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Sommario del 23/02/2014

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa: i cardinali siano "canali di carità", evitare comportamenti di "corte" con intrighi e cordate
  • Angelus. Il Papa: no a divisioni tra comunità, associazioni e movimenti, apparteniamo tutti a Cristo
  • Il neocardinale brasiliano Orani João Tempesta: grande responsabilità che è servizio
  • Spendere la vita al servizio della Chiesa: così il neo-porporato Gualtiero Bassetti
  • Il Cortile dei gentili promuove un concorso sulla via della bellezza per il dialogo
  • Oggi in Primo Piano

  • Ucraina: eletto nuovo presidente ad interim. La Tymoshenko: non interessata a fare premier
  • Italia, nuovo Governo. Renzi: no agli spot, proveremo a ridurre le tasse
  • Grecia, la crisi colpisce anche la sanità pubblica: aumentano malattie infettive e mortalità infantile
  • Clima. La Commissaria Ue: l'efficienza energetica significa più posti di lavoro
  • Suor Candida, 107 anni, religiosa più anziana del mondo: la vocazione è fare sempre e solo del bene
  • Napoli, gli "Amici di strada" in aiuto dei senza fissa dimora: la crisi colpisce sempre di più la città
  • "Vado da Francesco", padre Enzo Fortunato racconta in un libro i pellegrinaggi ad Assisi
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Siria: attentato contro ospedale da campo al confine con la Turchia, 15 morti
  • Venezuela, Maduro convoca Conferenza di pace per fermare le proteste
  • Il G20 a Sydney raggiunge un accordo per la crescita globale del Pil
  • Opportunità di lavoro per i giovani palestinesi grazie alla Pontifical Mission for Palestine
  • Australia. Il Catholic Social Service al Senato: non tagliare i fondi per il sociale
  • Nelle Filippine, l’impegno delle Chiese cristiane per i malati di Aids
  • Antille: dedicato alla nuova evangelizzazione l'incontro delle Pontificie Opere Missionarie
  • Progetto di solidarietà della Chiesa brasiliana per Timor Est
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa: i cardinali siano "canali di carità", evitare comportamenti di "corte" con intrighi e cordate

    ◊   “Il nostro linguaggio sia quello del Vangelo, i nostri atteggiamenti quelli delle Beatitudini e la nostra via quella della santità”. E’ quanto sottolineato stamani da Papa Francesco durante la Messa in San Pietro, rivolgendosi ai nuovi cardinali, creati ieri nel Concistoro. A tutti i porporati il Pontefice ha chiesto di “evitare abitudini e comportamenti di corte, intrighi, chiacchiere e cordate” e, guidati dallo Spirito di Cristo, di farsi, invece, “canali in cui scorre la sua carità”. Il servizio di Gabriella Ceraso:

    E’ particolarmente ricca di fiori e colori questa mattina la Basilica Vaticana: spiccano il verde degli abiti dei celebranti e il rosso purpureo della tante berrette dei cardinali raccolti in preghiera col Papa. “Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito”. Dalla preghiera della Colletta, il Pontefice trae spunto per richiamare tutti ad un atteggiamento fondamentale:

    “L’ascolto dello Spirito Santo, che vivifica la Chiesa e la anima. Con la sua forza creatrice e rinnovatrice, lo Spirito sempre sostiene la speranza del Popolo di Dio in cammino nella storia, e sempre sostiene, come Paraclito, la testimonianza dei cristiani”.

    Cosa suggerisce lo Spirito dunque nei testi liturgici di oggi? Il Papa li ripercorre, dal Libro del Levitico, al Vangelo di Matteo, alla Lettera di San Paolo: sono un invito concreto ad imitare santità e perfezione del Padre nostro celeste. “Parole che interpellano tutti noi” spiega il Papa rivolgendosi, in particolare, ai nuovi cardinali:

    Imitare la santità e la perfezione di Dio può sembrare una meta irraggiungibile. Tuttavia, la prima Lettura e il Vangelo suggeriscono gli esempi concreti affinché il comportamento di Dio diventi regola del nostro agire. Ma ricordiamoci tutti noi, ricordiamoci che senza lo Spirito Santo sarebbe vano il nostro sforzo! La santità cristiana non è prima di tutto opera nostra, ma è frutto della docilità – voluta e coltivata – allo Spirito del Dio tre volte Santo”.

    E’ lo Spirito Santo infatti che ci può purificare, trasformare, plasmare, convertire il cuore, rileva il Papa, giorno per giorno, per farci santi secondo la sua “nuova legge”, in antitesi a quella dell’odio, della vendetta, della persecuzione. “A chi vuole seguirlo”, ricorda il Pontefice, “Gesù chiede di amare chi non lo merita, senza contraccambio, per colmare i vuoti d’amore che ci sono nei cuori, nelle relazioni umane, nelle famiglie, nelle comunità, nel mondo”:

    “Fratelli Cardinali, Gesù non è venuto a insegnarci le buone maniere, maniere da salotto! Per questo non c’era bisogno che scendesse dal Cielo e morisse sulla croce. Cristo è venuto a salvarci, a mostrarci la via, l’unica via d’uscita dalle sabbie mobili del peccato, e questa via di santità è la misericordia, quella che Lui ha fatto e ogni giorno fa con noi. Essere santi non è un lusso, è necessario per la salvezza del mondo”.

    E questo è richiesto dal Signore Gesù e dalla madre Chiesa anche ai cardinali: “Essere testimoni con maggiore zelo e ardore di questi atteggiamenti di santità”:

    "Pertanto, amiamo coloro che ci sono ostili; benediciamo chi sparla di noi; salutiamo con un sorriso chi forse non lo merita; non aspiriamo a farci valere, ma opponiamo la mitezza alla prepotenza; dimentichiamo le umiliazioni subite".

    Cardinali dunque che, guidati dallo Spirito di Cristo, afferma il Papa, siano “canali in cui scorre la sua carità”. “Questa,” ribadisce “deve essere la condotta di un Cardinale”:

    "Il Cardinale - specialmente a voli lo dico - entra nella Chiesa di Roma, fratelli, non entra in una corte. Evitiamo tutti e aiutiamoci a vicenda ad evitare abitudini e comportamenti di corte: intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze. Il nostro linguaggio sia quello del Vangelo: 'sì, sì; no, no'; i nostri atteggiamenti quelli delle Beatitudini, e la nostra via quella della santità".

    “Siete tempio di Dio”, ripete il Papa con le parole di San Paolo, “tempio santo” in cui si celebra una “liturgia esistenziale”, in una parola " la liturgia dell'amore":

    Quando nel nostro cuore trova posto il più piccolo dei nostri fratelli, è Dio stesso che vi trova posto. Quando quel fratello viene lasciato fuori, è Dio stesso che non viene accolto. Un cuore vuoto di amore è come una chiesa sconsacrata, sottratta al servizio divino e destinata ad altro”.

    Ai cardinali il Papa non manca infine di chiedere vicinanza con la preghiera, il consiglio e la collaborazione e raccomanda l’unità nell’invocazione dello Spirito Santo, perché il Collegio cardinalizio arda di carità e santità per irradiare l’amore di Cristo al mondo.

