Logo 50 Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 28/06/2014

Il Papa e la Santa Sede

Oggi in Primo Piano

Nella Chiesa e nel mondo

Il Papa e la Santa Sede



Il Papa: per l’ecumenismo serve una “teologia fatta in ginocchio”

◊  

Bisogna lasciarsi guidare dallo Spirito Santo per avanzare verso l’unità dei cristiani. E’ l’esortazione levata da Papa Francesco nell’udienza alla Delegazione ecumenica del Patriarcato di Costantinopoli, ricevuta alla vigilia della Solennità dei Santi Patroni di Roma, Pietro e Paolo. Il Pontefice ha sottolineato che anche partendo da prospettive diverse, attraverso una “teologia fatta in ginocchio” si può arrivare ad un cammino di unità. Il servizio di Alessandro Gisotti: 

Condividere la gioia di essere fratelli. Papa Francesco si è rivolto alla delegazione della “Chiesa sorella di Costantinopoli” rivolgendo innanzitutto il pensiero al Patriarca ecumenico Bartolomeo I, “amato fratello” con il quale ha vissuto insieme l’esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa e poi la Preghiera per la pace nei Giardini Vaticani. Il Papa ha ricordato l’abbraccio tra Paolo VI e Atenagora. Un gesto profetico, ha osservato, che ha dato “impulso ad un cammino” che “non si è più arrestato”:

“Il Signore ci ha donato queste occasioni di incontro fraterno, nelle quali abbiamo avuto la possibilità di manifestare l’uno all’altro l’amore in Cristo che ci lega e di rinnovare la volontà condivisa di continuare a camminare insieme sulla strada verso la piena unità”.

Sappiamo bene, ha aggiunto, che “questa unità è un dono di Dio” e ha ribadito che, grazie alla “forza dello Spirito Santo”, possiamo “guardarci gli uni gli altri con gli occhi della fede”, “riconoscerci per quello che siamo nel piano di Dio” e “non per ciò che le conseguenze storiche dei nostri peccati ci hanno portato ad essere”:

“Se impareremo, guidati dallo Spirito, a guardarci sempre gli uni gli altri in Dio, sarà ancora più spedito il nostro cammino e più agile la collaborazione in tanti campi della vita quotidiana che già ora felicemente ci unisce”.

Questo sguardo teologale, ha proseguito, “si nutre di fede, di speranza, di amore”. Esso, è stata la sua riflessione, “è capace di generare una riflessione teologica autentica”, che è in realtà “partecipazione allo sguardo che Dio ha su se stesso e su di noi”. Una riflessione, ha affermato, “che non potrà che avvicinarci gli uni agli altri, nel cammino dell’unità, anche se partiamo da prospettive diverse”:

"Confido pertanto, e prego, affinché il lavoro della Commissione mista internazionale possa essere espressione di questa comprensione profonda, di questa teologia 'fatta in ginocchio'. La riflessione sui concetti di primato e di sinodalità, sulla comunione nella Chiesa universale, sul ministero del Vescovo di Roma, non sarà allora un esercizio accademico né una semplice disputa tra posizioni inconciliabili.

“Abbiamo tutti bisogno di aprirci con coraggio e fiducia all’azione dello Spirito Santo – ha soggiunto – di lasciarsi coinvolgere nello sguardo di Cristo sulla Chiesa” nel cammino di un “ecumenismo spirituale rafforzato dal martirio” di tanti cristiani che “hanno realizzato l’ecumenismo del sangue”.

A guidare la delegazione inviata da Bartolomeo il metropolita di Pergamo, Zizioulas, che nel suo intervento ha messo l’accento sull’importanza degli incontri tra il Papa e il Patriarca di Costantinopoli così come sul lavoro della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa:

“The Mixed International Commission of the Dialogue…”
“La Commissione internazionale mista per il dialogo – ha affermato – si riunirà in assemblea plenaria nel prossimo settembre, per continuare la discussione sul primato nella Chiesa”. “E’ un argomento difficile – ha riconosciuto il metropolita di Pergamo – ma con l’aiuto di Dio speriamo di progredire in questo ambito”. “Il modo in cui Vostra Santità comprende e mette in pratica il primato ecclesiale – ha concluso – offre ispirazione e speranza ai nostri sforzi per raggiungere un accordo su questo tema spinoso”.

inizio pagina

Il Papa riceve il presidente del Madagascar: lotta alla povertà in primo piano

◊  

Il Papa ha ricevuto oggi in udienza il presidente della Repubblica del Madagascar, Hery Martial Rajaonarimampianina. Durante il colloquio – informa una nota della Sala Stampa Vaticana – ci si è soffermati sull’attuale fase di ripresa del Paese africano, sottolineando il “positivo apporto della Chiesa cattolica nel cammino verso la riconciliazione nazionale e la stabilità politica, come pure il suo contributo nei settori dell’educazione e della sanità”. Sono stati poi affrontati temi di comune interesse, “quali la lotta alla povertà e alle disuguaglianze sociali”. Infine, si è fatto cenno “alla situazione internazionale e ai conflitti che interessano alcune regioni del mondo”.

inizio pagina

Il Papa non va al Gemelli, Messa celebrata dal card. Scola

◊  

Una lieve indisposizione ha impedito ieri a Papa Francesco di recarsi nel pomeriggio al Policlinico Gemelli di Roma per l'annunciata visita nel 50.mo di fondazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica. Dispiaciuti i vertici della struttura così come i cinauemila fedeli in attesa del Pontefice. La Messa è stata celebrata cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo che è l’ente fondatore del Gemelli. Il porporato ha letto l'omelia preparata dal Papa. Il servizio di Benedetta Capelli: 

“Sono certo di interpretare il cuore e la mente di tutti noi nell’inviare da qui un grande abbraccio a Papa Francesco, perché presto superi questa indisposizione”.

