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Sommario del 14/07/2013

Il Papa e la Santa Sede

  • Dio vuole la misericordia più che i sacrifici: così il Papa all’Angelus, con un pensiero a San Camillo, Gmg, Festa di Albano e parole affettuose improvvisate
  • Papa Francesco a Castel Gandolfo: siate "segno di speranza e pace"
  • L'abbraccio della gente a Papa Francesco: "come a una persona cara di famiglia"
  • Il tweet di Papa Francesco: la vita è frutto di amore
  • Pope2you: in un portale on line l'esperienza ravvicinata della Gmg
  • La Sardegna in gemellaggio con Rio nei giorni della Gmg
  • Oggi in Primo Piano

  • Egitto: interrogatorio di Morsi mentre si profila il nuovo governo
  • Il Portogallo chiede a FMI, BCE, UE di rinviare a settembre le verifiche economiche
  • Libia: minoranza berbera boicotta le elezioni per la Costituente
  • L'importanza di una corretta alimentazione nel caldo d'estate
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Siria. Opposizione: 200 persone trattenute in moschea a Damasco; proseguono gli scontri tra fazioni
  • Sudan. Condanna di Ban ki-moon per l’uccisione di militari in Darfur
  • Seconda notte di scontri a Belfast per la tradizionale marcia degli orangisti
  • Estate di eventi per Marsiglia e Košice, Capitali europee della cultura 2013
  • Polonia. Al via la 25.ma Settimana internazionale di sport, cultura e fede per i giovani
  • Papua Nuova Guinea: l'attenzione dei vescovi al fenomeno delle gravidanze tra le adolescenti
  • La Chiesa neozelandese ringrazia i fedeli: nonostante la crisi, più offerte
  • Mauritius. La Chiesa ribadisce l’importanza della scuola cattolica
  • Francia: a ottobre convegno sull’evangelizzazione per i 50 anni del Concilio
  • A settembre una conferenza della Comece sulle opportunità per i giovani
  • Il Papa e la Santa Sede



    Dio vuole la misericordia più che i sacrifici: così il Papa all’Angelus, con un pensiero a San Camillo, Gmg, Festa di Albano e parole affettuose improvvisate

    ◊   Il Buon Samaritano è colui che mette in pratica la volontà di Dio prendendosi cura del prossimo: così Papa Francesco all’Angelus ricorda l’insegnamento della parabola del vangelo di oggi sottolineando che “il cuore del samaritano è buono e generoso e ribadendo che il Samaritano "ebbe compassione”. Ricorda la figura di san Camillo de Lellis proprio oggi che si apre il quarto centenario dalla morte. Poi il pensiero alla prossima Gmg e una preghiera particolare nel 70° anniversario delle stragi di Volinia che hanno coinvolto il popolo polacco e il popolo ucraino. Il servizio di Fausta Speranza:

    “Dio vuole la misericordia più che i sacrifici”: ce lo dice Papa Francesco riflettendo sulla parabola del Samaritano che – spiega – “è l’esempio dell’amore per il prossimo”. Il Samaritano ebbe compassione di un uomo derubato e percosso, dice Francesco, ripetendo “ebbe compassione”. E Papa Francesco ci chiede di riflettere sulla scelta del samaritano come protagonista della parabola:

    “Perché i samaritani erano disprezzati dai Giudei, a causa di diverse tradizioni religiose; eppure Gesù fa vedere che il cuore di quel samaritano è buono e generoso e che – a differenza del sacerdote e del levita – lui mette in pratica la volontà di Dio, che vuole la misericordia più che i sacrifici”.

    E poi Papa Francesco aggiunge a braccio:

    “Dio sempre vuole questo: la misericordia e non andare condannando a tutti, no! La misericordia del cuore, perché Lui è misericordioso. Lui sa capire le nostre miserie, le nostre difficoltà, anche i nostri peccati. Ci dà a tutti noi questo cuore misericordioso e questo è quello che fa quel Samaritano: imita proprio la misericordia di Dio, quella misericordia verso quello che ha bisogno".

    “Il Samaritano è l’esempio dell’amore per il prossimo”, dice Papa Francesco che in questo Angelus a Castel Gandolfo saluta gli abitanti di quella che definisce “questa bella cittadina”, ringraziando tutti, abitanti e pellegrini, per le preghiere. Sottolinea che proprio oggi la Chiesa ricorda San Camillo de Lellis, fondatore dei Ministri degli Infermi, patrono dei malati e degli operatori sanitari, che morì il 14 luglio 1614. E proprio oggi dunque si apre il quarto centenario, che culminerà tra un anno:

    “Saluto con grande affetto tutti i figli e le figlie spirituali di san Camillo, che vivono il suo carisma di carità a contatto quotidiano con i malati. Siate come lui buoni samaritani! E anche ai medici, agli infermieri e a coloro che lavorano negli ospedali e nelle case di cura, auguro di essere animati dallo stesso spirito.".

    Poi l’invocazione a Maria con il pensiero alla prossima Gmg in Brasile. Il Papa ricorda che i giovani partiranno prima di lui che si muoverà in aereo tra 8 giorni e chiede preghiere:

    “Preghiamo allora per questo grande pellegrinaggio che comincia, perché Nostra Signora de Aparecida, patrona del Brasile, guidi i passi dei partecipanti, e apra i loro cuori ad accogliere la missione che Cristo darà loro".

    Anche qui un pensiero improvvisato, un pensiero simpatico:

    “Ma si vede che ci sono tanti giovani di età, ma tutti siete giovani di cuore, eh? Ma, complimenti!”.

    Dopo la preghiera mariana, il Papa rivolge il pensiero al 70° anniversario delle stragi di Volinia, ricordate con una Messa nella Cattedrale di Lutsk. “Tali atti, - dice - provocati dall’ideologia nazionalista nel tragico contesto della IIª Guerra Mondiale, hanno causato decine di migliaia di vittime e hanno ferito la fratellanza di due Popoli, quello polacco e quello ucraino”.

