Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 29/04/2012

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI ai sacerdoti ordinati stamane in San Pietro: quando la Croce sarà più pesante sarà l'ora più preziosa. Il Papa al Regina Caeli rivolto ai giovani: siate attenti alla voce di Dio
  • Nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura, elevato agli onori degli altari Giuseppe Toniolo “economista di Dio”
  • In Francia la Beatificazione di padre Toulorge, “martire della verità”
  • Oggi in Primo Piano

  • Attacchi contro i cristiani in Nigeria e Kenya. Oltre 20 morti
  • Paesi europei bloccati dalla crisi: le risposte della finanza etica. Intervista a Fabio Salviato
  • Unicef: milioni di adolescenti africani penalizzati da ritardi nell'istruzione
  • Si celebra oggi la Giornata per le vittime delle armi chimiche. Commento di Emanuele Schibotto
  • Incontro a Roma degli universitari europei nel primo anniversario della beatificazione di Giovanni Paolo II
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Spagna: si celebra oggi la Giornata delle vocazione native
  • Terra Santa: a maggio la II edizione del Magnificat Open Music
  • Francia: il 7 luglio la seconda edizione della "Notte delle chiese”
  • Vietnam. Emergenza nel sud: ceppo virale colpisce migliaia di bambini
  • India. Congresso missionario in Kerala: le strade dell’evangelizzazione
  • Thailandia: educatori cattolici sfidano crisi morale e materialismo
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI ai sacerdoti ordinati stamane in San Pietro: quando la Croce sarà più pesante sarà l'ora più preziosa. Il Papa al Regina Caeli rivolto ai giovani: siate attenti alla voce di Dio

    ◊   Quando il peso della Croce si farà più pesante, quella sarà l’ora più preziosa: lo ha ricordato Benedetto XVI ai nove seminaristi della diocesi di Roma, ordinati durante la Messa celebrata stamane nella Basilica di San Pietro, nella IV domenica di Pasqua intitolata al Buon pastore, come da tradizione romana. Un auspicio particolare, nell’odierna Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, il Santo Padre ha poi rivolto al Regina Caeli perché tutti i giovani siano attenti alla voce di Dio. Il servizio di Roberta Gisotti:

    ‘Il buon pastore dà la propria vita per le pecore’, “Gesù insiste - ha rammentato all’omelia Benedetto XVI - su questa caratteristica essenziale del vero pastore che è Lui stesso”:

    “E’ questo chiaramente il tratto qualificante del pastore così come Gesù lo interpreta in prima persona, secondo la volontà del Padre che lo ha mandato”.

    E il sacerdote, ha spiegato il Papa, è “colui che viene inserito in un modo singolare nel mistero dal sacrificio di Cristo, con una unione personale a Lui, per prolungare la sua missione salvifica”. “Unione che avviene grazie al Sacramento dell’Ordine” e “chiede di diventare sempre ‘più stretta’ per la generosa corrispondenza del sacerdote stesso”.

    “Risalta con forza che, per il sacerdote, celebrare ogni giorno la Santa Messa non significa svolgere una funzione rituale, ma compiere una missione che coinvolge interamente e profondamente l’esistenza, in comunione con Cristo risorto che, nella sua Chiesa, continua ad attuare il Sacrificio redentore”.

    Una “dimensione eucaristica-sacrificale” che “è inseparabile da quella pastorale” di cui “costituisce il nucleo di verità e di forza salvifica, da cui dipende l’efficacia di ogni attività”. Non solo – ha sottolineato Benedetto XVI - “sul piano psicologico e sociale, ma nella fecondità vitale della presenza di Dio al livello umano profondo.”

    “La stessa predicazione, le opere, i gesti di vario genere che la Chiesa compie con le sue molteplici iniziative, perderebbero la loro fecondità salvifica se venisse meno la celebrazione del Sacrificio di Cristo. E questa è affidata ai sacerdoti ordinati”.

    Ogni “presbitero è chiamato a vivere in se stesso ciò che ha sperimentato in Gesù in prima persona, cioè darsi pienamente alla predicazione e alla guarigione dell’uomo da ogni male del corpo e dello spirito”, fino a dare la vita per gli uomini, gesto che trova “espressione sacramentale nell’Eucarestia”, memoria perpetua della Pasqua di Gesù.

    “Cari Ordinandi, questa Parola di Dio illumini tutta la vostra vita. E quando il peso della croce si farà più pesante, sappiate che quella è l’ora più preziosa, per voi e per le persone a voi affidate”.

    Conclusa la Messa, nell’odierna Giornata mondiale di preghiera le vocazioni, il pensiero del Papa è andato prima della recita del Regina Caeli a tutti i giovani perché “siano attenti alla voce di Dio che parla interiormente al loro cuori e li chiama a distaccarsi da tutto per servire Lui”.

    In effetti, il Signore chiama sempre, ma tante volte noi non ascoltiamo. Siamo distratti da molte cose, da altre voci più superficiali; e poi abbiamo paura di ascoltare la voce del Signore, perché pensiamo che possa toglierci la nostra libertà. In realtà, ognuno di noi è frutto dell’amore: certamente, l’amore dei genitori, ma, più profondamente, l’amore di Dio.

    “Nella Chiesa si scopre che la vita di ogni uomo è una storia d’amore”.

    “Cari amici, preghiamo per la Chiesa, per ogni comunità locale, perché sia come un giardino irrigato in cui possano germogliare e maturare tutti i semi di vocazione che Dio sparge in abbondanza”.

    Dopo il Regina Caeli, il Santo Padre ha rievocato la figura di Giuseppe Toniolo, beatificato stamane nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura.

