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Sommario del 18/05/2013

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa: chiacchiere distruttive nella Chiesa, disinformazione, diffamazione e calunnia sono peccato
  • Papa Francesco ad Angela Merkel: il mondo ha bisogno di un'Europa forte e giusta
  • Migliaia di persone in Piazza San Pietro per l'incontro di Pentecoste tra Papa Francesco e i movimenti ecclesiali
  • I carismi di movimenti e associazioni ecclesiali al servizio dell'unità: la testimonianza di Giulia Folonari
  • Nominati il nuovo patriarca di Lisbona e l'arcivescovo di Wrocław
  • Tweet del Papa: impariamo da Maria per rivivere la sua totale disponibilità ad accogliere Cristo
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Scontro Usa-Russia sulle forniture militari di Mosca alla Siria
  • Francia, in vigore legge sulle nozze gay: i termini "madre" e "padre" sostituiti col generico "genitori"
  • Nelle piazze italiane la pasta anti-mafia a favore degli anziani
  • Successo della campagna "Libera la domenica" di Cei e Confesercenti
  • La Notte dei Musei: anche Roma apre al pubblico tutto il suo patrimonio d'arte
  • Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Bagnasco: il lavoro, domanda prioritaria del Paese al mondo politico
  • Cile: i vescovi chiedono più equità al mondo della politica
  • Cina: piogge torrenziali al Sud, almeno 55 morti
  • Notte delle Chiese. Card. Schönborn: “Opportunità per avvicinarsi a Gesù”
  • Senegal: in 100 mila al pellegrinaggio mariano di Popenguine
  • Vietnam: torna il fenomeno dei "boat-people", in fuga verso l’Australia
  • India: due arresti per l'uccisione, nel 1999, di un pastore cristiano
  • Il 25 maggio la Giornata nazionale dell’oratorio
  • "New Media e Migrazioni": giornata di studio promossa dagli Scalabriniani
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa: chiacchiere distruttive nella Chiesa, disinformazione, diffamazione e calunnia sono peccato

    ◊   Il cristiano deve vincere la tentazione di “mischiarsi nella vita degli altri”: è l’esortazione di Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha inoltre sottolineato che chiacchiere e invidie fanno tanto male alla comunità cristiana e che non si può “dire soltanto la metà che ci conviene”. Alla Messa, concelebrata con don Daniel Grech del Vicariato di Roma, hanno preso parte un gruppo di studenti della Lateranense, guidati dal rettore mons. Enrico Dal Covolo; Kiko Argüello, Carmen Hernández e Mario Pezzi del Cammino Neocatecumenale; Roberto Fontolan e Emilia Guarnieri di Comunione e Liberazione. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “A te che importa?” Papa Francesco ha svolto la sua omelia partendo da questa domanda rivolta da Gesù a Pietro che si era immischiato nella vita di un altro, nella vita del discepolo Giovanni, “quello che Gesù amava”. Pietro, ha sottolineato, aveva “un dialogo d’amore” con il Signore, ma poi il dialogo “è deviato su un altro binario” e soffre anche lui una tentazione: “Mischiarsi nella vita degli altri”. Come si dice “volgarmente”, ha osservato il Papa, Pietro fa il “ficcanaso”. E si è dunque soffermato su due modalità di questo mischiarsi nella vita altrui. Innanzitutto, “la comparazione”, il “compararsi con gli altri”. Quando c’è questa comparazione, ha detto, “finiamo nell’amarezza e anche nell’invidia, ma l’invidia arrugginisce la comunità cristiana”, le “fa tanto male”, il “diavolo vuole quello”. La seconda modalità di questa tentazione, ha soggiunto, sono le chiacchiere. Si comincia con “modalità tanto educate”, ma poi finiamo “spellando il prossimo”:

    “Quanto si chiacchiera nella Chiesa! Quanto chiacchieriamo noi cristiani! La chiacchiera è proprio spellarsi eh? Farsi male ll'uno l’altro. Come se volesse diminuire l’altro,no? Invece di crescere io, faccio che l’altro sia più basso e mi sento grande. Quello non va! Sembra bello chiacchierare… Non so perché, ma sembra bello. Come le caramelle di miele, no? Tu ne prendi una - Ah, che bello! -e poi un'altra, un'altra, un'altra e alla fine ti viene il mal di pancia. E perché? La chiacchiera è cosi: è dolce all’inizio e poi ti rovina, ti rovina l’anima! Le chiacchiere sono distruttive nella Chiesa, sono distruttive… E’ un po’ lo spirito di Caino: ammazzare il fratello, con la lingua; ammazzare il fratello!”.

    Su questa strada, ha detto, “diventiamo cristiani di buone maniere e cattive abitudini!”. Ma come si presenta la chiacchiera? Normalmente, ha osservato Papa Francesco, “facciamo tre cose”:

    “Facciamo la disinformazione: dire soltanto la metà che ci conviene e non l’altra metà; l’altra metà non la diciamo perché non è conveniente per noi. Alcuni sorridono… ma è vero quello o no? Hai visto che cosa? E passa. Secondo è la diffamazione: quando una persona davvero ha un difetto, ne ha fatta una grossa, raccontarla, 'fare il giornalista'… E la fama di questa persona è rovinata! E la terza è la calunnia: dire cose che non sono vere. Quello è proprio ammazzare il fratello! Tutti e tre - disinformazione, diffamazione e calunnia - sono peccato! Questo è peccato! Questo è dare uno schiaffo a Gesù nella persona dei suoi figli, dei suoi fratelli”.

    Ecco perché Gesù fa con noi come aveva fatto con Pietro quando lo riprende: “A te che importa? Tu segui me!” Il Signore davvero ci “segnala la strada”:

    “‘Le chiacchiere non ti faranno bene, perché ti porteranno proprio a questo spirito di distruzione nella Chiesa. Segui me!’. E’ bella questa parola di Gesù, è tanto chiara, è tanto amorosa per noi. Come se dicesse: ‘Non fate fantasie, credendo che la salvezza è nella comparazione con gli altri o nelle chiacchiere. La salvezza è andare dietro di me’. Seguire Gesù! Chiediamo oggi al Signore Gesù che ci dia questa grazia di non immischiarci mai nella vita degli altri, di non diventare cristiani di buone maniere e cattive abitudini, di seguire Gesù, di andare dietro Gesù, sulla sua strada. E questo basta!”.

    Durante l’omelia, Papa Francesco ha anche rammentato un episodio della vita di Santa Teresina che si chiedeva perché Gesù dava tanto a uno e poco a un altro. La sorella più grande, allora, prese un ditale e un bicchiere e li riempì di acqua e poi chiese a Teresina quali dei due fosse più pieno. “Ma tutti e due sono pieni”, rispose la futura Santa. Gesù, ha detto il Papa, fa “così con noi”, “non gli interessa se tu sei grande, sei piccolo”. Gli interessa “se tu sei pieno dell’amore di Gesù”.

