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Sommario del 01/01/2013

Il Papa e la Santa Sede

  • In un mondo di tensioni, la pace è in Dio e si costruisce con “verità”, “lavoro onesto”, “a servizio della vita”: così il Papa che benedice tutti su twitter
  • I pellegrini in piazza San Pietro nel primo giorno dell'anno: per ascoltare parole di pace
  • Rendere grazie a Dio per i gesti di amore: così il Papa al Te Deum
  • Oggi in Primo Piano

  • Presidenza di turno UE all’Irlanda: cruciale la questione dell’unione bancaria
  • Tutelare le fasce più deboli: l'appello del capo dello Stato Napolitano nel messaggio di fine anno
  • L'intensa esperienza dei 5 mila giovani ortodossi, cattolici e protestanti, a Roma per l'incontro di preghiera di Taizé
  • Il rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Enrico Dal Covolo, in viaggio presso le sedi in Medio Oriente
  • I cattolici e gli sviluppi politico-sociali in Italia: intervista con Franco Miano, presidente di Azione Cattolica
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Stati Uniti, raggiunto l'accordo sul fiscal cliff: sì del Senato, a breve voto alla Camera
  • Vietnam: 14 cattolici, accusati di “sovversione”, rischiano la pena di morte
  • Onu: 2013 Anno internazionale del cereale quinoa e della cooperazione nel settore idrico
  • In Centrafrica salta l'accordo e i ribelli sono ormai vicini alla capitale
  • Il leader della Corea del Nord invita alla fine delle ostilità con la Corea del Sud
  • Malawi: confermata la decisione di svalutare la moneta nazionale
  • In Cina approvata una legge che obbliga a far visita ai parenti anziani
  • In Costa d'Avorio, 60 morti per la calca nei festeggiamenti del Capodanno
  • Il Papa e la Santa Sede



    In un mondo di tensioni, la pace è in Dio e si costruisce con “verità”, “lavoro onesto”, “a servizio della vita”: così il Papa che benedice tutti su twitter

    ◊   Ingiustizie sociali, capitalismo sregolato, terrorismo e criminalità: il Papa, all’omelia della Messa nella Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio che è anche la 46esima Giornata Mondiale della Pace, cita le tensioni di questo mondo per parlare della pace che viene dall’affidarsi a Dio. All’Angelus incoraggia gli operatori di pace: “coloro – dice - che cercano di vincere il male con il bene”, con “verità”, “lavoro onesto”, “servizio alla vita”. Su twitter Benedetto XVI scrive in varie lingue: “Il Signore vi benedica e vi protegga nel nuovo anno”. Il servizio di Fausta Speranza:

    “In ogni persona il desiderio di pace è aspirazione essenziale”. Così Benedetto XVI ricorda che “la pace è il bene per eccellenza da invocare come dono di Dio e, al tempo stesso, da costruire con ogni sforzo”.

    “Nonostante il mondo sia purtroppo ancora segnato da «focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti diseguaglianze fra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualistica espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato», oltre che da diverse forme di terrorismo e di criminalità, sono persuaso che «le molteplici opere di pace, di cui è ricco il mondo, testimoniano l’innata vocazione dell’umanità alla pace.”

    Il Papa si richiama al messaggio per la 46esima Giornata Mondiale per la pace che ricorda beatitudini e Salmi in cui si comprende che “la pace è dono messianico e opera umana ad un tempo”, “è pace con Dio, nel vivere secondo la sua volontà. E’ pace interiore con se stessi, e pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato”. “L’uomo – afferma Benedetto XVI - è fatto per la pace che è dono di Dio”.

    “Ci possiamo chiedere: qual è il fondamento, l’origine, la radice di questa pace? Come possiamo sentire in noi la pace, malgrado i problemi, le oscurità, le angosce?”

    La risposta – dice il Papa - ci viene data da Maria per cui si compiono “tanti avvenimenti imprevisti” ma “Maria – aggiunge Benedetto XVI - non si scompone, non si agita, non è sconvolta da fatti più grandi di lei; semplicemente considera, in silenzio, quanto accade, lo custodisce nella sua memoria e nel suo cuore, riflettendovi con calma e serenità.”

    “E’ questa la pace interiore che vorremmo avere in mezzo agli eventi a volte tumultuosi e confusi della storia, eventi di cui spesso non cogliamo il senso e che ci sconcertano”.

    Citando il Libro dei Numeri, il Papa ricorda che “dalla contemplazione del volto di Dio nascono gioia, sicurezza e pace.”

    “Ecco, cari fratelli, il fondamento della nostra pace: la certezza di contemplare in Gesù Cristo lo splendore del volto di Dio Padre, di essere figli nel Figlio, e avere così, nel cammino della vita, la stessa sicurezza che il bambino prova nelle braccia di un Padre buono e onnipotente”.

