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Sommario del 28/02/2014

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa alla Commissione per l'America Latina: ridare speranza ai giovani disincantati
  • Il Papa: accompagnare, non condannare, quanti sperimentano il fallimento del proprio amore
  • Visita del Papa al Seminario Romano Maggiore. Intervista con il card. Vallini
  • Il Papa incontra un gruppo interreligioso argentino di ritorno dalla Terra Santa
  • Rinuncia del card. Meisner all’ufficio di arcivescovo di Colonia
  • Tweet del Papa: l’Eucaristia è essenziale per noi, è Cristo che vuole riempire la nostra vita con la sua grazia
  • Dal Soglio al Recinto: un anno dopo, Benedetto XVI e le ultime ore del Pontificato
  • Il card. Sandri ricorda tre testimoni della fede: il card. Posadas Ocampo, mons. Romero e mons. Angelelli
  • La Congregazione per le Chiese Orientali promuove la tradizionale Colletta per la Terra Santa
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Gli attacchi russi in Ucraina. La Merkel: "Mosca rispetti l'integrità territoriale di Kiev
  • Nigeria. Tresoldi (Nigrizia): i Boko Haram si frenano riformando la società
  • In Italia disoccupazione al 12,9%, peggio degli altri Paesi Ue
  • Giochi. Iori (Conagga): in delega fiscale novità promettenti. Speriamo nei decreti attuativi
  • Giornata Malattie Rare: serata di solidarietà per i piccoli pazienti del Policlinico Umberto I
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Siria: per l'Onu crimini più gravi di quelli commessi nella ex Jugoslavia
  • Attentato contro la chiesa latina nella Striscia di Gaza
  • Belgio, petizione per fermare la legge sull’eutanasia ai minori
  • Centrafrica: Hollande in visita alle truppe francesi di stanza a Bangui
  • L’impegno della Chiesa cattolica nelle zone più desolate del Mozambico
  • Spagna: oltre duecento migranti approdano a Melilla
  • Violenza in Yemen: 24 morti negli scontri tra esercito e ribelli
  • A marzo la marcia per la vita in Perù: "Tutti abbiamo un bambino dentro"
  • Seconda Giornata europea per la parità retributiva tra donne e uomini
  • In Europa oltre 17 mila bambini ogni giorno denunciano violenze
  • Il cardinale Scola al Santuario della Beata Vergine delle Lacrime
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa alla Commissione per l'America Latina: ridare speranza ai giovani disincantati

    ◊   Educare non è soltanto trasmettere conoscenze. La trasmissione della fede, solo attraverso l’insegnamento di contenuti, sarà superficiale o ideologica. E’ quanto ha detto Papa Francesco rivolgendo stamani un lungo discorso a braccio ai membri della Pontificia Commissione per l’America Latina. La trasmissione della fede – ha detto il Santo Padre - non avrà radici se non sarà accompagnata da comportamenti e da valori. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Per poter trasmettere la fede, oltre alla divulgazione di contenuti di base, è necessario creare l’abitudine di una condotta, favorire la ricezione dei valori che la preparino e la facciano crescere. La trasmissione della fede – ha detto il Papa - si basa su tre pilastri: utopia, memoria e discernimento. Il primo, importante per i bambini e soprattutto per i giovani, "è la buona gestione dell’utopia". In America Latina – ha ricordato il Pontefice – "una gestione non del tutto equilibrata dell’utopia", come nel caso dell’Argentina, ha portato ragazzi dell’Azione Cattolica ad unirsi, negli anni Settanta, alla guerriglia. Ma saper far crescere l’utopia di un giovane "è una ricchezza". "Un giovane senza utopia è un vecchio precoce". Poi gli altri due pilastri: in un giovane – ha osservato Papa Francesco – un’utopia "cresce bene se accompagnata da memoria e discernimento. L’utopia guarda al futuro, la memoria guarda al passato e il presente si discerne. Il giovane deve ricevere la memoria e piantare le radici della sua utopia in questa memoria; discernere nel presente la sua utopia, il segno dei tempi. Sì l’utopia va avanti, ma è molto radicata nella memoria e nella storia che ha ricevuto. Discernere nel presente – abbiamo bisogno di maestri di discernimento per i giovani! – e già progettato nel futuro”.

    La chiave per affrontare "l’emergenza educativa" - ha proseguito - è l’incontro tra generazioni, l’incontro tra giovani e anziani. Questo incontro permette infatti di conoscere il passato e di saper leggere il presente. La fede di un giovane – sottolinea quindi il Papa – matura se non mancano la memoria del passato, il discernimento del presente e l’utopia del futuro. Ma il vero problema nella società odierna è "la cultura dello scarto": "oggi, per l’economia che si è radicata nel mondo, al centro – ha affermato il Santo Padre - c’è il dio denaro e non la persona umana". E quindi "tutto quello che non entra in questo ordine, si scarta. Si scartano i bambini che soffrono, che danno fastidio e che non conviene che vengano", "si scartano gli anziani" e "in alcuni Paesi dell'America Latina c'è l'eutanasia nascosta": sono considerati a volte “materiali di scarto".

    E poi ci sono i giovani. Oggigiorno – ha affermato – “dà fastidio a questo sistema mondiale la quantità di giovani ai quali è necessario dare lavoro” e dunque c’è “questa percentuale così alta di disoccupazione giovanile. Stiamo tenendo una generazione di giovani che non hanno l’esperienza della dignità!”. Così, “oggi anche i giovani fanno parte di questo materiale di scarto”. E il giovane che è senza lavoro “anestetizza l’utopia!”. La droga, che "sta distruggendo questa generazione di giovani" e "non è soltanto un problema di vizio", e "la proliferazione di dipendenze", quali la ludopatia, sono alcuni degli ostacoli lungo il cammino delle nuove generazioni. "L’utopia di un giovane entusiasta – ha detto il Papa – oggi si sta trasformando in disincanto". Ai giovani disincantati – ha affermato il Pontefice rivolgendosi ai membri della Pontificia Commissione per l’America Latina – "è necessario dare fede e speranza".

    Nel discorso consegnato ma non letto, il Papa ha inoltre sottolineato che la "Chiesa vuole imitare Gesù nell’accostarsi ai giovani". Desidera ripetere che vale la pena seguire l’esempio che ci ha dato. Un esempio di dedizione, di servizio, di amore disinteressato e di lotta per la giustizia e la verità. E’ bello vivere come ha vissuto Gesù, scacciando l’egoismo e lasciandosi attrarre dalla bellezza e dalla bontà. "Chi conosce in profondità Gesù - si legge nel testo - non rimane in poltrona. Si unisce al suo stile di vita ed arriva ad essere un discepolo missionario del suo Vangelo, dando gioiosa testimonianza della sua fede, non risparmiando sacrifici". I giovani ascoltino la Parola di Gesù, ascoltino che Cristo non è un personaggio di una novella, ma una persona viva. I giovani – si legge infine del documento – sperano in noi. Non deludiamoli! "Che le comunità cristiane dell’America Latina e dei Caraibi - ha esortato il Pontefice - sappiano essere vicine, maestre e madri di tutti e di ciascuno dei suoi giovani".