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    Angelus. Il Papa: no a divisioni tra comunità, associazioni e movimenti, apparteniamo tutti a Cristo

    ◊   Dopo la celebrazione con i nuovi cardinali, il Papa, a mezzogiorno, ha guidato la tradizionale preghiera dell’Angelus dalla finestra dello studio privato nel Palazzo apostolico. Di fronte ai tanti pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, ha esortato a lavorare per l’unità della Chiesa, evitando ogni divisione, perché una comunità non appartiene a qualche predicatore, ma a Cristo. Ce ne parla Sergio Centofanti:

    Già ai tempi di San Paolo la Chiesa si trovava di fronte alle divisioni: nella comunità di Corinto – osserva il Papa commentando la seconda Lettura di questa domenica – “si erano formati dei gruppi che si riferivano ai vari predicatori considerandoli loro capi” dicendo: «Io sono di Paolo, io sono di Apollo, io sono di Cefa…» (1,12). “San Paolo spiega che questo modo di pensare è sbagliato, perché la comunità non appartiene agli apostoli, ma sono loro, gli apostoli, ad appartenere alla comunità” e “la comunità, tutta intera, appartiene a Cristo!”:

    “Da questa appartenenza deriva che nelle comunità cristiane – diocesi, parrocchie, associazioni, movimenti – le differenze non possono contraddire il fatto che tutti, per il Battesimo, abbiamo la stessa dignità: tutti, in Gesù Cristo, siamo figli di Dio. E questa è la nostra dignità: in Gesù Cristo siamo figli di Dio. Coloro che hanno ricevuto un ministero di guida, di predicazione, di amministrare i Sacramenti, non devono ritenersi proprietari di poteri speciali, padroni, ma porsi al servizio della comunità, aiutandola a percorrere con gioia il cammino della santità”.

    La Chiesa – ha proseguito il Papa – “affida la testimonianza di questo stile di vita pastorale ai nuovi Cardinali”:

    “Il Concistoro di ieri e l’odierna Celebrazione eucaristica ci hanno offerto un’occasione preziosa per sperimentare la cattolicità, la universalità della Chiesa, ben rappresentata dalla variegata provenienza dei membri del Collegio Cardinalizio, raccolti in stretta comunione attorno al Successore di Pietro. E che il Signore ci dia la grazia di lavorare per l’unità della Chiesa, di costruire questa unità, perché l'unità è più importante dei conflitti. L’unità della Chiesa è in Cristo, i conflitti sono problemi che non sempre sono di Cristo”.

    Papa Francesco ha poi esortato a rinnovare "la fede, l’amore per Cristo e per la sua Chiesa" e “a sostenere questi Pastori e ad assisterli con la preghiera, affinché guidino sempre con zelo il popolo che è stato loro affidato, mostrando a tutti la tenerezza e l’amore del Signore”:

    "Ma quanto bisogno di preghiera ha un vescovo, un cardinale, un Papa, affinché possa aiutare ad andare avanti il Popolo di Dio! Dico ‘aiutare’, cioè servire il Popolo di Dio, perché la vocazione del vescovo, del cardinale e del Papa è proprio questa: essere servitore, servire in nome di Cristo. Pregate per noi, perché siamo buoni servitori: buoni servitori, non buoni padroni!".

    “Tutti insieme, vescovi, presbiteri, persone consacrate e fedeli laici - ha aggiunto - dobbiamo offrire la testimonianza di una Chiesa fedele a Cristo, animata dal desiderio di servire i fratelli e pronta ad andare incontro con coraggio profetico alle attese e alle esigenze spirituali degli uomini e delle donne del nostro tempo. La Madonna ci accompagni e ci protegga in questo cammino”.

    Al termine dell’Angelus, il Papa ha salutato tutti i pellegrini presenti, tra cui la comunità dei venezuelani residenti in Italia, e “in particolare quelli venuti in occasione del Concistoro, per accompagnare i nuovi Cardinali”, e ha ringraziato “molto i Paesi che hanno voluto essere presenti a questo evento con Delegazioni ufficiali”.

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    Il neocardinale brasiliano Orani João Tempesta: grande responsabilità che è servizio

    ◊   Tra i nuovi cardinali c’è anche l’arcivescovo brasiliano di Rio de Janeiro Orani João Tempesta. Silvonei Protz gli ha chiesto come accolga questa nuova responsabilità:

    R. – Per me è una grande responsabilità e chiedo al Signore, ed anche al popolo di Dio, di pregare per me, per avere la capacità di vivere e portare avanti la mia missione. Sento anche che tutta la città di Rio è insieme a me, è insieme al Santo Padre, per aiutarlo a servire la Chiesa e il mondo. Questa vicinanza proprio di un cardinale al Santo Padre, insieme alla responsabilità, richiede anche la santità. Per questo chiedo a Dio la possibilità di una testimonianza continua per vivere questo.

    D. – Il Santo Padre ha scritto una lettera ai cardinali, ricordando il ruolo del cardinale all’interno della Chiesa, un ruolo di servizio…

    R. – Sì, è vero, nella lettera che il Santo Padre ha scritto per tutti i cardinali, si dice che questa nomina non è semplicemente una promozione, ma un servizio alla Chiesa. Questo chiede il Santo Padre a tutti i nuovi cardinali.

    D. – Adesso il Papa compirà a marzo un anno di Pontificato. Il pensiero di questo anno…

    R. – Vedo adesso che il Santo Padre ha portato alla Chiesa la vicinanza del popolo, con la sua prossimità come uomo, come uomo di Dio. Ha anche un dialogo con la società, per la pace, contro la fame; c’è in lui la preoccupazione per le persone che hanno bisogno ed anche per il rinnovamento della Chiesa al suo interno. Credo che il Santo Padre porti avanti questo rinnovamento della Chiesa al suo interno, nel dialogo con il mondo, e la prossimità con il popolo.

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    Spendere la vita al servizio della Chiesa: così il neo-porporato Gualtiero Bassetti

    ◊   Neo-cardinale è anche l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti. Fabio Colagrande gli ha chiesto cosa significhi per la sua diocesi avere un vescovo cardinale:

    R. – Certamente per loro è un fatto che li ricollega con Papa Leone XIII (già cardinale a Perugia, ndr), di cui è rimasto un grandissimo ricordo storico: anche viaggiando per l’episcopio, dappertutto emerge la sua figura e la sua azione pastorale. Ora, in un momento in cui è un po’ come ai tempi di Papa Leone, l’Umbria soffre, essendo una piccola regione, anche più delle altre, forse, di questa crisi economica e morale, veramente è stata una carezza del Signore e una carezza di Papa Francesco. La gente, ma anche le istituzioni l’hanno vista in questo senso. Quindi, veramente, l’Umbria è fiera non per la mia persona ma perché il Papa si è chinato sul vescovo di Perugia … D’altra parte, è anche il cuore di una spiritualità, l’Umbria: ricordiamo che gli ultimi dieci anni ha dato il nome a due Pontefici, a Benedetto e a Francesco. Benedetto, Patrono dì Europa, Francesco, Patrono d’Italia … Poi, è significativa per i suoi Santi, è un centro spirituale enorme a livello mondiale, soprattutto Assisi e Perugia è a 15 km da Assisi. La indicai anche al Santo Padre: gli dissi “Guardi, quella là è Perugia!”, e lui disse: “Così vicina, a 15 km da Assisi!”. E poi, naturalmente, il vescovo di Assisi è anche metropolita di gran parte dell’Umbria, compresa Assisi e quando io sono arrivato vescovo a Perugia, una delle cose che più mi ha allargato il cuore è stato anche questo rapporto con Assisi dato dalla metropolìa.

    D. – Il Papa vi ha detto di accogliere il cardinalato con semplicità e con umiltà, non come un onore, come un premio. Come ha ricevuto queste parole?

