Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 01/01/2012

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa invoca la benedizione di Dio sull'umanità: compito urgente di tutti è educare i giovani alla giustizia e alla pace
  • Migliaia di pellegrini in Piazza San Pietro per il primo Angelus dell'anno
  • Affidare a Dio le tragedie e le speranze del mondo: così il Papa ai Vespri in San Pietro, poi il Te Deum e la visita al Presepe
  • Stati Uniti: eretto Ordinariato Personale a norma della Anglicanorum coetibus
  • Messaggio di Napolitano al Papa: "condivido il suo invito a guardare con fiducia al 2012"
  • Oggi in Primo Piano

  • Colpi di mortaio da Gaza su Israele, palestinese ferito da israeliani. Pizzaballa: pace difficile
  • Passa alla Danimarca la presidenza dell'Unione Europea
  • Gli auguri del presidente Napolitano: “l’Italia può e deve farcela”
  • Marcia della Pace a Brescia. Mons. Giudici: il commercio delle armi rende più poveri i poveri
  • Concluso l'incontro promosso dalla Comunità di Taizé a Berlino. Frère Alois: i giovani vogliono l'unità
  • Ue: 2012, Anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Iran: effettuato test missilistico, messa in funzione prima barra di combustibile nucleare
  • Stato d’emergenza in Nigeria: 50 morti per una disputa territoriale
  • Due morti e quasi seicento feriti in Italia per i festeggiamenti di Capodanno
  • Capitali europee della cultura 2012: la città slovena di Maribor e quella portoghese di Guimarães
  • Cuba: la Chiesa si prepara a celebrare l'Anno Giubilare Mariano
  • Australia: annunciata la celebrazione di un "Anno di grazia"
  • Usa: nel mese di gennaio la Chiesa sensibilizza i fedeli al dramma della povertà
  • Milano: si prepara all'Incontro Mondiale delle Famiglie che sarà concluso dal Papa
  • Francia: la Chiesa si prepara a commemorare i 600 anni della nascita di Giovanna d’Arco
  • Irlanda: al via il 29 gennaio la Settimana delle scuole cattoliche
  • Perù: il 2012 a Huancayo sarà “l’Anno della riconciliazione per la nuova evangelizzazione”
  • Filippine: i vescovi hanno proclamato il 2012 “Anno delle Pontificie Opere Missionarie”
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa invoca la benedizione di Dio sull'umanità: compito urgente di tutti è educare i giovani alla giustizia e alla pace

    ◊   Il Papa invoca la benedizione di Dio sul mondo. Nella Messa d’inizio anno, presieduta nella Basilica di San Pietro nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella 45.ma Giornata mondiale della pace, porge il suo augurio all’umanità perché accolga Cristo: Lui è la vera pace. Il servizio di Sergio Centofanti.

    L’umanità cerca la pace, aspira alla giustizia, desidera l’amore. Il Papa indica la strada: guardare verso Maria, Madre di Dio, “che ha accolto Gesù in sé e lo ha dato alla luce per tutta la famiglia umana” portando la vera benedizione al mondo intero:

    “Come Maria, la Chiesa è mediatrice della benedizione di Dio per il mondo: la riceve accogliendo Gesù e la trasmette portando Gesù. E’ Lui la misericordia e la pace che il mondo da sé non può darsi e di cui ha bisogno sempre come e più del pane”.

    “Educare i giovani alla giustizia e alla pace” è il tema del Messaggio del Papa per questa Giornata: è un compito che riguarda tutti – afferma Benedetto XVI - e “la famiglia umana, dopo le tragedie delle due grandi guerre mondiali, ha mostrato di esserne sempre più consapevole”. Ma educare oggi è “una sfida decisiva … almeno per due motivi”:

    “In primo luogo, perché nell’era attuale, fortemente caratterizzata dalla mentalità tecnologica, voler educare e non solo istruire non è scontato, ma è una scelta; in secondo luogo, perché la cultura relativista pone una questione radicale: ha ancora senso educare?, e poi educare a che cosa?”.

    Quindi aggiunge:

    “Di fronte alle ombre che oggi oscurano l’orizzonte del mondo, assumersi la responsabilità di educare i giovani alla conoscenza della verità, ai valori fondamentali dell’esistenza, alle virtù intellettuali, teologali e morali, significa guardare al futuro con speranza”.

    Per i giovani “oggi più che mai – sottolinea il Papa - è indispensabile imparare il valore e il metodo della convivenza pacifica, del rispetto reciproco, del dialogo e della comprensione”:

    “I giovani sono per loro natura aperti a questi atteggiamenti, ma proprio la realtà sociale in cui crescono può portarli a pensare e ad agire in modo opposto, persino intollerante e violento. Solo una solida educazione della loro coscienza può metterli al riparo da questi rischi e renderli capaci di lottare sempre e soltanto contando sulla forza della verità e del bene”.

    Il Papa indica la responsabilità educativa della famiglia, della scuola e anche delle religioni, chiamate a far conoscere che “Dio è amore, è giusto e pacifico”:

    "Si tratta essenzialmente di aiutare i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, a sviluppare una personalità che unisca un profondo senso della giustizia con il rispetto dell’altro, con la capacità di affrontare i conflitti senza prepotenza, con la forza interiore di testimoniare il bene anche quando costa sacrificio, con il perdono e la riconciliazione. Così potranno diventare uomini e donne veramente pacifici e costruttori di pace”.

    In Gesù “amore e verità” – conclude il Papa - si sono incontrati, “giustizia e pace” si sono baciate:

    "Gesù è una via praticabile, aperta a tutti. E’ la via della pace. Oggi la Vergine Madre ce lo indica, ci mostra la Via: seguiamola! E tu, Santa Madre di Dio, accompagnaci con la tua protezione. Amen”.

    A mezzogiorno il Papa si è poi affacciato dalla finestra del suo studio privato per recitare l’Angelus con i fedeli riuniti in Piazza San Pietro ed è tornato a ribadire l’urgenza di offrire ai giovani nuove opportunità per la loro vita:

    "I giovani guardano oggi con una certa apprensione al futuro, manifestando aspetti della loro vita che meritano attenzione, come il desiderio di ricevere una formazione che li prepari in modo più profondo ad affrontare la realtà, la difficoltà a formare una famiglia e a trovare un posto stabile di lavoro, l’effettiva capacità di contribuire al mondo della politica, della cultura e dell’economia per la costruzione di una società dal volto più umano e solidale”.

    Quindi ha lanciato un appello ai responsabili delle nazioni perché s’impegnino per la pace: “cessino le guerre, le divisioni e le inimicizie tra gli uomini” – è stato il suo auspicio – ci sia “riconciliazione e perdono nelle aree di conflitto” e “una più giusta distribuzione delle risorse della terra”. La “Regina della Pace – è stata la sua preghiera - guardi con tenerezza tutti i bambini segnati dalla violenza, dalla guerra, dalle persecuzioni e che sono alla ricerca di un mondo più fraterno!”. Il Papa ha poi rivolto un “deferente augurio” al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, formulando all’intero popolo italiano “ogni miglior auspicio di pace e di prosperità per l’anno appena iniziato”. Infine, ha salutato tutte le iniziative promosse per la Giornata mondiale della pace ricordando la Marcia di Brescia, organizzata da Pax Christi e Caritas, e quella di Roma dalla Comunità di Sant’Egidio, senza dimenticare i giovani dell’Opera Don Orione e le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare, che stanotte hanno vegliato in preghiera in Piazza San Pietro.

    inizio pagina

    Migliaia di pellegrini in Piazza San Pietro per il primo Angelus dell'anno

    ◊   Oggi in Piazza San Pietro erano presenti migliaia di pellegrini per il primo Angelus dell'anno. Tanta gioia e tanto affetto per Benedetto XVI. Numerose le famiglie con bambini. Ma in che modo hanno accolto l’invito del Papa a diventare educatori di pace soprattutto verso le nuove generazioni? Marina Tomarro ha raccolto alcune testimonianze dei fedeli:

    R. - Attraverso la fede, la preghiera e non demordendo mai, anche nei momenti di difficoltà.

    R. - La pace è quel valore profondo che accomuna tutti: cattolici, protestanti, ebrei … E’ quel punto in comune dove tutti ci possiamo incontrare, possiamo essere educatori di pace soprattutto con l’esempio.

