BRASILIA – Recuperare la “vocazione profetica” è il
compito della Compagnia di Gesù in America Latina, oggi troppo impegnata, forse, a
pensare alle opere. Lo rileva padre Francisco Ivern, presidente della Conferenza dei
Provinciali latino-americani (Cpal), nel messaggio inviato a tutte le comunità per
l’inizio del mese di febbraio. “La preoccupazione di andare avanti – scrive – con
le nostre numerose opere ed istituzioni con personale ridotto e per assicurare il
nostro futuro mediante la promozione di vocazioni, lascia poco tempo ed energia per
ripensare creativamente la nostra vita e missione, alla luce delle nuove necessità
e sfide che la realtà ci impone”. Occorre dunque recuperare la “vocazione profetica”,
fuggendo ad una doppia “tentazione”: la prima è di “rifugiarci nel terreno sereno
e sicuro di una esperienza spirituale personale, consolatrice e gratificante, ma apostolicamente
sterile” e la seconda di “nascondere la nostra mediocrità spirituale, la mancanza
di mistica, sotto un attivismo apostolico esagerato o negli sforzi di mantenere in
funzione istituzioni e opere che ci assorbono completamente ma di cui raramente mettiamo
in discussione la rilevanza apostolica”. “Senza un’esperienza personale della presenza
e azione di Dio, osserva in conclusione padre Ivern non c’è spirito profetico”, anzi
“se questa relazione non si mantiene e perde vigore, sarà seriamente minacciato il
nostro futuro come Ordine al tempo stesso religioso e apostolico”. (Vid: 2 feb.
– ZENGARINI)