2003-11-03 18:09:19

Chiesa locale, vita consacrata e territorio


“Chiesa locale, vita consacrata e territorio: un dialogo aperto”: è il tema della 43.ma assemblea generale del Cism, la Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori, che si apre oggi pomeriggio a San Marino. L’incontro, che durerà fino all’8 novembre, rappresenta un’occasione di confronto e dibattito sulle questioni di maggiore attualità per gli istituti di vita consacrata.
Alessandro Gisotti ha raccolto una riflessione del presidente del Cism, don Mario Aldegani:

R. – C’è una necessità di uscire, credo, da una specie di autoreferenzialità che può aver caratterizzato certe presenze sul territorio, sia in rapporto alla Chiesa locale che in rapporto alle situazioni della gente. Accanto a questa situazione, noi abbiamo una tradizione notevolissima di vicinanza al popolo, ai problemi, ai dolori, alle sue fatiche.
D. – Come viene percepita nella vita quotidiana del territorio la presenza dei religiosi? Ha ancora un significato radicale di testimonianza?

R. – Certo c’è maggiore attenzione per la vita consacrata quando si spende sui versanti più disagiati del mondo in cui viviamo, sulle frontiere dell’emarginazione. Forse viene intravista e riconosciuta meno la valenza di profezia evangelica che sta dentro e dietro questi comportamenti. Credo che la sfida per noi sia quella di far almeno intuire che c’è una motivazione evangelica. E credo che alla fine il senso più profondo della presenza dei consacrati in un territorio, in una Chiesa, sia quello di essere un richiamo a Dio, essere un richiamo alla santità.
D. – Può indicarci qualche esempio concreto di iniziative volte a far dialogare i religiosi con le comunità in cui sono inserite?

R. – E’ un dato di fatto che le presenze di comunità religiose sul territorio esercitino sempre una specie di capacità di attrazione. Un elemento significativo oggi mi sembra che sia quell’insieme di azioni in sinergia con altri: l’aspetto della collaborazione con i laici nel portare innanzi attività, scelte apostoliche che nel passato facevamo soprattutto noi religiosi. E c’è un grande valore in questo. Ciò che è importante è che i nostri rapporti con qualsiasi persona si incontri abbiano il profumo del Signore, diano speranza, perché rappresentano una forma di relazionalità umana della quale tutti abbiamo bisogno.







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