    R. - Penso che la cosa migliore sia partire dalle semplici occasioni di ogni giorno. Insegnare ai ragazzi a non giudicare, a perdonare se si riceve qualche sgarbo, a guardare in positivo anche le altre persone, perché tante volte si è tentati di vedere ciò che è negativo nell’altro e invece aiutarli ad avere uno sguardo sempre positivo verso l’altra persona. Credo che questo sia essenziale.

    R. - Noi come Movimento dell’Amore Famigliare abbiamo organizzato questa notte in Piazza San Pietro la veglia per la pace nelle famiglie, tra le nazioni, in modo particolare, e abbiamo un gruppo di giovani, gli “Amici di Gesù e Maria”, che anche loro sono venuti questa notte a pregare insieme ai loro genitori. L’educazione è proprio questo: fin da piccoli chiedergli di pregare per la pace sia nelle famiglie che nel mondo.

    D. - Oggi è anche la solennità di Maria Santissima Madre di Dio. La figura della Madonna quanto è importante nella tua vita?

    R. – Nella mia vita è centrale. La Madonna è stata Colei che mi ha preso tra le sue braccia, che ha contribuito tantissimo alla mia conversione, che umanamente mi ha avvicinato sempre di più a Dio e, in modo particolare, a Gesù.

    R. - Maria, anche insieme a Giuseppe, per prima ha vissuto le piccole e grandi difficoltà delle famiglie di oggi. Loro per primi ce lo insegnano! E’ proprio un aiuto grande, un esempio. Maria ci dà proprio la consapevolezza che, nonostante le difficoltà, vicino al Signore le cose si possono veramente trasformare. (bf)

    inizio pagina

    Affidare a Dio le tragedie e le speranze del mondo: così il Papa ai Vespri in San Pietro, poi il Te Deum e la visita al Presepe

    ◊   Annunciare la fede nel Verbo fatto carne è il cuore della missione della Chiesa. Lo ha ribadito ieri sera il Papa nel corso della celebrazione, nella Basilica Vaticana, dei primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Una celebrazione che si è conclusa con il tradizionale Te Deum e la visita al presepe in Piazza San Pietro. Benedetta Capelli:

    (Te Deum)

    Un canto, il Te Deum, per varcare la soglia del 2012 e per mettere nelle mani del Signore “le tragedie di questo mondo e le speranze di un futuro migliore”. Il Papa spiega così l’intensità di questo inno dopo aver ricordato l’attesa e la trepidazione di un nuovo anno che ci fa pensare a quanto la vita sia “breve e fugace”. Per questo ci attraversa una domanda: quale senso dare ai nostri giorni soprattutto quelli dolorosi. La risposta, evidenzia Benedetto XVI, “è scritta nel volto di un Bambino che duemila anni fa è nato a Betlemme e che oggi è il Vivente”:

    “Nel tessuto dell’umanità lacerato da tante ingiustizie, cattiverie e violenze, irrompe in maniera sorprendente la novità gioiosa e liberatrice di Cristo Salvatore, che nel mistero della sua Incarnazione e della sua Nascita ci fa contemplare la bontà e la tenerezza di Dio”.

    Una nascita che spazza via “l’angoscia di fronte al tempo che scorre e non ritorna” e che lascia “lo spazio per un’illimitata fiducia in Dio, da cui sappiamo di essere amati”. “L’uomo - aggiunge il Papa - non è più schiavo di un tempo che passa senza un perché”, ma “è figlio di un Dio che ha riscattato l’umanità donandole come nuova prospettiva di vita l’amore, che è eterno”. “La Chiesa – sottolinea il Santo Padre – vive e professa questa verità e intende proclamarla ancora oggi con rinnovato vigore spirituale”:

    “I discepoli di Cristo sono chiamati a far rinascere in se stessi e negli altri la nostalgia di Dio e la gioia di viverlo e di testimoniarlo, a partire dalla domanda sempre molto personale: perché credo?”.

    Si tratta dunque di ravvivare una fede che fondi “un nuovo umanesimo capace di generare cultura e impegno sociale”.

    “Annunciare la fede nel Verbo fatto carne, infatti, è il cuore della missione della Chiesa e l’intera comunità ecclesiale deve riscoprire con rinnovato ardore missionario questo compito imprescindibile. Soprattutto le giovani generazioni che avvertono maggiormente il disorientamento accentuato anche dall’attuale crisi non solo economica ma anche di valori, hanno bisogno di riconoscere in Gesù la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana”.

    Da qui la necessità di sostenere i genitori, “primi educatori alla fede dei loro figli” nella loro missione educativa attraverso opportune iniziative. Il Papa esorta poi a promuovere itinerari appositi per accompagnare le comunità parrocchiali e le realtà ecclesiali nella migliore comprensione dei Sacramenti “attraverso i quali l’uomo è reso partecipe della vita stessa di Dio”:

    “Non manchino alla Chiesa di Roma fedeli laici pronti ad offrire il proprio contributo per edificare comunità vive, che permettano alla Parola di Dio di irrompere nel cuore di quanti ancora non hanno conosciuto il Signore o si sono allontanati da Lui”.

    Il compito più grande è di “essere totalmente al servizio del progetto divino”, “ridonare un’anima a questa nostra società”. Al termine della celebrazione nella Basilica Vaticana, Benedetto XVI ha pregato davanti al Presepe in Piazza San Pietro: una Natività nel segno di Maria e in omaggio a Giovanni Paolo II, il Papa del “Totus Tuus”, beatificato nell’anno che abbiamo appena lasciato.

    inizio pagina

    Stati Uniti: eretto Ordinariato Personale a norma della Anglicanorum coetibus

    ◊   Oggi la Congregazione per la Dottrina della Fede, a norma della Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus, ha eretto l'Ordinariato Personale di The Chair of Saint Peter nel territorio della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d'America. Nello stesso tempo il Papa ha nominato primo ordinario il reverendo Jeffrey Steenson. Già vescovo episcopaliano, il reverendo Steenson ha 59 anni, è sposato e ha tre figli. Nel 2009 è stato ordinato sacerdote cattolico. Ricordiamo che la Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus, firmata da Benedetto XVI il 4 novembre 2009, intende rispondere alle numerose richieste pervenute alla Santa Sede da gruppi di ministri e fedeli anglicani desiderosi di “entrare nella piena e visibile comunione con la Chiesa cattolica” permettendo loro di conservare “elementi dello specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano”.

    inizio pagina

    Messaggio di Napolitano al Papa: "condivido il suo invito a guardare con fiducia al 2012"

    ◊   Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata Mondiale della Pace, ha inviato a Benedetto XVI un messaggio in cui, porgendo i suoi auguri, afferma di condividere l’invito del Papa a guardare il 2012 con un atteggiamento fiducioso, pur essendo ben comprensibile "il senso di frustrazione per la crisi che sta assillando la società, il mondo del lavoro e l'economia" (Messaggio di Benedetto XVI per la 45.ma Giornata Mondiale della pace). “E non c'è dubbio – rileva il capo di Stato - che dai giovani venga l'aspirazione a poter rivolgersi ‘con speranza fondata’ verso il futuro”. Quindi, ribadisce “l'importanza di una rinnovata attenzione che tutte le componenti della società debbono dedicare alle ansie e ai problemi delle giovani generazioni. L'Italia, che ha appena celebrato i 150 anni dell'Unità nazionale, deve volgersi con la massima sollecitudine ai giovani, perché non vi è futuro per un Paese che non sappia salvaguardare il proprio capitale umano più vitale. Ed è indiscutibilmente dall'educazione – aggiunge - che è destinato a partire un impegno comune: chiamando ad esercitare il proprio ruolo in questo campo la famiglia, le istituzioni che hanno compiti propriamente educativi e, in generale, i responsabili politici dalle cui scelte possono trarre sostegno e forza sia le famiglie sia le istituzioni educative”. Napolitano definisce poi “altamente apprezzabile” anche l'appello del Papa ai giovani affinché abbiano "il coraggio di vivere prima di tutto essi stessi ciò che chiedono a coloro che li circondano" e si considerino anche loro "responsabili della propria educazione e formazione alla giustizia e alla pace". Infine, osserva come il Messaggio pontificio definisca la guerra con “esemplare chiarezza”, non come "semplice assenza di guerra" ma come "rispetto della dignità delle persone e dei popoli, assidua pratica della fratellanza".