    “Affido alla misericordia di Dio le anime delle vittime e, per i loro popoli, chiedo la grazia di una profonda riconciliazione e di un futuro sereno nella speranza e nella sincera collaborazione per la comune edificazione del Regno di Dio".

    Il saluto speciale ai fedeli della diocesi di Albano, con il pensiero alla festa il 15 luglio di San Bonaventura, patrono di Albano, è arricchito di parole spontanee quanto affettuose:

    Che domani sia una bella festa e tanti auguri! Ma io vorrei mandarvi una torta, ma… ma…tanto grande non so se la faranno…”.


    Poi il saluto ai partecipanti al pellegrinaggio della Famiglia di Radio Maria a Jasna Góra, Częstochowa. E a tutti i pellegrini, gruppi parrocchiali, famiglie, giovani, “specialmente quelli venuti dall’Irlanda e i giovani sordi che stanno vivendo a Roma un incontro internazionale”. E il saluto alle Suore di Santa Elisabetta, con l’augurio di “un fruttuoso rinnovamento spirituale”; le Apostole del Sacro Cuore di Gesù, con famiglie di diverse nazioni; le Figlie della Divina Carità, impegnate nel Capitolo generale; e le Superiore delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

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    Papa Francesco a Castel Gandolfo: siate "segno di speranza e pace"

    ◊   Una giornata di incontro con i cittadini di Castel Gandolfo ma anche un momento per esprimere gratitudine ai dipendenti delle Ville Pontificie. Così Papa Francesco ha spiegato il motivo della sua visita nella cittadina laziale, iniziata stamani alle 9.30 nel cortile del Palazzo Pontificio dove ha incontrato le autorità religiose e cittadine. La cronaca nel servizio di Benedetta Capelli:

    E’ una domenica d’estate calda e afosa ma i cittadini di Castel Gandolfo, armati di cappellini e ombrelli per ripararsi dal sole, hanno voluto ugualmente essere presenti in Piazza della Libertà per salutare Papa Francesco. Per la seconda volta dall’inizio del suo Pontificato, il Papa è giunto nella cittadina laziale: la prima volta aveva fatto visita a Benedetto XVI. Qui, nel cortile del Palazzo Pontificio, il breve saluto alla presenza di un centinaio di persone:

    “Sono venuto qui per trascorrere una giornata di incontro con i cittadini di Castel Gandolfo, con i pellegrini e tutti i visitatori, che giustamente amano questo luogo, sono incantati dalla sua bellezza, vi trovano un momento di distensione…. Ma sono venuto anche per esprimere a voi, che lavorate in queste Ville Pontificie, la mia gratitudine per la vostra preziosa opera. E con voi saluto e ringrazio le vostre famiglie, che in qualche modo partecipano del vostro servizio alla Santa Sede.

    Un pensiero affettuoso il Papa lo ha rivolto alla comunità parrocchiale di Castel Gandolfo, alle comunità religiose presenti e all’intera diocesi di Albano che ha esortato “a rinnovare con gioia e con entusiasmo l’impegno di annuncio e testimonianza del Vangelo”. Nel suo cuore poi l’intera popolazione di Castel Gandolfo:

    “…che incoraggio ad essere segno di speranza e di pace, attenta sempre alle persone e alle famiglie più in difficoltà. E questo è importante! Noi dobbiamo sempre essere segno di speranza e di pace in questo momento. Aprire le porte alla speranza, affinché la speranza vada avanti, e operare la pace, sempre!”.

    Nel suo indirizzo di saluto, Papa Francesco ha poi voluto ricordare i suoi predecessori, il Beato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che hanno amato trascorrere parte del periodo estivo nella residenza pontificia:

    “Tanti di voi hanno potuto incontrarli e accoglierli, conservandone un caro ricordo. La loro testimonianza vi sia sempre di incoraggiamento nella fedeltà quotidiana a Cristo e nel continuo sforzo per condurre una vita coerente con le esigenze del Vangelo e gli insegnamenti della Chiesa”.

    Al termine l’invocazione alla Vergine Maria e la richiesta affettuosa e sincera:

    “La Madonna vegli sempre su di voi e sulle vostre famiglie! Anche voi pregate per me - ne ho bisogno - e per il mio servizio alla Chiesa. Rinnovo a ciascuno la mia gratitudine e vi benedico di cuore. Grazie!”.

    Subito dopo la benedizione, il Papa ha salutato tutti personalmente ed ha visitato il Palazzo Pontificio prima della preghiera mariana dell’Angelus.

    “Le vogliamo bene”: ha più volte ripetuto nel suo indirizzo di saluto mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano. Il presule ha anche ricordato Paolo VI che amava definire l’antica Chiesa di Albano come “ghirlanda intorno alla Sede del Principe degli Apostoli”. Infine mons. Semeraro ha fatto accenno al recente viaggio di Papa Francesco a Lampedusa, “dove è andato – ha detto – per toccare la carne di Cristo”.

    A ricordare la tappa sull’isola anche Saverio Petrillo, direttore delle Ville Pontificie, che ha ringraziato per “aver risvegliato le nostre coscienze intorpidite”. Nell’augurare la “buona riuscita” della prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, in programma dal 22 al 28 luglio, Petrillo ha portato al Papa “i sentimenti di devozione e di fedele attaccamento” dei 55 dipendenti delle Ville tra tecnici, giardinieri e addetti all’agricoltura.

    Parole cariche di emozioni quelle del sindaco di Castel Gandolfo, Milvia Monachesi, che ha ricordato il profondo legame e la tradizione secolare che unisce la cittadina laziale e la figura del Papa.

