato cosa significhi vegliare, stare vicino alla Madonna … Ricordiamo ogni sua parola… Poi ricordiamo tutto ciò che ha detto ai giovani durante le sesta Giornata Mondiale, nel 1991. Ricordiamo tutto quello che ha detto circa la malattia, la sofferenza: bisogna passarla insieme con Gesù sofferente, crocifisso, morto e risuscitato.
D. – Mons. Watroba, tanti anni di Pontificato di un Papa polacco. Una grazia particolare per la sua terra dal punto di vista spirituale, ma anche una pagina storica eccezionale… che ci dice di questo?
R. – Tutto il mio sacerdozio, 26 anni di sacerdozio, sono passati sotto la sua guida pastorale e spirituale. Posso dire che anch’io appartengo alla generazione di Giovanni Paolo II come tanti sacerdoti, come tanti giovani. Apparteniamo a questa generazione. Non immagino un’altra pagina della storia senza questo Papa. Nel 1978 io ero diacono nel Seminario. Mi ricordo molto bene il momento della sua elezione e poi tutte le conseguenze di questa elezione che ebbe un grande influsso sulla mia via sacerdotale, un’impronta fortissima.
D. – Ora, in questo momento drammatico, la Polonia, la nazione del Papa, è entrata in Europa e quindi davvero si apre una pagina diversa. Quanto Giovanni Paolo II ha accompagnato la Polonia in questo cammino verso la comunione con altri popoli?
R. – Con la sua testimonianza. E’ stato molto aperto alle altre persone, ai diversi valori, sempre vicinissimo alle radici del cristianesimo, del Vangelo stesso di Gesù, ma ha aperto davanti a noi nuovi orizzonti, anche chiamando tutti alla responsabilità, cioè al cristianesimo nell’Europa. Ci ha indicato nuove direzioni, nuovi compiti, un nuovo campo in cui svolgere l’attività della testimonianza e ci ha dato tanto coraggio per andare verso questa direzione, verso questa Europa unita.
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Ed è evidente anche l’apprensione che si percepisce oggi sui luoghi sacri della Terra Santa, in particolare nel Santo Sepolcro. Comitive di pellegrini da vari Paesi si soffermano a pregare per il Santo Padre e non nascondono il loro grande turbamento per le notizie in arrivo da Roma. Da Gerusalemme, ascoltiamo il nostro inviato, Roberto Piermarini.
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Mentre a Roma si è in trepidazione per la vita del Papa a Gerusalemme 10 cardinali di cinque continenti, 40 vescovi e numerosi rettori e sacerdoti del Cammino Neocatecumenale in pellegrinaggio in Terra Santa hanno celebrato una Messa per Giovanni Paolo II al Cenacolo, luogo dove lo stesso Pontefice celebrò l’Eucaristia nel corso della sua storica visita in Terra Santa nel marzo del 2000. Per celebrare nella storica sala dove è nata la Chiesa e Gesù ha istituito il Sacramento dell’Eucaristia il governo israeliano, che ha giurisdizione sul Cenacolo, ha concesso una speciale autorizzazione. Il rito è stato presieduto dall’arcivescovo di Madrid, il cardinale Rouco Varela. Qui, in questo luogo dove gli Apostoli e la Vergine Maria erano riuniti nel giorno della Pentecoste, il porporato ha invitato ad unirsi alla Chiesa del cielo, pensando appunto alla salute di Giovanni Paolo II. Al termine della celebrazione i cardinali di Sydney, Pell, di Santo Domingo Lopez Rodriguez hanno voluto testimoniare la loro vicinanza a Giovanni Paolo II:
“E’ un momento commovente. Veramente è un’epoca stupenda. La storia del Papato ha visto tanti momenti belli e qualche volta brutti, ma raramente ha visto un Papa così. Certamente tutto il mondo, tutti gli uomini di buona volontà, anche qui in Terra Santa, ebrei e musulmani stanno pregando per il Santo Padre”.
“Gli siamo molto vicini con la preghiera. Mi sento molto vicino al Papa spiritualmente, con sentimenti di profonda gratitudine per tutto quello che ha fatto per la Chiesa, in particolare per l’America Latina, dove è venuto sempre con tanto amore ed ha parlato in difesa di tutti i nostri popoli, di tutti i nostri poveri. Credo che sia stato un uomo straordinario per la Chiesa in questi 26 anni. Adesso dobbiamo tutti essergli vicino perché è il Padre, il Pastore universale della Chiesa. Credo che sia un dovere per tutti i figli della Chiesa, ma direi per tutta l’umanità. Ci sono tante persone che amano il Papa, anche non essendo cristiani”.
