All'udienza generale il ringraziamento del Papa a Dio per il pellegrinaggio a Lourdes
Un Salmo “regale” e profetico, legato alla dinastia del re Davide, ma immagine del
re consacrato per eccellenza, Cristo. Sta qui il significato e l’importanza del Salmo
109, spiegato questa mattina dal Papa ai circa 3500 pellegrini presenti all’udienza
generale a Castel Gandolfo. Davanti ai fedeli che gremivano il cortile del Palazzo
apostolico, Giovanni Paolo II ha anche ricordato momenti e sensazioni del suo pellegrinaggio
a Lourdes, lo scorso fine settimana. Sentiamo Alessandro De Carolis:
I malati
in cerca di speranza e i giovani in attesa di una parola di luce per la loro vita,
l’atmosfera spirituale e il calore della gente. I piccoli flash del suo soggiorno
a Lourdes sono tornati ad illuminare questa mattina, a Castel Gandolfo, la catechesi
di Giovanni Paolo II, dedicata al Salmo 109, uno tra i più riproposti nel ciclo vespertino
della Liturgia delle Ore.
Distinto in due parti, in entrambe l’interpretazione
dei versetti si presenta a due livelli. La prima parte fa riferimento - ha detto il
Papa - al “rito di intronizzazione di un sovrano”. Se ricordare la “generazione” divina
di un re faceva parte, nell’antichità, del protocollo di incoronazione, nella rilettura
cristiana del Salmo – ha affermato il Pontefice – quella stessa generazione “diventa
reale e presenta Gesù Cristo come vero Figlio di Dio”. La seconda parte ha invece
un contenuto “sacerdotale” e anche in questo caso dietro l’immagine di Melkisedek,
il sovrano-sacerdote di Salem, si coglie la figura del Messia come “modello di un
sacerdote perfetto e supremo”.
Un Salmo profetico, dunque, ha proseguito il
Papa. Cristo andava presentato: la sua venuta al mondo, la sua morte e risurrezione.
Lo stesso Sant’Agostino, citato da Giovanni Paolo II, lo spiegò in un suo insegnamento:
“Tutto questo doveva essere profetizzato, doveva essere preannunciato, doveva essere
segnalato come destinato a venire, perché, sopravvenendo improvviso, non facesse spavento,
ma fosse piuttosto accettato con fede ed atteso”:
“In questa luce il Salmo
diventa un canto luminoso innalzato dalla Liturgia cristiana al Risorto nel giorno
festivo, memoria della Pasqua del Signore”.
Nei saluti in lingua francese,
il Papa è tornato con la memoria a Lourdes, ringraziando la “benevolenza di Dio” che
gli ha consentito di recarsi in pellegrinaggio alla Grotta di Massabielle. E nell’esprimere
la sua riconoscenza alle autorità francesi, ha soggiunto: "JE REMERCIE LA VERGIE
BÉNIE POUR LE CLIMAT… Ringrazio la Vergine per il clima di profondo raccoglimento
e di intensa preghiera di questo incontro, ricordo con emozione la folla numerosa
dei pellegrini, con in prima fila i malati venuti a cercare conforto e speranza. Possano
inoltre tutti i giovani presenti serbare il ricordo di questo pellegrinaggio e trovarvi
la forza di diventare uomini e donne liberi in Cristo”.
Un grazie, il Pontefice
lo ha rivolto anche ai suoi connazionali, per averlo sostenuto con la loro preghiera
durante il soggiorno nella cittadella mariana. Infine, il Papa ha avuto parole di
affetto per i futuri sacerdoti del Seminario minore di Verona e per un gruppo di scout
provenienti dalla parrocchia di Santa Caterina in Betlemme, in questi giorni ospiti
della diocesi di Montepulciano.