La preghiera di Giovanni Paolo II alla Vergine Maria nella grotta di Massabielle
La preghiera di Giovanni Paolo II alla Vergine Maria nella Grotta di Massabielle,
subito dopo l’arrivo al santuario di Lourdes è stato un momento di commozione e di
intenso raccoglimento. Il Papa ha raggiunto Lourdes dopo essere giunto a metà mattina
all’aeroporto di Tarbes. E’ iniziato così il 104.esimo viaggio apostolico del Papa:
un pellegrinaggio di due giorni nel Santuario mariano francese, già visitato dal Pontefice
nel 1983. Ma ascoltiamo quanto ci riferisce da Lourdes Alessandro De Carolis : Audio: ********** Il primo
saluto è stato per la Francia, terra di “grandi Santi” e di “illustri” pensatori,
che l’ha accolto per la settima volta. Il secondo per loro, i malati, che lo hanno
accolto sotto la Grotta di Massabielle come uno di loro e a loro, con i quali condivide
la stagione della sofferenza fisica, si è stretto in un ideale abbraccio fatto di
affetto e di solidarietà. E’ iniziato così il secondo pellegrinaggio di Giovanni Paolo
II a Lourdes. La città questa mattina si era risvegliata sotto un sole luminosissimo,
dopo i continui chiaroscuri di nubi dei giorni scorsi, e un andirivieni serrato di
persone dirette al Santuario fin dalle prime ore del mattino, sotto l’occhio dei gendarmi
a piedi e a cavallo dislocati in prossimità degli ingressi.
Proprio ai pellegrini
presenti – previsti in circa 350-400 mila - e ai milioni di coloro che ogni anno raggiungono
la cittadella dell’Immacolata per affidarle,ha osservato il Papa - le “intenzioni
che portano nel cuore e chiedere il suo aiuto e la sua intercessione”, il Pontefice
ha subito detto di volersi unire con “intimo trasporto”. Ampliando poi lo sguardo
al Paese che non vedeva dai tempi della grande Gmg del ’97 a Parigi, Giovanni Paolo
II – nell’indirizzo di saluto al presidente francese Jacques Chirac - ha detto di
guardare “con fiducia alla comunità cristiana di oggi” ed ha messo in risalto il “patrimonio
di cultura e di fede” che ha segnato la storia della nazione. E proprio una pagina
storica celebra in questi giorni la Francia: una pagina di guerra, quella dello Sbarco
in Provenza dell’agosto del 1944, quando mezzo milione di soldati alleati penetrarono
da sud nella Francia, controllato da 200 mila tedeschi. Sessant’anni dopo, il Papa
ha auspicato che il ricordo di quegli eventi favorisca “la concordia tra i popoli”
e serva “a rinnovare l’impegno comune nella ricerca e nella costruzione della pace”.
Valori per i quali, ha affermato Giovanni Paolo II, la Chiesa intende battersi in
prima linea:
DANS LE RESPECT DES RESPONSABILITÈS ET DES COMPETENCES
... “Nel rispetto delle responsabilità e delle competenze di ciascuno, la
Chiesa cattolica desidera offrire alla società un suo specifico contributo nell’edificazione
di un mondo in cui i grandi ideali di libertà, di uguaglianza e di fraternità possano
costituire la base del vivere sociale nella ricerca e nella promozione instancabile
del bene comune”. Pochi minuti prima, anche il presidente Chirac aveva confermato
che è questo il terreno sul quale la Chiesa e lo Stato francese si incontrano e si
intendono. Nel definire Giovanni Paolo II un “uomo di pace” che arreca serenità con
questa sua visita, il capo di Stato francese ha ribadito l’impegno del suo Paese nella
lotta ad ogni forma di intolleranza, di discriminazione, di fanatismo e, al contrario,
nella promozione del progresso umano e sociale ad ogni livello.
A questo punto,
le formalità del cerimoniale hanno lasciato spazio ai sentimenti più profondi della
visita: quelli che il Pontefice ha espresso con calore una volta giunto in Papamobile
alla Grotta, direttamente dall’aeroporto di Tarbes, salutato con grande entusiasmo
dalla folla assiepata lungo le strade della Lourdes vecchia. Sotto la penombra creata
dalla volta rupestre in cui la Madonna apparve nel 1858 alla dodicenne Bernadette
- e davanti al nuovo altare, ottenuto da una roccia sbozzata di una cava dei Pirenei
– Giovanni Paolo II si è inginocchiato, pellegrino tra i pellegrini, davanti alla
statua dell’Immacolata ed ha bevuto un sorso d’acqua della sorgente, offertagli dal
rettore del Santuario, P. Raymond Zambelli. Quindi, dopo la recita dell’Angelus, ha
aperto il cuore in particolare ai primi cittadini di Lourdes, i malati. Il cardinale
Roger Etchegaray si è sostituito a Giovanni Paolo II, un po’ affaticato, nel pronunciare
il saluto: “Sono con voi, cari fratelli, come un pellegrino presso la Vergine; faccio
mie le vostre preghiere e le vostre speranze; condivido con voi un tempo della vita
segnato dalla sofferenza fisica, ma non per questo meno fecondo nel disegno mirabile
di Dio. E ancora: “Cari fratelli ammalati, vorrei stringervi fra le mie braccia con
affetto, uno dopo l’altro e dirvi quanto sono vicino e solidale con voi. Lo faccio
spiritualmente affidandovi all’amore materno della Madre del Signore, e chiedendo
a Lei di ottenere per voi le benedizioni e le consolazioni di suo Figlio Gesù”. Un
augurio di un Papa accompagnato dalla tenerezza di un fratello.
Da Lourdes,
Alessandro De Carolis, Radio Vaticana. **********