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Sommario del 18/03/2012

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa all’Angelus: pregate per il mio viaggio in Messico e a Cuba
  • Cordoglio del Papa per la morte di Shenouda III: grati per il suo impegno in favore dell’unità dei cristiani
  • Il “Cortile dei Gentili” approda a Palermo. Il cardinale Ravasi: Chiesa impegnata su legalità e dialogo interreligioso
  • In Vaticano proseguono gli incontri con gli esperti di Moneyval. Comunicato della Sala Stampa
  • Oggi in Primo Piano

  • Siria: autobomba ad Aleppo, almeno 3 morti. Allarme per la dislocazione di mine anti-uomo
  • Presidenziali in Guinea: favorito l’ex primo ministro Gomes Junior
  • All’Organizzazione mondiale del commercio, disputa sulle “terre rare” della Cina
  • Fede e politica, l’esperienza americana. La riflessione del sociologo Diotallevi
  • Le Misericordie d'Italia approvano il nuovo Statuto. Il presidente Trucchi: un grande momento di unità
  • Giovani e lavoro: l’impegno del gesuita Valletti per far rinascere Scampia
  • Crisi e suicidi: nasce "Terraferma" per aiutare imprenditori e lavoratori in difficoltà
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Germania: Gauck eletto presidente alla prima votazione
  • Due italiani rapiti in India da un gruppo di ribelli maoisti
  • Lampedusa: al via i trasferimenti dei migranti dopo gli ultimi sbarchi
  • Il cardinale Scola a Gniezno: inquadrare la crisi economica in una prospettiva etica
  • Morto a Hong Kong il re di Tonga Siaosi Tupou V
  • Si è spento mons. Cacciami, sacerdote giornalista, fondatore dell'agenzia Sir
  • Austria: la Conferenza episcopale in plenaria sull’Anno della Fede
  • In Sierra Leone, l'Opera Don Bosco per i bambini di strada
  • Giappone: lettera dei vescovi sulla Quaresima e Fukushima
  • Costa d’Avorio: l’impegno dei salesiani per i giovani, futuro del Paese
  • Colombia: attacco delle Farc contro l'esercito, 11 morti
  • Bielorussia: nonostante gli appelli, eseguite due condanne a morte
  • Terra Santa: on line il sito della Basilica del Santo Sepolcro
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa all’Angelus: pregate per il mio viaggio in Messico e a Cuba

    ◊   All’Angelus, in Piazza San Pietro, Benedetto XVI chiede ai fedeli di pregare per il suo viaggio apostolico in Messico e a Cuba, che avrà inizio venerdì prossimo. Il Papa non manca poi di esprimere la sua vicinanza alle famiglie dei bambini belgi morti in un incidente stradale in Svizzera nei giorni scorsi. Ancora, ricordando la prossima Giornata dell'Acqua, ha auspicato che venga garantito a tutti un accesso equo e sicuro a questa preziosa risorsa. Nella catechesi sul Vangelo domenicale, ha quindi ribadito che, soprattutto in Quaresima, è importante accostarsi al Sacramento della Riconciliazione. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Dal mio viaggio in Messico e a Cuba, ha detto Benedetto XVI salutando i pellegrini di lingua spagnola, nascano “abbondanti frutti di vita cristiana e di rinnovamento ecclesiale che contribuiscano ad un autentico progresso” dei popoli cubano e messicano. E in italiano, il Papa ha dunque invitato i fedeli a pregare per questo importante avvenimento:

    “Vi chiedo di pregare per il viaggio apostolico in Messico e Cuba, che compirò a partire da venerdì prossimo. Affidiamolo all’intercessione della Beata Vergine Maria, tanto amata e venerata in questi due Paesi che mi accingo a visitare”.

    Una preghiera speciale il Papa l’ha rivolta per i familiari dei bambini belgi morti in un tragico incidente stradale in Svizzera, martedì scorso. Parlando in francese, il Pontefice ha assicurato la sua vicinanza a quanti sono stati colpiti da questo grande dolore. Commentando il passo del Vangelo domenicale, il Papa ha sottolineato che Gesù sa bene che il culmine della sua missione è la Croce, “vertice dell’amore, che ci dona la salvezza”. Ma, ha aggiunto, se è infinito l’amore misericordioso di Dio che dona “il suo unico Figlio in riscatto della nostra vita, grande è anche la nostra responsabilità”:

    “Ciascuno, infatti, deve riconoscere di essere malato, per poter essere guarito; ciascuno deve confessare il proprio peccato, perché il perdono di Dio, già donato sulla Croce, possa avere effetto nel suo cuore e nella sua vita”.

    A volte, ha osservato il Papa, “l’uomo ama più le tenebre che la luce, perché è attaccato ai suoi peccati”:

    “Ma è solo aprendosi alla luce, è solo confessando sinceramente le proprie colpe a Dio, che si trova la vera pace e la vera gioia. E’ importante allora accostarsi con regolarità al Sacramento della Penitenza, in particolare in Quaresima, per ricevere il perdono del Signore e intensificare il nostro cammino di conversione”.

    Dopo la riflessione sul Vangelo, il Papa ha rivolto un pensiero particolare al Forum di Marsiglia sull’Acqua e alla prossima Giornata mondiale dell’acqua, che quest'anno sottolinea il legame tra tale preziosa risorsa e la sicurezza alimentare:

    “Auspico che queste iniziative contribuiscano a garantire per tutti un accesso equo, sicuro e adeguato all’acqua, promuovendo così i diritti alla vita e alla nutrizione di ogni essere umano e un uso responsabile e solidale dei beni della terra, a beneficio delle generazioni presenti e future”.

    Né ha mancato di salutare i partecipanti al convegno in corso a Gniezno in Polonia. Tale evento, ha detto parlando in polacco, sia per l’Europa “memoria delle sue radici cristiane e della necessità di costruire una società civile fondandosi sui valori evangelici”. Salutando, poi, i pellegrini italiani ha rivolto una particolare attenzione a quanti si trovano in difficoltà a causa della crisi economica:

    “Saluto i lavoratori dell’Alcoa di Portovesme, assicurando ad essi e alle rispettive famiglie la mia preghiera e la mia vicinanza ed auspicando che la loro difficile situazione, come altre simili, possa avere un’adeguata soluzione”.

    Infine, ricordando che domani la Chiesa celebra la festa di San Giuseppe, il ha ringraziato di cuore quanti avranno per lui “un ricordo nella preghiera” nel giorno del suo onomastico.

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    Cordoglio del Papa per la morte di Shenouda III: grati per il suo impegno in favore dell’unità dei cristiani

    ◊   Profondo cordoglio di Benedetto XVI per la morte del Patriarca dei copti, Shenouda III di Alessandria, scomparso ieri, all’età di 88 anni, dopo una lunga malattia. In un messaggio di condoglianze, il Papa ricorda con gratitudine il grande impegno di Shenouda III per l’Unità dei cristiani. In particolare, rammenta la visita memorabile a Roma nel 1973, quando con Paolo VI firmò una Dichiarazione comune sull’Incarnazione del Figlio di Dio e ancora l’incontro al Cairo con Giovanni Paolo II nell’anno giubilare del 2000. Benedetto XVI assicura le sue preghiere e la vicinanza di tutta la Chiesa cattolica ai fedeli copti, esprimendo sentimenti di compassione fraterna. Al vescovo ausiliare del Patriarcato di Alessandria dei copti, mons. Boutros Fahim, Gabriella Ceraso ha chiesto un ricordo della figura di Shenouda III:

    “La notizia si è diffusa come il fuoco nella paglia perché la gente in Egitto lo amava tanto, sia i cristiani che i musulmani, e soprattutto gli ortodossi, i suoi fedeli. Ha guidato la Chiesa per tantissimi anni, quasi 40 anni di patriarcato. Ha lasciato un gran segno. Quando ha ricevuto l’impegno, l’incarico, la Chiesa era molto più debole, molto più nascosta… La Chiesa ortodossa, sotto la sua guida, è molto progredita a livello pastorale. Ha creato tantissime parrocchie e diocesi all’estero, in quasi tutti i Paesi del mondo. Ha dato un grande impulso alla vita ecclesiastica di tutto l’Egitto, e non mi riferisco solo ai copti ortodossi. Ha lasciato un gran segno nella Chiesa in questo periodo e adesso con la sua dipartita ha lasciato un grande vuoto”.

