Logo 50 Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 13/01/2017

Il Papa e la Santa Sede

Oggi in Primo Piano

Il Papa e la Santa Sede



Il Papa ai giovani: ascoltate la voce di Dio, fate sentire il vostro grido

◊  

“Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci”. Così il Papa nella Lettera ai giovani per la presentazione, oggi, del documento preparatorio del Sinodo dei vescovi sulle vocazioni che si terrà ad ottobre del 2018. Tema dell'Assemblea sinodale sarà: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Massimiliano Menichetti

"Un mondo migliore si costruisce anche grazie a voi, alla vostra voglia di cambiamento e alla vostra generosità”. Il Papa sprona i giovani riportando le parole di Dio rivolte ad Abramo, il “Vattene” per spingerlo ad uscire dalla propria terra. Tracciando un parallelo li invita ad “uscire” per lanciarsi “verso un futuro non conosciuto ma portatore di sicure realizzazioni”, in cui Dio stesso “accompagna”. L’invito è “ad ascoltare la voce di Dio” che risuona nei “cuori attraverso il soffio dello Spirito Santo”.

Uscire non vuol dire fuggire:
Uscire – dice il Papa – non è “fuggire” dal mondo, ma andare verso “una terra nuova”, per una “società più giusta e fraterna” da costruire “fino alle periferie del mondo”. Francesco sottolinea che la parola “Vattene” oggi “assume” anche un altro significato, quello della “prevaricazione, dell’ingiustizia e della guerra”. Guarda ai “molti giovani” che “sono sottoposti al ricatto della violenza e costretti a fuggire" dal proprio Paese, ma ribadisce però che il loro grido sale a Dio, come quello di Israele schiavo dell’oppressione del Faraone”

L'incontro con Gesù spezza il frastuono del mondo
Indica l’incontro con Gesù, il suo sguardo, il suo ascolto e il mettersi in cammino. Si dice “sicuro” che, nonostante “il frastuono e lo stordimento sembrino regnare nel mondo, questa chiamata continua a risuonare” nell’animo dei giovani “per aprirlo alla gioia piena”.

Dio è ricco di misericordia
Centrale è per Francesco il discernimento “anche attraverso l’accompagnamento di guide esperte”, “per scoprire il progetto di Dio” sulla propria “vita”. “Dio” è “ricco di misericordia tende la sua mano per rialzarvi” – dice – e questo anche se “il cammino è segnato dalla precarietà e dalla caduta”. Poi evoca il “si” urlato dai ragazzi all’ultima Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, quando chiese più volte se “le cose si possono cambiare”. Un grido evidenzia che “nasce dal vostro cuore giovane che non sopporta l’ingiustizia e non può piegarsi alla cultura dello scarto, né cedere alla globalizzazione dell’indifferenza”. “Ascoltate quel grido che sale dal vostro intimo” prosegue “Dio vi incoraggia ad andare dove Egli vi invia.

Lo Spirito suggerisce scelte audaci
Per il Papa non bisogna avere “paura di ascoltare lo Spirito” che “suggerisce scelte audaci”, e non bisogna indugiare “quando la coscienza chiede di rischiare per seguire il Maestro”. Poi parla di una Chiesa in ascolto anche dei dubbi e delle critiche: “Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori” e ricorda che “San Benedetto raccomandava agli abati di consultare anche i giovani prima di ogni scelta importante, perché «spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore»”.

inizio pagina

La Chiesa e i giovani: presentato il Documento preparatorio al Sinodo

◊  

In Sala Stampa Vaticana, la presentazione questa mattina, del documento preparatorio del prossimo Sinodo dei Vescovi che si propone di individuare le modalità migliori per accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata alla vita in pienezza e per annunciare loro più efficacemente il Vangelo. Il Documento dà avvio alla fase della consultazione di tutto il Popolo di Dio: è indirizzato alle Conferenze episcopali, ai Consigli dei Gerarchi delle Chiese Orientali Cattoliche, ai dicasteri della Curia Romana e all’Unione dei Superiori Generali. È prevista inoltre una consultazione dei giovani stessi attraverso un sito Internet. Adriana Masotti ha seguito per noi la conferenza stampa: 

Il card. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi apre l’incontro con i giornalisti presentando la struttura del documento che  ha lo scopo, dice, di raccogliere informazioni sull’attuale condizione socio culturale dei giovani dei giovani, tra i 16 e i 29 anni, nei variegati contesti in cui vivono per poterla comprendere in vista dei successivi passi preparatori all’Assemblea dei vescovi. Tre le parti in cui il testo si divide: la prima è appunto l’ascolto della realtà, la seconda richiama all’importanza del discernimento, la terza si concentra sull’azione pastorale della comunità ecclesiale. La Chiesa desidera accompagnare i giovani alla scoperta e alla realizzazione della loro vocazione. Il cardinale Baldisseri:

“Va chiarito che il termine ‘vocazione’ deve essere inteso in senso ampio e riguarda tutta la vasta gamma di possibilità di realizzazione concreta della propria vita nella gioia dell’amore e nella pienezza derivante dal dono di sé a Dio e agli altri. Si tratta di trovare la forma concreta in cui questa realizzazione piena può avvenire «attraverso una serie di scelte, che articolano stato di vita, matrimonio, ministero ordinato, vita consacrata, ecc..., professione, modalità di impegno sociale e politico, stile di vita, gestione del tempo e dei soldi, ecc.”.