Le parole del cardinale Angelo Scola giungono al termine della Messa celebrata nel piazzale degli Istituti Biologici del Gemelli. Un messaggio di affetto per il Papa che cancella il dispiacere per il mancato incontro, ma l’occasione diventa comunque un momento di comunione per la famiglia del Policlinico. L’arcivescovo di Milano legge l’omelia che Francesco aveva preparato in occasione della visita. E’ l’amore di Dio il cuore del discorso del Papa, un amore declinato soprattutto nella fedeltà: valore in crisi nella società di oggi:

"Senza fedeltà alle sue radici una società non va avanti: può fare grandi progressi tecnici, ma non un progresso integrale, di tutto l’uomo e di tutti gli uomini".

L’amore di Dio – sottolinea il cardinale Scola, riportando le parole del Papa – non si è arreso davanti alla nostra ingratitudine e nemmeno davanti al rifiuto. Francesco ricorda che l’amore è l’umiltà del cuore di Gesù:

 "La fedeltà di Dio ci insegna ad accogliere la vita come avvenimento del suo amore e ci permette di testimoniare questo amore ai fratelli in un servizio umile e mite".

Lo stesso servizio che i medici, i paramedici, i volontari del Gemelli compiono, portando “ai malati un po’ dell’amore del Cuore di Cristo”, “con competenza e professionalità”. Infine, nel suo consueto stile, Papa Francesco interroga la coscienza di ognuno con diverse domande, piccoli semi che getta e che mettono in dubbio le nostre certezze:

“Com’è il mio amore per il prossimo? So essere fedele? Oppure sono volubile, seguo i miei umori e le mie simpatie? Ciascuno di noi può rispondere nella propria coscienza. Ma soprattutto possiamo dire al Signore: Signore Gesù, rendi il mio cuore sempre più simile al tuo, pieno di amore e di fedeltà”.

inizio pagina

Udienze del Papa e nomina vescovo ausiliare Napoli

◊  

Papa Francesco ha ricevuto oggi il card. Marc Ouellet, P.S.S., prefetto della Congregazione per i Vescovi e mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari.

In Italia, Francesco ha nominato vescovo ausiliare di Napoli il rev.do Gennaro Acampa, del clero della medesima arcidiocesi, vicario episcopale per il Clero e la Formazione e preposito Curato della Collegiata Parrocchia di San Giovanni Maggiore in Napoli, assegnandogli la sede titolare vescovile di Tortiboli.

inizio pagina

Papa, tweet: amici di Dio se preghiamo con semplicità di figli

◊  

Tweet di Papa Francesco, lanciato dal suo account @Pontifex: "Essere amici di Dio vuol dire pregare con semplicità, come un figlio si rivolge al genitore".

inizio pagina

Oggi su "L'Osservatore Romano"

◊  

La quotidianità che unisce: Papa Francesco riceve una delegazione del patriarcato ecumenico di Costantinopoli in occasione della solennità dei santi Pietro e Paolo.

La paura dei bambini iracheni: l'offensiva dei qaedisti sta consolidando uno scenario di morte e distruzione.

Per tutta Roma si corre e si esulta: Carlo Carletti illustra la memoria dei santi Pietro e Paolo nei primi secoli del cristianesimo.

Un articolo di Fabrizio Bisconti dal titolo "Il volto di Pietro": nasce molto presto l'iconografia del primo vescovo di Roma.

Un articolo di Maurizio Fontana dal titolo "Mazzola lancia Rivera": come far ripartire il calcio azzurro dopo la delusione mondiale.

Radici statunitensi per la casa a Barga: Timothy Verdon su arte e spiritualità in un nuovo centro ecumenico tra Pisa e Lucca.

inizio pagina

Oggi in Primo Piano



Iraq: violenze indiscriminate contro i cristiani

◊  

In Iraq, mentre sul terreno continuano ad affrontarsi esercito e ribelli sunniti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), si consuma il dramma della popolazione civile in fuga dalle violenze. Soprattutto la comunità cristiana è vittima di questo conflitto, obiettivo degli attacchi indiscriminati dei miliziani fondamentalisti. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Cristian Tinazzi, che si trova nella zona curda di Erbil: 

