2003-09-11 18:11:59

La gratitudine del Papa al Signore per la sua terza visita in Slovacchia


Il paese porti all’Europa unita il contributo della sua ricca tradizione cristiana, per costruire una societa’ che non si accontenti dei soli vantaggi economici. Lo ha detto Giovanni Paolo II, a Bratislava, prima tappa del suo 102.mo viaggio apostolico.
Una società che sia per la vita e il bene comune, e non solo motivata dagli interessi economici. E’ il primo chiaro messaggio che Giovanni Paolo II lancia pochi istanti dopo il suo terzo ritorno nella Repubblica Slovacca. Dall’aeroporto internazionale di Bratislava, dove l’Airbus dell’Alitalia con a bordo il Pontefice è atterrato intorno alle 11 di questa mattina, il Papa ha subito toccato uno dei leit-motiv di questo 102.mo viaggio apostolico: “l’identità della nuova Europa” in rapporto alla tradizione cristiana della quale, ha affermato, la Slovacchia “è molto ricca”.

Durante il volo - iniziato alle 9.35 dall’aeroporto romano di Fiumicino, dove il Papa era giunto in auto da Castel Gandolfo, salutato al suo arrivo, in rappresentanza del governo italiano, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta - Giovanni Paolo II ha avuto il consueto scambio di telegrammi augurali con il presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi. Al Pontefice, che ha impartito al popolo italiano una benedizione apostolica “propiziatrice per tutti di pace e di serena prosperità”, il capo dello Stato ha risposto indicando nei “frequenti e ispirati” interventi del Papa in favore dell’integrazione europea il “grande merito di consolidare nelle coscienze la necessità di compiere un decisivo avanzamento attraverso il completamento del processo costituzionale in corso. La sua parola ed il suo apostolato – ha proseguito Ciampi - sono anche essenziali per richiamare la centralità dei valori spirituali ed etici che costituiscono il nucleo dell'identità europea e il fondamento del suo consolidamento”.

Sole e vento hanno accompagnato l’esordio di questo viaggio pontificio, che si concluderà domenica 14 settembre, dopo innumerevoli spostamenti interni in molte città del Paese.

Ma torniamo intanto alla cronaca dell’arrivo, cedendo la parola alla nostra inviata a Bratislava, Giada Aquilino:

Con la forza che lo sostiene in questo suo 102° viaggio apostolico, Giovanni Paolo II – appena sceso all’aeroporto internazionale di Bratislava - ha ringraziato il Signore per la nuova visita in Slovacchia. Sentiamo le parole del Pontefice:

ĎAKUJEM PANOVI, ZE MU DOPRIAL UZ PO TRETI ...
“Ringrazio il Signore che mi concede di calcare per la terza volta il suolo dell’amata Terra slovacca. Vengo come pellegrino del Vangelo, per portare a tutti un saluto di pace e di speranza”.

Il discorso del Pontefice è stato poi letto da un collaboratore, mons. Rober Urland, officiale della Segretaria di Stato, perché – ha spiegato il direttore della Sala Stampa vaticana, Navarro Valls, riferendosi al Papa – “se si può alleviare in qualche modo il suo sforzo in questo viaggio” lo si fa. Nelle parole lette da mons. Urland, il pensiero del Santo Padre è andato al futuro della Slovacchia, con un auspicio e insieme con un monito: alla vigilia dell’ingresso ufficiale del Paese nell’Unione Europea, il 1°maggio 2004, “non ci si accontenti unicamente della ricerca di vantaggi economici”, perché “una grande ricchezza - ha sottolineato il Santo Padre - può creare anche una grande povertà”. D’altro canto la Slovacchia, come molti altri Paesi che vivono delle trasformazioni politiche, si ritrova al giorno d’aggi ad affrontare i rischi del consumismo e della laicizzazione della società.

In questo Paese è giunto Giovanni Paolo II, accompagnato tra gli altri dal cardinale slovacco Jozef Tomko. Ad attendere il Santo Padre all’aeroporto internazionale di Bratislava, c’erano il presidente della Repubblica Rudolf Schuster, con tutte le autorità politiche e civili del Paese, il nunzio apostolico mons. Henryk Jozef Nowacki, il presidente della Conferenza episcopale mons. Frantisek Tondra, il coordinatore nazionale per la visita papale mons. Rudolf Balaz e tutti i vescovi della Slovacchia, accompagnati dal cardinale Jan Chryzostom Korec, vescovo di Nitra. In segno di benvenuto sul suolo slovacco, due giovani in costume tipico hanno poi offerto in dono al Pontefice pane e sale. A seguire, il discorso del presidente slovacco Schuster, che ha sottolineato l’importanza di questa visita del Papa, “in quanto – ha detto – si realizza nel periodo del venticinquesimo anniversario” del pontificato e perché alimenta nei cuori degli slovacchi “speranza, amore e umiltà”, valori che il Pontefice professa e realizza “da tutta una vita”.

Nel salutare ancora “tutti gli uomini e le donne che vivono, lavorano, soffrono e sperano in questa Terra slovacca”, in vista dunque dell’adesione del Paese all’Unione europea, il messaggio di Giovanni Paolo II agli slovacchi è stato: “alla costruzione dell'identità della nuova Europa portate il contributo della vostra ricca tradizione cristiana”, perché “solo edificando, pur con sacrificio e nelle difficoltà, una società che rispetti la vita umana in tutte le sue espressioni, che promuova la famiglia come luogo dell'amore reciproco e della crescita della persona, che ricerchi il bene comune e sia attenta alle esigenze dei più deboli, si avrà - ha aggiunto il Papa - la garanzia di un futuro fondato su solide basi e ricco di bene per tutti”.
Il Santo Padre, ancora coadiuvato da mons. Urland, ha infine ricordato le visite di questi giorni nelle diocesi di Bratislava-Trnava, Banská Bystrica e Rožňava e la beatificazione domenica dei due testimoni della fede del XX secolo, il vescovo greco cattolico Vasil’ Hopko e suor Zdenka Schelingova, figli della storia di questa Terra che si presenta - agli occhi del Pontefice - “come storia di fedeltà a Cristo e alla Chiesa”, anche grazie all’impegno dei santi Cirillo e Metodio, apostoli dei popoli slavi e compatroni d’Europa.

Infine l’abbraccio spirituale del Papa a tutti i figli della Slovacchia, insieme ai rappresentanti delle minoranze nazionali e di altre religioni, abbraccio per il quale Giovanni Paolo II ha voluto parlare personalmente:
RAD BY SOM SA STRETOL A ROZPRAVAL ...
“Mi piacerebbe poter incontrare e parlare con tutti e con ciascuno, visitare ogni famiglia, percorrere il vostro bel territorio, venire in tutte le comunità ecclesiali di questa amata Nazione! Sappiate, carissimi, che il Papa pensa a ciascuno di voi e per tutti prega”.
Con il saluto del popolo slovacco nel cuore, il Pontefice si è trasferito alla nunziatura apostolica di Bratislava, per l’incontro con il presidente della Repubblica Schuster, il presidente del Parlamento Pavol Hrusovsky e il primo ministro Mikulas Dzurinda. Nel corso di tali incontri, il papa ha donato una copia in argento della scultura di Alonso Cano, che si trova nella cattedrale di Granada e ha ricevuto una composizione dell’artigianato locale raffigurante il volto di Cristo. Nel pomeriggio, la visita alla cattedrale di Trnava.

Da Bratislava Giada Aquilino, Radio Vaticana.







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