    “Il suo messaggio è di grande attualità, specialmente in questo tempo: il Beato Toniolo indica la via del primato della persona umana e della solidarietà”.

    Solidarietà scriveva Toniolo che è “al di sopra degli stessi legittimi beni e interessi delle singole nazioni e degli Stati”.

    Il Papa ha ricordato poi il sacerdote Pierre–Adrien Toulorge, sacerdote vissuto nella seconda metà del ‘700, ‘martire della verità’, beatificato oggi a Coutances in Francia.

    Infine un saluto ai partecipanti all’incontro europeo degli studenti universitari, organizzato dalla diocesi di Roma nel primo anniversario della beatificazione di Giovanni Paolo II.

    "Domani sera mi unirò spiritualmente a voi, per la Veglia che avrà luogo a Tor Vergata, presso la grande Croce della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000. Grazie della vostra presenza!".

    Le storie di vita dei nuovi sacerdoti
    Tra i nove nuovi sacerdoti che il Papa ha ordinato, otto saranno destinati alla diocesi di Roma, uno – il vietnamita Giuseppe Vu Van Hieu – alla diocesi di Bui Chu. Tre nuovi presbiteri provengono dal Pontificio Seminario Romano Maggiore. Sono diverse le storie e i percorsi che hanno portato questi giovani a consacrare la loro vita alla Chiesa. Don Marco Santarelli, ad esempio, era pilota di aerei privati con il sogno di guidare un giorno un Boeing 747. Romano, trent’anni a novembre, racconta che l’invito a seguire Cristo “senza paura”, che il beato Giovanni Paolo II rivolse ai giovani nella Gmg di Toronto nel 2002, fu lo sprone per scegliere di cambiare i propri progetti. Due anni dopo l’entrata nel seminario Redemptoris Mater, accompagnato dalla sua comunità neocatecumenale. “La realtà mi stava stretta”: così don Alfredo Tedesco, fresco di laurea in Chimica percepiva il seme della sua vocazione. Formatosi nell’Azione Cattolica nella parrocchia di Santa Maria della Mercede, a Roma, scelse di lasciare le sue certezze e tra queste anche una fidanzata che oggi era nella Basilica di San Pietro insieme al suo futuro marito. Una vocazione matura è invece quella di don Piero Gallo, 42 anni, di Capranica, vicino Viterbo. Alle spalle due anni in magistratura e otto da avvocato dello Stato. Ad accendere il suo “sì” l’ascolto delle catechesi sui dieci comandamenti tenute nella parrocchia di Santa Maria Goretti, nel quartiere Trionfale, da don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni della diocesi di Roma. Accanto a don Giuseppe Cippitelli e don Claudio Fabbri ci sono anche altri sacerdoti che si sono formati al Collegio diocesano Redemptoris Mater. Si tratta del trentenne Jean Florent Agbo, ivoriano, del colombiano Jorge Alexander Suarez Barbaran, 31 anni, e di Daniele Natalizi, ventisettenne originario di Vicenza. (A cura di Benedetta Capelli)

    inizio pagina

    Nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura, elevato agli onori degli altari Giuseppe Toniolo “economista di Dio”

    ◊   Si è svolta questa mattina nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma la cerimonia di Beatificazione di Giuseppe Toniolo, chiamato anche “l’economista di Dio”. Una figura molto importante, che ha avuto il merito di aver indicato “la via del primato della persona umana e della solidarietà”, come ha ricordato oggi Benedetto XVI al termine del Regina Caeli, rivolgendo un saluto ai pellegrini che hanno partecipato al rito celebrato dal cardinale Salvatore De Giorgi. Roberta Barbi:

    Uno scroscio di applausi dei fedeli presenti alla celebrazione, ha accolto oggi Giuseppe Toniolo tra i Beati venerati dalla Chiesa, proprio nella Giornata in cui tutto il mondo si riunisce in preghiera per le Vocazioni. Economista, sociologo, ma anche padre di famiglia, educatore dei giovani, testimone laico del Vangelo, la cui Parola ha portato negli ambiti della politica e della cultura: Toniolo ha risposto a tutte le chiamate che il Signore gli ha rivolto, convinto com’era che il mondo avesse bisogno di Santi, oggi ancora più di allora, come ha sottolineato nell’omelia il cardinale De Giorgi:

    “Egli era convinto che tutti, indistintamente, siamo chiamati alla santità, ossia ‘alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità nelle ordinarie condizioni e situazioni di vita; che tale santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano’; che i laici si santificano nel mondo e per la santificazione del mondo, senza fuggire dal mondo, ma senza essere del mondo, attraverso l’esercizio del loro compito proprio: l’animazione cristiana delle realtà temporali”.

    E in questo mondo, anzi, in più mondi, il nuovo Beato fu quanto mai attivo, a partire dalla famiglia, che considerava il luogo primario della sua santificazione e della sua missione:

    “La sua fu una famiglia normale, inserita nella vita della parrocchia e aperta a quella della società, serena nell'affrontare le inevitabili difficoltà perché unita dalla forza del Vangelo che si leggeva insieme ogni mattina e animata dalla preghiera che si recitava insieme ogni sera. Una vera chiesa domestica”.

