Crescere e divenire cristiani responsabili, coscienti della “libertà matura” che è
frutto di una fede vissuta consapevolmente e che sa educare a quella stessa libertà
prima di tutto la famiglia e i figli. Sotto il cielo grigio di una Slovacchia in festa
per la visita del Papa, Giovanni Paolo II ha parlato questa mattina della Madonna,
nel giorno in cui la liturgia celebra la memoria del Santo nome di Maria. E lo ha
fatto davanti alla folla dei fedeli di Banská Bystrica - antica città slovacca a circa
200 km dalla capitale - che il Pontefice ha raggiunto in aereo, con un volo interno
di mezz’ora, per poter presiedere la prima celebrazione eucaristica di questo 102.mo
viaggio apostolico.
Giovanni Paolo II, che si tratterrà a Banská Bystrica per
l’intera giornata, ha nuovamente ricordato le traversie del periodo comunista e la
protezione offerta dalla Vergine in quegli anni drammatici, simboleggiata dalla statua
barocca a lei dedicata, che troneggia nella piazza dove si è svolta la Santa Messa.
E dunque, per ascoltare le parole di Giovanni Paolo II e rivivere l’atmosfera della
celebrazione, ci colleghiamo in diretta con la nostra inviata a Bratislava, Giada
Aquilino:
********** Educhiamo alla libertà, facciamo spazio a Dio. E’ l’invito
di Giovanni Paolo II, giunto oggi a Banska Bystrica nella Slovacchia occidentale,
a circa 190 km da Bratislava.
(musica)
Di fronte a 150 mila persone,
raccolte nella Piazza Snp - la piazza del risorgimento nazionale durante il regime
comunista - ma anche assiepate nelle strade adiacenti bagnate dalla pioggia, il Pontefice
è apparso disteso e soddisfatto di questo nuovo appuntamento con gli slovacchi, soprattutto
giovani. In una scenografia dal toccante colpo d’occhio, fatta di folla festante che
sventolava bandiere bianche e gialle e ripeteva a gran voce, “Giovanni Paolo, Giovanni
Paolo”, il Papa ha salutato tutti i presenti “di gran cuore” :
“SETKYCH VAS
Z CELEHO ...”
Quindi il Pontefice ha affidato le proprie parole alla voce del
cardinale slovacco Jozef Tomko, prefetto emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione
dei popoli. Ha invitato a tener presente la lezione del Vangelo di Luca, che parla
dell’annuncio dell’Angelo Gabriele a Maria, chiamata da Dio a diventare la madre di
suo Figlio. “Maria crede – ha sottolineato il Santo Padre – e per questo dice sì”;
“ci insegna il cammino verso una libertà matura”. Quindi l’invito del Pontefice è
stato chiaro: “è urgente educarsi alla libertà. In particolare, è urgente che, nelle
famiglie, i genitori educhino alla giusta libertà i propri figli, per prepararli a
dare l’opportuna risposta alla chiamata di Dio. Le famiglie – ha aggiunto il Pontefice
- sono il vivaio in cui si formano le pianticelle delle nuove generazioni. Nelle
famiglie si forgia il futuro della Nazione”. Poco prima Giovanni Paolo II – sempre
coadiuvato dal cardinale Tomko - aveva rilevato che “nel nostro tempo, non sono pochi
i cristiani battezzati che ancora non hanno fatta propria, in maniera adulta e consapevole,
la loro fede. Si dicono cristiani, ma non reagiscono con responsabilità piena alla
grazia ricevuta; ancora non sanno che cosa vogliono e perché lo vogliono”. In questa
prospettiva, l’auspicio del Santo Padre è stato che il Sinodo diocesano - inaugurato
oggi e che andrà avanti per due anni - “costituisca un’occasione privilegiata per
rilanciare la pastorale familiare e individuare vie sempre nuove per l'annuncio del
Vangelo alle nuove generazioni”. Poi, personalmente, il Pontefice si è rivolto al
popolo slovacco:
DRAHI BRATIA A SESTRY ... “Cari fratelli e sorelle, facciamo
spazio a Dio! Nella varietà e ricchezza delle diverse vocazioni, ognuno è chiamato,
sull’esempio di Maria, ad accogliere Dio nella propria vita e a percorrere con Lui
le strade del mondo, annunciando il suo Vangelo e testimoniando il suo amore”. E
proprio all’importanza della testimonianza del Papa e alla sua missione evangelizzatrice
ha fatto riferimento il vescovo di Banska Bystrica, mons. Rudolf Balaz, salutando
Giovanni Paolo II e ringraziandolo per il suo impegno “nella promozione della cultura
della vita, che contrasta con la cultura della morte”. Infine i giovani, grandi protagonisti
di questo appuntamento, hanno voluto dare un loro personale ricordo al Pontefice:
due di loro – in costume rosso, nero e oro – hanno donato al Santo Padre una copia
manoscritta del Nuovo Testamento. I ragazzi hanno impiegato due mesi per scrivere
a mano il testo e le ultime parole sono state trascritte dal cardinale Jan Chryzostom
Korec, vescovo di Nitra. (canto)
Dopo aver ringraziato i giovani per
l’accorato canto, il Pontefice ha salutato e ringraziato i suoi connazionali, per
essersi uniti ai fedeli slovacchi. Il Papa – prima di lasciare la piazza e recarsi
al seminario di Banska Bystrica, per un incontro con i vescovi della Conferenza episcopale
slovacca e i rappresentanti della altre Chiese cristiane - ha parlato in polacco,
proprio come aveva fatto ieri a Trnava, salutando i fedeli per la calorosa accoglienza.
Nella città, ricca di monumenti architettonici e di ben 100 chiese e per questo soprannominata
la Roma slovacca, il Papa alla cattedrale di San Giovanni Battista si è raccolto in
preghiera ai piedi dello splendido altare ligneo e all’immagine dell’Addolorata, patrona
del Paese, che la tradizione vuole abbia lacrimato due volte nella storia. Quindi,
coadiuvato nella lettura dal cardinale Tomko, ha sollecitato gli slovacchi ad essere
“testimoni della presenza amorevole e salvifica di Dio nel mondo”.