Completa il documento preparatorio un questionario che prevede la raccolta di dati statistici su ciascuna chiesa locale, la risposta a diverse domande per leggere meglio ogni situazione e infine la condivisione delle buone pratiche pastorali già in atto perché possano essere d’aiuto a tutta la Chiesa. Ma anche i giovani saranno pienamente coinvolti in questa fase preparatoria attraverso un sito Internet predisposto per raccogliere le loro aspettative  e la loro vita. E’ mons. Fabio Fabene, Sotto-Segretario del Sinodo dei Vescovi a parlarne spiegando il motivo di questa scelta:

“Il prossimo Sinodo non vuole solo interrogarsi su come accompagnare i giovani nel discernimento della loro scelta di vita alla luce del Vangelo, ma vuole anche mettersi in ascolto dei desideri, dei progetti, dei sogni che hanno i giovani per la loro vita, come anche delle difficoltà che incontrano per realizzare il loro progetto a servizio della società, nella quale chiedono di essere protagonisti attivi”.

Ma per coinvolgere i giovani saranno messe in campo numerose altre iniziative, veglie di preghiera, incontri internazionali, concerti. Le risposte al questionario del Documento preparatorio e quelle dei giovani costituiranno la base per la redazione del Documento di lavoro o Instrumentum laboris, che sarà il punto di riferimento per la discussione dei Padri sinodali.

Alla Conferenza stampa anche la voce di due giovani della parrocchia romana San Tommaso Moro. Da loro la gratitudine al Papa per la scelta del tema del prossimo Sinodo. Federica Ceci:

“Innanzitutto, vogliamo ringraziare di cuore Papa Francesco che, accogliendo le proposte dei vescovi di tutto il mondo, ha deciso di convocare la prossima Assemblea generale ordinaria del Sinodo sul tema dei giovani e, in particolare, della loro fede e del loro discernimento vocazionale. Abbiamo già avvertito con forza l’attenzione dei vescovi alle nostre famiglie in occasione dei due precedenti Sinodi, e adesso a maggior ragione gioiamo perché i nostri Pastori intendono parlare direttamente a noi giovani, rendendoci interlocutori privilegiati di una Chiesa in uscita e in dialogo con le nuove generazioni”.

Elvis Do Ceu si dice convinto che i vescovi si metteranno in ascolto dei giovani, anche di quelli più lontani:

“Siamo sicuri che sapranno “perdere tempo” con noi giovani, non solo per parlare, ma anche per ascoltare ciò che abbiamo da dire, con l’obiettivo di costruire insieme una Chiesa più “giovane e fresca” aperta al confronto e all’incontro".

inizio pagina

Papa: per seguire Gesù bisogna muoversi, non avere l’anima “seduta”

◊  

Per seguire Gesù bisogna camminare, non rimanere fermi con “l’anima seduta”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice, commentando il Vangelo odierno che narra del paralitico calato dal tetto nella casa dove si trovava Gesù, ha sottolineato che la fede, se è autentica, ci fa sempre correre dei rischi, ma dona la vera speranza. Il servizio di Alessandro Gisotti

La gente segue Gesù, lo segue per interesse o per una parola di conforto. Papa Francesco si è soffermato sul Vangelo odierno per sottolineare che, anche se la purezza di intenzione non è “totale”, perfetta, è importante seguire Gesù, camminare dietro a Lui. La gente, ha ripreso, era attratta dalla Sua autorità, dalle “cose che diceva e come le diceva, si faceva capire; anche guariva e tanta gente andava dietro a Lui per farsi guarire”. Certo, ha osservato, alcune volte Gesù ha rimproverato la gente che lo seguiva perché era più interessata ad una convenienza che alla Parola di Dio.

No ai cristiani fermi che guardano la vita dal balcone e giudicano gli altri
“Altre volte – ha ripreso – la gente voleva farlo Re, perché pensava: ‘Questo è il politico perfetto!’”, ma la gente “sbagliava” e “Gesù se ne è andato, si è nascosto”. Il Signore però si lasciava seguire da tutti, “perché sapeva che tutti siamo peccatori”. Il problema più grande, ha dunque affermato Francesco, “non erano quelli che seguivano Gesù”, ma quelli che restavano “fermi”:

“I fermi! Quelli che erano all’orlo del cammino, guardavano. Erano seduti, proprio seduti. Erano seduti là alcuni scribi: questi non seguivano, guardavano. Guardavano dal balcone. Non andavano camminando nella propria vita: ‘balconavano’ la vita! Proprio lì: non rischiavano mai! Soltanto giudicavano. Erano i puri e non si immischiavano. Anche i giudizi erano forti, no? Nel loro cuore: ‘Che gente ignorante! Che gente superstiziosa!’. E quante volte anche noi, quando vediamo la pietà della gente semplice ci viene in testa quel clericalismo che fa tanto male alla Chiesa”.

