La solidarietà per i cristiani del Medio Oriente provati dai conflitti e per le popolazioni
del Corno d’Africa colpite dalla carestia, incoraggiata dal Papa nell’udienza alla
plenaria della Roaco, organismo di aiuto alle Chiese orientali.
La recente guerra in Iraq, il conflitto in Terra Santa, “che, purtroppo, non cessa”,
il persistere della carestia in Eritrea ed Etiopia: sono i luoghi legati ai “drammatici
avvenimenti di questi ultimi tempi” e ricordati da Giovanni Paolo II questa mattina,
nell’udienza ai componenti della Roaco, la Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese
Orientali, convenuti a Roma per l’assemblea annuale.
Il Papa ha elogiato la generosità della Roaco, la cui collaborazione “rende presente
e operante la carità della Chiesa”, affermando la necessità di “intensificare quest’azione
e allargarne gli spazi operativi”. “E’ necessario soprattutto – ha aggiunto il Pontefice
– far crescere lo spirito della divina carità che, riconoscendo come dono gratuito
quanto si è ricevuto da Dio, ci rende disponibili a condividerlo con i fratelli, per
essere al servizio di un’autentica promozione umana”.
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La Terra Santa continua, ahimè, ad essere teatro di conflitti e violenze e le Comunità
cattoliche in essa presenti soffrono e hanno bisogno di essere sostenute e aiutate
in molte loro urgenze. Sale da quelle popolazioni un’accorata invocazione di pace
stabile e duratura. Grazie per quanto voi fate! Grazie per la premurosa solidarietà
che avete mostrato verso i cristiani duramente provati in Iraq dal recente conflitto.
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L’auspicio di Giovanni Paolo II si esprime in preghiera a Dio perché in Iraq “si consolidi
tempestivamente la pace e le popolazioni, già tanto provate anche a causa di un lungo
isolamento internazionale, possano finalmente vivere nella concordia”.
Il Papa non ha mancato poi di ricordare che “accanto a strutture ed edifici, pur indispensabili,
è talora più necessario aiutare a formare le coscienze e salvaguardare la fede ereditata
dai padri”. Il che richiede – ha detto in conclusione – un’opportuna catechesi, la
cura della liturgia, la formazione del clero e dei laici, ma anche “un’apertura illuminata
all’ecumenismo e una profetica presenza a sostegno dei poveri”.