R. – Per quanto riguarda la zona del Kurdistan, ci sono stati problemi a Qaraqosh, dove c’è una grande comunità cristiana, nel Nord dell’Iraq: nei giorni scorsi ci sono stati e pare che ce ne siano ancora adesso, fuori Qaraqosh, degli scontri tra peshmerga e Isis, e quindi tutta la popolazione – si parla di decine di migliaia di persone – di Qaraqosh è scappata e si è riversata ad Erbil, nel quartiere cristiano di Ankawa. E’ una situazione di emergenza, perché non ci sono strutture per accoglierli …

D. – I cristiani sono doppiamente obiettivo dei ribelli sunniti?

R. – Credo proprio di sì. Molti di loro sono scappati da Baghdad negli anni passati, dopo le violenze […] e le persecuzioni contro i cristiani, cercando di trovare un posto sicuro, e adesso si ritrovano di nuovo a fuggire. La gente è terrorizzata, non vuole assolutamente più rimanere in Iraq; chi potrà, andrà via.

D. – Spesso sono oggetto di violenze gratuite terribili. Hai qualche notizia su questo?

R. – La gente parla di case distrutte, di chiese all’interno delle quali vengono bruciate immagini e statue, e comunque i simboli del cristianesimo vengono distrutti. Chiaramente i cristiani hanno il grandissimo terrore di essere l’obiettivo primario, insieme agli sciiti.

D. – Le autorità religiose locali continuano ad appellarsi alla comunità internazionale e continuano a chiedere un intervento in aiuto della popolazione …

R. – Sì: anche il vescovo di Erbil ha avanzato questa richiesta. E’ una richiesta comune che va dai religiosi alla gente comune, che si rivolge a Papa Francesco: cercano di comunicare un messaggio, una richiesta d’aiuto, affinché si faccia qualcosa per loro, perché non sanno che fare, non sanno dove andare, non hanno i soldi anche perché molti di loro sono povera gente e non hanno neanche la possibilità di andarsene in un altro Paese … Hanno abbandonato i loro campi – molti sono contadini – e quindi hanno perso anche i pochi soldi che avevano, e ora non hanno niente. La comunità internazionale deve fare qualcosa – sta facendo qualcosa attraverso le Nazioni Unite che comunque sono presenti, e qualche organizzazione internazionale; ma in questo momento ad Erbil c’è un’emergenza umanitaria, soprattutto per quanto riguarda i cristiani, che non si era mai vista. Io ho parlato con una suora che stava gestendo l’emergenza in una delle tante scuole che adesso ospitano i profughi, e mi ha raccontato che è la prima volta che hanno così tanta gente che sta scappando da alte città per venire lì …

Sulla situazione dell’Iraq si sofferma anche il cardinale arcivesvovo di Lione, Philippe Barbarin - intervistato da Audrey Radondy - che riferisce di una recente telefonata avuta con il patriarca caldeo, Louis Sako: 

R. – Je l’ai contacté en disant: ou en sommes-nous?…

L’ho chiamato e gli ho chiesto: come va? E lui mi ha detto: ‘Siamo una ventina di vescovi caldei, compresi quelli che sono venuti dai Paesi vicini come l’Iran, e stiamo facendo il punto sulla situazione’. A tutt’oggi, esiste un sia pur minimo equilibrio, però è chiaro che il pericolo esiste. C’è una vera e propria esplosione e il cuneo in realtà è tra sciiti, sunniti e anche curdi. E quindi, il patriarca mi ha detto: ‘Ovviamente, preferisco di gran lunga una divisione del mio Paese in una parte assegnata agli sciiti, una ai sunniti e una ai curdi, piuttosto che la carneficina di migliaia e migliaia di innocenti. Ma questo è compito del governo, della diplomazia e dell’esercito…’. Nell’attesa degli eventi, il patriarca si impegna a essere vicino alle persone, al suo popolo e non esclusivamente ai cristiani. Mi ha detto che per lui la nostra amicizia è molto importante: ricevere denaro, cibo e vestiario e poterli distribuire alla gente è certamente utile. Ma lo è molto di più il percepire un sentimento – chiaro, vivo, preciso, fraterno – di non essere dimenticati, di essere accompagnati dalla preghiera e dall’amicizia dei cristiani di altri Paesi.

inizio pagina

L’Italia tra riforme e flessibilità da parte di Bruxelles

◊  

Il "miglior uso della flessibilità" significa che "quando un Paese come l'Italia è riuscito a fare riforme profonde, può pagare il proprio debito in un lasso di tempo più lungo tenendosi parte delle risorse per stimolare la crescita". Così il sottosegretario Graziano Delrio spiega le prospettive di cui il premier Renzi ha discusso al Vertice europeo. Per capire di quali riforme e possibili aggiustamenti si tratti, Fausta Speranza ha parlato con l’economista Paolo Guerrieri, docente all’Università La Sapienza di Roma: 

R. - Innanzitutto la riforma istituzionale è il primo test; poi in ordine - ma in realtà sono in qualche modo su un piano orizzontale - troviamo la riforma fiscale, cioè un fisco che prima di tutto sia più “amico” dei contribuenti onesti e che riduca una pressione fiscale che è a dei livelli, come sappiamo, proibitivi. Poi c’è il lavoro: bisogna snellire, rafforzare, da un lato, ma allo stesso tempo rendere più agevole il funzionamento dei mercati del lavoro. Per quanto riguarda il primo punto, è già una Legge Delega, il secondo sta per tramutarsi in Legge Delega. Inoltre c’è un’altra riforma che è stata appena varata che riguarda i costi della burocrazia della Pubblica Amministrazione. Questo è un altro macigno che da anni ostacola, cioè noi variamo moltissime leggi che rimangono sui tavoli in quanto non vengono fatti i decreti di attuazione e quindi queste leggi restano lettera morta. Infine metterei, come priorità assoluta, la giustizia civile.