    Poi, al momento della preghiera mariana, dal Papa la benedizione di Dio “ad ogni uomo e ogni donna del mondo”. Il Papa la esprime anche su twitter scrivendo nelle varie lingue: “Il Signore vi benedica e vi protegga nel nuovo anno”. E all’Angelus il Papa ricorda chi siano gli operatori di pace:

    “Sono tutti coloro che, giorno per giorno, cercano di vincere il male con il bene, con la forza della verità, con le armi della preghiera e del perdono, con il lavoro onesto e ben fatto, con la ricerca scientifica al servizio della vita, con le opere di misericordia corporale e spirituale. Gli operatori di pace sono tanti, ma non fanno rumore. Come il lievito nella pasta, fanno crescere l’umanità secondo il disegno di Dio.”

    Gesù, che è “il Verbo di Dio fatto carne, è venuto a portare agli uomini una pace che il mondo non può dare, afferma Benedetto XVI. “Il canto di gloria a Dio – afferma il Papa - è il canto dei cristiani sotto ogni cielo”. Ma il Papa sottolinea l’importanza di passare dalle parole ai fatti:

    “Un canto che dai cuori e dalle labbra passa nei gesti concreti, nelle azioni dell’amore che costruiscono dialogo, comprensione e riconciliazione”.

    Dunque la preghiera di Benedetto XVI a Maria in una espressione tanto semplice quanto significativa:

    “In questo primo Angelus del nuovo anno, chiediamo a Maria Santissima, Madre di Dio, che ci benedica, come la mamma benedice i suoi figli che devono partire per un viaggio. Un nuovo anno è come un viaggio: con la luce e la grazia di Dio, possa essere un cammino di pace per ogni uomo e ogni famiglia, per ogni Paese e per il mondo intero.”

    Con i saluti alle autorità che hanno fatto pervenire al Papa messaggi augurali, il Papa rivolge un pensiero a tutti e in particolare “ai giovani venuti a Roma per l’Incontro europeo della Comunità di Taizé”. E poi esprime “spirituale vicinanza alle iniziative ecclesiali in occasione dell’odierna Giornata Mondiale della Pace, in particolare la Marcia nazionale a Lecce, quella animata dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma, la veglia degli aderenti al Movimento dell’Amore Familiare in Piazza San Pietro, a anche a Milano e L’Aquila.

    “A tutti auguro abbondanza di pace e di bene per ogni giorno del nuovo anno!"

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    I pellegrini in piazza San Pietro nel primo giorno dell'anno: per ascoltare parole di pace

    ◊   In occasione della Giornata mondiale della pace, migliaia di persone erano presenti in piazza San Pietro per seguire il primo Angelus del nuovo anno. Così parlano di pace al microfono di Marina Tomarro:

    R. – Per me, soprattutto, la pace è fondamentale nella vita, venendo dall’Africa. In tanti posti, nel mio Paese, ci sono guerre. Senza la pace, nel mondo di oggi, non si può fare nulla. La pace è qualcosa di interiore ed esteriore, che tutti noi dobbiamo dare agli altri e a noi stessi, per poter vivere.

    R. – Essere operatori di pace vuol dire, prima di tutto, fare piccole ma quotidiane scelte concrete di pace nella propria vita, partendo anche dalle persone che ti stanno vicino, partendo dai poveri. Poi, pregare per quei Paesi che vivono il dramma della guerra, per iniziare con un passo di pace questo nuovo anno.

    R. – Per me, la pace è pensare un mondo senza ingiustizia, senza pregiudizi, guardare l’altro ad immagine e somiglianza di Dio. Penso che questi siano i primi passi per essere operatori di pace.

    R. – Non basta gridare “pace”. La pace non è una parola, ma un atteggiamento, un comportamento. Dobbiamo, quindi, anche noi lavorare personalmente, darci un certo equilibrio, per diventare luce di pace per tutti.

    D. – Quanto è importante che il Papa parli di pace al mondo?

    R. – E’ importantissimo che parli di pace e parli a tutti della pace. Io penso che oggi qui non ci siano solo cattolici, non ci siano solo cristiani, ma ci siano tanti di diverse religioni che ascoltano il Papa. Sono venuti qui per ascoltare questo messaggio per la pace.

    R. – Il Papa è la "autorità" che può parlare di questo, fare un discorso per entusiasmare gli altri, perché possano essere veramente costruttori di pace.

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    Rendere grazie a Dio per i gesti di amore: così il Papa al Te Deum

    ◊   “Il cristiano è un uomo di speranza anche e soprattutto di fronte al buio che c’è nel mondo”: così il Papa ieri sera durante i Vespri per la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e il Te Deum nella Basilica Vaticana, terminati con la visita al presepe allestito in Piazza San Pietro. Il Pontefice, ribadendo il significato profondo di questa celebrazione di fine anno, ha esortato i fedeli a rendere grazie per ogni cosa e ad essere capaci di vivere in comunione per vincere il male con il bene. Il servizio di Cecilia Seppia:

    Nell’ora che separa il vecchio dal nuovo, l’inizio, dalla fine di un anno facile o difficile, sterile o ricco di frutti che sia stato, il Papa esorta i fedeli a recuperare la speranza, a ringraziare Dio al di sopra di ogni cosa e a credere fermamente che nonostante tutto ciò che accade, ci sia anche del bene in questo mondo, destinato a vincere, proprio grazie a Gesù Cristo.

