2004-08-19 17:42:09

Quale il ruolo degli scienziati oggi?


Scioglimento dei ghiacciai, desertificazione, carestie ed epidemie: entro il 2050 saranno tra le conseguenze del rialzo della temperatura sulla terra di almeno un grado e mezzo.
E sono tra le preoccupazioni della comunità scientifica che da oggi si ritrova presso il Centro Internazionale di cultura scientifica “Ettore Majorana”, ad Erice in Sicilia, per il tradizionale appuntamento di confronto annuale.
130 studiosi di diversa nazionalità discutono di temi vari come l’immigrazione o la difesa dagli oggetti cosmici, il terrorismo o la mucca pazza e biosicurezza mondiale.

Spiega le priorità, nell’intervista di Rosa Praticò, il professor Antonino Zichichi, direttore del centro “Ettore Majorana”:
R. – La novità che noi portiamo avanti da tempo è l’effetto del sole, di questa candela nucleare che illumina e riscalda in modo da poter influenzare seriamente i cambiamenti climatici. Poi c’è l’acqua, l’energia, il problema petrolio, alternative: quella nucleare, sicura, e la cosiddetta energia a idrogeno che non è vera, nel senso che non esistono i pozzi di idrogeno che si possono utilizzare. Per produrre l’idrogeno, ci vuole più energia di quella che poi l’idrogeno da quando si trasforma in acqua. Il vantaggio dell’idrogeno è che nelle città si riduce fortemente l’inquinamento, però si aumenta l’inquinamento a livello atmosferico. Poi, l’emergenza culturale, relativa alla perdita dei valori che caratterizza la nostra società e che deforma totalmente la verità scientifica. La scienza è sorgente di valori e parlare di temi come complessità, evoluzionismo, vita, senza tenere conto del rigore necessario, è un fatto che crea grossissimi problemi.

D. – Lei ha detto che l’azione dell’uomo sul clima incide al massimo per il 10 per cento. Cosa può fare allora la scienza?

R. – La scienza può mettere chiarezza, nel senso che per quello che riguarda l’influenza dell’uomo, va capita. La nostra incidenza è trascurabile rispetto a quella dei fenomeni naturali. Ora, solo da poco tempo la temperatura del pianeta è sotto analisi e ancora non è chiaro qual è il motivo di queste variazioni. Tutti prevedevano un’estate torrida e non c’è stata un’estate torrida, perché modelli matematici non sono in grado di fare queste previsioni. Quindi, dobbiamo distinguere nettamente i problemi dell’inquinamento dai problemi delle variazioni climatiche. Mentre bisogna combattere l’inquinamento, non va combattuta la variazione climatica se questa variazione è dovuta a fenomeni come per esempio il fatto che il sole ha un periodo di particolare attività che dovrebbe essere nella norma ma che è leggermente fuori norma. Se ci sono queste fluttuazioni, bisogna attribuirle alle origini giuste.

D. – I clamorosi black-out di New York e Roma pongono in primo piano il tema dell’energia, che oggi è di attualità anche per la questione del petrolio. Come guardano gli scienziati a questo problema?

R. – Il problema è politico, non scientifico né tecnologico. Sappiamo benissimo come alimentare di energia le città e le nazioni. Per risparmiare, si prendono provvedimenti che sono contro ciò che noi diciamo e poi ci si meraviglia.

D. – Lei ha dichiarato: “Scoprire una verità scientifica è come mettersi a colloquio con il Creatore”. E’ questo lo spirito di Erice?

R. – Lo spirito di Erice e della vera grande scienza è questo. Non basta la logica per capire come è fatto il mondo. E’ necessaria la sperimentazione scientifica, che corrisponde a una domanda posta al Creatore!







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