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    Il Papa: accompagnare, non condannare, quanti sperimentano il fallimento del proprio amore

    ◊   Dietro la casistica c’è sempre una trappola contro di noi e contro Dio. E’ quanto affermato stamani da Papa Francesco nella Messa a Casa Santa Marta. Il Papa, commentando il Vangelo odierno, si è soffermato sulla bellezza del matrimonio ed ha avvertito che bisogna accompagnare, non condannare, quanti sperimentano il fallimento del proprio amore. Quindi, ha ribadito che Cristo è lo Sposo della Chiesa e dunque non si può comprendere l’una senza l’Altro. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    I dottori della legge cercano di porre delle trappole a Gesù per “togliergli l’autorità morale”. Papa Francesco ha preso spunto dal Vangelo di oggi per offrire una catechesi sulla bellezza del matrimonio. I farisei, ha osservato, si presentano da Gesù con il problema del divorzio. Il loro stile, ha rilevato, è sempre lo stesso: “la casistica”, “E’ lecito questo o no?

    “Sempre il piccolo caso. E questa è la trappola: dietro la casistica, dietro il pensiero casistico, sempre c’è una trappola. Sempre! Contro la gente, contro di noi e contro Dio, sempre! ‘Ma è lecito fare questo? Ripudiare la propria moglie?’. E Gesù rispose, domandando loro cosa dicesse la legge e spiegando perché Mosé ha fatto quella legge così. Ma non si ferma lì: dalla casistica va al centro del problema e qui va proprio ai giorni della Creazione. E’ tanto bello quel riferimento del Signore: ‘Dall’inizio della Creazione, Dio li fece maschio e femmina, per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne’”.

    Il Signore, ha proseguito il Papa, “si riferisce al capolavoro della Creazione” che sono appunto l’uomo e la donna. E Dio, ha detto, “non voleva l’uomo solo, lo voleva” con la “sua compagna di cammino”. E’ un momento poetico, ha osservato, quando Adamo incontra Eva: “E’ l’inizio dell’amore: andate insieme come una sola carne”. Il Signore, ha quindi ribadito, “sempre prende il pensiero casistico e lo porta all’inizio della rivelazione”. D’altro canto, ha poi spiegato, “questo capolavoro del Signore non è finito lì, nei giorni della Creazione, perché il Signore ha scelto questa icona per spiegare l’amore che Lui ha verso il suo popolo”. Al punto, ha rammentato, che “quando il popolo non è fedele" Lui "gli parla, con parole di amore”:

    “Il Signore prende questo amore del capolavoro della Creazione per spiegare l’amore che ha con il suo popolo. E un passo in più: quando Paolo ha bisogno di spiegare il mistero di Cristo, lo fa anche in rapporto, in riferimento alla sua Sposa: perché Cristo è sposato, Cristo era sposato, aveva sposato la Chiesa, il suo popolo. Come il Padre aveva sposato il Popolo di Israele, Cristo sposò il suo popolo. Questa è la storia dell’amore, questa è la storia del capolavoro della Creazione! E davanti a questo percorso di amore, a questa icona, la casistica cade e diventa dolore. Ma quando questo lasciare il padre e la madre e unirsi a una donna, farsi una sola carne e andare avanti e questo amore fallisce, perché tante volte fallisce, dobbiamo sentire il dolore del fallimento, accompagnare quelle persone che hanno avuto questo fallimento nel proprio amore. Non condannare! Camminare con loro! E non fare casistica con la loro situazione”.

    Quando uno legge questo, è stata la sua riflessione, “pensa a questo disegno d’amore, questo cammino d’amore del matrimonio cristiano, che Dio ha benedetto nel capolavoro della sua Creazione”. Una “benedizione – ha avvertito – che mai è stata tolta. Neppure il peccato originale l’ha distrutta!”. Quando uno pensa a questo, dunque, “vede quanto bello è l’amore, quanto bello è il matrimonio, quanto bella è la famiglia, quanto bello è questo cammino e quanto amore anche noi, quanta vicinanza dobbiamo avere per i fratelli e le sorelle che nella vita hanno avuto la disgrazia di un fallimento nell’amore”. Richiamandosi infine a San Paolo, Papa Francesco ha sottolineato la bellezza “dell’amore che Cristo ha per la sua sposa, la Chiesa!”:

    “Anche qui dobbiamo stare attenti che non fallisca l’amore! Parlare di un Cristo troppo scapolo: Cristo sposò la Chiesa! E non si può capire Cristo senza la Chiesa e non si può capire la Chiesa senza Cristo. Questo è il grande mistero del capolavoro della Creazione. Che il Signore ci dia a tutti i noi la grazia di capirlo e anche la grazia di mai cadere in questi atteggiamenti casistici dei farisei, dei dottori della legge”.

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    Visita del Papa al Seminario Romano Maggiore. Intervista con il card. Vallini

    ◊   Papa Francesco si reca oggi alle 18,00 – è la sua prima volta - al Pontificio Seminario Romano Maggiore per incontrare i seminaristi di Roma in occasione della festa della Madonna della Fiducia. Sull’attesa di questo incontro ascoltiamo il cardinale vicario Agostino Vallini, al microfono di Luca Collodi:

    R. - C’è una grande gioia, una grande attesa, e certamente questa sera il Santo Padre dialogherà con i seminaristi e darà loro un forte incoraggiamento e delle luci per il loro cammino formativo.

    D. - Come sta cambiando il seminarista nella Diocesi di Roma?

    R. - La novità più grande è che la maggioranza dei seminaristi è composta da giovani adulti, normalmente già in possesso di titoli di studi accademici, che hanno maturato la loro scelta nelle parrocchie o in altre forme di esperienze spirituali; sono giovani che fanno un cammino di discernimento, perché prima di iniziare la formazione in senso stretto, frequentano il seminario, anche se in modo alterno, per un anno propedeutico di discernimento, di approfondimento della loro vocazione. In seguito, cominciano gli studi della filosofia e della teologia e il loro itinerario di formazione che prevede anche esperienze pastorali e soprattutto il forgiare lo spirito in un’esperienza di vita comunitaria. Saranno chiamati dal sacerdote ad essere guide di comunità: il Seminario li prepara a questo. Direi che oggi c’è una maggiore consapevolezza dell’impegno ma anche direi della generosità e tanta passione.

    D. - Quindi per Roma si può parlare di una tradizione di vocazioni adulte …

    R. - È un po’ una tradizione, ormai da molti anni; ci sono anche numeri più piccoli di giovani che vengono dal cammino preparatorio al Seminario Maggiore: quelli del Seminario Minore. Però, certo, oggi sarebbe necessario anche un numero maggiore di giovani e di vocazioni per Roma.