    “Certo, a volte è difficile cogliere questa profonda realtà, poiché il male fa più rumore del bene; un omicidio efferato, delle violenze diffuse, delle gravi ingiustizie fanno notizia; al contrario i gesti di amore e di servizio, la fatica quotidiana sopportata con fedeltà e pazienza rimangono spesso in ombra, non emergono”.

    Per questo dice Benedetto XVI è importante riuscire ad andare oltre la notizia a sostare nel silenzio e nella preghiera per “trovare guarigione dalle ferite del quotidiano”, ma anche per iniziare un cammino di conversione che “ci renda capaci di generare solidarietà e comunione e di vincere il male con il bene”. D’altronde – afferma – “il cristiano è un uomo di speranza soprattutto di fronte al buio che c’è nel mondo”, buio e tenebra che dipendono dalle scelte sbagliate fatte dall’uomo. Da qui l’auspicio che ogni credente nell’Anno della Fede recuperi la consapevolezza che l’incontro con Cristo salva, ed è sorgente di vita vera.

    “La fede in Gesù permette un costante rinnovamento nel bene e la capacità di uscire dalle sabbie mobili del peccato e di ricominciare di nuovo. Nel Verbo fatto carne è possibile, sempre nuovamente, trovare la vera identità dell’uomo, che si scopre destinatario dell’infinito amore di Dio e chiamato alla comunione personale con Lui. Questa verità, che Gesù Cristo è venuto a rivelare, è la certezza che ci spinge a guardare con fiducia all’anno che stiamo per iniziare”.

    Ancora la riflessione del Pontefice attraversa le sfide della Nuova Evangelizzazione, partendo proprio dalla città di Roma e l’impegno apostolico e missionario lì dove la fede rischia di oscurarsi, stretta tra cambiamenti socio-culturali e stili di vita improntati all’individualismo e al relativismo etico.

    “Anche Roma è una città dove la fede cristiana deve essere annunciata sempre di nuovo e testimoniata in maniera credibile. Da una parte, il numero crescente di credenti di altre religioni, la difficoltà delle comunità parrocchiali ad avvicinare i giovani, il diffondersi di stili di vita improntati all’individualismo e al relativismo etico; dall’altra parte, la ricerca in tante persone di un senso per la propria esistenza e di una speranza che non deluda, non possono lasciarci indifferenti. Come l’Apostolo Paolo (cfr Rm 1,14-15) ogni fedele di questa Città deve sentirsi debitore del Vangelo verso gli altri abitanti”.

    Infine il Santo Padre insiste sulla formazione dei laici perché sappiano farsi eco del Vangelo in ogni in ogni ambito, implementando soprattutto la pastorale familiare, per sostenere i genitori che devono accompagnare i figli nel cammino cristiano, ma anche per recuperare quelle persone che per vari motivi si sono allontanate dalla fede. Quindi la vicinanza alle famiglie in difficoltà a chi è solo, povero, emarginato.

    "Come già nei secoli passati, anche oggi la Chiesa di Roma è chiamata ad annunciare e testimoniare instancabilmente la ricchezza del Vangelo di Cristo. Questo anche sostenendo quanti vivono situazioni di povertà e di emarginazione, come pure le famiglie in difficoltà, specialmente quando devono assistere persone malate e disabili. Confido vivamente che le Istituzioni ai vari livelli non faranno mancare la loro azione affinché tutti i cittadini abbiano accesso a quanto è essenziale per vivere dignitosamente".

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    Oggi in Primo Piano



    Presidenza di turno UE all’Irlanda: cruciale la questione dell’unione bancaria

    ◊   Dal 1 gennaio l’Irlanda assume la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea, a conclusione del semestre cipriota. Nelle parole del ministro degli Esteri irlandese Gilmore, la priorità indicata dal governo di Dublino è quella di contribuire a migliorare la competitività promuovendo la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. Delle sfide per l’Europa nel prossimo anno Fausta Speranza ha parlato con l’economista Paolo Guerrieri, docente di Economia internazionale all’Università Sapienza di Roma:

    R. – L’urgenza da mettere in atto per l’Europa è l’unione bancaria, assolutamente uno snodo cruciale. Da un lato, perché le banche e il sistema bancario europeo restano in qualche modo l’anello debole, oggi, dell’Europa; in secondo luogo, perché c’è questo legame perverso che bisogna recidere tra crisi delle banche, del sistema bancario di alcuni Paesi, e crisi dei debiti sovrani. Quindi, fondamentale sarà il modo di procedere: come portare avanti questo progetto dell’Unione bancaria. Noi sappiamo che è partito con l’approvazione della vigilanza unica.

