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Sommario del 22/09/2012
Benedetto XVI: serve etica in politica, giudizio severo per chi non la rispetta
◊ Benedetto XVI ha ricevuto stamani a Castel Gandolfo i partecipanti all’Incontro dell’Internazionale Democratico Cristiana. Nel suo intervento, il Papa ha ribadito che i politici, specie se animati dalla fede, devono impegnarsi per la difesa della vita e della famiglia. Quindi, ha sottolineato la necessità di una ricerca di un "solido fondamento etico" nell'"impegno politico e civile”. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dall’on. Pier Ferdinando Casini. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Nell’impegno civile e politico serve la “ricerca di un solido fondamento etico”: è l’esortazione del Papa nel discorso rivolto all’Internazionale Democratico Cristiana. Un intervento incentrato sulle responsabilità dei politici, specie di quanti "animati dalla fede", a servire il bene comune:
“Utilmente risuona in questo senso il monito del libro della Sapienza, secondo cui ‘il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto’ (Sap 6,5); monito dato però non per spaventare, ma per spronare e incoraggiare i governanti, ad ogni livello, a realizzare tutte le possibilità di bene di cui sono capaci, secondo la misura e la missione che il Signore affida a ciascuno”.
L’assenza dell’etica, specie in campo economico, ha aggiunto, “ha contribuito a creare l’attuale crisi finanziaria globale”. Di qui l’urgenza di una politica che guardi “ai bisogni più fondamentali e profondi della persona” non ascoltando le molte e rumorose “offerte di risposte sbrigative, superficiali e di breve respiro”:
“Il contributo politico ed istituzionale di cui voi siete portatori non potrà quindi limitarsi a rispondere alle urgenze di una logica di mercato, ma dovrà continuare ad assumere come centrale ed imprescindibile la ricerca del bene comune, rettamente inteso, come pure la promozione e la tutela della inalienabile dignità della persona umana”.
Il Papa non ha poi mancato di indicare i valori sui quali è particolarmente chiamato ad impegnarsi un politico cristiano:
“Il rispetto della vita in tutte le sue fasi, dal concepimento fino al suo esito naturale - con conseguente rifiuto dell’aborto procurato, dell’eutanasia e di ogni pratica eugenetica - è un impegno che si intreccia infatti con quello del rispetto del matrimonio, come unione indissolubile tra un uomo e una donna e come fondamento a sua volta della comunità di vita familiare”.
Quindi, si è soffermato sulla centralità della famiglia, “radice che alimenta non solo la singola persona, ma anche le stesse basi della convivenza sociale” e che rappresenta “il principale e più incisivo luogo educativo della persona”:
“Un autentico progresso della società umana non potrà dunque prescindere da politiche di tutela e promozione del matrimonio e della comunità che ne deriva, politiche che spetterà non solo agli Stati ma alla stessa Comunità internazionale adottare, al fine di invertire la tendenza di un crescente isolamento dell’individuo, fonte di sofferenza e di inaridimento sia per il singolo sia per la stessa comunità”.
L’impegno dei cristiani nella società, è stato infine l’incoraggiamento del Papa, non cessi “di essere vivace fermento per un miglioramento delle relazioni umane e delle condizioni di vita”:
“Questo impegno non deve conoscere flessioni o ripiegamenti, ma al contrario va profuso con rinnovata vitalità, in considerazione del persistere e, per alcuni versi, dell’aggravarsi delle problematiche che abbiamo dinanzi”.
◊ Nonostante la crisi e i sacrifici di tante famiglie “assistiamo al persistere di privilegi di corporazioni, a scandali ed abusi di denaro pubblico che sono intollerabili”: è quanto afferma, in un'intervista al settimanale della diocesi di Roma, il cardinale Agostino Vallini. “Se non c'è una ripresa di senso morale individuale e collettivo in termini di giustizia e di solidarietà sociale – sottolinea il vicario del Papa per la diocesi di Roma - le leggi non bastano o non sono equilibrate''. Il porporato invoca inoltre una distribuzione più equa dei sacrifici con il sostegno del potere legislativo. Sugli scandali che stanno attraversando la politica Sergio Centofanti ha intervistato padre Michele Simone, vicedirettore della rivista dei Gesuiti “La Civiltà Cattolica”:
R. – Tutti noi vediamo come aumenta il discredito nei confronti dei partiti. Questo sarà un elemento che peserà, stando agli osservatori, nelle prossime non lontane elezioni. Nel dibattito attuale, si tiene scarso conto da parte dei partiti di questa realtà: o si vogliono chiudere gli occhi di fronte ad una realtà pesante che li condiziona, oppure ci si affida al passato, a modi ormai superati di fare politica e di favorire la partecipazione.
D. – In questo contesto, risalta ancora di più il distacco tra una certa politica e i cittadini, vista l’attuale crisi economica, con tante famiglie che non riescono a sbarcare il lunario …
R. – Sì, perché, come dicevo prima circa l’anti-politica - gli elementi influenti, oltre al discredito oggettivo prodotto da questo atteggiamento e comportamento di alcuni uomini politici - tutto questo porta anche all’astensionismo dalle urne o al votare scheda bianca o a dare un voto di protesta ai partiti situati all’estremità dello schieramento. E’ un momento difficile, perché l’elemento molto negativo è, oltre il discredito nei confronti dei partiti, anche l’incapacità dei partiti di reagire in maniera significativamente incisiva.
D. – La Chiesa, da parte sua, continua ad esortare i cristiani a partecipare alla vita politica. Ma il cittadino si sente sempre più inerme di fronte a certi atteggiamenti della politica …
R. – Sì, questo è vero. I cattolici vengono esortati ad informarsi di ciò che accade e a non mettere da parte tutto il resto.
D. – Quale il ruolo dei cattolici che lei vede nella politica italiana attuale?
R. – Ma – come io ho detto anche in altra sede – sarebbe opportuno che i cattolici impegnati direttamente in politica rimanessero nei partiti dei quali fanno parte, animandoli dall’interno, collegandosi con altri cattolici che condividono l’ispirazione della fede cattolica, dimostrando la diversità dei cattolici rispetto alla maggioranza della politica.
D. – Oggi il Papa, in un discorso all’Internazionale democristiana, cita il monito del Libro della Sapienza, secondo cui “il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto”, monito dato però – ha sottolineato - non per spaventare ma per spronare ed incoraggiare i governanti ad ogni livello …
R. – Questo è molto comprensibile perché la reazione da parte dei partiti, della maggioranza dei partiti, è scarsa, poco influente e non tiene conto di una necessaria partecipazione dei cittadini. E’ praticamente l’evoluzione del relativismo e del soggettivismo che quindi tiene scarsamente conto della dimensione comunitaria, anche della politica.
D. – Cosa ci vorrebbe per dare uno scrollone alla politica italiana?
R. – Uno scrollone verrà dalle elezioni dell’anno prossimo: questo è indubitabile. Perché, come dicono tutti i sondaggi, l’incidenza dell’anti-politica sarà significativa. I partiti per ora sembrano non tenerne conto, mentre sarà un elemento che influirà parecchio.
D. – E lei che speranze ha?
R. – Che ci sia un rinnovamento della classe politica e del comportamento della classe politica. Quindi, non soltanto un cambiamento di soggetti, ma un procedere diverso, più favorevole alla comunità degli elettori.
◊ Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, un altro gruppo di presuli della Conferenza Episcopale di Francia, in visita “ad Limina”.
Il Papa ha nominato membro della Congregazione per i Vescovi l’Em.mo Card. George Pell, Arcivescovo di Sydney.
Benedetto XVI ha nominato Decano del Tribunale della Rota Romana il Rev.mo Mons. Pio Vito Pinto, Prelato Uditore del medesimo Tribunale.
Il Santo Padre ha nominato l’Em.mo Card. Carlos Amigo Vallejo, O.F.M., Arcivescovo emerito di Sevilla, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni conclusive del V centenario dell’arrivo a Puerto Rico del primo Vescovo, Don Alonso Manso, previste nella città di San Juan (Porto Rico) il 19 novembre 2012.
In vista della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo in Vaticano dal 7 al 28 ottobre 2012 sul tema La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, a norma di quanto previsto nell’Ordo Synodi Episcoporum, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, con l’approvazione del Sommo Pontefice, ha nominato i seguenti Adiutores Secretarii Specialis (o Esperti):
Rev.da Suora Beatriz ACOSTA MESA, O.D.N. (Colombia), Superiora Generale dell'Ordine della Compagnia di Maria Nostra Signora.
Prof. Mauro AGOSTO, Docente di Lingua Latina presso la Pontificia Università Lateranense di Roma.
Rev.do P. Anthony Alaba AKINWALE, O.P., Rettore del "Dominican Institute" di Ibadan (Nigeria).
Rev.do Luiz ALVES DE LIMA, S.D.B., Membro della Direzione della Società di Catecheti Latinoamericani (Brasile).