    D. – Questi giovani restano o ci sono anche delle uscite dal Seminario?

    R. - Partiamo dalla considerazione che la chiamata del Signore attende una risposta libera. Durante il cammino formativo, se un giovane comprende o è aiutato a comprendere, che il cammino seminaristico non è il suo bene viene aiutato o sceglie di lasciare. Sono eccezioni per la verità, perché prima di entrare nell’itinerario di formazione seminaristica vero e proprio, c’è una preparazione, contatti, discernimento, fatto anche con delle guide, e questo certo dispensa poi da sorprese successive.

    D. - Quale sarà l’augurio che rivolgerà la comunità dei seminaristi al Papa questa sera?

    R. - Come tutti, c’è un grande affetto verso la persona di Papa Francesco e quindi sono desiderosi di ascoltare che cosa il cuore del Papa confida loro, ma gli augureranno un lungo Pontificato e prometteranno di essergli accanto con la preghiera e con la generosa sequela.

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    Il Papa incontra un gruppo interreligioso argentino di ritorno dalla Terra Santa

    ◊   Nel pomeriggio di questo giovedì, presso Casa Santa Marta, Papa Francesco ha ricevuto la visita di un importante gruppo interreligioso argentino. Lo riferisce il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Il gruppo, composto di 45 persone - di cui 15 ebrei, 15 musulmani e 15 cattolici -, era di ritorno dalla Terra Santa, dove ha compiuto un pellegrinaggio di diversi giorni, che ha in un certo senso precorso quello del Santo Padre, toccando i tre Paesi dove egli si recherà - Giordania, Israele, Palestina –, incontrandovi le più alte personalità politiche e religiose e visitando i luoghi santi delle tre religioni. Molti membri del gruppo, di cui fanno parte diversi rabbini, imam e sacerdoti, conoscevano già e avevano rapporti in Argentina con il cardinale Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, e avevano sviluppato con lui iniziative comuni, spesso di carattere sociale o caritativo per persone o gruppi sociali in situazioni difficili, o di dialogo interreligioso. Fra i motivi della loro partecipazione a questa iniziativa comune vi è quindi la condivisa amicizia o vicinanza spirituale con il Papa, cosicché hanno voluto che la conclusione del loro pellegrinaggio avvenisse a Roma, incontrando il Santo Padre e facendogli i migliori auguri per il suo ministero di pace e di dialogo e per il suo prossimo pellegrinaggio nella Terra Santa. L’incontro è stato caratterizzato da grande cordialità ed è durato circa un’ora. Hanno partecipato all’incontro anche i cardinali Kurt Koch, presidente della Commissione per i Rapporti con l’Ebraismo, e Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

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    Rinuncia del card. Meisner all’ufficio di arcivescovo di Colonia

    ◊   Il Papa ha accettato la rinuncia del cardinale Joachim Meisner all’ufficio di arcivescovo metropolita di Colonia, in Germania, per raggiunti limiti di età.

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    Tweet del Papa: l’Eucaristia è essenziale per noi, è Cristo che vuole riempire la nostra vita con la sua grazia

    ◊   Il Papa ha lanciato oggi questo tweet: “L’Eucaristia è essenziale per noi: è Cristo che vuole entrare nella nostra vita e riempirla con la sua grazia”.

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    Dal Soglio al Recinto: un anno dopo, Benedetto XVI e le ultime ore del Pontificato

    ◊   “Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio sulla terra”. Così, il 28 febbraio di un anno fa, si congedava da Castel Gandolfo e dal mondo Benedetto XVI, nel giorno in cui, alle otto di sera, poneva fine al suo Pontificato. Alessandro De Carolis ricorda nel suo servizio le parole del Papa che scandirono gli istanti di quella indimenticabile giornata:

    Quanto possono essere lunghi cinque minuti? Cinque minuti per dire un grazie, che il cuore di chi ascolta avverte come un addio mentre l’anima che lo pronuncia sa che è un arrivederci, anche se un arrivederci a un domani inaspettato? I cinque minuti che Benedetto utilizza in punta di voce per salutare i cardinali la mattina del suo ultimo giorno di Pontificato non sono mai realmente trascorsi, durano ancora oggi. Le lancette della memoria sono più lente di quelle di un orologio e tendono a rubare tempo al tempo quando il ricordo porta dal fondo alla superficie un momento che merita di rimanere per sempre. Accade in quei cinque minuti, nella Sala Clementina, quando il Papa che ha scelto di rimanere nel recinto di Pietro dove nessuno aveva mai pensato di stare fa un inchino ideale a chi verrà dopo di lui. Un inchino che per certi versi anticipa quello che il Successore farà 13 giorni dopo:

    “Continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all’azione dello Spirito Santo nell’elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio dei cardinali, c’è anche il futuro Papa, al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza”.

    Tra i 144 cardinali che ascoltano in Sala Clementina questa modestia mangiata dall’emozione c’è anche il cardinale di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, che qualche istante dopo si accosta a Papa Benedetto per salutarlo con il calore che il mondo ancora non conosce ma che la telecamera registra per intero. Pochi secondi tra i due, dopo quei “soli” cinque minuti: la lunga storia che dura un giorno solo procede in fretta e una volta giunta all’epilogo, davanti al rovente catino di Castel Gandolfo, sembra addirittura accelerare:

    “Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra”.

    Un pellegrinaggio che per Papa Benedetto non ha più bisogno di ore, di minuti, di istanti, ma solo del tempo concesso da Dio per stare con Lui. Con un solo obiettivo, il quale anch’esso non avrà più bisogno della ribalta del mondo, ma solo di una stanza nascosta, quella della coscienza:

    “Con il mio cuore con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie, vi imparto adesso con tutto il cuore la mia Benedizione. Ci benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Grazie, buona notte! Grazie a voi tutti!”.

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    Il card. Sandri ricorda tre testimoni della fede: il card. Posadas Ocampo, mons. Romero e mons. Angelelli

    ◊   Stamani il cardinale argentino Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha celebrato una Messa in occasione della plenaria della Pontificia Commissione per l'America Latina. Nell’omelia, il porporato ha detto che “una costante della storia cristiana è la persecuzione e la croce, che in questo mondo e in questo tempo della Chiesa toccano molti suoi figli”.

    “Un gran numero di vescovi e sacerdoti, religiosi e religiose” – ha detto - hanno perso la vita come discepoli di Cristo nel nostro continente”: solo “nel 2013 sono stati uccisi in America Latina 15 sacerdoti”. Il cardinale Sandri ha ricordato in particolare tre figure, “senza anticipare il giudizio della Chiesa – ha specificato - e senza dare alle parole ‘martirio’ e ‘martire’ un significato canonico e teologico ed evitando qualsiasi interpretazione politica”: si tratta del cardinale Juan Jesus Posadas Ocampo, arcivescovo di Guadalajara, in Messico, assassinato il 24 maggio 1993; mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, assassinato il 24 marzo 1980, la cui causa di canonizzazione è in corso, “e speriamo – ha detto - di vederlo presto come un modello per tutta la Chiesa”; e infine mons. Enrique Angelelli, vescovo coraggioso di La Rioja, in Argentina, morto il 4 agosto 1976, “in un incidente d'auto sospetto” in un contesto di persecuzione contro questa Chiesa locale. In un’omelia del 2006, l’allora cardinale arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, parlò di attacchi alla Chiesa di La Rioja attraverso i consueti metodi di disinformazione, diffamazione e calunnia e definì mons. Angelelli un testimone che ha versato il sangue per la fede. Anche la causa di canonizzazione di questo vescovo è in corso.

