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Sommario del 09/06/2013
◊ Il Cuore di Cristo “non è un simbolo immaginario”, perché l’amore di Gesù è la vita che resuscita dalla morte. Cosi il Papa stamane all’Angelus in piazza San Pietro, affollatissima di fedeli di tutto il mondo. Il servizio di Roberta Gisotti:
Il Sacro Cuore di Gesù è la “massima espressione umana dell’amore divino”, ha osservato il Papa, ricordando che tutto “il mese di giugno è tradizionalmente dedicato” a questa festa celebrata nella Chiesa universale venerdì scorso. “La pietà popolare – ha aggiunto - valorizza molto i simboli e il Cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio;”
“ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l’umanità intera.”
Diversi passaggi evangelici sottolineano che “dal cuore di Gesù scaturisce per tutti gli uomini il perdono e la vita”.
“Ma la misericordia di Gesù non è solo un sentimento, è una forza che dà vita, che risuscita l’uomo!”
Cosi come documenta l’evangelista Luca, nell’episodio della vedova di Nain, il villaggio della Galilea dove Gesù con i suoi discepoli arriva nel momento in cui si svolge il funerale del figlio unico della donna, che viene resuscitato dal Signore ‘preso da grande compassione per lei’:
“Questa ‘compassione’ è l’amore di Dio per l’uomo, è la misericordia, cioè l’atteggiamento di Dio a contatto con la miseria umana, con la nostra indigenza, la nostra sofferenza, la nostra angoscia”.
Il termine biblico ‘compassione’ – ha spiegato il Papa - richiama le viscere materne: la madre, infatti, prova una reazione tutta sua di fronte al dolore dei figli. Così ci ama Dio, dice la Scrittura.
“E qual è il frutto di questo amore, di questa misericordia? E’ la vita!”
“La misericordia di Dio dà vita all’uomo”.
“Il Signore ci guarda sempre con misericordia; non dimentichiamolo, ci guarda sempre con misericordia, ci attende con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona.”
Infine la preghiera di Papa Francesco alla Madonna:
“il suo cuore immacolato, cuore di madre, ha condiviso al massimo la 'compassione' di Dio, specialmente nell’ora della passione e della morte di Gesù. Ci aiuti Maria ad essere miti, umili e misericordiosi con i nostri fratelli”.
Dopo l’Angelus Papa Francesco ha reso omaggio alla due religiose madre Sofia e madre Margherita Lucia fondatrici di Congregazioni, beatificate oggi in Polonia.
“Con la Chiesa che è in Cracovia rendiamo grazie al Signore!”
Quindi un saluto a tutti i fedeli in piazza e collegati in tutti il mondo:
“…grazie! Oggi non dimentichiamo l'amore di Dio, l'amore di Gesù: Lui ci guarda, ci ama e ci aspetta. E' tutto cuore e tutta misericordia. Andiamo con fiducia a Gesù, Lui ci perdona sempre."
Tweet del Papa: con la “cultura dello scarto” la vita umana non è più un valore primario
◊ Dopo l’Angelus, nuovo tweet del Papa sull’account @Pontifex in nove lingue: “Con la 'cultura dello scarto' – scive Franceso - la vita umana non è più sentita come valore primario da rispettare e tutelare”.
Videomessaggio di Francesco in piazza Duomo a Milano: i Dieci Comandamenti un ‘sì’ all’Amore
◊ I Dieci Comandamenti non sono “limitazioni alla libertà” ma un “‘sì’ all’Amore”. Questo il cuore del videomessaggio di Papa Francesco - circa 8 minuti - trasmesso ieri sera in piazza Duomo a Milano, nell’ambito dell’iniziativa “10 Piazze per 10 Comandamenti”. L’evento, organizzato dal Rinnovamento nello Spirito Santo in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione e la Conferenza Episcopale Italiana, nella tappa milanese si è concentrato sul terzo comandamento: “Ricordati di santificare le feste”. L’iniziativa, che richiama l’importanza di permettere alle famiglie di vivere assieme la domenica, ha voluto essere un momento di dialogo fra realtà diverse. Vi hanno partecipato, tra gli altri, l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, il sindaco della città, Giuliano Pisapia, il presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez, e il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli. Presente con un videomessagio l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Dicastero vaticano promotore. Il servizio di Debora Donnini:
La parola ‘comandamento’ non è di moda, anzi “all’uomo di oggi richiama qualcosa di negativo, la volontà di qualcuno che impone limiti”. Parte da questa costatazione il videomessaggio di Papa Francesco per mostrare che in realtà mentre la storia anche recente è segnata da “tirannie” e da logiche che hanno oppresso cercando il potere e il profitto, “i Dieci comandamenti vengono da un Dio che ci creati per amore”:
“Diamo fiducia a Dio! Fidiamoci di Lui! I Dieci Comandamenti ci indicano una strada da percorrere, e costituiscono anche una sorta di ‘codice etico’ per la costruzione di società giuste, a misura dell’uomo”.