    R. – Ma, veramente, queste parole hanno fatto bene, perché io mi sento un pastore alla portata della gente, che naturalmente il cardinalato in se stesso mi poteva impressionare. Se uno m’avesse detto: “Ti ho fatto principe della Chiesa”, sarei fuggito … Principe della Chiesa … ma chi sono, io? Ad un certo momento il Papa dice: “Guarda che io ti chiedo questo servizio, anche alla Chiesa, alla mia persona. Però, è un servizio fatto nell’umiltà, senza esteriorità; non è un servizio di onore, ma veramente è spendere ora la tua vita, il tuo tempo, anche, nelle necessità della Chiesa”.

    D. – Quanto si sente vicino al modo di concepire la pastorale, la missionarietà di Papa Francesco?

    R. – Io non avevo mai coniato il suo slogan, che il pastore deve profumare di pecore, e non portavo – come fa lui – tutte le pecore sopra la croce, proprio per indicare che ci crede fino in fondo; però è stato il mio programma di vita. Io avevo sempre desiderato essere parroco per stare con la gente: era il mio ideale, dal seminario. E in fondo, però, per tantissimi anni ho dovuto fare il rettore del seminario, il vicario generale, sempre qualche cosa che poteva sembrare più indiretto. Io sono felice, da quando sono vescovo: sia quando mi trovavo a Massa Marittima-Piombino – la bellezza dell’Isola d’Elba! – ad Arezzo, con quelle quattro meravigliose vallate e tanta gente, a Perugia … Ecco, io godo, soprattutto arrivando in fondo alla settimana (ora poi ho anche la visita pastorale) di potermi immergere in mezzo alla gente, perché allora anche tutti i magoni che mi porto dentro – perché oggi la missione del vescovo è molto complessa, in tutti i sensi – svaniscono come hanno fatto le nuvole questa mattina: è arrivato questo bel sole all’improvviso … Per me, il sole è la gente …

    D. – Infine, la scelta di dedicare alla famiglia questo Concistoro straordinario: cosa ne pensa?

    R. – E’ meravigliosa, perché per noi, per la Chiesa, la famiglia è il tutto. Io definirei così la famiglia: la famiglia è l’immagine di Dio, della Trinità riproposta sulla terra. Dio è una comunione d’amore: Padre, Figlio e Spirito Santo, e la famiglia è questa comunione, e ne parliamo appunto con questa passione.

    D. – La Chiesa deve rinnovare la sua pastorale familiare?

    R. – La pastorale della Chiesa è in continuo rinnovamento: il Papa ci ha chiesto una conversione pastorale, e quindi a 360° si deve convertire. E naturalmente, siccome la famiglia è al centro della vita e dell’attenzione della Chiesa, è chiaro!

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    Il Cortile dei gentili promuove un concorso sulla via della bellezza per il dialogo

    ◊   “Scienze umane, naturali e religiose in dialogo: la via della Bellezza”: questo il titolo del primo concorso nazionale, riservato alle scuole italiane, indetto dal Ministero dell’Istruzione d’intesa con il "Cortile dei gentili", l’iniziativa del Pontificio Consiglio della Cultura dedicata al dialogo tra credenti e non credenti. Isabella Piro ne ha parlato con il prof. Sergio Ventura, docente di religione presso il Liceo Tasso di Roma, e coordinatore del blog “Studenti nel Cortile”, ospitato sul sito web del Cortile dei Gentili:

    R. – Il concorso è nato su iniziativa lungimirante del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e di Giovanna Boda, direttore di un dipartimento del Ministero per l’Istruzione. L’idea è quella di stimolare, attraverso i professori e gli studenti, una riflessione personale e creativa sull’importanza del dialogo tra credenti e non credenti, quindi in perfetto stile “Cortile dei gentili”. La scadenza del concorso è il 31 marzo, ma probabilmente verrà prorogata a metà aprile. Vi possono partecipare tutte le discipline – scienze naturali, umane e, ovviamente, religiose – e infatti i lavori che sono stati inviati fino ad ora appartengono a tante discipline diverse. Tutti gli elaborati ruotano attorno al tema della bellezza e sono suddivisi in riflessioni più narrative – tema, saggio breve, articolo di giornale - oppure in qualcosa di più creativo, come i componimenti musicali - pop o addirittura rap - piccole pitture, fumetti. Insomma: tutto il mondo creativo giovanile che permette di sviluppare le varie potenzialità dei ragazzi. Io ricordo di aver avuto un’alunna dotata in modo straordinario del dono del disegno. Lei riusciva a trasformare la lezione svolta in classe in un piccolo quadro. Ancora oggi, io conservo questi quadri che ogni anno porto nelle nuove classi e così, in modo immediato e sintetico, gli alunni capiscono di cosa parleremo.

    D. - I giovani di oggi sanno che cosa è la bellezza? La sanno riconoscere, soprattutto?

    R. – Sul blog degli studenti abbiamo sviluppato questa tematica collegando il tema della bellezza con quello dell’etica, del bene. Riprendendo anche un passo straordinario di Isaia 58, abbiamo intitolato il post “La bellezza della giustizia”. Cosa è emerso dalla maggior parte dei commenti? Che i ragazzi riconoscono con grande serenità di essere più vittime che protagonisti della così detta “società dell’immagine”, e infatti curano molto l’aspetto esteriore. Quindi, potremmo banalizzare e dire che i giovani non sanno cosa sia la bellezza, si preoccupano solo della bellezza materiale o superficiale. Però, con la giusta dose di input, facendoli lavorare, a poco a poco cominciano a notare che c’è un altro tipo di bellezza che tuttavia, per loro, è bruttezza. Per questo, è necessario aiutarli a cambiare la loro prospettiva e far capire che gli uomini si possono valorizzare anche per ciò che solo apparentemente non è bello, come la diversità, la disabilità, ma che in realtà racchiude in sé una bellezza nuova.

    D. - Recentemente, il Papa ha rivolto un discorso molto importante ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per l’Educazione cattolica. In particolare, Papa Francesco ha messo in luce due esigenze: il valore del dialogo nell’educazione e la preparazione qualificata dei formatori...

    R. - Io credo che tutti quanti noi dialoghiamo con gli altri, siano essi persone di fede diversa o non credenti o studenti. Ma penso che dialogare sul serio significhi anche lasciarsi “provocare”, nel senso di “provocare un cambiamento”, ossia: il mio linguaggio, dopo una lezione, si deve modificare, approfondendo un significato, un senso che prima della “provocazione” che mi arriva, nel mio caso specifico, da un alunno, non era presente. Più di una volta mi è successo che gli alunni vedessero nella lezione qualcosa che era evidente, ma che io stesso, dopo dieci anni di insegnamento, non avevo proprio visto!

    D. - Quindi si impara anche dai ragazzi?

    R. – Sì, assolutamente!

    D. – E per quanto riguarda la preparazione dei docenti?

    R. – Posso riportare quello che dicono tutti i professori: è necessario, assolutamente, puntare sulla qualità. Un professore che non si aggiorna, perde, anche perché per l’ora di religione c’è la libertà di scelta e quindi, se non sappiamo cosa comunicare o come comunicarlo, perdiamo gli alunni. La preparazione e l’aggiornamento sono quindi fondamentali, ma bisogna capire chi ce li propone, perché purtroppo, negli anni, è accaduto che i corsi di aggiornamento venissero proposti da persone che non avevano idea di cosa avviene nella scuola.