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    Papa Francesco ad Angela Merkel: il mondo ha bisogno di un'Europa forte e giusta

    ◊   Stamani, Papa Francesco ha ricevuto, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il cancelliere federale tedesco Angela Merkel, che poi ha incontrato mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Durante i cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - è stata ricordata la lunga storia dei rapporti che intercorrono tra la Santa Sede e la Germania, soffermandosi su temi di comune interesse, quali la situazione socio-politica, economica e religiosa in Europa e nel mondo. In particolare, si è parlato della tutela dei diritti umani, delle persecuzioni nei confronti dei Cristiani, della libertà religiosa e della collaborazione internazionale per la promozione della pace. Non è mancato, infine – conclude il comunicato - uno scambio di vedute sull’Europa quale Comunità di valori e sulla sua responsabilità nel mondo, auspicando l’impegno di tutte le componenti civili e religiose a favore di uno sviluppo fondato sulla dignità della persona e ispirato ai principi della sussidiarietà e della solidarietà”.

    In una breve conferenza stampa organizzata in Vaticano, Angela Merkel ha così commentato per i giornalisti il suo incontro col Papa:

    R. - Oggi sono stata ricevuta da Papa Francesco, ed ho avuto così l’occasione per un colloquio più esteso: ho compreso questo come una grande gioia ma anche come un riconoscimento ed un onore per la Germania, e naturalmente ho portato i saluti dalla Germania. Abbiamo parlato sui temi della globalizzazione e dell’Unione Europea, del ruolo dell’Europa nel mondo; dal canto mio, ho ribadito ancora una volta che dal mio punto di vista è molto importante che abbiamo cura e rafforziamo sempre i fondamenti delle nostre società. A ragion veduta si afferma che la politica da sola non può creare le fondamenta su cui vive una società, perché noi tutti viviamo dai presupposti che non sono nelle nostre mani. In questo contesto, credo che la Chiesa cattolica svolga un ruolo centrale. Credo che Papa Francesco abbia chiarito che nel mondo l’Europa è necessaria, che abbiamo bisogno di un’Europa forte e giusta. E sotto questo aspetto, il colloquio è stato per me incoraggiante.

    D. – Papa Francesco ha esercitato una critica fondamentale al potere della finanza, alla mancanza di etica e di controllo anche da parte dello Stato. Ha detto: “Il denaro deve servire, non governare”. In che misura lei ha fatto suo questo pensiero, in che misura ha giocato un ruolo nel vostro colloquio odierno?

    R. – Bè, se parlo del rapporto tra globalizzazione e l’opera dei governi, certamente questo pensiero ha avuto il suo peso: infatti, noi sperimentiamo il fatto che le crisi sono nate dal fatto che l’economia di mercato sociale non abbia avuto un peso, che gli Stati non abbiano stabilito delle linee guida ed è proprio per questo che la regolamentazione dei mercati finanziari rappresenta il nostro problema centrale, il nostro compito centrale. Facciamo progressi, ma siamo lontani dalla meta, siamo lontani dal poter dire che non si possa più verificare un deragliamento dalle linee guida dell’economia di mercato sociale. A questo proposito, questo stesso argomento avrà ancora un ruolo centrale nel vertice del G-20 che si svolgerà ancora quest’anno. In realtà è così, che l’economia esiste per servire l’uomo, ma in molti posti, negli anni passati, non è stato così.

    D. – Quali differenze vede tra il Papa emerito Benedetto XVI e il primo Papa latinoamericano della storia? Lo ha invitato a visitare la Germania?

    R. – Lo avevo invitato a venire in Germania già in occasione dell’inizio di Pontificato, considerando peraltro che lui era già stato in Germania. Non vorrei dare ai Papi una classificazione, ma sono veramente felice del fatto che gli incontri con Papa Benedetto e Papa Francesco siano stati molto buoni. Vedo una continuità nell’aspetto della missionarietà, nel far prendere coscienza dell’importanza del cristianesimo per le nostre radici cristiane. Credo che Papa Francesco, con le sue parole così semplici e toccanti, raggiunge le persone e ci ricorda costantemente che la Chiesa non dev’essere chiusa ma che deve andare dalle persone e incoraggiarle ad aprirsi al cristianesimo. Anche oggi ho sentito questo messaggio.

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    Migliaia di persone in Piazza San Pietro per l'incontro di Pentecoste tra Papa Francesco e i movimenti ecclesiali

    ◊   Piazza San Pietro si prepara a vivere un momento di festa nel segno dello Spirito Santo. Almeno 120 mila persone appartenenti a vari movimenti ecclesiali parteciperanno, infatti, questa sera alla Veglia di Pentecoste presieduta nell’Anno della Fede da Papa Francesco a partire dalle ore 18. Già numerosissime le persone presenti in piazza e sul sagrato della Basilica Vaticana. Paolo Ondarza:

    E’ una Piazza San Pietro scaldata e illuminata da un sole quasi estivo e dall’entusiasmo, dalla gioia, delle migliaia di persone giunte a Roma per la Giornata dei movimenti ecclesiali, delle associazioni e delle aggregazioni laicali sul tema “Io credo, aumenta in noi la fede”. Chiusa al traffico via della Conciliazione. Il sagrato della Basilica Vaticana è stato attraversato durante tutta la mattina da un ininterrotto pellegrinaggio alla Tomba di Pietro. Nel pomeriggio, sarà la volta delle testimonianze di chi, attraverso questo o quel cammino di fede, ha incontrato il Volto di Gesù Cristo. Papa Francesco arriverà in jeep, intorno alle 17.30, alle 18 avrà inizio la Veglia di Pentecoste, festa dello Spirito Santo. Così, Papa Francesco qualche giorno fa ha parlato della Terza Persona della Trinità:

    “Cosa ci dice lo Spirito Santo? Dio ti ama: ci dice questo! Dio Ti ama, ti vuole bene. E noi amiamo veramente Dio e gli altri, come Gesù? (…) Lasciamoci guidare dallo Spirito Santo. Lasciamo che Lui ci parli al cuore e ci dica questo: che Dio è amore, che sempre Lui ci aspetta, che Lui è il Padre e ci ama come vero papà; ci ama veramente. E questo soltanto lo dice lo Spirito Santo al cuore. Sentiamo lo Spirito Santo, ascoltiamo lo Spirito Santo e andiamo avanti per questa strada dell’amore, della misericordia, del perdono".

    E si deve proprio all’azione dello Spirito la fioritura negli ultimi decenni di tanti movimenti che questo pomeriggio, dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, incontreranno per la prima volta il Papa venuto dall’Argentina. Ma cosa significa questo incontro per i tanti fedeli arrivati nella Città Eterna:

    R. - Significa riempirci di Spirito Santo, per poi testimoniarlo in tutto il mondo, perché oggi c’è bisogno di una grande testimonianza di Cristo Risorto.

    R. - Sentiamo molto forte questa festa. E’ una grande emozione essere qui, accanto al Papa e festeggiare insieme a lui questo evento importante.

    R. – E’ un momento di speranza soprattutto per i giovani e per le famiglie.

    D. - Che cos’è, secondo voi, che ha mosso tante persone oggi qui in Piazza?

    R. - Secondo me è lo Spirito Santo, l’amore, la chiamata di Dio.

    D. - Che cos’è, anzi chi è lo Spirito Santo?

    R. - Lo Spirito Santo è il soffio di Dio; lo Spirito Santo è rinnovamento in ciascuno di noi; lo Spirito Santo è l’amore di Dio. E quando lo Spirito Santo raggiunge i nostri cuori, contagia noi e il prossimo che il Signore ci mette accanto.