D. - E quale flessibilità potremmo ottenere in tema di patto di stabilità dall’Europa?

R. - Su questo bisogna esser molto chiari: le regole noi le abbiamo fissate insieme agli altri Paesi; abbiamo detto che servivano a tutti, non siamo andati e non potremmo andare a chiedere adesso di non rispettarle, perché questo farebbe abbassare immediatamente la reputazione del nostro Paese. Quello che si può chiedere è la possibilità che di fronte ai concreti risultati - non solo annunci di riforma - ci si possa dare più tempo nella possibilità di assicurare certi traguardi in termini di aggiustamento dei conti pubblici, e soprattutto in termini di consolidamento e rientro dal grande debito che ci sovrasta.

D. - C’è ancora qualcosa che noi in realtà possiamo chiedere a Bruxelles?

R. - Due cose importantissime: le regole sono fondamentali, ma vanno applicate con tutti e devono riguardare tutti; non è stato fatto dalla Commissione con il presidente Barroso, soprattutto quando non ha applicato la regola nei confronti della Germania che doveva ridurre il suo enorme avanzo commerciale investendo di più per sé stessa e per l’Europa intera; questa è una prima cosa. Chiedere alla Commissione di fare l’interesse dell’intero sistema dell’area Euro dell’Unione Europea applicando le regole non solo ai Paesi “in debito”, ma anche ai Paesi creditori. Questa è una prima cosa. La seconda è di onorare gli impegni che hanno disatteso. Anche qui la Commissione Barroso ha disatteso gli impegni presi due anni fa in nome della crescita; aveva - in qualche modo - promesso che avrebbe sperimentato forme nuove di finanziamento a livello europeo, di investimenti europei; non è stato fatto, è stato fatto in misura ridicola. Queste sono due cose che una volta che si sarà insediata la nuova Commissione, un Paese, che naturalmente avrà le sue carte a posto, come l’Italia, non solo potrà, ma dovrà chiedere alla nuova istituzione.

inizio pagina

100.mo Grande Guerra. A Trento prima di "Sarajevo" di Piovani

◊  

Cento anni fa scoppiava la Grande guerra. A Sarajevo, l'assassinio dell'erede al trono asburgico Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia innescò la miccia di quello che sarebbe passato alla storia come il primo conflitto “mondiale”. E a Sarajevo sono previste numerose manifestazioni celebrative. Anche a Trento e a Rovereto prende oggi il via il progetto “Sentiero di Pace”. Tre giorni di eventi e concerti per lanciare un simbolico messaggio di pace e di fratellanza. L’inaugurazione, stasera alle 21 al Teatro Sociale di Trento, è affidata all’Orchestra e coro della Rai, per la prima assoluta di un brano commissionato per questa occasione al Premio Oscar Nicola Piovani. Il Maestro racconta al microfono di Gabriella Ceraso di che si tratta e cosa lo ha ispirato: 

R. – E’ un brano sinfonico, intitolato “Sarajevo”, un brano di 9 minuti, in ricordo della grande e tragica Guerra del ’14-’18.

D. – Quando si compone per un evento storico, che ha lacerato popoli e nazioni, da cosa ci si lascia guidare? Da una immagine, da un ricordo, da una emozione?

R. – Io qui ho lavorato su Sarajevo. Era una bella domenica assolata, in cui dei ragazzi idealisti, fra i 19 e i 24 anni più o meno, armati di bombe, pistole e cianuro – per suicidarsi subito dopo – sono andati a compiere un gesto di libertà: uccidere un tiranno. Immaginavano si sarebbe alzato il tasso di libertà e di indipendenza. Invece, da quel gesto è nata una delle carneficine più brutte della storia dell’uomo: 18 milioni di morti, 8 milioni di civili e 10 milioni di militari. Quando diciamo 10 milioni di militari, lo diciamo pensando ad oggi, quindi pensiamo a dei professionisti che scelgono di fare la guerra. No, lì parliamo di ragazzi di 17 anni, strappati dalle campagne, con una pistola dietro la nuca e obbligati ad andare al fronte a sparare a qualcuno di cui non conoscevano l’identità, né conoscevano il motivo. Buttati in una trincea a dover scegliere o sparare ad un nemico o farsi sparare alle spalle dai militari, dagli ufficiali militari.

D. – Ne è nato un lavoro sinfonico, questo che lei propone, sostanzialmente diviso in due momenti, in due parti. Ce le racconta?