“Quante povertà morali e materiali derivano dal rifiuto di Dio e dal mettere al suo posto tanti idoli!”, rileva il Papa invitando a lasciarci guidare da queste Dieci Parole, che indicano invece “una strada di libertà”, che trova pienezza nella legge dello Spirito scritta non su tavole di pietra, ma nel cuore. Vengono infatti date al popolo di Israele sul Monte Sinai. E dunque dopo la liberazione dall’Egitto come “percorso per rimanere liberi”, “un percorso – dice il Papa – che è inciso nel cuore dell’uomo, come una Legge morale universale”:
“Non dobbiamo vedere i Dieci Comandamenti come limitazioni alla libertà, no, non è questo, ma dobbiamo vederli come indicazioni per la libertà. Non sono limitazioni, ma indicazioni per la libertà! Essi ci insegnano ad evitare la schiavitù a cui ci riducono i tanti idoli che noi stessi ci costruiamo - l’abbiamo sperimentato tante volte nella storia e lo sperimentiamo anche oggi”.
I Dieci Comandamenti, prosegue il Pontefice, ci insegnano “a vivere il rispetto per le persone, vincendo l’avidità di potere, di possesso, di denaro, ad essere onesti e sinceri nei nostri rapporti, a custodire l’intera creazione e a nutrire il nostro pianeta di ideali alti, nobili, spirituali”. Fondamentalmente i Dieci Comandamenti sono “una legge d’amore”. E mentre Mosè è salito sul Monte per ricevere da Dio le tavole della Legge, Papa Francesco sottolinea che Gesù compie il percorso opposto, cioè “scende nella nostra umanità per indicarci il senso profondo di queste Dieci Parole: Ama il Signore con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e il prossimo come te stesso”. Il Comandamento dell’Amore è quindi quello che “porta in se tutti i comandamenti”, il cui cuore, infatti, sta proprio nell’Amore “che viene da Dio e che dà senso alla vita”, “che ci fa vivere non da schiavi, ma da veri figli”, “che anima tutte le relazioni: con Dio, con noi stessi – spesso lo dimentichiamo – e con gli altri”. “La vera libertà - aggiunge - non è seguire il nostro egoismo, le nostre cieche passioni, ma è quella di amare, di scegliere ciò che è bene in ogni situazione”:
“I Dieci Comandamenti non sono un inno al “no”, sono sul “sì”. Un “sì” a Dio, il “sì” all’Amore, e poiché io dico di “sì” all’Amore, dico “no” al non Amore, ma il “no” è una conseguenza di quel “sì” che viene da Dio e ci fa amare. Riscopriamo e viviamo le Dieci Parole di Dio! Diciamo “sì” a queste ‘dieci vie d'amore’ perfezionate da Cristo, per difendere l’uomo e guidarlo alla vera libertà!”.
Telefonata del Papa ai pellegrini da Macerata a Loreto: incontrare Gesù nella strada della vita
◊ Decine di migliaia di giovani sono giunti a piedi stamane a Loreto provenienti da Macerata dove ieri sera nello stadio Helvia Recina si sono raccolti i partecipanti al 35mo pellegrinaggio promosso da Comunione Liberazione sul tema “Che cosa può davvero saziare il desidero dell’uomo?” Qui hanno ascoltato le parole del Papa collegato telefonicamente con mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano-Matelica, ideatore dell’evento. A seguire vi è stata la Messa presieduta dal cardinale Marc Ouellet prefetto della Congregazione per i vescovi. Il racconto in prima persona di uno dei giovani pellegrini Emanuele Sorichetti:
Come titolo del pellegrinaggio avevamo pensato alle parole di Benedetto XVI: “Che cosa può davvero saziare il desiderio dell’uomo?” E’ con questa domanda aperta che abbiamo accolto con gioia il messaggio di don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, che ci aveva indicato che solo domandando la fede come un’esperienza presente possiamo ripartire, possiamo attingere l’energia per riprendere costantemente, e aveva indicato proprio in Papa Francesco il testimone più potente di questa fede presente. Ecco, noi quest’anno abbiamo avuto la fortuna e l’occasione di poter ascoltare direttamente la voce del Papa, di poter avvertire direttamente la sua testimonianza, in diretta telefonica, in un dialogo molto simpatico con mons. Vecerrica. Papa Francesco ci ha fatto scoprire ancora meglio il senso del nostro pellegrinaggio, quando ci ha detto:
“Tutta la vita è un pellegrinaggio. L’importante è l’incontro con Gesù in questa strada della vita, l’incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è proprio Lui che te la dà”.
