2004-10-07 15:32:00

ECUADOR: TREGUA


QUITO - Per porre fine all’aspro dibattito, fatto di reciproche accuse e di denunce, tra i due colossi imprenditoriali ecuadoriani è dovuta intervenire la Conferenza episcopale. Attraverso un comunicato stampa, i presuli avvertono dei rischi di una campagna mediatica diffamatoria che potrebbe arrecare danni a terzi.Nei giorni scorsi le due emittenti televisive, legate ai principali gruppi bancari, si sono accusate reciprocamente arrivando anche a denunciare pubblicamente illeciti commessi da alcuni loro esponenti. Il canal Tc Television, del Grupo Isaias, ha puntato il dito contro Teleamazonas perché anello di una catena guidata dal banchiere Fidel Egas, membro di spicco del Banco del Pichincha, sul quale pende una denuncia di evasione. Ha risposto Teleamazonas che ha avviato indagini contro un deputato legato al Grupo Isais ed ha reso pubblico un suo presunto reddito milionario. “Dopo una settimana di incontri e di confronti, registriamo passi in avanti e punti di accordo” scrivono i vescovi. “Senza rinunciare alle esigenze di un servizio giornalistico obiettivo, le parti sono giunte ad un compromesso che terrà conto della dignità delle persone e delle loro famiglie, così come dell’imparzialità nella diffusione delle notizie”. I presuli inoltre ribadiscono la “necessità di rispettare gli organi giudiziari, affinché facciano il loro lavoro in piena libertà e serenità, senza andare troppo in là con i tempi, nel pieno rispetto dei dettami del Diritto”. Nei giorni scorsi era intervenuto sul tema anche il presidente della Conferenza episcopale, mons. Vicente Cisneros, il quale aveva sollecitato un incontro tra i due colossi. Temendo che il degenerare dello scontro avesse creato disordini, lo stesso presule si era reso disponibile per una mediazione e aveva ufficialmente offerto i suoi uffici.

(Aci 6 ott. – DIONISI)







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