R. – Una è il momento di suspense ideale dei giovani che vanno a compiere un gesto che per loro è eroico. E poi uno sparo…. Di lì, un piccolissimo Requiem strumentale, in cui delle trombe cantano come se suonassero su un enorme cimitero di 18 milioni di persone. Alla fine, però, ci sono delle voci sintetiche, delle voci registrate, come fossero una folla che dice per tre volte la parola “Pax”, pace. Del resto, io sono un pacifista militante e quindi non potevo scrivere una musica dedicata a una guerra senza prenderne le distanze.

D. – La musica in questo caso serve a ricordare, a capire, spinge a riflettere: quale è la funzione che le attribuisce?

R. – Lo spero… La musica lavora più sulle emozioni che sui ragionamenti: se servisse a riempire di emotività il ricordo di una tragedia come quella, in qualche modo ha rinforzato l’idea pacifista che abbiamo noi oggi o almeno molti di noi guardando a quella guerra.

D. – Lei ha sempre portato avanti i due discorsi: l’attività per la musica da cinema, ma anche l’attività sinfonica … C’è stata una osmosi tra i due ambiti? Che cosa ha portato del cinema in questo tipo di repertorio?

R. – Immagino che il cinema abbia travasato nella mia scrittura sinfonica e da camera, diciamo, la vocazione narrativa: anche quando non c’è un testo da narrare, però un andamento e una dinamica narrativa. E poi, invece, la pratica sinfonica ha portato nel cinema, forse, un’abitudine alla complessità del linguaggio, anche per ritrovare un linguaggio semplice, come quello che serve per il cinema: semplice, ma non semplificato.

inizio pagina

Pensionati tartassati. Confesercenti: meno 1.400 euro dal 2008

◊  

Sempre più difficile in Italia la situazione dei pensionati. Dal 2008 un pensionato ha perso 1.419 euro di potere d’acquisto. A fornire questi dati il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, che sottolinea come l’Italia sia il solo Paese nell’Unione europea dove i pensionati pagano, in proporzione, più tasse di quando erano attivi. Il servizio di Debora Donnini

In soli 6 anni un pensionato ha perso oltre 118 euro al mese in termini di potere d’acquisto. Non solo: il pensionato subisce un maggior prelievo rispetto al dipendente. A fotografare la situazione è Confesercenti. Sentiamo Lino Busà direttore della Federazione pensionati di Confesercenti:

“Questo è uno dei tanti paradossi fiscali che ci sono nel nostro Paese. Le pensioni si riducono notevolmente rispetto a quando si lavorava ma contemporaneamente, a differenza di altri Paesi dell’Unione europea, la tassazione rimane uguale. E quindi in paragone, la pensione è tassata più della rendita dal lavoro dipendente. Poi per quanto riguarda i lavoratori autonomi, che sono la fascia che noi rappresentiamo, il problema è ancora più grave. Bisogna tenere conto che la stragrande maggioranza dei pensionati delle attività commerciali, delle piccole imprese, vivono con una pensione media di neanche 700 euro”.

Secondo Confesercenti, dunque, i pensionati italiani sono i più tartassati d’Europa. Facendo un confronto su un trattamento pensionistico pari a 3 volte il minimo, il pensionato italiano è soggetto ad un prelievo doppio rispetto allo spagnolo, triplo rispetto all’inglese, quadruplo rispetto al francese e ancora molto  superiore rispetto al tedesco. A fronte di questa situazione, cosa chiede Confesercenti? Ancora Lino Busà:

“Chiediamo che ci sia un adeguamento delle pensioni al costo della vita, a cominciare da una richiesta specifica di rivedere il ‘paniere’ sul quale si basano il costo della vita e gli incentivi: pensiamo proprio ad un ‘paniere’ per i pensionati”.

inizio pagina

Le Sentinelle in piedi leggono a Ferrara, Como e Genova

◊  

A Ferrara, Como e Genova questa sera, alle 21, scenderanno in piazza le “Sentinelle in piedi”. L’Organizzazione spontanea di cittadini è nata per contrastare i tentativi di limitare la libertà di pensiero, parola e opinione. Al centro della contestazione in questi mesi la cosiddetta “legge Scalfarotto” tutt'ora in discussione in Parlamento. Massimiliano Menichetti ha intervistato Nicola Galizia portavoce delle Sentinelle di Roma, che ieri si sono ritrovate in piazza San Silvestro:

R. – Questa legge introduce il reato di omofobia e l’aggravante di omofobia e trans-fobia all’interno della Legge Mancino, che è una legge speciale, quindi come tale è derogatoria rispetto al Codice penale. Il problema è che qui il reato non viene descritto a sufficienza: cioè, si parla di atti di discriminazione fondati sull’omofobia. Noi sappiamo che cosa si intenda né per “atti di discriminazione”, né cosa si intenda per “omofobia”. Per noi, omofobia significa aggredire una persona, insultarla per la sua omosessualità. Per altri, compreso Scalfarotto, omofobia è anche poter dire che un bambino ha bisogno di un papà e di una mamma per crescere e che il matrimonio è tra un uomo e una donna.

D. – Una manifestazione come questa in realtà non è solo cattolica?

R. – No, assolutamente no. Anche nelle veglie che si sono susseguite in tutta Italia hanno partecipato persone non credenti, persone di religione ebraica, di religione musulmana, di varie confessioni cristiane, perché qui il problema è di difendere una garanzia liberale.