    D. – E a proposito dell’unione bancaria, che cosa potrà questa presidenza irlandese? Sappiamo che Dublino ha affrontato duri problemi economici …

    R. – L’Irlanda ha messo in atto un piano di aggiustamento molto severo, per certi versi e per molti aspetti molto efficace. Come sappiamo, le grandi banche irlandesi sono state le cause della crisi del debito sovrano irlandese. Quindi, l’Irlanda come presidente di turno si troverà a gestire questi mesi cruciali; è direttamente interessata soprattutto ad un aspetto: che questa unione bancaria non serva solo per il futuro – e servirà sicuramente non certo ad evitare ma in un certo modo a mitigare le future crisi – ma deve servire anche per quanto riguarda il passato, cioè per poter affrontare le crisi bancarie che si sono accumulate. Le più gravi sono proprio in Spagna e in Irlanda. Serve un aiuto europeo, perché altrimenti le risorse di questi due Paesi non saranno sufficienti, e soprattutto il legame tra crisi bancaria e crisi dei debiti sovrani tornerà in qualche modo ad operare. Quindi, è proprio un test decisivo, quello a cui assisteremo nei prossimi mesi.

    D. – Il 2013 è l’anno dedicato al cittadino europeo: ci viene subito in mente che la richiesta del cittadino europeo sarebbe crescita e, soprattutto, lavoro, occupazione. Potrà quest’anno portare qualcosa su questo piano?

    R. – Non c’è dubbio che la crisi europea, oggi, è soprattutto una crisi di non-crescita; anzi, sappiamo che è una situazione addirittura recessiva, quella in cui si trova l’Europa, e soprattutto è una drammatica situazione per l’occupazione. Servono quindi politiche diverse, servono politiche che non certo abdichino al rigore, ma questo rigore sappiano ritmarlo con la possibilità, poi, di rilanciare la ripresa. In qualche modo, questo dipenderebbe da scelte coraggiose. E’ da auspicarlo. Io temo, tuttavia, che quest’anno sarà dominato dai cicli elettorali: prima, come sappiamo, in Italia, e poi soprattutto in Germania. In vista delle elezioni tedesche, la preoccupazione maggiore, per quanto riguarda poi il governo di Angela Merkel, è quella di mantenere una situazione la più calma possibile. E quindi io temo che grandi scelte – scelte coraggiose – o nuove, grandi iniziative politiche siano improbabili, di qui a ottobre o novembre. Speriamo almeno che si sappia mantenere una situazione quale è stata quella degli ultimi mesi, perché questo già sarebbe di per sé un risultato rilevante.

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    Tutelare le fasce più deboli: l'appello del capo dello Stato Napolitano nel messaggio di fine anno

    ◊   La crisi è una questione sociale, i tagli devono tutelare le fasce più deboli. Lo ha detto ieri sera il capo dello Stato Napolitano nel tradizionale discorso di fine anno, l’ultimo del suo settennato. Il messaggio, apprezzato da quasi tutti i partiti, arriva in un momento particolarmente caldo della vita politica italiana, ormai in piena campagna elettorale in vista del voto del 24 e 25 febbraio. Servizio di Giampiero Guadagni.

    Il 2013 sarà un altro anno di difficoltà, ma intorno all’Italia c’è un ritorno di fiducia. Negli auguri di fine anno, il capo dello Stato ha lanciato un messaggio di ragionata speranza, legando tra loro la crisi economica e sociale, il futuro delle nuove generazioni, l’Europa, i necessari sacrifici imposti dal governo Monti e le imminenti elezioni politiche. Un discorso che è piaciuto molto a Monti, Bersani e Berlusconi; e che ha deluso invece Lega e Italia dei Valori. Si sono insomma ricreati per l’occasione i difficili equilibri politici che hanno accompagnato un anno di governo tecnico. Napolitano naturalmente si augura che non sia stata solo una parentesi dal punto di vista della coesione, necessaria per far ripartire l’economia e per lavorare assieme alle riforme istituzionali più urgenti. Ma il rischio, paventato dal Quirinale, è che la campagna elettorale si caratterizzi ancora una volta per una propaganda polemica e fine a se stessa, che finisce per allontanare ancora di più i cittadini dalla politica. E peraltro ci sono già avvisaglie in questo senso. Ad esempio, Berlusconi insiste da qualche giorno sull’idea di una commissione di inchiesta sulla nascita del governo tecnico, insinuando dubbi anche sul ruolo avuto dal presidente della Repubblica in quel passaggio politico. Tutto questo mentre Berlusconi non riesce a chiudere l’accordo con la Lega, che non accetta la sua ricandidatura a premier e che condivide solo l’attacco a Monti e alla sua nuova formazione politica. Formazione che peraltro non piace neppure al Pd. Il segretario Bersani, candidato premier del centrosinistra, ha ormai lanciato la sfida al Professore, chiedendogli di fare chiarezza sulla sua collocazione. A tutti Monti risponde: il nostro non è un partito di centro ma un movimento civico popolare e riformista, che si contrappone alle forze conservatrici. E nel suo discorso di ieri sera Napolitano ha provato a chiudere le polemiche: il senatore Monti - ha detto il capo dello Stato - ha compiuto una libera scelta di iniziativa programmatica e di impegno politico.