Come augurio e come metodo per tutto il pellegrinaggio il Papa ha poi aggiunto:
“Anche voi potete appoggiarvi tutti su Gesù, su questa presenza così affascinante e attraente. Quando vi sentirete stanchi e vi verrà la tentazione di andare per conto vostro, pensate a questo: ripetete il vostro sì, pregate perché ciascuno di voi possa riconoscere nella sua carne piagata nel corpo e nello spirito la propria umanità bisognosa dell’umanità di Cristo, l’unica che può saziare davvero il desiderio dell’uomo”.
I pellegrini carichi di queste parole del Papa, si sono incamminati e il cammino non è stato altro che l’esperienza concreta di questo bisogno di cui ci ha parlato il Papa, con le tante intenzioni di preghiera che hanno accompagnato tutto il percorso notturno verso l’abbraccio della Vergine di Loreto, verso l’abbraccio della Santa Casa. Con un bisogno, con un desiderio - come diceva il cardinale Marc Ouellet - durante l’omelia della Messa, che è quello di: accrescere la nostra fede Questo è il desiderio comune di tutti i pellegrini.
Festa a Cracovia. Beatificate madre Sofia e madre Margherita Lucia: donarono la vita ai poveri
◊ Una Festa della santità quella che si celebra oggi a Cracovia, dove vengono beatificate due religiose che tanto hanno fatto per la Polonia e che anche Papa Francesco ha ricordato all'Angelus. Si tratta di madre Sofia Czeska Maciejowska, fondatrice della Congregazione delle Vergini della Presentazione della Beata Vergine Maria, e di madre Margherita Lucia Szewczyk, fondatrice della Congregazione delle Figlie della Beata Maria Vergine Addolorata. In rappresentanza del Santo Padre c’è il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il servizio è di Roberta Barbi:
Due secoli separano le nuove beate che oggi ci guardano dal cielo: Madre Sofia, vissuta nel 17mo secolo, polacca, istruita, sposata e poi vedova giovanissima, e suor Margherita, ucraina di nascita, ma che nell'Ottocento elesse la Polonia terra della sua missione. Due religiose che fecero dono di sé con amore sacrificale, fondato su una fede robusta, nutrita con un costante accostamento all’Eucaristia e alla preghiera. Fondatrici, anche, di congregazioni dalla spiritualità spiccatamente mariana.
Madre Sofia si dedicava alle ragazze povere ed orfane, seguendo la sua personale regola “istruzione e formazione”, per prepararle alla vita. Il suo strumento preferito era la Parola di Dio, che va custodita nel proprio cuore facendo in modo che questo sia pronto a riceverla. Va custodita con lo stupore e la gioia di Maria, che fece suoi a tal punto da trasmettere alle consorelle il motto “Gloria a Dio e a sua Madre”, come ricorda al microfono di Roberto Piermarini il cardinale Angelo Amato:
“Madre Sofia scelse il mistero della Presentazione al tempio come modello della sua vita personale e come patrona della sua opera”.
Madre Margherita scelse di occuparsi dei bambini negli orfanotrofi, degli anziani nei ricoveri e dei malati negli ospedali. La riconoscevano per la bontà del suo cuore, la sua accoglienza materna verso gli altri e la sua gioia tutta francescana, che affondavano le radici in una fede solida, perché senza fede è impossibile piacere a Dio, come spiega il cardinale Amato:
“Come figlia spirituale di San Francesco d’Assisi sapeva che in questo mondo Gesù si faceva visibile in primo luogo nel sacramento del suo corpo e del suo sangue. Erano continue le visite al Tabernacolo, convinta che se si volevano molte grazie si dovevano fare molte visite a Gesù Eucaristico”.
Ed è il servizio gratuito e l’orientamento al bene l’insegnamento fondamentale che le due beate lasciano al mondo e a tutti noi, come sottolinea ancora il cardinale Amato:
“I Santi fanno tanto bene non solo alla Chiesa, ma anche alla società. Ecco l’eredità che le due Beate lasciano a tutti noi: operare il bene e farlo bene. E alle loro figlie spirituali, Madre Sofia e Madre Margherita Lucia lasciano non solo la beatitudine evangelica di un apprezzato apostolato verso i bisognosi, ma anche l’assicurazione che il carisma delle loro Congregazioni porti alla santità”.
