Domenica 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, festa del Signore,
Giovanni Paolo II a Bratislava proclamerà beati due figli della Nazione slovacca:
il vescovo Vasiľ Hopko e la religiosa suor Zdenka Cecilia Schelingová, testimoni della
fede del XX secolo.
Suor Zdenka, della Congregazione delle suore della Misericordia
della Santa Croce, visse tra il 1916 e il 1955. Infermiera di professione, la suora
venne perseguitata dal regime comunista e rinchiusa in prigione. A causa di gravi
problemi di salute, venne liberata il 16 aprile 1955. Morì il 31 luglio dello stesso
anno.
Ma perché la suora slovacca diventa oggi beata? Risponde mons. Ludovit
Pokojny, postulatore nella fase romana della causa di beatificazione di suor Zdenka
, intervistato da Giada Aquilino: ********** R. – Suor Zdenka diventa beata
perché nel periodo dell’ondata di “terrore ideologico” del comunismo, durato qui nella
ex Cecoslovacchia dal ’48 fino all’89, lei ha offerto la propria vita per la salvezza
di un sacerdote che era stato arrestato dalla polizia statale, picchiato, malmenato.
A causa di tali maltrattamenti il religioso fu ricoverato nell’ospedale dove questa
suora lavorava come infermiera. Quando arrivò il momento del rientro del sacerdote
in carcere, poiché all’indomani il tribunale lo avrebbe condannato e mandato in Russia
per esser deportato e giustiziato, la suora si espresse così: “non so cosa farei se
potessi salvare il sacerdote”. E il 19 febbraio 1952 lei riuscì a salvare il religioso,
che poi fuggì dall’ospedale: questo sacerdote è morto 6 mesi fa.
D. – Quali
sono le altre opere della futura beata?
R. – Lei ha lavorato come infermiera
in un ospedale al confine con l’Ucraina. Lì le sue qualità - si mostrò paziente, serena,
professionale, disponibile al servizio dei pazienti e dei medici - le fruttarono l’invito
a lavorare presso l’ospedale di Bratislava, dove, appunto, operò dal 1944 fino al
suo arresto.
D. – Suor Zdenka viene considerata una martire della Slovacchia
…
R. – Sì, una martire. Ed è la prima donna nella storia della Chiesa in Slovacchia,
dal tempo dei Santi Cirillo e Metodio, ad essere beatificata.
D. – Quanto è
durato il processo di beatificazione?
R. – Si è aperto nel novembre 1999 con
l’inchiesta diocesana, finita nel gennaio 2003. Gli atti dell’inchiesta sono stati
poi portati a Roma, per una nuova fase. Questa è durata fino al 3 giugno scorso, quando
c’è stata la seduta dei cardinali e dei vescovi consultori della Congregazione delle
Cause dei Santi: alla fine, è stato appurato che suor Zdenka è veramente martire.
D.
– Con la fede, suor Zdenka ha sopportato tutte le sofferenze dovute al carcere, dove
fu rinchiusa dal regime comunista. Che esempio ha lasciato?
R. – Non solo la
ricordano i pazienti e le pazienti degli ospedali dove lei ha lavorato, molti dei
quali sono ancora in vita, ma si ricordano di suor Zdenka anche le detenute rinchiuse
con lei in carcere. Una testimone racconta che, di fronte al comportamento duro delle
guardie carcerarie, suor Zdenka disse che la cosa più importante della vita è il perdono.
Suor Zdenka è stata un esempio di fede e di perdono. Oggi, questa martire può offrire
ai credenti in Slovacchia un esempio di fedeltà, professionalità del lavoro, amicizia.
La Chiesa da noi adesso ha suor Zdenka come simbolo, come un emblema della Chiesa
che si sveglia, una Chiesa giovane, come la nostra in Slovacchia e come suor Zdenka,
che è morta quando aveva meno di quarant’anni. E per questo le giovani generazioni
guardano a lei con grande speranza. Ciò è molto importante, perché in questo contesto
storico, la Slovacchia si prepara ad entrare nell’Unione europea. Quali persone dovrebbero
entrare allora nell’Unione europea? Fedeli come suor Zdenka, professionisti come suor
Zdenka.