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    Oggi in Primo Piano



    Ucraina: eletto nuovo presidente ad interim. La Tymoshenko: non interessata a fare premier

    ◊   All’indomani della destituzione del presidente Yanukovic, scaricato anche dal suo partito, il Parlamento ucraino ha eletto il presidente dell’assemblea Turcinov nuovo capo di Stato ad interim. L’aula, che è ancora riunita, potrebbe votare nelle prossime ore anche il nuovo presidente del Consiglio: la Tymoshenko, liberata ieri dopo circa due anni di carcere, ha fatto sapere di non essere interessata all'incarico. La ex premier incontrerà presto Angela Merkel. La cancelliera tedesca ha telefonato alla Tymoshenko invitandola a lavorare per l'unità del Paese. Il Parlamento sta intanto operando per la formazione di un governo di coalizione entro martedì e ha fissato al 25 maggio le elezioni presidenziali anticipate. Per un’analisi degli possibili scenari politici che possono aprirsi, Marco Guerra ha sentito l’inviato di Avvenire, Luigi Geninazzi:

    R. – Dapprima l’accordo posto dalla trojka dell’Unione Europea e poi la svolta che è successa nella giornata di sabato fanno ben sperare: la protesta di piazza, lo spirito di Maidan ha avuto il sopravvento, il presidente è fuggito, la situazione è più tranquilla, più pacifica. Adesso si tratta di arrivare alle elezioni il 25 maggio, anche se il vincitore ormai è già stato preannunciato ed è l’icona della Rivoluzione arancione di dieci anni fa, Yulia Tymoshenko, accolta trionfalmente dopo la sua liberazione dal carcere. L’opposizione è molto divisa: bisognerà vedere se gli altri candidati tenteranno comunque di entrare in lista, anche loro, oppure no. Chi sono gli altri candidati? Fino a due giorni fa uno dei candidati più probabili era senz’altro l’ex pugile Klitschko, che nei vari partiti dell’opposizione è stato quello più in sintonia con la piazza, mentre gli altri sono movimenti o movimenti di ultradestra o il partito Svoboda o cose del genere… E poi – certo! – fino a qualche tempo fa c’era l’oligarca Poroshenko, uno dei pochi oligarchi, uno dei pochi imprenditori, che invece di stare con Janukovic, con il presidente, stava con la rivolta.

    D. – Sembra che Yanukovic e la sua maggioranza si siano completamente squagliati in 24 ore: dobbiamo attenderci un colpo di coda di questa parte politica?

    R. – Il blocco di potere si è squagliato! Lo stesso Partito delle Regioni, il partito che ha portato Yanukovic alla vittoria presidenziale nel 2010, ha cambiato bandiera o comunque molti di loro hanno appoggiato all’ultimo minuto la protesta. Quindi da questo punto di vista non credo che si prospetti un duro confronto fra l’est e l’ovest dell’Ucraina. Certo che, però, in alcune zone i fedelissimi di Yanukovic restano forti e quindi potranno tentare di far valere le loro ragioni.

    D. – Kiev volterà le spalle a Mosca per riprendere il processo di integrazione europeo? E’ un po’ questa la chiave e anche il Fondo monetario internazionale ha detto che è disponibile a dare prestiti all’Ucraina…

    R. – Abbiamo già assistito a qualcosa del genere quando la Tymoshenko è stata primo ministro. E’ chiaro che politicamente il nuovo governo, il nuovo presidente che uscirà appunto a maggio, guarderà di più all’Unione Europea, firmerà il Trattato di associazione. Però – anche qui – non dobbiamo dimenticare che come premier la Tymoshenko aveva firmato alla fine un accordo con Putin. Quindi le cose sono un po’ più complicate. Io credo che ci sia molto pragmatismo anche nell’eroina della rivoluzione, nella bionda Julia Tymoshenko: avrà, senza dubbio, interesse a non rompere con Mosca dal punto di vista economico. Dipende però molto dal gioco che vorrà fare Putin: dovrà rifare un po’ i conti e quindi la partita è molto aperta.

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    Italia, nuovo Governo. Renzi: no agli spot, proveremo a ridurre le tasse

    ◊   In Italia, il giorno dopo il giuramento del Governo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi è al lavoro per mettere a punto il discorso programmatico con cui chiederà la fiducia domani al Senato e martedì alla Camera. Al nuovo premier arrivano intanto le prime telefonate di congratulazioni da parte di leader mondiali, tra i quali il presidente americano Obama e quello francese Hollande. Il servizio di Giampiero Guadagni:

    Niente annunci spot ma concretezza. Così su twitter, questa mattina, Matteo Renzi, consapevole che per le attese create e per le modalità di approdo a Palazzo Chigi il suo esecutivo non avrà a disposizione il normale tempo di rodaggio. E allora il neo premier, anche facendo riferimento a quanto fatto da sindaco, delinea gli immediati obiettivi del nuovo Governo: la riduzione dell’Irpef e delle tasse sul lavoro, il taglio della spesa pubblica; e lo stop alla burocrazia, definito la madre di tutte le battaglie. Messaggi indirizzati agli italiani e anche all’Europa, soprattutto in vista del semestre di presidenza dell’Unione. Considerata, questa, l’occasione migliore per rendere più flessibile il patto di stabilità e avere così a disposizione maggiori risorse da destinare a investimenti e crescita. Una strada difficile, che passa dal gioco di squadra, in particolare con il ministro dell’Economia Padoan, fino a poco tempo fa segretario generale dell’Ocse e consulente del Fondo Monetario internazionale. Personalità tecnica, dunque, apprezzata negli ambienti europei.

    L’altra partita è quella della riforma elettorale. Dopo aver raggiunto con Berlusconi il patto sul cosiddetto Italicum, Renzi ha concordato con l’alleato Alfano del Nuovo Centrodestra di fare entrare in vigore il nuovo sistema di voto solo una volta riformato il Senato. Allontanando così, di fatto, l’ipotesi di ritorno immediato alle urne. E’ stato questo il presupposto per l’accordo di Governo. Contro il quale faranno opposizione, con toni e motivazioni diverse: Forza Italia, Lega, Sel e Movimento 5 Stelle. Restano poi le critiche di una parte della minoranza del Pd legata a Civati, che potrebbero anche tradursi in voto di sfiducia. Voteranno sì i Popolari per l’Italia, nonostante i malumori per la mancata riconferma del ministro Mauro. Il Governo Renzi può dunque contare su una maggioranza certa; la vera incognita è quanto questa maggioranza sarà ampia in Senato.