◊ “Noi tutti abbiamo l’impegno di portare Dio al Mondo e il mondo a Dio”. Il cuore del messaggio del Papa letto stamane in apertura della Messa conclusiva a Colonia in Germania del Congresso Eucaristico nazionale, incentrato sul tema “Signore da chi andremo?” a cui hanno partecipato non solo i cattolici tedeschi ma anche molti fedeli dei Paesi vicini. A presiedere la celebrazione eucaristica è stato il cardinale Paul Josef Cordes, inviato speciale del Santo Padre. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Signore da chi andremo?” domanda l’apostolo Pietro, portavoce dei seguaci fedeli, davanti all’incomprensione di molti ascoltatori di Gesù, che vorrebbero approfittare egoisticamente di Lui. A porci questo interrogativo – scrive il Papa nel suo messaggio – siamo “anche noi, membri della Chiesa di oggi”, ed anche se la domanda “è forse più titubante nella nostra bocca che sulle labbra di Pietro, la nostra risposta, come quella dell’Apostolo, può essere solo la persona di Gesù”, che “visse due mila anni fa” e “tuttavia noi possiamo incontrarLo nel nostro tempo quando ascoltiamo la sua Parola e siamo a Lui vicini, in modo unico, nell’Eucaristia.” Da qui l’invito di Francesco: “Che la Santa Messa non cada per noi in una routine superficiale! Che attingiamo sempre di più alla sua profondità!” “È proprio essa – spiega il Papa - ad inserirci nell’immensa opera di salvezza di Cristo, ad affinare la nostra vista spirituale per il suo amore: per la sua ‘profezia in atto’ con cui, nel Cenacolo, diede inizio al dono di Sé sulla Croce; per la sua vittoria irrevocabile sul peccato e sulla morte, che annunciamo con fierezza e in modo festoso”. Occorre dunque “imparare a vivere la Messa”, come sollecitava il beato Giovanni paolo II. “A questo ci aiuta, ci introduce, il sostare in adorazione davanti al Signore eucaristico nel tabernacolo e il ricevere il Sacramento della Riconciliazione”.
E la stessa domanda ‘Signore, da chi andremo’ “si pongono alcuni contemporanei che – lucidamente o con oscuro presentimento – sono ancora in ricerca del Padre di Gesù Cristo. A loro – osserva Papa Francesco - il Redentore vuole venire incontro attraverso di noi, che, grazie al Battesimo, siamo diventati i suoi fratelli e sorelle, e che, nell’Eucaristia, abbiamo ricevuto la forza di portare insieme a Lui la sua missione di salvezza”. “La nostra testimonianza li infiammerà come noi siamo stati infiammati da Cristo. Noi tutti, vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi e laici abbiamo l’impegno di portare Dio al mondo e il mondo a Dio”.
“Incontrare Cristo, affidarsi a Cristo, annunciare Cristo – conclude il suo messaggio Francesco - sono i pilastri della nostra fede che si concentrano, sempre di nuovo, nel punto focale dell’Eucaristia”.
Nuove violenze in Libia. A Benghasi 28 morti tra popolazione e milizie armate
◊ E' di almeno 28 morti e 55 feriti il bilancio degli scontri avvenuti ieri sera a Bengasi fra manifestanti e le milizie armate che presidiavano una caserma della città orientale libica. Nel Paese nord africano e in particolare nella Cirenaica, il governo sta cercando di far sciogliere i gruppi armati formati durante la rivolta contro il regime di Gheddafi. Il servizio di Marco Guerra:
Decine di manifestanti, alcuni armati, hanno dato l'assalto alla caserma della milizia ‘Scudo della Libia’, chiedendo che sia sostituita da reparti dell'esercito regolare. Al momento non è ancora chiara la distribuzione fra i due schieramenti delle decine di vittime rimaste a terra negli scontri. La popolazione civile accusa le milizie di agire impunemente, abusando dei cittadini e facendo rispettare solo i propri ordini. Quello dei gruppi armati irregolari è un problema che si trascina dalla caduta di Gheddafi e che, già in passato, ha portato a duri scontri tra diverse fazioni. Il governo ufficialmente dichiara di volerli li disarmare ma, di fatto, si affida ancora a loro per il controllo di diverse aree del Paese. Il portavoce dello stato maggiore ha affermato infatti che 'Scudo della Libia è “una forza di riserva dell'esercito libico” e che attaccarla equivale ad “un'aggressione contro una forza legittima”. Sulla questione è intervenuto anche il premier Ali Zeidan, il quale ha spiegato che la milizia ha lasciato la caserma e che l'esercito regolare ha preso possesso dell'edificio assicurando il controllo delle armi pesanti che vi si trovano. Il premier ha anche annunciato un'inchiesta ed ha lanciato un appello alla calma per trovare una soluzione alle armi rimaste in mano alla popolazione dopo la guerra civile. La Cirenaica resta tuttavia un polveriera: nei giorni scorsi un partito politico locale ha proclamato l'autonomia della regione da Tripoli e migliaia di persone sono scese in piazza a sostegno dell'autonomia.
