BAGHDAD. – Un rappresentante caldeo nel Consiglio Governativo iracheno; il riconoscimento
dell’importante contributo dei cristiani nella costruzione del nuovo Iraq. Sono le
richieste contenute in un documento firmato da 19 vescovi caldei dell’Iraq, il 15
di settembre, e inviato anche a Paul Bremer, Amministratore Civile dell’Iraq. Il
comunicato chiede che “siano garantiti tutti i diritti per i cristiani in Iraq,
a livello religioso, sociale, civile e politico”. I Vescovi ricordano che i cristiani
sono antichi abitanti della Mesopotamia, e di avere un patrimonio di monasteri, villaggi
e città, e che molta della popolazione caldea ha dovuto abbandonare la propria terra,
in seguito al tentativi di sopprimere la cultura caldea susseguitisi in passato. La
popolazione Caldea, (l’80% dei cristiani iracheni) – afferma il testo – rappresenta
il terzo gruppo etnico in Iraq, dopo arabi e curdi: la presenza in campo professionale,
sociale e amministrativo è sempre stata importante, anche nell’istituire la Repubblica
dell’Iraq. Per questo i Vescovi chiedono un rappresentante caldeo nel governo e che
venga riconosciuta l’importanza che la comunità caldea può avere nella costruzione
del nuovo Iraq. Il testo integrale del documento dei Vescovi Caldei è disponibile
su www.fides.org (Fides 16 set.)