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    Grecia, la crisi colpisce anche la sanità pubblica: aumentano malattie infettive e mortalità infantile

    ◊   Poliambulatori della mutua chiusi, medici in rivolta, e minaccia di sanzioni governative. La sanità greca è ormai in pieno caos, con la totale assenza del servizio sanitario nazionale, cancellato da tagli e risparmi che ormai mietono vittime tra la popolazione. Le cifre denunciate da uno studio pubblicato sulla rivista Lancet, a firma di studiosi delle principali università britanniche, sono molto più che drammatiche. Tra il 2009 e il 2011 il budget per gli ospedali pubblici è stato ridotto del 25%, la Grecia è il Paese dell’Unione che più ha tagliato in sanità. Lo studio sottolinea l’aumento dell’incidenza di alcune malattie infettive, come Hiv e tubercolosi, l’aumento del tasso di depressi, così come si è raggiunto il picco della mortalità infantile: +43% tra il 2008 e il 2010. Inoltre, la crescente disoccupazione ha prodotto circa 800mila greci senza indennità di disoccupazione e senza l’accesso ai servizi sanitari. Francesca Sabatinelli ha intervistato Dimitri Deliolanes, corrispondente in Italia della televisione pubblica greca “Ert”:

    R. – E’ una cosa che va avanti da circa un anno, da quando cioè la trojka ha imposto al governo greco di fare sostanziosi tagli nel settore pubblico. E questi tagli si sono poi concretizzati nel settore della sanità e dell’istruzione: anche sull’istruzione le cifre sono ugualmente spaventose, ma non fanno impressione come quelle invece sulla sanità. In seguito alla chiusura di quasi la metà degli ospedali greci - in questi giorni stanno chiudendo anche gli ambulatori pubblici – ci sono regioni intere, isole intere che non hanno più alcun tipo di assistenza sanitaria. Consideriamo inoltre che ormai circa la metà della popolazione attiva della Grecia è disoccupata: spesso succede che siano disoccupati tutti e due i genitori e che tutta la famiglia venga sostenuta dalla pensione del nonno… In questi casi abbiamo bambini denutriti, che mangiano solo la pasta una volta al giorno oppure solo il pane… E’ ovvio che non c’è alcun tipo di assistenza sanitaria verso questo tipo di famiglia!

    D. – Questa situazione è uguale, è omogenea in tutto il Paese?

    R. – E’ ovviamente più forte nelle zone più remote, nella periferia più lontana, dove per raggiungere un ospedale spesso bisogna andare nel capoluogo, attraversando distanze enormi… E per chi non ha un proprio mezzo di trasporto, questo diventa un serio problema! Però c’è una situazione grave anche nelle periferie delle grandi città…

    D. – Secondo quello che denunciano queste università, un dato che emerge e che è molto, molto grave, è il maggiore costo per i farmaci…

    R. – Sì. E’ una situazione veramente molto, molto complessa e anche scandalosa nel senso che il governo greco ha chiesto già nel 2010 alle grandi multinazionali di fare degli sconti, dei prezzi di favore per i farmaci più costosi che sono necessari per le malattie gravi. Aveva anche chiesto il sostegno del commissario europeo per la salute per questa sua richiesta, che è invece rimasta lettera morta. Di fatto adesso certi farmaci in Grecia non sono disponibili e anche quelli che sono disponibili è difficile trovarli nelle farmacie, perché le farmacie non ricevono più i soldi dalle casse pubbliche da quasi due anni e mezzo… Questo è il motivo per il quale la Grecia ha ottenuto quest’anno il famoso surplus comunitario, perché non paga i suoi debiti alle casse assistenziali. Per cui anche il problema dei farmaci sta diventando veramente un problema esplosivo!

    D. – Il governo greco non riesce a proteggere le persone più vulnerabili, le persone che hanno maggiormente bisogno. Quindi parliamo dei bambini, parliamo degli anziani, parliamo dei malati…

    R. – A capo del Ministero della Sanità c’è un signore che proviene da un partito di estrema destra, che si chiama Laos, un partito che adesso non è più in parlamento, il quale è stato editore di libri antisemiti, opuscoli ultranazionalisti… E’ stato messo lì nel giugno del 2013 appositamente per portare avanti questo drastico programma di tagli nella sanità. E’ evidente che in tutti i settori, la politica della trojka, la politica di austerità imposta dell’Europa e dal Fondo monetario internazionale e la politica del governo attuale sono state un totale fallimento, e si cerca disperatamente di coprirlo attraverso trucchi mediatici o campagne pubblicitarie. E’ evidente che i greci reagiscono con la disperazione… E’ evidente che non si può più andare avanti così, con questa politica.

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    Clima. La Commissaria Ue: l'efficienza energetica significa più posti di lavoro

    ◊   Nella sua prossima presidenza di turno dell’Unione Europea, l’Italia sostenga il processo lanciato dalla Commissione Europea in materia di clima ed energia. E’ la raccomandazione della Commissaria danese Connie Hedegaard. L’esecutivo europeo ha presentato a gennaio il nuovo piano che dovrebbe attuare ambiziose politiche in tema di efficienza energetica. La Commissaria Hedegaard lo spiega al microfono di Fausta Speranza:

    R. – There are many reasons why: people could wonder why we are so busy in …
    Le ragioni sono molte. Alcuni si potranno domandare perché, nella Commissione europea, in fase di crisi economica, siamo tanto attivi e pensiamo già al 2030 e all’energia del pianeta … Perché è tutto legato. Se vogliamo ottenere una maggiore competitività, se vogliamo l’energia a prezzi più convenienti a lungo termine, dobbiamo procedere in maniera intelligente con energia rinnovabile, investire in energia efficace, in sistemi di produzione di energia e dobbiamo ridurre il consumo di carbone. Quindi, più a lungo rimandiamo la transizione, più ci costerà cara; è molto più intelligente farlo ora, pensare ai posti di lavoro e conservare la gestione dell’energia che diversamente dovremmo importare dall’esterno.

    D. – Dunque, quali sono i punti forti di questo Programma per il clima dell’Unione Europea?

    R. – First, there is a 40% reduction of CO2 in Europe. Is that ambitious? I tell you, …
    Prima di tutto, la riduzione del 40% dell’emissione di CO2 in Europa. Una meta ambiziosa? Direi di sì. Per il 2020, una riduzione del 20%, che però è partita nel 1990. Ora, il nostro impegno è di raddoppiare questo obiettivo in una sola decade, attraverso uno sforzo interno in Europa. E questa è una meta molto ambiziosa. Proponiamo anche diverse iniziative: per esempio, rendere più costoso inquinare, in modo che ci sia un incentivo più forte a investire in energie alternative. Il passaggio è all’energia rinnovabile e la nostra proposta è che entro il 2030, almeno il 27% di tutta l’energia consumata in Europa debba originare da energia rinnovabile e che questo sia vincolante a livello europeo. Ma dev’essere prevista la fattibilità, perché gli Stati membri possano adeguarsi. Poi, alla fine di quest’anno, la Commissione per l’energia si occuperà della parte che riguarda l’efficienza dell’energia, perché penso che la maggior parte della gente sia d’accordo sul fatto che in Europa sia necessario investire di più sull’efficienza dell’energia. L’Italia paga ogni anno oltre 60 miliardi di euro per il carburante importato: petrolio, carbone e gas. Pensiamo soltanto se potessimo gestire un’energia più efficiente, potremmo risparmiare molto denaro ed investirlo in posti di lavoro in Europa.

    D. – E’ possibile, dunque, pensare che tutto ciò possa avere una ricaduta economica positiva?

    R. – I think that it benefits everybody’s purse if we become more efficient, in Europe, …
    Credo che tornerà di vantaggio al borsellino di tutti se l’Europa diventerà più efficiente nell’utilizzo delle sue risorse energetiche; farà bene alla nostra economia costruire infrastrutture ed interconnessioni più coerenti, e farà bene anche ai cittadini. Sicuramente richiede uno sforzo perché questa è una politica per l’energia e per il clima coerente e di alto livello. E’ quello di cui abbiamo bisogno in Europa. Parliamo di passi molto, molto importanti per raggiungere gli obiettivi e questo è il motivo per cui spero che la presidenza italiana dell’Unione Europea ci aiuti a raggiungerli.