    Toniolo, professore universitario a Padova, Modena, e soprattutto a Pisa - il cui arcivescovo, mons. Giovanni Paolo Benotto era presente alla celebrazione ed ha guidato le breve processione delle reliquie insieme con il postulatore della causa di Beatificazione, mons. Domenico Sorrentino, ed il giovane miracolato dal Beato nel 2006 - fu educatore e amico dei suoi studenti, consapevole di volerli formare anche cristianamente, convinto com’era che ci dovesse essere una presenza dei cattolici nel sociale e nel politico per il bene del Paese:

    “Avvertiva già allora l'emergenza educativa per il clima universitario indifferente o ostile alle fondamentali istanze religiose e morali, come anche l'urgenza di una solida formazione culturale cristiana che preparasse le nuove generazioni ad affrontare le sfide del futuro”.

    Toniolo è stato un uomo che ha amato e servito la Chiesa e l’Italia da cristiano e cittadino esemplare, un esempio di laicità vera per tutto il mondo cattolico, che lui voleva vedere non più diviso e per la cui unità lavorò molto, mettendo a disposizione la sua sconfinata competenza:

    “La Società della Gioventù Cattolica, primo nucleo dell'Azione Cattolica Italiana, la Fuci, l'Opera dei Congressi, l'Unione Cattolica per gli Studi sociali, l'Unione popolare, l'avvio delle Settimane Sociali ebbero in lui un eccellente ideatore, animatore, coordinatore di progetti culturali, sociali, politici cristianamente ispirati e di innovative strutture cattoliche pubbliche, come l'Università del Sacro Cuore”.

    Molte intuizioni del Beato, infine, hanno trovato conferma e sviluppo anche in seguito nella dottrina sociale della Chiesa, come la centralità della persona nel mondo del lavoro, l’insopprimibile fondamento etico dell’economia, l’importanza del Vangelo nella costruzione della società, le istanze della giustizia distributiva e l’impegno per la pace. Questa la sua eredità e il suo insegnamento più importante, ricordato dal cardinale De Giorgi a conclusione dell’omelia:

    “Ci esorta in particolare a impegnarci con entusiasmo nella nuova evangelizzazione della quale la Dottrina sociale è parte integrante, e di renderla credibile con la testimonianza di una vita coerente con la fede, illuminata dalla verità, sorretta dalla speranza, amante della giustizia e animata dalla carità, soprattutto verso i poveri”.

    inizio pagina

    In Francia la Beatificazione di padre Toulorge, “martire della verità”

    ◊   Oggi pomeriggio nella cattedrale di Coutances, cittadina francese nella Bassa Normandia, viene elevato agli onori degli altari padre Pierre-Adrien Toulorge, il monaco premostratense ghigliottinato durante la Rivoluzione francese, che il Papa ha ricordato nel Regina Caeli, ringraziando il Signore per averci donato questo "luminoso martire della verità". A presiedere il rito di Beatificazione sarà il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Roberta Barbi:

    Un lungo cappotto verde abbottonato fino al collo, la barba rasata di fresco come chi si prepara per la festa e i capelli legati sul davanti, per facilitare il lavoro del boia. È domenica pomeriggio, il 13 ottobre 1793, quando padre Pierre-Adrien Toulorge, 37 anni, procede a passo spedito verso quella sagoma sinistra che per la prima volta si staglia contro il cielo di Coutances: la ghigliottina, macchina di morte re-inventata dalla rivoluzione. Al suo passaggio la folla ammutolisce, non per l’orrore di quanto sta per consumarsi davanti ai suoi occhi, ma per la serenità che esprimono quelli del monaco. “Cosa dirà la gente se saprà che, avendo rinunciato al mondo, abbiamo difficoltà a lasciarlo? – era stato il suo commento alla notizia della propria imminente esecuzione – Come può essere che io, peccatore, abbia la gioia di essere coronato con il martirio?”. Sono parole degne di un martire, le sue, come sottolinea il cardinale Amato:

    “Diceva il Beato Giovanni Paolo II: «I martiri, e più ampiamente tutti i santi nella Chiesa […] fanno risuonare con permanente attualità le parole del profeta: guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro(Is 5,20)»”.

    Padre Toulorge è ricolmo di gioia perché sa che presto vedrà il Volto di Dio, per questo ha il coraggio di lasciare dietro di sé il mondo, come scrive nelle tre lettere di congedo indirizzate rispettivamente al fratello, a un amico e a una persona mai identificata: “Vi auguro la benedizione di Dio, alle cui mani affido la mia anima”. Non era il primo religioso a essere ucciso dalla storia in quel periodo, e non sarebbe stato l’ultimo. È ancora il cardinale Amato ad aiutarci a comprendere quegli anni:

    “Nell’autunno del 1793 era iniziata la fase più cruenta della rivoluzione francese, quella del Terrore. Preti e religiosi fedeli a Roma furono perseguitati, incarcerati, sommariamente processati e giustiziati. Non volendo sottoscrivere il giuramento di fedeltà alla rivoluzione, si diede alla clandestinità. Fu arrestato nel settembre del 1793, fu infine condannato a morte”.

    Padre Toulorge, vicario secolare a Doville a soli 25 anni, è ricordato in Francia come il “martire della verità”. Ciò perché, con l’avvento del Terrore e il suo rifiuto di cedere alla Costituzione civile del clero, pensando di essere perseguibile, ripara nell’isola anglo-normanna di Jersey. Fu un errore fatale, perché la legge si applicava solo al clero civile e non ai monaci; mentre la fuga lo mette nella condizione di “emigrato rientrato”, una volta tornato in Francia. Catturato, dapprima negherà di essere scappato altrove, ma poi gli risuonano nel cuore le parole di Gesù: “Che il vostro parlare sia sì sì, no no…” e dice la verità. Il giudice, che aveva creduto alla sua versione dei fatti, ora non può che condannarlo. Una sentenza inflitta per aver detto la verità, valore universale che è anche il principale insegnamento del monaco, come spiega il porporato:

    “Il suo martirio è un invito a vivere con coerenza e fedeltà la comunione con Gesù, nonostante le ferite e le sofferenze di ogni genere, che la moderna società infligge al Vangelo, con ideologie errate sul concepimento della vita umana, sull’aborto, sul matrimonio tra uomo e donna, sull’eutanasia. Apprendiamo dal Beato Martire Toulorge a far fronte, con la grazia e la preghiera, a questa cultura di morte, affrontando con perseveranza e fortezza i sacrifici per restare fedeli a Cristo, via, verità e vita”.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Attacchi contro i cristiani in Nigeria e Kenya. Oltre 20 morti

    ◊   Giornata di sangue in Nigeria e in Kenya, dove si sono registrati diversi attacchi anticristiani. Sono oltre 20 le vittime nell’attentato contro l’università di Kano; un morto e 15 feriti per l’esplosione di una granata all’interno di una chiesa di Nairobi. Benedetta Capelli:

    Prima alcune esplosioni davanti la sala del teatro dell’università di Kano, dove la domenica si celebra la Messa, poi una serie di colpi d’arma da fuoco. Trenta minuti di terrore per i ragazzi che si trovavano nell’ateneo. La dinamica fa pensare all’attacco coordinato di un commando armato. Molti i corpi senza vita che la polizia ha rinvenuto all’interno dell’edificio e numerosi anche i feriti, alcuni verserebbero in gravi condizioni. Si tratta dell’ultimo attacco contro i cristiani nel Paese africano, dove ormai da tempo si susseguono le azioni criminali del gruppo Boko Aram, movimento fondamentalista musulmano che vorrebbe imporre la sharia, la legge islamica, in tutti i 36 Stati della Nigeria. Solo durante il periodo di Pasqua furono almeno 50 le vittime di diversi attacchi. Sgomento anche a Nairobi, in Kenya, dopo l’esplosione di una granata all’interno di una chiesa, nel distretto Ngara. Alcuni testimoni hanno riferito che la bomba è stata collocata sotto l’altare da una persona che poi è scappata esplodendo dei colpi. La vittima potrebbe essere il sacerdote ma sono in corso controlli. “C’era sangue ovunque” hanno detto alcuni testimoni. Anche qui si teme un attacco di miliziani somali di Shabaab, legati ad Al Qaeda, più volte protagonisti di questo tipo di violenze nei confronti dei cristiani. Solo la scorsa settimana, l’ambasciata americana aveva messo in guardia i suoi concittadini per il timore di nuovi attacchi.

    inizio pagina

    Paesi europei bloccati dalla crisi: le risposte della finanza etica. Intervista a Fabio Salviato

    ◊   La crisi finanziaria blocca lo sviluppo dei Paesi europei, le istituzioni nazionali sembrano incapaci di gestire il fenomeno mentre cresce il consenso tra i cittadini per movimenti nazionalisti e antigovernativi, in contrasto alla volontà del potere finanziario di non erogare capitali alle piccole e medie aziende, ad artigiani e agricoltori. Un fenomeno che le banche etiche e di credito cooperativo possono invertire, grazie ad un processo di razionalizzazione delle risorse e alla conoscenza delle potenzialità del territorio, rispetto alla finanza tradizionale che fa del profitto il punto di riferimento. Luca Collodi ne ha parlato con Fabio Salviato, presidente di Febea, Società europea di finanza etica.

    R. – E’ una situazione di crisi, rispetto alla quale si può uscire soltanto cambiando mentalità e definendo delle regole chiare e precise. Sono quattro o cinque anni che si parla di regole dei mercati, soprattutto di quelli finanziari, ma fino a quando non si definiscono delle regole chiare, non si recupera un rapporto di fiducia - non solo nei mercati ma anche nelle istituzioni finanziarie e non si inizia a dare credito. Ricordiamo che dare credito vuol dire dare fiducia alle imprese, agli artigiani e agli agricoltori.

    D. – La finanza etica come può cambiare la situazione di crisi dell’Europa?

    R. – La può cambiare iniziando un processo di razionalizzazione delle risorse. A parità di risorse economiche, pure scarse che siano, le iniziative che finanziano le banche etiche creano occupazione, occupazione stabile. In Germania, ad esempio, sulle rinnovabili, in 10 anni si è creato un milione di nuovi posti di lavoro. Immaginiamo l’Italia, con due terzi di solarizzazione in più rispetto alla Germania, quali potenzialità possa offrire. Sull’agricoltura biologica c’è la possibilità di creare, settore dove già lavorano il doppio degli occupati rispetto alla Fiat e con una possibilità di incremento occupazionale del settore consistente. Bacini occupazionali che sono finanziati soprattutto dalle banche etiche ma che dovrebbero essere ulteriormente sostenuti ed appoggiati sia dal cittadino - che diventerebbe così responsabile del proprio risparmio - sia dalle istituzioni, che cominciano a vedere in una finanza ‘socialmente responsabile’ una via d’uscita rispetto ad una finanza che oggi, purtroppo, vede sulla massimizzazione del profitto il suo punto di riferimento.

    D. – Gli imprenditori fanno fatica a finanziare le proprie aziende. Le banche etiche possono invertire questa tendenza?

    R. – Guardi, è possibile costruire l’economia rimettendo al centro la persona, per rispondere ai suoi bisogni, promuovendo un’economia reale che risponda a bisogni reali. Ma dobbiamo diminuire moltissimo la finanza del capitale e recuperare quello spirito di raccolta del risparmio per dare credito all’impresa e agli imprenditori. Recuperando questo tipo di attività si riuscirà ad uscire più rapidamente dalla crisi. Ed è proprio quello che la finanza etica sta facendo.