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    L'intensa esperienza dei 5 mila giovani ortodossi, cattolici e protestanti, a Roma per l'incontro di preghiera di Taizé

    ◊   Si avvia alla conclusione l’incontro europeo di giovani organizzato a Roma dalla comunità ecumenica di Taizé dal 28 dicembre al 2 gennaio 2013. L'arrivo nella capitale, l'incontro con il Papa, i momenti di preghiera e la visita ai luoghi sacri hanno svelto ai 4500 partecipanti, il volto e il cuore della cristianità. Nelle parole di frère John, il senso di questa nuova tappa del “pellegrinaggio di fiducia sulla terra” cominciato 35 anni fa. L’intervista è di Emanuela Campanile.

    R. – Quando i giovani hanno cominciato a venire da noi a Taizé, frere Roger, il nostro fondatore, non voleva che questa fosse solo una bella esperienza, un evento, ma che trovasse una continuità. Quindi, è questo lo scopo: creare questa fiducia in Dio che ci permette di vivere la fiducia tra di noi, di essere testimoni di un mondo migliore e di essere corresponsabili della Chiesa; aiutare i giovani a vivere una fede matura e a riunirsi al di là di tutte le barriere presenti.

    D. – Nel secondo giorno dell’incontro europeo, 45 mila giovani ortodossi, cattolici e protestanti si sono riuniti in Piazza San Pietro, per una preghiera comune con Papa Benedetto XVI. Il saluto di frere Alois al Santo Padre fa riferimento anche ai cristiani riconciliati, come testimoni di pace. Che cosa significa essere cristiano riconciliato?

    R. – Vuol dire non aspettare che ci sia il giorno di un’eventuale riunione delle Chiese, ma cominciare già dentro di sé, nel cuore, a riconciliarsi con gli altri. Questo vuol dire per i cristiani capire i doni delle altre tradizioni, metterle nella propria fede. E questo cerchiamo di vivere a Taizé. Penso che ognuno possa fare questo passo dentro di sé e questo prepara la Chiesa riconciliata di domani.

    D. – Il Papa, in risposta ovviamente a questo saluto di frere Alois, ha ricordato che è la quarta volta che la comunità di Taizé tiene un incontro europeo a Roma. Qual è il filo rosso di questi incontri romani di Taizé?

    R. – Penso la scoperta dei luoghi importanti della fede. Per esempio, io sono stato a tutti e quattro gli incontri a Roma. Nel primo incontro c’era stata la visita alle catacombe e in quel momento avevamo fatto passare tutti giovani nelle catacombe. Quest’anno non sarà possibile per tutti. Mi sembra, però, importante che ritrovino le radici della fede in Gesù Cristo, vissuta dai cristiani di Roma da duemila anni.

    D. – Io vorrei ricordare che la Comunità di Taizé non vuole organizzare un movimento di giovani attorno a se stessa. Spieghiamo bene. Cerca invece di accompagnare i ragazzi proprio nell’approfondimento della fede e magari stimolarli ad impegnarsi nella Chiesa e in particolare nelle proprie parrocchie, perché poi è lì che si fa più saporito il sale...

    R. – Esatto, questa è la nostra linea: aiutare i giovani ad essere fermento lì dove si trovano: nelle parrocchie, nelle chiese, nei gruppi e nei movimenti.

    D. – Molti dei ragazzi che sono venuti qua a Roma sono stati accolti da famiglie romane. Roma ha davvero aperto le proprie braccia?

    R. – E anche tanti nelle comunità religiose, che è una cosa specifica di Roma, essendoci tutte queste comunità di suore. Chi ha avuto la fortuna di stare nelle famiglie e nelle comunità ha ricevuto una bellissima accoglienza, perché i romani sono molto accoglienti, soprattutto quando vedono le persone. Prima, magari, c’è un po’ di diffidenza - “Che lingua possiamo parlare? Non ci capiremo” – ma una volta che vedono le persone, si rendono conto che è molto semplice e tutto diventa facile.

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    Il rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Enrico Dal Covolo, in viaggio presso le sedi in Medio Oriente

    ◊   Il rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Enrico Dal Covolo è in viaggio in Medio Oriente dove sta visitando le sedi collegate con la stessa Pontificia Università. Sono circa 50 gli atenei nel mondo collegati alla Lateranense. In questo momento mons. Dal Covolo si trova presso il Seminario missionario internazionale “Redemptoris Mater” della Domus Galilaeae, che sorge sul lago di Tiberiade. Debora Donnini l’ha intervistato:

    R. – Mi trovo alla Domus Galilaeae, ma prima, già dal 15 dicembre, sono stato in Libano perché a Beirut, presso l’Università La Sagesse noi abbiamo una facoltà di Diritto Canonico, che è aggregata, come Istituto Superiore di Studi Giuridici, al nostro Institutum Utriusque Iuris dell’Università Lateranense. Da lì, poi, sono passato attraverso la Giordania e ho avuto modo così di conoscere meglio un’università, che è ancora in fondazione, diretta dal Patriarcato latino di Gerusalemme, con la quale forse faremo un domani una convenzione e, comunque, sono venuto ai due centri che sono affiliati alla nostra facoltà di Teologia e che si trovano l’uno nei territori palestinesi e l’altro in Israele. Di per sé, dunque, si tratta di un’unica affiliazione alla facoltà di Teologia, ma il Seminario patriarcale latino di Gerusalemme, a Beit Jala, ha ora una sede dislocata. Questa sede dislocata è il Seminario missionario Redemptoris Mater della Domus Galilaeae.