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    Il “Cortile dei Gentili” approda a Palermo. Il cardinale Ravasi: Chiesa impegnata su legalità e dialogo interreligioso

    ◊   “Cultura della legalità e società multireligiosa” sarà il tema della prossima tappa siciliana del “Cortile dei Gentili”, la struttura del Pontificio Consiglio della Cultura dedicata al dialogo tra credenti e non credenti. A Palermo, il 29 e il 30 marzo, filosofi, religiosi, giuristi, storici e intellettuali proveranno a rispondere con la cultura del dialogo e del diritto, radicata nella grande tradizione multiculturale siciliana, all’incultura della criminalità organizzata. Fabio Colagrande ne ha parlato con il presidente del dicastero organizzatore, il cardinale Gianfranco Ravasi:

    R. – Palermo ha una sua originalità proprio per i due nodi fondamentali che si intrecciano tra di loro nel titolo stesso: cultura della legalità e società multireligiosa. Quindi, da una parte abbiamo il profilo chiaramente sociale – quello della legalità, quello che è anche ininterrottamente declinato dal mondo laico, dal mondo civile, dal mondo politico, ma che ha delle forti incursioni anche nel mondo spirituale, religioso. Pensiamo ai veri e propri martiri della mafia che hanno in Palermo una sorta di emblema. E, dall’altra parte, questo fatto che la Sicilia – come attestano anche i suoi monumenti – è sempre stato un luogo di incroci, di crocevia; ed ecco allora anche questa testimonianza della multireligiosità, del dialogo interreligioso.

    D. – Come il dialogo tra culture e religioni può rilanciare il valore della legalità nello spazio pubblico?

    R. – L’elemento fondamentale è il diritto, la legalità. Tenendo conto che questa componente per tradizione, quasi anche qualche volta per luogo comune, trova in Palermo il luogo dello sfregio, il luogo della ferita. Ora, noi sappiamo bene che questo non è vero perché anche quando si parla della categoria “mafia”, in realtà si sa bene che ormai è diventata solo una definizione di fenomeni di criminalità, quindi di violazione della legalità e dei diritti, che ha certamente dimensioni al di là della mafia siciliana. Pensiamo alla mafia giapponese: è solo l’uso del termine… Dobbiamo però anche dire che nella città di Palermo c’è un fervore, un fermento … Parliamo proprio anche di un’istituzione come “l’antimafia”, ma parliamo anche della testimonianza pastorale data da molte istituzioni che saranno presenti nella serata ultima, quella aperta ai giovani, che dimostrano come anche la dimensione ecclesiale, la dimensione morale, religiosa sia fondamentale per la tutela del diritto, soprattutto perché passa attraverso le coscienze. E fino a quando non si farà rinascere un nuovo popolo, quindi non si opera nell’interno soprattutto dell’educazione e della gioventù, non si può dire veramente che si apre una nuova era di civiltà migliore rispetto a quella di cui siamo stati testimoni.

    D. – Quindi, Palermo può diventare anche un’occasione per ribadire l’impegno della Chiesa per la legalità sul territorio e anche per ribadire come questo impegno vada continuamente rilanciato?

    R. – Noi speriamo che accada, questo. E’ significativo il fatto che d’intesa, tutte le istituzioni che partecipano – credenti e non credenti – di Palermo, si siano trovate tutte d’accordo nel volere a tutti i costi affidare a me la lezione introduttiva. Io sono stato piuttosto restio, devo dirlo, perché avrei voluto che fosse più una presenza siciliana; ma hanno insistito sul fatto che in qualche modo, rappresentando io la Santa Sede, entrassi all’interno di uno spazio nobile e glorioso, come lo è la cattedrale di Monreale, nella prima serata, e ci fosse in qualche modo una dichiarazione ufficiale, solenne da parte della comunità ecclesiale perché ci si impegni maggiormente su questo tema. E quindi, è in un certo modo il rilancio, pensiamo del passaggio di Giovanni Paolo II ad Agrigento e del suo grido contro la mafia e le degenerazioni della moralità, le degenerazioni della società, le degenerazioni del diritto. (gf)

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    In Vaticano proseguono gli incontri con gli esperti di Moneyval. Comunicato della Sala Stampa

    ◊   Nel quadro dell’attiva collaborazione avviata dalla Santa Sede con Moneyval (Divisione del Consiglio d’Europa che si occupa della valutazione dei sistemi antiriciclaggio dei Paesi membri), dal 14 al 16 marzo si sono svolti in Vaticano alcuni incontri di carattere tecnico, fra gli esperti. Lo afferma un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede. Le riunioni, concordate in precedenza in considerazione della specificità della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, come pure del fatto che si tratta della prima valutazione dei rispettivi ordinamenti, hanno consentito di proseguire nella raccolta di informazioni sui passi compiuti nel processo di adeguamento agli standard internazionali in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, come l’adozione del Decreto N. CLIX del 25 gennaio 2012, che ha sostituito la Legge n. CXXVII del 30 dicembre 2010, nonché la ratifica e l’adesione ad alcune Convenzioni internazionali rilevanti in materia. Come già in occasione degli incontri del novembre 2011, informa il comunicato, gli esperti hanno incontrato rappresentanti delle Autorità competenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano. La presente fase condurrà alla redazione di un rapporto, che, come era stato previsto, sarà esaminato dall’Assemblea Plenaria di Moneyval del luglio prossimo.

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    Oggi in Primo Piano



    Siria: autobomba ad Aleppo, almeno 3 morti. Allarme per la dislocazione di mine anti-uomo

    ◊   Ancora sangue in Siria: stamani un’autobomba è esplosa nel quartiere a maggioranza cristiana di Al Sulaimanya ad Aleppo, causando almeno 3 morti e 25 feriti. Lo riferisce un’organizzazione non governativa da Beirut. Intanto, alcune organizzazioni umanitarie denunciano che, lungo i confini con il Libano e con la Turchia, la Siria sta dislocando mine antiuomo per scoraggiare l’esodo dei siriani verso i Paesi vicini. Al riguardo, Linda Bordoni ha intervistato Kasia Derlika, direttore dell’International Campaign to Ban Landmines, organizzazione contro le mine antiuomo:

    R. – Mines are being laid …
    Le mine sono state dislocate lungo le principali vie di fuga del Paese che la popolazione civile utilizza per lasciare la Siria, e trovare rifugio sia in Turchia sia in Libano. Inoltre, abbiamo appreso che un ulteriore motivo legato al dislocamento delle mine è la prevenzione del traffico di armi nel Paese.