“Questi – ha ammonito – erano un gruppo di fermi: quelli che erano lì, al balcone, guardavano e giudicavano”. Ma, ha soggiunto, “ci sono altri fermi nella vita”. E qui si riferisce all’uomo che “da 38 anni era vicino alla piscina: fermo, amareggiato dalla vita, senza speranza”, e “digeriva la propria amarezza: anche quello è un altro fermo, che non seguiva Gesù e non aveva speranza”.

Per incontrare davvero Gesù bisogna rischiare
Questa gente che seguiva Gesù invece, ha sottolineato Francesco, “rischiava” per incontrarLo, “per trovare quello che voleva”:

“Questi di oggi, questi uomini hanno rischiato quando hanno fatto il buco sul tetto: hanno rischiato che il padrone della casa facesse loro causa, li portasse dal giudice e li facesse pagare. Hanno rischiato, ma volevano andare da Gesù. Quella donna malata da 18 anni rischiò quando di nascosto voleva toccare soltanto l’orlo del manto di Gesù: rischiò di provare vergogna. Rischiò: voleva la salute, voleva arrivare a Gesù. Pensiamo alla Cananea: e le donne rischiano più degli uomini, eh! Quello è vero: sono più brave! E questo dobbiamo riconoscerlo”.

Ancora, il Papa cita il caso della Cananea, della peccatrice nella casa di Simone e della Samaritana. Tutte rischiarono e trovarono la Salvezza. “Seguire Gesù – ha detto – non è facile, ma è bello! E sempre si rischia”. E tante volte, ha commentato, “si diventa ridicoli”. Ma, ha ripreso, si trova ciò che davvero conta: “ti sono perdonati i peccati”. Perché, ha rilevato, “dietro a quella grazia che noi chiediamo – la salute o la soluzione di un problema o quel che sia – c’è la voglia di essere guariti nell’anima, di essere perdonati”. Tutti noi, ha soggiunto, “sappiamo di essere peccatori. E per questo seguiamo Gesù, per incontrarlo. E rischiamo”.

Evitare di avere l’anima “seduta”, un’anima chiusa che non ha speranza
Chiediamoci, ha detto il Papa: “Io rischio o seguo Gesù sempre secondo le regole della casa di assicurazione?”, preoccupati di non fare una cosa o un’altra. “Così – ha avvertito – non si segue Gesù. Così si rimane seduti, come questi, che giudicavano”:

“Seguire Gesù, perché abbiamo bisogno di qualcosa o seguire Gesù rischiando e questo significa seguire Gesù con fede: questa è la fede. Affidarsi a Gesù, fidarsi di Gesù e con questa fede nella sua persona questi uomini hanno fatto il buco sul tetto per far calare la barella davanti a Gesù, perché Lui potesse guarirlo. ‘Mi fido di Gesù, affido la mia vita a Gesù? Sono in cammino dietro Gesù, anche se faccio il ridicolo qualche volta?  O sono seduto guardando come fanno gli altri, guardando la vita o sono seduto con l’anima ‘seduta’ – diciamo così – con l’anima chiusa per l’amarezza, la mancanza di speranza?’. Ognuno di noi può farsi queste domande oggi”.

inizio pagina

Papa alla polizia: voi "angeli custodi" di Piazza San Pietro

◊  

Stima e riconoscenza per il servizio di vigilanza che ogni giorno viene svolto in Piazza San Pietro: le ha espresse Francesco ai dirigenti e al personale dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, ricevuti oggi in udienza per il reciproco scambio di auguri per il nuovo anno. Francesca Sabatinelli

Sono gli “angeli custodi” di Piazza San Pietro, così li chiama Francesco in virtù della loro “preziosa opera”, del loro quotidiano e “generoso servizio, non privo di difficoltà e rischi”, a presidio del “centro della cristianità”, così come di “altri luoghi di pertinenza del Vaticano”. Un impegno portato avanti  “con grande sollecitudine, professionalità e senso del dovere”:

“E specialmente in questi ultimi tempi, avete dimostrato competenza e coraggio nell’affrontare le tante sfide e i diversi pericoli, impegnandovi con generosità nella prevenzione dei reati. Così avete reso sicuro l’accesso dei pellegrini in Basilica, come anche agli incontri con il Successore di Pietro. Per tutto questo vi ringrazio tanto! E vi ringrazio: non sono parole, queste, eh? E’ di cuore: grazie!”

E’ riconoscente Papa Francesco per tutto l’impegno e  “i sacrifici” che gli agenti hanno dimostrato durante il Giubileo straordinario della Misericordia, “evento di singolare rilevanza spirituale”, che a Roma ha portato “tanti pellegrini provenienti da ogni parte del mondo”:

“Anche voi siete stati chiamati ad un maggiore impegno operativo, per far sì che le celebrazioni e gli eventi collegati con il Giubileo si potessero svolgere in sicurezza e serenità. L’ordine esteriore, sul quale voi avete vegliato con grande diligenza, attenta premura e costante disponibilità, ha così contribuito a favorire quello interiore dei pellegrini, in cerca di pace nell’incontro con la misericordia del Signore”

Francesco richiama il significato del Natale, quando lo sguardo volge a Betlemme, “a quella terra e a quella Famiglia che sono diventati la dimora di Gesù”. Il Natale ci spinge ancora una volta, dice  il Papa, a confrontarci con “l’abbassamento del Figlio di Dio” a dimostrazione dell’amore che prova per l’uomo:

“Questo amore incommensurabile è un costante invito a convertirci all’accoglienza, alla solidarietà e al perdono verso i nostri fratelli. Così, potremo sperimentare dentro di noi quella pace che gli angeli a Betlemme hanno annunciato per gli uomini di buona volontà”.

