2003-09-11 18:18:19

La nuova beata, suor Zdenka Cecilia Schelingová


Domenica 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, festa del Signore, Giovanni Paolo II a Bratislava proclamerà beati due figli della Nazione slovacca: il vescovo Vasiľ Hopko e la religiosa suor Zdenka Cecilia Schelingová, testimoni della fede del XX secolo.

Suor Zdenka, della Congregazione delle suore della Misericordia della Santa Croce, visse tra il 1916 e il 1955. Infermiera di professione, la suora venne perseguitata dal regime comunista e rinchiusa in prigione. A causa di gravi problemi di salute, venne liberata il 16 aprile 1955. Morì il 31 luglio dello stesso anno.

Ma perché la suora slovacca diventa oggi beata? Risponde mons. Ludovit Pokojny, postulatore nella fase romana della causa di beatificazione di suor Zdenka , intervistato da Giada Aquilino:
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R. – Suor Zdenka diventa beata perché nel periodo dell’ondata di “terrore ideologico” del comunismo, durato qui nella ex Cecoslovacchia dal ’48 fino all’89, lei ha offerto la propria vita per la salvezza di un sacerdote che era stato arrestato dalla polizia statale, picchiato, malmenato. A causa di tali maltrattamenti il religioso fu ricoverato nell’ospedale dove questa suora lavorava come infermiera. Quando arrivò il momento del rientro del sacerdote in carcere, poiché all’indomani il tribunale lo avrebbe condannato e mandato in Russia per esser deportato e giustiziato, la suora si espresse così: “non so cosa farei se potessi salvare il sacerdote”. E il 19 febbraio 1952 lei riuscì a salvare il religioso, che poi fuggì dall’ospedale: questo sacerdote è morto 6 mesi fa.

D. – Quali sono le altre opere della futura beata?

R. – Lei ha lavorato come infermiera in un ospedale al confine con l’Ucraina. Lì le sue qualità - si mostrò paziente, serena, professionale, disponibile al servizio dei pazienti e dei medici - le fruttarono l’invito a lavorare presso l’ospedale di Bratislava, dove, appunto, operò dal 1944 fino al suo arresto.

D. – Suor Zdenka viene considerata una martire della Slovacchia …

R. – Sì, una martire. Ed è la prima donna nella storia della Chiesa in Slovacchia, dal tempo dei Santi Cirillo e Metodio, ad essere beatificata.

D. – Quanto è durato il processo di beatificazione?

R. – Si è aperto nel novembre 1999 con l’inchiesta diocesana, finita nel gennaio 2003. Gli atti dell’inchiesta sono stati poi portati a Roma, per una nuova fase. Questa è durata fino al 3 giugno scorso, quando c’è stata la seduta dei cardinali e dei vescovi consultori della Congregazione delle Cause dei Santi: alla fine, è stato appurato che suor Zdenka è veramente martire.

D. – Con la fede, suor Zdenka ha sopportato tutte le sofferenze dovute al carcere, dove fu rinchiusa dal regime comunista. Che esempio ha lasciato?

R. – Non solo la ricordano i pazienti e le pazienti degli ospedali dove lei ha lavorato, molti dei quali sono ancora in vita, ma si ricordano di suor Zdenka anche le detenute rinchiuse con lei in carcere. Una testimone racconta che, di fronte al comportamento duro delle guardie carcerarie, suor Zdenka disse che la cosa più importante della vita è il perdono. Suor Zdenka è stata un esempio di fede e di perdono. Oggi, questa martire può offrire ai credenti in Slovacchia un esempio di fedeltà, professionalità del lavoro, amicizia. La Chiesa da noi adesso ha suor Zdenka come simbolo, come un emblema della Chiesa che si sveglia, una Chiesa giovane, come la nostra in Slovacchia e come suor Zdenka, che è morta quando aveva meno di quarant’anni. E per questo le giovani generazioni guardano a lei con grande speranza. Ciò è molto importante, perché in questo contesto storico, la Slovacchia si prepara ad entrare nell’Unione europea. Quali persone dovrebbero entrare allora nell’Unione europea? Fedeli come suor Zdenka, professionisti come suor Zdenka.







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