    D. – Chi guida la finanza a livello europeo, però, sembra emarginare quest’esperienza di finanza popolare…

    R. – Quello che dice, in parte, è vero. Bisogna farsi sentire un po’ di più a livello europeo ed internazionale: ci sono processi regolamentari che mettono anche in difficoltà le medie e piccole banche. Le mettono in difficoltà dal punto di vista normativo, penso a Basilea 3, nella concessione del credito. Le banche di credito cooperativo e quelle popolari devono fare uno sforzo comune e congiunto – soprattutto a livello europeo – per dimostrare che la buona pratica e l’esperienza di banche radicate nel territorio, che conoscono effettivamente le realtà territoriali, stanno dando, in questo momento, una risposta concreta – magari con limiti ma concreta – ai bisogni che stanno emergendo sempre più dalla società civile, dalla popolazione e dagli imprenditori.

    inizio pagina

    Unicef: milioni di adolescenti africani penalizzati da ritardi nell'istruzione

    ◊   Negli ultimi 20 anni, gli adolescenti hanno beneficiato di progressi nel campo dell’istruzione e della salute pubblica. Ma non è sufficiente. Lo evidenzia l’Unicef nell’ultimo rapporto “ Progress for Children-a report card on adolescent”, chiedendo politiche e programmi mirati a questa difficile fascia d’età, che potrebbero rappresentare investimenti in grado di interrompere il ciclo della povertà e portare vantaggi economici a comunità e nazioni. Sui dettagli del rapporto si sofferma Andrea Iacomini portavoce Unicef Italia nell’intervista di Gabriella Ceraso:

    R. - Possiamo dire che ogni anno c’è un milione e mezzo di adolescenti che muoiono a causa di incidenti stradali, di complicazioni dovuti ai parti, a suicidi, all’aids e alle violenze. In Africa le complicazioni durante la gravidanza e il parto rappresentano proprio la principale causa di morte, addirittura tra i 15 e i 19 anni. Nella Repubblica Democratica del Congo, il 70 per cento delle ragazze sposate, sempre in questa età e cioè in questo range tra i 15 e i 19 anni, ha detto di aver subito violenza dall’attuale o ex partner o coniuge; mentre in Niger la metà delle giovani donna, tra i 20 e i 24, partorisce prima dei 18 anni.

    D. - Quindi un problema di mortalità da una parte e un problema di proseguimento degli studi dall’altra…

    R. - Un problema di mortalità, di violenza molto forte e poi sì, sicuramente, il focus sull’istruzione. In tutto il mondo ci sono 71 milioni di bambini che non vanno a scuola e 127 milioni di giovani, proprio tra i 15 e i 24 anni, sono analfabeti: la maggior parte di questi si trovano in Asia meridionale e nell’Africa sub sahariana.

    D. - Come si può investire su questa fascia di età?

    R. - Devono essere anzitutto riconosciuti come agenti di cambiamento all’interno delle loro comunità e poi devono essere istituiti dei programmi e delle politiche che proteggano gli adolescenti e che ne riconoscano le loro capacità: l’Unicef punta molto sulla creativa, sulle loro capacità di innovazione, sulle loro energie per risolvere i loro problemi. E’ necessario puntare molto su di loro: non pensiamo sempre a un concetto di assistenza classica, ma pensiamo a una forte azione di motivazione nei confronti di questa fascia di età, di creatività intesa come lancio di idee nuove per poter immaginare dei progetti di sviluppo per il proprio Paese e per le proprie comunità, perché poi - come sappiamo - sono le comunità, in quelle zone che fanno i Paesi.

    inizio pagina

    Si celebra oggi la Giornata per le vittime delle armi chimiche. Commento di Emanuele Schibotto

    ◊   Si celebra oggi la Giornata della Memoria in onore di tutte le vittime delle guerre chimiche. Un’occasione – scrive in un messaggio il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon - per ricordare coloro che sono stati colpiti da queste armi disumane e rinnovare la nostra determinazione ad eliminarle dal nostro mondo. Il servizio è di Salvatore Sabatino:

    Sono trascorsi 15 anni dall’entrata in vigore della Convenzione sulle Armi Chimiche; un documento importante, che coinvolge 188 Stati membri, pari al 98% della popolazione mondiale. Solo 8, invece, i Paesi che hanno scelto di rimanere fuori; a loro si rivolge il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, che in un messaggio per l’odierna Giornata della Memoria in onore di tutte le vittime delle guerre chimiche, li invita a diventarne membri. “Quando ricordiamo al mondo l’agonia inflitta dagli ordigni chimici – scrive il numero uno del Palazzo di Vetro - offriamo l’argomento più convincente per mettere al bando permanente queste armi e per istituire e tenere sotto controllo, un divieto completo e giuridicamente vincolante”. Un appello vibrante, che non manca di sottolineare la necessità di liberare il nostro pianeta da questi strumenti di sofferenza e morte, anche per debellare la minaccia terroristica. La proroga del termine ultimo per gli Stati Membri, entro cui completare la distruzione degli ordigni chimici, è fissata per oggi. Quasi tre quarti di tutte le riserve dichiarate sono state eliminate, eppure sono molte le armi chimiche in circolazione, sfuggendo spesso al controllo delle istituzioni internazionali: Emanuele Schibotto, esperto di terrorismo:

    R. – Il problema delle armi chimiche è un problema che viene affrontato spesso sottotraccia, ma che riguarda molti Paesi e soprattutto i Paesi che vengono considerati in Occidente “Paesi a rischio”, con regimi autoritari o semiautoritari. Balza soprattutto all’attenzione la Siria; Paesi come la Corea del Nord; Paesi come la Libia, durante il regime di Gheddafi: sono Paesi che creano dei collegamenti, dei network paralleli che non riescono ad essere monitorati dalla Comunità internazionale. C’è quindi uno scambio di informazioni, di tecnologie nucleari, di armi chimiche e di tecnologie di laboratorio che sfuggono ai controlli e alle sanzioni imposte magari dalle Nazioni Unite o dai singoli Paesi - come gli Stati Uniti - in maniera unilaterale.

    inizio pagina

    Incontro a Roma degli universitari europei nel primo anniversario della beatificazione di Giovanni Paolo II

    ◊   E come ha ricordato il Papa nel Regina Coeli, ieri a Roma si è aperto il secondo Incontro europeo degli universitari, sul tema “Il contributo degli universitari per la costruzione del nuovo umanesimo”. Il meeting, che si concluderà martedì prossimo, è stato promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Universitaria e dalla Sezione Università del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, e vede la partecipazione di oltre 500 giovani provenienti da tutto il Vecchio Continente. Ascoltiamo mons. Marek Jedraszewski, vice presidente della Sezione Università del Ccee, al microfono di Marina Tomarro:

    R. – Il tema è ovvio, perché il Sinodo di ottobre è consacrato al problema del nuovo umanesimo e quindi davanti all’ambiente universitario europeo si trova una grande sfida: cosa dobbiamo fare per operare una nuova evangelizzazione dell’ambiente che ha bisogno di una Buona Novella, del Cristo che è veramente un archetipo dell’umanesimo. Bisogna cercare sempre più i mezzi per far vedere a tutto il mondo che Cristo è la vera risposta ai veri problemi dell’uomo.

    D. – Ma in che modo si può aiutare i giovani a sentirsi coinvolti in questa nuova evangelizzazione?

    R. – Io penso che prima di tutto i giovani debbano avere una esperienza viva, una testimonianza molto chiara della fede da parte dei loro genitori, dai parenti e anche dai pastori, dai preti che si occupano della pastorale universitaria; un’esperienza che ci dà la gioia, una visione della vita che non è facile, ma felice.

    D. - Tanti sono gli universitari arrivati da tutta Europa, per partecipare all’Incontro. Ascoltiamo alcune testimonianze:

    R. – Vengo dalla Spagna. Per me è un incontro molto importante perché è un’occasione meravigliosa per incontrarci tutti e pensare come fare per portare la verità al mondo.

    R. – Vengo dalla Germania e sono qui perché voglio incontrare altri studenti dell’Europa. Penso che sia molto importante portare la cristianità nel mondo, vivere da cristiana vera.

    R. – Io sono della Croazia. La città di Split è molto bella: ci sono tanti giovani, con una bellissima unione … Ci vediamo!

    Ieri, in concomitanza con l’incontro degli universitari, si è concluso anche il meeting europeo dei delegati nazionali di pastorale universitaria promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. Ascoltiamo don Ferenk Janka, segretario della Sezione Universitaria del Consiglio.

    R. – Ci sono tante sfide, ma anche tante opportunità per gli studenti di oggi. Penso che si potrebbe riassumere con una frase di François Varillon. Lui diceva che la fede approfondisce tutto quello che ha anche umanamente senso, come l’amicizia e l’amore; però, la fede da anche senso a cose che umanamente non comprendiamo, come la sofferenza e la morte. Penso che un compito importantissimo della pastorale universitaria sia quello di far comprendere ai giovani di oggi questo approccio.

    D. – In che modo l’università può contribuire ad educare i giovani verso una nuova evangelizzazione?

    R. – Penso che questo sia un compito importantissimo dei docenti cristiani che veramente riescono a porre delle domande nell’ambito delle loro discipline, che non escludano la fede. I giovani spesso non conoscono questo orizzonte della fede e dunque ogni tanto dobbiamo essere noi a porre le domande e poi a proporre risposte valide, cioè dobbiamo allargare gli orizzonti della razionalità, come dice Benedetto XVI. E se ci amiamo veramente gli uni gli altri, se amiamo la creazione, allora scopriamo orizzonti nuovi.

