TEGUCIGALPA – Il vescovo ausiliare di San Pedro Sula, mons.
Romulo Emiliani, ha ribadito l’importanza del progetto di inserimento dei giovani
coinvolti nelle attività illecite delle bande criminali e ha fatto sapere che continuerà
nella sua missione al fianco dei ragazzi. Ad una settima dalviolento incendio divampato
in un carcere della sua diocesi che ha causato la morte di 104 detenuti, in prevalenza pandilleros,
il presule ha partecipato al triste rito del riconoscimento dei cadaveri. Visibilmente
commosso, mons. Emiliani ha espresso il suo cordoglio alle famiglie, sottolineando
che “la vita è comunque sacra, anche quella dei malviventi e dei detenuti”. Motivando
la sua scelta, il vescovo ausiliare di San Pedro Sula ha spiegato: “Il Vangelo ci
insegna che il Buon Pastore lascia le 99 pecore per andare a cercare quella perduta.
Si tratta di un cammino duro, non privo di ostacoli, dove c’è dolore e frustrazione.
Come quello che provo oggi nel vedere tanti ragazzi morti che conoscevo personalmente
e che stavano lavorando per costruirsi un futuro migliore”. A provocare il rogo sarebbe
stata l'esplosione di un motore, seguita da un corto circuito, e a tal proposito mons.
Emiliani ha detto: “Esiste una negligenza strutturale che ha provocato la tragedia.
E’ il sistema penale in generale che risulta inefficiente”. Il presule si è poi detto
“dispiaciuto” della gioia di quanti hanno giudicato positivamente l’accaduto. “E’
un peccato molto grave” ha tuonato l’ausiliare di San Pedro Sula. “Sappiamo che questi
giovani non sono angeli, alcuni di loro hanno commesso crimini efferati, ma non possiamo
desiderare la morte di nessuno”. Gran parte delle vittime è morta soffocata; decine
di superstiti sono stati trasportati all'ospedale Mario Catarino Rivas con gravi ustioni.
Quasi tutte le vittime erano giovani del clan Mara Salvatrucha, uno delle più brutali
bande honduriane. (Aci 23 mag. – DIONISI)