    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Colpi di mortaio da Gaza su Israele, palestinese ferito da israeliani. Pizzaballa: pace difficile

    ◊   Per questo 2012, appena iniziato, le speranze della comunità internazionale guardano anche al processo di pace in Medio Oriente, con particolare attenzione per i rapporti israelo-palestinesi, gli esiti della primavera araba in Egitto e Siria e la realtà delle comunità cristiane. Questa mattina due colpi di mortaio sono stati sparati da Gaza in territorio israeliano, ma senza fare vittime. Invece, ieri sera, soldati israeliani hanno ferito un palestinese della Striscia di Gaza che non aveva obbedito all'ordine di allontanarsi dal confine. Sulle speranze di pace in quest'area Giancarlo La Vella ha intervistato padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa:

    R. – Credo che una speranza di pace immediata sia difficile. Guardando con un sano realismo cristiano la situazione, è evidente che ci sono situazioni di tensione in tutto il Medio Oriente per i cambiamenti iniziati con la cosiddetta Primavera araba che stanno sconvolgendo la vita sociale di tutto il Medio Oriente. Penso che tutti questi cambiamenti richiederanno ancora molto tempo prima che portino ad una stabilità, quindi anche ad una pace.

    D. - È possibile almeno, sperare nella ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi?

    R. - Forse ci sarà un maggiore dialogo tra le diverse fazioni palestinesi; ma in questo momento, tra palestinesi ed israeliani la vedo un po’ difficile, perché non vedo iniziative concrete che facciano sperare in un cambiamento improvviso.

    D. - Qual è il nodo cruciale che dovrebbe essere affrontato?

    R. - Tutti i nodi sono stati affrontati: profughi, insediamenti, Gerusalemme, i confini… Ora, si tratta solo di avere la volontà di risolvere questi problemi che – ripeto - sono già stati affrontati e anche le soluzioni sono note. Da entrambe le parti c’è stata, e c’è ancora, sofferenza, dolore, frustrazioni, ferite che hanno segnato la vita di intere popolazioni, e che ora sono anche l’origine di una sorta di stanchezza che è anche l’origine di una mancanza di volontà di cambiare, di fare qualcosa. Si dovrà attendere sicuramente del tempo, si dovrà lavorare in diversi ambiti: religiosi, informativi - oltre che politici - perché si riprenda questo filo, e soprattutto fare in modo che questa sofferenza non sia fine a se stessa, ma produca qualcosa di positivo.

    D. - Il 2012 potrà essere un anno nuovo anche per la comunità cristiana?

    R. - Ce lo auguriamo tutti. Il rapporto con la comunità cristiana è un po’ la cartina di tornasole che serve per comprendere che tipo di cambiamenti ci saranno, e in che direzione andranno, non solo in Terra Santa, ma soprattutto, su tutto il Medio Oriente; penso in particolare all’Egitto e alla Siria. I cristiani sono particolarmente esposti in questo momento a persecuzioni, a critiche. È importante comunque, proprio per questo, agevolare e iniziare tutte le possibili vie di dialogo e di convivenza tra la maggioranza e la minoranza cristiana.

    D. - Si è fermato l’esodo dei cristiani?

    R. – In questo momento dalla Terra Santa non c’è il grande esodo. Ci sono ancora persone che se ne vanno, ma non nella misura così acuta che abbiamo visto negli anni passati. Dal resto del Medio Oriente invece, la tentazione è molto forte, soprattutto dall’Egitto e dalla Siria. (bi)

    inizio pagina

    Passa alla Danimarca la presidenza dell'Unione Europea

    ◊   Avvicendamento alla guida semestrale dell’Unione Europea che dalla presidenza polacca passa ora a quella Danese. Il primo semestre del 2012 si presenta come un periodo ricco di sfide per la premier danese Helle Thorning-Schmidt, che si trova di fronte un’Europa disunita politicamente e in preda ad una severa crisi economica. Tra gli impegni che Copenaghen dovrà affrontare anche quello – sottolineato dal ministro degli esteri danese Wammen - di fare da ponte tra i 17 della zona Euro ed i 27 membri dell’Unione, con un occhio particolare alla Gran Bretagna. A Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo, Stefano Leszczynski ha chiesto quale sarà l’impegno della Danimarca, Paese che non aderisce alla moneta unica.

    R. – La Danimarca non fa parte della zona dell’euro però la nuova premier danese conosce bene le questioni europee. E’ stata tra i negoziatori della Costituzione europea e la Danimarca, fra l’altro, il 9 dicembre ha sottoscritto anche lei l’accordo a 26 con l’esclusione del Regno Unito per rendere più incisive le norme per quanto riguarda il governo dell’euro.

    D. – Il 2011 sembra aver segnato anche una sorta di scollamento tra l’opinione pubblica europea e quelle che sono le istituzioni…

    R. - Le opinioni pubbliche nazionali si sono rese conto che l’Unione Europea non è stata in grado di dare risposte alla crisi che ci ha colpito da tre anni a questa parte. La questione è che bisogna chiarire che la responsabilità del fatto che l’Europa non ha dato risposte e soprattutto dei governi nazionali che detengono la maggior parte del potere sulle questioni economiche. Quindi la questione che si pone oggi è di capire se nel 2012 si metterà mano anche ad una riforma dei meccanismi istituzionali per fare in modo che le decisioni non siano prese soltanto dai 27 governi di cui ciascuno cerca di difendere il proprio apparente interesse nazionale ma piuttosto da un sistema di governo a livello europeo.

    D. – Sempre più importanti sono apparse le sfide internazionali che l’Europa dovrebbe affrontare in maniera unitaria, soprattutto in maniera rapida e concreta. Questo sembra ancora un obiettivo lontano…

    R. – Certo, resta il problema del fatto che l’Europa oggi nel mondo non parla con una sola voce, questo anche a causa del fatto che i governi quando hanno fatto il Trattato di Lisbona hanno deciso di mantenere il principio secondo il quale la politica estera è questione di interesse nazionale. Io credo che bisogna cominciare a riflettere sin d’ora, a riprendere il cammino dei padri fondatori, cioè di andare nella direzione degli Stati Uniti d’Europa.

    D. – Nell’ultimo anno ha fatto molto discutere l’asse franco-tedesco. C’è spazio per una politica degli assi in Europa o deve più che altro essere un concerto di politiche tra pari?

    R. - Evidentemente non c’è spazio perché, in quest’ultimo anno, quest’asse ha mostrato di non essere efficace, anzi ha mostrato di non essere capace di dare risposte adeguate al problema del governo dell’economia. Le risposte che l’asse ha proposto sono state risposte sbagliate. In una dimensione europea noi abbiamo bisogno invece di una capacità di governo nel suo insieme. Abbiamo bisogno di istituzioni che rappresentino l’interesse comune.

