MADRID – “Un grave errore e una profonda ingiustizia”. Non si è fatta attendere la
reazione, peraltro molto dura, dell’arcivescovo di Madrid e Presidente dei vescovi
spagnoli, card. Antonio Maria Rouco Varela, all’indomani dell’approvazione, in sede
di Consiglio dei Ministri, del progetto di legge sulle nozze gay. Pieno riconoscimento,
quindi, alle unioni omosessualiche avranno gli stessi diritti dei coniugi eterosessuali
compreso il divorzio, gli alimenti, il mantenimento dei figli, l'eredità, la cittadinanza
e l'adozione, ma solo di bambini spagnoli. La normativa dovrebbe entrare in vigore
il prossimo anno, dopo il via libera del parlamento.Attraverso un documento intitolato
Il bene e il futuro della famiglia sono in gioco, il porporato ricorda che i discorsi
e le riflessioni dei presuli “non sono affatto una opinione più o meno condivisibile
o rispettabile della Chiesa Cattolica, bensì un sentito comune di tutta l’umanità.
La storia universale lo conferma” spiega nello scritto l’arcivescovo della capitale.
“Nessuna società ha dato alle coppie omosessuali il riconoscimento giuridico dell’istituto
matrimoniale. Pertanto se la proposta del governo Zapatero dovesse concretizzarsi,
non si abbandonerebbe solo il cammino di fede cristiana, ma anche quello della saggezza
umana di tutti i tempi, in una parola ci si allontanerebbe dal sentiero della ragione”.
Il card. Rouco Varela specifica nella nota che: “Lungi dal discriminare i gay e i
loro diritti di cittadini, lo Stato non può comunque riconoscere loro diritti inesistenti,
quello appunto di contrarre matrimonio”. Poi il numero uno dei vescovi spagnoli invita
alla mobilitazione: “Abbiamo il dovere di intervenire attivamente nel dibattito e
cercare, con l’aiuto dell’opinione pubblica, di modificare la norma. Non mancherà
la preghiera di tutta la Chiesa, e in particolare di tutte le comunità di vita contemplativa,
capaci come sono di muovere i cuori e trasformare sia le persone nel loro intimo,
che la coscienza sociale”. Nei giorni scorsi il porporato aveva elogiato la famiglia
e l’istituzione matrimoniale intesa come “contributo alla crescita e alla stabilità
della società. La coabitazione omosessuale non rivestirà mai quel ruolo” aveva rilevato
“poiché non può avere le stesse funzioni della famiglia e del matrimonio". Se la legge
andrà in vigore, la Spagna sarà il terzo paese europeo, dopo Belgio e Olanda, a consentire
le nozze gay. (Aci 6 ott. – DIONISI)