2003-04-24 12:29:36

DAL TRAMONTO DI OGGI LA FESTA DEL PESACH PER GLI EBREI IN TUTTO IL MONDO


Da oggi cominciano le celebrazioni per la Festa del Pesach, la Pasqua ebraica, che quest’anno cade in prossimità di quella cristiana. La Pasqua è la più importante celebrazione per la comunità ebraica, ed è conosciuta anche come “festa degli azzimi”, così detta perché per sette giorni nella lavorazione del pane non si mette il lievito, in ricordo dell’ultima cena consumata di fretta prima della partenza dall’Egitto.

Cos’è la Pasqua ebraica e in che modo si celebra? Benedetta Capelli lo ha chiesto al rabbino capo di Milano, Giuseppe Laras:

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R. – E’ un momento importantissimo nella storia religiosa del popolo ebraico, perché ricorda l’uscita degli Ebrei dalla schiavitù egiziana. Quindi ricorda la presenza di Dio nella vita del Popolo, nella storia, ricorda i miracoli, ricorda l’apertura del Mar Rosso ... L’evento della liberazione dalla schiavitù d’Egitto è un evento che viene ricordato ogni anno nella sera del Seder, cioè nelle prime due sere viene fatta una cerimonia domestica, una cena, in cui si legge la Gada, e in questo libro si leggono brani biblici.

D. – Esiste tutta una simbologia ed un rituale estremamente particolare. Ce ne vuole spiegare il senso?

R. – Sì. Durante la cena del Sèder ci sono delle cose che mangiamo e che hanno una valenza simbolica: l’erba amara che ricorda le amarezze dei nostri padri in Egitto, poi una specie di marmellata che si accompagna all’erba amara proprio per sottolineare che dopo le amarezze della schiavitù è venuta la dolcezza della libertà ...

D. – In questo particolare momento di conflitto, la Pasqua può assumere un significato aggiuntivo, diverso?

R. – Nel celebrare la Pasqua noi Ebrei, ma anche gli altri, anche i Cristiani, debbono – secondo me – concentrarsi sul valore della vita, sul valore della liberazione, sul rifiuto della violenza e della schiavitù; e devono guardare avanti, verso un futuro che non conosca più violenza, sangue, lacrime. La Pasqua ebraica ci stimoli ad andare a sperare in questa direzione.

D. – Secondo lei, quali sono i segni di Dio che il popolo ebraico trova oggi nella sua storia?

R. – La mano di Dio è sempre presente nella storia; guiderà l’umanità. La Pasqua vuol dire ‘passare oltre’, ‘andare al di là della contingenza’ magari violenta, magari triste; guardare verso un futuro che ci veda accomunati come umanità con altri sentimenti ed in altri contesti.
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