    inizio pagina

    Nella Chiesa e nel mondo



    Spagna: si celebra oggi la Giornata delle vocazione native

    ◊   Oggi, le Pontificie Opere Missionarie (Pom) della Spagna promuovono la celebrazione della Giornata delle vocazioni native 2012, che ha come slogan: "Maria incoraggia le vocazioni nella missione". La Conferenza episcopale spagnola ha infatti stabilito che tale Giornata si celebri nell’ultima domenica del mese di aprile, e in alcuni anni, come questo, coincide con l'odierna IV domenica di Pasqua, Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Illustrando il tema di quest’anno, si sottolinea che la celebrazione di questa Giornata “può essere la porta d’ingresso al mese di maggio, dedicato alla Vergine Maria” mettendo sotto la sua protezione le vocazioni native. Inoltre - riporta l'agenzia Fides - il poster preparato raffigura la scena della Pentecoste: Maria nel Cenacolo esorta gli apostoli alla preghiera e alla speranza, “l’immagine della Vergine ricorda ai fedeli che Maria è sempre presente ad attiva nella vita della Chiesa e dei cristiani”. Le Pom della Spagna hanno preparato diversi sussidi per la promozione e l’animazione di questa Giornata. Don Anastasio Gil, direttore nazionale delle Pom e direttore della segreteria della Commissione episcopale per le Missioni, esorta infatti ad adoperarsi per migliorare la sua promozione e la sua celebrazione, “in quanto lo scopo della Giornata è suscitare un autentico coinvolgimento affinchè nessuna vocazione nascente nei territori di missione si perda per mancanza degli aiuti necessari”. Dal 1922, quando l'Opera di San Pietro Apostolo venne approvata dalla Santa Sede diventando Pontificia, essa ha l'incarico di assistere i seminari dei territori di missione, inviare offerte e promuovere la cooperazione dei fedeli. "Anzi - aggiunge don Gil - senza questa Opera, quante vocazioni sarebbero andate perse! Molti dei vescovi nativi che oggi rappresentano l'apostolicità delle diocesi in territori di missione hanno potuto finire gli studi grazie a questa Opera Pontificia". Don Anastasio Gil sottolinea inoltre che molti pensano sia sufficiente una Giornata Missionaria all'anno, “ma tutti sappiamo che quella giornata non basta, e chiedo di riflettere e di pensare che possiamo ancora offrire molte ‘Borse di studio’ per far sì che nessuna vocazione rimanga a metà strada. Il giorno in cui finiremo di aiutare le vocazione native - conclude don Gil - quel giorno sarà terminato il lavoro missionario della Chiesa". (R.P.)

    inizio pagina

    Terra Santa: a maggio la II edizione del Magnificat Open Music

    ◊   Cinque concerti (uno in più dell’anno scorso), 46 esecutori (senza contare i cori) e 64 brani musicali sono questi i numeri della seconda edizione del “Magnificat Open Music”, promosso dall’Istituto Magnificat - la scuola di musica della Custodia di Terra Santa - che si svolgerà tutti i martedì di maggio tra il convento e la chiesa di San Salvatore di Gerusalemme (ore 18.30). E’ atteso un pubblico composto sia da israeliani che da palestinesi ma un occhio particolare verrà dedicato ai gruppi di pellegrini che l’organizzazione spera possano affollare l’auditorium. Gli allievi e gli insegnanti del Magnificat si esibiranno in brani classici di Bach, Mozart, Beethoven, Chopin e in diverse formazioni, solo, duo, trio, quartetto, orchestra da camera). I concerti del 22 e del 29 maggio - riporta l'agenzia Sir - vedranno l’esibizione dei tre cori del Magnificat: il Magnificat Buds Choir (bambini dai quattro agli undici anni), il coro giovanile femminile Yasmeen e il Coro della Custodia di Terra Santa accompagnati all’organo da padre Armando Pierucci, fondatore e direttore generale del Magnificat, nonché organista titolare del Santo Sepolcro, il quale proporrà anche due sue “Meditazioni per organo”. Il Magnificat, sorto nel 1995 per volere della Custodia di Terra Santa, promuove lo studio della musica ed è un luogo di dialogo, di convivenza e di promozione umana e sociale. (R.P.)

    inizio pagina

    Francia: il 7 luglio la seconda edizione della "Notte delle chiese”

    ◊   Dopo il successo dell’anno scorso, si terrà il 7 luglio in tutta la Francia la seconda edizione della “Notte delle chiese”, durante la quale le chiese che lo vorranno, potranno tenere le porte aperte per la serata o tutta la notte a tutti coloro che si presenteranno, credenti e non credenti. In programma visite guidate, conferenze, concerti d’organo ed esibizione di cori di musica sacra L’iniziativa, organizzata dalla rivista BiMedia Narthex del Servizio nazionale di pastorale e liturgia sacramentale della Conferenza episcopale (Snpls), prende lo spunto dalla “Notte delle cattedrali”, celebrata da sei anni ormai in diverse città mittel e nord-europee con l’obiettivo di far conoscere e valorizzare la dimensione culturale e il ricco patrimonio degli edifici religiosi cristiani. Un evento dunque al tempo stesso culturale e missionario che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe aiutare a riscoprire la prima dimensione cultuale della Chiesa, facendo al tempo stesso prendere coscienza al maggior numero di persone possibile della ricchezza del suo patrimonio artistico-culturale. Per valorizzare meglio l’iniziativa – riporta un comunicato - quest’anno gli organizzatori locali hanno assunto cinque impegni: ottenere un’autorizzazione formale dalle comunità cristiane locali; valorizzare il patrimonio artistico e culturale della loro chiesa e a farne scoprire il messaggio cristiano; rispettare il carattere sacro del luogo occupato durante la serata; comunicare il programma dettagliato della serata alla rivista Narthex che lo diffonderà sul proprio sito www.narthex.fr e rispettare la data e l’orario fissato dell’appuntamento. Inoltre è stata creata una pagina Facebook e un account su Twitter che permetteranno di seguire la preparazione dell’evento fino al 7 luglio. L’iniziativa sarà presentata ufficialmente il prossimo 7 giugno alla Chiesa di Santa Elisabetta a Parigi, con la partecipazione di un ospite di eccezione: l’attore francese Michaël Lonsdale invitato a patrocinare questa seconda edizione. (L.Z.)