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    L'abbraccio della gente a Papa Francesco: "come a una persona cara di famiglia"

    ◊   Per capire l’atmosfera oggi a Castel Gandolfo e per sentire voci della gente, il servizio del nostro collega Federico Piana che ha vissuto la mattinata nella piazza tra la gente:

    E’ una Piazza della Libertà gremita all’inverosimile quella che ha accolto Papa Francesco. Migliaia di persone sin dall’alba hanno tentato di occupare le prime posizioni, nella speranza di poterlo almeno vedere da vicino. Giovani e anziani, intere famiglie, malati, italiani e stranieri: tutti con il desiderio di abbracciare idealmente un Pontefice che, fin dal primo momento della sua elezione, ha fatto breccia nei loro cuori con semplicità e amore. Quella stessa semplicità e quello stesso amore con i quali questa moltitudine di fedeli ha voluto stamane esprimere calore e vicinanza.

    R. – Per noi è fonte di vita, fonte di speranza.

    D. – Che cosa rappresenta per lei questo Papa?

    R. – Da quando lo hanno eletto Papa è stata una gioia… Uno di famiglia! Non so spiegarlo diversamente.

    D. – Come ti chiami?

    R. – Chiara.

    D. – Chiara, quanti anni hai?

    R. – Sei.

    D. – Perché ti piace questo Papa, Papa Francesco?

    R. – Perché è molto gentile!

    D. – … E’ molto gentile: quindi ti piace perché è un tipo semplice e gentile?

    R. – Sì!

    D. – Sei contenta di essere qui, questa mattina?

    R. – Sì!

    Presenti in piazza anche un piccolo gruppo di ragazzi brasiliani che parteciperanno alla prossima Giornata mondiale della gioventù.

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    Il tweet di Papa Francesco: la vita è frutto di amore

    ◊   Per un cristiano, la vita non è il prodotto del puro caso, ma frutto di una chiamata e di un amore personale.

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    Pope2you: in un portale on line l'esperienza ravvicinata della Gmg

    ◊   In occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, al via tra una decina di giorni a Rio de Janeiro, in Brasile, il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, tramite il suo portale , seguirà Papa Francesco, permettendo a tutti i giovani impossibilitati a partire per Rio di essere con lui e di partecipare a questo intenso momento di fede e di festa. Ci spiega come, don Paolo Padrini, coordinatore di 'Pope2you', al microfono di Fabio Colagrande:

    R. – Avranno la possibilità di seguire una sorta di “diario sociale”, attraverso i social-network e soprattutto attraverso le fotografie che verranno realizzate da “pope2you” proprio a Rio de Janeiro. Ma un diario anche video attraverso i video che verranno realizzati, con gli occhi del pellegrino giovane, dal nastro team. Ma soprattutto direi che hanno una grande possibilità i giovani attraverso questo portale: quello cioè di rendersi partecipi spiritualmente e quindi anche di accogliere quella che è l’indulgenza che sarà legata alla Giornata mondiale della gioventù.

    D. – Quindi attraverso “pope2you” i giovani potranno utilizzare questo vero e proprio diario online: il “Diario da Rio”, lo avete ribattezzato, quasi con un gioco di parole… Ma chi è che scrive questo diario?

    R. – Il diario verrà scritto dai giovani che sono là, perché il nostro team non fa altro che registrare quelle che sono le emozioni che passano attraverso le attività, le giornate, i momenti di preghiera. E quelle verranno fissate sulla fotografia e, attraverso un nuovo canale, Pinterest, un social-network fotografico, verranno quindi proposte. Attraverso queste foto, attraverso i video e le piccole clip che verranno realizzate, racconteremo quello che capita a Rio e soprattutto le emozione dei ragazzi, creando questo ponte, questo collegamento con chi a Rio non potrà esserci e così potrà parteciparvi spiritualmente.

    D. – Infatti già da ora, tutti i giovani che non possono partecipare alla Gmg possono, però, inviare al Papa le proprie fotografie, i proprio pensieri o quelli del loro gruppo o della loro parrocchia. Ho visto che sul sito ci sono già delle dediche per il Papa…

    R. – Certo, sul sito iniziano già ad arrivare. Sono già diverse centinaia le foto che sono arrivate, le foto che sono state raccolte e che poi saranno consegnate al Santo Padre, ai suoi collaboratori per dare questo segno forte di presenza spirituale. Foto che stanno veramente arrivando in notevole quantità proprio nelle ultime ore. E’ un progetto, questo, che tra l’altro sta riscontrando grande interesse ed è stato adottato da diversi media, perché non si sovrappone ad altre iniziative altrettanto importanti che molti media cattolici, in tutto il mondo, stanno ovviamente portando avanti per la Gmg. In questo modo noi offriamo un semplice strumento: la possibilità di inviare le foto e di dire “Io ci sono! Anche se fisicamente non posso esserci, voglio essere con il Santo Padre Francesco e voglio dirlo e farlo vedere attraverso le mie fotografie”.

    D. – Dunque la Rete, che molti considerano luogo virtuale, in questo caso, si conferma un luogo molto concreto per creare legami di amicizia, legami spirituali…

    R. – Molto concreto! Attraverso la Rete di fatto io condivido il mio esserci, il mio esserci che è un esserci che supera la barriera della fisicità, perché diventa un esserci veramente valoriale, di valore. Ci sono spiritualmente! La vicinanza spirituale che si manifesta attraverso la Rete: il legame tra la Rete e la vita spirituale che questa iniziativa contribuisce a portare avanti e far sperimentare concretamente ai nostri giovani, che mangiano “pane e Internet” dal mattino alla sera e che stanno trovando in questo strumento un utile e semplice strumento non tanto di comunicazione, quando di relazione, di comunità.

