Giornata Mondiale dell'alfabetizzazione: l'Unesco sollecita i governi
“Dedicare ogni anno una giornata all’alfabetizzazione è necessario perché non se ne
perda di vista l’importanza e per celebrare le opportunità che si presenteranno a
quanti non sono più analfabeti”. È un brano del messaggio del direttore generale dell’Unesco,
Koichiro Matsuura, per la Giornata mondiale dell’alfabetizzazione, che si celebra
oggi. In occasione della ricorrenza, verranno consegnati dei premi alle organizzazioni
impegnate nella lotta contro l’analfabetismo.
Sebbene si siano compiuti notevoli passi in avanti, il numero di persone che non sanno
leggere né scrivere resta molto elevato, come ci conferma, al microfono di Dorotea
Gambardella, l’esperta di problemi dell’alfabetizzazione per l’Unesco, Namtit Akosorukool.
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R. – THE PROBLEM OF LITERECY OR ILLITERACY…
Il problema dell’alfabetizzazione o meglio dell’analfabetismo nel mondo è estremamente
serio. Circa 862 milioni di adulti non sanno leggere, né scrivere e di essi i due
terzi sono donne. Non solo, vi sono anche più di 100 milioni di bambini che disertano
la scuola, di cui il 60 per cento ragazze. La più alta concentrazione di analfabeti
è in Asia, Messico e in molte aree dell’Africa. L’analfabetismo non riguarda tuttavia
solo i paesi in via di sviluppo. Stati Uniti, Germania e Regno Unito ad esempio presentano
differenti aspetti del problema non meno trascurabili. Quindi si tratta davvero di
una questione d’interesse mondiale. Comunque bisogna sottolineare che negli ultimi
venti anni qualche miglioramento si è registrato e nelle aree sopra citate il tasso
di alfabetizzazione è salito dal 70 all’88 per cento.
D. – Cosa state facendo per risolvere la situazione?
R. – I WOULD LIKE TO EMPHASIZE…
Vorrei sottolineare che l’analfabetismo non è un problema di cui deve farsi carico
l’Unesco, bensì la comunità internazionale, poiché investe i diritti fondamentali
dell’uomo. Ormai non è più una questione individuale ma sociale e i vari governi dovrebbero
seriamente adoperarsi per far sì che tutti sappiano almeno leggere e scrivere. L’Unesco
dal canto suo lo considera una questione di primaria importanza, a cui viene dato
largo spazio in tutte le conferenze. Coinvolge continuamente i media per far sì che
le persone comprendano a fondo la gravità del problema, ha istituito dei premi internazionali
come riconoscimento a quanti s’impegnano nel settore. Mediante i vari partners organizza
corsi di aggiornamento per docenti, lavora per il miglioramento di strutture e materiali,
affinché si produca sviluppo e benefici concreti per la vita delle persone. Infine
collabora con le varie organizzazioni non governative per far sì che non si perda
mai di vista il vero e più profondo significato dell’istruzione ed è impegnato in
un costante monitoraggio dei vari progetti per accertarsi che i partners operino nella
direzione giusta.
D. – Qual è il significato più profondo dell’alfabetizzazione?
R. – TRADITIONALLY LITERACY IS CONSIDERED TO BE…
Un tempo essere alfabetizzati significava solo saper leggere, scrivere e contare.
In seguito si è compreso che ciò non è sufficiente e che questi sono soltanto gli
strumenti di base che l’alfabetizzazione fornisce. Oggi essa viene vista come una
risposta ai bisogni delle persone, se ben utilizzata può cambiare quello che non va
a livello sociale, economico, politico. Quindi si intuisce come sia tra i bisogni
più importanti.
D. – Qual il messaggio che la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione vuole
lanciare quest’anno?
R. – THE MESSAGE OF THIS YEAR…
Il messaggio per quest’anno è che l’analfabetismo è una questione che tutti i capi
di governo dovrebbero inserire nelle loro agende. Forse una buona strategia per risolvere
il problema potrebbe essere concentrare gli sforzi sull’istruzione delle donne.