    D. – Come rispondere a chi invece ritiene che l’Europa sia una realtà in pericolo?

    R. – C’è da dire che in questi anni c’è stata una crescente attenzione di quella che si chiama la società civile organizzata. Io penso alle tante iniziative che sono state prese in Italia, per esempio, anche da parte del mondo cattolico organizzato che ha sempre difeso l’idea di un’Europa più solidale. Questo riguarda anche una dimensione europea più ampia e la presenza di questi elementi attivi, secondo me, sarà una spinta perché nel 2012 si va in una direzione diversa. Gli euroscettici, anche nei sondaggi di opinione, appaiono minoritari, quindi questo in qualche modo ci può dare speranza anche per il futuro. (bf)

    inizio pagina

    Gli auguri del presidente Napolitano: “l’Italia può e deve farcela”

    ◊   “L’Italia può e deve farcela”. La crisi è una grande occasione per il cambiamento e gli inevitabili sacrifici saranno per tutti e non saranno inutili: questi i passaggi principali del tradizionale messaggio di fine anno del presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, che ha illustrato ai cittadini le misure necessarie per uscire dall’emergenza economica, scagliandosi contro la corruzione e l’evasione fiscale. Il presidente ha poi ricordato come occorra “ripensare e rinnovare le politiche sociali”, senza intaccare dignità e diritti del lavoro. Sulle prospettive del mondo del lavoro per questo 2012, Federico Piana ha sentito Andrea Olivero, presidente delle Acli:

    R. – Questa è una delle parole chiavi sulle quali dobbiamo lavorare intensamente, perché è chiaro che i problemi della maggioranza dei cittadini italiani sono connessi al lavoro: o al lavoro che manca, ed è la parte più drammatica, ma anche ai tanti che comunque hanno paura che il lavoro possa mancare o diminuire.

    D. - Secondo lei cosa si dovrebbe pensare per il 2012 per quanto riguarda gli obiettivi?

    R. – Certamente bisogna andare a operare perché ci sia più giustizia e più redistribuzione. Probabilmente ci attendono anni faticosi, difficili, nei quali dobbiamo essere tutti più solidali. Credo che soltanto in questa maniera si possa ripartire. Questo comporta riforme da un punto di vista politico, in particolare la riforma fiscale, e poi una più chiara scelta in favore di quanti sono in condizione di maggiore povertà. Da questa crisi vogliamo uscire tutti un po’ migliori.

    D. – Lei ha parlato di riforme del 2012 ma quali?

    R. – Innanzitutto come dicevo, la riforma fiscale. Abbiamo un fisco che penalizza ancora troppo chi lavora e che invece premia chi ha grandi patrimoni. C’è bisogno di un fisco che tenga conto della famiglia e, inoltre, di una serie di riforme all’interno del mercato del lavoro. C’è bisogno di andare a garantire un accesso al mondo del lavoro per i giovani che via, via, porti a una stabilizzazione e che garantisca quindi la possibilità di far famiglia e di avere speranze e fiducia per il futuro. (bf)

    E sulla famiglia è intervenuto anche il cardinale Angelo Bagnasco, che ha sottolineato, durante il Te Deum di ringraziamento nella Chiesa del Gesù di Genova, che “non tutelare le famiglie a tutti i livelli significherebbe distruggere lo Stato”. Il presidente della Cei si è poi espresso sulla necessità della politica “di regolare la finanza perché sia al servizio del bene generale” e ha invitato l’Italia a “non cospargersi il capo di cenere” in questo momento difficile. Ma come può l’uomo trovare le risorse spirituali per affrontare la crisi? Federico Piana lo ha chiesto a Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo:

    R. – Credo che il Santo Padre Benedetto XVI in questo anno ci abbia ricordato una verità fondamentale: la principale risorsa dell’uomo è l’uomo stesso. Nel tempo della crisi non va in recessione lo spirito dell’uomo, non deve andare in recessione lo spirito dell’uomo. Noi abbiamo risorse straordinarie che devono essere esplicitate in questo tempo nel quale tutto sembrerebbe davvero precipitare nello sconforto e nel pessimismo, perché tutte le crisi – se adeguatamente vissute – ci fanno riscoprire chi siamo, che cosa vogliamo veramente, che cosa vale la dignità dell’uomo. E allora, l’augurio è che il nostro Paese sappia ancora una volta mostrare la forza di una solidarietà operosa, di un’accoglienza che non discrimini, di una capacità di vincere il male con il bene e di riscoprire davvero questa solidarietà intergenerazionale. E’ per noi una grande opportunità, allora, di riscoprire stili di vita autentici, di riscoprire ciò che è essenziale come cifra del nostro vivere comune, e poi mettere mano davvero a questo futuro che vogliamo ancora più improntato ad elementi di pace e di giustizia sociale senza delegare ad altri la responsabilità che il Buon Dio ha affidato ad ognuno di noi. Ecco perché ribadisco: la principale risorsa, nel tempo della crisi, siamo ciascuno di noi. Noi abbiamo risorse straordinarie da mettere in campo. (gf)

    inizio pagina

    Marcia della Pace a Brescia. Mons. Giudici: il commercio delle armi rende più poveri i poveri

    ◊   Brescia ha ospitato ieri la tradizionale marcia della Pace organizzata per la fine dell’anno dalla Caritas italiana e da Pax Christi con la collaborazione della Conferenza episcopale italiana. Preghiere, momenti di silenzio e riflessioni hanno scandito il percorso, culminato a mezzanotte con la Messa nella collegiata dei Santi Nazàro e Celso. Un’occasione per riflettere sul tema scelto dal Papa per la 45.ma Giornata della Pace "Educare i giovani alla giustizia e alla pace". Ma perché la scelta proprio di Brescia? Federico Piana lo ha chiesto al presidente di Pax Christi Italia, il vescovo di Pavia Giovanni Giudici:

    R. – E’ stata voluta proprio qui, a Brescia, perché è un territorio – questo dell’industrialità lombarda – nel quale c’è questo tema della produzione delle armi, e naturalmente fare passi verso la pace vuol dire anche prendere coscienza che c’è un problema nella produzione e soprattutto nel commercio delle armi, perché coinvolge problemi economici, molto gravi, e apre temi di giustizia perché in genere queste armi vengono vendute a Paesi che, per aumentare i propri armamenti, tengono in situazione di difficoltà le popolazioni. E quindi, in questo senso è un tentativo di tener vivo questo tema di “passi verso la pace”.

    D. – Momento importante della marcia di quest’anno è stata anche la riflessione che è stata fatta davanti alle carceri di Mombello per mettere in evidenza la situazione drammatica nella quale vivono i detenuti …

    R. – Intanto, per richiamare sempre daccapo questo tema dell’umanità del carcere. Nella comunità cristiana vogliamo che questo tema sia sempre più chiaro. E poi ci sono anche – come sappiamo – ragioni contingenti nella situazione attuale italiana, per la quale nelle carceri la vita dei carcerati è veramente in condizioni che non sono rispettose della loro dignità.

    D. – In questa Giornata mondiale della pace non dobbiamo dimenticare la preghiera …

    R. – Inizia l’anno. Quindi, cercare la pace, pregare per la pace, pensare alla pace all’inizio dei 365 giorni che compongono l’anno, è un invito a tenere presenti gli aspetti di umanità che sono presenti nel tema della pace: amare le cose giuste. E nello stesso tempo, aprirci alla Rivelazione di Dio, al dono che Dio ci fa della pace: essendo, appunto, una realtà così grande e complessa, noi credenti sappiamo e crediamo che sia innanzitutto un dono di Dio. Che però chiede la nostra collaborazione.

    D. – Il tema di questa Giornata è “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”. Un tema arduo …

    R. – Intanto, perché i giovani sono il nostro futuro; e poi, perché sul tema dei giovani tanto si parla in questi anni, proprio considerando le difficoltà che i giovani hanno ad esempio nell’inserirsi nel mondo del lavoro, quindi nell’essere creativi, persone che preparano essi stessi il loro futuro … E poi, perché i giovani sono il frutto della buona educazione che noi adulti riusciamo a fornire loro e, contemporaneamente, persone che a loro volta – come il messaggio ci richiama – devono fare il loro cammini di formazione personale alla giustizia e alla pace.