    D. - La vostra organizzazione ha lanciato un appello ai governi ...

    R. – Yes. We are outraged by this horrible news, …
    Noi siamo indignati da questa orribile notizia. Abbiamo rivolto un appello alla comunità internazionale, a tutti i governi e in particolare all’inviato speciale Kofi Annan, affinché protestino contro la dislocazione delle mine e facciano pressione sulla Siria perché sospenda immediatamente l’uso e ne garantisca la rimozione e la distruzione di quelle impiantante nel territorio, per evitare ulteriori fatali disgrazie. Come è noto, l’80% dei Paesi del mondo ha bandito le mine antiuomo, considerate armi illegali, inaccettabili e che non distinguono il piede di un bambino da quello di un soldato. Per questo, oggi non c’è più alcuna giustificazione all’uso delle mine. Vogliamo essere sicuri che questa crisi non si allarghi ulteriormente in Siria, perché uno degli aspetti particolarmente orribili delle mine antiuomo è che non uccidono soltanto durante il conflitto, ma a volte ancora anni, decenni dopo la fine della guerra. (bi)

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    Presidenziali in Guinea: favorito l’ex primo ministro Gomes Junior

    ◊   Si vota oggi in Guinea Bissau per eleggere il nuovo presidente, dopo la scomparsa prematura, a gennaio, del capo di Stato, Bacai Sanha, che era riuscito a rafforzare la credibilità del Paese con la cancellazione del suo debito esterno. Circa 600 mila gli aventi diritto che saranno chiamati a scegliere tra 14 candidati, ma favorito resta l’ex primo ministro Carlo Gomes Junior. Sono 180 gli osservatori chiamati a vigilare sul voto, affinché sia libero e trasparente, secondo l’auspicio dell’Onu. Qual è dunque il clima nel Paese? Cecilia Seppia ha raccolto il commento di don Davide Sciocco, direttore di Radio “Solmanzi” in Guinea Bissau:

    R. - Il clima, attualmente, è molto tranquillo. Ci sono stati 15 giorni di campagna elettorale ufficiale in cui i comizi si sono svolti con calma e con molta gente ma senza nessuno scontro. Il clima, quindi, è civile e di rispetto reciproco. La preoccupazione è sempre per il dopo-elezioni, nel caso ci fosse qualche parte che non accettasse i risultati elettorali.

    D. - Visti gli scioperi e le manifestazioni di questi giorni, forse queste presidenziali anticipate non saranno così sicure…

    R. - Gli scioperi ci sono stati nelle scorse settimane perché ogni categoria ha voluto fare un po’ pressione in vista delle elezioni. L’unico sciopero che è ancora in corso, ad intermittenza, è quello della scuola, mentre gli altri sono stati sospesi. E’ certo che tutto il governo ha appoggiato un candidato e questo fa in modo che le elezioni non siano proprio giuste. Magari saranno trasparenti e libere, ma non saranno state giuste. Gli osservatori internazionali, purtroppo, non hanno mai il coraggio di denunciare queste cose.

    D. - E’ un Paese diviso, afflitto dalla piaga della povertà ma soprattutto da quella del narcotraffico. Questo scrutinio, quindi, è considerato un test importante su questo fronte…

    R. - Il traffico della droga, purtroppo, è una piaga che ha colpito i settori più alti dello Stato. Chi assumerà il potere dovrà perciò avere il coraggio di affrontare questo problema. Questa instabilità è fomentata anche dai narcotrafficanti, cui fa comodo uno Stato debole, che quindi non riesce a controllare questo fronte.

    D. - Pochi giorni fa, si è ritirato dalla competizione elettorale Ibraima Alfa Djalo, leader del Congresso nazionale africano, denunciando che le elezioni partono sbilanciate, proprio perché il “Partito africano per l’indipendenza” ha sfruttato un po’ la sua posizione dominante, imponendo la mancata registrazione di migliaia di giovani elettori. E’ così, che notizie si hanno in proposito?

    R. - La sua denuncia è corretta perché il governo, in questi anni, non esigeva che la Commissione nazionale delle elezioni portasse avanti l’aggiornamento del censimento. Queste elezioni, che secondo la Costituzione dovevano essere organizzate entro due mesi dalla morte del presidente, inevitabilmente non hanno potuto contare su chi è diventato maggiorenne in questi tre anni. La colpa, però, è anche delle pressioni, fatte fin dall’inizio dall’opposizione, affinché si rispettasse la Costituzione. Questo ha avvantaggiato il partito al potere, che era l’unico ad avere i mezzi e la struttura pronta per una campagna elettorale di questo tipo.

    D. - Un’altra questione da superare è la predominanza dell’esercito che, tra l’altro, ha tentato, negli anni precedenti, vari colpi di Stato proprio per rovesciare il potere. L’esercito è il vero “padrone” del Paese ed è anche un ostacolo alla costruzione di una democrazia stabile?

    R. - Sì. Diciamo che l’esercito condiziona l’andamento del Paese. E’ anche vero che ci sono molti politici che strumentalizzano l’esercito per fare i propri interessi. Si tratta, quindi, di un gioco un po’ complesso: non è direttamente l’esercito ad avere in mano lo Stato, ma è anche chi fa parte dello Stato ad usare l’esercito per portare avanti i propri interessi. Sicuramente non è un esercito democratico, non è un esercito che vive solo per difendere la nazione, e questo è un altro grande problema. (vv)

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    All’Organizzazione mondiale del commercio, disputa sulle “terre rare” della Cina

    ◊   E’ disputa aperta nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio sull’esportazione cinese di 'terre rare'. Usa, Ue, e Giappone accusano Pechino di volersi tenere strette le sue abbondanti riserve di 'terre rare', un gruppo di 17 metalli essenziali all’industria elettronica e alle tecnologie delle energie rinnovabili. Accuse che la Cina rispedisce al mittente sostenendo che le restrizioni alle esportazioni di queste materie prime sono accompagnate da restrizioni sulla produzione per problemi di tipo ambientale. Stefano Leszczynski ha intervistato al riguardo il prof. Alberto Quadrio Curzio, docente di economia internazionale presso l’Università Cattolica di Milano:

    R. - Dal punto di vista dei giacimenti di queste “terre rare”, allo stato attuale, la Cina è sostanzialmente il detentore pressoché unico, in quanto il 97 per cento di queste materie prime rare è prodotto in Cina. E, ovviamente, per tutti gli altri Paesi sviluppati che utilizzano queste “terre rare” o materie prime rare per la tecnologia - e soprattutto per la tecnologia avanzata connessa a tutto ciò che ha a che fare con la miniaturizzazione e con l’info-telematica - è chiaramente un problema. Tutti i Paesi occidentali stanno adesso cercando di reperire queste “terre rare” in altre dislocazioni - Congo, Sud Africa, Groenlandia, Svezia ed anche Kazakistan, Corea del Sud -, ma allo stato attuale la Cina è il ‘dominus’ della situazione.

    D. - Anche perché la Cina è riuscita a mettere le mani su giacimenti importanti, anche africani…

    R. - Sì. Tuttavia, la maggior parte di queste “terre rare” si trova sul territorio cinese e bisogna dare atto ai cinesi di essersi accorti con notevole anticipo che quelle “terre rare” sarebbero diventate delle scarsità oltre che rarità. Rarità nel senso di dotazione fisica e scarsità nel senso di esigenze correlate allo sviluppo, alla crescita economica ed ai mercati.