Rev.do Antonio ARANDA LOMEÑA, Professore Ordinario di Teologia Dogmatica presso l'Università di Navarra (Spagna).
Rev.do P. George AUGUSTIN, S.A.C., Professore di Teologia Fondamentale e Dogmatica presso la "Philosophisch-Theologischen Hochschule Vallendar"(Rep. Federale di Germania).
Rev.do P. Paul BÉRÉ, S.I., Professore di Antico Testamento e di Lingue Bibliche presso l’Università Cattolica dell'Africa Occidentale (Burkina Faso).
Fr. Enzo BIANCHI, Priore della Comunità Monastica di Bose (Italia).
Fr. Enzo BIEMMI, F.S.F., Presidente dell’Equipe europea dei catecheti (Italia).
Rev.do Don Luca BRESSAN, Vicario Episcopale dell’Arcidiocesi Milano.
Rev.da Suora Sara BUTLER, M.S.B.T., Professore nella Facoltà Ecclesiastica dell'Università "St. Mary of the Lake", Mundelein; (Stati Uniti d'America) Membro della Commissione Teologica Internazionale.
Sig.ra Jessica Joy CANDELARIO, Coordinatrice della Pastorale giovanile, "Bukal ng Tipan Pastoral Centre" (Filippine).
Prof.ssa Anna Kai-Yung CHAN, Professore presso "Holy Spirit Seminary College of Theology and Philosophy", Hong Kong (Cina).
Rev.da Suora Luisa CIUPA, S.A.M.I., Vicepresidente della Commissione per la catechesi della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.
Rev.do Eamonn CONWAY, Capo del Dipartimento di Teologia e Studi Religiosi del "Mary Immaculate College" presso l’Università di Limerick (Irlanda).
Rev.do Jeremy DRISCOLL, O.S.B. (Stati Uniti d'America), Docente della Facoltà di Teologia presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e Professore di Liturgia presso il "Mount Angel Seminary, St Benedict", Oregon.
Dott.ssa Caroline FAREY, Docente presso il "Maryvale Institute", Birmingham (Gran Bretagna).
Rev.do P. Juan Javier FLORES ARCAS, O.S.B. (Spagna), Rettore Magnifico del Pontificio Ateneo S. Anselmo.
Rev.da Suora Gill GOULDING, C.J., Professore Associato di Teologia Sistematica e Spiritualità presso l'Università "Regis College" di Toronto (Canada).
Rev.do Mons. Rafiq Hanna KHOURY, Professore di Liturgia presso il Seminario Maggiore di Beit Jala (Territori Palestinesi).
Rev.da Suora Anna Emmanuela KLICH, O.S.U., Direttore dell'Istituto Intercongregazionale di Catechesi in Cracovia (Polonia).
Rev.do Jaime Alberto MANCERA CASAS, Vicario Episcopale per la Pastorale dell'Arcidiocesi di Bogotá (Colombia).
Rev.do Mons. Ermenegildo MANICARDI, Rettore dell'Almo Collegio Capranica; Professore presso il Pontificio Istituto Biblico (Italia).
Rev.do Thomas MANJALY, Professore di Sacra Scrittura presso l'"Oriens Theological College" e presso l'"Inter-Diocesan Theologate for North East of India in Shillong" (India).
Dott. Ralph MARTIN, Direttore dei "Graduate Theological Programs in the New Evangelization" presso il "Sacred Heart Seminary" di Detroit (Stati Uniti d'America).
Rev.do P. Paolo MARTINELLI, O.F.M. Cap., Preside dell'Istituto Francescano di Spiritualità presso la Pontificia Università "Antonianum" di Roma; Professore di Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Rev.do Krzysztof MIELNICKI, Direttore dell'Ufficio per la Catechesi della Diocesi di Drohiczyn (Polonia).
Rev.da Suora Paula Jean MILLER, F.S.E., Professore presso il Dipartimento di Teologia della "University of St. Thomas" di Huston (Stati Uniti d'America).
Rev.do Joseph-Marie NDI-OKALLA, Vice Rettore dell'"Université Catholique d'Afrique Centrale" di Yaoundé (Camerun).
Rev.do Godfrey Igwebuike ONAH (Nigeria), Vice Rettore della Pontificia Università Urbaniana di Roma.
Prof. Rodolfo PAPA, Docente di Storia dell'Arte ed Estetica presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma.
Rev.do Cleto PAVANETTO, S.D.B., Professore emerito della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche presso la Pontificia Università Salesiana di Roma.
Dott. Edward PETERS, Professore di Diritto Canonico nella "Edmund Cardinal Szoka Chair" presso il "Sacred Heart Major Seminary" di Detroit (Stati Uniti d'America).
Rev.do Salvador PIÉ-NINOT (Spagna), Professore di Teologia Fondamentale ed Ecclesiologia presso la "Facultat de Teologia de Catalunya"; Professore di Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Rev.do Mons. Antonio PITTA, Professore presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense di Roma.
Rev.da Suora Enrica ROSANNA, F.M.A, già Sotto-Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (Italia).
Rev.do P. Marko Ivan RUPNIK, S.I. (Slovenia), Direttore del Centro Studi e Ricerche "Ezio Aletti" in Roma.
Rev.do P. Samir Khalil SAMIR, S.I., Professore di Teologia arabo-cristiana presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma; Professore di Storia della cultura araba e di islamologia presso l'Università "St. Joseph de Beyrouth" (Libano).
Rev.do Kinkupu Léonard SANTEDI, Professore presso l'Università Cattolica del Congo, Presidente della "Fondazione Evangelii nuntiandi" in Africa; Membro della Commissione Teologica Internazionale (Rep. Democratica del Congo).
Rev.do Mons. Pierangelo SEQUERI, Preside della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale; Membro della Commissione Teologica Internazionale (Italia)
Prof. Thomas SÖDING, Professore di Teologia Biblica presso l'Università "Bergische" di Wuppertal (Rep. Federale di Germania).
Rev.do P. Virginio SPICACCI, S.I., Impegnato nella pastorale dell'evangelizzazione nell'Arcidiocesi di Napoli (Italia).
Rev.do P. Mihály SZENTMÁRTONI, S.I. (Serbia), Preside dell'Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Rev.do Giuseppe TANZELLA-NITTI, Ordinario di Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma.
Dott. Petroc WILLEY, Decano del "Graduate Research" presso il "Maryvale Institute" di Birmingham (Gran Bretagna).
Inoltre, il medesimo Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, con l’approvazione del Santo Padre, ha nominato per la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi i seguenti Auditores (o Uditori):
Sig. Emile AMIN HENEIN, Direttore di "Truth", Centro di studi politici e strategici di Il Cairo (Egitto).
Dott.ssa Chiara AMIRANTE (Italia), Fondatrice e Presidente della Comunità Nuovi Orizzonti.
Prof. Carl Albert ANDERSON (Stati Uniti d'America), Cavaliere Supremo dell'Ordine dei Cavalieri di Colombo.
Rev.do P. Camilo BERNAL HADAD, C.I.M. (Colombia), Superiore Generale della Congregazione di Gesù e Maria (Eudisti).
Rev.da Suora Maria Antonieta BRUSCATO, F.S.P. (Brasile), Superiora Generale della Pia Società delle Figlie di San Paolo.
Prof. Guzmán CARRIQUIRY (Uruguay), Segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina.
Dott. José María Simón CASTELLVÍ (Spagna), Presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche - F.I.A.M.C.
Rev.da Suora Rekha (Mary Joseph) CHENNATTU, R.A., Professore di Nuovo Testamento presso il Pontificio Istituto di Filosofia e Religione in Pune (India).
Rev.do Renato DE GUZMAN, S.D.B., Assistente Principale per la Pastorale della "Grade School and High School Departments, Don Bosco Technical Institute" di Makati City (Filippine).
Dott.ssa Florence DE LEYRITZ, Membro dell'Associazione Alpha France (Francia).
Dott. Marc DE LEYRITZ, Presidente dell'Associazione Alpha France (Francia).
Rev.do Ari Luis DO VALLE RIBEIRO, Docente al Seminario della Diocesi di Santo Amaro, Coordinatore Diocesano della Catechesi (Brasile).
Sig. Mikhail FATEEV, Direttore di produzione presso il canale televisivo "United Television" a San Pietroburgo (Federazione Russa).
Rev.da Suora Inmaculada FUKASAWA, A.C.I. (Giappone), Superiora Generale delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù.
Rev.do Mons. Enrique GLENNIE GRAUE, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di México (Messico).
Sig. Francisco José GÓMEZ ARGÜELLO WIRTZ (Spagna), Co-Fondatore del Cammino Neocatecumenale.
Rev.do Jesús HIGUERAS ESTEBAN, Parroco di Santa Maria de Caná, Madrid (Spagna).
Prof. Marco IMPAGLIAZZO (Italia), Presidente della Comunità di Sant'Egidio.