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    Suor Candida, 107 anni, religiosa più anziana del mondo: la vocazione è fare sempre e solo del bene

    ◊   Il 20 febbraio scorso ha compiuto 107 anni: è Suor Candida, al secolo Alma Bellotti, camilliana, ed è la religiosa più anziana del mondo. Ha festeggiato il suo compleanno partecipando alla Messa a Santa Marta. Papa Francesco l’ha abbracciata con affetto, facendole i complimenti per la buona salute. Veronese, figlia di un ciabattino e di una casalinga, ha preso i voti 80 anni fa. Oggi vive a Lucca, dove continua a esortare i giovani ad essere docili alla volontà di Dio. Perché fare la volontà di Dio – dice - "è l'unica cosa che ci dà gioia piena". Federico Piana l’ha intervistata, chiedendogli innnazitutto come sia nata la sua vocazione:

    R. – Se lei va in giardino e vede una piantina, come fa a sapere come è nata: la vede quando è già nata! E io ho fatto lo stesso: non ho mai pensato alla vocazione prima di deciderlo. Una famiglia cristiana, un’educazione sana, una persona forse normale: è la volontà di Dio che è un mistero! Io leggevo molto, perché mi piaceva la vita… Ad un certo momento un sacerdote del paese mi ha dato il libro “Il combattimento spirituale”. Con questo libro ho cambiato idea ed ho detto alla mia sorella più grande: “Mi capita questo sconvolgimento”. E lei mi disse: “Confidati con il sacerdote e digli tutte le cose”. E lui, dopo un po’ che mi ha conosciuto, mi ha detto: “Con papà e mamma hai parlato di queste cose?”. “Ma no, la mia non è vocazione!”. E lui mi ha detto: “La tua è vera vocazione!”. Allora io gli ho detto: “Dopo queste sue parole, io con papà e mamma parlerò subito!”. E’ maturata così… Una piantina che vediamo già col fiorellino, ma come ha fatto quando era sotto terra, non lo sappiamo!

    D. – La sua attenzione è stata sempre per i più poveri, per le persone sofferenti…

    R. – Sempre! Lo scopo della vocazione è per fare il bene, altrimenti non è vocazione. Io volevo andare missionaria in Africa con i Comboniani, ma non ho potuto perché quando sono andata a dire al superiore comboniano: “Io sono pronta!”. Mi disse: “Non possiamo prenderla, perché ne entrano 42 e noi non abbiamo il posto. Deve aspettare un anno!”. “Ma io un anno non lo aspetto! E’ tanto che aspetto e quindi adesso vado via: o qua o là”. E sono divenuta Camilliana. Lo scopo di una vocazione è fare il bene o con la missione o con i malati o con i bambini o con gli zingari, ma far del bene.

    D. – So che lei prega il Rosario, ma so anche che ha ideato una preghiera…

    R. - Una preghiera? Due parole. E’ una cosa che fa bene a tutti, perché è breve e ha una sostanza… “Ti lodo, ti adoro, ti ringrazio“ per il tuo amore, perché mi sopporti, mi ami, mi vuoi bene… Ecco, “Ti lodo, ti adoro, ti ringrazio”: questa la preghiera, sono poche parole, ma di sostanza grande, in poco tempo, anche camminando…

    D. – In 107 anni si è mai pentita della sua vocazione?

    R. – Mai! Mai! Mai! Mai! Ero appena entrata e andavo – ero postulante - con una suora anziana che andava a fare le iniezioni ad una ammalata, a Lucca. Vicino le mura di Lucca, c’erano i ragazzi che giocavano a pallone, mi sono corsi dietro e mi dicevano: “Ti pentirai! Ti pentirai! Ti pentirai”. Con questa suora anziana siamo andati a fare un’iniezione a una mamma con la tubercolosi, io l’ho aspettata fuori dalla porta, però si vedeva anche da lì l’ammalata e l’ammalata mi ha visto e ha detto alla suora: “Chi è quella ragazza là?”. E le rispose: “E’ una che vuole farsi suora”. Questa donna si mise a gridare e disse: “Non si penta! Non si penta! E’ una mamma morente che glielo dice”. Mai, mai! Se mi pento di qualcosa, sempre, è di non aver fatto abbastanza il bene.

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    Napoli, gli "Amici di strada" in aiuto dei senza fissa dimora: la crisi colpisce sempre di più la città

    ◊   Cibo e coperte per i bisognosi, ma soprattutto la capacità di ascoltare. Opera così un piccolo gruppo di volontari impegnati a Napoli per aiutare i senza fissa dimora. Si chiamano “Amici di strada”, sono nati nel 2008 grazie all’opera di laici impegnati in varie parrocchie della diocesi e portano il loro supporto nei quartieri a rischio della città. Maria Cristina Montagnaro ha chiesto a Piero Alonzo, uno dei fondatori, come è nata l’idea:

    R. - L’idea è nata dall’osservazione empirica di molte persone bisognose che vivono per la strada. All’inizio io - ma poi ho coinvolto altre persone - in piccolo ho cercato di trasportare nella mia parrocchia dell’epoca - Sant’Antonio a Posillipo - questa idea.

    D. - Cosa fate in concreto?

    R. - Noi usciamo il lunedì sera con macchine e moto e copriamo tutti i luoghi della città di Napoli dove sappiamo esserci la presenza dei senza dimora.

    D. - Quali sono i bisogni delle persone ai margini della società?

    R. - L’idea di “Amici di strada”, di questo servizio, di questa missione ci tengo a dire è una missione che sin dall’inizio - ma ancora adesso - coinvolge più parrocchie; è una bella cosa perché è una comunione di intenti tra parrocchie diverse. L’idea fondamentale è quella di partire dal “gancio”, ovvero, offrire un pasto caldo, portare un piatto, un panino, il sacchetto completo… Per noi questa è soltanto l’occasione per cercare di conoscere meglio i nostri amici, cercare di offrire loro la nostra amicizia, il nostro affetto perché spesso queste persone sono, ahimè, chiamate “barboni”, un termine molto brutto che non amiamo minimamente, e da tanti considerate “invisibili”.

    D. - Sono in aumento le persone bisognose di aiuto a causa della crisi economica?

    R. - Assolutamente sì. Purtroppo stiamo toccando con mano, ogni lunedì sera, l’aumento delle nuove povertà che si vedono tangibilmente: specialmente alla Stazione centrale ma anche ai Campi Flegrei vediamo che ci sono persone veramente disperate e molti vengono apposta dalla Stazione - per esempio, moltissime persone di colore dalla zona di Castel Volturno, di Mondragone, da queste zone periferiche della provincia di Napoli - per prendersi un pasto e vanno via. Noi stiamo purtroppo trovando un numero crescente anche di italiani, di persone napoletane di mezza età ed anziani che purtroppo vengono per un pasto.

    D. - Chi sono le persone che aiutate?

    R. - La tipologia di persona è un po’ difficile a dirsi perché ci possono essere i senza dimora, ovvero, persone che hanno subito duramente i colpi della vita, una persona che ha subito la perdita del lavoro, la perdita di affetti ma talvolta ci sono anche persone che possono aver sbagliato: noi siamo amici anche di ex detenuti. È una galassia assolutamente composita.