Preghiere in tutte le chiese del Sudafrica per Nelson Mandela, ricoverato in clinica a Pretoria
◊ In tutte le chiese del Sudafrica si è pregato oggi per la salute dell'ex presidente Nelson Mandela, che ha trascorso una seconda notte in ospedale a causa di una infezione polmonare. La presidenza del Sudafrica non ha diffuso nessun aggiornamento sullo stato di salute del premio Nobel per la Pace, dopo aver dichiarato ieri che le sue condizioni erano "gravi ma stabili". Mandela, 94 anni, e' stato ricoverato a Pretoria nella notte fra venerdì e sabato. Si tratta del suo terzo ricovero in meno di un anno. Al capezzale dell'uomo che ha messo fine all'apartheid vi è la moglie Graca Machel. Mandela “è un combattente”, ha ripetuto il suo portavoce, rievocando la straordinaria esperienza del leader che ha contribuito ad avviare in un processo di riconciliazione interno, come sottolinea Günther Simmermacher, direttore del settimanale cattolico “Southern Cross”, intervistato da Chris Altieri:
R. – President Nelson Mandela was…
Il presidente Nelson Mandela più che un presidente è stato una figura eminente. In quel periodo, Mandela è stato esponente di spicco del passaggio pacifico alla riconciliazione, di una visione ottimistica del futuro, che tuttavia non si è completamente avverata. E’ stato un periodo vissuto con molto ottimismo e molta effervescenza, quando il Sudafrica pensava che sarebbe sempre rimasta la prediletta tra le Nazioni. Mi sembra che gli ultimi 15 anni abbiano indotto il Sudafrica a ricredersi, ma nonostante questo la presidenza di Mandela ha certamente stabilito un modello di transizione pacifica non solo per la sua nazione ma anche per altri Paesi. E penso che la maggior parte dei processi di transizione verso la pace, avviati in molti Paesi africani, siano stati in larga misura influenzati dall’esempio dato da Nelson Mandela, compreso il suo spontaneo passaggio di poteri al successore, che negli anni Novanta non era dato per scontato che potesse accadere, in Africa.
Nel centro antiviolenza di Casal di Principe per dare un lavoro e un futuro alle donne
◊ Dopo le violenze subite una nuova vita, attraverso un percorso lavorativo come quello di fare dolci e marmellate. E’ questo l’obiettivo realizzato dalle cooperative Eva e Dedalus che operano nel centro antiviolenza a Casal di Principe, in provincia di Caserta. Hanno immesso sul mercato marmellate con l’etichetta “Le ghiottonerie di casa Lorena”, prodotte dalle donne che hanno partecipato al progetto. Elena de Filippo, presidente della cooperativa Dedalus, spiega al microfono di Maria Cristina Montagnaro di che cosa si tratta.
R. – La cosa più legata al territorio è stata quella del catering: quindi fare dei percorsi di formazione in questo senso e trasformazione di prodotti locali, come la produzione di marmellate. “Le ghiottonerie di casa Lorena” nascono da un lavoro di rete vero, con gli enti del territorio, con gli enti locali, con le imprese, con fondazioni private, che ci hanno sostenuto e permesso di ristrutturare il bene.
R. – Quante donne sono coinvolte in questo progetto?
R. – Mediamente ci sono sei donne in accoglienza, che collaborano, più quattro che sono uscite dal percorso, ma continuano a collaborare con casa Lorena. Dopo i percorsi di affrancamento dalla violenza ci vuole anche una vera e propria emancipazione e l’emancipazione passa attraverso l’inserimento lavorativo. E se è difficile oggi per una giovane donna inserirsi nel mondo del lavoro, ovviamente lo è ancora di più per una donna, anche ultraquarantenne, che non ha mai lavorato o ha smesso di lavorare per la famiglia, che si deve reinserire nel mondo del lavoro. Questo è ancora più complicato.