Sig.ra Lydia JIMÉNEZ GONZÁLEZ (Spagna), Direttrice Generale dell'Istituto Secolare "Cruzadas de Santa María".
Dott.ssa Ernestine Sikujua KINYABUUMA, Docente all'Istituto Universitario Maria Malkia di Lubumbashi, Membro del Movimento dei Focolari (Rep. Democratica del Congo).
Dott. Joakim KIPYEGO KOECH, Responsabile di Comunione e Liberazione in Kenya.
Rev.do Zoltán KUNSZABÓ, Diacono permanente dell'Arcidiocesi di Esztergom-Budapest (Ungheria).
Dott.ssa Ewa KUSZ (Polonia), già Presidente della Conferenza Mondiale degli Istituti Secolari - C.M.I.S.
Sig.ra Chantal LE RICQUE, laica dell'Arcidiocesi di Parigi (Francia).
Rev.do P. Vinko MAMIĆ, O.C.D., Presidente dell'Unione dei Superiori e delle Superiore Maggiori in Croazia.
Dott. Curtis A. MARTIN, Fondatore e Presidente del "Fellowship of Catholic University Students - FOCUS" (Stati Uniti d'America).
Dott. Salvatore MARTINEZ, Presidente per l'Italia del Rinnovamento nello Spirito Santo.
Rev.da Suora Nzenzili Lucie MBOMA, F.M.M. (Rep. Democratica del Congo), Direttore Esecutivo del Servizio di Documentazione e Studi sulla Missione - S.E.D.O.S.
Sig.ra Marylee J. MEEHAN (Stati Uniti d'America), Presidente del Comitato Internazionale Cattolico delle Infermiere e delle Assistenti Medico-Sociali - C.I.C.I.A.M.S.
Sig. Franco MIANO, Presidente dell'Azione Cattolica Italiana.
Sig.ra Gisèle MUCHATI, Responsabile regionale del Movimento "Famiglie Nuove" (Siria).
Dott. Peter MURPHY, Direttore esecutivo del Segretariato per l'Evangelizzazione e la Catechesi della Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti d'America.
Sig.ra Patricia Ngozi NWACHUKWU, K.S.M., Membro dei Cavalieri di San Mulumba (Nigeria).
Prof. Yong Suk Francis Xavier OH, Segretario Generale del "Catholic Lay Apostolate Council of Korea".
Rev.do Piergiorgio PERINI, Presidente dell'Organismo Internazionale di Servizio per le Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione (Italia).
Sig.ra Rita María PETRIRENA HERNÁNDEZ, Responsabile del Dipartimento di Coordinamento Pastorale della Conferenza Episcopale di Cuba.
Rev.da Suora Suzanne Louise PHILLIPS, F.M.M. (Australia), Superiora Generale delle Suore Francescane Missionarie di Maria.
Rev.da Suora Mary Prema PIERICK, M.C. (India), Superiora Generale delle Missionarie della Carità.
Prof. José PRADO FLORES, Fondatore e Direttore internazionale delle Scuole di Evangelizzazione Sant'Andrea (Messico).
Rev.da Suora Yvonne REUNGOAT, F.M.A. (Francia), Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiane di Don Bosco.
Fr. Alvaro Antonio RODRÍGUEZ ECHEVERRÍA, F.S.C. (Costa Rica), Superiore Generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Dott. Michel ROY (Francia), Segretario Generale di "Caritas Internationalis".
Dott. Raid SARGI, Presidente della Società di S. Vincenzo de Paoli in Damasco (Siria).
Sig. Tommaso SPINELLI, Catechista del gruppo degli adolescenti della Parrocchia di Santa Melania Juniore in Roma.
Sig. Manoj SUNNY, regista e giornalista, Membro fondatore del Movimento "Jesus Youth"; (India).
Fr. Emili TURÚ ROFES, F.M.S. (Spagna), Superiore Generale dei Fratelli Maristi delle Scuole (Piccoli Fratelli di Maria).
Rev.do P. Emmanuel TYPAMM, C.M. (Camerun), Segretario Generale della "Confédération des Conférences des Supérioeurs Majeurs d'Afrique et de Madagascar - CO.S.M.A.M.".
Dott.ssa Maria VOCE (Italia), Presidente del Movimento dei Focolari.
Rev.da Suora Mary Lou WIRTZ, F.C.J.M. (Stati Uniti d'America), Presidente dell'Unione Internazionale delle Superiore Generali - U.I.S.G.
Un sacerdote zelante che ha servito il Vangelo: così il Papa per le esequie di mons. Lanza
◊ Benedetto XVI ha espresso le sue condoglianze per la morte di mons. Sergio Lanza, Assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e docente della Pontificia Università Lateranense. In un telegramma, a firma del cardinale segretario di stato Bertone, e inviato a mons. Crociata segretario generale della Cei, che ha presieduto ieri pomeriggio i funerali del presule, il Papa ha ricordato mons. Lanza come uno zelante sacerdote che ha servito il Vangelo, in particolare nell’ambito degli studi e della formazione.
I giovani del Libano: raccogliamo già i frutti dell’incontro con il Papa
◊ Un evento indimenticabile che porta già i suoi frutti: una settimana fa, i giovani del Libano e del Medio Oriente vivevano la loro piccola Gmg con il Papa nel piazzale antistante il Patriarcato maronita di Bkerké, a Beirut. Per una testimonianza su quanto questo evento sia entrato nel cuore dei giovani libanesi, Alessandro Gisotti ha intervistato il coordinatore dell’incontro, padre Toufic Bou Hadir:
R. – Really I cannot describe the blessed...
Davvero non posso descrivere quanto sia stato benedetto quell’incontro. Tutti i giovani che hanno partecipato direttamente a Bkerké o attraverso i media sono stati contagiati dalla gioia e dalla speranza. Credono davvero di aver vissuto una nuova Pentecoste, una reale presenza dello Spirito Santo. E’ stato davvero un momento incredibile e toccante per noi e anche per il Papa. Siamo stati anche colpiti dal fatto che il Papa abbia partecipato con emozione a questo momento. Ha seguito con sollecitudine ogni dettaglio e nel suo volto abbiamo visto quanto sia stato felice.
D. – “E’ il momento per i musulmani e i cristiani – il Papa ha detto – di mettersi insieme e porre fine alla violenza e alla guerra”. Come i giovani libanesi possono affrontare questa sfida, dopo la visita del Papa?
R. – What was really impressive...
Quello che ha davvero impressionato è che la comunità musulmana, la delegazione dei giovani di tutte le comunità musulmane, abbia partecipato al raduno dei giovani di Bkerke, e anche alla cerimonia di benvenuto al Papa all’aeroporto di Beirut. Il Papa ha reso omaggio alla presenza musulmana all’incontro dei giovani. “Cristiani e musulmani possono vivere insieme senza odio”: quando il Papa ha pronunciato queste parole, alcuni giovani musulmani si sono alzati in piedi e hanno applaudito con emozione. Questa coesistenza è per noi ora davvero una sfida!
D. – Qual è il messaggio più importante, l’eredità spirituale che il Papa ha offerto ai giovani del Libano e del Medio Oriente?
R. – I think many messages…
Penso che ci siano molti messaggi nella visita del Papa. Questa visita è stato davvero un modo per portare la verità evangelica. Quando il Papa ha detto, echeggiando le parole del Beato Giovanni Paolo II, “Non abbiate paura: aprite le porte delle vostre menti e dei vostri cuori a Cristo” ci ha esortato a non farci prendere dalle frustrazioni del momento e a non cercare rifugio in mondi paralleli. In questo incontro abbiamo davvero ricevuto una promessa per la nostra gioventù!
Il Papa in Libano. Padre Lombardi: la missione del profeta disamato dà forza alla pace
◊ L’uomo che invita alla pace tra gente abituata alla guerra: è questo, in sintesi, il ritratto di Benedetto XVI emerso dal suo viaggio apostolico in Libano. A una settimana ormai dalla sua conclusione, il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, torna a riflettere sulle implicazioni della visita papale nel suo editoriale per “Octava dies”, il settimanale d’informazione del Centro Televisivo Vaticano:
Raramente il messaggio del Papa nel corso di un viaggio è stato compreso e accolto da ammirazione e consenso quasi unanime come in questa occasione. Le voci dissenzienti sono state assai poche. Giustamente. E’ stato un segno molto apprezzabile del senso di responsabilità dei comunicatori.
La missione del profeta disarmato che andava senza incertezze, decisamente, a parlare di pace in una regione e in un periodo di conflitti e proteste infuocate era un messaggio di forza e di evidenza non comune. Mentre tutto attorno si continua perlopiù a confidare soprattutto nel potere e nelle armi, e si alimenta l’odio senza tregua, le parole del dialogo e del rispetto vicendevole, l’invito alla riconciliazione, l’esortazione ai giovani di diversa fede religiosa a costruire insieme un futuro di pace sono risonati con limpida e affascinante verità, dalla bocca “di uno che parla con autorità” a differenza di altri meno credibili maestri. Particolarmente incoraggiante l’accoglienza dei capi religiosi musulmani del Libano, che hanno accolto con rispetto e disponibilità il messaggio di pace e di collaborazione fra cristiani e musulmani per la pace nella loro stessa terra, nel cuore del Medio Oriente.