    R. - Lo Spirito Santo è Colui che guida, che guida la Chiesa, che guida i nostri cuori; Colui che giorno per giorno ci dà la forza, la carica. E’ la forza attiva di Dio che ci accompagna per il giusto cammino.

    R. - La forza attraverso la quale Gesù Cristo opera in noi.

    D. - Come opera lo Spirito Santo nella vita di un giovane?

    R. - In maniera inaspettata, imprevedibile, però molto intensa perché ti porta a realizzare delle cose che tu mai avresti pensato di essere in grado di fare. Ti riempie e soprattutto ti fa innamorare di Dio!

    D. – Sarete insieme a altri movimenti che hanno carismi diversi dai vostri... Questo che cosa significa?

    R. – Che il Corpo di Cristo è uno e quindi è bello stare insieme al Corpo di Cristo!

    R. – San Paolo ci ricorda: la Chiesa ha diversi carismi e tutti sono utili per il bene comune.

    R. – Nella Chiesa cattolica siamo tante forze diverse, ma abbiamo un solo cuore, che è l’amore per Gesù. E questo ci unisce moltissimo.

    D. – Il vostro pensiero per Papa Francesco?

    R. – Santo Padre guidaci sempre verso l’eternità!

    R. – Noi giovani siamo con lui, lo appoggiamo, crediamo tanto in quello che sta facendo e soprattutto vogliamo dirgli che la Chiesa è viva, sta crescendo e noi ci siamo!

    Ad organizzare l’odierna Giornata in questo Anno della Fede è stato il Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione. Il presidente del dicastero, mons. Rino Fisichella illustra così la duplice sfida che i movimenti sono oggi chiamati a raccogliere:

    R. – Dobbiamo essere capaci di camminare insieme: non si può camminare da soli, perché questo è il momento di un impegno comune. Poi c’è la seconda sfida: il mondo di oggi è sempre più povero, perché non percepisce più l’assenza di Dio come una mancanza nella propria vita. Ecco, questa sfida deve essere accettata e colmata. Noi dobbiamo dire, con il nostro stile di vita credibile, che di Cristo il mondo oggi ha ancora bisogno e noi con Lui gli portiamo una parola di speranza.

    D. – Tanti laici si sono riavvicinati alla Chiesa proprio grazie ai movimenti. Questo è un aspetto molto importante per la nuova evangelizzazione?

    R. – Certamente. I movimenti hanno una forte identità e un profondo senso di appartenenza. Da questa prospettiva, credo che la vita dei movimenti sia un insegnamento e una provocazione anche per tutte le altre realtà ecclesiali, per le nostre comunità, anche quelle parrocchiali, a recuperare la domanda e la risposta sul chi siamo e quindi anche una profonda formazione, ma anche un profondo senso ecclesiale, cioè “Siamo la Chiesa, apparteniamo alla Chiesa!”.

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    I carismi di movimenti e associazioni ecclesiali al servizio dell'unità: la testimonianza di Giulia Folonari

    ◊   Sono passati 15 anni dal primo grande incontro di Giovanni Paolo II con i movimenti, le nuove comunità, le associazioni e aggregazioni laicali. In quell’occasione, era il 30 maggio 1998, il Papa indicava il loro posto nella Chiesa e concludeva: “Oggi la Chiesa si aspetta da voi frutti "maturi" di comunione e di impegno.” Frutti che non sono mancati con la promozione di centinaia di altri incontri comuni, come le giornate “Insieme per l'Europa” e nella collaborazione su obiettivi comuni come la pace, la vita, l'abolizione della pena di morte. Benedetto XVI rinnovò l’appuntamento la vigilia di Pentecoste del 2006 e in una successiva occasione disse: “I movimenti ecclesiali e le nuove comunità sono una delle novità più importanti suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa per l’attuazione del Concilio Vaticano II”. Ma che cosa rappresentò quel primo incontro del '98 in Piazza San Pietro? Adriana Masotti lo ha chiesto a Giulia Folonari, del Movimento dei Focolari, tra le più strette collaboratrici di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento:

    R. - Io direi che rappresentò l’aspetto carismatico della Chiesa. Ricordo che allora c’erano membri di vari movimenti e nuove comunità con i loro fondatori: don Giussani di Comunione e Liberazione; Kiko Arguello per i neocatecumenali; Jean Vanier per l’Arche; ed anche Chiara Lubich del Movimento dei Focolari. Per nominare solo quelli che hanno parlato. In Piazza San Pietro, però, c’erano più di 100 mila persone, mi pare. In quell’occasione, Giovanni Paolo II ha parlato dell’aspetto istituzionale della Chiesa e dell’aspetto carismatico come coessenziale ad esso. E Chiara Lubich, nel suo intervento finale, ha proprio promesso al Papa, in pubblico, di mantenere questa comunione fra i Movimenti, fra i carismi che Dio manda per il mondo di oggi. E’ stato proprio questo che l’ha spinta poi a mantenere e proseguire i contatti.

    D. – E da allora si è intrapreso un cammino di comunione. Quali sono state le tappe principali o le occasioni di collaborazione, che sono nate in questi anni?

    R. – Ancora – direi - il Santo Padre Paolo VI aveva fatto nascere il Pontificio Consiglio per i Laici. Lui aveva compreso come Dio ora si serve di laici per dare loro i suoi carismi per il mondo di oggi. E Chiara Lubich avendo il carisma dell’unità ha continuato a promuovere questi incontri tra i movimenti e le nuove comunità. In cambio, la collaborazione, il vivere il Vangelo, indicano sempre nuove vie da proporre all’insieme dei fedeli nella Chiesa. Anche oltre la Chiesa cattolica, movimenti evangelici, evangelico-luterani, ortodossi, anglicani, riformati desideravano portare Cristo, il Vangelo, all’Europa di oggi. E così sono continuati gli incontri comuni: Stoccarda 2004; Stoccarda 2007; e a Bruxelles, nel maggio 2012, i movimenti e le nuove comunità hanno preso l’impegno di promuovere in 152 città il bene di ciascuna società locale, in modo da costituire l’insieme dei movimenti sul posto.

    D. – L’incontro di Pentecoste di quest’anno ha sullo sfondo la chiamata ad una nuova evangelizzazione ed è promosso nell’ambito dell’Anno della Fede. E’ questo l’obiettivo, la nuova evangelizzazione, che può vedere sempre più protagonisti i movimenti e le nuove associazioni laicali?

    R. – Io direi di sì, perché quest’anno l’incontro appunto della vigilia di Pentecoste è legato alla nuova evangelizzazione, ma i movimenti e le nuove comunità hanno proprio preso aspetti, passi diversi del Vangelo da mettere in atto. Quindi ognuno è Parola di Cristo, Verbo di Dio, quindi anche particolare, che però contiene tutto il Vangelo. Tutti, quindi, contribuiscono in qualche modo, di fatto, alla nuova evangelizzazione del mondo.