In queste ore gli ebrei si sono raccolti in preghiera nelle sinagoghe. I rabbini ricordano il Papa che ha gettato un ponte con l’ebraismo chiamandoli fratelli maggiori. Non possiamo dimenticare la celebrazione sul monte Korazym quando accorsero cento mila giovani nel Duemila – ha detto il rabbino Rosen -mentre per il rabbino Bredman i passi compiuti nel dialogo tra cattolici ed ebrei non sarebbero stati possibili senza questo Pontefice.
Anche i musulmani hanno invitato a pregare per il Papa nelle moschee, mentre i numerosi pellegrini che affollano i luoghi santi commentano le notizie frammentarie ma allarmanti che giungono da Roma.
E’ tutto da Gerusalemme Roberto Piermarini, Radio Vaticana.
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Con trepidazione tutto il mondo sta seguendo l’evolversi delle condizioni del Papa. I media informano anche di tante e tante iniziative di raccoglimento e preghiera. Il servizio di Roberta Gisotti:
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Ansia, angoscia, commozione, preghiere sono le parole ricorrenti che stanno accompagnando il racconto - che ha assunto toni drammatici - della malattia di Giovanni Paolo II, seguita in diretta sui media di tutto il mondo. Dall’Italia e l’Europa all’America, all’Australia, all’Asia, al Giappone, alla Cina, ai Paesi arabi la notizia delle aggravate condizioni di salute del Papa è rimbalzata già dalla scorsa notte nei notiziari radio televisivi, e poi nei giornali di questa mattina e nei siti internet. Centinaia di giornalisti, operatori, fotografi convenuti in Piazza San Pietro e nella Sala Stampa vaticana hanno reso e continuano a rendere al pubblico la cronaca di un evento, che si paventa possa precipitare, destinato a segnare la storia della Chiesa e dell’umanità, mentre sulle Tv scorrono le immagini di quanti migliaia di persone, fedeli e non solo, sono convenute sotto la finestra del Papa – tra queste anche diverse personalità note giunte a titolo personale - per partecipare la loro vicinanza e il loro affetto al Santo Padre, cosi duramente provato dal progredire di una malattia invalidante.
Messaggi e testimonianze di solidarietà giungono in queste ore da ogni angolo della Terra, dal mondo religioso, politico, culturale. Si prega intensamente in Vaticano e in ogni Continente. Pregano anche i musulmani e gli ebrei. Il Centro islamico in Italia in un messaggio ricorda “l’infaticabile cammino” di Giovanni Paolo II “a favore del bene e dei più deboli per alleviare ed arginare i mali che affliggono l’umanità”. Mentre i vertici della Comunità ebraica italiana sono andati stamane sotto il colonnato di San Pietro per pregare per la sorte del Papa. E un augurio senza precedenti a Giovanni Paolo II è arrivato dalla Cina, che non ha relazioni diplomatiche con la Santa Sede.
Un Papa dunque tanto stimato e soprattutto amato anche dai giovani, che da numerosi Paesi stanno inviando i loro messaggi in “un abbraccio ideale”. Echi di preghiere, messe e veglie arrivano intanto da città vicine e lontane, in Italia, in Terra Santa, in Gran Bretagna, nelle Filippine, in Australia, in Uganda, in Spagna, in Russia, in Indonesia e segnali di rispetto giungono anche dal mondo laico. In Italia in particolare è stato sospesa la campagna elettorale, e nella Cappella della Camera alla presenza del presidente Casini e dei vicepresidenti Fini e Follini e di diversi esponenti del governo si è recitato il Rosario, mentre il Sindaco di Roma Veltroni ha assicurato la vicinanza della città intera “unita nella solidarietà – ha detto - a un Papa straordinario” “che per 27 anni è stato uomo di dialogo tra le religioni e le culture, uomo di pace”. Infine ricordiamo l’appuntamento di preghiera, indetto per stasera dal cardinale vicario Camillo Ruini, alle ore 19 nella Basilica romana di San Giovanni in Laterano, dove sarà celebrata una Santa Messa per Giovanni Paolo II.







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