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    La Sardegna in gemellaggio con Rio nei giorni della Gmg

    ◊   La città di Alghero, in Sardegna, accoglierà il 26, 27 e 28 luglio centinaia di giovani che celebreranno, in collegamento con Rio de Janeiro, la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù. L’iniziativa di radunare i giovani in una tre giorni di incontri, momenti di preghiera e giochi è della diocesi di Alghero-Bosa, ma hanno aderito anche altre diocesi. L’evento clou sarà la notte del 27 luglio, in spiaggia, come spiega al microfono di Tiziana Campisi uno dei tre responsabili della pastorale giovanile della diocesi di Algehero-Bosa, padre Andrea Rossi, saveriano:

    R. – Faremo una tre giorni, il 26, 27 e 28 luglio, proprio in concomitanza con la Gmg di Rio de Janeiro. Novità per noi, il fatto che questo sarà un incontro interdiocesano, cui parteciperanno in modo ufficiale le diocesi di Iglesias e Ales-Terralba. Ma so che ci saranno anche altri giovani, di altre diocesi. Le tre giornate si svolgeranno più o meno in questo modo: la prima serata – quella del 26 – sarà dedicata più alla conoscenza, alla fratellanza, all’amicizia con i giovani di altre diocesi, attraverso un grande gioco, cui stiamo pensando, e che si svolgerà tra le vie del centro storico della città. La mattina di sabato 27, invece, sono state predisposte le catechesi in più chiese della città, con attività di gruppo e meditazione personale sul tema “Andate e fate discepoli tutti i popoli”: il tema della Giornata mondiale.

    D. – Parliamo dell’evento clou, la notte del 27 luglio, quando il Papa incontrerà tantissimi giovani. Voi che cosa farete in quella notte?

    R. – Ci collegheremo in diretta, a mezzanotte e mezzo, con Rio de Janeiro e parteciperemo in questo modo: ascoltando le parole del Papa, pregando con i giovani riuniti a Rio, per essere un cuor solo ed un’anima sola, una Chiesa che è fatta di diversità, ma che in realtà è come voleva Gesù: una cosa sola.

    D. – Cosa vi aspettate da questa Gmg?

    R. – Ci aspettiamo che, tornando nelle loro parrocchie, nelle loro realtà, i giovani che incontreremo siano portatori di Vangelo, portatori di speranza presso i loro coetanei.

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    Oggi in Primo Piano



    Egitto: interrogatorio di Morsi mentre si profila il nuovo governo

    ◊   Spionaggio, incitamento all’uccisione di manifestanti e danni all’economia: sono queste le accuse che pendono sul capo dell’ex presidente egiziano Morsi interrogato oggi dagli inquirenti che mirano anche ad accertare il coinvolgimento di Hamas nella sua fuga dal carcere durante la rivoluzione contro Mubarak. Intanto si profila la composizione del nuovo governo del premier El Beblawi. Il servizio di Roberta Barbi:

    La Procura egiziana ha confermato di aver avviato le indagini sull’ex presidente Morsi e alcuni esponenti dei Fratelli Musulmani accusati di spionaggio, incitamento all’uccisione di dimostranti e danni all’economia. Ma i magistrati che oggi stanno interrogando il deposto presidente nella località segreta dove è detenuto, mirano ad accertare anche eventuali complicità di Hamas nella fuga di Morsi dal carcere il 29 gennaio 2011, in piena rivoluzione, ipotesi che se confermata farebbe scattare per lui anche l’accusa di tradimento. Sul fronte della politica interna, intanto, solo Nabil Fahmy, ex ambasciatore egiziano negli Usa ha accettato di diventare ministro degli Esteri nel prossimo governo El Beblawi, che dovrebbe vedere la luce la prossima settimana e che dovrà riportare il Paese nel solco della democrazia. Tra gli altri nomi circolati ci sono l’economista El Din, nominato vicepremier con delega alla Sicurezza dello Stato, Ashraf al-Araby che dovrebbe tornare ad essere ministro per la Pianificazione e Hany Kadri Dlmian alle Finanze. Intanto la Fratellanza musulmana fa sapere che non accetterà nulla dal nuovo governo e invita i suoi sostenitori a tornare in piazza fino al ritorno del “legittimo presidente”.

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    Il Portogallo chiede a FMI, BCE, UE di rinviare a settembre le verifiche economiche

    ◊   Il governo portoghese ha chiesto alla Troika (FMI, BCE, UE) di rinviare dal 15 luglio a settembre la verifica sul piano di rientro per il prestito di 78 miliardi concesso nel 2011. Il presidente della Repubblica, Silva, sta procedendo nelle consultazioni con i leader dei tre principali partiti per risolvere la crisi politica e Lisbona chiede dunque tempo per concludere il nuovo programma anticrisi. Della situazione in Portogallo e delle scelte europee Fausta Speranza ha parlato con Paolo Guerrieri, docente di Economia internazionale all’Università La Sapienza di Roma:

    R. - Il Portogallo è un Paese che in fondo è entrato in crisi non tanto perché aveva speso troppo - come nel caso, ad esempio della Grecia – e non tanto perché si portava appresso un grande stock di debito - è il caso dell’Italia - ma perché, in qualche maniera, aveva un profilo basso in fondo, di semi ristagno. Per molto tempo questo era stato tollerato anche sfruttando quei margini che poi l’Europa consentiva come contesto. Naturalmente ci sono tantissime cose da cambiare in Portogallo. C’è una burocrazia inefficiente, c’è uno Stato che in qualche modo spende troppo e male. Ma questi problemi denotano delle strutture che vanno modificate. Ci sono quindi delle misure da prendere e soprattutto ci sono interventi e riforme da fare che necessitano poi di un contesto che non sia di recessione. E invece è questa la situazione in cui si trova oggi il Portogallo e come sappiamo anche il resto dei Paesi indebitati. Quello che sta avvenendo, i sacrifici sempre maggiori che sono imposti, la disoccupazione che aumenta, fanno vedere alla popolazione, ai cittadini portoghesi, che in realtà non solo non serve a niente sacrificarsi, ma che in qualche modo quello che l’Europa predica poi è semplicemente una serie di cose che aggravano la situazione. Si teme, ad esempio, che se ci saranno delle elezioni, sicuramente l’opposizione potrà in qualche modo prevalere; in questo momento quest’ultima cavalca un forte anti-europeismo, perché questo è il modo per guadagnare facili consensi. Quindi la situazione è pericolosa anche per questo.

    D. - Nella copertura mediatica tornano ciclicamente dei nomi di Paesi che vediamo più o meno in bilico a seconda delle fasi che attraversiamo o dell’attenzione mediatica dedicata. In ogni caso, vogliamo guardare un momento a Cipro?