Il Papa congeda quindi gli agenti invocando la protezione di Dio nell’adempimento del loro lavoro condotto in “collaborazione con le altre Forze di Sicurezza italiane e vaticane”.

inizio pagina

A Roma, chiesa S. Calisto aperta ai senzatetto per emergenza freddo

◊  

La Comunità di Sant’Egidio, a causa dell’emergenza freddo di questi giorni, da sabato scorso ha aperto la chiesa di San Calisto in Trastevere per dare riparo notturno alle persone di strada che non hanno altro rifugio, sino a quando permarranno le basse temperature. La chiesa e i locali sono in zona extraterritoriale, proprietà della Santa Sede. La chiesa - si legge in un comunicato dell'Elemosineria Apostolica - è un luogo di culto antico, edificato intorno al pozzo dove fu martirizzato Papa Calisto I, nel 222. L’attuale edificio è del XVII secolo. È una rettoria connessa alla parrocchia di Santa Maria in Trastevere e affidata alla Comunità di Sant’Egidio, che vi svolge attività di culto e di catechesi, particolarmente per gli anziani e le persone con disabilità.

Nella chiesa sono ospitate circa 30 persone
Sono circa trenta le persone, fra italiani e stranieri che normalmente vivono per strada, attualmente ospitati per la notte nella chiesa e nei locali attigui, opportunamente riscaldati e provvisti di letti e coperte e servizi igienici. Gli ospiti possono cenare dalle ore 19 in poi, presso la vicina mensa di Via Dandolo, e quindi accedere alla chiesa di San Calisto tra le 20 alle 22. La mattina lasciano l’edificio intorno alle ore 8.

Ogni ospite viene preso in carico dai volontari 
​L’accoglienza è garantita dai volontari della Comunità di Sant’Egidio che sono presenti durante tutto l’orario di apertura e, a turno, anche la notte. Ogni ospite viene preso in carico dai volontari e accompagnato nella ricerca di soluzioni alle sue necessità materiali e di salute. Nei giorni successivi alla prima accoglienza si cercano, laddove è possibile, situazioni di accoglienza più stabili. (R.P.)

inizio pagina

Udienze del Papa

◊  

Per le udienze odierne di Papa Francesco consultare il Bollettino della sala Stampa della Santa Sede.

inizio pagina

Le nomine di Papa Francesco

◊  

Le nomine di Papa Francesco. Consulta il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede.

inizio pagina

Oggi in Primo Piano



Vescovi in Terra Santa. Mons. Fontana: aiutiamo i cristiani

◊  

Da domani al 19 gennaio i vescovi dell’Holy Land Coordination torneranno in Terra Santa per la visita annuale che si svolge nel mese di gennaio. A partire saranno 13 presuli delle Conferenze episcopali di Usa, Canada e Sudafrica, assieme al Consiglio delle Conferenze episcopali europee e alla Comece che da Jaffa, dove parteciperanno alla Messa dei Popoli, si sposteranno al Centro pastorale per i Migranti di Tel Aviv e poi faranno base a Betlemme per visitare Hebron, Gerusalemme Est e la comunità cristiana di Gaza. In rappresentanza della Cei ci sarà l’arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Riccardo Fontana, non nuovo a questi viaggi, che al microfono di Roberta Barbi racconta qual è il momento che attende con più trepidazione: 

R. – L’incontro con i miei fedeli vescovi di tutta l’Europa, perché ritrovarci insieme aiuta ad avere una visione sempre più operativa di che cosa si può fare per aiutare i cristiani che sono in Terra Santa. Per esempio, uno dei temi più grossi è far riprendere i pellegrinaggi, perché i nostri ci vivono con l’aiuto che può venire dall’estero, non cercano tanto elemosina quanto lavoro; quindi l’idea di scendere giù con i nostri pellegrini - c’è una tradizione italiana fortissima – ma le notizie sulla sicurezza fermano tanti pellegrinaggi.

D. – Lei è già stato in Terra Santa: cosa è cambiato in questi anni, secondo la sua esperienza, per la minoranza cristiana che vive laggiù?

R. – La minoranza è sempre più minoritaria. C’è un fenomeno complesso, che è quello dei cristiani di Terra Santa di ogni rito - anche quindi di rito latino - che abbandonano la Terra Santa perché ci sono difficoltà enormi e chi ha la possibilità – o parenti o professionalità per andare all’estero – cerca di ricostruirsi la vita altrove. Fare i testimoni è bellissimo… Poi però la vita quotidiana non sempre è facilitata.

D. – Queste visite annuali servono anche a stabilire gli aiuti da portare laggiù. Come possiamo aiutare i nostri fratelli che vivono in Terra Santa?

