2003-09-11 13:50:04

CUBA: VESCOVI


L’AVANA – Riconciliazione nazionale ed immediata scarcerazione dei 75 dissidenti condannati ingiustamente e attualmente dietro le sbarre. Si intitolano La presenza sociale della Chiesa” le 14 pagine firmate da tredici vescovi cubani, indirizzate alla Nunziatura apostolica, ai vertici del Partito Comunista e lette pubblicamente dal Segretario della Conferenza episcopale, mons. José Felix Perez, nel corso di una conferenza stampa. 71 paragrafi per esprimere profonda preoccupazione per “coloro che vengono considerati fuorilegge, solo per aver pensato o agito in modo non conforme a quanto dettato dall’ideologia ufficiale”. “Siamo preoccupati in particolar modo” scrivono i presuli “per le condanne inflitte ad un numero così alto di oppositori, così come delle pene di morte e dei giudizi sommari espressi di recente. Chiediamo pertanto un gesto di clemenza nei loro confronti”. La nota ricorda il decimo anniversario della Carta pastorale L’amore tutto spera , redatta dai presuli in uno dei momenti più critici. Nell’occasione la Chiesa offrì il suo contributo, anche se la risposta della stampa locale rispose al contributo dei presuli con gli insulti. L’anno successivo, però, il governo cominciò a varare riforme strutturali e “nonostante il cammino verso la democrazia non fu avviato, tuttavia si registrarono piccoli segnali di apertura. Proprio grazie a questo rinnovato clima, andò in porto la visita del Santo Padre. Immediatamente dopo, purtroppo, tutte le speranze di pluralismo e di tolleranza nutrite dal popolo cubano, svanirono di colpo”. Il documento denuncia inoltre una “progressiva involuzione che ha interessato soprattutto il settore economico. Tutte le aspirazioni di coloro che avevano deciso di avviare piccole attività o di mettersi in proprio sono state bloccate sul nascere” prosegue la nota precisando inoltre che: “La Chiesa non può tacere di fronte a questa limitazione della libertà personale e sebbene non siamo organismo politico, riaffermiamo con forza il nostro diritto ad intervenire quando si mettono in discussione i diritti fondamentali dell’uomo” tuonano i vescovi. Lo scritto si conclude ribadendo che: “La Chiesa non è allineata né con il governo, né sostiene l’opposizione. E’ bene chiarirlo ancora una volta per non illudere sia chi è favore dell’esecutivo, sia chi gli si oppone”.

(Aci 10 set. – DIONISI)







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