    D. – Questi due centri in Medio Oriente affiliati con la Lateranense oltre ad offrire, appunto, una formazione accademica hanno anche un ruolo, un’importanza nella costruzione della pace?

    R. – Certamente, c’è questo forte impegno ed io devo dire che in questi centri accademici che sto visitando ho colto soprattutto tanta volontà di ricostruzione e di pace. Anche la preparazione accademica stessa non è vista in modo asettico. Tutto è orientato a preparare persone capaci di inserirsi vitalmente e positivamente nell’ambiente sociale e politico, per poter portare la pace, la giustizia, i valori autentici.

    D. – A livello accademico, secondo lei, qual è la chiave e l’impronta fondamentale, oggi come oggi, da dare alla Pontificia Università Lateranense e alle sedi affiliate?

    R. – Io credo che la vera sfida sia quella di salvare l’idea autentica di Università. In Europa, noi rischiamo, infatti, con la cultura imperante, di lasciare che l’Università venga messa al carro del sistema delle potenze tecnologiche, mentre l’Università, per sua natura, deve essere una forza critica propositiva di valori anche alternativi, rispetto al sistema vigente. Ora, l’idea autentica di Università è essenziale, per poter portare avanti una cultura autenticamente umanistica, quell’idea di Università, di cui ha parlato Newman, di cui continua a parlare il nostro Papa Benedetto XVI, cioè un’Università che sia luogo del sapere universale. Ma questo non tanto perché in essa ci sono tutte le facoltà possibili e immaginabili, quanto piuttosto perché si tratta di un ambiente accademico realmente aperto alla sintesi filosofico-teologica, attento alle domande fondamentali dell’uomo: chi sono io, perché sono al mondo, che senso ha la vita, c’è un Dio e se questo Dio c’è e si prende cura di noi. Ecco, le domande caratteristiche di una sintesi maturata a livello filosofico-teologico. Questi interrogativi non possono essere emarginati dall’ambiente accademico, anzi, devono essere il punto di sintesi e di collegamento tra le varie discipline.

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    I cattolici e gli sviluppi politico-sociali in Italia: intervista con Franco Miano, presidente di Azione Cattolica

    ◊   La crisi non soffochi lo spirito. È l’auspicio di Franco Miano, il presidente di Azione Cattolica, che all’inizio del 2013 guarda all’Italia e ai suoi bisogni in campo sociale, ma anche al ruolo che i cattolici potranno giocare in una stagione che si annuncia sotto il profilo del cambiamento per il Paese. Un ruolo che, sottolinea nell’intervista di Federico Piana, deve basarsi su profonde convinzioni di fede:

    R. - Credo che a noi cattolici spetti un compito fondamentale: far sì che la crisi economica, il momento difficile che attraversiamo come Paese - tenendo conto delle difficoltà che riguardano non solo il nostro Paese - non si trasformi in un momento problematico anche dal punto di vista spirituale più di quanto non lo sia già, ma anzi, al contrario, si possano ritrovare le energie migliori dal punto di vista spirituale proprio per ripartire a tutti i livelli, perché alla crisi economica rischia sempre più di aggiungersi una crisi spirituale veramente problematica. I cattolici devono dare il senso della speranza, e la speranza non è una parola vuota, ma è una parola piena di vita.

    D. - Tutto deve partire da dentro noi stessi. Possiamo dire che la rivoluzione bisogna farla all’interno del nostro cuore?

    R. – Sicuramente, possiamo dire così. Questo credo sia un grande principio fondamentale per questo nuovo anno e non solo. D’altra parte, penso alle tante parole del Papa, in cui ci richiama al pensiero di Sant’Agostino, alla necessità di ritrovare la verità in sé stessi, quella verità che è fuori di noi che però dobbiamo riscoprire in noi, ed è la forza che ci conduce, che porta avanti la nostra vita stessa.

    D. - E dal punto di vista sociale, che cosa si aspetta da questo nuovo anno? Quali sono le cose che lei metterebbe in agenda?