R. – Ci sono vari livelli e varie organizzazioni. La Holy Land Coordination non ha una funzione decisionale: noi andiamo a prendere atto della realtà che c’è intorno e ne riferiamo alle rispettive Conferenze episcopali. Direi, però, che è in perfetta sintonia con lo spirito di Papa Francesco che ci chiede di farci presente accanto a chi soffre.

D. – In questo modo si tiene anche alta l’attenzione sui rapporti tra israeliani e palestinesi: quanto è importante informare su cosa succede realmente?

R. – Nella tradizione della Holy Land Coordination noi andiamo a incontrare le autorità dell’una e dell’altra parte, portando a tutte il messaggio cristiano della collaborazione e della vicendevole assistenza. È evidente che ci sono situazioni che possono essere migliorate.

D. – Mentre voi sarete in Terra Santa, Papa Francesco, domani, riceverà in udienza il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, che poi inaugurerà l’ambasciata di Palestina presso la Santa Sede. Come leggere questo evento?

R. – Come un ulteriore passo nella linea dei Papi suoi predecessori, che hanno voluto stabilire contatti con tutti e affermare la dignità del popolo palestinese, che è un’identità sia culturale sia sociale, sia identitaria nel senso più stretto del termine. Bisogna pur riconoscere il diritto dei palestinesi, naturalmente salvo i diritti degli israeliani. Credo che sia importante affermare ogni rispetto verso Israele di Dio: cioè gli ebrei sono degni di ogni considerazione e rispetto. Il governo israeliano non si identifica con la religione ebraica. Bisogna stare attenti e richiamare ai principi tutti quanti, così come in terra di Palestina non c’è un’unica identità con cui trattare. Se non si arriva a una forma di rappresentatività statuale non si arriva alla conclusione di nulla.

D. – Nel recente discorso al corpo diplomatico accreditato in Vaticano, il Pontefice aveva rinnovato il suo appello alla pace in Medio Oriente. Francesco ha più volte esortato le parti affinché la soluzione dei due Stati non rimanesse un sogno…

R. – Questo senz’altro! E anche la nostra presenza giù nelle zone più calde sarà proprio a dire: “Smettiamola di fare del male vicendevolmente!”.

inizio pagina

Giornata mondiale del migrante: al centro i minori stranieri

◊  

In vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, domenica prossima, si moltiplicano le iniziative di sensibilizzazione nei confronti di un fenomeno che segna profondamente il nostro tempo. “I bambini costretti alla fuga, specialmente se sono soli – afferma il Papa oggi in un tweet - sono i più indifesi e vulnerabili. Preghiamo per loro e aiutiamoli”. Le migrazioni di migliaia di uomini, donne e bambini in fuga da guerre, fame, sete e dalla violenza di regimi autoritari infatti, cambiano il volto dei Paesi di arrivo, chiedono nuove politiche e una nuova cultura che sappia integrare il diverso. L’Italia è in prima linea tra accoglienza ed esigenze di sicurezza.  Il servizio di Adriana Masotti

La Giornata, in Italia, sarà celebrata quest’anno in Lombardia nel centenario della morte di santa Francesca Saverio Cabrini, proclamata da Pio XII nel 1950 “patrona degli emigranti”. Con le sue consorelle fu tra le prime religiose ad occuparsi agli emigranti italiani in America a fine Ottocento. Oggi l’Italia torna ad essere terra di emigrazione, soprattutto da parte di giovani che cercano altrove opportunità migliori di vita e di lavoro, ma è soprattutto terra di nuovi arrivi. Anche di minori, spesso non accompagnati. Secondo i dati forniti da Caritas e Fondazione Migrantes, sui 5 milioni di immigrati complessivi presenti in Italia, oltre 1 milione sono minori. Nel 2016, anno di maggior arrivo sulle coste italiane di immigrati, in totale circa 181 mila, il numero dei minori non accompagnati è più che raddoppiato rispetto al 2015, passando da oltre 12 mila a quasi 26 mila. Ma non è tutto. Ascoltiamo mons. Guerino Di Tora, presidente di Migrantes:

“Nei primi sei mesi del 2016, 5.222 minori stranieri non accompagnati sono stati dichiarati scomparsi, non esistono più, non si sa che fine hanno fatto, se sono vivi, morti, se sono sfruttati…”

I  minori sono i più a rischio, esposti, come scrive Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata dedicato proprio a loro, ad ogni tipo di sfruttamento e di violenza. “I bambini e i giovani sono il futuro, sono coloro per i quali si lavora e si costruisce. Non possono venire egoisticamente trascurati e dimenticati”, ha detto Francesco lunedì scorso agli ambasciatori. Mons. Di Tora:

“Mi viene in mente quella frase del card. Martini: “chi è orfano della casa dei diritti, difficilmente sarà figlio della casa dei doveri”. Quindi l’invito del Papa a prendere in considerazione in maniera chiara la realtà dell’integrazione, dell’inserimento sociale, i programmi di rimpatri sicuri. E poi in terzo luogo, il Papa spinge a cercare soluzioni durature, affrontando la questione migratoria alla radice contrastando nei Paesi di origine le cause che provocano le migrazioni.”