D. – Il vostro centro antiviolenza si trova a Casal di Principe...
R. – A Casal di Principe.
D. – Una zona difficile, in provincia di Caserta. In che situazione vi trovate ad operare?
R. – Questi beni, tutto sommato, hanno creato delle reti di grande solidarietà e anche di ottimo rapporto con il territorio. Non abbiamo particolari problemi. E’ difficile il contesto complessivo, quindi non solo quello di Casal di Principe, ma tutto il contesto nel quale viviamo. Un po’ per tutti è difficile l’inserimento lavorativo e ovviamente anche per queste donne, in particolare.
D. – Quali sono, secondo lei, gli strumenti validi che si possono attuare per tutelare le donne contro atti di violenza e minacce?
R. – Indubbiamente delle grosse campagne di sensibilizzazione, d’informazione, un grosso lavoro nelle scuole - bisogna partire fondamentalmente da lì - e poi una capillare rete di servizi sul territorio. I servizi sono ancora troppo pochi: i servizi di ascolto e quelli che attraverso le professionalità e gli operatori devono leggere i primi segnali della violenza, prima che questa violenza diventi più forte.
D. – E’ di pochi giorni fa il via libera della Camera alla ratifica della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne. E’ un buon passo in avanti, secondo lei?
R. – Assolutamente sì, era necessario e speriamo che da lì possano effettivamente essercene altri e diventare operativi sul territorio. Era comunque fondamentale la presa di coscienza, il ribadire che questo è un tema sul quale tutti quanti devono muoversi, devono lavorare, devono attivarsi.
Usa-Cina: tensioni sulla cyber sicurezza, stop al nucleare in Corea del Nord
◊ Cyber sicurezza, programma nucleare nordcoreano, politiche monetarie e commerciali e la lotta ai cambiamenti climatici. Questi i temi principali al centro del Vertice informale tra il presidente Usa Barack Obama e il presidente cinese Xi Jinping, che si è chiuso ieri sera nel resort californiano di Rancho Mirage. Secondo gli osservatori, durante la due giorni sono stati pochi i punti di convergenza tra le due superpotenze. Come testimonia il fatto che l’incontro, seppure non ufficiale, si è concluso senza dichiarazioni congiunte, tranne che sull’impegno per il clima che ha visto, per la prima volta, Usa e Cina sottoscrivere un accordo per la riduzione di gas ad effetto serra. Washington e Pechino in sintonia anche sulla volontà di denuclearizzare la Corea del Nord. I rapporti restano tesi, invece, sulla questione degli attacchi informatici. Se il problema della cyber sicurezza non viene affrontato seriamente ci saranno ancora problemi nelle relazioni, ha detto Obama a Xi Jinping. Per quanto riguarda i cambi, la Cina sostiene che la sua moneta è vicina alla condizione di equilibrio e non rappresenta la causa principale degli squilibri commerciali con gli Stati Uniti. (M.G.)
Turchia: nuovi scontri. Erdogan chiede fiducia agli elettori 'contro' i manifestanti
◊ Nuova notte di proteste antigvernative e scontri in Turchia. Dopo due giorni di tregua, decine di migliaia di manifestanti sono tornati nelle strade nella capitale Ankara, ad Istambul e in altre città del Paese. Le cariche della polizia hanno disperso la manifestazione nella capitale e causato il ferimento di diverse persone. Intanto il premier Erdogan ha invitato i suoi elettori a “dare una lezione” ai manifestanti nelle elezioni municipali del marzo 2014 con “un voto democratico alle urne”. Dal canto suo, il partito islamico ha previsto due manifestazioni di appoggio al premier e di sfida agli oppositori sabato e domenica prossimi ad Ankara e Istanbul. (M.G.)
Iraq: 7 morti e 16 feriti a Baghdad per attacco suicida
◊ Almeno 7 persone sono morte e 16 sono rimaste in un attentato suicida a Kadhimiya, quartiere sciita di Baghdad. Un kamikaze si è fatto esplodere lanciandosi con l'auto contro un posto di controllo, colpendo soprattutto poliziotti. Al momento non è giunta alcuna rivendicazione ma le modalità dell’attacco sono tipiche dell’ala irachena di al Qaeda. Da aprile scorso attacchi ed attentati hanno fatto 2 mila morti in tutto il Paese, portando alla peggior recrudescenza di violenza degli ultimi cinque anni. In Iraq è in corso un conflitto settario dovuto alle crescenti tensioni tra la leadership sciita e la minoranza sunnita. Scontro che risente anche della guerra civile in Siria, dove le milizie sunnite ribelli combattono il presidente Assad. (M.G.)