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    Nominati il nuovo patriarca di Lisbona e l'arcivescovo di Wrocław

    ◊   Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale del Patriarcato di Lisbona (Portogallo), presentata dal cardinale José da Cruz Policarpo, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Manuel José Macário do Nascimento Clemente, trasferito dalla diocesi di Porto. Mons. Manuel José Macário do Nascimento Clemente. Mons. Clemente è nato a Torres Vedras, Patriarcato di Lisbona, il 16 luglio 1948. Dopo la Laurea in Storia Generale ottenuta presso l'Università di Lisbona, è entrato nel Seminario Patriarcale “Cristo Rei dos Olivais”; ha conseguito il Dottorato in Teologia, con specializzazione in “Teologia Storica” presso l'Università Cattolica Portoghese. Il 29 giugno 1979 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale ed è stato incardinato nel Patriarcato di Lisbona, nel quale ha svolto gli incarichi di vicerettore e rettore del Seminario Maggiore, docente della Facoltà di Teologia dell'Università Cattolica Portoghese, membro del Capitolo della Cattedrale, del Consiglio Presbiterale e del Consiglio Pastorale. Il 6 novembre 1999 è stato nominato vescovo titolare di Pinhel ed ausiliare di Lisbona e ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 22 gennaio 2000. Il 22 febbraio 2007 è stato nominato vescovo della diocesi di Porto. Attualmente è vicepresidente della Conferenza Episcopale Portoghese. Nell’ambito della medesima Conferenza ha svolto l'incarico di presidente della Commissione Episcopale per la Cultura, i Beni Culturali e le Comunicazioni Sociali. Dal 2012, è membro del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.

    Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Wrocław (Polonia), presentata da mons. Marian Gołębiewski, per raggiunti limiti di età. Gli succede monsignore Józef Piotr Kupny, trasferito dalla sede titolare di Vanariona e dall’Ufficio di ausiliare di Katowice. Mons. Kupny è nato il 23 febbraio 1956 a Dąbrówka Wielka, arcidiocesi di Katowice. Dopo aver superato gli esami di maturità, fu ammesso nel 1975 al Seminario Maggiore di Katowice. Poco dopo la sua entrata in Seminario, però, è stato chiamato al servizio militare, che ha svolto dal 1975 al 1977. È stato ordinato sacerdote il 31 marzo 1983 per la diocesi di Katowice. Negli anni 1983-1986 è stato vicario parrocchiale in Katowice. Dal 1986 al 1993 è stato studente presso l’Università Cattolica di Lublino, dove ha conseguito il Dottorato in Dottrina Sociale della Chiesa. Negli anni 1992-2001 è stato assistente e poi professore aggiunto nella Facoltà di Scienze Sociali dell’Università Cattolica di Lublin. Dal 2001 al 2004 è stato rettore del Seminario di Katowice. Il 21 dicembre 2005 è stato nominato ausiliare di Katowice e consacrato il 4 febbraio successivo. In seno alla Conferenza Episcopale è stato recentemente eletto membro del Consiglio Permanente. È presidente del Consiglio per le questioni sociali e delegato per i movimenti e le associazioni cattoliche. Sul piano nazionale è membro dell’Associazione dei Sociologi Polacchi.

    Il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico nelle Isole Salomone mons. Michael W. Banach, arcivescovo tit. di Memfi, nunzio apostolico in Papua Nuova Guinea.

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    Tweet del Papa: impariamo da Maria per rivivere la sua totale disponibilità ad accogliere Cristo

    ◊   Siamo nel mese dedicato a Maria e Papa Francesco – che il 31 maggio prossimo presiederà il Rosario in Piazza San Pietro a partire dalle ore 20 – ha lanciato un tweet mariano: “Occorre imparare da Maria – scrive - rivivere la sua disponibilità totale a ricevere Cristo nella sua vita”. Sull'account @Pontifex in nove lingue sono quasi 6 milioni e mezzo i follower: i più numerosi sono quelli in lingua inglese (2.511.600), ma crescono sempre di più i follower sull'account in lingua spagnola (2.373.200).

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Buone maniere e cattive abitudini: Messa del Papa a Santa Marta.

    Grazie a lui tutto il mondo è illuminato: in prima pagina, Manuel Nin sul dono dello Spirito Santo nella tradizione iconografica e liturgica bizantina.

    Un crimine vergognoso contro la dignità umana: la Santa Sede all'Onu sul traffico degli esseri umani.

    Né bisbetico né frivolo: in cultura, la premessa di Claudio Risè al suo libro "Il padre. Libertà e dono".

    Quel che resta del padre: Giulia Galeotti su tradizioni, storia, e nuove prove per l'uomo ancora in cerca di sé.

    E Claudel cantò lo Spirito divoratore: la Pentecoste dall'analisi della teologia alla sintesi della poesia in un articolo di Inos Biffi.

    Guardando i propri passi sulla sabbia: Valerio Gigliotti sull'"homo viator" nell'epistolario della Beata Marianna Fontanella, suora carmelitana vissuta nella Torino del Seicento.

    Un articolo di Eugenio Capozzi dal titolo "Il filo sottile che lega democrazia e totalitarismo": filosofi e giuristi alle origini dei sistemi politici e istituzionali moderni.

    Con lo stile della gioia e della speranza: nell'informazione religiosa, il messaggio finale dell'assemblea della Consiglio episcopale latinoamericano.

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    Oggi in Primo Piano



    Scontro Usa-Russia sulle forniture militari di Mosca alla Siria

    ◊   La diplomazia internazionale al lavoro per trovare una soluzione alla sanguinosa crisi siriana. E’ soprattutto la Russia che sta lavorando in questa direzione con una serie di incontri diplomatici: l’ultimo ieri a Soci sul Mar Nero, tra il capo del Cremlino, Putin, ed il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in vista della Conferenza Internazionale sulla Siria in programma a giugno a Ginevra. Ma intanto non si placano le polemiche, soprattutto da parte americana, dopo le affermazioni di Mosca che confermano la fornitura di armamenti a Damasco in chiave anti-israeliana. Sull’atteggiamento russo, Giancarlo La Vella ha intervistato Stefano Torelli, esperto di Medio Oriente dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI):

    R. – La Russia sta, evidentemente, dicendo alle controparti occidentali che in questo momento ancora non vi sono forse le condizioni necessarie per arrivare ad un’intesa sulla Siria. La dichiarazione di Mosca di fornire armi a Damasco in parte, secondo me, può essere una risposta non tanto alle dichiarazioni degli Stati Uniti, ma a quelle del premier britannico Cameron, che ultimamente hanno spinto molto di più verso un sostegno più concreto ai ribelli. E' vero, per Damasco c’è anche la questione di Israele... Però a me sembra più un pretesto che altro.

    D. – L'atteggiamento di Mosca è motivato dal timore che il fronte abbastanza indecifrabile degli insorti possa essere un rischio... che gruppi estremisti possano riversarsi nelle zone calde del territorio russo?

    R. – La Russia, di fatto, è uno degli obiettivi dei fronti del cosiddetto Jihad internazionale: la questione cecena è sempre lì e le reti del jihadismo internazionale non smettono mai, nei loro proclami, di nominare anche la Cecenia, come uno dei più importanti teatri di scontro, insieme alla Siria. La preoccupazione di Mosca può essere anche quella che un lasciar fare agli islamisti in Siria possa "gonfiare" ancora di più le reti del Jihad internazionale che poi, un domani, finito il conflitto siriano, potrebbero riversarsi su altri fronti ancora aperti. La Cecenia sicuramente è uno di questi fronti. Del resto con la guerra in Iraq è successo lo stesso.