Riguardo ai numeri dell’accoglienza, la regione che accoglie più immigrati in assoluto è la Lombardia con 23 mila presenze e il Lazio con quasi 15 mila, ma curiosamente guardando i dati relativi al numero degli abitanti, risulta che è il Molise la regione più accogliente, 11 immigrati su 1.000 abitanti, seguita da Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Calabria, mentre la Lombardia si attesta tra le ultime con 2,3 migranti su 1.000 abitanti.  Riguardo alla questione urgente dell’accoglienza dei migranti, sempre nel discorso agli ambasciatori, il Papa ha avvertito che un approccio "prudente" da parte degli Stati non può significare “l’attuazione di politiche di chiusura” e ha ribadito  che “non si può ridurre la drammatica crisi attuale ad un semplice conteggio numerico”.  Ancora mons. Di Tora:

“E’ un problema innanzitutto umano, di relazionalità con gli altri con cui si vive nello stesso mondo, ma per noi cristiani assume anche una particolarità diversa: il Papa ci invita a vivere la nostra fede nella concretezza. Oggi quello che dà la cifra alla situazione mondiale è senz’altro la realtà migratoria. E quindi non possiamo immaginare una vita cristiana che non tiene conto o che mette da parte questa realtà. Non è la fine di un’epoca, non è la fine della storia, ma l’inizio di una storia nuova. E’ per questo che Papa Francesco ha insistito e insiste molto su queste idee dell’accoglienza, dell’altro come fratello,  dell’altro che fugge da determinate situazioni e quindi ha dei diritti ben concreti…”.

inizio pagina

Vescovi tedeschi e francesi per la Giornata mondiale del rifugiato

◊  

“Papa Francesco attira la nostra attenzione sul destino dei bambini e degli adolescenti ‘che sono tre volte vulnerabili’, perché minorenni, perché stranieri e perché indifesi”. E’ quanto scrivono in un comunicato congiunto, in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2017 che si celebrerà il 15 gennaio, l’arcivescovo Stefan Hesse di Amburgo, presidente della commissione migrazione della Conferenza episcopale tedesca, e mons. Georges Colomb, vescovo di La Rochelle, responsabile per la pastorale dei migranti della Conferenza episcopale francese.

Nei più piccoli e vulnerabili si incontra Gesù
La prostituzione, la piaga della pornografia, lo sfruttamento sul lavoro e il traffico di droga - aggiungono i presuli - sono solo alcune delle forme di schiavitù che colpiscono i minori. Davanti alla continua violazione dei bambini e dei diritti umani - sottolineano - “il Santo Padre oppone un punto di vista etico chiaro” Incontriamo ‘Gesù Cristo nei più piccoli e vulnerabili’ – spiegano i presuli citando le parole di Papa Francesco – “e dobbiamo fare tutto quanto è in nostro potere per proteggere la loro dignità in modo speciale”.

In Europa grandi sfide per l’elevato numero di minori non accompagnati
I vescovi ricordano poi che nel 2015 oltre 65 milioni di persone hanno lasciato le loro case a causa di guerre, persecuzioni e violenze. La metà di questo popolo di rifugiati è costituito da minorenni. In particolare – sottolineano mons. Stefan Hesse e mons. La Rochelle - “il numero elevato in Europa di minori rifugiati non accompagnati ci presenta sfide immense, specialmente perché molti bambini e giovani non fanno una domanda di asilo”. “E il numero reale è quindi molto più alto rispetto a quanto indicato dai dati ufficiali”. Secondo alcune stime nel 2014 erano, nell’Unione Europea, circa 23 mila. Nel 2015 erano più di 100 mila.

Di fronte al dramma dei rifugiati non si può restare indifferenti
Quelle dei rifugiati sono storie – sottolineano i vescovi - di “immensa sofferenza”: le famiglie sono state separate, i minori hanno subito violenze e varie forme di sfruttamento che hanno causato gravi ferite nel corpo e nell’anima. “Come cristiani – si legge nel comunicato congiunto – questa realtà non ci può lasciare indifferenti”. L’invito è quello di adottare la prospettiva di coloro che non hanno diritti e di “prestare loro la nostra voce”, di “difendere la loro dignità con una carità attiva”.

Dalla Chiesa un grande contributo nell’opera di accoglienza
​Grazie alle scuole, agli organismi sociali, ai movimenti giovanili, alle associazioni ecclesiali e alle comunità religiose, la Chiesa cattolica in Germania e in Francia ha numerose risorse per accompagnare i minori migranti nel loro cammino. E non deve essere persa di vista – aggiungono mons. Stefan Hesse e mons. La Rochelle – la responsabilità degli organi statali competenti e quella dei politici per garantire ai minori migranti adeguate condizioni giuridiche e amministrative. Condizioni che permettano una vita dignitosa. Nel comunicato si ricorda infine il lavoro delle Chiese nell’opera di accoglienza esprimendo apprezzamento, in particolare, per “la buona collaborazione che si è sviluppata in molti settori tra Chiesa, società civile e ambiti statali”. (A cura di Amedeo Lomonaco)

inizio pagina

A Palermo, mons. Lorefice affida una chiesa alla Comunità ebraica

◊  

L'arcivescovo di Palermo mons. Corrado Lorefice, all'interno del fecondo cammino del dialogo interreligioso che coinvolge la città siciliana, concederà in comodato d'uso gratuito l'Oratorio di S. Maria del Sabato alla Comunità ebraica. L’annuncio è stato dato ieri, in memoria della espulsione degli ebrei dalla Sicilia, avvenuta proprio il 12 gennaio 1493. 

