No al tradimento, all’usura e alla corruzione pubblica: fermo richiamo di Giovanni
Paolo II all’Udienza generale.
“Chi è degno di stare davanti al Signore?” Da questo interrogativo, tratto dal Salmo
14, è partita stamane la catechesi del Papa all’udienza generale, per ricordarci gli
impegni morali della legge biblica. Tra questi alcuni precetti in particolare per
combattere tre piaghe anche dei nostri tempi: il tradimento, l’usura e la corruzione. Il
Servizio di Roberta Gisotti
Se in molte culture religiose per essere ammessi
davanti alla Divinità è richiesta soprattutto “la purità rituale esteriore”, per il
cristiano – ha detto il Papa - è invece “la purificazione della coscienza” ad avere
priorità. E il salmista ci aiuta indicandoci le qualità per “coniugare fede e vita,
preghiera e impegno esistenziale, adorazione e giustizia sociale”.
Anzitutto
tre impegni etici personali: “seguire la via dell’integrità morale, della pratica
della giustizia” e “della sincerità perfetta nel parlare”. Poi tre doveri nei confronti
del prossimo: “eliminare la calunnia del linguaggio, evitare ogni azione che possa
nuocere al fratello, frenare gli insulti contro chi vive accanto a noi ogni giorno”.
Quindi
due scelte di tipo sociale: “disprezzare il malvagio” e “onorare chi teme Dio”. Infine
tre precetti di coscienza tanto attuali e validi anche oggi per dire ‘no’ al giuramento
tradito “anche nel caso in cui ne seguano conseguenze dannose”, ‘no’ all’usura e ‘no’
alla corruzione, “altro impegno – ha ammonito il Santo Padre – da sapere praticare
con rigore anche nel nostro tempo.”
“Essere fedeli alla parola data; non praticare
l’usura, piaga che anche ai nostri giorni è una infame realtà, capace di strangolare
la vita di molte persone, ed infine evitare ogni corruzione nella vita pubblica.”
“Chi
agisce nel modo indicato dal Salmista – ha concluso il Papa - resterà saldo per sempre”
Un Salmo – ha raccomandato – che “deve essere scritto nel cuore, annotato nelle memoria”,
“giorno e notte”