D. – In piazza con un libro in mano, un lumino acceso, in silenzio…

R. – Il nostro silenzio testimonia che non abbiamo nulla contro nessuno, perché la nostra è una battaglia contro una proposta di legge e non contro delle persone.

D. – Quindi, lo ribadiamo: non si tratta di una manifestazione contro l’omosessualità?

R. – No. Nella maniera più assoluta. E non lo sarà mai contro delle persone. Sarà sempre contro proposte di legge che vogliono limitare la libertà di educazione e di opinione su un tema così delicato. E questa manifestazione ricalca l’idea, l’intuizione dei “veilleurs” francesi, i quali hanno ideato questo tipo di manifestazione perché la legge francese non considera formalmente una manifestazione un agglomerato di persone che si posizionano a più di due, tre, metri l’uno dall’altro. E visto che il regime francese reprimeva con molta forza le manifestazioni contro il governo Hollande su queste tematiche, hanno ideato questa manifestazione stravagante per certi versi. E e noi l’abbiamo voluta riprendere, riportare qui, ed è molto semplice: si sta in piedi, leggendo un libro, per un’ora, in silenzio.

inizio pagina

In Congo il pellegrinaggio sulla tomba di mons. Munzihirwa

◊  

E’ in corso, in Repubblica Democratica del Congo, il pellegrinaggio sulla tomba di Christophe Munzihirwa, arcivescovo di Bukavu, nel Sud Kivu, trucidato il 29 ottobre 1996 da militari ruandesi. Alla missione, fino al 6 luglio con incontri e seminari sulla difficile realtà dello Stato africano, partecipano persone di Paesi diversi e di varia professionalità. Da Bukavu, Marina Piccone

Il pellegrinaggio, che prevede incontri con la Chiesa e la società civile, ha lo scopo di denunciare all’opinione pubblica mondiale il genocidio che il popolo congolese ha subito negli ultimi venti anni tra l’indifferenza generale. La prima tappa è stata Mutarule, un villaggio ad una ventina di km dal confine con il Burundi, dove la notte tra il 6 e il 7 giugno scorso, sono state uccise 37 persone tra le quali 8 bambini. La società civile locale attribuisce il massacro ai Banyamulenge, una popolazione origine rwandese e ai Barundi di origine burundese che da due anni imperversano uccidendo e razziando con lo scopo di appropriarsi del territorio. Nell’incontro di ieri, padre Franco Bordignon, missionario salesiano in Congo da 42 anni, ha descritto un Paese completamente allo sbando, dove l’impunità è diventata cultura e la corruzione è un sistema, uno stato di disordine e confusione ben orchestrato per continuare lo sfruttamento delle risorse di cui il Congo è ricchissimo.

inizio pagina

Mons. Leuzzi: la politica abbia come riferimento Cristo

◊  

Il 27 marzo scorso circa 500 parlamentari parteciparono alla Messa celebrata dal Papa in San Pietro. A loro Francesco ricordò i mali che derivano dalla corruzione. A tre mesi di distanza esce il libro “Eletti per servire”, di mons. Lorenzo Leuzzi, rettore della Chiesa di S. Gregorio Nazianzeno alla Camera dei  Deputati. Oltre all’omelia di quel giorno, vengono riportati i commenti di tanti politici che furono richiamati dal Papa alla ricerca del bene comune. Il servizio di Alessandro Guarasci: 

Interroga ancora il mondo della politica quell’omelia, in cui il Papa ricordò come già ai tempi di Gesù c’erano interessi di partito, lotte interne che portavano la classe politica ad allontanarsi dalla gente. Qualche giorno fa un dibattito a Montecitorio ne ha ricordato l’attualità. Mons. Lorenzo Leuzzi, che per le edizioni Cantagalli ha curato il libro “Eletti per servire”:

“Papa Francesco vuole sottolineare che, senza un rapporto personale con Cristo, l’impegno politico rischia di trasformarsi in percorsi puramente ideologici”.

Per padre Francesco Occhetta di Civiltà Cattolica "occorre un nuovo patto culturale" per rilanciare un modo di fare politica il cui obiettivo sia essere al servizio degli altri:

“Da una parte ci sia una bonifica di quelli che sono i piccoli comportamenti di corruzione, dall’altra parte, invece, si riscopra un servizio di gratuità e un servizio a coloro che non hanno parola e che sono gli ultimi”.

Una politica nuova, che guardi di più al bene comune passa anche attraverso l’immagine. Dunque no all’ostentazione del potere, dice Il direttore del Corriere del Mezzogiorno, Antonio Polito:

“Quindi, se stiamo chiedendo alla politica di essere meno d’elite e più in rapporto con il popolo, tutto sommato pensare all’immagine, cum grano salis ovviamente, ha un senso, perché in qualche modo è l’immagine che ti fai presso il popolo. Se non giri in auto blu per l’immagine, va bene, perché vuol dire che hai capito che la gente non lo vuole. Ed è giusto che non avvenga”.

inizio pagina

Commento al Vangelo della domenica dei SS. Pietro e Paolo

◊  

Nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù dice a Pietro:

«Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del Regno dei Cieli».