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    "Vado da Francesco", padre Enzo Fortunato racconta in un libro i pellegrinaggi ad Assisi

    ◊   Racconti sulla ricerca di Dio iniziata quasi per caso, nel libro di padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento d’Assisi, dal titolo “Vado da Francesco”. Si narra di uomini e donne, poveri e potenti che visitano Assisi, attratti dalla bellezza artistica, ma che poi scoprono la spiritualità, che a volte resta sepolta dalla vita quotidiana. Ma da cosa è nata l’idea di questo libro? Maura Pellegrini Rhao, lo ha chiesto allo stesso padre Enzo Fortunato:

    R. - Nasce dalla consapevolezza di far emergere la tensione spirituale presente in ogni uomo. Ci siamo accorti, accogliendo diversi pellegrini - non solo vip, ma anche gli uomini attratti dalla cultura, dall’arte e poi coloro che sono attratti dalla figura di Francesco di Assisi, che in tutti c’è questo grande desiderio di spiritualità. La cosa più bella è vedere quando arrivano i pellegrini ad Assisi - prima ancora dei pellegrini i turisti - che vengono solo per l’arte e poi, attraverso la scoperta della vita di Francesco, iniziano a porre le domande su Dio e sul Vangelo. Questo è quello che mi ha colpito di più e che mi ha portato ad una consapevolezza, cioè “verbalizzare”, quasi come un amanuense, questa tensione spirituale in modo che l’uomo di oggi potesse soffermarsi, riflettere ed anche meditare su questo grande tesoro che a volte è sepolto da tante cose e non emerge.

    D. - Secondo quale criterio sono state scelte le figure che compongono il suo libro?

    R. - Una scelta molto equilibrata. Porre da una parte quella società “invisibile” che arriva dalle periferie e dall’altra quegli uomini che sono conosciuti dal grande pubblico. Persone che non ti aspetti ma che riescono a verbalizzare, a “balbettare” lo stupore di Dio nella vita di Francesco.

    D. - Qualche episodio che l’ha colpita particolarmente?

    R. - Uno molto semplice: un anziano signore che accompagnava la moglie paralizzata, immobile su una sedia a rotelle. La serenità, il sorriso e l’abnegazione di questa persona è stata una grande lezione di vita. Fa comprendere il senso vero e genuino dell’esistenza, quando è spesa nella fedeltà fino al dono totale di sé. Accanto a questa pagina ce n’è anche un’altra quella di Roberto Benigni che scrisse: “La povertà genera l’amore; l’amore partorisce la carità; la carità conduce all’estasi”. Se metti insieme le iniziali di queste parole viene fuori la parola “pace”.

    D. - La sua personale esperienza?

    R. - La prima volta che sono arrivato ad Assisi era in gita scolastica ed è stata proprio quella gita che mi ha fatto conoscere Francesco. Questo è il miracolo: chi viene da turista - solo per l’arte e la cultura - attraverso quella “Bibbia dei poveri”, gli affreschi della Basilica, torna a casa da pellegrino.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Siria: attentato contro ospedale da campo al confine con la Turchia, 15 morti

    ◊   Ancora violenze in Siria: almeno 15 persone sono rimaste uccise e 65 ferite per l'esplosione di un'autobomba in un ospedale da campo nei pressi di Atma, vicino al confine turco. “Le vittime sono pazienti e membri del personale medico”, riferisce una fonte raccolta dagli attivisti locali. Intanto, le forze governative hanno ripreso i bombardamenti aerei dei sobborghi di Yabrud, a nord di Damasco, mentre nord del Paese proseguono i combattimenti tra milizie curde e forze qaediste dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante. E proprio ieri sera il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimità la nuova risoluzione sulla Siria in cui si chiede l'apertura di corridoi umanitari e la fine delle violenze contro i civili. Tuttavia il documento, che ha ottenuto anche l'appoggio della Russia dopo una iniziale minaccia di veto, non prevede misure punitive automatiche nei confronti del regime in caso di mancato rispetto, e quindi la sua applicazione non appare scontata. (M.G.)

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    Venezuela, Maduro convoca Conferenza di pace per fermare le proteste

    ◊   Dopo due settimane di proteste contro il governo venezuelano del presidente Maduro, sabato a Caracas si è tenuta una sfida di piazza che ha visto il movimento di opposizione radunare decine di migliaia di persone nella più grande manifestazione da 10 mesi a questa parte, mentre, dall'altra parte della città, al palazzo presidenziale, ha manifestato il Movimento femminile delle ‘Donne per la Pace e la Vita’ che sostiene il partito socialista al potere. Dimostrazioni che arrivano dopo il culmine di una settimana violenta che ha lasciato sul terreno 10 morti e circa 100 feriti e in cui il governo imprigionato l’attivista Leopoldo Lopez e decine di studenti. Intanto il presidente Maduro ha rassicurato che saranno perseguiti gli agenti che hanno sparato lo scorso 12 febbraio, e, allo stesso tempo, ha denunciato l'intervento, definito “golpista”, di Washington in Venezuela e respinto le dichiarazioni del segretario di Stato Kerry sulla violenza nel suo Paese, chiamandole “arroganti e insolenti”. Il capo dello Stato venezuelano ha tuttavia invitato Obama a un incontro Maduro e ha convocato una "conferenza di pace" per mercoledi' che metta fine alle proteste, ma non ha chiesto direttamente all'opposizone di parteciparvi. (M.G.)

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    Il G20 a Sydney raggiunge un accordo per la crescita globale del Pil

    ◊   “Accelerare la crescita economica mondiale, attuando politiche che puntino a far aumentare il Pil del 2% nei prossimi cinque anni”. È il target fissato nel comunicato finale del G20 di Sydney. Nel documento si precisa che le politiche possono tradursi in “2.000 miliardi di dollari di attività economica” in più e decine di milioni di posti di lavoro. Il piano prende le mosse da un documento del Fmi, nel quale si stima che le riforme strutturali potrebbero far salire la crescita di mezzo punto l'anno nei prossimi 5 anni. Secondo le indiscrezioni è prevalsa la linea di chi, come Fmi, Ocse, Francia, Australia e Giappone, puntava a stabilire un obiettivo numerico contro chi, come la Germania, chiedeva una generica “raccomandazione” sulla “traiettoria della crescita”. Il G20 è inoltre intervenuto sul tema della tassazione delle grandi imprese del settore "hi tech", e ha concluso che i profitti vanno tassati dove viene creato valore, impegnandosi a dare il via “allo scambio automatico di informazioni in materia di tasse entro la fine del 2015 fra i Paesi membri del G20”. Alla riunione delle 20 economie più importanti del mondo è intervenuto anche il presidente della Bce Mario Draghi, mettendo in guardia su una ripresa che nell’area euro resta modesta. Draghi ha lanciato inoltre un monito per il debito pubblico ancora troppo elevato in diversi Paesi Ue. La Bce, ha detto, è pronta ad agire se necessario sulla base delle aspettative dell'inflazione. (M.G.)

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    Opportunità di lavoro per i giovani palestinesi grazie alla Pontifical Mission for Palestine

    ◊   Sostenere il lavoro dei giovani palestinesi. E’ l’intenzione che da anni sta muovendo la “Pontifical Mission for Palestine”, organizzazione legata alla CNEWA, Catholic Near East Welfare Association, fondata dalla Santa Sede nel 1949. Da anni - riferisce Zenit - si stanno promuovendo iniziative mirate per cercare di contrastare la grave crisi economica che, dopo la seconda Intifada, ha investito la Palestina. Nel 2012 è iniziato un progetto, grazie al contributo di 770mila dollari elargito da molti benefattori, che ha coinvolto 536 giovani diplomati e laureati palestinesi, in maggioranza ragazze, in esperienze lavorative a tempo determinato utili e formative, a Gerusalemme Est, nella West Bank e nella Striscia di Gaza. I salari percepiti dai giovani, spesso studenti-lavoratori, hanno aumentato le entrate dei rispettivi nuclei familiari, con ricadute positive per 2.600 persone. Altro dato positivo è stato che il 36 per cento dei giovani coinvolti nel programma è poi riuscito a sfruttare l'esperienza per trovare posti di lavoro stabili, dopo che il periodo di occupazione a tempo determinato si era concluso. Nella West Bank sono state coinvolte nei programmi di occupazione anche 85 giovani donne con disabilità, mentre nella Striscia di Gaza l’iniziativa ha riguardato 382 ragazzi; a Gerusalemme Est si è investito nella produzione di manufatti artistici e artigianali della tradizione palestinese e si è puntato sull'assistenza geriatrica: un settore che sta vivendo una fase emergenziale. (B.C.)