Pakistan: governo convoca rappresentate Usa per protesta contro raid di un drone
◊ Il ministero degli Esteri pakistano ha convocato l'incaricato d'affari Usa a Islamabad, Richard Hoagland, per protestare contro l’attacco eseguito nella notte tra venerdì e sabato da un drone, che ha fatto almeno nove vittime nel nord-ovest. Il portavoce del ministero ha detto che è stata espressa la “ferma condanna dei raid eseguiti dai droni Usa, che rappresentano una violazione della sovranità e dell'integrità territoriale del Pakistan”. Il raid ha colpito una struttura appartenente ad un presunto comandante talebano nell'area di Shawal, nel Waziristan del Nord. E proprio in questa regione, oggi tre soldati dell’esercito pakistano sono stati uccisi da un ordigno esploso al passaggio del convoglio sul quale viaggiavano. (M.G.)
Coree: è ripreso oggi il negoziato tra i due Paesi
◊ Dopo mesi di forti tensioni che avevano fatto parlare persino di guerra nucleare, le delegazioni delle due Coree sono tornate ad incontrarsi oggi in un villaggio di confine tra i due Paesi. Il ministero dell'Unificazione sudcoreano ha riferito che i colloqui tra i rappresentanti dei due Paesi sono iniziati presso la Freedom House, sul lato sudcoreano della zona di sicurezza del villaggio. L'ultimo incontro ufficiale intercoreano risale al 2011. L'obiettivo dell'incontro è la discussione di dettagli come ordine del giorno, ampiezza della delega di discussione ed altre specifiche questioni relative ai colloqui ministeriali intercoreani, in programma mercoledì 12 giugno a Seul. (M.G.)
Gmg Rio 2013: i preparativi per accogliere Papa Francesco
◊ Tutto pronto nella comunità di Varginha, a Rio de Janeiro, dove fervono i preparativi per accogliere Papa Francesco il prossimo 25 luglio nell’ambito della Giornata mondiale della Gioventù. Come riferisce l'agenzia Sir, una delegazione vaticana è in questi giorni nella città brasiliana per dei sopralluoghi nei siti che ospiteranno le visite e le liturgie papali, tra cui quella alla cappella di San Girolamo Emiliani, sita all’interno della favela. Il maestro di cerimonia, mons. Guido Marini, secondo quanto riferito dal Comitato organizzatore della Gmg (Col), avrebbe valutato positivamente il lavoro svolto sino ad ora. Il Papa benedirà il nuovo altare della cappella e terrà un discorso alla comunità locale. Da Varginha poi, il Pontefice si recherà all’ospedale “San Francesco d‘Assisi” (Hsf) a Tijuca dove inaugurerà il polo integrato di Salute mentale (Pai), per il recupero di tossicodipendenti. L’ambone e le sedie che verranno utilizzate per l’occasione sono stati realizzati da pazienti ospedalizzati. Tra i luoghi visitati dalla delegazione anche il Corcovado e la statua del Redentore che Papa Francesco sorvolerà in elicottero al momento di recarsi a Guaratiba per gli ultimi atti della Gmg, la veglia del sabato 27 e la messa finale di domenica 28 luglio. (F.B.)
Sudafrica: a Rustenburg vittoria contro l’Aids
◊ I nove centri per l’assistenza ai malati di Aids gestiti dalla diocesi di Rustenburg riceveranno i farmaci dallo Stato e non più grazie ai finanziamenti americani. La notizia giunge all’agenzia Misna da mons. Kevin Dowling, vescovo di Rustenburg che si dichiara contento dell’iniziativa dicendo che nella diocesi sudafricana cuore dell’industria estrattiva del Sudafrica nord-occidentale, l’accordo è stato appena messo nero su bianco. Nei Centri di assistenza delle “township” che circondano Marikana e le altre miniere il governo potrebbe consegnare i primi pacchi di farmaci antiretrovirali già nelle prossime settimane comunica all’agenzia Misna monsignor Dowling. L’acquisto delle medicine, la spesa più significativa per la diocesi, era finanziata dalla Chiesa e da altre organizzazioni caritatevoli statunitensi attraverso la Conferenza episcopale del Sudafrica.L’aiuto del governo si spiega con gli accordi sottoscritti nell’ottobre scorso con alcune società indiane, accordi che consentiranno di risparmiare in due anni l’equivalente di 193 milioni di euro. In Sudafrica, il Paese con il numero di malati di aids più elevato al mondo, ora l’obiettivo è estendere l’assistenza a due milioni e mezzo di persone. I progressi, d’altra parte, riguardano anche le modalità di cura. Invece di tre pasticche due volte al giorno ne basterà solo una riassume all’agenzia Misna mons. Dowling. Nei centri della diocesi di Rustenburg si comincerà tra qualche settimana, una volta finite le scorte del vecchio tipo di antiretrovirali. “Siamo pieni di speranza” confida il vescovo, prima di parlare degli ultimi scioperi e del rischio di nuove violenze a Marikana. Di fronte ai cancelli di questa miniera, il 16 agosto 2012 la polizia aprì il fuoco uccidendo 34 lavoratori. Oggi sottolinea soddisfatto l’ecclesiastico: “lo Stato ritorna con le medicine, senza pistole e fucili”. (F.B.)