Il rispetto sincero per le credenze dell’altro fonda quei pensieri, quelle parole e quei gesti di pace di cui ha ancora una volta parlato il Papa, e di cui vi è estremo bisogno da parte di tutti e in tutto il mondo, ormai villaggio globale, per non alimentare irresponsabilmente reazioni incontrollate e violente. Il Papa e la Chiesa cattolica fanno la loro parte per la pace nel mondo, anche chi ha strumenti di potere politico, militare o di comunicazione deve fare la sua parte in questo impegno cruciale per l’avvenire dell’umanità.
Il cardinale Amato beatifica Louis Brisson, prete santo dell'Ottocento francese
◊ La cattedrale francese di Troyes, località a 150 km da Parigi, ospita nel pomeriggio di oggi la cerimonia di Beatificazione di Louis Brisson, sacerdote fondatore degli Oblati e delle Oblate di San Francesco di Sales, scomparso ai primi del Novecento. A presiedere la celebrazione, Benedetto XVI ha inviato il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Le terre al di qua e al di là delle Alpi, in Francia e Italia, tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del Novecento sono fertili di santità. Tonache di preti che hanno a cuore la dignità delle masse di poveri percorrono campagne e città e si ingegnano nel creare strutture che allevino i bisogni delle famiglie di contadini e di operai. È ciò che sente di fare Louis Brisson, figlio di commercianti ma con nel cuore la seduzione per un altro tipo di ricchezza. Nel 1840, a 23 anni, è sacerdote, un anno prima di don Bosco e due anni prima della nascita di don Guanella. La loro vocazione è simile: innamorati di Cristo e con l’impellenza di portarne la carità fra i più miseri. Nominato cappellano al Monastero della Visitazione di Troyes, l’Abbé Brisson conosce da vicino la spiritualità di San Francesco di Sales. È questo per lui è decisivo, spiega il cardinale Angelo Amato, al microfono di Roberto Piermarini:
“Una prima caratteristica, quindi, è la familiarità con la figura e il pensiero di San Francesco di Sales. Una seconda caratteristica è il suo dinamismo apostolico, soprattutto nei confronti della gioventù. Fondò, ad esempio, diversi laboratori e ospizi per le giovani operaie, molto numerose a quel tempo nella città industriale di Troyes”.
L’Abbé Brisson non si ferma. Affida la direzione delle sue opere femminili a due ex-allieve della Visitazione, dando così inizio alle Oblate di San Francesco di Sales. E al Santo intitola anche la Congregazione maschile degli Oblati. Entrambe si sviluppano alla svelta, con scuole, pensionati, collegi, missioni ad gentes. Ma un’ombra si addensa sempre più minacciosa. Ai primi del Novecento la Francia vota la legge sulla separazione fra Chiesa e Stato. È l’inizio di una persecuzione fatta di espulsioni di sacerdoti e religiosi dai loro Istituti e di espropri a catena. Buona parte delle opere degli Oblati e delle Oblate vengono annientate. Ed è qui, spiega il cardinale Amato, che emergono le qualità della santità di padre Brisson:
“La fortezza e la perseveranza nel bene. In questi anni di afflizioni, rifulse la sua grande serenità di spirito e la sua sconfinata fiducia nella Divina Provvidenza. Morì piamente il 2 febbraio 1908, festa della Purificazione di Maria, a 91 anni. Lo stesso giorno furono messi all’asta la casa, i mobili e perfino il letto di canapa su cui era spirato. Ma non si poté distruggere la sua fama di santità, che, al contrario, fu sempre viva nel cuore e nella mente soprattutto dei suoi figli e figlie spirituali”.
Quarantacinque anni dopo la sua morte, nel 1953, in Ecuador un bambino di 8 anni è vittima di un incidente. Un trattore lo colpisce e gli fattura malamente un piede. La sentenza dei medici è impietosa: non riuscirà più a camminare normalmente. Sul posto c’è una comunità di Sorelle Oblate che conoscono la famiglia del bambino e con essa levano una novena di preghiere al loro fondatore, Padre Brisson. Tempo dopo il ragazzino guarisce senza terapia fisica o strumento ortopedico e così bene che più tardi riesce ad arruolarsi nell’Aeronautica americana. La guarigione inaspettata e definitiva fa subito gridare al miracolo, che come tale verrà riconosciuto.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Tutela internazionale per matrimonio e famiglia: ai democratici cristiani il Papa richiama il fondamento etico della politica e dell'economia.
In cultura, un articolo di Rossella Fabiani dal titolo “I tesori del prussiano affascinato dall’Oriente”: pubblicato dall’università di Torino il catalogo dei manoscritti islamici della Collezione Kahle.
Pessima idea sfidare gli dei: Gaetano Vallini recensisce il fim “Prometheus” di Ridley Scott.
Nell’informazione religiosa, il no dell’Australia ai matrimoni omosessuali: bocciata dalla Camera dei rappresentanti una legge di riforma.
◊ All’indomani delle proteste contro le vignette e il film su Maometto, in Nigeria migliaia di persone hanno manifestato a Kano, città a maggioranza musulmana. Una trentina le vittime di ieri in Pakistan dove sono state attaccate alcune case di un quartiere cristiano e una chiesa luterana. Violenze si sono verificate pure in Libia, a Bengasi, con quattro morti e 40 feriti negli scontri seguiti alla manifestazione in omaggio dell’ambasciatore statunitense, ucciso lo scorso 11 settembre. Un’escalation legata alle questioni interne libiche: sostiene Arturo Varvelli, ricercatore dell'Istituto Studi di Politica Internazionale ed esperto di Libia. L’intervista è di Benedetta Capelli:
R. – Il venerdì crea il pretesto per andare in piazza e questa questione del video e delle vignette su Maometto ha creato un pretesto. Però le cause di questi atti che si stanno verificando in Libia, secondo me, sono molto interne al quadro libico; sono determinate dal fatto che i salafiti stanno facendo una vera e propria escalation di azioni nei confronti dell’autorità centrale e nei confronti delle altre forze. Bisogna pensare che alle elezioni che si sono tenute il 7 luglio scorso i salafiti non hanno avuto alcun consenso all’interno del Paese. Quindi pur essendo frange minoritarie hanno scelto la via armata e territorialmente tengono il controllo di alcune zone del Paese, soprattutto in Cirenaica. Il grosso problema è questo.
D. – Qual è la reale situazione oggi, in particolar modo a Bengasi che è uno dei cuori più caldi della Libia?
R. - Io penso che i salafiti costituiscano una minoranza e anche gli estremismi. Il problema è che dove non c’è uno Stato che non ha il monopolio dell’uso della forza, l’autorità centrale è molto debole, che soluzione può avere se non in qualche maniera cercare di coptare queste forze all’interno di un esercito nazionale? Questo tentativo è stato fatto nei mesi scorsi ed è fallito, ne vediamo adesso le conseguenze. Pensiamo che non esiste un esercito nazionale: chi li può affrontare, chi garantisce la sicurezza del Paese? Questa è la vera questione. Poi, nella situazione di caos può proliferare anche il proselitismo a favore dell’islam, bisogna capire poi quale interpretazione si dà all’Islam in politica. Noi vediamo che ci sono forze che sono totalmente differenti. Esiste un islam che noi possiamo considerare quasi repubblicano, costituzionalista, interpretato in questi mesi dalla Fratellanza musulmana e da altri partiti di matrice più laica, più liberale. Il problema sono le frange che rimangono fuori che fanno una corsa alla leadership dell’islam e questa corsa viene fatta con questi strumenti, anche di violenza.
D. – Alla luce di quanto ci ha detto, come si inserisce allora quell’attacco avvenuto l’11 settembre nel quale ha perso la vita l’ambasciatore statunitense: perché quello come obiettivo?
R. – Non sono ancora chiare le responsabilità. Io penso che le responsabilità vadano rintracciate all’interno dei gruppi salafiti libici come Ansar Al Sharia, questa milizia islamica. Naturalmente i salafiti in qualche maniera si stanno coordinando tra di loro a livello interstatale. C’è anche chi ha ventilato l’ipotesi per cui dietro queste azioni dei salafiti ci sarebbero spinte di altro tipo, collegamenti con al Qaeda o con altri Stati esteri. Vi è quasi una sorta di convergenza di interessi in questo momento storico a far sì che la primavera araba sia un fallimento. Naturalmente al Qaeda ne ha interesse ma anche gruppi salafiti o parte dei essi - perché sono rimasti un po’ fuori dai giochi di potere -, tutto sommato pure altri Paesi come le monarchie del Golfo possono essere preoccupati dall’emergere di un islam che è molto diverso da quello che propongono le monarchie assolute del Golfo; pensiamo in Arabia Saudita, Emirati, Qatar, etc. Dimostrare che la primavera araba è un fallimento dimostrerebbe che l’unico islam possibile è il loro, in pratica.