Un luogo di studio e di culto per la comunità ebraica di Palermo
“E’ con grande gioia – afferma mons. Lorefice che proprio ieri si trovava a Gerusalemme – che rispondiamo alla richiesta pervenutaci tramite Evelyne Aouate, presidente dell’Istituto Siciliano di Studi Ebraici, di avere un luogo di studio e di culto per la comunità ebraica di Palermo. La chiesa di Santa Maria del Sabato, da tempo inutilizzata per le celebrazioni liturgiche, ci è sembrata particolarmente significativa per il riferimento allo shabbat. Stiamo cogliendo, in questo momento storico così difficile, passo dopo passo, i frutti di un sincero cammino di dialogo e di cordiale amicizia. Il nome di Dio non solo non divide ma crea ponti - afferma mons. Lorefice - Questo è un gesto di speranza e di convivenza pacifica tra gli uomini, un gesto che nasce da una realtà di amicizia". 

La riconoscenza delle comunità ebraiche italiane
​"Un gesto che recupera secoli di storia", ribatte Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane. L'Oratorio di S. Maria delle Grazie, detta del Sabato, sorge nell’area un tempo occupata dagli antichi borghi ebrei della “Guzzetta” e della “Meschita”. (Da Palermo, Alessandra Zaffiro)

inizio pagina

Dieselgate Fca. Fim Cisl: non ci siano riflessi sul lavoro

◊  

Tre giudici francesi indagheranno sui dispositivi utilizzati da Renault per controllare le emissioni dei suoi motori diesel che si sospetta siano truccati:
è quanto riferisce la procura di Parigi. La notizia ha fatto crollare il titolo in borsa. Giornata di guadagni invece a Milano per il titolo Fca, dopo il tonfo di ieri. Per l'Agenzia per la protezione ambientale americana, l’Epa, la casa automobilistica italo americana avrebbe usato un software per aggirare i test sulle emissioni di alcune sue auto diesel. Alessandro Guarasci

L’amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne, si difende: “Non abbiamo commesso alcuna frode. Il nostro caso non è in nulla assimilabile a quello di Volkswagen”. Secondo l’organismo Epa sono 104 mila i veicoli sui quali sarebbe stato montato il software che consente emissioni diesel più alte degli standard. Le accuse delle autorità Usa verso Fca "sono preoccupanti". Così la portavoce della Commissione europea, Lucia Caudet. Bruxelles - dice - "è in contatto costante con le autorità americane" che hanno informato "ieri" l'esecutivo europeo di aver ricevuto "insufficienti informazioni" sul controllo delle emissioni. La multa potrebbe così arrivare a 4,6 miliardi di dollari, una cifra che impatterebbe in modo significativo sul bilancio di Fca. Marco Bentivogli, segretario generale del sindacato Fim Cisl:

R. – Noi su questo stiamo verificando che non ci siano contraccolpi per l’occupazione e per le produzioni in Italia, anche perché questo non è solo un problema occupazionale. I numeri piccoli che si fanno sul Pil in questo Paese sono trainati dall’automotive.

D. – A questo punto, secondo voi, continueranno ad esserci dunque investimenti di Fca?

R. – Io penso proprio di sì. Credo che su questo, siccome è chiaro che le vetture a combustibili fossili sono comunque verso la fine del loro ciclo di vita e siccome al salone di Las Vegas anche Fca ha presentato un’auto completamente elettrica molto innovativa, è chiaro che gli investimenti servono a gestire questa fase di transizione. Ma il percorso di inserimento dell’auto elettrica sembra essere molto più veloce di tutti gli altri prodotti innovativi.

inizio pagina

Obama revoca la 'wet foot, dry foot' sull'immigrazione cubana

◊  

Il presidente statunitense Barack Obama ha annunciato la revoca del 'wet foot, dry foot', la norma che da 50 anni consentiva agli esuli cubani il riconoscimento della residenza legale negli Usa appena toccavano il territorio americano. Ora il trattamento per loro sarà identico a quello di cui usufruiscono i migranti provenienti da altri Paesi. Giulia Angelucci ha intervistato il prof. Massimo De Leonardis, Direttore del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Cattolica di Milano: 

R. – Inizialmente, gli immigrati cubani dopo un anno godevano della possibilità di avere immediatamente la cittadinanza americana. Nel 1996, l’amministrazione Clinton stabilì questa norma ristrettiva che passa sotto il nome di “piede bagnato, piede asciutto” (wet foot, dry foot), nel senso che se l'immigrante riusciva a raggiungere il suolo americano poteva restare, non venivano però più presi e portati negli Stati Uniti quegli immigrati che stavano compiendo la traversata via mare. Sostanzialmente ora,con questa norma di Obama, i cubani non avrebbero più nessun favoritismo rispetto ad altri immigrati. È sottinteso che non è più giustificato fuggire da Cuba, che per Cuba ci sono già, o ci saranno a breve, tempi migliori.