    R. - Cipro è un altro caso tra i casi di cui stiamo parlando. Cipro come sappiamo è innanzitutto una piccola isola, quindi ha una piccolissima economia con una situazione del tutto peculiare: ha un gigantesco sistema bancario e finanziario che per anni aveva lucrato con la sua collocazione in qualche modo molto fantasiosa; in poche parole, offriva laute ricompense a capitali senza guardare troppo per il sottile alla loro provenienza e soprattutto a cosa poi fossero finalizzati. È stato giusto intervenire, però anche qui si è intervenuto tardi e nel modo sbagliato. Ricordiamoci che sono stati fatti almeno tre piani di interventi, dove uno ha sconfessato l’altro. Mentre i tagli alla parte bancaria-finanziaria che si era espansa a dismisura andavano fatti, bisognava però preoccuparsi poi di dare vigore e di rilanciare l’economia reale, cioè i posti di lavoro e quindi la possibilità di fare attività economica. Invece, ancora una volta, l’approccio è quello di far quadrare i bilanci, senza preoccuparsi che senza l’economia reale, poi alla lunga anche il far quadrare i bilanci a anche la possibilità di avere bilanci in ordine, non torna.

    D. - Abbiamo imparato che l’estate può essere un periodo molto critico dal punto di vista economico. L’Unione Europea sta rimandando a settembre una serie di problematiche e di scadenze, come quella dell’unione bancaria. Questo può essere un bene per alcuni Paesi perché in alcuni casi si dà fiato, dà tempo, o può essere un male perché stiamo ulteriormente “dilazionando” le responsabilità?

    R. - Da un punto di vista politico è inevitabile, perché sappiamo che il 22 settembre ci saranno le elezioni in Germania e ormai abbiamo imparato che in vista di queste elezioni tutto viene piegato e in qualche maniera rinviato. A livello economico è molto pericoloso, perché in realtà i problemi non aspettano, e soprattutto la velocità di certe reazioni a livello di mercati e di forze economiche non tiene conto di queste scadenze politiche.

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    Libia: minoranza berbera boicotta le elezioni per la Costituente

    ◊   Il Comitato Supremo della minoranza berbera in Libia, ha invitato a boicottare le elezioni per l'Assemblea che dovrà redigere la nuova Costituzione libica, previste entro la fine dell'anno. La decisione è dovuta all'insoddisfazione per la legge elettorale in discussione che non garantirebbe una sufficiente rappresentanza alla loro etnia. Marco Guerra ha raccolto il parere del responsabile analisti del Centro studi internazionali, Gabriele Iacovino:

    R. – La decisione della tribù berbera è l’ultimo dei segnali di difficoltà di ricostruzione istituzionale nel Paese, che vede come il potere centrale sia ancora in netta difficoltà rispetto ai poteri locali, che trovano nella struttura sociale delle tribù il loro fondamento.

    D. – Finito il conflitto, i riflettori dell’Occidente si sono completamene spenti, ma il territorio è tutt’altro che pacificato...

    R. – Il potere centrale di Tripoli non riesce a mantenere il controllo di tutto il Paese. L’esercito è in netta difficoltà, anche perché non si è riusciti a ricostruire una struttura in grado di prendere il sopravvento rispetto alle milizie che si sono formate durante la guerra e che non sono state disarmate. La situazione della sicurezza è assolutamente drammatica. Soprattutto dopo l’operazione francese in Mali, e quindi, dopo la cacciata dal Nord del Mali di tutta quella costellazione di movimenti che si rifanno ad Al Qaeda, la Libia è rimasta un luogo dove vi è spazio, da parte di questi gruppi, per reimpostare una nuova strategia di destabilizzazione dell’area.

    D. – Il regime di Gheddafi quindi è stato sostituito dal potere delle diverse tribù locali e dalle loro milizie, ma il processo di balcanizzazione del Paese è irreversibile?

    R. – Più che un processo di balcanizzazione è, comunque, una difficoltà oggettiva nel mantenere il Paese unito, che, di fatto, non lo è mai stato, perché la Libia è sempre stata uno Stato basato sull’unificazione di tre macro aree, che hanno sempre rappresentato degli interessi diversi e delle strutture sociali diverse. Fino a quando non si riuscirà a creare una federalizzazione di queste strutture sociali e di potere, il processo di ricostruzione istituzionale del Paese avrà delle difficoltà.

    D. – Quanto pesa l’instabilità egiziana in tutta la regione del Medio Oriente?

    R. – Le difficoltà di un protagonista nell’area nordafricana e mediorientale come l’Egitto hanno assolutamente delle ripercussioni. E’ indubbio questo. La comunità internazionale, comunque, si sta rendendo conto di come la situazione libica possa destabilizzare non solo l’area prettamente libica, ma tutta l’area nord africana più della crisi egiziana. Anche all’ultimo G8, gli Stati Uniti hanno chiesto all’Italia uno sforzo ulteriore per la pacificazione di un Paese che, dopo l’operazione internazionale della Nato, è stato lasciato in balia degli eventi. La stabilizzazione della Libia può solo portare benefici per tutta l’area nordafricana.

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    L'importanza di una corretta alimentazione nel caldo d'estate

    ◊   Dopo un maggio e un giugno molto variabili dal punto di vista del clima e con temperature al di sotto della media, stavolta il caldo è arrivato e, come tutti gli anni, si danno consigli per affrontarlo ed evitare eventuali malesseri. Possiamo sentirci meglio attraverso una sana alimentazione, adatta per la stagione estiva. Perché il nostro fisico accusa gli effetti delle alte temperature e cosa è corretto mangiare in questo periodo? Eliana Astorri lo ha chiesto al prof. Giacinto Miggiano, direttore del Centro ricerche nutrizione umana del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma:

    R. – Perché noi normalmente dobbiamo mantenere una certa temperatura corporea e questo lo facciamo attraverso vari meccanismi e soprattutto attraverso la sudorazione: la sudorazione, però, in periodi di caldo eccessivo o di caldo umido, a volte, non ce la fa a tenere sotto controllo la temperatura corporea. Per cui la temperatura corporea si innalza e il nostro organismo ne soffre. In casi particolari si può addirittura arrivare a quello che si chiama “colpo di sole” o “colpo di calore”. Quindi effettivamente la vita e anche l’alimentazione devono badare a che in estate la nostra temperatura corporea si mantenga costante.