Vigilia elettorale in Bielorussia: l'opposizione boicotta il voto
◊ Vigilia elettorale in Bielorussia dove in un clima di forte tensione 7,1 milioni di aventi diritto sono chiamati a rinnovare i rappresentanti della Camera Bassa. Il voto, boicottato dalle opposizioni, farà probabilmente segnare una schiacciante vittoria dei partiti vicini al presidente Lukashenko, al potere da 18 anni. Sulle consultazioni occhi puntati da parte della comunità internazionale, l’Osce ha inviato i suoi osservatori, due dei quali sono stati respinti e già si temono brogli ed irregolarità. Cecilia Seppia ha raccolto il commento di Matteo Tacconi, giornalista esperto di Europa dell’Est:
R. - Sì, è un po’ il solito "copione bielorusso", con la differenza che stavolta l’opposizione non si presenta proprio alle urne e se si fosse presentata comunque sia avrebbe vinto non più di una manciata di seggi. Si profila, dunque, una netta vittoria delle forze vicine a Lukašhenko e il solito plebiscito un po’ alterato.
D. - A proposito di Lukašhenko: che si può dire di un presidente definito dagli Usa “l’ultimo dittatore d’Europa”, della politica che porta avanti?
R. - La vita politica di Lukašhenko oscilla un po’ tra il flirt con l’Unione Europea e i rapporti forti con la Russia. Cerca di restare al potere attraverso l’elargizione di favori, clientele, alza gli stipendi ogni volta che si tratta di votare... Il suo è un regime autoritario, di stampo paternalista. D'altronde, poi, abbiamo visto che quando l’opposizione - come nel caso delle presidenziali del 2010 - provò a indire delle proteste, venne immediatamente repressa.
D. - Tra l’altro, l’accusa dell’opposizione è che il potere di Lukašhenko sopravviva grazie al sostegno di Mosca, ma anche grazie alla “mano morbida” dell’Unione Europea, che finora non ha mai imposto sanzioni di nessun tipo…
R. - Lukašhenko sa benissimo che se Mosca entrasse un po’ troppo nell’economia bielorussa, se andasse in porto questo famoso progetto di unione statale russo-bielorussa - sul tavolo da anni - lui non sarebbe più un primo attore, ma scomparirebbe. E’ per questo che, intelligentemente, cerca periodicamente di sfilarsi un po’ dal controllo del Cremlino e cercare la sponda europea, perché d’altronde i soldi dell’Unione Europea e un po’ di appoggio commerciale gli torna utile. D’altro canto, è interesse dell’Ue, tramite l’esercizio del solito “soft power”, mantenere comunque una forma di rapporti con la Bielorussia, evitando che questa prenda totalmente la strada per Mosca.
D. - La comunità internazionale è preoccupata per lo sfociare di queste elezioni in proteste. C’è da dire che dal ’96, sia Unione Europea che Stati Uniti e l’Osce non riconoscono la validità di queste elezioni, segnate sempre da palesi brogli e da violazioni. Quindi, la posizione della comunità internazionale è abbastanza dichiarata?
R. – Sì, non è di vicinanza, però non è nemmeno di strappo traumatico, perché c’è la consapevolezza che comunque la Bielorussia è una nazione che ha una sua rilevanza strategica ed evitare che cada tra le braccia di Mosca è la politica che stanno perseguendo gli europei. Tra l’altro, in questo periodo c’è un rischio ancora più forte: che la Bielorussia venga assorbita dal Cremlino, perché il Paese sta fronteggiando una crisi economica che è sempre più severa e, contrariamente a quello che aveva fatto negli scorsi anni - cioè, farsi aiutare dalla Russia, ma non troppo - in questo caso c’è stato un vero e proprio “bailout”. Questo, potenzialmente, è abbastanza preoccupante. Io credo che Lukašhenko avrà diversi problemi nei prossimi mesi, perché la pressione russa sulla Bielorussia sta diventando veramente forte.
Concerto per i terremotati dell’Emilia. Errani: la solidarietà, motore della ricostruzione
◊ È tutto pronto al Campovolo di Reggio Emilia per “Italia love Emilia”, il concerto voluto dai big della canzone italiana per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto del maggio scorso. Circa 150mila i biglietti venduti per un ricavato di 3 milioni e 750 mila euro, che saranno donati per la ricostruzione di alcune scuole danneggiate. Nuovi fondi anche dalla Commissione europea che ha proposto lo stanziamento di 670 milioni di euro, la cifra più alta mai erogata dall’Ue per una catastrofe naturale. Ma perche è importante che il mondo della musica riporti i riflettori sul terremoto? Marco Guerra lo ha chiesto a Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna e commissario delegato per la ricostruzione:
R. - Questa sera ci sarà un grande evento, un’iniziativa che credo rimarrà nella storia della musica italiana, ed è importantissima anche perché ci dice due cose: la prima, è indispensabile che continui ad essere alta l’attenzione, l’impegno dell’Italia per la ricostruzione delle zone terremotate, perché queste zone sono determinanti per il rilancio del Paese. In secondo luogo è che il motore di questa rinascita e ricostruzione è e sarà la solidarietà.
D. - La raccolta fondi del concerto sarà destinata alle scuole, che proprio nei giorni scorsi hanno ripreso la loro attività didattica…
R. - Entro il 15 ottobre avremo una situazione di piena ripresa dell’attività scolastica. Abbiamo costruito scuole prefabbricate per 18 mila studenti, riparato circa 400 istituti. Nel frattempo, in questi giorni, è ripresa l’attività con progetti anche in tensostrutture con una grande collaborazione tra insegnanti, ragazzi e famiglie comuni. Ci sono disagi, certo, che si supereranno il 15 ottobre, ma c’è il segno della ripresa.
D. - La Commissione europea ha proposto lo stanziamento record di 670 milioni di euro. I campi e la fase di emergenza potranno essere superati definitivamente?
R. - Noi stiamo lavorando, entro l’autunno, per superare i campi tenda e per dare soluzioni, anche provvisorie ma dignitose, attraverso il contributo di autonoma sistemazione, gli affitti degli appartamenti sfitti e i moduli provvisori, - e sottolineo provvisori perché noi “New Town” non ne facciamo – affinché diano quella risposta “ponte”, che significa superare i campi tenda in attesa della sistemazione e riqualificazione delle abitazioni permanenti.
D. - Invece cosa chiedete al governo nazionale?
R. - Abbiamo detto fin dall’inizio che non chiediamo un euro in più di quello che è giusto riconoscere rispetto ai danni che abbiamo subito. Occorre un ulteriore rinvio delle tasse, perché non è giusto che chi ha una casa inagibile paghi l’Imu e chi ha avuto danni nelle imprese alla produzione paghi adesso le tasse. Poi, nel corso dei prossimi mesi, valuteremo se i danni corrispondono agli stanziamenti che sono stati fatti. Io credo che ci sarà bisogno di uno sforzo ulteriore, prima di tutto per quello che attiene alla ricostruzione dei nostri beni culturali, beni religiosi perché noi vogliamo ricostruire i nostri centri storici, le nostre chiese, i nostri monumenti, i nostri municipi.
Cracovia. Chiuso l'Incontro dei giovani di Sant'Egidio. Intervista col cardinale Dziwisz
◊ “Se nei nostri Paesi si respira paura, noi invece siamo pieni di speranza”. Con queste parole oltre 1500 ragazzi, provenienti da tutta Europa, hanno lanciato un appello di pace ai giovani di tutto il mondo. Tre giorni di lavori, organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio, culminati con il pellegrinaggio ad Auschwitz–Birkenau. La terza edizione dell’Incontro internazionale “Giovani europei per un mondo senza violenza”, ha visto anche l’incontro con l’arcivescovo di Cracovia, il cardinale Stanisław Dziwisz. Il nostro inviato, Massimiliano Menichetti:
"Sono felicissimo di accogliervi in questo posto. Non è facile accogliere tanti giovani oggi in Europa. Giovani che hanno il cuore aperto a quello che è bello e buono e vero!”.
Questo l’abbraccio dell’arcivescovo di Cracovia, il cardinale Stanisław Dziwisz, nel gremito Santuario della Divina Misericordia ieri sera, agli oltre 1500 giovani venuti da ogni parte d’Europa per costruire “un mondo senza violenza”. “Cracovia è vostra, questo Santuario è la vostra casa”, ha ribadito il porporato che, ricordando anche le figure di Santa Faustina e del Beato Giovanni Paolo II, ha sottolineato come la luce di Cristo si irradi nel mondo grazie alla testimonianza coraggiosa.
