MOSUL. - "Ho accettato questo incarico per dare un contributo per preparare un futuro
di pace e di serenità, di cui potranno beneficiare anche i cristiani iracheni". E'
il commento di don Louis Sako, primo sacerdote chiamato a far parte dell'amministrazione
della città irachena di Mosul, l'antica Ninive. Don Sako, caldeo, è anche consultore
del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Il Consiglio provinciale di
Mosul, l'organo di governo civile della città, conta 24 consiglieri. Di essi 16 sono
arabi, 3 cristiani, 3 curdi ed un turcmeno. Il sacerdote ha aggiunto che lavorerà
nel Consiglio anche per tutelare i diritti dei cristiani. "Oggi - spiega il sacerdote
- i cristiani possono pubblicare giornali (a Mosul vene sono già cinque) e stanno
cercando di avere una rete Tv e radio. Stiamo inoltre - dice ancora don Sako - cercando
di recuperare tutti i terreni che avevano i Monaci Caldei attorno al Monastero di
San Giorgio a Mosul, che il regime di Saddam aveva espropriato con la forza, e di
far rientrare tutti coloro che erano stati cacciati dalle loro case o dai villaggi". (Fides
22 set. - MANCINI)