    D. - Per limitare l’esportazione e l’estrazione di queste materie prime, la Cina afferma quanto si stia sforzando di cercare di tutelare l’ambiente…

    R. - L’argomentazione difensiva è debolissima, e credo che la Cina potrebbe trovare altre argomentazioni, molto più efficaci e pertinenti. Tuttavia, quello che bisogna tener presente è che con la Cina è necessario dialogare, non soltanto perché possiede le “terre rare”, ma anche perché, ormai, rappresenta un colosso nel contesto politico ed economico mondiale che non può e non deve essere affrontato con atteggiamenti di tipo ritorsivo-aggressivo. In ogni caso, faccio notare che la Cina, in qualche modo, preclude l’esportazione, almeno parziale, di queste “terre rare” anche in risposta ad un non pieno riconoscimento del suo status di economia di mercato. E’, dunque, una situazione che può essere utilizzata, dalla Cina stessa, in modo efficace per far sì che il suo status di economia di mercato venga riconosciuto a tutti gli effetti.

    D. - Si tratta, comunque, di una disputa non da poco. Nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio, questa situazione potrebbe provocare dei problemi se non venisse risolta?

    R. - Bisogna vedere quale sarà l’atteggiamento degli americani. Purtroppo, in tutte queste vicende l’Europa non riesce mai a trovare una sua linea di condotta che sia autonoma, e quindi, in qualche modo, rinuncia a priori ad essere quell’interlocutore terzo che potrebbe anche intermediare, in qualche modo, tra gli Stati Uniti e la Cina stessa. E questo è un vero peccato, anche perché la Cina ha un atteggiamento assai più disponibile nei confronti dell’Europa. Ora, se l’Europa non riesce a darsi una sua più forte identità, credo che anche le prospettive di relazioni pacifiche su scala mondiale ne siano comunque indebolite.

    D. - Quanto conta, in questa disputa, l’aspetto strategico-militare? Molti di questi elementi servono all’industria bellica come all’alta tecnologia…

    R. - Sappiamo che sono dei metalli o materie prime rare e che hanno delle grandi implicazioni di tipo militare: laser, fibre ottiche, additivi all’acciaio per dare più forza allo stesso acciaio ed altre tipologie di metalli che servono per la conduzione e per le memorie dei computer. E’ chiaro che siamo sempre sul confine di tematiche tecnologiche che in parte hanno applicazioni civili ed in parte hanno applicazioni di tipo militare. Presumo, quindi, che l’aspetto militare nella relazione Stati Uniti-Cina sia prevalente, mentre quello civile sia certamente prevalente nei rapporti tra Europa e Cina. (vv)

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    Fede e politica, l’esperienza americana. La riflessione del sociologo Diotallevi

    ◊   Negli Stati Uniti, nonostante l’economia sia il tema dominante della campagna elettorale per le presidenziali di novembre, si registra un rinnovato interesse nel dibattito pubblico per i temi della fede e dei valori, vita e famiglia su tutti. Un trend rafforzato anche dalle inaspettate vittorie, nelle primarie repubblicane, dell’ex senatore della Pennsylvania, il cattolico conservatore Rick Santorum. Sul rapporto tra fede e politica negli Stati Uniti e sulle differenze con l’Europa, in particolare con la Francia, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione del sociologo Luca Diotallevi:

    R. – Quello che succede negli Stati Uniti - ma anche in Gran Bretagna - è che la fede ed il riferimento a Dio sono da sempre parte integrante del dibattito pubblico. Da sempre nella storia, queste democrazie separano nettamente il potere politico da quello religioso. Non sono, però, assolutamente laiche: lo separano in un altro modo, ossia in quello della libertà religiosa, che i cattolici conoscono bene perché è il modo insegnato dalla “Dignitatis humanae”. Non dedicherei, invece, troppa attenzione al ‘fatto-Santorum’: Dio e la fede sono veramente presenti nel dibattito pubblico quando suscitano impegno e diventano criterio di discernimento. Lì ci troviamo invece prevalentemente di fronte ad un uso del riferimento a Dio e alla fede come strumento per trovare spazio nel Partito repubblicano. Più che di riferimento, quello mi sembra un caso di strumentalizzazione. Io farei invece riferimento, ad esempio, all’importante intervento dei vescovi americani, che richiamano i cattolici a tornare ad un maggior impegno nella vita politica.

    R. – Proprio questo è un punto particolarmente interessante ed estremamente attuale. Che cosa ci dice?

    R. – Ci dice che il cattolicesimo americano è stato esempio di un difficile inizio e di una grande maturità nell’impegno sociale, economico e politico dei cattolici. Negli ultimi decenni, però, dopo la presidenza Kennedy – che in qualche modo ha significato il massimo risultato, agognato e spesso neppure sognato – ha subìto un momento di affievolimento. I vescovi americani richiamano i cattolici ad impegnarsi in politica, nel Partito repubblicano o in quello Democratico, con coerenza, organizzandosi, utilizzando la fede come criterio di discernimento più che come simbolo da strumentalizzare per ottenere consenso.

    D. – Contemporanee alle primarie repubblicane ci sono le elezioni presidenziali francesi. In questo contesto, quello che colpisce è la differenza, molto forte, anche nel rapporto tra fede e spazio pubblico tra Stati Uniti e Francia…

    R. – La Francia si caratterizza per uno sforzo di estrema marginalizzazione della fede e della tradizione cristiana dallo spazio pubblico. A questo sono molto fedeli entrambi i protagonisti principali dello scontro politico. In effetti, la Francia ci mostra i frutti – naturalmente molto discutibili e molto fragili – di una repubblica che si è voluta fondare marginalizzando la tradizione religiosa. (vv)

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    Le Misericordie d'Italia approvano il nuovo Statuto. Il presidente Trucchi: un grande momento di unità

    ◊   Le Misericordie, la più antica forma di volontariato al mondo, nata a Firenze nel 1244, hanno un nuovo statuto. Ieri, l’approvazione a Calenzano, alle spalle della città di Dante, dove sono state chiamate a raccolta le quasi 800 Confraternite e sezioni di misericordia. Molteplici i campi in cui opera il movimento, dai servizi di emergenza medica alla donazione di sangue ed organi, ai servizi sociali per disabili, anziani e portatori di handicap. Le Misericordie sono attive anche sul fronte della protezione civile con gruppi attrezzati e specializzati pronti ad intervenire in Italia e all’estero. Ha seguito per noi i lavori, Massimiliano Menichetti:

    Una giornata storica per le Misericordie d'Italia che puntano su decentramento e autonomia per aiutare i malati e servire il prossimo. Ieri l’approvazione dello statuto (approvato praticamente all'unanimità: 340 gli aventi diritto al voto registrati. 330 i favorevoli, 2 i contrari, 2 gli astenuti, 6 irreperibili al momento della votazione) non senza scontri e promesse di battaglie legali da parte di una minoranza chiassosa. Su tutto però è prevalso lo sguardo al futuro. Mons. Franco Agostinelli, vescovo di Grosseto e Correttore Nazionale (la guida spirituale) delle Misericordie D’Italia:

    “Mi veniva in mente il nostro motto: 'Che Dio ve ne renda merito'. Voglio essere veramente speranzoso che le cose vadano avanti nel migliore dei modi. Rimaniamo fermi a quello che è il nostro spirito, la sostanza delle cose, cioè i poveri, i bisognosi, la gente. Non dimentichiamo mai questo, il resto è secondario. Buon cammino, buona continuità, buon ritorno a casa e arrivederci!”