Ripetuti gli applausi dei ragazzi, che hanno pregato gli uni accanto agli altri ritrovandosi in Cristo. Una preghiera corale, al termine di una giornata in cui hanno levato forte l’appello alla pace nel mondo, tra l’orrore di Auschwitz-Birkenau:
"Da questo luogo riparte un movimento di cuori, che vuole contagiare altri giovani come noi per essere migliori e rendere più umani i nostri Paesi, in un’Europa di pace: Auschwitz-Birkenau, 21 settembre 2012".
Dal luogo del male assoluto, dove vennero sterminate oltre un milione e cento mila persone, è dunque stato piantato un seme di coraggio e voglia di lottare, con le sole armi del dialogo e dell’accoglienza, contro qualsiasi forma di odio. Una giornata densissima, quella di ieri, che ha visto i giovani europei in pellegrinaggio diventare ambasciatori di ricordo e pace. Oggi, i gruppi di lavoro per confrontarsi su quell’orrore toccato con mano; poi la Santa Messa, a Cracovia, e il rientro in patria:
“Una fabbrica della morte dove morivano senza motivo, è una cosa che spaventa”.
“È un fardello molto molto pesante, che mi rattrista, che mi fa pensare a molte cose e che fa nascere in me molte domande: perché è accaduto tutto questo?”.
“L’impatto più forte per me è stato la sala dove erano esposti i capelli. Vedere tutte quelle ciocche ed il numero che gli veniva scritto diventava la loro identità. Quello è il momento più forte che ho avvertito”.
D. - In questi tre giorni, è stato ribadito, voi avete ribadito con un appello di pace, la necessità di costruire un mondo senza violenza. Quant’è importante per un ragazzo oggi questo e quanta attenzione c’è su questo?
R. - Non ce n’è tanta di attenzione secondo me da parte del mondo, non pensano a quanto sia importante la pace nel mondo, un rapporto migliore fra gli uomini, ma piuttosto pensano all’economia, alla politica e non si preoccupano più dei rapporti tra le persone, il perdono. Noi dobbiamo prima ti tutto pensare al rapporto con il prossimo.
D. - Avete letto l’appello alla pace?
R. - Sì, sì.
D. - In quell’appello c’è di fatto un impegno…
R. - Per me, è cambiare principalmente me stesso e il rapporto con gli altri. Poi, naturalmente, quando uno cambia interiormente cambia nel suo piccolo anche parte del mondo, cambia il mondo con cui sta a contatto.
R. - Una cosa è sentire parlare di Auschwitz ed una cosa è vedere Auschwitz. Qui ho visto come il male possa crescere e che cosa voglia dire vivere senza Dio.
R. - E’ un sentimento, diciamo, difficile da descrivere: bisogna ricordare che dobbiamo fare in modo che non si ripeta”.
D. - Tu come sarai ambasciatore di pace nel concreto?
R. - Potrei dare una mano: conoscendo gente amici, potremmo diffondere questa voce, questo messaggio molto importante. Creare piano piano, gradualmente, questo mondo di pace.
Il silenzio della Vistola che attraversa Cracovia, avvolta da una fitta nebbia quasi d’inverno, ha guardato, ieri, questi ragazzi venuti da ogni parte d’Europa presentarsi davanti a quel cancello di morte con la scritta in tedesco: “Il lavoro rende liberi”. Ma è stata la speranza, irradiata anche da testimoni come Edith Stein e Fra Massimiliano Maria Kolbe - che diede la vita ad Auschwitz per salvare quella di un padre di famiglia - ad abbracciare e guidare i cuori. Małgorziata Domzał, guida al campo di Auschwitz:
R. - Quasi impossibile è determinare la cifra dei prigionieri uccisi in questo campo: si parla di un milione 300 mila deportati ed un milione 100 mila uccisi. Parliamo sempre di un milione di prigionieri ebrei, 70 mila persone fra la popolazione civile polacca, 21 mila tra sinti e zingari, 15 mila prigionieri sovietici di guerra e si parla di 10 o 15 mila di altre nazionalità.
D. - Che cosa significa per te raccontare questa storia ad altre persone che magari non conoscono così bene, o addirittura mettono in dubbio che questo luogo sia esistito?
R. - Per me, è importante raccontare la storia proprio per non dimenticarla, parlo anche come polacca. In Polonia, non è importante naturalmente chi veniva deportato ed ucciso in questo campo - ebrei, zingari, sinti… - ma come polacca devo dire che in Polonia non c’è famiglia che non abbia perso qualcuno durante la guerra. Anch’io ho perso in questo campo mio nonno, è stato fucilato al muro della morte, perché era membro della resistenza ed è stato deportato da Cracovia; anch’io sono di Cracovia. Non era ebreo, ma questo non era importante perché qui venivano deportati ebrei, polacchi, cattolici e morivano - come ho detto - senza motivo.
A Birkenau, suggestive note hanno accompagnato una marcia silenziosa lungo i binari dei treni della deportazione. E ricordando in particolare ebrei, sinti e rom sono state deposte due corone di fiori sulle lapidi della memoria. E poi, ancora il silenzio che plasma la coscienza.
Terminato il Capitolo generale dei Cappuccini: intervista con padre Jöhri
◊ Undicimila frati e duemila conventi: è questa la famiglia dei Frati Minori Cappuccini, che in questi giorni ha vissuto l’84.mo Capitolo generale, terminato questa mattina. Alla guida c’è fratel Mauro Jöhri, 65 anni, della Provincia monastica svizzera, il quale, dopo i primi sei anni di mandato, è stato riconfermato alla guida dell'Ordine poche settimane fa. Questa notte, a San Giovanni Rotondo, il ministro generale presiederà la celebrazione eucaristica per ricordare il 44.mo anniversario della morte di Padre Pio, per poi festeggiare domani i 10 anni dalla prima memoria liturgica dedicata a San Pio di Pietrelcina. Degli obiettivi per il futuro della famiglia dei Frati Minori Cappuccini, Fausta Speranza ha parlato con lo stesso padre Mauro Jöhri:
R. – A partire dall’esperienza di questo Capitolo e di quanto è emerso durante i lavori, le intenzioni sono di rafforzare lo scambio e la condivisione anche tra i fratelli delle varie Province e quindi una maggiore collaborazione da un continente all’altro e da una Provincia all’altra. L’altra finalità – l’ho detto questa mattina nell’omelia – è di approfittare veramente di questo Anno della fede, perché non è poi così evidente che si viva con la consapevolezza non solo che Dio c’è, ma che Dio agisca.
D. – Padre Mauro, a proposito di nuova evangelizzazione, come procedere?
R. – Io credo che si debba da una parte rivedere molte forme della nostra azione pastorale, perché noi, per così dire, "accudiamo" quelle poche persone che continuano a frequentare la Chiesa e non siamo abbastanza attenti a tutta una realtà che ci sta sfuggendo. Dobbiamo uscire un po’ dai nostri “ghetti” per andare verso l’altro, consapevoli anche che il fatto di aver portato il Vangelo in Europa a suo tempo ha comportato anni e secoli: quindi, non sarà un lavoro che si esaurisce nel giro di pochi anni. Una delle preoccupazioni o meglio uno dei temi da affrontare in questi sei anni sarà proprio quello del nostro lavoro, del lavoro pastorale.
D. – Tutti siamo chiamati a un impegno di nuova evangelizzazione: qual è lo specifico dei Frati Minori Cappuccini?
R. – I Frati Minori Cappuccini sono stati sempre la gente del popolo: hanno portato al popolo il Vangelo con, direi, un po’ la "manica larga" e cioè anche con un senso di molta comprensione, di molta vicinanza, di molta magnanimità e di benevolenza. Io credo che questa sia una carta vincente ancora oggi: avvicinarsi alle persone sapendo che Dio ci ama tutti, indifferentemente dal fatto che crediamo o che non crediamo, e aprire il cuore delle persone per accogliere questo amore, per essere riconoscenti, per essere coscienti. Io penso che noi Cappuccini in questo abbiamo una tradizione che ci può essere di grande aiuto.
D. – Questo è anche un momento in cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri diventano sempre più poveri nelle società in generale. Soprattutto, con questa crisi aumenta la povertà nelle nazioni, anche le più ricche. Che cosa riscoprire della povertà che voi testimoniate?
R. – Io le dirò che, molto concretamente, nelle mense cosiddette dei poveri dei nostri conventi – e penso a due città come Milano in Italia, o Detroit negli Stati Uniti – la frequenza è aumentata fortemente e noi abbiamo non solo l’obbligo di condividere, ma anche di scuotere chi è possidente affinché vada incontro al bisogno immediato di garantire al povero almeno il cibo, il vestito e una certa dignità. Noi possiamo fare questo lavoro di primo aiuto, grazie anche a molte persone ricche che anonimamente ci aiutano e condividono con altri. Credo che questo rappresenti un segmento in tutto il lavoro che si può svolgere per dare sollievo a chi è meno abbiente. Penso che, al momento, sia uno dei servizi che ci caratterizza.
