Medio Oriente: divieto quasi totale di ingresso in Israele ai palestinesi
Medio Oriente: divieto quasi totale di ingresso in Israele, nel periodo della Pasqua
ebraica, ai palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza. La misura è
stata presentata come una reazione alle minacce di attacchi terroristici. Minacce
che si sono concretizzate stamani in due attentati suicidi palestinesi fortunatamente
sventati da reparti israeliani impegnati in Cisgiordania. Graziano Motta.
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Mentre il primo ministro israeliano Sharon parla della pericolosità del presidente
siriano, Bashar Assad, il suo ministro degli Esteri, Silvan Shalon, al termine di
un colloquio con l’ambasciatore americano afferma che la direzione palestinese non
ha cambiato il modo di vedere le cose e che il governo israeliano non accetterà di
avviare discussioni di pace parallelamente ad attentati quotidiani. E alla vigilia
della Pasqua ebraica, gli ebrei si riuniranno per la cena commemorativa dell’esodo
dall’Egitto. Grandi misure di sicurezza sono già scattate in Israele per prevenire
attentati: forze di polizia e volontari presidiano i luoghi frequentati e le sinagoghe.
A Nablus e nella Striscia di Gaza in scontri a fuoco due guerriglieri palestinesi
hanno ucciso tre israeliani - un militare e due civili - e ne hanno feriti sei, prima
di essere a loro volta abbattuti da soldati.
Per Radio Vaticana, Graziano Motta.
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E ieri Israele è stato condannato duramente dalla Commissione delle Nazioni Unite
sui diritti umani, riunita a Ginevra. Una delle tre risoluzioni ribadisce il legittimo
diritto dei palestinesi a resistere all'occupazione israeliana e condanna le violazioni
dei diritti umani nei Territori da parte delle autorità israeliane. Voto contrario
degli Stati Uniti. La Commissione ha invece rinviato a domani il voto su Cuba, dopo
le ultime condanne ai dissidenti.