    D. – Anche gli Stati Uniti sembrano temporeggiare in attesa di capire meglio la composizione del fronte degli insorti...

    R. – Sì, questo è vero E c’è da ripetere sempre che, se gli Stati Uniti continuano a temporeggiare, è anche perché evidentemente in questo momento non hanno le risorse necessarie per intervenire direttamente in un ennesimo conflitto mediorientale.

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    Francia, in vigore legge sulle nozze gay: i termini "madre" e "padre" sostituiti col generico "genitori"

    ◊   La legge sulle nozze gay in Francia è stata promulgata dal presidente socialista Hollande, e pubblicata questa mattina sulla Gazzetta Ufficiale. Il Consiglio costituzionale l’ha ratificata definitivamente dopo quattro mesi di battaglia parlamentare e di manifestazioni contrarie. Le coppie dello stesso sesso che contrarranno "matrimonio" rappresenteranno a tutti gli effetti secondo la legge un nucleo familiare, con la possibilità di adottare congiuntamente un bambino, o di prendere in adozione quello di uno dei due sposi. I termini “madre” e “padre” verranno sostituiti con “genitori”, mentre “moglie” e “marito” si tradurranno in “sposi”. La Francia è il 14.mo Paese al mondo a legalizzare il "matrimonio gay". Ci sono poi i Paesi che hanno regolarizzato le unioni civili ma non parlano di matrimonio: nel solo continente europeo sono 21, ma di questi solo 13 prevedono le adozioni per persone dello stesso sesso. Dunque il dibattito è aperto su diversi fronti. Fausta Speranza ha intervistato il sociologo Francesco Belletti, presidente del Forum delle famiglie:

    R. - Il riconoscimento del matrimonio gay significa dimenticare ed ignorare davvero la naturalità della differenza sessuale. Il matrimonio, da sempre, tende a regolare il rapporto tra uomo e donna; il matrimonio come patto pubblico tende a restituire potere alla donna. Per questo è un fatto di civiltà, perché senza un patto pubblico le donne sarebbero state sottoposte spesso al potere degli uomini. Quindi, quest’idea che la differenza sessuale non abbia niente a che fare con il matrimonio è veramente preoccupante proprio per la custodia dell’identità dell’umano. Quindi questi Paesi non sono avanti nel progresso, ma stanno veramente invertendo la rotta e togliendo i fondamenti dell’umano.

    D. - Nel continente europeo sono 21 i Paesi che hanno regolarizzato le unioni civili tra omosessuali, ma - appunto - non parliamo di matrimonio. Questi Paesi, a suo avviso, sono Paesi che hanno fatto un passo verso il matrimonio o che, all’opposto, hanno scelto l’unione civile proprio per “non arrivare al matrimonio”?

    R. - Credo che si debba giudicare caso per caso. Di fatto, storicamente, anche nella strategia delle associazioni che rappresentano persone omosessuali, questo è un primo passo “verso”. Quindi la logica è quella del piano inclinato, un passetto per volta. Ma l’obiettivo è quello della totale parificazione, della totale indifferenza sessuale e della totale uguaglianza di diritti verso i bambini e verso il matrimonio. Credo che questo sia un momento grave per l’Europa: la Francia ha preso una decisione sbagliata. Tra l’altro, l’ha presa con un colpo di mano dell’élite, non ascoltando le piazze che si sono mosse, non ascoltando l’esistenza di un grande dissenso di tante culture, di tante persone di varia natura. In Francia non c’è stato uno scontro tra la Chiesa ed il governo Hollande ma c’è stato uno scontro tra un pezzo di società che crede ancora nella famiglia ed un pezzo di società che ha fatto una fuga in avanti.

    D. - C’è da dire che anche tra i Paesi che ammettono le unioni sono meno quelli che riconoscono le adozioni per i gay…

    R. - Sì. Già il tema delle unioni civili ha - rispetto al matrimonio - una sua minore rilevanza giuridica, ed è un segnale di cautela. Poi il tema delle adozioni è un ulteriore dramma, nel senso che scarica sulle nuove generazioni ipotetici diritti degli adulti. Diciamo che la letteratura, secoli di storia dell’umanità, anche il senso comune, riconoscono che per educare un bambino occorre la diversità sessuale, occorre un padre ed una madre. Se non ci sono o non sono capaci, oggi cerchiamo di dargli un altro padre ed un’altra madre, perché l’identità di un bambino si costruisce vedendo dal punto di vista della propria sessualità e vedendo la diversità della sessualità. Dire che la diversità sessuale non c’entra con l’educazione è un’altra grandissima fuga in avanti che rischia di far arretrare l’umanità. Credo che sul tema delle adozioni ci sia veramente una grave emergenza. Di fatto, si sostengono i diritti degli adulti contro i diritti dei bambini.

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    Nelle piazze italiane la pasta anti-mafia a favore degli anziani

    ◊   Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento di solidarietà promosso dall’Auser, associazione da sempre a sostegno degli anziani, in collaborazione con “Libera Terra”. Oggi e domani i volontari dell’Auser distribuiranno in 600 piazze italiane, migliaia di pacchi di spaghetti prodotti sui terreni confiscati alle mafie. Il ricavato della vendita sarà devoluto interamente al "Filo d’Argento", il servizio di telefonia sociale che aiuta gli anziani soli. Gea Finelli ha intervistato Enzo Costa, presidente dell’Auser e don Luigi Ciotti, presidente di "Libera":

    R. – L’idea nasce perché siamo convintissimi che il termine solidarietà vada unito a quello della legalità. Non può esistere una società solidale se non rientra – e anche molto in fretta – dentro un concetto di legalità. In questi tempi si parla molto di spesa pubblica, si parla molto di spending review, di tagli al welfare e ci si dimentica, per esempio, che questo è un Paese che ha tassi di evasione che sono stratosferici rispetto ai Paesi civili. E gran parte dell’evasione si sposa con l’illegalità. In una giornata, in cui noi raccogliamo i fondi di sostegno al "Filo d’argento", al volontariato, legato alla pasta prodotta nei terreni confiscati alla mafia, questo ha un doppio valore: come diciamo noi nel nostro slogan, “è buona due volte”!

    D. – Il “Filo d’argento”, il telefono della solidarietà, è attivo tutti i giorni dell’anno dalle 8 alle 20; in un anno effettua oltre un milione di interventi di aiuto alla persona e svolge una serie interminabile di servizi …

    R. – La nostra attività è fortemente incentrata sugli anziani, ma ci occupiamo di interventi che arrivano direttamente alle singole persone. Sono interventi che non sono di semplice compagnia e basta, ma arrivano alla consegna della spesa a casa, alla consegna di pasti, alla consegna di medicine, all’accompagnare singole persone verso le strutture sanitarie per visite o più semplicemente per terapie. Sono tutte "azioni di prossimità".