    D. – C’è un ruolo molto importante, secondo il Papa, degli educatori, per la formazione alla pace. In primis, i genitori …

    R. – Il Papa ricorda l’esperienza che hanno i genitori e che possono passare alla generazione dei giovani, e la possibilità che hanno i genitori di incontrare i giovani sul terreno degli affetti. E’ chiaro che un giovane nasce e cresce nella sicurezza di sé e del suo rapporto con il mondo nella misura in cui si sente amato. E come ci insegna San Giovanni Bosco, non basta amare un giovane, ma bisogna anche fargli sentire che lo amiamo ... (gf)

    inizio pagina

    Concluso l'incontro promosso dalla Comunità di Taizé a Berlino. Frère Alois: i giovani vogliono l'unità

    ◊   Si è concluso oggi a Berlino il tradizionale “Pellegrinaggio di fiducia” promosso a fine anno dalla Comunità ecumenica di Taizé: migliaia i giovani giunti da tutta l’Europa. Sull'esperienza di questo evento ascoltiamo Frère Alois, priore della Comunità di Taizé, al microfono di Michele Raviart:

    R. - Tre esperienze sono state importanti per noi. La prima è stata che i giovani sono venuti da tutta l’Europa e hanno dato un segno di voler costruire insieme la comunità dell’Europa. In questi tempi è molto importante. La seconda esperienza è stata che sono venuti per pregare con una grande serietà. Oggi dobbiamo cercare condizioni più profonde in un tempo dove le difficoltà economiche sono più grandi e dobbiamo cercare come vivere la fiducia in Dio. La terza esperienza è stata l’unità della Chiesa: c’erano giovani cattolici, protestanti, ortodossi, e hanno vissuto insieme le preghiere tre volte al giorno. E’ stata una esperienza dell’unità che cerchiamo tra le Chiese.

    D. – Come ha visto i giovani che hanno partecipato all’incontro?

    R. – E’ stupendo che siano venuti da lontano! Dall’Europa dell’est, dall’Ucraina per esempio il viaggio non è facile, dalla Bielorussia, ma anche dal Portogallo, dall’Italia meridionale; Berlino è lontana. Volevano incontrarsi, volevano fare l’esperienza di un’amicizia, di una comunione, e forse questo è stato un incoraggiamento per i giovani qui a Berlino.

    D. - Come rilanciare la fiducia in un’epoca di crisi?

    R. – Gli incontri personali sono molto importanti. Non possiamo trovare la soluzione per le difficoltà nell’isolamento, ma dobbiamo cercare insieme di superare la paura e cercare la fiducia tra i popoli in Europa.

    D. – Quale contributo può dare la comunità di Taizé al mondo di oggi?

    R. – Noi siamo una piccola comunità, siamo a Taizé, in questo villaggio in Francia, ma vogliamo accogliere i giovani, ascoltare i giovani perché possano sapere che a Taizé trovano sempre fratelli che li vogliono semplicemente accompagnare nella fede. (bf)

    inizio pagina

    Ue: 2012, Anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale

    ◊   “Promuovere un’idea nuova della terza età”. E’ con questo spirito che la Comunità Europea ha indetto il 2012 come Anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale. Sul significato di questa iniziativa, Lev Sordi ha intervistato Michele Mangano, presidente dell’Auser, associazione di volontariato e di promozione sociale delle persone anziane:

    R. – Promuovere un’idea diversa e positiva della terza età perché si ha un’idea sbagliata, ci sono troppi luoghi comuni attorno alla persona anziana, considerata ancora un peso per la società, un soggetto da assistere, quando invece l’invecchiamento attivo della popolazione è un successo della società e una grande opportunità per le comunità.

    D. – Che cosa è l’invecchiamento attivo?

    R. – E’ una pratica che parte dagli stili di vita, dalla prevenzione e che approda poi, dopo la fase lavorativa, alla possibilità di progettare un nuovo futuro, di continuare a essere utili nella comunità in cui si vive, di sentirsi parte attiva di quella comunità.

    D. – Cosa si intende per solidarietà intergenerazionale?

    R. – Normalmente era legata all’idea che chi lavorava pagava le pensioni per le persone anziane che andavano in pensione. Oggi la situazione è profondamente cambiata. Noi riteniamo che il rapporto intergenerazionale debba essere costruito non solo sulla solidarietà ma anche sulle reciproche opportunità. Costruire economia sociale e costruire attività nelle comunità, volontariato civico, ecc… significa offrire opportunità anche ai giovani. La nuova idea deve essere appunto quella di costruire un rapporto intergenerazionale fondato sulla solidarietà e sulle reciproche opportunità per i giovani e per gli anziani.

    D. – Ci parli della figura dell’anziano in Italia: quali sono le attività che svolge in prevalenza?

    R. – Le attività che svolgono le persone anziane sono molteplici non solo all’interno del nucleo famigliare. L’altro aspetto importante è l’impegno esterno alla famiglia, cioè, il volontariato diretto alla persona attraverso, per esempio, l’assistenza alle persone che vivono da sole e che non possono deambulare, portare la spesa a casa, i farmaci, accompagnarli alle visite mediche… E c’è un altro aspetto, forse meno conosciuto, che è l’impegno civico che le persone anziane svolgono nelle comunità per valorizzare i beni comuni: la presenza nei musei, nelle biblioteche, nei giardini… Senza questa presenza e questo volontariato civico molte attività non potrebbero essere svolte.

    D. – Quali sono gli obiettivi di Auser per il 2012?

    R. – L’obiettivo fondamentale è proprio quello di essere presenti e partecipi in questo appuntamento che è l’Anno europeo sull’invecchiamento attivo e per un nuovo patto intergenerazionale. Vorremmo costruire insieme alle altre associazioni di volontariato e di promozione sociale una vera e propria piattaforma da portare a livello nazionale ed europeo per sconfiggere l’idea di un anziano “peso” per la società e proporre un’idea diversa e positiva della terza età e, nello stesso tempo, un credito sociale da riconoscere alle persone anziane che svolgono un impegno civico nella loro comunità. (bf)

    inizio pagina

    Nella Chiesa e nel mondo



    Iran: effettuato test missilistico, messa in funzione prima barra di combustibile nucleare

    ◊   Un missile terra-aria di produzione interamente iraniana e in grado di eludere radar e apparecchiature elettroniche. Questa la risposta di Teheran alle sanzioni Usa approvate ieri dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Un provvedimento che introduce il congelamento dei beni per tutte le istituzioni finanziarie che intratterranno rapporti con la banca centrale iraniana nel settore petrolifero. Obiettivo delle sanzioni è costringere l'Iran ad abbandonare il suo programma nucleare. Un'opzione di certo non gradita da Teheran che, qualora la comunità internazionale esercitasse nuove pressioni in tal senso, ha minacciato il blocco dello Stretto di Hormuz, cruciale snodo per l'esportazione petrolifera, attraverso il quale transita il 40% del greggio mondiale. Il test missilistico di oggi, più volte annunciato e rimandato, è il risultato più eclatante delle esercitazioni militari che l'esercito iraniano sta tenendo sullo Stretto da dieci giorni e che termineranno domani. Intanto, scienziati iraniani hanno testato la prima barra di combustibile nucleare prodotta con uranio proveniente dai giacimenti minerari del Paese. E' quanto si legge sul sito dell'Organizzazione per l'energia atomica iraniana. La barra, spiega il sito, "dopo essere stata sottoposta ai controlli fisici, è stata inserita nel nucleo del reattore di ricerca di Teheran, per vedere il suo funzionamento". (A cura di Michele Raviart)

    inizio pagina

    Stato d’emergenza in Nigeria: 50 morti per una disputa territoriale

    ◊   Il presidente della Nigeria Goodluck Jonathan ha dichiarato lo stato d’emergenza in molti Stati del Nord del Paese, funestate dagli attacchi della setta islamista “Boko Haram”, già responsabile dell’attentato contro la minoranze cristiane durante la Messa dello scorso Natale. La decisione comporta la chiusura di parte della frontiera con Niger, Ciad e Camerun e maggiori poteri alle forze di polizia. Intanto 50 persone sono morte ieri nello Stato orientale di Ebonyi, a causa di una disputa territoriale interetnica. Il contenzioso, che riguarda alcuni terreni agricoli, risale al 2008. “Si pensava che la lite fosse stata risolta”, ha affermato il portavoce statale Onyekachi Eni, che ha precisato come questi incidenti non siano in nessun modo collegati alle violenze nel resto del Paese. (M.R.)