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    Australia. Il Catholic Social Service al Senato: non tagliare i fondi per il sociale

    ◊   Un’organizzazione che conta 60 membri, che opera con 12mila unità in tutto il mondo, che fornisce servizi sociali per circa 600 milioni di dollari, destinati a famiglie in difficoltà, malati, senza tetto, alcolisti e tossicodipendenti: il Catholic Social Service dell’Australia (Cssa) ha presentato questi dati in Senato, nel corso di un’audizione pubblica. Numeri che evidenziano l’importanza dell’appello lanciato dall’organismo affinché il governo non tagli i fondi destinati ai servizi sociali. “Il governo – dice il Cssa – ha la responsabilità di provvedere ad una rete di sicurezza per persone a basso reddito, prive di alternative”. Ricordando l’importanza della “opzione preferenziale per i poveri”, inoltre, il Cssa sottolinea che “un’alta percentuale di disoccupati, in Australia, rimane nella fascia della povertà per almeno due anni”. Ma c’è anche un’altra considerazione da fare: il Cssa nota come “molti programmi dei servizi sociali portino un contributo alla produzione economica: ad esempio, gli aiuti all’infanzia possono ridurre l’insorgere di altri problemi in età più adulta, come la criminalità”. Di qui, l’immediato rimando alla dottrina sociale della Chiesa secondo la quale, evidenzia ancora il Cssa, “il successo di una comunità è dato dal modo in cui essa guarda ai bisognosi”. Affinché “la società sia davvero inclusiva e sostenga la dignità, l’uguaglianza e la partecipazione di tutta la popolazione”, quindi, l’organismo cattolico chiede al governo che “i tagli finanziari non ricadano sulle persone più svantaggiate della comunità”. (I.P.)

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    Nelle Filippine, l’impegno delle Chiese cristiane per i malati di Aids

    ◊   “Zero infezioni; zero discriminazioni; zero decessi”: è la campagna promossa dalle Chiese cristiane delle Filippine che intendono collaborare su strategie comuni per combattere l’Aids. Secondo recenti dati Onu - riferisce l'Agenzia Fides - ogni giorno si registrano 9 nuove infezioni nel Paese asiatico. L’impegno delle Chiese procede dunque in due direzioni: promuovere un’educazione ad hoc e sensibilizzare i giovani su uno stile di vita che li allontani il più possibile dai rischi del contagio; assistere le vittime della malattia e i sieropositivi secondo criteri di ascolto, accoglienza, accompagnamento umano e cristiano. Intanto è stato anche pubblicato uno studio di settore, promosso dal Consiglio Mondiale delle Chiese, frutto dell’esperienza di sacerdoti e laici impegnati a livello pastorale con i malati di Aids. Il rapporto, presentato lo scorso 19 febbraio, è intitolato: “Porre fine allo stigma, alla vergogna, al diniego, alla discriminazione e a comportamenti errati”. “Perché l’opera di contrasto della pandemia dell’Aids sia sostenibile - si legge nel testo - urge anche affrontare i molti tentacoli di ingiustizia che condizionano le nostre relazioni con le persone colpite dall’Aids”, segnate spesso da paura, discriminazione e indifferenza. Le Chiese cristiane nelle Filippine auspicano di diventare “competenti” per dare un contributo e raggiungere l’obiettivo di “Zero infezioni; zero discriminazioni; zero decessi”, a partire dalle scuole. (B.C.)

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    Antille: dedicato alla nuova evangelizzazione l'incontro delle Pontificie Opere Missionarie

    ◊   Il primo tratto distintivo della nuova evangelizzazione nella Chiesa dei Caraibi è “che è piena della gioia del Vangelo, una gioia sempre nuova, bella e rassicurante”. È quanto ha evidenziato mons. Gabriel Malzaire, vescovo di Roseau, nella Repubblica Dominicana, all’apertura dell’incontro annuale dei direttori diocesani delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) delle Antille Caraibiche, svoltosi nei giorni scorsi a Nassau, capitale delle Bahamas. “Animare e approfondire la coscienza missionaria di ogni cristiano battezzato” era il tema del congresso, al quale hanno partecipato il nunzio apostolico, mons. Nicola Girasoli; l’arcivescovo di Nassau, mons. Patrick Pinder; il direttore regionale del Pom, padre George Williams e 17 rappresentanti delle diocesi della Conferenza Episcopale delle Antille (Aec). Partendo dall’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco, mons. Malzaire che presiede la Commissione episcopale per l’educazione e la formazione, ha sottolineato che la Chiesa della Nuova Evangelizzazione deve essere “una Chiesa impegnata in un’evangelizzazione rivolta a tutti e condivisa da tutti, con una missione che scaturisca dal cuore del Vangelo, una vera madre con un cuore aperto e pronta ad affrontare le sfide del mondo di oggi”. Nel suo breve intervento, il nunzio mons. Girasoli ha rilevato come il messaggio sotteso al titolo della Evangelii Gaudium è l’esortazione di Papa Francesco a “provare ancora con entusiasmo” ad annunciare al mondo e nella Chiesa l’amore salvifico di Cristo. Anche padre Williams, direttore regionale del Pom ha preso spunto dalle parole del Pontefice per ricordare che il servizio della Chiesa non è quello di una qualsiasi ong e che più della raccolta di fondi per le opere missionarie è importante la loro capacità di instillare lo spirito evangelizzatore e di servizio in Cristo in ciascun battezzato, soprattutto nei bambini e nei giovani. Una sessione dei lavori è stata dedicata infine all’uso dei media e delle nuove tecnologie dell’informazione per la diffusione del Vangelo. (A.T.)

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    Progetto di solidarietà della Chiesa brasiliana per Timor Est

    ◊   La Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb) ha inviato in missione a Timor Est il professor Mário Antônio Sanches che per due mesi insegnerà bioetica ed antropologia presso l'Istituto superiore di filosofia e teologia di Dili, capitale del Paese asiatico. L'iniziativa fa parte del progetto di solidarietà tra la Chiesa brasiliana e quella timorese, firmato nel 2012 dopo il 10° Incontro delle Conferenze dei vescovi dei Paesi lusofoni (Brasile, Portogallo, Angola e São Tomé, Guinea Bissau, Mozambico e Timor Est). L'obiettivo è quello della formazione dei seminaristi delle Chiese locali timoresi nelle discipline della filosofia, della teologia e della lingua portoghese. La Conferenza episcopale di Dili è quella più giovane tra le sorelle lusofone: è nata infatti solo il 28 marzo 2012. Nonostante sia la più piccola, essa rappresenta quello che è il secondo Paese a maggioranza cattolica, in termini assoluti, dell'Asia, dopo le Filippine. I vescovi timoresi si preparano ora per la loro prima visita ad Limina Apostolorum: il loro arrivo a Roma per incontrare Papa Francesco è previsto per il 17 marzo. (R.B.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVIII no. 54

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.