Giovanni Paolo II non ha nascosto in questi primi istanti della sua visita in Slovacchia
la fatica che in qualche caso lo ha costretto a pronunciare solo parte dei suoi discorsi.
Ma forse, e più ancora del sacrificio impostogli dagli spostamenti del viaggio, sono
la figura stessa e l’insegnamento del Pontefice ad aver fatto breccia nei cuori degli
slovacchi, come ci conferma il nostro direttore dei Programmi, padre Federico Lombardi,
che si trova al seguito del Papa:
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a Banská Bystrica, il viaggio del Papa è entrato nel vivo e ha assunto il suo ritmo,
dopo la fase introduttiva di ieri. In una cornice architettonica di grande bellezza,
testimonianza della ricca storia della regione, e in un clima di partecipazione e
di preghiera intenso e raccolto, il popolo slovacco ha potuto celebrare la sua fede
insieme al Papa, e la diocesi ha inaugurato il suo Sinodo diocesano. La colonna con
la statua della Vergine, al centro della piazza, davanti al grande palco dell’altare
- che 40 anni fa era stata spostata altrove, in occasione della visita di Krushev
- non può non ricordare qui, a tutti, i soprusi dell’oppressione comunista, ma anche
la loro caducità. Sia il vescovo, sia il Papa, ne hanno fatto riferimento nei loro
discorsi. Il Papa deve usare la sua voce con parsimonia, per non affaticarsi troppo,
e il cardinale Tomko e i vescovi gli prestano, in varie circostanze, la loro. Ma al
di là delle parole pronunciate, la parola principale è la presenza stessa del Papa,
e la gente lo capisce benissimo, come dimostra la sua gioia mista a commozione. Non
può non commuovere vedere il Papa spendere ogni sua energia per venire ancora, nonostante
l’infermità, a visitare ed incoraggiare la Chiesa. Anche la curiosità dei media per
i suoi problemi di movimento e di salute, a volte un po’ eccessiva od ossessiva, cede
necessariamente il passo al rispetto e all’ammirazione.
Al termine dell’incontro,
nella cattedrale di Trnava, ieri sera, vedendo in prima fila i malati e gli handicappati
in carrozzella, il Papa ha voluto espressamente salutarli e benedirli tutti ad uno
ad uno. Un conforto immenso, non solo per loro ed i familiari, ma per tutti i sofferenti
che sentono la solidarietà e la condivisione del Papa alla loro Via Crucis nella fede.
Quanti viaggi il Papa potrà ancora fare, non lo sappiamo. Ma ognuno è un dono nuovo
e un insegnamento indimenticabile per chi, attraverso i segni, sa leggere i significati.