Messico. Appello dei vescovi del Michoacan: la gente vive nella paura
◊ Un pressante appello alla classe dirigente locale nel quale esprimono preoccupazione per la situazione nella quale vive lo Stato del Michoacan. Secondo quanto riferisce l’agenza Fides in un comunicato pubblicato pochi giorni fa i vescovi dello Stato messicano denunciano l’impotenza degli imprenditori e lavoratori della campagna e della città dinanzi alla minaccia di chiusura dei Centri di lavoro e alla distruzione dei negozi. Sempre secondo la fonte Fides nella popolazione cresce impotenza e disperazione, rabbia e paura a causa della complicità, forzata o voluta, di qualche autorità con il crimine. Questo condiziona tutta l'attività sociale ed economica della popolazione. “Non è possibile continuare a vivere così!” sottolineano i presuli. Il documento dei vescovi è diventato una lettera di richiamo alle autorità e, allo stesso tempo, il motivo centrale della preghiera di domenica scorsa nelle principali chiese delle diocesi di Michoacan. La comunità cattolica locale ha espressamente voluto aggiungere la pace tra le intenzioni della preghiera globale in comunione con Papa Francesco da Roma e tutto il mondo cattolico. (F.B.)
Perù: accordo per la formazione dei giovani più poveri
◊ La Caritas del Perù e il Centro per la formazione professionale Servizi e Sviluppo (istituzione del governo), hanno firmato un Accordo di cooperazione istituzionale, della durata di due anni, volto alla promozione umana. L’accordo prevede: formazione sul lavoro nei programmi urbani e rurali, programmi di microcredito, formazione degli insegnanti, servizi per l'informazione sulle aree di lavoro, promozione del lavoro autonomo e prevenzione dell'uso di droga. Nella nota inviata a Fides, si afferma che uno dei primi progetti è volto a migliorare la vita dei giovani a rischio tra il 15 e il 25 anni, nella provincia di Tarma, nel centro del Perù. Il Centro per la formazione professionale Servizi e Sviluppo è una istituzione fondata nel 1996 che coordina nuclei di formazione in 12 regioni del Paese. La Caritas del Perù è una istituzione della Chiesa cattolica che assiste 48 sedi in quasi tutte le principali città del Paese e come dice il titolo del proprio sito web: da 57 anni aiuta a costruire un Perù solidale, giusto e fraterno. (R.P.)
Vietnam, gruppi di supporto per famiglie con bambini disabili
◊ Gruppi di supporto per famiglie con disabili. La notizia secondo l’agenzia Fides arriva dal distretto di Cam Le, a Da Nang nel Vietnam Centrale, dove per far fronte al fenomeno di violenza e abusi su minori disabili un gruppo di benefattori locali denominato: Children of Vietnam (Cov) prepara gli operatori ad aiutare le famiglie con bambini disabili ad avere accesso ai servizi già forniti dal governo locale. I minori disabili in Vietnam sono quelli più soggetti a violenze e abusi di ogni tipo, spesso vengono sfruttati, tenuti nascosti o rinchiusi in istituti e sono di conseguenza tra le persone più emarginate del mondo. Per far fronte al fenomeno il programma Hope System of Care dell’organizzazione di Children of Vietnam (Cov) prepara nel distretto circa 30 operatori sanitari a cui sono state affidate sette famiglie ciascuno. Almeno una volta ogni due mesi organizzano un incontro dove non si limitano a fornire consigli pratici, ma anche supporto emotivo. Spesso i genitori si chiamano a vicenda per un consiglio o semplicemente per conversare. Il Cov, inoltre, offre anche assistenza supplementare sotto forma di microcrediti e formazione professionale. Grazie a questo gruppo molti bambini riescono ad essere inseriti in scuole speciali, invece di essere seguiti a casa. (F.B.)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 160