    La lotta alla mafia sembra produrre una catena di solidarietà e di amore infinita, che viaggia da un settore all’altro, come se fare del bene non avesse il potere assoluto di modificare la realtà delle cose, ma sicuramente possedesse quello di innescare un circuito di speranza. La riflessione di don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”:

    R. – Questa pasta è fatta da chi “non ha le mani in pasta”, cioè da chi vuole dare un contributo al bene comune, una pasta libera: libera da ipoteche, da secondi fini, da additivi fuori legge. E’ la pasta frutto delle cooperative nate sui terreni confiscati alle mafie, nelle quali tanti giovani hanno trovato un lavoro pulito e vero e che vogliono contribuire, nel loro piccolo, a realizzare una società più giusta e solidale dove le mafie, le tante forme di corruzione che la alimentano, non abbiano più spazio. Per questo, il legame con il “Filo d’Argento”, con l’“Auser”, che vuole connettere “Libera Terra” con il progetto che viene portato avanti con l’“Auser” a sostegno delle persone anziane e sole, ha una profonda ragione d’essere, un profondo bisogno di essere rafforzato. E’ un segno di positività che viaggia da anni, è un modo di dire “noi” perché la speranza ha bisogno di un “noi”: c’è un’assunzione, da parte di tutti, di maggiore coscienza, conoscenza e responsabilità. E non dimentichiamo che quest’anno sono venti anni – il 9 maggio, nella Valle dei Templi – da quando Giovanni Paolo II gridò parole chiare, categoriche, per dire, in sostanza, che il Vangelo è incompatibile con ogni forma di illegalità, di mafia, di corruzione.

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    Successo della campagna "Libera la domenica" di Cei e Confesercenti

    ◊   Ha raggiunto 150 mila firme la campagna lanciata dalla Confesercenti assieme alla Cei “Libera la domenica” contro la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi avviata nel 2011. L’Italia è tra i Paesi con la legislazione più selvaggia in questo settore. Il servizio di Alessandro Guarasci:

    Il primo effetto di questa liberalizzazione è in pratica l’apertura 24 ore al giorno della grande distribuzione la domenica. Confesercenti fa notare che senza regole la concorrenza non tutela nessuno. Dal 2008 ad oggi hanno chiuso 85 mila piccoli negozi e altrettanti si pensa che abbasseranno le saracinesce nei prossimi cinque anni. Chi poi lavora la domenica e i festivi è costretto a pesanti turni e trascura i legami familiari. Il vicedirettore direttore generale di Confesercenti, Mario Bussoni:

    "Da parte dei parlamentari che sono stati neo eletti c’è stata molta attenzione rispetto alla proposta che noi abbiamo presentato. Quindi, auspichiamo che la proposta trovi comunque appoggio e pieno riscontro in Parlamento e possa approdare ad una modifica della norma che ha portato alla liberalizzazione".

    I consumi nel 2012 sono calati del 2,2%. In Veneto hanno stimato che nel 2012 solo il 3.5% ha sempre fatto acquisti la domenica. Dunque perché tenere aperto anche durante i festivi? Ancora Bussoni.

    "Il nostro orario che viene garantito durante i sei giorni settimanali 'feriali' è il più ampio rispetto a tutti i servizi che vengono erogati ai cittadini. Non credo proprio che ci siano problemi da questo punto di vista".

    Ora l’interessamento dei gruppi parlamentari dovrà trasformarsi in una modifica della legge.

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    La Notte dei Musei: anche Roma apre al pubblico tutto il suo patrimonio d'arte

    ◊   In tutta Europa, questa notte sarà dedicata all’arte con l’apertura straordinaria e gratuita degli spazi espositivi e dei musei. Anche Roma partecipa per il quinto anno consecutivo con una imperdibile "no-stop" di 6 ore a partire dalle 20 che renderà eccezionalmente visibili 100 luoghi d’arte, animati da eventi di musica, teatro, cinema e poesia tra cui anche un ricordo di Papa Giovanni XXIII. Il servizio di Gabriella Ceraso:

    Roncalli legge Roncalli: c’è anche questo suggestivo recital per voce e violoncello che fa rivivere gli scritti di Papa Giovanni XXIII, tra i 200 eventi che animano una notte speciale a Roma. Lo scenario in questo caso è il Cortile dell’Apollo Sosiano, uno spazio suggestivo dell’antichità vicino al teatro Marcello, che i visitatori potranno scoprire gratuitamente. Protagonisti, Guido Roncalli – attore – e il fratello Diego, violoncellista: una famiglia speciale, quella di Papa Giovanni XXIII, secondo il sovraintendente ai Beni Culturali di Roma, Umberto Broccoli:

    “Guido Roncalli è un personaggio straordinario, perché è stato concorrente di quiz televisivi, autore di trasmissioni televisive e anche figlio di un archeologo, Francesco Roncalli. Quindi, la famiglia Roncalli, oltre ad essere benemerita per Angelo Giuseppe Roncalli è benemerita anche per questo modo di comunicare sia la cultura – l’etruscologia – con Francesco Roncalli, sia la conoscenza di questo "signore bergamasco" di Sotto il Monte; e quindi ben venga Guido Roncalli che legge Roncalli. Sarà un momento altissimo, secondo me, di grande diffusione, di grande comunicazione popolare. Perché Angelo Roncalli è stato il Papa della gente …”.

    Musei grandi e piccoli, Accademie e Istituzioni culturali straniere, Biblioteche, Case e Centri culturali: per una notte, Roma non avrà barriere. Anzi, ad accogliere i visitatori anche guide e mediatori. Sono occasioni uniche: l’ingresso a Palazzo Farnese, al Carcere Mamertino; sono opportunità ghiotte le 30 mostre gratuite tra cui quella dedicata a Tiziano alle Scuderie del Quirinale. E ad accompagnare i visitatori anche teatro, concerti, danza e proiezioni cinematografiche. E’ una nuova idea di museo che occorre far passare. Ancora Umberto Broccoli:

    “Fintantoché i musei saranno dei contenitori di cose pesanti e non di cose pensanti, quindi che stimolino il pensiero, sarà sempre difficile portare le persone nei musei, perché nei musei ci si deve anche divertire, nei musei si deve anche poter mangiare, nei musei ci si deve anche sedere di fronte ad un capolavoro! Ricordo sempre che la parola studium in latino significava appassionarsi”.

    E questo garantisce il tutto esaurito: almeno 200 mila le presenze attese nella capitale.

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    Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica

    ◊   Nella Solennità di Pentecoste, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù annuncia ai discepoli la discesa dello Spirito Santo:

    “Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.

    Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:

    E’ difficile non essere presi dal fascino del Vangelo di oggi: il Signore Gesù entra nella sua passione chiedendo per noi al Padre, come frutto del suo sacrificio, il dono dello Spirito Santo, dello Spirito di Verità, e che questo Consolatore resti con noi per sempre. Oggi, giorno di Pentecoste, si compie questa preghiera di Cristo: viene effuso lo Spirito Santo. Con questa effusione dello Spirito viene ricomposta la dispersione, provocata dal peccato, e nasce la Chiesa, nasce la comunità cristiana. L’uomo è strappato dalla solitudine del suo orgoglio, dalla sua incapacità di amare, e viene costituito “fratello”, “sorella” nella casa di Dio. E lo Spirito Santo, spirito di gioia e di comunione, riempie questa casa. Oggi la Chiesa conclude questo tempo di grazia e di letizia particolare che è la Pasqua. Ma proprio il dono dello Spirito che insegna ogni cosa ai discepoli e fa ricordare tutto quello che egli ci ha detto, diventa il ritmo settimanale del giorno del Signore. E ogni domenica è giorno di incontro di queste due grandi sorelle, Pasqua e Pentecoste, che sono il cuore della vita della Chiesa, sono il suo movimento di sistole e diastole, di contrazione e distensione che irrora tutto il corpo con la grazia di Cristo risorto. Accogliamo con abbondanza quest’acqua del Cielo, quest’acqua della vita divina, che è lo Spirito Santo, perché possa lavorare la farina che siamo noi e farla diventare pasta, pane buono per la fame del mondo. Entriamo con fiducia nel tempo nuovo che ci attende, il tempo “per anno” permettendo alle due mani del Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (l’immagine è di S. Ireneo: Adversus haereses, V, 6,1), che come mani di abile vasaio, plasmano il vaso al di dentro e al di fuori, vaso che è ogni uomo, ma anche Chiesa, la comunità cristiana.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Bagnasco: il lavoro, domanda prioritaria del Paese al mondo politico

    ◊   “Il lavoro è la lama più penetrante e tagliente nella carne della gente e il criterio per giudicare qualunque urgenza e intervento efficace”. Così il presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, ha parlato in occasione del 75.mo anniversario della Fondazione Gaslini di cui è presidente, anticipando quanto dirà lunedì all’assemblea generale della Cei a Roma, cioè la domanda prioritaria cui ogni riflessione politica deve rispondere. “Il popolo si è espresso, il verdetto delle urne è stato chiaro pur nella sua complessità – ha aggiunto parlando della tenuta del governo – la gente ha diritto a un governo stabile ed efficace e la tenuta del medesimo è ciò cui tutti auspichiamo”. Il porporato si è poi soffermato sulle estreme conseguenze della mancanza di lavoro e della crisi economica in corso: “I casi di suicidio che si sono verificati negli ultimi mesi e l’ultimo, ieri, dell’artigiano savonese che si è dato fuoco, sono tutti segnali tragici da recepire – ha affermato – segnali di quella che è la situazione attuale, cui dobbiamo guardare con realismo, seppur con grande fiducia, altrimenti non si va da nessuna parte”. I casi di suicidio, avverte Bagnasco, “non sono certo leggibili solo in un senso, poiché ogni caso è a sé, però possono avere un denominatore comune che riguarda un certo disagio generale”. Il cardinale è poi tornato sul tragico incidente avvenuto nel porto di Genova il 7 maggio scorso, che è costato la vita a 9 persone, facendo proprio l’appello del presidente Napolitano di “fare massima verità sulle cause, che significa prevenire una tragedia come questa”. Dopo il ritrovamento dell’ultima salma, Bagnasco ha voluto rinnovare “tutta la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime e in particolare a questa famiglia che attendeva con tanto spasimo ma anche tanta fiducia il recupero del suo congiunto”. “Spero che questa tragedia non si ripeta più da nessuna parte – ha proseguito – e che sia l’occasione per la città di crescere nel tessuto umano, cristiano e collaborativo perché Genova ha bisogno di ritrovare il volto più bello di se stessa”. Infine il porporato, in qualità di presidente della Fondazione Gaslini, ha dichiarato che l’ospedale “ha sempre difeso e custodito la vita, sia dal punto di vista professionale e tecnico, sia dal punto di vista delle famiglie dei bambini attraverso un tratto umano da tutti riconosciuto”. (A cura di Roberta Barbi)

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    Cile: i vescovi chiedono più equità al mondo della politica

    ◊   Il 17 novembre si svolgeranno le elezioni presidenziali in Cile, uno dei Paesi sudamericani dove la disuguaglianza sociale tra pochi che guadagnano troppo e molti che guadagnano troppo poco, è più accentuata. Mentre i partiti stanno iniziando la scelta dei candidati da presentare, i vescovi si mobilitano chiedendo maggiore equità: “Nella prossima campagna politica il cosiddetto stipendio etico deve essere un problema da discutere perché ciò che manca in Cile è una distribuzione più equa del reddito”, si legge nella nota inviata alla Fides su iniziativa del vicepresidente della Conferenza episcopale locale e vescovo di Rancagua, mons. Alejandro Goić Karmelić. “Oggi il Paese possiede una formazione che anni fa non aveva – ha aggiunto facendo riferimento alla profonda trasformazione culturale operata dai social network – coloro che desiderano governare il Paese dovranno tenere conto di questo”. Il presule, che ha parlato con la stampa in occasione del 50.mo anniversario della parrocchia della Madonna di Fatima a Punta Arenas, nel Sud del Cile, dove è stato parroco 44 anni fa, ha inoltre esortato i politici candidati a “presentare un progetto nazionale che riesca a entusiasmare la maggioranza dei cileni”. “Dobbiamo metterci al posto dei poveri e pensare: come farà un lavoratore con una famiglia di quattro o cinque figli a vivere con quello che oggi si chiama salario minimo?”, conclude il presule. (R.B.)

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    Cina: piogge torrenziali al Sud, almeno 55 morti

    ◊   È di almeno 55 morti, 14 dispersi e circa 900mila persone rimaste senza casa, il terribile bilancio dei cinque giorni di piogge torrenziali continue che stanno affliggendo la Cina meridionale, insistendo in particolare nelle provincie del Guangdong e del Fujan. Le aree più colpite sono quelle vicino alle montagne, ma frane e smottamenti causati dall’eccezionale quantità di pioggia protrattasi per molte ore, hanno devastato anche 9 città, facendo crollare oltre 2700 abitazioni. Il governo ha inviato soccorsi nelle aree colpite – fa sapere il Ministero degli Affari civili citato da AsiaNews – ma purtroppo si prevede che l’eccezionale ondata di maltempo durerà ancora. In molte strade cittadine l’acqua ha superato il metro d’altezza: solo a Xiamen cinque persone sono morte, 600 edifici sono crollati e 800 automobilisti sono rimasti intrappolati in macchina per ore. (R.B.)

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    Notte delle Chiese. Card. Schönborn: “Opportunità per avvicinarsi a Gesù”

    ◊   Si svolgerà il primo giugno prossimo la "Notte delle Chiese" di Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia ed altri Paesi europei aderenti all’iniziativa: una notte intera in cui le chiese resteranno aperte per consentire ai fedeli di raccogliersi in preghiera. “Un’esperienza di coraggiosa e fedele testimonianza dell’esistenza cristiana che illumina la notte”, l’ha definita il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, la città che per prima ha introdotto il progetto “Notte delle chiese” ben nove anni fa. Per l’edizione di quest’anno – riferisce l'agenzia Sir – il porporato ha inviato un messaggio in cui si rallegra per la partecipazione di un numero sempre crescente di parrocchie e apprezza che l’iniziativa attiri l’attenzione anche di quanti sono distanti dalla Chiesa e dalla fede: “Vediamo che tutti questi uomini e queste donne, pur non aderendo a nessuna tradizione religiosa, ricercano la verità, la bontà e la bellezza che non sono altro che Dio – ha detto riprendendo le parole di Papa Francesco – la via di Gesù è ampia e spaziosa e la notte delle chiese offre l’opportunità di intraprenderla”. (R.B.)

