2003-04-24 17:59:54

PRESIEDUTA DA GIOVANNI PAOLO II IN SAN PIETRO, LA CAPPELLA PAPALE PER LE ESEQUIE DEL CARDINALE AURELIO SABATTANI


“Vivere nella fede e nella grazia di Dio”, perché è l’“unica cosa che ha un valore definitivo”. Il cuore del testamento spirituale del cardinale Aurelio Sabattani - spentosi lo scorso 19 aprile all’età di 90 anni, è riecheggiato questa mattina nelle parole di Giovanni Paolo II, che ha presieduto in San Pietro le esequie solenni per il porporato.

Canonista “brillante ed illuminato”, il cardinale Sabattani rivestì numerosi incarichi nelle sue vesti di giurista, da giovane prelato uditore della Rota Romana fino alla carica di prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. “Riconoscendo di essere stato ricolmato da Dio di continui e singolari benefici - ha affermato all’omelia il Papa - si è presentato ora al suo giudizio, dopo aver egli stesso esercitato l’ufficio di giudice entro la Chiesa. Si è presentato con serena fiducia, come egli dichiara, nella consapevolezza di essere stato mosso sempre dal desiderio di servire Cristo e la Chiesa”.

“Cristo è ‘il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio’. Il cardinale Sabattani ha cercato di vivere in unione con Lui, sforzandosi di metterne in pratica gli insegnamenti. Questo è anche per noi motivo di conforto nel momento del distacco”.

Nella sua lunga e diversificata esperienza al servizio della Chiesa, il cardinale Sabattani - che aveva ottenuto la porpora dalle mani di Giovanni Paolo II nell’83 – è stato anche arciprete della Basilica petrina, vicario generale della Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro. Ora, ha soggiunto il Pontefice, è terminato il suo pellegrinaggio terreno, ma “la vita ricevuta con il Battesimo non termina con la morte”, sconfitta da Cristo sulla Croce, come ci ricorda il mistero di questa ottava di Pasqua che stiamo vivendo. “Nell’ordine umano - ha detto in conclusione Giovanni Paolo II ripetendo le parole della Via Crucis al Colosseo - la morte è l’ultima parola. La parola che viene dopo, la parola della risurrezione, è parola solamente di Dio”.

Servizio di Alessandro De Carolis






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