“La responsabilità per il creato è una sfida centrale per il futuro della terra, per
la difesa della pace e anche per la testimonianza cristiana nella società contemporanea”.
L’affermazione
è uno dei capisaldi della riflessione sviluppata durante i lavori della consultazione
sulla responsabilità per il Creato, organizzata dal Consiglio delle Conferenze Episcopali
d’Europa (Ccee) con la collaborazione della “Bergerie de la Forête”.
Il confronto,
che ha impegnato oltre 60 delegati provenienti da 22 nazioni, si è svolto nei giorni
scorsi nella località belga di Namur, su invito dei vescovi locali. L’incontro ha
concluso il ciclo di sei consultazioni organizzate dal Ccee (il primo si è svolto
nel 1999) ed ha visto la presenza di rappresentanti della Santa Sede, del Pontificio
consiglio Giustizia e Pace, della Commissione degli episcopati presso l’UE (Comece),
della Rete ecumenica europea per l'ambiente (Ecen), e degli ordini religiosi (Ucesm).
Nel
comunicato finale, è stato messo in evidenza il ruolo centrale del dialogo interreligioso
anche in chiave di tutela ecologica. Riecheggiando il messaggio del Papa per la Giornata
mondiale della pace di qualche anno fa, i partecipanti hanno affermato che se “non
c’è pace senza giustizia”, non c’è giustizia anche senza una “corretta gestione e
salvaguardia delle risorse del Creato”.
Dietro ogni conflitto, si legge nella
nota, “c’è di fatto un problema di ripartizione delle risorse naturali. Sono necessarie
azioni concrete e dialoghi intensi per fare in modo che i conflitti ecologici sull'accesso
alle risorse di acqua (come in Medio oriente), petrolio (in Iraq) e terra coltivabile
(Africa) vengano bloccati e non trasferiti sul piano religioso”.
Il dialogo
ecumenico, si rileva, rappresenta anche “una piattaforma significativa” per intervenire
in campi specifici come la formazione ambientale, la gestione degli edifici ecclesiali
secondo criteri sostenibili, l’agricoltura biologica”. Poiché globali sono i problemi
che minacciano l’equilibrio dell’ambiente, le soluzioni - conclude il comunicato -
devono perciò essere globali, ma allo stesso tempo applicabili a livello locale, secondo
il principio della sussidiarietà”.