    R. - Io metterei in agenda prima di tutto due parole fondamentali, che sono fondamentali sia per la Dottrina sociale della Chiesa e sia per vita cristiana: la famiglia e il lavoro, perché credo che siano due riferimenti importanti per ogni impegno di carattere sociale, economico, politico. Prima di tutto c’è la necessità di una piena valorizzazione della famiglia in tutti i sensi: politiche per la famiglia, ma anche nel senso di una cultura che sappia valorizzare il contributo delle famiglie, che tra l’altro nel nostro Paese, hanno contribuito a “tenere” in questo momento difficile. Credo che ci siano ancora tanti passi da fare per sostenere la vita famiglie, sia in senso economico, politico e sociale, ma anche nel senso della vicinanza da famiglia a famiglia, della capacità di far crescere una cultura della solidarietà tra le famiglie. E poi il grande tema del lavoro, che richiama alla possibilità da offrire ad ognuno di una la realizzazione piena della propria vita. Noi non possiamo dimenticare questo. Il lavoro è manifestazione della vita, è il modo di esprimere sé stessi. Non possiamo rinunciare a tutto questo, e non possiamo - tra l’altro - non cogliere il nesso che c’è tra lavoro, mancanza di lavoro e fatica che fanno le famiglie stesse ad andare avanti, oppure i giovani a mettere su famiglia. Il tema del lavoro è un tema fondamentale dal punto di vista della dignità della persona.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Stati Uniti, raggiunto l'accordo sul fiscal cliff: sì del Senato, a breve voto alla Camera

    ◊   Negli Stati Uniti, il partito repubblicano e quello democratico hanno trovato l’accordo per evitare il cosiddetto ‘fiscal cliff’, il "baratro fiscale" che avrebbe portato a un innalzamento delle tasse e a pesanti tagli di spesa. L’accordo, che è già stato approvato dal Senato a larga maggioranza, lascia invariate le tasse per il ceto medio, e le aumenta per i redditi più alti, anche se in misura minore di quanto proposto dai Democratici. I tagli più pesanti sulle spese statali vengono inoltre rinviati di due mesi, permettendo ulteriori negoziati tra i due partiti, divisi sul tema. Per diventare legge la misura dovrà essere approvata anche dalla Camera dei rappresentanti, che a differenza del Senato, è a maggioranza repubblicana, e poi controfirmata dal presidente. “Né i Repubblicani né i Democratici – ha commentato lo stesso Obama – hanno avuto tutto ciò che volevano, ma questo accordo è la cosa giusta da fare per il Paese”. “La Camera – ha concluso il presidente – dovrebbe approvarlo al più presto”. A parere di molti osservatori, un voto favorevole potrebbe arrivare al più tardi mercoledì. (D. M.)

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    Vietnam: 14 cattolici, accusati di “sovversione”, rischiano la pena di morte

    ◊   In Vietnam 14 cattolici, attivisti per i diritti umani, rischiano la pena di morte per aver denunciato su internet la corruzione nel governo. L’accusa è di aver violato l'art.79 del codice penale vietnamita riguardante “attività che mirano a sovvertire il potere del popolo”. Saranno giudicati il prossimo 6 gennaio. Secondo cattolici locali, contattati dall’Agenzia AsiaNews, il processo è “vergognoso” perché tradisce il rispetto dei diritti umani. L’organizzazione umanitaria Human Rights Watch denuncia che nel 2012 in Vietnam sono stati condannati almeno 40 blogger, dissidenti e attivisti. Fra di loro, almeno 18 sono stati accusati di "condurre propaganda contro lo Stato", contravvenendo all'art.88 del codice penale. Ieri, nella chiesa del Redentore a Saigon, si è tenuta una Messa per la giustizia e la pace, con speciali preghiere per tutti i blogger arrestati. (A.L.)

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    Onu: 2013 Anno internazionale del cereale quinoa e della cooperazione nel settore idrico

    ◊   Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2013 “Anno internazionale della quinoa”, una pianta originaria delle Ande, che costituisce uno degli alimenti base della dieta locale. Secondo l’Onu la quinoa potrebbe contribuire, più di altri alimenti, a garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e lo sradicamento della povertà nel pianeta. Questa pianta erbacea, della stessa famiglia degli spinaci o della barbabietola, presenta alti livelli di proteine e componenti micronutrienti. Possiede inoltre una straordinaria capacità di adattamento a climi differenti. È un alimento particolarmente dotato di proprietà nutritive, contiene fibre e minerali, come fosforo, magnesio, ferro e zinco, ed è anche un’ottima fonte di proteine vegetali. La Quinoa – ha ricordato Jose Graziano da Silva, direttore generale della Fao - può essere coltivata a 4000 metri di altitudine, resiste anche a bassissime temperature ed è il cereale che ha meno bisogno di acqua per essere coltivato. Il 2013 è stato proclamato dall’Onu anche “Anno internazionale della cooperazione nel settore idrico” per ribadire l’importanza cruciale di questa risorsa nei processi di sviluppo sostenibile, inclusa l’integrità dell’ambiente e l’eliminazione della povertà e della fame. L’acqua è inoltre indispensabile per la salute e il benessere delle persone ed è elemento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio. L’obiettivo è di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi legati alle risorse idriche e sulle sue possibili soluzioni, in modo da sviluppare un ambiente favorevole alla nascita di nuove idee, al fine di trovare il modo più efficace di raggiungere gli obiettivi concordati a livello internazionale. (A.L.)