    D. – E poi c’è il rischio disidratazione: come la possiamo evitare?

    R. – La disidratazione, cioè la perdita di acqua, è uno dei fattori che porta a non controllare l’innalzamento della temperatura: durante le reazioni metaboliche noi produciamo una certa quantità di calore, che deve essere comunque allontanato. Ci sono delle persone che bevono poco e che quindi vanno incontro alla disidratazione e che non riescono a mantenere la temperatura corporea costante e questa si alza. Per cui la disidratazione è uno dei pericolo che l’alimentazione non corretta in estate può portare.

    D. – Quindi primo consiglio: bere molto…

    R. – Bere molto e non soltanto acqua, ma anche altri alimenti che l’acqua la contengono. Quindi utilizzare i derivati della frutta - tipo succhi di frutta, i frullati di frutta – e anche la verdura che di per sé è ricca di acqua, anche sotto forma di centrifugato di verdura. Ma diciamo anzitutto: acqua, acqua potabile, acqua di rubinetto… Soprattutto devono prendere acqua coloro che ne hanno un pochino più bisogno: ad esempio i bambini in genere e soprattutto gli anziani, perché gli anziani sentendo meno il senso della sete, sono portati a bere di meno. Ogni persona adulta deve bere in proporzione ad ogni chilo di peso: quindi una persona adulta dovrebbe bere due litri di acqua. Quindi spesso se non si sente la sete, questa quantità non viene assunta e si va così incontro alla disidratazione, perché noi comunque un pochino di acqua la perdiamo e quindi quest’acqua deve essere reintegrata: se non beviamo a sufficienza, questa acqua non viene reintegrata, ci impoveriamo di acqua, ci disidratiamo e i nostri organi soffrono. Quindi bere molto e assumere cibi che contengano, oltre all’acqua, anche minerali e vitamine; evitare bevande alcooliche e soprattutto durante il giorno cercare di stare attenti alle porzioni di cibo, quindi ridurre la quota calorica – visto che oggi siamo in un mondo in cui l’obesità e il sovrappeso sono predominanti – e ridurre i condimenti, sia i grassi di condimento, sia anche gli alimenti contenenti grasso. Tutto questo aiuta la nostra digestione, ci fa star bene, ma soprattutto è un modo per prevenire la comparsa di alcune malattie legate al sovrappeso, all’obesità, al diabete e ad altre malattie metaboliche.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Siria. Opposizione: 200 persone trattenute in moschea a Damasco; proseguono gli scontri tra fazioni

    ◊   L’opposizione siriana ha lanciato oggi un appello alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale affinché eserciti pressioni sul governo di Assad per liberare 200 persone – non è chiaro se si tratti di civili o di militanti – che sarebbero trattenute dall’esercito nella moschea di Qabun, quartiere a nordest di Damasco. Intanto continuano le lotte interne tra le diverse anime dell’opposizione, in particolare scontri tra il Libero Esercito siriano, i jihadisti dell’Islamic State of Iraq and Syria e quelli di Jabath al Nusra legati ad al Qaeda si sono verificati nelle provincia settentrionale di Idlib per ottenere il controllo assoluto delle armi. Sarebbe, inoltre, d’Israele, secondo la Cnn, la responsabilità del bombardamento di Latakia, il 5 luglio scorso, in cui sono andati distrutti missili Yakhont di produzione russa, che il Paese ebraico considera una minaccia per le proprie forze navali nel Mediterraneo orientale. Il quotidiano panarabo saudita Ashraq al Awsat pubblica stamani un’intervista al ministro degli Esteri iracheno Zebari secondo il quale Assad avrebbe usato in Siria armi chimiche, anche se su scala ristretta, mentre esisterebbe – a suo dire - un accordo sotterraneo Usa-Russia per mantenere il presidente siriano al potere fino alla scadenza del suo mandato nel 2014: escluso, quindi, l’intervento internazionale nel Paese. Infine, il governo francese conferma che sono vivi i due giornalisti di Europe 1 scomparsi nel giugno scorso mentre si stavano recando ad Aleppo, e di lavorare per il loro rilascio. (R.B.)

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    Sudan. Condanna di Ban ki-moon per l’uccisione di militari in Darfur

    ◊   Indignazione e una violenta condanna a quanto accaduto, è arrivata oggi dal segretario generale dell’Onu Ban ki-moon in merito all’attentato in Darfur in cui ieri sono rimasti uccisi 7 caschi blu e 17 sono stati feriti. Si tratta del terzo attacco contro l’Unamid – la missione di pace congiunta tra Nazioni Unite e Unione Africana attiva nell’area dal 2008 – in una settimana, che conferma la regione sudanese del Darfur tra le più instabili. Le vittime sono tutti soldati originari della Tanzania, mentre tra i feriti, tutti ufficiali, risultano anche due donne. L’attacco è avvenuto nei pressi di Nyala, vicino alla base della missione. Ora il segretario dell’Onu si aspetta che il governo del Sudan “agisca in fretta per portare davanti alla giustizia i responsabili”. (R.B.)


