2003-12-17 18:34:57

ASIA/TAILANDIA: PACIFICAZIONE


BANGKOK - La risoluzione pacifica degli attuali conflitti in Asia passa attraverso una migliore comprensione della loro natura ed origine ed una più stretta collaborazione tra le religioni. Così si potrebbe sintetizzare la conclusione di un seminario sulle tecniche di prevenzione e gestione dei conflitti che ha visto riuniti dal 12 al 14 dicembre a Bangkok, in Tailandia, una quarantina di studiosi ed esponenti religiosi cristiani e musulmani di 17 paesi asiatici. L’incontro è stato organizzato dall’Ufficio per gli affari interreligiosi della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (Fabc-Oiea), insieme alla Conferenza cristiana dell’Asia (Cca), e alla “Asian Muslim Action Network” (Aman), un’associazione di musulmani progressisti impegnati nella promozione del dialogo religioso e dei diritti umani nel continente. “Lo studio della trasformazione della pace e del conflitto nel contesto asiatico” era appunto il titolo del seminario articolato in tre fasi: la prima di analisi dell’attuale situazione socio-politica nei vari paesi asiatici; la seconda dedicata specificamente alle varie tecniche di risoluzione dei conflitti e la terza, infine, all’esame delle singole esperienze di peace-building oggi in atto nelle varie aree conflittuali in Asia. Nel corso dei dibattiti sono stati, in particolare, illustrati i vari fattori politici, economici, sociali, religiosi storici e psicologici che hanno scatenato gli attuali conflitti locali dal Medio all’Estremo Oriente. Conflitti, ha sottolineato nel suo intervento il padre gesuita indiano Rudy Heredia, in cui negli ultimi anni hanno inciso in modo determinate la globalizzazione e le tensioni geopolitiche internazionali. Nell’ultima giornata di lavori si è passati all’illustrazione di alcune iniziative concrete di pacificazione promosse da organizzazioni religiose in paesi asiatici dove sono in atto guerre intestine. I partecipanti hanno convenuto sul fatto che dietro alle tensioni religiose che oggi minacciano la stabilità di diverse parti dell’Asia vi siano in realtà motivazioni politiche e sulla necessità di promuovere la diffusione nel continente della conoscenza delle tecniche di peace-building per ridurre le situazioni conflittuali.
(Ucan: 16 e 17 dic – ZENGARINI)







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