    Tutte queste vicende – ha sottolineato il cardinale Sandri – mostrano come in America Latina il sangue di Cristo è “versato nella persona dei nostri fratelli, vittime della persecuzione, del terrorismo in generale e del terrorismo di Stato in particolare, della violenza irrazionale e del traffico di droga, o vittime per la loro fedeltà all'opzione preferenziale per i poveri, implicita nella fede cristologica”.

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    La Congregazione per le Chiese Orientali promuove la tradizionale Colletta per la Terra Santa

    ◊   La Congregazione per le Chiese Orientali, accogliendo la preoccupazione più volte manifestata da Papa Francesco, “invita le Chiese particolari di tutto il mondo ad esprimere nel tempo quaresimale una speciale vicinanza spirituale e materiale verso i cristiani che vivono nella Terra di Gesù e nel Medio Oriente”. Il 21 novembre scorso – si ricorda un comunicato - nell’udienza concessa alla sessione plenaria del dicastero orientale il Santo Padre osservò che: “la Siria, l’Iraq, l’Egitto, e altre aree della Terra Santa, talora grondano lacrime” e aggiunse che: “il Vescovo di Roma non si darà pace finché vi saranno uomini e donne, di qualsiasi religione, colpiti nella loro dignità, privati del necessario alla sopravvivenza, derubati del futuro, costretti alla condizione di profughi e rifugiati”.

    L’annuale Colletta pro Terra Santa – afferma il comunicato – “va, perciò, sostenuta ancor più generosamente dai pastori e dai fedeli dell’intera comunità cattolica”. Il cardinale prefetto Leonardo Sandri ha disposto per tutti i vescovi la tradizionale lettera per ricordare “l’importanza dell’iniziativa affinché nel prossimo Venerdì Santo, come suggerito dai Sommi Pontefici, o in altra circostanza appropriata sia sottolineato il dovere di pregare e aiutare concretamente i fratelli e le sorelle, e le comunità ecclesiali di quella Terra. Saranno fornite ai vescovi informazioni sui principali progetti che, oltre ai sussidi ordinari per la missione ecclesiale, il Dicastero e la Custodia Francescana hanno realizzato nell’anno 2013 in campo pastorale, educativo, assistenziale, sociale. Tra questi il contributo per i restauri alla Basilica della Natività di Betlemme, che ha ottenuto un lodevole sostegno a livello ecumenico e da varie nazioni. Le ‘pietre vive’ costituiscono, però, la priorità di sempre: la voce relativa alle scuole cattoliche di ogni ordine fino al grado universitario riceve, pertanto, il più consistente apporto. Ma non mancano le emergenze straordinarie: i profughi e i rifugiati, per primi, i quali per la guerra e altre forme di violenza bussano sempre di più alle porte delle comunità cristiane. Come pure i sacerdoti, i religiosi e le religiose, che insieme ai volontari laici costituiscono il più immediato e sicuro riferimento alle popolazioni colpite perché ne condividono giorno per giorno le prove, le necessità e le speranze”.

    Nel messaggio per la Quaresima 2014 – si ricorda - il Santo Padre ha chiesto che “lo Spirito Santo sostenga i nostri propositi e rafforzi in noi l’attenzione e la responsabilità verso la miseria umana, per diventare misericordiosi e operatori di misericordia”. “La Terra Santa – conclude il comunicato del dicastero - attende le nostre opere di misericordia per continuare ad annunciare l’amore di Dio, che ha scelto l’umanità come sua famiglia. In tal modo prepareremo e accompagneremo nel modo migliore l’atteso pellegrinaggio di Papa Francesco nella Terra di Gesù”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In Chiesa come a casa: le raccomandazioni di Papa Francesco alla plenaria della Pontificia Commissione per l'America Latina.

    Quando fallisce un amore: Messa del Pontefice a Santa Marta.

    La Quaresima di Bergoglio: stralci dell'omelia per il mercoledì delle ceneri del 2007 e il testo integrale di quella pronunciata per la stessa occasione nel 2009 contenuti nel volumetto (in uscita il 5 marzo) "Dio non si stanca di perdonare", che raccoglie meditazioni pronunciate tra il 2004 e il 2011 a Buenos Aires dall'arcivescovo Jorge Mario Bergoglio per il tempo quaresimale.

    A due passi ma lontanissimi: Cristian Martini Grimaldi sulla comunicazione e il buon samaritano.


    Chi salvò i tesori di Montecassino: Francesco Bianchini sui documenti che attestano il ruolo del generale tedesco Fridolin von Senger und Etterling.


    A proposito di riedizioni, Claudio Toscani sui tre ritorni di Mario Pomilio.


    Il Parlamento ucraino accusa la Russia di invasione.

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    Oggi in Primo Piano



    Gli attacchi russi in Ucraina. La Merkel: "Mosca rispetti l'integrità territoriale di Kiev

    ◊   Nuova giornata di tensione in Ucraina. Dopo gli attacchi di gruppi armati russi ai palazzi del potere in Crimea e, stanotte, agli aeroporti di Simferopoli e Sebastopoli, Kiev accusa apertamente Mosca di aggressione. Intanto, c'è attesa per quanto dirà oggi in conferenza stampa il presidente destituito Yanukovich, che ha ricevuto protezione da Mosca. Sentiamo Giancarlo La Vella:

    E’ il ministro degli Interni di Kiev, Avakov, in persona ad accusare direttamente la Russia di voler mettere in atto una vera e propria invasione armata in Crimea. L'accusa giunge all'indomani delle occupazioni del parlamento, del governo e, la notte scorsa, degli aeroporti di Simferopoli e Sebastopoli, ma anche della richiesta del parlamento regionale di votare, attraverso un referendum previsto per il 25 maggio, la secessione della penisola da Kiev. La Crimea è fortemente ancorata alla cultura russa e strategicamente importante per Mosca, che mantiene a Sebastopoli, in territorio ucraino, la sede della sua flotta nel Mar Nero. Dopo la destituzione di Yanukovich, quindi, appare tutt’altro che archiviata la pratica relativa alla nascita della nuova Ucraina, un Paese che vorrebbe avvicinarsi di più all’Europa e allentare i legami con la Russia. Dagli Stati Uniti pieno appoggio al nuovo corso ucraino, mentre la cancelliera tedesca, Angela Merkel, chiede a Mosca di rispettare l'integrità territoriale dell'Ucraina. Intanto, Kiev ha spiccato dieci ordini d’arresto nei confronti di esponenti del vecchio regime. Chiesta a Mosca, inoltre l’estradizione di Yanukovich. In questa situazione, c’è attesa per quanto dirà in conferenza stampa l’ex capo dello Stato, che rivendica il suo ruolo di presidente legittimo, una convinzione condivisa anche al Cremlino. “Una provocazione bella e buona”, tuona il leader dell’opposizione, Klitschko.