    inizio pagina

    Due morti e quasi seicento feriti in Italia per i festeggiamenti di Capodanno

    ◊   Doveva essere il capodanno dei divieti, ma anche quest’anno è grave il bilancio delle vittime in Italia per i festeggiamenti per l’ultimo dell’anno: 2 i morti e 595 i feriti, dei quali 76 sono minori di 12 anni. A Roma un uomo è rimasto ucciso e una bambina di 4 anni è in gravi condizioni in seguito all’esplosione di un appartamento nel quartiere di San Basilio, innescata da una reazione a catena di fuochi d’artificio. A Casandrino, in provincia di Napoli, un uomo è deceduto davanti al suo ristorante, probabilmente a causa di un proiettile vagante esploso accidentalmente da qualcuno che stava festeggiando il nuovo anno con una pistola. Rispetto allo scorso anno il numero dei feriti è aumentato (498 nel 2011), ma sono diminuiti quelli con lesioni gravi (35 rispetto a 44).

    inizio pagina

    Capitali europee della cultura 2012: la città slovena di Maribor e quella portoghese di Guimarães

    ◊   La città slovena di Maribor e quella portoghese di Guimarães sono state dichiarate dall’Ue “capitali europee della cultura 2012”. Nell’ambito del programma di “Coesione regionale orientale”, Maribor associa alle attività dell’ “Anno” cinque città dell’area orientale e meridionale del Paese, ognuna delle quali apporterà la propria specificità culturale. Velenje porrà in rilievo l’eredità industriale, Ptuj, insigni monumenti di epoche passate e attrattive etnologiche, Novo Mesto, le situle (vasi da mensa), Murska Sabota, la cultura rurale, Slovenj Gradec, il titolo di “messaggera della pace” ricevuto dalle Nazioni Unite. Si tratta di una regione a basso livello di sviluppo, alla quale l’accresciuta consapevolezza della propria tradizione culturale e delle possibilità offerte dal settore recherà un beneficio significativo sul piano dell’integrazione nazionale e dell’innalzamento del tenore di vita. Maribor è la seconda città slovena per grandezza e popolazione, dopo la capitale Ljubljana e costituisce un importante centro economico e culturale. In occasione della leadership culturale europea, un variegato programma di eventi si terrà nel primo semestre del 2012 nelle cinque città partner del progetto, mentre a Maribor le manifestazioni avranno luogo da luglio a dicembre; le iniziative previste includono festival, proiezioni di film, mostre di arti figurative, incontri letterari con artisti e autori di spicco, concerti con artisti di strada e gruppi locali, nazionali e internazionali. Guimarães, a sud-est di Braga, è considerata la “culla del Portogallo”, poiché fu teatro della vittoria del conte Don Afonso Henriques sulle truppe di León e Castiglia, nel 1128 a São Mamede, che segnò la nascita della nazione portoghese. Verso la metà del secolo XIX venne intrapreso un processo di trasformazione urbana che iniziò con l’abbattimento della cinta muraria e proseguì con la costruzione di strade, viali e parchi: un processo accompagnato da interventi per la conservazione del centro storico della città, dichiarato nel 2001 dall’Unesco “patrimonio mondiale dell’umanità”. Sede di industrie tessili, di fiorenti attività commerciali e artigianali, soprattutto nei settori della coltelleria e dell’oreficeria, la città ospita gli edifici dell’Università del Minho, fattore strategico di conoscenza e di innovazione per l’intera regione. Gli eventi programmati in vista dell’anno culturale prevedono manifestazioni che spaziano dal cinema alla fotografia, dall’architettura alla letteratura, dalla filosofia al teatro e all’arte di strada, con particolare attenzione alla commemorazione dei principali eventi storici nazionali e alle tradizioni civili e religiose. Da parte sua, la Chiesa Cattolica ha manifestato il desiderio di volersi associare al duplice riconoscimento nazionale per il 2012, la concessione a Guimarães del titolo di “capitale culturale” e, a Braga, quello di “capitale europea della gioventù”. Come annunciato in conferenza stampa nel giugno scorso dall’arcivescovo di Braga Jorge Ortiga, il programma ecclesiale di ambito culturale include un circuito di visite a chiese monumentali e una serie di concerti di musica sacra; si sta anche pensando allo svolgimento di un incontro del “Cortile dei Gentili”, la struttura di dialogo con i non credenti facente capo al Pontificio Consiglio della Cultura. (A cura di Marina Vitalini)

    inizio pagina

    Cuba: la Chiesa si prepara a celebrare l'Anno Giubilare Mariano

    ◊   La Chiesa a Cuba si prepara con fervore all’Anno Giubilare Mariano, convocato dall’episcopato dal 7 gennaio 2012 al 5 gennaio 2013 in occasione del IV centenario del rinvenimento dell’immagine della Madonna della Carità, patrona della nazione. A ritrovare l’immagine nelle acque in tempesta della baia di Nipe furono due fratelli indigeni, Juan e Rodrigo de Hoyos e il piccolo creolo Juan Moreno, usciti di prima mattina in canoa per la raccolta del sale. La piccola effigie, appoggiata su una tavoletta con l’iscrizione “Sono la Vergine della Carità”, raffigurava Maria con il Bambino nel braccio sinistro; Gesù appariva con la mano destra sollevata in gesto benedicente e con il globo nella sinistra. Alla Madre del Signore venne inizialmente dedicata una cappellina e, successivamente, chiese più grandi, fino all’odierno santuario nazionale sito nella località detta di “El Cobre” per la presenza nella regione di miniere di rame. Nostra Signora della Carità del Cobre è chiamata anche “la Mambisa”, a causa della speciale devozione che le tributarono i patrioti dell’indipendenza cubana, i “mambises”. Nel presentare l’Anno Giubilare i vescovi si soffermano sul gioioso annuncio della visita nell’isola di Benedetto XVI, che si farà “pellegrino della carità” per confermare la fede del popolo cubano nella ricorrenza dei quattro secoli di venerazione dell’effigie mariana. Per una più intensa partecipazione di tutti i fedeli allo spirito del Giubileo, i presuli propongono quattro azioni evangelizzatrici da compiersi nel corso dell’anno: l’attenzione al prossimo sofferente e il comportamento misericordioso, in Quaresima e Settimana Santa; un tempo di speciale vicinanza e ascolto della parola di Dio, in coincidenza con la festa della Patrona (8 settembre); l’abbandono di divisioni, rancori e inimicizie in nome della riconciliazione, rispetto e unione fraterna, in Avvento e a Natale; il pellegrinaggio al Santuario Giubilare del Cobre di comunità, famiglie e singoli fedeli, come atto proprio del Giubileo secondo la tradizione cristiana. In preparazione alla ricorrenza centenaria, la peregrinatio dell’effigie mariana nelle diocesi dell’isola ha anticipato il carattere autentico dell’Anno Giubilare, che intende essere manifestazione e approfondimento della fede, riscoperta delle radici cristiane del popolo cubano e accoglienza gioiosa e responsabile degli insegnamenti del Cristo, per un futuro di giustizia e di pace, di riconciliazione e di unità fra tutti. (M.V.)

    inizio pagina

    Australia: annunciata la celebrazione di un "Anno di grazia"

