2005-04-01 16:35:17

I primi tre mesi del 2005 segnati dalla sofferenza, ma sempre al servizio della Chiesa e dei fedeli


Tre mesi segnati dalla sofferenza, quelli di questo 2005 per Giovanni Paolo II. Tuttavia, anche in questa fase così delicata del suo Pontificato, il Papa ha continuato, per quanto possibile, la sua attività e soprattutto ha cercato sempre di mantenere un contatto umano con i fedeli. Per ripercorrere i momenti più significativi dal primo gennaio ad oggi, il servizio di Alessandro Gisotti:


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“Vincere il male con le armi dell’amore diviene il modo con cui ciascuno può contribuire alla pace di tutti. E’ questa la via sulla quale sono chiamati a camminare cristiani e credenti di religioni diverse, insieme con quanti si riconoscono nella legge morale universale”.

Pace, pace per l’umanità: il 2005 inizia con un’invocazione vibrante di Giovanni Paolo II. Il primo gennaio, nella 38.ma giornata mondiale della pace, il Pontefice ribadisce quanto affermato con forza lungo tutto il suo Pontificato: si può, si deve vincere il male con il bene. In questo sforzo, non siamo soli: Dio non ci abbandona mai. Il Santo Padre lo ricorda all’Angelus del 2 gennaio, dedicato alle popolazioni del sudest asiatico, colpite dal terribile tsunami del 26 dicembre:

“La fede poi ci insegna che anche nelle prove più difficili e dolorose, - come nelle calamità che hanno colpito nei giorni scorsi il Sud-Est Asiatico -, Dio non ci abbandona mai”

E alle vittime di quella terra sconvolta, rivolge un pensiero speciale il 5 gennaio nella Giornata europea di lutto per le vittime del maremoto. All’udienza generale del mercoledì, il Papa del Totus Tuus , dell’affidamento totale a Maria, invoca la protezione della Madonna su quanti soffrono nel mondo:

“Vegli la Vergine Santa sul mondo intero. Regina della pace, soccorri il tuo popolo, difendilo da ogni pericolo, accompagna la Chiesa nel suo cammino verso la Patria eterna”.

Nella festa dell’Epifania, che ricorda l’adorazione dei Re Magi presso Gesù Bambino, Giovanni Paolo II prega per i bambini “vittime della fame e delle malattie, della guerra e del terrorismo”, dei bambini rapiti o sfruttati per traffici ignobili. Anche se sofferente, il Papa continua a ricevere le visite di personalità religiose e di autorità politiche. L’8 gennaio ha un colloquio in Vaticano con l’ambasciatore cubano presso la Santa Sede. In questa occasione, auspica la fine dell’embargo e chiede al governo dell’Avana di garantire un’effettiva libertà religiosa.

(SALUTO IN FRANCESE …)

Il 10 gennaio, il Papa rivolge il discorso al Corpo diplomatico nel tradizionale appuntamento di inizio anno. Ancora una volta, esorta i rappresentanti degli Stati a non avere paura, a vincere il male con il bene. All’inizio del Terzo Millennio, il Pontefice lancia 4 grandi sfide per l’umanità: la difesa della vita fin dal concepimento, l’equa distribuzione dei beni della Terra, la costruzione della pace senza violenza e ancora la promozione della libertà, specie quella religiosa. Quindi, all’udienza generale di mercoledì 12, commentando un Cantico tratto dall’Apocalisse di San Giovanni, torna a proclamare il significato più profondo della vittoria di Cristo sulla morte:

“Nella Risurrezione di Gesù, il Padre ci ha offerto la certezza che, alla fine del mondo, il bene trionferà”.

Il 16 gennaio c’è anche spazio per un incontro cordiale e amichevole con il presidente della Repubblica italiana, Ciampi che, con la moglie Franca, pranza in Vaticano con il Pontefice. Il 18 gennaio il Papa riceve 160 rabbini di tutto il mondo, membri della Fondazione Pave The Way. Nel 40.mo anniversario della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate , il Pontefice esorta cristiani ed ebrei ad “accrescere la comprensione e la cooperazione” tra loro “per costruire un mondo che sia davvero basato sul rispetto dell’immagine divina presente in ogni essere umano”. Il giorno dopo, nel contesto ecumenico della Settimana di preghiera dedicata all’Unità dei Cristiani, Giovanni Paolo II rimarca che ogni battezzato è chiamato ad impegnarsi proprio per l’Unità dei Cristiani.

“Il Signore Gesù nell’ora in cui ha abbracciato la Croce per la salvezza di tutti gli uomini ha pregato il Padre perché i credenti in Lui siano una cosa sola”.