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    Nigeria. Tresoldi (Nigrizia): i Boko Haram si frenano riformando la società

    ◊   “La Nigeria è in guerra contro i Boko Haram”: è la dichiarazione resa dal presidente Jonathan Goodluck dopo gli attacchi terroristici del gruppo estremista islamico, che solo negli ultimi giorni hanno provocato più di 50 morti. L’ultimo ieri con 32 persone uccise. Secondo Goodluck, l’obiettivo dell’organizzazione è tentare di rovesciare il suo governo. L'opinione di Efrem Tresoldi, direttore responsabile di Nigrizia, intervistato da Maura Pellegrini Rhao:

    R. – Questa realtà estremamente pericolosa è causata dall’insorgenza del gruppo del Boko Haram, un gruppo che si ispira all’islam ma che sappiamo bene essere un gruppo terroristico. Si parla di migliaia di vittime dal 2009. Questi attacchi si sono concentrati praticamente negli Stati nordorientali del Paese. Questi gruppi possono facilmente uscire e entrare nel Paese, dati i confini "porosi" che esistono tra la Nigeria e il Ciad. L’altro fatto che bisogna sottolineare è che, per esempio, gli Stati di Borno e lo Stato di Jobe sono tra gli Stati più poveri della Nigeria dove c’è una speranza di vita sui 47 anni, un analfabetismo rampante e sono Stati nei quali c’è una grande voglia di vendicarsi contro le ingiustizie compiute anche da parte dello Stato federale e dalla situazione di abbandono, appunto, in cui si trovano queste popolazioni. Bisogna ccpire, quindi, quale sia il motivo per cui i Boko Haram sono così capaci di commettere queste atrocità: non è soltanto l’indottrinamento, ma anche questa voglia di farsi giustizia da sé nei riguardi di uno Stato visto come inadempiente o addirittura semplicemente punitivo e che non porta alcun beneficio alla popolazione. C’è anche tutto un sostrato sociale ed economico che è un terreno fertile, perché questi gruppi possano poi espandersi e continuare le loro attività criminali.

    D. – C’è una parte della popolazione, se non della Nigeria, o comunque dei Paesi vicini, che sostiene i Boko Haram?

    R. – Non abbiamo prove, però ci si domanda come mai questi possano agire impunemente senza essere mai arrestati. Il sospetto è di una certa complicità. Oltre a questo, sono in vista le elezioni del 2015 e si suppone che intendano influenzare in maniera veramente negativa la situazione per dimostrare, appunto, l’incapacità di questo governo sotto la guida di Goodluck Jonathan. C’è anche il sospetto che, appunto, non solo ci siano complicità esterne al Boko Haram, ma anche all’interno del Paese, soprattutto in ambienti politici, forse anche per avvantaggiarsi per le prossime elezioni.

    D. – Ci sono circa 300 mila sfollati dal nord della Nigeria e diventa sempre più difficile per le organizzazioni umanitarie portare aiuti…

    R. – C’è il problema dell’emergenza umanitaria, che va affrontato con l’aiuto anche di organizzazioni straniere, per poter far fronte a questa grossa calamità causata dal terrorismo. Ma la soluzione non può essere soltanto la repressione militare e poliziesca del movimento: occorre mettere mano veramente a riforme sociali, economiche per dare speranza anche e soprattutto alla grande maggioranza dei giovani che non hanno prospettive.

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    In Italia disoccupazione al 12,9%, peggio degli altri Paesi Ue

    ◊   Ennesimo rialzo per la disoccupazione. A gennaio, il tasso registrato dall’Istat è stato del 12,9%, ai massimi livelli dal 1977. “Allucinante”, ha detto il premier Renzi, che ha chiesto subito l’avvio del "Job act". Il servizio di Alessandro Guarasci:

    L’Italia peggiora rispetto alla media degli altri Paesi. Nel mese di gennaio, il tasso di disoccupazione nell'Eurozona è rimasto stabile al 12%, mentre in Italia è aumentato dello 0,2%. Il numero dei senza lavoro sfiora i quattro milioni, con una crescita di 260 mila unità in un anno. Drammatica la situazione al sud. Se prendiamo il 2013, la disoccupazione ha raggiunto un tasso del 12,2%, ma nel Mezzogiorno è schizzata al 19,7%. E altrettanto preoccupante su base nazionale è il dato di chi ha tra i 15 e i 24 anni: in questo caso, i senza lavoro sono il 42,4%, circa 690 mila persone. E gli inattivi, coloro che non cercano un impiego, lo scorso anno erano il 36,5%. Eppure qualcosa, nel mercato del lavoro si sta muovendo. Le aziende cominciano a ricercare alcune specifiche figure. Domenico Mauriello del centro studi di Unioncamere:

    R. – Un incremento, seppur lieve, ma è da evidenziare in questa fase congiunturale di alcune professioni della filiera dell’informatica, soprattutto programmatori web, sviluppatori software e programmatori.

    D. – Si tratta però di professioni in cui serve una forte specializzazione da quello che capiamo...

    R. – Servono competenze tecniche molto molto forti. Però, quello che le imprese in questo momento chiedono è di lavorare con un grande senso di intraprendenza, pur essendo un lavoro alle dipendenze e non un lavoro autonomo, imprenditoriale.

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    Giochi. Iori (Conagga): in delega fiscale novità promettenti. Speriamo nei decreti attuativi

    ◊   Giochi pubblici, minori e mezzi di comunicazione radiotelevisiva. Un nuovo assetto di questo delicato settore, che include ludopatia e contrasto al gioco d’azzardo, sarà all’attenzione del governo entro un anno. Lo prevede la delega fiscale approvata ieri alla Camera e ormai legge. In attesa dei decreti attuativi, giudizi positivi arrivano da molte associazioni, anche se non mancano le perplessità. Il servizio di Gabriella Ceraso:

    Il governo Renzi avrà un anno di tempo per tentare, con limiti e disposizioni più chiare rispetto al passato, di contrastare la ludopatia e questo è senz’altro positivo”, commenta il Coordinamento nazionale gruppi per i giocatori d'azzardo–CONAGGA che rileva, tra gli aspetti più interessanti della delega fiscale in materia, la creazione di un fondo apposito per curare il gioco d’azzardo patologico, "una garanzia di cura specialistica pubblica che allinea l’Italia all’Ue, ma che per essere efficace non dovrebbe dipendere solo dallo Stato”, sostiene il presidente del "Conagga", Matteo Iori :

    "Una parte del fondo dovrebbe venire dalla diminuzione dei play out, dei soldi cioè dati in vincita ai cittadini, perchè i cittadini, secondo me, dovrebbero farsi carico dei loro concittadini più fragili. Un'altra parte del Fondo dovrebbe arrivare dall'industria del gioco d'azzardo, perchè se è vero che fanno attività legale attraverso le concessioni date dai governi, fanno anche un'attività che ha ricadute a volte sulle persone più fragili e quindi come responsabilità sociale d'impresa credo che le industrie dovrebbero partecipare alla formazione del Fondo. Il terzo attore da chiamare in causa, anche se sembra paradossale, è lo Stato, perchè è lo Stato che promuove nuovi giochi, ma è lo Stato che deve garantire una cura. Tutti e tre gli attori godono dei frutti del gioco ed è giusto che siano responsabili delle conseguenze che questo ha".