Milano. Il cardinale Scola inaugura la scuola di formazione politica per i giovani
◊ Il cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, ha inaugurato questa mattina con un intervento la Scuola di formazione sociale e politica per i giovani, denominata “Date a Cesare quel che è di Cesare”. Dal capoluogo lombardo, la cronaca di Fabio Brenna:
Testimonianza, competenza, comunicazione della verità: sono i tre elementi che caratterizzano il servizio del cristiano in politica. Un mondo che oggi soffre a causa della propria autoreferenzialità e del dominio di poteri globali. Il cardinale Scola offre ai giovani delle scuole di formazione all’impegno sociopolitico i principi sui quali fondare una presenza necessaria. Lasciando alla saggezza degli impegnati valutare il ritorno a un partito unico, l’arcivescovo raccomanda di sfruttare la presenza trasversale all’interno dei partiti, convinti del valore aggiunto dalla pluralità nell’unità e della testimonianza sulla verità dell’uomo, come contributo alla vita buona che ha bisogno anche dell’azione amministrativa e politica per essere realizzata:
“C’è una differenza tra il ipotere' nel senso buono della parola, perseguito con la logica della testimonianza, e quello perseguito con la logica dell’egemonia. Perché la logica della testimonianza cerca il consenso con i metodi stabiliti, che sono oggettivamente garantiti oltre che dalla coscienza soggettiva, dalla struttura oggettiva e dalla legalità”.
Il problema della politica di oggi è la frammentazione, secondo il porporato: il prevalere degli interessi di parte sulla visione d’insieme propria del pensiero politico. I cattolici devono evitare questo rischio, spiegando la totalità della persona e avendo come guida quei principi irrinunciabili propri del Magistero della Chiesa. Per affermarli il cristiano deve essere disposto a pagare di persona, sottolinea l’arcivescovo di Milano, che risponde così quando gli si chiede come deve comportarsi un cristiano quando allora – all’interno del proprio soggetto politico – questi principi vengano negati e non attuati:
“Trovi la modalità di esprimere in maniera evidente e forte il suo dissenso in termini pubblici; che faccia di tutto perché questo tipo di provvedimento non venga approvato e, al limite, se questa cosa si ripete, deve porsi il problema se si trova nel contenitore giusto”.
Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
◊ In questa 25.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui i discepoli di Gesù discutono tra loro chi sia il più grande. Il Signore, esortandoli a servire se vogliono essere grandi, pone un bambino in mezzo a loro e, abbracciandolo, dice:
«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente emerito di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Contrasto forte oggi nel Vangelo, ma anche nelle altre letture. Da una parte il Figlio dell’uomo, simbolo di Gesù e di ogni suo umile discepolo, che passa per tribolazioni e umiliazioni, e dall’altra forti desideri di potere e progetti di prepotenza. Era già toccato a Pietro prendersi una bella lavata di capo per la mentalità che sognava successo e gloria e rifiutava la sofferenza; questa volta sono tutti i Dodici che sono invitati ad uno stile di servizio e a non sgomitare per primeggiare. Che impressione strana: Gesù ripete che per Lui si avvicina la sofferenza e la morte, e i discepoli litigano per garantirsi i primi posti. Essere servo degli altri, l’ultimo di tutti, perdere la propria vita per sostenere quella degli altri? Non riescono proprio ad accettarlo, per quanto Gesù insista. E allora Gesù cambia linguaggio: prende un bambino, lo abbraccia e lo indica come esempio per la sua debolezza, e modello per la sua fiducia serena. Il bambino e il povero, nella loro fragilità, sono incarnazione di quello che Dio si aspetta da noi: anzi sono il volto umano, quotidiano, di Gesù salvatore: accogliere loro è accogliere Lui, imparare da loro e servire loro ci forma veri discepoli.
Congo: si aggrava l’emergenza umanitaria. I vescovi incontrano i ribelli
◊ Si conclude oggi la visita di una delegazione di vescovi della Conferenza episcopale congolese (Cenco) nel territorio di Rutshuru. Nella loro visita, come sottolinea l’agenzia Misna, i vescovi hanno incontrato i dirigenti del Movimento del 23 marzo (M23), responsabile dei conflitti e dell’instabilità della regione del Nord Kivu. “Ai congolesi abbiamo voluto portare un messaggio di conforto e rassicurarli che non saranno lasciati mai soli", ha affermato padre Léonard Santedi, segretario generale della Cenco. A lui si è unito mons. Valentin Masengo, vescovo di Kibinda e capo della delegazione, che si è soffermato sulla questione riguardante gli M23: “La guerra degli M23 è ingiusta e ingiustificata. Il Congo rimane indivisibile e le risorse minerarie non dovrebbero essere oggetto di sfruttamento illegale da parte di uomini armati”. Intanto, l’emergenza umanitaria si aggrava ogni giorno di più. Secondo le ultime stime dell’Alto Commissario per i rifugiati dell’Onu il conflitto, riaccesosi sei mesi fa, ha già causato quasi 400mila sfollati interni e 60 mila rifugiati in Uganda e Rwanda, Stati confinanti. Una situazione sempre più difficile della quale, a pagarne le conseguenze sono principalmente i bambini. (L.P.)
Siria: scontri al confine libanese e nuovi bombardamenti ad Aleppo
◊ Ancora combattimenti in Siria dove nella notte l’esercito di Bashar Al-Assad ha bombardato la città di Aleppo, di Al-Bab e alcuni villaggi nella provincia meridionale di Hara. A riferirlo è l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha avvertito come il conflitto stia raggiungendo un punto di “estrema gravità”. Un aereo militare governativo è stato abbattuto dai ribelli nella regione nordoccidentale di Idlib, mentre ci sono stati scontri anche al confine con il Libano, dove i ribelli hanno attaccato una postazione dell’esercito libanese nella regione di Aral, senza causare vittime. Riferiscono le autorità militari di Beirut che “è la seconda volta in meno di una settimana che l’esercito siriano entra in territorio libanese” e che sono determinate “a proteggere il territorio libanese ed evitare che venga utilizzato per coinvolgere il Libano negli eventi dei Paesi vicini”. Intanto, il vicepresidente americano, Joe Biden, ha ribadito in un colloquio telefonico con il premier iracheno, Muri Al-Maliki, che Baghdad deve impedire il passaggio sul territorio dell’Iraq di armi dirette in Siria. (M.R.)
Vigilia negoziati Sudan-Sud Sudan. Ban Ki-moon preme per accordo
◊ Concludere una accordo per risolvere le questioni in sospeso, porre fine al conflitto e dare il via a una nuova era di pace e sviluppo. È l’esortazione rivolta dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ai governi di Sudan e Sud Sudan, in vista del vertice tra le rappresentanze dei due Paesi, che si terrà domani ad Addis Abeba, in Etiopia. Il segretario delle Nazioni Unite si dice inoltre “incoraggiato” dalla riduzione delle tensioni e preme affinché i presidenti dei due stati risolvano le questioni ancora sul tavolo delineate nella risoluzione 2046 e nella road map dell'Unione Africana. Sulla stessa linea anche i membri del Consiglio di Sicurezza Onu che hanno accolto con favore la ripresa dei negoziati, ribadendo tuttavia la loro preoccupazione per la situazione umanitaria che continua a peggiorare nelle regioni del Kordofan e Nilo Blu, e sottolineando altresì la necessità di iniziare immediatamente le operazioni di soccorso dei civili. (M.G.)
Onu: Paesi ricchi riducono del 50% le donazioni per combattere la povertà
◊ Gli aiuti internazionali per i Paesi in via di sviluppo sono diminuiti di oltre il 50%. È la denuncia, dall’agenzia AsiaNews, del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Durante una conferenza stampa, il segretario generale ha presentato un rapporto sulla povertà e sul Millennium Development Goal (Mdg), il programma lanciato nel 2000 e che prevedeva la donazione, da parte dei Paesi più ricchi, di circa 300 miliardi annui per ridurre la povertà in molte zone del mondo. Il dato presentato ieri, complice forse anche la crisi economica degli ultimi anni, evidenzia un’inversione di rotta, la prima in molti anni, e vede la drastica diminuzione degli aiuti del 50%, una cifra che mette in dubbio l’obiettivo che ci si era posti, quello cioè di ridurre la povertà entro il 2015. “Per compiere il Mdg – ha affermato Ban Ki-moon – abbiamo bisogno di una maggiore e globale partecipazione”, invitando poi a non far gravare sulle spalle dei poveri il peso dell’austerità fiscale”. Il segretario, oltre alle donazioni, punta l’attenzione anche su altre questioni, come il costo ancora troppo elevato delle medicine e dell’accesso a Internet. (L.P.)