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma: 

“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, risponde con entusiasmo Pietro al Signore che chiede: “Voi, chi dite che io sia?”. E su questa fede, che il Padre ha donato all’apostolo, il Signore fonda la sua Chiesa. E gli dà un nome nuovo. “Il nome del primo dei discepoli è Šim´ôn, in ebraico ‘Docile (all’ascolto)’ della Parola. Ma il Signore gli muta il nome, come ‘presa di possesso’ definitivo, nell’aramaico Kêfâ’ [Pietro], la rupe salda nella fede, sopra la quale il Signore può costruire la ‘sua Chiesa’” (Federici). Alla professione di fede di Pietro, la Chiesa – per un disegno stesso di Dio – ha unito da sempre la confessione di Paolo, come canta il prefazio della Messa di oggi: “Tu hai voluto unire in gioiosa fraternità i due santi apostoli: Pietro, che per primo confessò la fede nel Cristo, Paolo, che illuminò le profondità del mistero; il pescatore di Galilea, che costituì la prima comunità con i giusti di Israele, il maestro e dottore, che annunziò la salvezza a tutte le genti”. Pieni di gratitudine a Dio per il dono di questi due apostoli, “dai quali abbiamo ricevuto il primo annunzio della fede” (Colletta), rinnoviamo oggi con tutta la Chiesa, con gli apostoli Pietro e Paolo, la nostra professione di fede e il nostro amore a Pietro, al Papa, e fatti nuovi nella Chiesa, per il perdono dei peccati, il Signore ci renda pietre vive per fondare in tutte le nazioni la sua Chiesa, perché tutti i popoli abbiano un “luogo” dove i loro peccati siano perdonati: “tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.

inizio pagina

Nella Chiesa e nel mondo



Ucraina: ancora scontri nonostante la tregua in atto

◊  

Ancora tensioni in Ucraina, nonostante la tregua in atto. Due militari di Kiev sono rimasti feriti nelle ultime ore in un combattimento nei pressi di Sloviansk, roccaforte dei separatisti nell'est del Paese. Secondo i media locali, nella notte miliziani filorussi avrebbero sferrato diversi attacchi contro postazioni delle truppe ucraine. Dopo aver firmato a Bruxelles il patto di associazione, prima tappa di avvicinamento dell’Ucraina all'Unione Europea, il presidente Petro Poroshenko aveva annunciato ieri di aver esteso il cessate-il-fuoco a lunedì prossimo. Intanto, da Mosca, il ministro dello Sviluppo economico russo, Alexiei Uliukaiev, ha fatto sapere che ulteriori sanzioni occidentali contro la Russia, mirate a colpire alcuni settori economici, avrebbero "serie conseguenze" sull'economia del Paese. (G.A.)

inizio pagina

Aleppo: Sant’Egidio, adesioni all’appello di Riccardi

◊  

“Salviamo Aleppo: ad una settimana dall’appello di Andrea Riccardi crescono le adesioni perché il dramma di Aleppo e della Siria non sia dimenticato”. Così, in una nota, la Comunità di Sant’Egidio. Il suo fondatore, nei giorni scorsi, aveva lanciato un appello per la città siriana, ricordando che ad Aleppo “accade qualcosa di terribile”, “ma viene ignorato, oppure si assiste rassegnati”: “Sono due anni – aveva sottolineato Riccardi – che si combatte ad Aleppo. Nel luglio 2012 è iniziata la battaglia nella città più popolosa della Siria. Eppure, i suoi due milioni di abitanti sono rimasti, preservando la millenaria coabitazione fra musulmani e cristiani”. “Bisogna imporre la pace – aveva concluso il fondatore della Comunità di Sant’Egidio – in nome di chi soffre”. Ora, la Comunità informa che aumentano i firmatari dell’appello: tra loro, rappresentanti di associazioni, di movimenti ecclesiali, personalità della società civile e del mondo politico. (G.A.)

inizio pagina

Mozambico: in 10 anni, via le mine anti-persona

◊  

Un mondo libero dalle mine anti-persona, entro dieci anni. È l’impegno assunto a Maputo, in Mozambico, dalla conferenza promossa dalla Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antipersona. All’evento hanno partecipato i rappresentanti di gran parte dei 161 Paesi firmatari del Trattato per la messa al bando di tali ordigni.

“La Dichiarazione di Maputo – afferma all’agenzia Misna Jared Bloch, portavoce della Campagna – prevede un piano d’azione dettagliato: si va dall’eliminazione delle scorte all’assistenza alle vittime e alla bonifica dei territori”.

A segnare i lavori è stato anche un annuncio degli Stati Uniti, Paese non firmatario del Trattato per la messa al bando delle mine antipersona, ma presente a Maputo in qualità di osservatore: l’ambasciatore americano in Mozambico, Douglas Griffiths, ha affermato che Washington si impegna a non produrre e a non acquistare più questo tipo di ordigni. “Un fatto importante – commenta Jared Bloch – e indicativo di un cambiamento di linea da parte di un Paese chiave per la lotta contro le mine antipersona”.