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    Senegal: in 100 mila al pellegrinaggio mariano di Popenguine

    ◊   “Beata colei che ha creduto”: è questo il tema del 125.mo pellegrinaggio mariano di Popenguine, in Senegal, che inizia oggi e si concluderà lunedì, e al quale dovrebbero prendere parte più di centomila fedeli. Padre Dominique Stanislas Mendy, presidente del comitato organizzatore, ha specificato che si tratta di un anno giubilare per il pellegrinaggio, giunto alla 125.ma edizione proprio nell’Anno della Fede. Misure di sicurezza, riferisce il www.popxibaar.com, sono state adottate lungo i 52 km di percorso e sono tante le associazioni che hanno offerto gratuitamente assistenza. Ai fedeli padre Mendy ha ricordato, inoltre, le cinque tappe del pellegrinaggio mariano: la confessione, l’Eucaristia, l’adorazione, il rosario, gli incontri fraterni. (T.C.)

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    Vietnam: torna il fenomeno dei "boat-people", in fuga verso l’Australia

    ◊   A 40 anni di distanza in Vietnam si ripropone il fenomeno dei cosiddetti “boat-people”: le circa 800mila persone che, spinte dalla disperazione, a metà degli anni ’70 durante la guerra tra Vietnam e Stati Uniti, intrapresero un lunghissimo viaggio per mare per trovare riparo in Australia ma anche in Canada e negli stessi Stati Uniti. Alla base della nuova ondata di emigrazioni - riferisce AsiaNews - è il peggioramento dei diritti umani nel Paese e la situazione di difficoltà in cui verte l’economia locale, ma a partire sono soprattutto molti cristiani che hanno protestato contro gli espropri forzati di terreni e proprietà della Chiesa. I profughi di oggi si dirigono soprattutto verso l’Australia: un viaggio lunghissimo e pericoloso che passa attraverso l’Indonesia e che non sempre si conclude positivamente. (R.B.)

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    India: due arresti per l'uccisione, nel 1999, di un pastore cristiano

    ◊   Sono stati arrestati questa notte nella zona di Ananadpur, nel distretto di Keonjhar dello Stato indiano dell’Orissa, due dei colpevoli del brutale assassinio del pastore australiano Graham Staines e di due dei suoi figli, avvenuto nel 1999. La notte del 23 gennaio di quell’anno, una folla di estremisti indù tra cui i due arrestati di oggi, bruciarono vivi il pastore e i suoi figli mentre dormivano in auto: un omicidio efferatissimo che fu il preludio ai pogrom anticristiani avvenuti, poi, nel 2008. I due – precisa AsiaNews – saranno interrogati a Bhubaneswar e poi processati. Solo nel 2006 la moglie del missionario e la figlia Esther sono tornate a vivere in Orissa. (R.B.)

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    Il 25 maggio la Giornata nazionale dell’oratorio

    ◊   Il prossimo sabato, 25 maggio, sarà la Giornata nazionale dell’oratorio, organizzata per celebrare il 50.mo anniversario dell’istituzione dell’Associazione nazionale San Paolo Italia (Anspi), fortemente voluta da Paolo VI nel 1963 e fondata dal sacerdote bresciano mons. Giovanni Battista Belloli. Un compleanno che il presidente dell’Anspi, don Vito Campanelli, inquadra “nella provvidenziale coincidenza dell’Anno della Fede e della presentazione della prima nota pastorale dei vescovi dedicata all’oratorio”, commenta con Fides. Questo il programma dell’evento, che si svolgerà a Roma, riferisce l'agenzia Sir: Messa celebrata nella Basilica di San Pietro da mons. Claudio Giuliodori, dal vescovo di Caserta, mons. Pietro Farina e dal presidente Campanelli; nel pomeriggio incontro animato in Auditorium Conciliazione; domenica 26, giorno per la Chiesa della memoria liturgica di San Filippo Neri, l’appuntamento è in piazza per l’Angelus di Papa Francesco, e dopo è prevista una visita sui luoghi cari al Santo, a partire dalla chiesa di Santa Marina in Vallicella. I partecipanti saranno accompagnati dal gruppo di sbandieratori di Castiglion Fiorentino e dalla banda musicale Anspi Campania. (R.B.)

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    "New Media e Migrazioni": giornata di studio promossa dagli Scalabriniani

    ◊   "New Media & Migrazioni" è stato il tema della giornata di studio organizzata ieri dagli Scalabriniani presso il Centro Studi Emigrazione di Roma (Cser) per offrire uno spaccato su un tema che il giornalismo descrive quotidianamente provando o illudendosi di descrivere un fenomeno per natura in continuo movimento. Ci sono esigenze che il mondo della comunicazione non può non tenere presenti: occorre puntare di più su una narrazione, su una descrizione che esca dalle logiche della stigmatizzazione, della marginalizzazione e dell'allarme e che tenti di restituire la complessità, la pluralità, l'essere variegato di un fenomeno difficile, altrimenti, da inquadrare. Il sociologo Mario Morcellini, direttore del dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale dell’Università “La Sapienza” di Roma ha sottolineato come i migranti nell’informazione siano colti solo nel momento dell’atto criminale, sovraesposti nella cronaca nera o di come i media moltiplichino i migranti, creando un’asimmetria tra l’esperienza reale e quella simbolica. Il linguaggio utilizzato e la scelta delle parole per descrivere il fenomeno della mobilità umana sono stati elementi comune tra i relatori, assieme al fatto che, se è vero che i new media offrono immense possibilità e opportunità di prendere parola, in prima persona, da parte di tanti cittadini stranieri, non si può dimenticare il rischio di autoreferenzialità, di parlare solo ad una sola comunità elettiva. È quanto ha affermato Paola Springhetti, direttrice del periodico “Reti Solidali” e docente alla facoltà di Scienza della Comunicaziona Sociale dell’Ups: se è vero, infatti, che i nuovi mezzi di comunicazione consentono spazi di pluralismo, il rischio del ghetto è sempre dietro l'angolo. Roberta Gisotti, giornalista della Radio Vaticana e docente di Economia dei Media alla Pontificia Università Salesiana, ha denunciato la dittatura dell'audience, anche in tema di migrazioni, svelando l'inganno del sistema di misurazione degli ascolti tv-Auditel, espressione di enormi interessi economici che ruotano intorno alla pubblicità e dimostrando quanto la televisione sia ancora oggi il principale mezzo di comunicazione di massa, trainante su tutti gli altri media. C'è una necessità basilare, ricordata dal blogger Gabriele Del Grande, fondatore di “Fortress Europe”, Osservatorio sulle vittime della frontiere, che ha animato la sessione pomeridiana dell'incontro: porsi in ascolto delle storie concrete legate a uomini e donne altrettanto reali, mettendo da parte la cronaca distaccata del fenomeno migratorio, perché sono queste persone che stanno scrivendo la storia che, in seguito, si cercherà di raccontare. Ogni essere umano ha diritto a potersi muovere, spostare, sognare una vita diversa e intraprendere il cammino per realizzarla e trovare il proprio posto nel mondo: se mai un giorno il mondo sceglierà la libertà di circolazione sarà perché tante migliaia di giovani, madri, uomini e donne hanno rischiato per il loro sogno. (A cura di Gabriele Beltrami)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 138

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.