D. – Secondo lei, è una stretta di mano più a Raul Castro o a Trump? Perché ogni testata ne parla ovviamente con una propria posizione…

R. – Specialmente dopo la morte di Fidel Castro è ovvio che il regime di Cubano si avvia a una trasformazione. È nella natura delle cose, anche Raul Castro è molto anziano. Sta cambiando il panorama politico dell’America Latina, nel senso che tutta una serie di leader, più o meno terzomondisti e filocubani, sono stati sostituiti da altri leader, come nel caso dell’Argentina, che hanno posizioni diverse. Quindi, certamente, il tempo dovrebbe lavorare contro la dittatura cubana. La domanda fondamentale, ed è una vecchia domanda, riguarda quale sia in questi casi l’atteggiamento migliore da tenere e cioè: l’apertura verso Cuba serve a dare ossigeno a un regime che certamente è destinato a finire o invece può favorire e favorire, attraverso contatti, la fine di questo regime?

D. – Professore, cosa cambia con l’avvento di Trump?

R. – Trump certamente ha una posizione molto più negativa. Non è che voglia riprendere una guerra fredda completa con Cuba, ma certamente vuole porre delle condizioni maggiori nei confronti del regime cubano. Quindi, potrebbe esserci un momento di pausa rispetto alla fase di disgelo inaugurata dalla presidenza Obama.

inizio pagina

Vescovi Portogallo: no a corsi di aborto alle scuole elementari

◊  

Anche i vescovi portoghesi esprimono la loro ferma al progetto del Governo di inserire nei corsi di educazione sessuale delle scuole elementari il tema dell’aborto. Si tratta di un provvedimento che violerebbe “il diritto dei genitori di educare i propri figli” secondo le proprie convinzioni morali e religiose. In questo senso si è espresso il Consiglio permanente della Conferenza episcopale (Cep),  riunito in questi giorni a Fatima.

L’educazione sessuale non è solo educazione alla salute
"L’episcopato segue con preoccupazione l'iniziativa e naturalmente sostiene tutti coloro che vi si oppongono”, ha dichiarato all’agenzia Ecclesia il segretario e portavoce della Cep, padre Manuel Barbosa. I vescovi quindi appoggiano la petizione on-line diretta al Provveditorato agli Studi ‘Aborto como educação sexual” em Portugal? Diga não’ (“L’aborto come educazione sessuale in Portogallo? Dì no”) che ha sinora raccolto 9mila firme. L’educazione sessuale – ha sottolineato il sacerdote - deve essere “un’educazione integrale della personalità” e non focalizzata solo sulla salute.

In gioco anche il diritto dei genitori di educare i propri figli
In questo senso, altrettanto discutibile è anche la fascia di età alla quale sarebbero destinati i corsi in questione: non si può pretendere, infatti, che un bambino delle elementari sappia che cosa è un’interruzione volontaria della gravidanza. Inoltre - come sottolineato dai promotori della petizione - in gioco è anche il diritto dei genitori di educare i propri figli. Il portavoce della Cep ha precisato che la Commissione episcopale per l’educazione cristiana, che ha già espresso la posizione della Chiesa, si pronuncerà nuovamente sulla questione quando avrà elementi più precisi. (A cura di Lisa Zengarini)

inizio pagina

Pescara: marcia per la pace. L'evento anticipato da “Report from Siria”

◊  

“La non violenza: stile di una politica per la pace”. Questo il titolo della Marcia per l che l’arcidiocesi di Pescara-Penne, ha pensato per domani 14 gennaio, nel territorio di Loreto Aprutino (Pe). «È un’occasione importante – afferma mons. Tommaso Valentinetti, che appena arrivò a Pescara propose l’iniziativa annuale – per riflettere sul messaggio papale del 1 gennaio, Giornata mondiale per la pace, e per ricordarci l’impegno individuale e comunitario all’azione di pace, che è un dovere istituzionale che passa, però, necessariamente, attraverso i nostri stili di vita». La Marcia per la Pace, alla XII edizione, prevede il raduno alle 19, sul piazzale antistante la chiesa di Santa Maria in Piano e il cammino per le strade centrali della città aprutina e sarà il fulcro di diverse iniziative che la diocesi proporrà nella settimana in corso.

Confronto sul Medio Oriente in un “Report from Siria”
 Già ieri pomeriggio, presso la sala Conferenze della Fondazione PescaraAbruzzo, ci si è confrontati sulla situazione Mediorientale in un “Report from Siria” con Silvio Tessari, già responsabile per il Medio Oriente di Caritas Italia. «Impegnarci alla pace – continua il presule - significa anche accogliere, farci prossimi e mettersi nei panni di tanti nostri fratelli che fuggono da situazioni di guerra e da città assediate dalla violenza. Non possiamo non conoscere».

Messa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato
​La Marcia per la Pace diventerà celebrazione, invece, domenica 15 gennaio, con la Messa delle 10.30, presso il Santuario della Divina Misericordia in piazza Sacro Cuore a Pescara, che lo stesso mons. Valentinetti presiederà in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. (R.P.)

inizio pagina
Sito Radio Vaticana

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LXI no. 13

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Serena Marini.