Il Trattato è entrato in vigore 15 anni fa. Secondo i dati presentati a Maputo, il numero dei morti e dei feriti causati dalle mine è diminuito dai circa 20 mila dell’inizio degli anni ’90 ai meno di 4.000 di oggi. Al Trattato non hanno ancora aderito Paesi come Stati Uniti, Russia, Cina, India e Pakistan. (G.A.)

inizio pagina

Papa in Asia: vescovi locali, un evento di grazia

◊  

“E’ la prima volta che un Papa partecipa all’Asian Youth Day (Ayd), la Giornata della gioventù asiatica: viviamo con grande gioia i giorni in preparazione all’incontro giovanile, che si svolgerà dal 10 al 17 agosto a Daejeon, in Sud Corea. La presenza del Papa sarà certamente un evento di grazia”. Ad affermarlo, in un messaggio inviato all’agenzia Fides, mons. Joel Bylon, vescovo della diocesi filippina di Legazpi, responsabile della Pastorale giovanile nell’Ufficio per i laici e la famiglia all’interno della “Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia”.

Il Papa incontrerà i giovani dell’Ayd il 15 agosto e celebrerà la Messa conclusiva dell’evento il 17 agosto. Mons. Bylon aggiunge che “non si deve per forza essere pellegrini all’Ayd per beneficiare della grazia che l’incontro porta con sé. Ogni persona che accoglierà lo spirito della Giornata nella sua coscienza e farà proprio con devozione filiale il messaggio di Papa Francesco - prosegue - potrà vivere l’Asian Youth Day, anche nella sua nazione, come esperienza profondamente significativa a livello spirituale”.

Il presule ricorda infine che “ognuno di noi, giovane o anziano, è chiamato ad essere un missionario del Vangelo, a proclamare la verità e a testimoniare l’amore di Dio al mondo, come dice il Papa nell’esortazione Evangelii Gaudium e invita a pregare sia per il successo della Giornata, “perché porti molto frutto”, sia per la prima visita di Papa Francesco in Asia. (G.A.)

inizio pagina

Torino: Sermig, volontariato aziendale con ‘A different job’

◊  

“A different job”. È il titolo dell’iniziativa di volontariato aziendale che il Sermig, il Servizio missionario giovani, avvia martedì 1° luglio a Torino, presso l’Arsenale della Pace. Ne dà notizia l’agenzia Sir.

Obiettivo dell’appuntamento, realizzato in collaborazione con PwC, organizzazione internazionale di servizi professionali alle imprese che opera in Italia con oltre 3400 dipendenti, è quello di dare un contributo fattivo alle comunità nelle quali opera. All’interno dell’Arsenale della Pace, la principale sede operativa del Sermig, i volontari si dedicheranno in parte al supporto delle attività ordinarie, come servizio mensa, riordino dei magazzini, smistamento dei pacchi destinati agli indigenti, e in parte alla ritinteggiatura degli oltre 200 metri di cancellata esterna e alla pulizia straordinaria dell’immobile.

“Siamo contenti - dicono al Sermig - che PwC con ‘A different job’ abbia scelto l’Arsenale della Pace come partner dell’iniziativa di volontariato aziendale. Ci conferma - proseguono - nella capacità di solidarietà e di bene alle persone, come abbiamo sperimentato nei cinquant‘anni di vita del Sermig: un fiume di restituzione che ha messo insieme il tempo, il denaro, le capacità di milioni di persone, credenti e non credenti, piccoli e grandi”. (G.A.)

inizio pagina

Padre Chour Damo secondo gesuita cambogiano

◊  

E’ il 29.enne Chour Damo il secondo gesuita cambogiano: pronunciando i voti perpetui di povertà, castità e obbedienza nella Compagnia di Gesù, il giovane ha sancito il suo ingresso nell’Ordine fondato da Sant’Ignazio di Loyola.

Come riferito dall’agenzia Fides, il ragazzo della provincia di Kampong Cham, a nordest di Phnom Penh, era attratto fin da piccolo dalla vita religiosa. Avendo incontrato alcuni Gesuiti, dopo un tempo di discernimento, ha deciso di entrare nella Compagnia. Dopo aver conseguito la laurea in Business Administration presso l'Università di Phnom Penh, ha lavorato come coordinatore del progetto di una scuola nella provincia di Prey Veng per cinque anni. Padre Damo è entrato nel noviziato gesuita nelle Filippine nel 2012 e a Manila studierà ora filosofia, prima di rientrare nuovamente per il servizio pastorale in Cambogia.

Nel Paese, vi sono circa 30 mila cattolici che rappresentano lo 0,15% della popolazione totale. I Gesuiti sono impegnati in Cambogia da oltre 20 anni nel campo dell’istruzione e della formazione professionale. La Compagnia di Gesù sostiene economicamente studenti della scuola primaria e insegnanti in aree remote e si è occupata anche della formazione degli insegnanti dell’Università Reale di Phnom Penh. In Cambogia, inoltre, gestisce vari centri per bambini svantaggiati. (G.A.)

inizio pagina

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVIII no. 179

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.