Lunedì prossimo la sessione autunnale del Consiglio permanente Cei
◊ La formazione cristiana degli adulti alla luce dei convegni regionali sulla catechesi appena celebrati e il cammino di preparazione al Convegno ecclesiale di metà decennio, che si terrà a Firenze nel 2015. Ma, anche una riflessione sulla pastorale vocazionale e la costituzione di un Ufficio nazionale a ciò dedicato. Sono alcuni dei temi che si affronteranno nella sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente Cei, che verrà aperta dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente Cei, a Roma lunedì 24 settembre, e che si chiuderà giovedì 27. Il Consiglio, come ricorda il Sir, svilupperà il programma della 47ma Settimana sociale di Torino dal 12 al 15 settembre 2013, e analizzerà anche la situazione in ordine ai registri comunali delle unioni di fatto e delle dichiarazioni anticipate di trattamento. Il comunicato del Consiglio a chiusura dei lavori verrà presentato da mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, a Roma, presso la sede della Radio Vaticana, venerdì 28 settembre. (L.P.)
Iraq: il digiuno e la preghiera per la pace di 150 giovani di Kirkuk
◊ Una giornata di preghiera e di digiuno per sconfiggere la violenza. È l’iniziativa, raccontata dall’agenzia AsiaNews, che ieri ha visto protagonisti circa 150 giovani di Kirkuk, insieme a molti altri fedeli, in occasione della Giornata internazionale della pace, a seguito della violenta esplosione di una bomba davanti all’ingresso della cattedrale della città, avvenuta lo scorso 16 settembre. L’esplosione, che fortunatamente ha causato solo danni materiali, è avvenuta in concomitanza con diversi momenti di tensione nel mondo islamico accesi dal film ritenuto blasfemo sul profeta Maometto. Anche l’arcivescovo della città, Louis Sako, ha espresso apprezzamenti per l’iniziativa dei giovani e per la loro idea di unire digiuno e preghiera, secondo l’insegnamento del Vangelo. La giornata si è conclusa poi con la celebrazione dell’Eucaristia, alla quale i giovani hanno preso parte insieme a tutta la comunità locale. (L.P.)
Polonia: incontro delle realtà missionarie in vista dell’Anno della Fede
◊ “Annunciare la fede con gioia”. Questo il tema dell’incontro che si è svolto in Polonia nei giorni scorsi tra le Pontificie Opere Missionarie (Pom) e gli altri organismi polacchi impegnati nelle missioni. Riferisce l’agenzia Fides che l’ospite principale della riunione è stato padre José Alvarez Castor Devesa, direttore nazionale delle Pom a Cuba, il quale ha presentato la situazione della Chiesa nel suo Paese. Nei tre giorni di lavoro, i partecipanti all’incontro hanno pregato insieme per le missioni, hanno ascoltato con particolare attenzione le conferenze e lo scambio di esperienze. L'arcivescovo Celestino Migliore, nunzio apostolico in Polonia, ha presieduto l'Eucaristia, mentre mons. Tomasz Atlas, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Polonia, ha incoraggiato i fedeli a recitare il Rosario per sostenere l’opera di evangelizzazione, in modo particolare durante l'imminente Anno della fede. Alla riunione hanno partecipato più di un centinaio di persone, tra direttori diocesani delle Pom, incaricati delle missioni nelle Congregazioni religiose e animatori missionari laici. (M.R.)
Oggi e domani “Un pasto al giorno”, iniziativa solidale della Comunità di don Benzi
◊ Sostenere i progetti nutrizionali, in Italia e nel Mondo. È l’obiettivo dell’iniziativa, denominata “Aggiungi un posto a tavola” della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che torna oggi, sabato 22 e domenica 23 settembre in molte piazze italiane. Quest’anno, come sottolinea il Sir, saranno circa 600 le postazioni, quasi il doppio dello scorso anno, distribuite in tutta Italia, con gazebo presso i quali sarà possibile lasciare la propria offerta e contribuire a garantire almeno un pasto al giorno a bambini, anziani, senza tetto e a tutte le persone in condizione di povertà e solitudine di cui la Comunità papa Giovanni XXIII si prende cura in Africa, Asia e America Latina. Nei gazebo e nei banchetti, nel lasciare l’offerta, verrà consegnata ai donatori una confezione speciale di pasta fornita gratuitamente dal pastificio "F. Divella". Le confezioni che non saranno distribuite, verranno poi regalate alle mense per i poveri e ai centri di accoglienza di tutta Italia. (L.P.)
“Portare la Parola nel mondo”: mons. Fisichella al Convegno dell’Azione Cattolica
◊ “La Parabola del seminatore” per ribadire il compito di ogni cristiano. Mons. Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, ha presieduto la celebrazione eucaristica che ha segnato l’inizio della seconda giornata del Convegno dei presidenti e assistenti unitari diocesani dell’Azione Cattolica, in corso fino a domenica 23, che ruota attorno al tema “Legami di vita buona. Azione cattolica, Chiesa locale e Chiesa universale”, giunti a Roma da tutta Italia. “Dopo Gesù ognuno di noi è seminatore della Parola di Dio”, ha ricordato mons. Fisichella, sottolineando nella sua omelia “la responsabilità a non essere seminatori qualunque”, perché “il buon seminatore deve conoscere ciò che semina e il terreno su cui semina” per rendere la sua missione di evangelizzazione davvero efficace. Evangelizzare è la missione del cristiano ma “non ci si improvvisa evangelizzatori, come non ci si improvvisa buoni seminatori. Occorre formarsi a questo compito a cui tutti siamo chiamati. L’annuncio del Vangelo – ha proseguito – richiede rapporto costante con la parola di Dio e conoscenza del fratello che andiamo a incontrare”. L’arcivescovo ha poi invitato i fedeli a non restare chiusi nelle proprie parrocchie ma di vivere la Parola nel mondo, iniziando da gesti semplici: “Bisogna uscire e andare lì dove l’uomo vive. Il che non vuol dire andare in Paesi lontani, ma al di là del nostro pianerottolo, dove vive il nostro vicino. Questa è la nuova evangelizzazione”. (L.P.)
Roma. Presentato il programma della Pastorale diocesana per la salute
◊ “Curare sempre, guarire se è possibile. Non dimentichiamo mai queste parole, sono alla base del nostro operato”. Così monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare della diocesi di Roma e responsabile della Pastorale della salute, ha aperto questa mattina il Convegno diocesano per gli operatori sanitari. Tema conduttore di questo nuovo anno “Dio visita il suo popolo. L’oggi dell’uomo, l’oggi di Dio”. “Infatti – ha spiegato il presule – mentre 'il curare' è sempre legato al bene della persona e alla sua promozione integrale, “il guarire” può essere al servizio di un concetto “ideologico” di salute, in cui prevale la costruzione della società sull’uomo, anche di quello malato”. E il vescovo ha richiamato i presenti sull’importanza di mettere sempre al centro delle cure la dignità della persona, invitando ad andare oltre il mero obiettivo della guarigione della malattia, ricordando sempre che dietro ogni malato c’è il volto del Cristo della sofferenza e, riferendosi alla parabola del buon sammaritano, ha concluso spiegando che “essere buoni samaritani significa essere segno del passaggio di Gesù che cura, portatori di una presenza reale e storica, che salva e sostiene la vita dell’uomo". Durante l’incontro, sono stati presentati gli appuntamenti per il nuovo anno pastorale, in particolare il prossimo 18 ottobre, in occasione della festa di San Luca apostolo, la celebrazione eucaristica nella Basilica di San Giovanni in Laterano per i medici, la peregrinatio delle reliquie del Beato Giovanni Paolo II negli ospedali della città a partire dal 22 ottobre, e infine, l’8 dicembre, il tradizionale omaggio floreale all’Immacolata in Piazza di Spagna. (A cura di Marina Tomarro)
Mostra fotografica a Bologna in omaggio al Beato Giovanni Paolo II
◊ Omaggiare Giovanni Paolo II, a poco più di un anno dalla Sua Beatificazione, con una mostra fotografica dal titolo “Papa Giovanni Paolo II tra noi”. È l’iniziativa in corso a Bologna dal 21 settembre e che durerà fino al 14 di ottobre, organizzata dall’Unione fotografi organizzati, in collaborazione con il Comune di Bologna, l’arcidiocesi e diverse associazioni. Gli scatti in esposizione, come descritto dal Sir, raccontano le visite pastorali del Pontefice polacco in Emilia Romagna dal 1982 al 1997, con un occhio di riguardo a Bologna, quando in occasione del XXIII Congresso eucaristico nazionale la città ospitò decine di migliaia di giovani e di fedeli in una manifestazione alla quale partecipò anche Bob Dylan, che si esibì davanti al Santo Padre. All’inaugurazione della mostra, tra gli altri, erano presenti il cardinale arcivescovo Carlo Caffarra, insieme con il sindaco di Bologna, Virginio Merola. (L.P.)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 266