    inizio pagina

    Vietnam. Emergenza nel sud: ceppo virale colpisce migliaia di bambini

    ◊   Un ceppo pericoloso di una malattia non letale che colpisce mani, piedi e bocca (Hfmd) ha colpito in Vietnam oltre 21 mila persone, prevalentemente bambini con meno di 5 anni di età, uccidendone già 16. Secondo il Ministero della Sanità, pur trattandosi di una infezione virale benigna nei Paesi industrializzati, il ceppo Ev71 dell’Hfmd continua a mietere vittime in Asia. In particolare, nella zona meridionale del Vietnam, i bambini sono accuditi in asili igienicamente precari mentre i genitori lavorano. I sintomi di questo ceppo sono febbre, piaghe nella bocca e vesciche su mani e piedi. La malattia - riporta l'agenzia Fides - si diffonde attraverso il contatto con i liquidi delle persone contagiate e ancora non esiste una cura specifica. La maggior parte dei virus che causano l’Hfmd sono benigni, ma il Ev71 può essere fatale. Il nuovo ceppo è comparso in Vietnam lo scorso anno e da allora costituisce un serio problema per la salute dei piccoli. Il rischio di contagio si riduce enormemente migliorando le condizioni igieniche, operazione per la quale la International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies in Vietnam (Ifrc) si sta impegnando con la promozione di campagne pubbliche educative. Nel 2011 sono stati riportati 110 mila contagi e 169 decessi collegati al Ev71, prevalentemente nel sud del Paese. La malattia è attiva tutto l’anno, con picchi tra aprile e maggio e poi di nuovo nei mesi di settembre e ottobre. A marzo 2012 le morti registrate sono state il doppio e i contagi sette volte superiori rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. (R.P.)

    inizio pagina

    India. Congresso missionario in Kerala: le strade dell’evangelizzazione

    ◊   Portare il Vangelo nella cultura, nella società, testimoniando Cristo nella nazione indiana: su questa traccia si articolerà il Congresso missionario della diocesi di Palai (nello stato del Kerala, in India meridionale) che, come riferisce l’agenzia Fides, si apre domani. Sarà il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay e presidente della Conferenza episcopale dell’India a inaugurare il Congresso a cui parteciperanno oltre 10mila fedeli fra sacerdoti, religiosi e laici. Come afferma mons. Joseph Kallarangatt, vescovo di Palai, “sarà un evento memorabile per la nostra Eparchia, nell’Anno della Missione”, un tempo in cui la Chiesa locale si è interrogata sulla sua vocazione missionaria, sulle modalità e le strade dell’evangelizzazione nell’India di oggi. Il contesto indiano è contrassegnato dal pluralismo culturale e religioso, dalle caste e dalla povertà. Ognuna di queste realtà pone delle sfide all'esistenza e alla missione stessa della Chiesa indiana. Nel contesto del pluralismo religioso, il fanatismo e il fondamentalismo religioso, l'estremismo e l'esclusivismo, spargono i semi di conflitti che lanciano una sfida a ogni religione e particolarmente alla Chiesa indiana. L’Eparchia di Palai (diocesi della Chiesa di rito siro-malabarese) si trova nel Kerala centrale e conta circa 330mila fedeli, serviti da circa 280 preti. (R.P.)

    inizio pagina

    Thailandia: educatori cattolici sfidano crisi morale e materialismo

    ◊   Contro la crisi morale, il materialismo crescente e la globalizzazione selvaggia è necessario promuovere un programma di sviluppo umano che inizia dalla scuola; solo l'istruzione, infatti, rafforzata dai valori cristiani e dalla lotta alla competizione selvaggia che è causa di egoismo, contribuisce alla riscoperta della fede e alla crescita di una società più giusta ed equa. Sono gli elementi emersi in una due giorni di seminario, organizzato a Bangkok dal Thailand Catholic Education Council (Tcec), sotto l'egida della Commissione cattolica nazionale per l'istruzione, riservato a docenti e professori. Durante le giornate di incontro e confronto, si è discusso in particolare dello "strumento educativo" per formare studenti che "crescano bene" e abbiano un curriculum che abbina il successo negli studi al progresso della personalità e del senso religioso. La situazione politica, sociale e culturale attuale - riferisce l'agenzia AsiaNews - genera problemi nel campo dell'istruzione, in cui domina un "egoismo" sfrenato nella ricerca del successo e un calo dei valori tradizionali e dei principi promossi dalla fede. Questi elementi determinano l'aumento del divario fra ricchi e poveri e - paradossalmente - un freno allo sviluppo della Thailandia. Per questo è essenziale il compito di insegnanti ed educatori, chiamati a promuovere fra gli studenti onestà, rispetto, senso di responsabilità e dedizione per gli altri. Perché sono questi, avvertono gli esperti, i fattori essenziali da inserire per una "buona crescita". Padre Francis Xavier Deja Arpornrat, segretario generale Tcec, sottolinea che è necessario "formare gli studenti" sin dalle prime classi al rispetto degli altri a livello personale e sociale, "rafforzando l'identità cattolica nell'istruzione" in accordo coi principi di "amore e libertà". Visit Dejkunchorn, ufficiale di polizia e vice-presidente della sezione anti-corruzione, invita a "ricostruire" la nazione, secondo i principi formulate dei Dieci Comandamenti, in particolare il quarto "invita a rispettare i genitori, in un periodo in cui non vi è più rispetto reciproco fra persone". E per i buddisti, aggiunge, è necessario ripartire dagli insegnamenti e dai principi promossi dal Buddha. Sorajak Kaseamsuwan, segretario generale della National Film Association, concorda con l'idea di "ricostruire - piuttosto che rifondare da zero - la nazione" e invita docenti e professori a "considerare ciascuno studente della medesima importanza", perché sono proprio gli insegnanti "i primi costruttori" di quelli che oggi sono studenti, ma un domani saranno i protagonisti e responsabili della nazione. Infine, aggiunge Santi Taepanich, è essenziale essere "pazienti", perché solo così è possibile mediare e correggere "le intemperanze" dei più giovani. (R.P.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 120

    inizio pagina
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Barbara Innocenti.