 

Ricevendo i membri del Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Operatori sanitari, il 21 gennaio, il Santo Padre ribadisce che la Chiesa è chiamata a diffondere il Vangelo della speranza cristiana nel mondo della sofferenza e avverte: il mondo odierno spesso “suggerisce soluzioni di morte”. Un tema che torna nel Messaggio per la Quaresima, pubblicato il 27 gennaio, in cui il Pontefice mette l’accento sulla necessità di prendersi cura degli anziani, valorizzandone il ruolo nella Chiesa e nella società e rispettandone la dignità. Il primo febbraio, il mondo intero accoglie con viva commozione la notizia che Giovanni Paolo II è stato ricoverato al Policlinico Gemelli a causa di una laringo-tracheite acuta, causata da una sindrome influenzale. Anche se malato, vuole essere insieme ai fedeli. All’Angelus del 6 febbraio, il Papa si affaccia dalla sua stanza dell’ospedale romano: benedice con un gesto della mano, poi pronuncia poche flebili parole che suscitano viva emozione tra quanti si sono raccolti al Gemelli o seguono l’evento attraverso il collegamento televisivo. Nel messaggio letto dall’arcivescovo Sandri, il Pontefice assicura: “anche qui continuo a servire la Chiesa e l’intera umanità”.

Il Santo Padre torna in Vaticano il 10 febbraio. Nel percorso dal Gemelli al Palazzo Apostolico viene accompagnato da una folla immensa di fedeli. La domenica successiva, il Papa si affaccia dal suo appartamento. Nel messaggio letto da mons. Sandri prima della recita della preghiera mariana, sottolinea: “Sento sempre bisogno del vostro aiuto davanti al Signore, per compiere la missione che Gesù mi ha affidato”. Domenica 13 febbraio, si spegne suor Lucia, ultima testimone delle apparizioni della Madonna di Fatima. La preghiera della pastorella, scrive il Papa in un messaggio per i funerali della veggente, “mi ha sempre sostenuto nei momenti duri della prova e della sofferenza”. Il 22 febbraio, il Santo Padre accoglie commosso la notizia della morte di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. A fine mese, viene pubblicato un nuovo significativo documento del magistero di Giovanni Paolo II: il 21 febbraio, viene presentata la Lettera Apostolica “Il Rapido Sviluppo” rivolta ai responsabili delle comunicazioni sociali. Il Papa chiede con forza che venga sostenuta una comunicazione veritiera e libera che contribuisca al progresso integrale dell’umanità. Il 23 febbraio è nelle librerie, “Memoria e Identità,Conversazioni a cavallo dei millenni” in cui il Santo Padre affronta alcuni grandi temi della Storia, in particolare le ideologie totalitarie del Novecento. Il libro balza immediatamente in testa alla classifica dei best seller. “Ogni sofferenza umana, ogni dolore, ogni infermità racchiude una promessa di salvezza, una promessa di gioia”, si legge in uno dei passaggi chiave del libro.

Il 24 febbraio, Giovanni Paolo II deve tornare al Policlinico Gemelli per una ricaduta della sindrome influenzale. I fedeli di tutto il mondo si raccolgono in preghiera. Nella serata, il Papa viene sottoposto ad una tracheotomia. Appena si risveglia dall’intervento, scrive su un bigliettino “Totus Tuus”: come sempre, Giovanni Paolo II si affida a Maria. Nei 18 giorni di degenza al Policlinico Gemelli, i fedeli non fanno mancare la propria vicinanza spirituale al Santo Padre. E il Papa non li delude: più volte si affaccia dalla finestra al decimo piano richiamato dai canti e dalle preghiere dei pellegrini. Il 13 marzo si vive un momento di profonda commozione. All’Angelus, il Pontefice pronuncia poche, deboli parole, ma il gesto è forte e scalda i cuori:

“Cari fratelli e sorelle, grazie per la vostra visita. A tutti auguro una buona domenica”.

La sera del 13 marzo, il Papa fa ritorno in Vaticano. La domenica dopo, Domenica delle Palme, il Pontefice si affaccia dal Palazzo Apostolico per ricevere un nuovo commosso abbraccio dei fedeli. E’ l’inizio della Settimana Santa. Nella memoria di ognuno resterà l’immagine del Papa sofferente, che il Venerdì Santo segue dalla sua cappella la Via Crucis al Colosseo. Resterà scolpita nei cuori la figura del Papa, che all’ultima stazione, sorregge il Crocifisso. Domenica di Pasqua, il Papa tenta di pronunciare il Messaggio Urbi et Orbi . Non ci riesce, ma non c’è bisogno di parole. I pellegrini, che gremiscono piazza San Pietro, comprendono il significato straordinario della testimonianza del loro Pastore. Mercoledì 23 marzo, al Papa viene applicato un sondino naso-gastrico per consentirne l’alimentazione. Ma mercoledì è, soprattutto, il giorno della nuova apparizione pubblica del Pontefice. Il Papa viene richiamato dai cori di migliaia di giovani provenienti dall’arcidiocesi di Milano. Sono le 11,15 quando il Santo Padre si affaccia. L’entusiasmo dei ragazzi è incontenibile. Anche questa volta tenta invano di pronunciare un breve saluto. Ma il messaggio, come all’inizio del suo Pontificato, è chiaro: “Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo”.

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