MOSUL. – C’è allarme nella comunità cattolica di rito caldeo in Iraq: si susseguono
atti di intimidazione contro cristiani da parte di gruppi di fondamentalisti islamici
e la comunità teme la risorgenza dell’estremismo violento in questa fase di ricostruzione
del paese. L’ultimo episodio che ha seminato scompiglio e preoccupazione è avvenuto
all’inizio di ottobre a Mosul, nel Nord Iraq, dove un fedele caldeo è stato ucciso
nel suo negozio, attaccato da una granata. Si chiamava Safa Sabah Khoshi, ed era
proprietario di un negozio di generi alimentari e alcolici. Nell'esplosione è rimasto
ucciso, mentre suo cugino Meyaser karim Khoshi è gravemente ferito. Commentando
il grave episodio, padre Nizar Seeman, sacerdote caldeo di Karakosh, villaggio
nei pressi di Mosul, ha dichiarato all’Agenzia Fides: “Noi cristiani siamo preoccupati
per la crescita del fondamentalismo islamico, specialmente nella zona di Mosul.
E’ un fenomeno presente fra i musulmani sciiti ma anche fra i sunniti, dove si
fa strada la corrente wahabita finanziata dall’Arabia Saudita, che fa presa soprattutto
sui giovani disoccupati, che diventano facile preda di questi movimenti estremisti”. “E’
una situazione inaccettabile. Finche il governo provvisorio tollererà questi atti,
i caldei saranno oggetto di attacchi e moriranno molti innocenti. Mentre i gruppi
musulmani intendono imporre con la forza la loro visione fondamentalista dell’Islam,
noi cristiani vogliamo costruire un nuovo Iraq laico e secolare, in cui ci sia
spazio per tutti e nessuno sia discriminato o perseguitato a causa della sua fede”,
afferma all’Agenzia Fides un’altra fonte della Chiesa caldea in Iraq. Il fondamentalismo,
spiegano le fonti, è cresciuto all’indomani della caduta del regime dispotico di
Saddam Hussein, prendendo, ad esempio, di mira i venditori di liquori, con intimidazioni
e minacce. Bere o vendere alcol infatti è proibito dalla fede islamica ma no è
vietato dalla legge civile irachena. La comunità caldea è molto attiva e laboriosa
e, dopo la caduta del regime, ha avviato negozi di artigianato, attività commerciali,
piccoli alberghi: questa laboriosità viene malsopportata da molti musulmani. Per
questo nei mesi scorsi i cattolici caldei sono stati vittime di diversi attacchi:
nel maggio 2003 a Bassora due venditori di alcolici sono stati uccisi nei loro esercizi
commerciali, e pochi giorni dopo altri due cristiani hanno perso la vita a Baghdad,
dove alcun depositi di alcolici sono stati distrutti. Eppure la comunità caldea
non viola le leggi vigenti nel paese, e inoltre aiuta molta gente attraverso le
parrocchie caldee a cui i fedeli versano regolari contributi. Le chiese cristiane
infatti, con la loro rete Caritas, assistono molte famiglie musulmane nei quartieri
poveri delle città irachene, in tutto il paese. (Fides 9 ott.- MANCINI)