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    Seconda notte di scontri a Belfast per la tradizionale marcia degli orangisti

    ◊   Seconda notte di scontri a Belfast, in Irlanda del Nord, in occasione delle tradizionali marce protestanti promosse dagli orangisti in ricordo della vittoria di Gugliemo d’Orange sull’ultimo re cattolico, Giacomo II, nella battaglia di Boyne, combattuta tra il primo e il 12 luglio 1690. Secondo fonti di polizia, sono 30 gli agenti rimasti feriti e 11 i manifestanti arrestati nei disordini che si sono verificati: nella notte i dimostranti hanno lanciato bottiglie, bombe molotov e pietre contro le forze dell’ordine che hanno risposto con idranti e proiettili di gomma. Questo è il bilancio, nonostante la Commissione per le Parate, istituita nel 1997 per sorvegliare le iniziative e prevenire i conflitti, avesse vietato il passaggio dei protestanti nel quartiere cattolico di Ardoyne, nel nord della città. (R.B.)


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    Estate di eventi per Marsiglia e Košice, Capitali europee della cultura 2013

    ◊   Entrano nel vivo le iniziative di Marsiglia e Košice, nominate Capitali europee della cultura 2013, che il 31 dicembre prossimo passeranno il testimone a Riga, capitale della Lettonia, e a Umea, Svezia. Nella città francese è stata scelta l’ex miniera di Morandat Puits, oggi centro scientifico di pregio, come cornice delle numerose iniziative a carattere divulgativo e dedicate a grandi e piccini che sono partite venerdì 12 luglio. Il calendario di Košice, invece, partirà il 18 luglio e lascia ampio spazio alla cultura ebraica. Secondo quanto riportato dall’agenzia Sir, sono previste visite guidate all’architettura locale e di Prešov e Bardejov, eventi formativi e soprattutto il festival musicale durante il quale si esibiranno l’orchestra Musica Cassovia e artisti quali Peter Breiner, Jozef Lupták, Stano Palúch e Boris Lenko. L’evento più atteso è il concerto gratuito del musicista jazz Avishai Cohen, che nell’occasione presenterà un suo nuovo progetto artistico. (R.B.)

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    Polonia. Al via la 25.ma Settimana internazionale di sport, cultura e fede per i giovani

    ◊   Si è aperta oggi a Varsavia, in Polonia, con una Messa solenne, la 25.ma Settimana internazionale dello sport, la fede e la cultura dedicata ai giovani nati tra il 1994 e il 2002. Dopo la liturgia nel Santuario della Madonna educatrice dei giovani, i ragazzi, divisi in 4 gruppi a seconda dell’età, hanno iniziato a cimentarsi in competizioni delle 29 discipline sportive previste, dal nuoto all’atletica, dal tennis da tavolo alla pallavolo e al calcio, ma anche in gare di natura artistica e conoscitiva e c’è perfino un festival delle piccole forme teatrali. A parteciparvi sono giovani di scuole e parrocchie di tutto il Paese, ma anche provenienti da Bielorussia, Lituania, Ucraina ed Estonia. Ogni giornata – la settimana, precisa il Sir, si concluderà il 20 luglio – comincerà con la celebrazione liturgica, e oltre alle competizioni è prevista anche un’ora di adorazione del Santissimo, oltre a incontri con testimoni di fede, visite ai vari monumenti della città, serate in discoteca. Ma soprattutto, si tratta di un’occasione per conoscersi meglio e stringere amicizie segnate dallo spirito ecumenico. La settimana, organizzata dai Chierici di San Giuseppe Calasanzio, è finanziata dai ministeri polacchi degli Esteri e dello Sport. (R.B.)

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    Papua Nuova Guinea: l'attenzione dei vescovi al fenomeno delle gravidanze tra le adolescenti

    ◊   Preoccupa il crescente fenomeno delle gravidanze indesiderate, per lo più di ragazze adolescenti, nello Stato oceanico di Papua Nuova Guinea. Ogni anno, qui, il 5% delle giovani che vanno a scuola rimane incinta, mentre la percentuale globale a livello nazionale è del 13%. La Chiesa cattolica e le altre chiese cristiane del Paese lanciano l’allarme, perché nella maggior parte dei casi i bambini nati da coppie adolescenti sono a rischio abbandono, con evidente impatto sul tessuto sociale. Eppure la Chiesa è lasciata sola nel suo lavoro di prevenzione, come denuncia in una nota pervenuta alla Fides e firmata dalla Conferenza episcopale di Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone: “Si tirano in ballo la famiglia e l’educazione – scrivono i vescovi – ma ci sono gravi carenze nel sistema dell’istruzione che non può limitarsi a presentare la struttura fisiologica del corpo umano come maschio e femmina, ma dovrebbe mostrare l’unione sessuale in un contesto autenticamente umano, culturale e spirituale”. La Chiesa, quindi, si sente lasciata sola nel suo impegno a promuovere tra i giovani un comportamento sessuale responsabile: “Si preferisce una distribuzione massiccia di anticoncezionali – concludono i presuli – anziché educare all’amore come tesoro da vivere in maniera costruttiva e positiva”. (R.B.)

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    La Chiesa neozelandese ringrazia i fedeli: nonostante la crisi, più offerte

    ◊   Per la prima volta le offerte dei fedeli alla Chiesa cattolica della Nuova Zelanda hanno superato il milione di dollari locali, ovvero i 500mila euro. Lo rende noto la Conferenza episcopale locale, spiegando che tale cifra si riferisce, in particolare, a quanti hanno contribuito con “la preghiera, il loro tempo e la loro disponibilità” alla campagna della Quaresima. “La generosità di molti porterà speranza a molti di più - scrivono i vescovi in una nota pubblicata proprio in questi giorni - nonostante le sfide finanziarie di questi tempi, tutti insieme abbiamo raccolto questi fondi che permetteranno alla Chiesa di portare molto avanti la sua missione, nella promozione della giustizia sociale e del pieno sviluppo umano, donando speranza ai più poveri e bisognosi nel mondo”. Ringraziando, quindi, “di tutto cuore” i donatori, i presuli neozelandesi esprimono apprezzamento per “i frutti di ogni offerta, sia di pochi che di migliaia di dollari”, tutti gesti egualmente “generosi”. “Più viene sostenuta, più la Chiesa può fare per mettere in pratica l’amore di Dio – si legge ancora nella nota – portando il Vangelo nella vita quotidiana, in modo pratico e reale”. Infine, la Chiesa di Wellington ricorda che i contributi serviranno ad aiutare le popolazioni colpite da calamità naturali, ma anche coloro che si trovano a combattere l’emergenza abitativa o gli studenti che necessitano di un sostegno nella formazione. Da notare che anche la Caritas nazionale ha girato un breve video di ringraziamento per mostrare, in concreto, come vengono impiegate le offerte dei fedeli a favore dei più bisognosi. (I.P.)