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    In Centrafrica salta l'accordo e i ribelli sono ormai vicini alla capitale

    ◊   C’è preoccupazione nella diplomazia statunitense per la situazione in Repubblica Centrafricana. Ieri sera il Dipartimento di Stato ha emesso un comunicato in cui, citando il “deterioramento della sicurezza”, chiede ai ribelli della coalizione Seleka di “cessare tutte le ostilità e gli spostamenti verso la capitale”, Bangui. Il documento invita anche gli insorti a “garantire la sicurezza della popolazione civile” e il governo a rispettare i diritti umani nella regione. Gli Stati Uniti – si legge nel comunicato – sono preoccupati “per le centinaia di arresti e sparizioni in corso”. Lunedì la coalizione Seleka aveva rifiutato l’offerta del presidente in carica Bozizé di costituire un governo d’unità nazionale, proprio denunciando violenze contro i suoi sostenitori nei territori ancora sotto il controllo del governo. Da parte sua il presidente Bozizé ha ribadito che non si presenterà alle prossime elezioni, nel 2016, e ha chiesto ai ribelli, ormai ad appena 75 chilometri dalla capitale, di permettergli di concludere il mandato pacificamente. (D. M.)

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    Il leader della Corea del Nord invita alla fine delle ostilità con la Corea del Sud

    ◊   Il leader nordcoreano, Kim Jong-Un, in un discorso trasmesso dai media statali ha fatto appello alla fine delle ostilità con la Corea del Sud. “Un punto importante per mettere fine alla divisione del Paese e giungere a una riunificazione è la fine dello scontro tra Nord e Sud”, ha dichiarato Kim. La storia passata delle relazioni inter-coreane, proseguiva il discorso “mostra che lo scontro tra compatrioti porta solo alla guerra”. Non è frequente che il leader nord-coreano, succeduto a suo padre Kim Jong-Il dopo la morte di quest’ultimo nel 2011, rivolga discorsi alla nazione. Secondo alcuni osservatori di Seoul, tuttavia, questa mossa potrebbe anche non significare un vero cambiamento di linea nei confronti delle autorità sud-coreane, ma semplicemente rappresentare il primo passo verso una richiesta di aiuto umanitario nei confronti di Pyongyang. Formalmente i due Paesi sono ancora in guerra: non è mai stato firmato un trattato di pace dopo la guerra combattuta tra il 1950 e il 1953. (D. M.)

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    Malawi: confermata la decisione di svalutare la moneta nazionale

    ◊   I cittadini del Malawi devono essere “pazienti”, nonostante la situazione economica e sociale resti difficile: lo ha chiesto la presidente Joyce Banda, rispondendo ieri in diretta radiofonica alle domande degli ascoltatori dopo l’annuncio di una giornata di mobilitazione nazionale contro il carovita. Dai microfoni dell’emittente privata “Zodiak Broadcasting Service” il capo di Stato ha sottolineato che non tornerà indietro sulla svalutazione della moneta nazionale. “Non fermerò la fluttuazione del kwacha” ha detto Banda, in riferimento a una misura voluta dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale che ha finito per alimentare l’inflazione, colpendo milioni di poveri. Banda – ricorda l’agenzia Misna - è divenuta presidente nell’aprile scorso, dopo l’improvvisa scomparsa del suo predecessore Bingu wa Mutharika. Nei giorni scorsi, l’Associazione dei consumatori del Malawi ha annunciato che cortei contro il carovita si terranno il 17 gennaio in diverse città. (A.L.)

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    In Cina approvata una legge che obbliga a far visita ai parenti anziani

    ◊   In Cina approvata una legge che impone ai familiari di far visita regolare ai parenti più anziani: è quanto si legge sul sito web del governo di Pechino. La legge, approvata dal Congresso del Popolo, fa parte di un pacchetto di emendamenti alla legislazione per la tutela dei diritti e gli interessi delle persone anziane, ed entrerà in vigore il primo luglio 2013. "I componenti delle famiglie che vivono lontano dagli anziani dovranno visitarli spesso" e "i datori di lavoro dovranno garantire il permesso". La legge – ricorda Avvenire - non specifica però quali siano le eventuali sanzioni per gli inadempienti. Il pacchetto normativo riflette il crescente problema della Cina, alle prese con una popolazione sempre più anziana dopo tre decenni di politica del 'figlio unico'. Alla fine del 2011 in Cina vi erano più di 184 milioni di persone sopra i 60 anni di età, circa il 13,7 per cento della popolazione. Secondo l'Onu, entro il 2050 circa il 30 per cento dei cinesi sarà oltre i 60 anni (contro il 20% della media mondiale e il 10 per cento della Cina nel 2000). (A.L.)

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    In Costa d'Avorio, 60 morti per la calca nei festeggiamenti del Capodanno

    ◊   Almeno 60 persone sono morte ad Abidjan, principale città della Costa d’Avorio, nella calca provocata dai festeggiamenti per il nuovo anno. I feriti, secondo fonti locali, sarebbero almeno 200. Non sono state diffuse altre informazioni sulla dinamica dell’incidente, che è avvenuto nei pressi dello stadio cittadino, dove una folla si era radunata per assistere ad uno spettacolo di fuochi d'artificio. I soccorritori e le forze dell’ordine si trovano ancora sul posto. (D.M.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 1

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.