    Positivo anche il riconoscimento pubblico, contenuto nella delega, delle iniziative "no-slot" e il ruolo restituito ai Comuni nell’autorizzazione e pianificazione dei luoghi di gioco, nel segno di una loro riduzione e concentrazione. Perplessità invece nascono dal divieto di pubblicità radiotelevisive in fasce protette, "norma già esistente nel decreto Balduzzi del 2012, ma mai rispettata", spiega ancora Matteo Iori:

    “Mi lascia un po’ perplesso la definizione del comma specifico, quando parla di ‘evitare gli spot sui giochi d’azzardo che inducono dipendenza’. Perché mi chiedo : quali sono quelli che inducono dipendenza, e quali no? Noi, come Conagga abbiamo avuto nei nostri gruppi, persone che erano dipendenti dalle slot machine, dalle videolottery ma anche dai gratta-e-vinci, dalle scommesse ippiche, dalle scommesse in agenzie, dai giochi online… Quindi, non vorrei che dopo si instaurasse un meccanismo per il quale ci sono solo alcuni giochi che sono pericolosi, mentre gli altri non generano dipendenza e quindi si possono pubblicizzare senza problemi. L'unica cosa che mi fa ben spertare in questa occasione è il fatto che c’è una consapevolezza diversa della politica e la voglia di farsi carico un po’ di questo problema. Poi vedremo, con i decreti attuativi, se lo sarà anche nei fatti”.

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    Giornata Malattie Rare: serata di solidarietà per i piccoli pazienti del Policlinico Umberto I

    ◊   Ricorre oggi, sul tema dell'"assistenza", la settima Giornata mondiale delle malattie rare, nata per sensibilizzare la popolazione sulla realtà di queste patologie che, in Italia, colpiscono circa un milione e mezzo di persone in quasi 8 mila forme diverse e nel 70% dei casi si tratta di bambini. Una serata di solidarietà è stata organizzata per questa sera al "Radisson Blue es Hotel di Roma" per raccogliere fondi destinati all'acquisto di una MOC per i bambini affetti da osteogenesi imperfetta e in cura nel Policlinico romano UMberto I. Presso il Policlinico Gemelli di Roma, si è svolto invece in questi giorni un convegno sulle diverse "fragilità" della persona con malattia rara e sull’attenzione da parte degli operatori sanitari, le famiglie e i caregivers che se ne occupano. Quando una malattia è, dunque, definita rara e cosa è emerso dal Convegno? Eliana Astorri ha rivolto la domanda al prof. Giuseppe Zampino, responsabile del Centro malattie rare e congenite del Dipartimento di scienze pediatriche del Gemelli di Roma:

    R. – Il criterio per definire la malattia rara è quello epidemiologico. Si definisce rara una condizione che ha una prevalenza inferiore ad 1 su 2 mila; cioè, la quantità di persone che hanno questa condizione deve essere al di sotto di 1 su 2 mila persone presenti nell’ambiente.

    D. – Con una malattia rara ci si nasce o si può contrarre in età adulta?

    R. – Per la maggior parte delle malattie rare ci si nasce, sono condizioni congenite ma alcune possono essere acquisite, quindi acquisite anche in età adulta. Alcune malattie congenite possono presentarsi poi lungo tutto il decorso della vita e quindi investire anche l’età adulta.

    D. – Qual è la maggior difficoltà nell’effettuare la diagnosi di queste malattie?

    R. – Queste sono malattie rare, quindi, a volte si ha difficoltà a definire chiaramente i fenotipi, altre volte si ha difficoltà - avendo definito i fenotipi, cioè la caratteristiche cliniche - a trovare un marcatore biologico che in qualche modo confermi la diagnosi; a volte per avere una conferma diagnostica, visto che non c’è un test, si ha la necessità di confrontarsi con altri specialisti del settore e dire se l’ipotesi pensata ha senso oppure no. La scienza sta comunque facendo grandissimi passi avanti per cui si scoprono sempre più geni e le condizioni per cui abbiamo sempre di più la possibilità di avere conferme diagnostiche dal laboratorio.

    D. – Per quanto riguarda le terapie: le case farmaceutiche investono nella ricerca e nella produzione di farmaci per le malattie rare visto che è un mercato molto ristretto?

    R. – Possono non avere interesse, perché come dicevamo i malati rari sono pochi ma su questo c’è anche un incentivo della comunità europea affinché le case farmaceutiche investano su questa patologia; ci sono quindi incentivi economici e di risorsa.

    D. – Il convegno al Gemelli sulle malattie rare: “Insieme per un’assistenza migliore”. Cosa è emerso; può migliorare la qualità di vita di queste persone?

    R. – Penso che uno dei più grossi successi che ha avuto questo fermento è il fatto che ha aumentato la sensibilità politica e di comunità nei confronti del bambino, del paziente malato raro. Questa sensibilità è forse l’arma che permetterà al paziente e alla famiglia di andare avanti e superare le difficoltà, almeno quelle che tutti i giorni si trova ad affrontare. Nel convegno abbiamo parlato di fragilità: la fragilità della malattia rara è sotto gli occhi di tutti, è una fragilità fisica perché i pazienti che hanno ad esempio una condizione malformativa trovano nella fisicità l’espressione della loro malattia. Quindi, la loro malattia è sotto gli occhi di tutti. può essere anche una fragilità mentale: alcuni pazienti hanno un ritardo mentale, non diventeranno mai grandi, non diventeranno mai autonomi; per cui uno dei problemi grandi che la famiglia sente è “che cosa sarà di mio figlio quando io non ci sarò più!”. Un’altra fragilità è il fatto di essere “rari”, quindi di non avere punti di confronto, quel background culturale della vita di tutti i giorni: far mangiare, fare un bagnetto e cambiare un pannolino ad un bambino normale è una cosa per tutti, tutti sono capaci a farlo; quando però ti nasce un bambino che ha caratteristiche così diverse è difficile pensare anche a fare una pratica quotidiana come il bagnetto, dargli da mangiare, cambiargli il pannolino. A chi si rivolge poi la famiglia per chiedere un confronto, a chi si rivolge la famiglia che ha un bambino con la sindrome di Crisponi che se esposto ad una temperatura al di sotto dei 18° può star male. La mamma a chi chiede come regolare l’acqua per fare il bagnetto al bambino? Ecco, la fragilità sta nel fatto che improvvisamente ti trovi con un figlio che è un “marziano” e non sai come fare.