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    Mauritius. La Chiesa ribadisce l’importanza della scuola cattolica

    ◊   “La Chiesa rende un vero servizio sociale attraverso le sue scuole e i suoi collegi”: è quanto scrive, in una nota, mons. Maurice Piat, vescovo di Port-Louis, nelle Isole Mauritius. In questi giorni, il presule ha presentato ai fedeli il progetto “Kleopas”, dedicato all’evangelizzazione e destinato a tre settori: famiglia, parrocchia e scuola. Articolato su tre anni – da settembre 2013 a maggio 2016 – il progetto formativo vedrà al primo punto proprio la formazione scolastica. “La Chiesa – spiega mons. Piat – investe nel mondo della scuola offrendo alla nazione le sue risorse umane e finanziarie a servizio della famiglia e del futuro dei giovani”. Quindi, il presule esprime la sua riconoscenza “per l’apporto inestimabile delle Congregazioni religiose femminili e maschili che si sono dedicate al servizio della gioventù locale e hanno donato all’educazione cattolica dinamismo e competenza”. Ribadendo, poi, la necessità di una scuola che “costruisca l’unità nazionale all’interno della diversità delle culture e delle religioni e che abbia un inquadramento morale aperto ai vantaggi della modernità”, mons. Piat afferma: “Per la Chiesa delle Mauritius si tratta di ridefinire la sua missione educativa, nel cuore delle nuove sfide che ci lancia il mondo contemporaneo”, ed è quindi importante impegnarsi per contrastare “l’abbandono scolastico e promuovere il senso civico e l’unità nazionale”. Il vescovo di Port-Louis guarda, inoltre, al contesto “pluralista” in cui la Chiesa si trova oggi ad operare e rassicura: la questione dell’identità delle scuole cattoliche e i legami tra scuola, famiglia e parrocchia saranno al centro del progetto “Kleopas”. Altro punto focale dell’iniziativa sarà “la qualità e la valorizzazione dei corsi di catechismo”, perché “anche se la scuola non è un luogo di proselitismo”, tuttavia, “nell’ambito di una cultura del dialogo”, essa, proprio “in quanto cattolica”, deve “valorizzare la catechesi e sostenere i catechisti, offrendo loro la migliore formazione possibile” e rafforzando i contatti con “i movimenti, le parrocchie e le famiglie”. Infine, mons. Piat esorta il settore scolastico a dare voce a tutte le persone in esso coinvolte, come docenti, genitori e giovani, e “tutti coloro che si mettono al servizio di questa nobile causa”. (I.P.)

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    Francia: a ottobre convegno sull’evangelizzazione per i 50 anni del Concilio

    ◊   Come proporre la fede in una società secolarizzata? Come far sì che la religione sia vettore di pace? Come armonizzare l’annuncio della fede con il rispetto delle coscienze? A queste domande si propone di rispondere il convegno intitolato “Le nuove sfide dell’evangelizzazione”, che si terrà nella diocesi di Le Mans, in Francia, dal 18 al 20 ottobre. L’evento, informa una nota, è stato pensato in occasione dell’Anno della Fede indetto dal Papa emerito Benedetto XVI per celebrare i 50 anni del Concilio Vaticano II, ma anche per riflettere sul Sinodo dei vescovi dedicato alla nuova evangelizzazione e svoltosi nell’ottobre 2012. Ad aprire i lavori del convegno sarà mons. Le Saux, arcivescovo di Le Mans, mentre sono numerosi gli ospiti previsti, tra cui mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione; il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, e il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi. Il calendario degli eventi prevede anche un forum sulle nuove iniziative missionarie, un dibattito su un documentario dedicato ai monaci di Tibhirine e una veglia di preghiera organizzata dalla Comunità di Taizé. In chiusura del convegno, domenica 20 ottobre una croce monumentale verrà elevata nel corso della Santa Messa nella Cattedrale di Le Mans, in programma alle ore 11. “Desideriamo – spiega la nota – che ogni visitatore della Cattedrale si senta accolto da Cristo a braccia aperte: non si tratta, infatti, di una croce anonima, bensì di una croce sulla quale è scritto ‘Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo unico Figlio’ (Gv 3, 16)”. Da segnalare, infine, che il convegno verrà presentato ufficialmente in conferenza stampa il prossimo 17 settembre alle ore 9, presso il Collège des Bernardins di Parigi. Ulteriori informazioni saranno disponibili sul sito web www.essentielmans.org. (I.P.)

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    A settembre una conferenza della Comece sulle opportunità per i giovani

    ◊   Rispondere alle domande dei giovani e far fronte alle loro esigenze: questo l’ambizioso obiettivo che si pone la conferenza che la Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) ha convocato per il 4 settembre a Bruxelles. Tra i temi che saranno affrontati – riferisce il Sir – la disoccupazione crescente, il rapido cambiamento delle condizioni di vita e l’invecchiamento della popolazione: per tutte queste sfide che la società pone si cercherà di trovare una soluzione. L’appuntamento, sostenuto dagli eurodeputati Thomas Mann e Patrizia Toia, è realizzato in collaborazione con la Fondazione Konrad Adenauer Stiftung, rete Juventus e Don Bosco International. I lavori saranno divisi in tre momenti che seguiranno un’introduzione sulla situazione dei giovani nel mercato del lavoro e le conseguenze sociali; affronteranno la crisi dell’impiego e approfondiranno la riflessione sulle condizioni necessarie a garantire la partecipazione e l’inclusione dei giovani nella società. La partecipazione all’evento è gratuita previa iscrizione. (R.B.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 195

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.