    Ieri, si è ricucito anche lo strappo apertosi 4 anni fa con l’uscita dalla Confederazione, della Misericordia “madre” quella di Firenze (nata nel 1244) che già a novembre aveva recepito il nuovo statuto. Il presidente della Confederazione Nazionale Roberto Trucchi:

    “E’ un grande momento, una grande soddisfazione, è il lavoro di anni coronato, è veramente una cosa grande. Io credo che da qui le Misericordie possono ripartire, ritrovata l’unità perduta, e possono essere nuovamente un segno importante nella società italiana”.

    L’esigenza di aggiornare lo Statuto era avvertita da tempo. L’approvazione arriva al termine di un percorso durato un anno e mezzo, attraverso i lavori di due commissioni, prima di studio poi di elaborazione, presiedute dall’avvocato Mauro Giovannelli.

    Il nuovo Statuto – precisa la Confederazione Nazionale - prevede strutture decentrate autonome, regionali e se necessario anche zonali, pur se nell’ambito di una confermata forte unità del movimento e secondo le regole nazionali. Proprio a garanzia dell’unità del movimento viene istituito un ‘Consiglio dei saggi’, destinato a tutelare la fedeltà ai principi ispiratori del movimento. Tra le principali novità quella di organi nazionali più snelli: il Consiglio nazionale passa da 31 a 21 componenti, il Consiglio di presidenza da 9 a 7 componenti. La durata delle cariche viene limitata a 2 soli mandati (tranne il Consiglio dei saggi). La quota sociale è obbligatoria per tutte le associazioni iscritte alla Confederazione nazionale, sulla base di una quota fissa e una variabile in relazione al bilancio e al numero di confratelli che compone ogni Misericordia.

    Insomma, la sfida che si apre per gli oltre 800mila aderenti alle misericordie è tutta da giocare certamente nell’aiuto a chi è bisognoso ma anche nella testimonianza per incarnare ogni giorno il motto del movimento: “Dio te ne renda merito”.

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    Giovani e lavoro: l’impegno del gesuita Valletti per far rinascere Scampia

    ◊   Un’esperienza di sviluppo di un territorio, come quello di Scampia, a Napoli, puntando sull’integrazione e l’inserimento lavorativo per i giovani e le persone svantaggiate. Questo il principio su cui si fonda la “Cooperativa Sociale La Roccia”, nata nel 2005 dopo alcuni corsi di formazione in grafica, elettricità e sartoria, organizzati nel quartiere della periferia partenopea. Oggi la Cooperativa offre lavoro a 12 persone soprattutto in un laboratorio di sartoria. Salvatore Sabatino ha intervistato il padre gesuita Fabrizio Valletti, responsabile del progetto:

    R. - Il problema è che a Napoli non c’è lavoro, e a Scampia in particolare c’è il deserto. Allora sembrava opportuno che, oltre a preoccuparci della formazione, si potesse sperimentare pure qualche cosa che riguardasse proprio l’attività lavorativa: per i giovani in genere, e poi anche per le donne che sono molto svantaggiate nel nostro ambiente, per ragioni sia di famiglia sia proprio di opportunità lavorative. E allora, questa cooperativa sociale vuole sperimentare il fatto che a Scampia si può lavorare, e si può lavorare regolarmente, superando tutte le barriere del lavoro nero e cercare di mettere anche un po’ di creatività nel lavoro di queste ragazze.

    D. - Queste ragazze, padre Valletti, sono impegnate fondamentalmente in una sartoria. Che cosa si produce?

    R. - Va anzitutto detto che a Napoli noi non riusciamo ad avere commercializzazione, per cui ci facciamo aiutare da un gruppo di persone di fuori Napoli che hanno visto nel settore delle borse di stoffa un’opportunità di vendita; poi, anche camici, qualche vestito, utensili per la cucina, tovaglie …

    D. - Leggendo un po’ di materiale sulla cooperativa “La roccia”, ci si trova di fronte ad uno slogan, che credo sia alla base della vostra attività: “Essere soci, lavoratori, volontari significa vivere lo spirito della cooperazione nel condividere le responsabilità e dimostrare al territorio che si può lavorare onestamente”, un messaggio importante…..

    R. – E’ il nostro principio, anche se bisogna sottolineare che non è facile, perché c’è poca cultura del lavoro. Molte persone rimpiangono sempre la possibilità di arrangiarsi, di fare il lavoro nero. Però, stiamo puntando anche ad un altro laboratorio che entrerà nella cooperativa, che è quello dei ragazzi che lavorano come cartotecnica-legatoria del libro e restauro del libro. E ora anche loro stanno allargando il loro raggio d’azione, anche loro non a Napoli … Però, la speranza è di poter pure “sfondare” in qualche modo qui, sul territorio. La cosa importante è che si dà lavoro a più di 12 persone, che nel nostro ambiente è un piccolo tesoro.

    D. - Un piccolo tesoro che va ad agire - lo ricordiamo - su un territorio, su un tessuto sociale molto particolare: stiamo parlando di Scampia. Questo, però, è un segno concreto di speranza …

    R. - Si vuole dare questa luce, perché altri possano continuare ad impegnarsi e, soprattutto, affinché ci siano investimenti proprio sul piano della produzione.

    D. - Di fatto, questa cooperativa offre un’esperienza di crescita nei valori della cultura, del lavoro, della legalità ma anche della cristianità, immagino …

    R. - L’origine dell’iniziativa è tutta legata al desiderio, che abbiamo come gesuiti, di fare un’esperienza di inserimento nel quartiere, di promozione spirituale, culturale e sociale. E’ un po’ il sogno che padre Arrupe ci ha messo nel cuore, e questo credo che sia abbastanza importante da sottolineare e anche da perseguire; si tratta di un piccolo modello di evangelizzazione, che non sia solamente cultuale o celebrativo, ma anche con una ricaduta sul piano della promozione culturale e sociale. (gf)

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    Crisi e suicidi: nasce "Terraferma" per aiutare imprenditori e lavoratori in difficoltà

    ◊   Quasi tremila suicidi in un anno, uno al giorno per motivi legati al lavoro. I dati pubblicati dall’istituto di ricerca "Eures" sono tragicamente chiari. E con la crisi economica il numero di persone che si sono tolte la vita è aumentato di quasi il 6%, con un incremento vertiginoso pari quasi al 40% fra i disoccupati. Nel Nord-Est, cuore pulsante del tessuto produttivo italiano, il fenomeno è esploso in tutta la sua tragicità: 50 piccoli imprenditori si sono suicidati negli ultimi tre anni. Il servizio di Massimo Pittarello:

    Sono in arrivo in arrivo ulteriori prelievi fiscali per le piccole e medie imprese. Lo afferma uno studio della Confesercenti, secondo cui un piccolo imprenditore, con fatturato di 50 mila euro e con un locale di 100 mq, “per il prossimo anno dovrà sopportare un onere aggiuntivo annuo fra i 3530 euro e i 5180, a seconda del luogo dove opera”. In una situazione così difficile è nata qualche settimana fa un’iniziativa della rete “Imprese Che Resistono”. Si chiama “Terraferma” e coordina in tutto il territorio nazionale psicologi specializzati a sostegno di imprenditori e lavoratori in difficoltà. Abbiamo chiesto al promotore, Massimo Mazzucchelli, quando tale esigenza sia diventata improrogabile:

    R. - E’ diventata improrogabile nel momento in cui si è passati dal non avere nessuna notizia - o comunque nessuna attenzione - del fenomeno dei gesti estremi, all’estremo opposto, ossia dire che è naturale in un momento di crisi, com’è già accaduto in passato, avere un aumento così elevato di suicidi tra i piccoli imprenditori e lavoratori. Questa cosa mi ha preoccupato molto, e mi ha preoccupato soprattutto l’inattività, da questo puto di vista, delle istituzioni. Mi sono detto che la sola cosa possibile da fare, visto che fondi da spendere per dare un aiuto noi, piccoli imprenditori, non ne abbiamo perché li abbiamo investiti tutti nelle nostre imprese, è quella di offrire il sostegno psicologico. Perciò, ho fatto quello che normalmente un imprenditore fa: problema, soluzione e via, partire subito. Visto che la situazione sta tornando a essere molto difficoltosa, mi sono detto di dover fare qualcosa e quindi offrire almeno un sostegno psicologico.

    D. - Una rete di psicologi tradizionali esiste già. Perché non sono idonei ai piccoli imprenditori?

    R. - La grande difficoltà è che il mondo degli psicologi e il mondo degli imprenditori sono molto distanti. Il piccolo imprenditore, normalmente, fa fatica solo a considerare l’idea di rivolgersi a un’altra persona per spiegare i propri problemi. Figuriamoci se dovesse farlo con uno psicologo. La cosa potrebbe essere più facile se quest’iniziativa venisse messa in campo proprio dai piccoli imprenditori, come siamo noi.

    D. - Il senso di depressione, soprattutto per una crisi economica profonda, è piuttosto diffuso. Probabilmente, però, non è solo una difficoltà economica quella che poi genera gli stati depressivi nei piccoli imprenditori…

    R. - No, infatti. I fattori sono diversi perché non c’è un solo problema che, in questo momento, il piccolo imprenditore si trova a dover risolvere. I problemi sono tanti. In particolare, c’è una cosa che è difficile da superare: il fatto che il piccolo imprenditore si sente sempre completamente responsabile per le persone che lavorano per lui. Quasi tutti i piccoli imprenditori hanno, come dipendenti, persone che magari conoscono da tanti anni, che sono vicini di casa. In questa situazione, quando devi spiegare al tuo dipendente - e magari non hai mai dovuto farlo - che devi iniziare a usare la cassa integrazione, e poi devi anche spiegargli che non riesci comunque a far fronte alla situazione, ti trovi in grandissima difficoltà perché l’imprenditore si sente responsabile per le persone che ha assunto nel corso del tempo.

    D. - Nell’opinione comune gli imprenditori, o anche gli autonomi, spesso vengono accusati di essere i primi ad evadere il fisco…

    R. - I problemi più grandi che abbiamo avuto nei confronti dello Stato riguardano le tasse. Con Equitalia, non si hanno problemi se non nel momento in cui si dichiara di dover pagare le tasse, ma non si é in grado di farlo. Noi le tasse vogliamo pagarle, però ci siamo trovati nella condizione di non poterlo fare.

    D. - Qual è la forma depressiva che colpisce l’imprenditore?

    R. - L’imprenditore si trova a dover affrontare tantissimi problemi, tutti insieme, magari anche gravi. Che cosa succede, allora? Succede che, nella difficoltà, si perde un po’ il contatto con la realtà e non si fa quello che normalmente un imprenditore è in grado di fare: prendere cioè il primo problema, quello più grosso, e cercare di risolvere quello, tenendo da parte gli altri. Invece di fare così, l’imprenditore si ferma e non fa nulla. Quindi, in questa situazione, con il passare del tempo, i problemi si aggravano: non ci si rivolge a nessuno per cercare di risolverli, perché l’altra caratteristica dell’imprenditore è quella di essere abituato a risolvere i problemi da sé, non chiedendo assolutamente alcun aiuto, e quindi si chiude un po’ a riccio su se stesso. Di conseguenza la situazione, nel tempo, continua a peggiorare, fino al momento in cui non è più risolvibile. Ho letto spesso che, dopo un gesto estremo da parte degli imprenditori, si va a controllare qual era la situazione e si capisce soltanto in seguito che c’era una situazione difficoltosa nell’azienda o nella famiglia. Prima, però, non lo sapeva nessuno. (vv)

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Germania: Gauck eletto presidente alla prima votazione

    ◊   Joachim Gauck, ex pastore protestante ed ex responsabile dell'organismo che indaga sugli archivi della Stasi, è il nuovo presidente tedesco. Come previsto, la “Bundesversammlung” - l'assemblea federale di 1244 membri composta da deputati del Bundestag e da delegati scelti dai parlamenti dei 16 Laender - ha eletto il 72enne Gauck con una ampissima maggioranza (991 preferenze). Gauck diventa l'11.mo presidente tedesco dopo la Seconda Guerra Mondiale, e succede a Christian Wulff che lo scorso febbraio era stato costretto a dimettersi per uno scandalo di corruzione. (A.G.)

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    Due italiani rapiti in India da un gruppo di ribelli maoisti

    ◊   La Farnesina ha confermato, stamattina, il sequestro di due cittadini italiani in India che sarebbe avvenuto, ieri sera, nel distretto di Kandhamal, nello Stato dell’Orissa. La notizia del rapimento era stata diffusa dalla polizia locale che ha ricevuto un messaggio audio dei rapitori, un gruppo di maoisti guidati dal leader Sabyasachi Panda, in cui vengono avanzate richieste alle autorità in 13 punti, tra i quali il rilascio dei prigionieri politici e lo stop delle operazioni di polizia contro la loro guerriglia. Fissato a stasera il termine dell’ultimatum. Intanto, il ministero degli Esteri italiano ha reso nota l’identità dei due sequestrati: Paolo Bosusco, titolare di un’agenzia di viaggio e originario di un paese della Val di Susa, e Claudio Colangelo, un medico missionario di Rocca di Papa, in provincia di Roma. Assieme ai due, che a quanto pare stavano scattando delle foto ad alcune donne, sono stati prelevati, ma immediatamente rilasciati, anche due cittadini indiani che, sentiti dalla polizia, hanno riferito le intenzioni dei maoisti di non fare del male ai rapiti. Il capo del governo dell’Orissa, Naveen Patnaik, ha risposto all’ultimatum dei rapitori dichiarandosi aperto ai negoziati a condizione che gli ostaggi vengano liberati immediatamente e siano incolumi. Il distretto di Kandhamal è lo stesso dove nel 2008 si sono consumati gli attacchi anticristiani ad opera degli estremisti indù. (A cura di Roberta Barbi)

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    Lampedusa: al via i trasferimenti dei migranti dopo gli ultimi sbarchi

    ◊   Sono iniziati questa mattina i trasferimenti dei migranti che ieri, in tre drammatici sbarchi consecutivi in cui si sono registrati anche cinque morti, sono arrivati a Lampedusa. In tutto, il bilancio degli sbarchi coordinati da Guardia Costiera e Guardia di Finanza, ha portato sull’isola 273 profughi, ospitati in parte in un residence di Cala Creta e in parte nell’Area marina protetta. L’ultimo barcone avvistato è approdato poco prima di mezzanotte e portava con sé 114 profughi libici, tra cui molte donne, tre delle quali incinta, che sono state ricoverate nel poliambulatorio locale. Sono due, invece, un minore di 17 anni che ha riportato gravi ustioni ed è stato trasferito nell’apposito reparto dell’ospedale Civico di Palermo e un uomo con problemi polmonari, i feriti gravi portati via nella notte con l’elisoccorso. Ieri, inoltre, il ministro della Salute Renato Balduzzi ha costituito una task force formata da medici, infermieri e mediatori culturali da inviare a Lampedusa, dichiarata dal governo italiano "porto non sicuro" in seguito all’incendio appiccato da alcuni migranti al centro di prima accoglienza nel settembre scorso. Sull’isola, a trasferimenti avviati, restano circa un centinaio di immigrati, mentre resta aperta la questione del motopesca tunisino con 74 migranti a bordo avvistato in acque maltesi, che ha causato l’ennesimo scontro diplomatico sul tema dell’emergenza immigrazione tra Italia e Malta e che potrebbe risolversi con il ritorno del peschereccio in Tunisia. Questa mattina, infine, un aereo delle forze armate maltesi si è alzato in volo per una ricognizione nella parte sud del Canale di Sicilia dove pare fossero state avvistate altre imbarcazioni di scafisti, una delle quali potrebbe essere affondata. (R.B.)

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    Il cardinale Scola a Gniezno: inquadrare la crisi economica in una prospettiva etica

    ◊   È dedicata a come poter essere buoni cristiani nell’attuale periodo di crisi economico-finanziaria, la IX Assemblea di Gniezno, in Polonia, organizzata sui temi della società civile europea e il ruolo che in essa i cristiani possono assumere. A questa convention hanno partecipato, tra gli altri, il presidente del Pontificio Consiglio per i laici, il cardinale Stalislaw Rylko, il presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Robert Zollitsch, e il cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, che ha offerto all’assemblea la propria analisi dell’epoca moderna, invitando a una presa di coscienza e di responsabilità personali, in vista della costruzione del bene comune anche a costo di sacrifici e rinnovati impegni. Secondo il porporato, non si può accettare una riflessione su temi economici lasciando da parte letture che inquadrino l’economia in una prospettiva etica e antropologica: per questo parlare di crisi è riduttivo, ma si dovrebbe parlare, dunque, di travaglio e transizione. Da questo momento si può uscire solo ristabilendo la fiducia vicendevole: “Ogni uomo è sempre un ‘io-in-relazione’ – ha spiegato il cardinale Scola – da qui si può ricostruire un’idea di famiglia, di vicinato, di città, di Paese, di Europa e di umanità intera”. Se occorre il contributo di tutti, però, avverte il porporato, bisogna allargare la ragione economica e la ragione politica e seguire alcune indicazioni utili che l'arcivescovo di Milano traccia per il cammino dei cristiani nel Terzo Millennio. Innanzitutto rifiutare il concetto secondo il quale lo scambio governi l’intera macchina economica, credenza che riduce l’uomo a un mero homo oeconomicus; in secondo luogo prestare attenzione all’indebolimento delle “voci” che porterebbero all’auspicato allargamento della ragione: in pratica il variegato processo di secolarizzazione in atto che favorisce l’affermazione della mentalità positivistica. Infine, riconoscere che la crisi ha potuto attecchire su un’irresponsabilità diffusa che spinge a spendere ciò che ancora non si è guadagnato, che si compone di cedimenti al consumismo, alla realizzazione immediata dei propri desideri e alla soddisfazione dell’avidità personale. (R.B.)

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    Morto a Hong Kong il re di Tonga Siaosi Tupou V

    ◊   E' morti oggi in un ospedale di Hong Kong, dove era stato ricoverato alcune ore prima, Siaosi Tupou V, re di Tonga, arcipelago che si trova a circa duemila chilometri a nordest della Nuova Zelanda. La notizia, non ancora confermata ufficialmente, è stata diffusa dal sito Matangi Tonga Online. Al momento del decesso, sarebbe stato presente il principe ereditario Tupouto’a Lavaka. Tonga è l’ultimo regno ancora esistente nell’area del Pacifico meridionale. Il re di Tonga era stato ricevuto in udienza dal Papa in Vaticano, lo scorso 24 febbraio. (R.B.)

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    Si è spento mons. Cacciami, sacerdote giornalista, fondatore dell'agenzia Sir

    ◊   È morto ieri sera all’età di 87 anni, mons. Giuseppe Cacciami, sacerdote e giornalista dalla cui intuizione nacque l'agenzia Sir, Servizio di informazione religiosa, che lo ricorda con affetto. Ordinato prete nel 1947, mons. Cacciami ha dedicato tutta la sua vita alla comunicazione, illuminato dall’amore per la Chiesa, vivendo il giornalismo come forma alta di carità intellettuale, ma anche come umile servizio al prossimo, finalizzato ad accompagnarlo nella ricerca di significati, di speranza e di Verità. Questo amore lo ha condotto in vita a essere presidente della Fisc, Federazione italiana settimanali cattolici in cui maturò l’esperienza e l’idea della creazione del Sir, condivisa e sostenuta attivamente dall’allora mons. Camillo Ruini. Mons. Cacciari, nella sua sempre viva lotta per la Verità, era stato anche una figura di spicco dell’Unione internazionale della stampa cattolica, pronto, come l’apostolo Paolo, a prendere la parola con una forza e una chiarezza derivanti da una fede profonda e vissuta giorno per giorno, che gli ha permesso anche di affrontare la grave malattia che lo affliggeva da otto anni. (R.B.)

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    Austria: la Conferenza episcopale in plenaria sull’Anno della Fede

    ◊   La Conferenza episcopale austriaca si riunirà in plenaria a Tainach, in Carinzia, da domani al 23 marzo prossimo. Lo riferisce l’agenzia di stampa cattolica austriaca Kathpress, sottolineando che tra i principali punti in discussione vi saranno i preparativi per l’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI, che inizierà il prossimo 11 ottobre. Nell’assemblea presieduta dal cardinale Christoph Schönborn, presidente della Conferenza episcopale austriaca, i vescovi si consulteranno anche sui risultati delle elezioni dei consigli parrocchiali. I vescovi, informa l’agenzia Sir, si occuperanno anche dell’elaborazione di un libro di preghiere e di canti in lingua tedesca, progetto portato avanti in collaborazione con la Conferenza episcopale tedesca e con la diocesi di Bolzano-Brixen. Inoltre, come è consuetudine, “si discuterà dei temi attuali della Chiesa e della società”. Per il 20 marzo è prevista una Messa celebrata nelle due lingue in uso in Carinzia, il tedesco e lo sloveno, cui potranno partecipare tutti i fedeli. La celebrazione verrà presieduta dall’arcivescovo di Salisburgo, mons. Alois Kothgasser, mentre l’omelia sarà pronunciata dal card. Schönborn. (A.G.)

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    In Sierra Leone, l'Opera Don Bosco per i bambini di strada

    ◊   I salesiani, attraverso l’opera “Don Bosco di Fambul” a Freetown, sono accanto ai bambini della Sierra Leone, afflitti da problemi personali, familiari, scolastici e legali, spesso connessi con i fenomeni di disoccupazione, lavoro minorile, emarginazione, violenze sessuali, mutilazioni genitali e traffico di minori dilaganti nel Paese. L’opera, che è appena stata riconosciuta membro della “Child Helpline International”, riferisce l'agenzia Fides, ha attivato una linea telefonica d’emergenza che funziona 24 ore su 24 e coinvolge assistenti sociali, avvocati e infermieri che offrono il loro aiuto e la loro consulenza professionale gratuitamente. Oltre al "telefono amico", l’opera Don Bosco di Fambul, da 10 anni presente in Sierra Leone, propone un programma di riabilitazione di 10 mesi a circa 70 bambini di strada e che vivono nelle baraccopoli; un progetto di rinnovamento familiare a 1500 giovani e un rifugio a 400 ragazze vittime di abusi, che comprende anche una borsa di studio o un corso di formazione professionale della durata di 18 mesi. (R.B.)

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    Giappone: lettera dei vescovi sulla Quaresima e Fukushima

    ◊   Lasciare da parte i beni materiali e concentrarsi sulla preghiera e sulla carità come vie che avvicinano a Dio: questo il centro della lettera che il presidente della Conferenza episcopale giapponese, mons. Leone Jun Ikenaga, ha scritto ai cattolici nipponici per la Quaresima e in coincidenza con l’anniversario del terribile incidente nella centrale nucleare di Fukushima. “La Quaresima – scrive il vescovo, le cui parole sono riportate da AsiaNews - è da sempre un periodo in cui la Chiesa invita i fedeli ad approfondire la vita di fede personale attraverso la preghiera, i fioretti, la pratica dell’astinenza e di atti di carità”. La preghiera, innanzitutto, include la meditazione e la richiesta allo Spirito Santo di essere illuminati lungo il proprio cammino: mons. Ikenaga cita in proposito la definizione di preghiera che dà San Tommaso d’Aquino: “Se ti rivolgi a Dio, continua a pregare e insieme a lavorare con il cuore, con la lingua e con le azioni. In questo modo, coloro che rivolgono la loro intera vita a Dio, pregano tutto il tempo”. Anche l’astinenza – aggiunge – è molto utile per porre un freno alla tendenza umana a essere affetti da desideri, che di per sé non sono un male se mantenuti moderati e bilanciati. Il vescovo incoraggia, dunque, a vivere lo spirito di povertà e a ricercare una spiritualità più profonda, in modo da affrancarsi dalla dipendenza delle cose materiali, tra le quali, cita l’energia atomica. Soltanto così l’uomo potrà tornare a far trionfare l’amore, il primo comandamento di Cristo e fonte di ogni virtù, come definiva la carità San Paolo nella prima lettera ai Corinzi. (R.B.)

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    Costa d’Avorio: l’impegno dei salesiani per i giovani, futuro del Paese

    ◊   Ad un anno di distanza dall’ultimo conflitto armato in Costa d’Avorio, che ha causato oltre 3 mila morti e migliaia di sfollati, il 40 per cento degli ivoriani, oltre 8 milioni di persone, vive al di sotto della soglia di povertà. A questo si aggiunge l’insicurezza, le difficoltà per l’alfabetizzazione e la disoccupazione. Nel mese di aprile 2011 da Duekoué, ricorda l’agenzia Fides, il missionario salesiano padre Vicente Grupeli, si era rivolto alla comunità internazionale lanciando un appello per far fronte alla crisi umanitaria. Nel cortile della missione, nel corso dell’estate, c’erano ancora 15 mila persone. Attualmente, i salesiani gestiscono a Duekoué un collegio per bambini di strada e un centro di formazione professionale. Nella parrocchia di Santa Teresa del Niño Jesús, dove c’erano oltre 30 mila rifugiati, ne sono rimasti mille. La situazione si va ‘normalizzando’ e, secondo i missionari salesiani, il Paese sta cercando di tornare alla quotidianità. Sono state aperte scuole, mercati e servizi pubblici. Tuttavia, perdurano violenza e insicurezza. Inoltre, le condizioni di vita sono ancora disumane: il 40 per cento della popolazione non riesce a soddisfare i propri bisogni alimentari e il 17 per cento dei bambini risultano malnutriti. Il 50 per cento dei minori non possono andare a scuola, e oltre la metà dei giovani tra i 15 e i 24 anni non sanno né leggere né scrivere. Infine, circa 11 milioni di persone vivono ammassate nella miseria più assoluta degli “slum” delle grandi città. I principali obiettivi da raggiungere per la ricostruzione del Paese, secondo i missionari salesiani, sono la riconciliazione e la convivenza pacifica, e per questo sono fondamentali valori come la formazione dei giovani, che sono il futuro della Costa d’Avorio. Per cercare di conseguire questi obiettivi, le Missioni Salesiane hanno lanciato la campagna “Una sopa para la paz”, per non dimenticare le necessità che ancora ci sono. (A.G.)

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    Colombia: attacco delle Farc contro l'esercito, 11 morti

    ◊   Undici militari colombiani sono rimasti uccisi, e altri due feriti gravemente, in un attacco sferrato dalle Farc, le Forze armate rivoluzionarie, nel nordest del Paese, al confine con il Venezuela. I soldati, secondo quanto confermato dall’esercito, appartenevano alla 18.ma brigata e stavano effettuando un pattugliamento lungo la strada che conduce ad Arauquita, nel dipartimento di Arauca, quando sono stati attaccati. A terra sono rimasti dieci soldati e un sottufficiale, mentre i feriti sono stati trasportati nell’ospedale di San Vincente. Gli ultimi attacchi delle Farc alle truppe regolari risalgono all’ottobre scorso, quando rimasero uccisi 20 militari. (R.B.)

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    Bielorussia: nonostante gli appelli, eseguite due condanne a morte

    ◊   Sono state eseguite venerdì scorso, come ha riferito oggi la tv di Stato, le condanne a morte di Vladislav Kovalev e Dmitri Konovalov, i due 25enni condannati alla pena capitale il 30 novembre scorso dalla Corte Suprema bielorussa che li ha ritenuti colpevoli dell’attentato nella metropolitana di Mosca dell’11 aprile del 2011, in cui persero la vita 15 persone. La Bielorussia è l’unico Paese europeo ad applicare ancora la pena di morte e il governo, in questi ultimi due casi, non ha voluto ascoltare gli appelli arrivati da tutto il mondo come quello, nei giorni scorsi, dell’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Catherine Ashton. In favore della grazia ai condannati a morte, si era espresso al momento dell’emissione della sentenza di condanna anche l’arcivescovo di Minsk-Mahileu, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, che aveva lanciato un appello alle autorità competenti affinché queste commutassero la pena capitale nell’ergastolo. (R.B.)

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    Terra Santa: on line il sito della Basilica del Santo Sepolcro

    ◊   La Custodia di Terra Santa, da sempre affidata ai frati francescani, ha appena messo in Rete il nuovo sito web dedicato alla Basilica del Santo Sepolcro. Le pagine sono consultabili in quattro lingue – italiano, inglese, francese e spagnolo – comprendono brevi testi esplicativi, il tour virtuale fotografico della Basilica voluta dall’imperatore Costantino, la possibilità di scaricare foto di qualità, l’aggiornamento in tempo reale delle news sulla Terra Santa e una sezione dedicata alle testimonianze dei pellegrini antichi e moderni. Prevista anche la diretta streaming delle ormai prossime celebrazioni pasquali. “Vedere e toccare i luoghi trasformati dalla presenza di Cristo è il desiderio di ogni cristiano”, spiegano dalla Custodia. La realizzazione del sito rientra in un progetto più ampio di rinnovamento delle pagine web dei santuari: a breve saranno on line anche quelli di Cafarnao, Getsemani, Natività e Annunciazione. (R.B.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 78

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Barbara Innocenti.