    ◊   La Conferenza episcopale australiana ha annunciato la celebrazione di un “Anno di Grazia”, che si terrà dalla Pentecoste 2012 alla Pentecoste 2013 con la finalità di costruire il futuro della Chiesa in Australia mediante la preghiera e la riflessione di tutti i fedeli e dei loro pastori. In anni recenti la comunità di fede in Australia ha ricevuto due doni “straordinari”: lo svolgimento della Giornata Mondiale della Gioventù nel 2008 a Sydney e la canonizzazione della prima santa australiana - la religiosa Mary MacKillop - tenutasi in Vaticano nell’ottobre 2010. Nella visione dei vescovi il messaggio lasciato dai due eventi dovrà restare vivo nel futuro e contribuire a rinsaldare la fede e l’unità tra i cattolici del Paese. Alla luce della Novo Millennio Ineunte (Cap. III), l’ “Anno di Grazia” esprime la volontà di “ripartire da Cristo”, per “attingere un rinnovato slancio nella vita cristiana”, ascoltando la voce di Gesù con più profonda attenzione e con un nuovo senso di appartenenza ecclesiale. Costruire una spiritualità di comunione, contemplare il volto di Cristo e intraprendere la missione per la nuova evangelizzazione: sono i tre temi principali di un percorso che incoraggerà l’ascolto della Parola di Dio, la maggior consapevolezza dell’azione dello Spirito nell’esistenza quotidiana e la risposta costante alla chiamata di Gesù nella vita personale e comunitaria. (M.V.)

    inizio pagina

    Usa: nel mese di gennaio la Chiesa sensibilizza i fedeli al dramma della povertà

    ◊   Si rinnova negli Stati Uniti l’annuale iniziativa di sensibilizzazione alla povertà – il Poverty in America Awareness Month - cui l’episcopato locale dedica l’intero mese di gennaio. Nel lanciare la campagna volta a suscitare maggior consapevolezza sulla crescente indigenza nazionale, il vescovo Jaime Soto, responsabile del Dipartimento episcopale per la Giustizia, la Pace e lo Sviluppo Umano, pone l’accento sui più recenti dati in proposito, che stimano in circa 46 milioni il numero di persone al di sotto della soglia di povertà. Il presule sottolinea come le attività programmate si inseriscano nella promozione della cultura della vita, secondo la quale la comunità cristiana è associata alle speranze, lotte e dolori dei poveri e degli afflitti, camminando fianco a fianco con le famiglie migranti verso una società resa più forte e sicura dalla loro inclusione. “Abbracciamo la futura madre e il nascituro – ha aggiunto mons. Soto nella circostanza – dando ad entrambi speranza ed opportunità, poiché la qualità della nostra sanità e la nostra stessa salute morale si misura dal livello delle cure che dispensiamo ai più vulnerabili e dalla condivisione delle fatiche con chi affronta quotidianamente un lavoro pesante. In occasione del “Mese di sensibilizzazione alla povertà” una nuova pagina su Facebook permetterà al grande pubblico di conoscere le iniziative quotidiane di sostegno alle famiglie svantaggiate e di diffusione di statistiche aggiornate sullo stato di indigenza della popolazione; i sussidi appositamente elaborati sono inoltre destinati ai direttori diocesani di azione sociale e al ministero sociale di parrocchie e istituti religiosi. Si intende anche coinvolgere nell’impegno comune per lo sradicamento della miseria i media e le scuole di ogni ordine e grado, affinchè la povertà sia al centro delle preoccupazione dei cittadini e, in particolare, delle giovani generazioni. (M.V.)

    inizio pagina

    Milano: si prepara all'Incontro Mondiale delle Famiglie che sarà concluso dal Papa

    ◊   C’è attesa per l’Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. L’evento ha una cadenza triennale ed è stato promosso per la prima volta da Giovanni Paolo II nel 1994 a Roma. Da lì l’appuntamento si è spostato nel 1997 a Rio de Janeiro (Brasile), nel 2000 di nuovo a Roma, nel 2003 a Manila (Filippine), nel 2006 a Valencia (Spagna) e nel 2009 a Città del Messico. Quella di Milano sarà dunque la settima edizione. Il tema scelto, in stretta continuità con il convegno ecclesiale di Verona del 2006, è “La famiglia: il lavoro e la festa. La macchina organizzativa – riferisce l’agenzia Sir - si è messa in moto da tempo, le prime iniziative sono partite lo scorso settembre e da gennaio si entrerà nel vivo della fase preparatoria dell’incontro. Sulla base dei numeri registrati in occasione dei precedenti appuntamenti, gli organizzatori attendono fino a un milione di persone per la Messa di domenica 3 giugno alla presenza del Santo Padre. Circa la metà sono invece i partecipanti attesi alla festa di sabato 2 giugno, anch’essa alla presenza del Papa. Annunciando la sua partecipazione all’incontro con una lettera al cardinale Dionigi Tettamanzi, Benedetto XVI scriveva: “Occorre promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a recuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà”. Proprio la quotidianità della vita familiare è al centro dell’attenzione, della riflessione e della preghiera, come occasione di cammino nella società e nel mondo. Il lavoro e la festa sono modalità privilegiate attraverso le quali la famiglia, luogo di relazioni, abita lo spazio sociale di vita e di lavoro e riesce a umanizzare il tempo in occasione della festa. Su questi binari scorre la strada per riscoprire la famiglia come “patrimonio di umanità” e riportarla al centro delle attenzioni non soltanto della Chiesa ma dell’intera società e, magari, della politica. Intenso il programma dell’Incontro. Martedì 29 maggio vi sarà l’accoglienza dei partecipanti. Mercoledì 30, giovedì 31 maggio e venerdì 1 giugno 2012: Congresso internazionale teologico-pastorale con relazioni e seminari sul tema “La Famiglia: il lavoro e la festa”, riflessioni sulle politiche per le famiglie, incontri con esperienze significative del territorio; eucaristie nelle parrocchie o per gruppi linguistici; festa nelle città e nelle parrocchie di riferimento. Venerdì 1° giugno è poi in programma una serata al Teatro alla Scala per le delegazioni provenienti dalle varie nazioni e un’adorazione eucaristica in Duomo. Sabato 2 giugno, festa delle testimonianze con la presenza di Benedetto XVI. Domenica 3 giugno, infine, la Santa Messa presieduta dal Papa. (R.P.)

    inizio pagina

    Francia: la Chiesa si prepara a commemorare i 600 anni della nascita di Giovanna d’Arco

    ◊   Era il 6 gennaio 1412 quando a Domrémy, in Francia, nasceva Giovanna d’Arco. A 600 anni da questa data, la Chiesa francese si prepara a celebrare la sua eroina, colei che Benedetto XVI, nell’Udienza generale del 26 gennaio 2011, ha indicato come esempio di “una misura alta della vita cristiana: fare della preghiera il filo conduttore delle nostre giornate, avere piena fiducia nel compiere la volontà di Dio, qualunque essa sia; vivere la carità senza favoritismi, senza limiti e attingendo, come lei, nell'Amore di Gesù un profondo amore per la Chiesa”. Sono molti gli eventi in calendario per commemorare questo avvenimento: il 6 gennaio, nella provincia di Vosges, a cui appartiene la cittadina di Domrémy, il vescovo di Saint-Dié, mons. Jean-Paul Mathieu, celebrerà una Messa; seguirà poi la proiezione di un film ed un dibattito sull’importanza della “Pulzella d’Orléans”. Lo stesso giorno, la Chiesa d’Orléans terrà una cerimonia solenne presieduta dal vescovo locale, mons. Jacques Blaquart, nella cattedrale della Santa Croce. Nel tempo di Quaresima, inoltre, tutte le parrocchie della zona saranno invitate a riflettere su alcuni temi legati alla storia di Giovanna d’Arco, come la pace, l’ascolto della voce di Dio ed il dono di sé. L’11 febbraio è previsto anche un pellegrinaggio a piedi da Domrémy a Vaucouleurs, dove la Santa trovò rifugio prima di incontrare il Delfino di Francia, il futuro Re Carlo VII. Ma il culmine dei festeggiamenti si avrà il 13 maggio quando, nella Basilica di Domrémy, si svolgerà una Messa solenne presieduta dall’arcivescovo di Parigi, il cardinale André Vingt-Trois. La celebrazione sarà preceduta da una cerimonia istituzionale davanti alla casa natale di Giovanna d’Arco e, la sera prima, da una veglia animata da bambini e giovani consacrati. Infine, a Rouen, dove la Pulzella venne messa al rogo nel 1431, tra il 28 ed il 29 giugno si terrà un Festival diocesano a lei dedicato e che vedrà una Messa solenne presieduta dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. “Giovanna d’Arco era una giovane libera, determinata, intrepida, che ha saputo nutrire le sue convinzioni grazie alla sua capacità di ascolto – afferma mons. Mathieu – E può essere un esempio per noi, in un mondo in cui mettersi all’ascolto non è facile e in cui c’è bisogno di persone, soprattutto giovani, che credano nel futuro e siano determinate a portare a termine i loro impegni”. “Era una persona di fede, dalla forte spiritualità – conclude il presule – Non si può negare l’esperienza cristiana di Giovanna d’Arco”. (I.P.)