    D. – La Giornata mondiale dedicata alle malattie rare è un’occasione per un confronto sulla ricerca tra medici e ricercatori?

    R. – Sì, assolutamente sì; anche perché la possibilità di avere dati di ricerca che si possono utilizzare poi nella pratica chimica risponde al bisogno di sperare. Una famiglia spera che ci sia una soluzione, questo bisogno è assoluto ed ogni risposta che la ricerca può dare e che si può utilizzare clinicamente è una possibilità di rispondere a questo bisogno.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Siria: per l'Onu crimini più gravi di quelli commessi nella ex Jugoslavia

    ◊   “I crimini commessi in Siria sono assai più gravi di quelli commessi nella ex Jugoslavia”. A dirlo Carla Del Ponte, membro della commissione d'inchiesta Onu sulla Siria che, in passato si è occupata per il Tribunale Internazionale dell’Aja dei massacri commessi nella guerra dei Balcani. La Del Ponte ha affermato che tutte le parti si sono macchiate di crimini e che “non esistono buoni né cattivi”. In questi giorni, la Commissione delle Nazioni Unite è riunita nel sud della Turchia per colloqui con rifugiati siriani, dissidenti, membri del governo ad interim delle opposizioni in esilio. Il mandato della Commissione, presieduta dal brasiliano Pinheiro, scade il prossimo marzo e a Ginevra sarà presentato il rapporto conclusivo dell'inchiesta. Nel Paese, fonti ufficiali hanno riferito della morte di 20 ribelli in un attacco a est della capitale siriana. (B.C.)

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    Attentato contro la chiesa latina nella Striscia di Gaza

    ◊   Non ha provocato fortunatamente né feriti né danni l’attentato, avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì scorso, contro la chiesa cattolica latina di Gaza, nel quartiere meridionale di Zeitun. Ignoti hanno fatto esplodere una bomba a mano mentre sui muri che circondano la chiesa sono apparse scritte minacciose contro i cristiani. "Il fatto è grave – ha spiegato a Zenit mons. William Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme dei Latini – ma il parroco e i suoi collaboratori continueranno a operare al servizio della popolazione di Gaza, senza farsi intimidire”. Il presule ha anche riferito della condanna del gesto da parte di Hamas. “I rappresentanti hanno espresso la loro solidarietà e l'intenzione di perseguire i responsabili. Questo ci ha tranquillizzato”. Anche il Centro palestinese per i diritti dell'Uomo (PCHR) ha condannato l'attentato, chiedendo che siano fatte indagini approfondite per identificare gli assalitori. Non è la prima volta che nella Striscia di Gaza – dove il potere è nelle mani di Hamas dal 2007 – vengono colpiti obiettivi cristiani. Nel 2011, una bomba era stata lanciata contro il direttore del locale ospedale anglicano che fortunatamente è rimasto illeso. (B.C.)

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    Belgio, petizione per fermare la legge sull’eutanasia ai minori

    ◊   Continua in Belgio la battaglia contro l’estensione dell’eutanasia ai minori. Dopo essere stata approvata dal parlamento il 13 febbraio scorso, la legge attende di essere promulgata dal re Filippo. Ed è a lui – informa il sito dei vescovi – che è rivolta una nuova petizione lanciata sulla rete affinché non firmi il provvedimento. L’iniziativa è di una coppia austriaca, che sul sito “Citizen Go” ha raccolto le firme di molti cittadini di una ventina di Paesi europei. L’appello è rivolto direttamente al sovrano da poco insediatosi. "Ascolti la sua coscienza – si legge nel testo – e si presenti come un re con principi etici”. L’iniziativa ha più che altro un valore simbolico, dal momento che nella monarchia costituzionale belga il sovrano non ha un potere di veto sulle leggi passate in parlamento. Proprio per aggirare questo obbligo, nel 1989, l’allora re Baldovino, abdicò per due giorni per non firmare una legge sull'aborto che considerava contraria alla propria coscienza. Contro la nuova norma sull’eutanasia c’è stata una vasta mobilitazione che ha coinvolto l’episcopato belga, ma anche altre Chiese cristiane ed esponenti di altre religioni, oltre che associazioni della società civile. Critiche al governo di Bruxelles sono arrivate anche dal Consiglio d’Europa, dal Network internazionale delle cure palliative per i bambini, che collabora con l'Organizzazione mondiale della Sanità. Con la nuova legge il Belgio diventerà il secondo Paese europeo, dopo i Paesi Bassi, ad autorizzare l’eutanasia nei confronti dei minori. Mentre però in Olanda il limite sotto il quale non è possibile richiedere l’eutanasiasi per i minori è di 12 anni, in Belgio il legislatore non ha indicato alcuna età minima del bambino. I minori che stanno vivendo “sofferenze fisiche insopportabili e inguaribili, in fase terminale”, sono ritenuti dal testo di legge in grado di “discernimento” e dunque capaci di chiedere per sé l’eutanasia. (L.Z.)

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    Centrafrica: Hollande in visita alle truppe francesi di stanza a Bangui

    ◊   Visita a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, per il presidente francese, Francois Hollande, che ha voluto mostrare la sua gratitudine alle forze di Parigi presenti sul territorio africano. Si tratta del secondo viaggio per il capo dell’Eliseo dall’inizio dell’operazione militare "Sanagaris". Alle truppe, Hollande ha rivolto un ringraziamento per aver salvato migliaia di persone e ha ribadito lo scopo della missione: ristabilire l'autorità dello Stato, riavviare il dialogo ed evitare la spartizione del Paese. In programma anche colloqui con la neo presidente di transizione, Catherine Samba Panza, per discutere del futuro politico del Centrafrica, in vista delle elezioni in programma il prossimo anno. (B.C.)

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    L’impegno della Chiesa cattolica nelle zone più desolate del Mozambico

    ◊   La Chiesa è in prima linea nell’arcidiocesi di Beira, in Mozambico, una zona molto popolata, povera e dove sono tante le urgenze. La situazione si è ulteriormente complicata dopo che il partito miliziano di opposizione Renamo ha deciso di porre fine all’accordo di pace con il Fronte di Liberazione del Mozambico, attualmente al governo. In aiuto alla popolazione – riferisce Fides – continuano però ad operare i volontari del progetto “Esmabama” voluto da padre Ottorino Poletto, missionario comboniano, che dal 1995 offre servizi nel campo dell’istruzione e della sanità alla popolazione della zona. L’iniziativa era nata sulla scia degli accordi di pace firmati nel 1992 e come risposta della Chiesa cattolica alle necessità urgenti nei settori dell'educazione e della sanità. Nelle sue quattro missioni sono quasi settemila gli alunni che vengono aiutati, di questi oltre 1.700 vivono lì usufruendo anche del vitto. Gli studenti sono seguiti da 177 insegnanti che per la maggior parte risiedono nei dintorni delle missioni. Per quanto riguarda il settore sanitario, i dispensari e i centri materno-infantili accolgono circa 60 mila persone all’anno. Inoltre, il progetto dispone di alcuni mezzi di produzione agricola, unica fonte di autofinanziamento delle missioni. (B.C)

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    Spagna: oltre duecento migranti approdano a Melilla

    ◊   Nuovo assalto alla frontiera spagnola di Melilla. Stamani più di 200 migranti provenienti dall'Africa subsahariana hanno attraversato il confine passando per il Marocco. Preoccupazione è stata espressa dalle autorità cittadine, che hanno lamentato il continuo ripetersi di questi episodi. Melilla è infatti considerata, insieme a Ceuta, il trampolino di lancio per raggiungere l'Europa.

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    Violenza in Yemen: 24 morti negli scontri tra esercito e ribelli

    ◊   Nuova escalation di violenza in Yemen. Almeno 24 persone sono state uccise nel nord del Paese negli scontri fra l'esercito e i ribelli sciiti. A dare il via ai combattimenti è stata la decisione presa il mese scorso dal presidente e dai principali partiti del Paese di dividere lo Yemen in una federazione di sei regioni, nel quadro della transizione politica in corso. I ribelli hanno respinto questa proposta federale, affermando che porterebbe solo a un aumento del divario sociale.(B.C.)

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    A marzo la marcia per la vita in Perù: "Tutti abbiamo un bambino dentro"

    ◊   A Lima, il comitato organizzatore della Marcia per la vita, dal motto “Tutti abbiamo un bambino dentro”, ha annunciato che l’evento annuale si terrà il prossimo 22 marzo. La marcia, una delle più grandi manifestazioni cittadine, riunisce ogni anno migliaia di persone di diversa provenienza sociale, economica e religiosa accomunati dall’impegno nella difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale. La portavoce del comitato, Carol Maraví, ha spiegato che quest’anno l’iniziativa cerca di promuovere la solidarietà verso le donne incinte richiamando “quel bambino che tutti abbiamo dentro, che ama la vita, che ha dei sogni e che da il meglio di sé per costruire un futuro”. Dall’anno scorso, l’arcidiocesi di Lima promuove questa iniziativa insieme a gruppi e persone di diverso credo, ideologia o identità politica. E nel presentare l’evento, sono intervenute molte personalità dello sport, della politica e della televisione che da sempre hanno manifestato il loro impegno per la vita. Visto il successo della Marcia per la vita dello scorso anno, con più di 100 mila presenze, è stata prevista la partecipazione di 500 giovani volontari, tra i 16 e i 30 anni, che saranno incaricati della diffusione della manifestazione sui social network. Loro compito sarà anche quello di animare la marcia con cartelloni, canti, balli e giochi. (A.T.)

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    Seconda Giornata europea per la parità retributiva tra donne e uomini

    ◊   E’ il secondo anno che l’Europa celebra la Giornata per la parità retributiva il 28 febbraio, ovvero il 59.mo giorno dell’anno che corrisponde ai 59 giorni che una donna deve lavorare in più per guadagnare quanto un uomo. Secondo la Commissione Europea, la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne sull’intera economia, è rimasto quasi immutato negli ultimi anni ed è ancora del 16% circa. Per Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea, ha affermato che “il lievissimo livellamento cui assistiamo è in buona parte attribuibile a una diminuzione delle retribuzioni maschili a causa della crisi economica”. In Italia, il divario è il più basso d’Europa (6,7%), minore solo in Slovenia, Malta e Polonia. Maglia nera invece all’Estonia, Germania e Austria. Costante la riduzione del divario in Danimarca, Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Cipro. A pesare, oltre alla crisi, è l’aumento delle lavoratrici con un più elevato livello di istruzione.(B.C.)

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    In Europa oltre 17 mila bambini ogni giorno denunciano violenze

    ◊   I dati delle violenze sui bambini sono sempre più preoccupanti. Telefono Azzurro – una delle maggiori associazioni italiane che si occupa di abusi sui minori – ha reso noto che ogni giorno in tutta Europa più di 17 mila bambini e adolescenti si rivolgono ai centri di ascolto e segnalazione scegliendo sempre più Internet come canale di denuncia e sempre meno il telefono. In questi giorni, a Milano, si è svolto un confronto tra varie organizzazioni del settore che operano in Europa, sul tavolo le diverse esperienze ma anche le varie soluzioni adottate in tempo di crisi economica. Si è discusso anche dell’efficacia di alcuni messaggi e quali siano quelli più adatti a far capire ad adulti e bambini che non si è soli di fronte ai problemi. Oltre alle violenze fisiche e psichiche, dall’incontro è emerso che è la navigazione sul web a rappresentare il pericolo maggiore per le nuove generazioni che, pur tecnologicamente preparate e pronte ad entrare in un mondo ricco di cultura e scoperte, spesso sono psicologicamente incapaci di affrontare certi tipi di realtà virtuale. Telefono Azzurro ha poi reso noto alcune stime: negli ultimi 5 anni, in Italia, i minori si sono rivolti alla struttura per problematiche legate alla sfera emozionale (27,8%), a quelle di carattere relazionale (24,4%), ai casi di abusi e maltrattamento (19,9%) a situazioni di disagio nei rapporti familiari (14,3%) e in quelli comportamentali (5,1%). (B.C.)

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    Il cardinale Scola al Santuario della Beata Vergine delle Lacrime

    ◊   Con la Messa presieduta stamani dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, al Santuario della Beata Vergine delle Lacrime di Treviglio, in provincia di Bergamo, sono iniziate le celebrazioni per ricordare il miracolo avvenuto il 28 febbraio 1552, quando la Vergine venne vista piangere. L’evento sconvolse a tal punto il comandante dell’esercito francese, Odet de Foix, signore di Lautrec, da convincerlo a fermare l’attacco che stava preparandosi a sferrare contro il borgo bergamasco. Stamani, durante la celebrazione le campane hanno suonato a festa ed è stato alzato il velo sull’antica immagine della Madonna. Quella di oggi – riferisce il Sir – sarà una giornata di preghiera: alle 14 la recita del Rosario nel Santuario, poi un momento dedicato ai ragazzi dell’oratorio e infine, alle 20.30, la celebrazione della Messa con il vicario episcopale, mons. Franco Carnevali. Il Santuario della Beata Vergine delle Lacrime venne fatto costruire da San Carlo Borromeo e poi ampliato agli inizi del Novecento. Dal 1619, ospitata la venerata immagine di Maria Santissima. (B.C.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVIII no. 59

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.