    inizio pagina

    Irlanda: al via il 29 gennaio la Settimana delle scuole cattoliche

    ◊   “Le scuole cattoliche, il corpo del Cristo vivente attivo nel nostro mondo”: su questo tema si svolgerà in Irlanda, dal 29 gennaio al 4 febbraio prossimi, la Settimana delle scuole cattoliche. Come informa il sito della Conferenza episcopale irlandese, il tema scelto riflette quello del 50.mo Congresso eucaristico internazionale in programma a Dublino dal 10 al 17 giugno 2012, ovvero “L’Eucaristia, comunione con Cristo e tra di noi”. “Quest’anno – si legge ancora nel sito – la Settimana delle scuole cattoliche riflette sulla scuola come una comunità che ha, come obiettivo, il pieno sviluppo dei suoi alunni. Le scuole cattoliche sono composte da allievi, docenti, genitori, direttori e mecenati. Esse costituiscono una parte vitale della comunità locale. Come dice il proverbio, ‘Ci vuole un intero villaggio per crescere un bambino e, a suo modo, ogni scuola rispecchia la comunità locale nella sua attenzione per la crescita degli allievi”. Per questo, la Chiesa irlandese ricorda che “quando la comunità della scuola cattolica celebra la Messa”, veramente essa “partecipa della comunione con Cristo e tra tutti i propri membri”. “Nessun allievo è immune da una liturgia ben celebrata”, ribadiscono i vescovi di Dublino, perché “la comunità delle scuole cattoliche, nella fase cruciale della vita dei giovani, rappresenta la Chiesa che rende Cristo presente, specialmente nell’avere cura dei ragazzi”. Per aiutare la celebrazione della Settimana, la Conferenza episcopale irlandese ha preparato dei sussidi informativi e formativi che verranno distribuiti nella scuole e nelle parrocchie, affinché tutti gli interessati ne possano usufruire. Come negli anni precedenti, inoltre, anche i nonni verranno coinvolti nell’iniziativa, poiché essi “rappresentano un legame vitale che aiuta i ragazzi ad esseri grati alla missione portata avanti dalla scuola ed a guardare verso il futuro con gioia e speranza”. Inoltre, in vista del Congresso eucaristico internazionale, durante la Settimana “le scuole cattoliche sono invitate a far sì che gli studenti partecipino, celebrino e riflettano sull’Eucaristia, riconoscendo Cristo presente nella scuola e conducendo una vita di comunione e di condivisione”. La presentazione ufficiale della Settimana si terrà il 26 gennaio, presso il St. Mary’s College di Dundalk: fondato nel 1861, l’Istituto è guidato dai Padri Maristi ed accoglie più di 650 studenti delle scuole secondarie. (I.P.)

    inizio pagina

    Perù: il 2012 a Huancayo sarà “l’Anno della riconciliazione per la nuova evangelizzazione”

    ◊   L'arcivescovo di Huancayo, mons. Pedro Barreto Jimeno, ha indetto per il 2012 l’ "Anno della Riconciliazione, per la nuova evangelizzazione". L’annuncio è stato dato durante la celebrazione dei 67 anni della fondazione dell’arcidiocesi di Huancayo. La celebrazione principale si è svolta nello stadio del centro sportivo della città di La Oroya, con la partecipazione delle delegazioni delle cinque vicarie: Yauli, Jauja, Concepción, Chupaca e Huancayo. Mons. Barreto ha detto che l'anno 2012 sarà in primo luogo un tempo di riconciliazione con Dio a livello personale, poi un incontro con il Cristo vivo e risorto, ma anche momento di riconciliazione con i fratelli. "Vogliamo rendere la nostra Chiesa una vera famiglia, una grande famiglia, una famiglia di Dio" ha detto l’arcivescovo. Nella nota inviata all’agenzia Fides dalla Conferenza episcopale peruviana si legge che l’arcivescovo ha evidenziato: “la figura della Vergine Maria è un simbolo di vita, fede, fiducia e speranza. Maria è un esempio d’amore, di carità, la carità che viene da Dio, esempio di servizio". Quindi ha invitato i fedeli a seguire l'esempio di Maria, perché la storia del genere umano non è in balia dei politici o di chi detiene il potere economico, ma è nelle mani di Dio, e Dio vuole contare su di noi, per rendere ancora una volta viva la sua presenza in mezzo a noi. La diocesi di Huancayo venne fondata da Papa Pio XII con la Bolla “Supremunapostolatusmunus” del 18 dicembre 1944, separandola dall’antica diocesi de Huanuco. Il suo territorio era nel dipartimento di Junin, il primo vescovo fu mons. Leonardo Rodríguez Ballón. Con la Bolla “Quamsitchistifidelibus” del 30 giugno 1966, la diocesi fu elevata ad arcidiocesi, e il suo primo arcivescovo fu mons. Mariano Jacinto Valdivia y Ortiz. (R.P.)

    inizio pagina

    Filippine: i vescovi hanno proclamato il 2012 “Anno delle Pontificie Opere Missionarie”

    ◊   La Conferenza episcopale delle Filippine ha proclamato il 2012 “Anno delle Pontificie Opere Missionarie”, per rendere tributo agli 80 anni di generoso servizio nel Paese delle Opere medesime (1932-2012). In una lettera diffusa per commemorare la ricorrenza, l’arcivescovo di Cebu, mons. Jose S. Palma, richiama l’obiettivo comune alle quattro realtà ecclesiali, quello di dare concreta attuazione all’impegno generale di promuovere lo spirito missionario nel cuore del Popolo di Dio. Nella Redemptoris Missio – si legge nel testo del presule filippino – il Beato Giovanni Paolo II notava come il compito primario nella promozione missionaria spetti alle Pontificie Opere, che portano alla missione della Chiesa uno spirito di universalità e di servizio (RM, n. 84). Vengono quindi esaminate le specifiche aree di responsabilità degli organismi, a cominciare dall’Opera della “Propagazione della Fede”, alla quale appartiene la promozione della corresponsabilità e dello zelo missionario, in particolare attraverso le attività della Giornata Mondiale della Missione. “San Pietro Apostolo” ha specialmente a cuore la formazione spirituale e intellettuale del personale apostolico (sacerdoti e catechisti) nei territori di missione. Alla “Infanzia Missionaria” è affidato l’impegno di suscitare nei bambini autentica sensibilità missionaria attraverso iniziative di sostegno ai loro coetanei nei cinque Continenti; da parte sua, l’”Unione missionaria del Clero” rafforza e sottolinea le dimensioni missionarie della vita sacerdotale e promuove iniziative di preghiera per l’aumento delle vocazioni missionarie. Lo speciale “Anno” commemorativo decorrerà dal 1° gennaio al 31 dicembre 2012 e sarà scandito da un’ampia gamma di attività, con incontri di preghiera nelle parrocchie, forum e seminari, attività missionarie nelle scuole cattoliche. Nella sua fase finale, l’iniziativa ecclesiale filippina si svolgerà in parallelo all’ “Anno della Fede”, stabilito da Benedetto XVI nel periodo 11 ottobre 2012-24 novembre 2013 e indetto con la Lettera Apostolica in forma di Motu proprio “Porta fidei”. All’ “Anno” medesimo è collegata l’Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi, che il Santo Padre ha convocato in ottobre prossimo sul tema de “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Nel 2012 la Chiesa universale commemora inoltre il 50.mo dell’apertura del Concilio Vaticano II e i vent’anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. (M.V.)

    inizio pagina
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli.