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Sommario del 25/09/2011
◊ Di fronte a Dio “non contano le parole, ma l’agire, le azioni di conversione e di fede”. Così Benedetto XVI commentando la parabola dei due figli invitati dal padre a lavorare nella vigna nel Vangelo di Matteo. Di fronte ad una folla di quasi centomila fedeli, con i vescovi provenienti da tutte le diocesi tedesche, il Papa ha presieduto sul campo di volo dell’aeroporto di Friburgo la Santa Messa e la recita dell’Angelus nell’ultimo giorno di questo 21.mo viaggio apostolico. Stasera alle 19.15 Benedetto XVI lascerà, infatti, la Germania alla volta di Roma, per fare poi rientro a Castel Gandolfo. Il servizio del nostro inviato a Friburgo, Stefano Leszczynski:
Una giornata di sole quasi primaverile ha salutato l’ultimo grande evento celebrato da Benedetto XVI sulla spianata dell’aeroporto cittadino di Friburgo, nella splendida cornice della Foresta Nera. Fin dalle prime ore del mattino, decine di migliaia di persone sono confluite ordinatamente nel luogo convenuto per la celebrazione della Santa Messa e la recita dell’Angelus. Di fronte a quasi centomila fedeli, il Papa ha ricevuto il saluto dell’arcivescovo di Friburgo, mons. Robert Zollitsch, che ha evocato il motto del viaggio “Dove c’è Dio, là c’è futuro” ed ha ringraziato il Pontefice per l’incoraggiamento ricevuto dai cattolici tedeschi nel “rafforzare la propria fede” e “restare saldi nella speranza”. In un’atmosfera di sereno raccoglimento mons. Zollitsch ha invitato tutti i convenuti a prepararsi a celebrare la presenza dell’amore di Dio nella Santa Eucarestia, affinché la forza che da essa deriva “ci aiuti a costruire una cultura ed una civiltà dell’amore in Germania ed in Europa”.
Prima dell’inizio della Santa Messa, cui hanno assistito anche alcuni esponenti delle Chiese ortodosse ed orientali, Benedetto XVI ha fatto un lungo giro tra la folla, raccogliendo il tributo calorosissimo dei cattolici del Sud della Germania che erano oggi la maggior parte, anche se non sono mancati gruppi giunti da diverse regioni del Paese.
Il Papa ha incentrato l’Omelia sulla possibilità di dare una prospettiva cristiana alla realtà dei nostri tempi ed ha indicato il Vangelo come un fondamento per orientare la vita dei cristiani di oggi. “Di fronte a tutte le cose terribili che avvengono oggi nel mondo” ha – detto il Papa – ci sono teologi che “dicono che Dio non può essere Onnipotente”. La Chiesa, tuttavia, si deve opporre con vigore a questa affermazione:
“Wir sind froh und dankbar, daß er allmächtig ist....
Noi siamo lieti e riconoscenti che Egli sia onnipotente. Ma dobbiamo, al contempo, renderci conto che Egli esercita il suo potere in maniera diversa da come gli uomini sono soliti fare. Egli stesso ha posto un limite al suo potere, riconoscendo la libertà delle sue creature”.
Dio desidera, dunque, la salvezza del suo popolo, ma senza costrizioni:
“Damit die Macht seines Erbarmens unsere Herzen anrühren kann, …
Affinché il potere della sua misericordia possa toccare i nostri cuori occorre la disponibilità di abbandonare il male, di alzarsi dall’indifferenza e dare spazio alla sua Parola”.
Tornando poi alla lettura del Vangelo e alla parabola dei due fratelli invitati dal padre a lavorare nella vigna, Benedetto XVI ha invitato i cattolici tedeschi ad intraprendere un impegno sempre più concreto nell’esercizio della propria fede: “Non contano le parole, ma l’agire, le conversioni di fede”:
“In die Sprache der Gegenwart übersetzt könnte das Wort etwa so lauten: …
Tradotta nel linguaggio del nostro tempo, l’affermazione potrebbe suonare più o meno così: agnostici, che a motivo della questione su Dio non trovano pace; persone che soffrono a causa dei nostri peccati e hanno desiderio di un cuore puro, sono più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli ‘di routine’, che nella Chiesa vedono ormai soltanto l’apparato, senza che il loro cuore sia toccato dalla fede”.
E proprio su questa riflessione Benedetto XVI coglie l’occasione per lodare la ricchezza delle istituzioni pastorali, sociali e caritative della Chiesa in Germania, nelle quali, dice, “l’amore per il prossimo viene esercitato in una forma anche socialmente efficace e fino ai confini della terra”, ma rischia di essere un impegno incompleto se si dimentica lo spirito dell’insegnamento di Gesù:
“Das offene Herz, das sich von der LIebe Christi …
Il cuore aperto, che si lascia toccare dall’amore di Cristo, e così dà al prossimo, che ha bisogno di noi, più che un servizio tecnico: l’amore, in cui all’altro si rende visibile il Dio che ama, Cristo”.
Il rinnovamento della Chiesa, in ultima analisi, prosegue Benedetto XVI, può realizzarsi solo attraverso la disponibilità alla conversione ed attraverso una fede rinnovata:
“Die Kirche in Deutschland wird für die weltweite katholische …
La Chiesa in Germania continuerà ad essere una benedizione per la comunità cattolica mondiale, se rimane fedelmente unita con i Successori di san Pietro e degli Apostoli, se cura in molteplici modi la collaborazione con i Paesi di missione e si lascia anche ‘contagiare’ in questo dalla gioia nella fede delle giovani Chiese”.
Unità ed universalità della Chiesa, dunque, sono le caratteristiche che la chiesa tedesca deve avere come obiettivo per continuare “ad essere una benedizione per la comunità cattolica mondiale”. Il sì incondizionato a Dio da parte di ciascun cattolico – ribadisce il Papa nella riflessione dell’Angelus a conclusione della Santa Messa - resta il pilastro su cui costruire la propria fede:
“Wenn wir nun den Engelsgruß beten, dürfen wir uns mit dem Jawort …
Allora, anche nella nostra vita l'amore di Dio diventerà quasi carne, prenderà sempre più forma. Non dobbiamo avere paura in mezzo a tutte le nostre preoccupazioni. Dio è buono”.
◊ Oltre 30mila giovani hanno partecipato ieri sera alla Veglia di preghiera presieduta da Benedetto XVI alla Fiera di Friburgo. In precedenza, l’incontro con il Consiglio del Comitato centrale dei cattolici tedeschi. Il servizio di uno dei nostri inviati in Germania, Sergio Centofanti:
(canti)
Una piccola Gmg tedesca, con tanto entusiasmo, bandiere di tutto il mondo, canti e una miriade di luci, come “fiaccole di speranza” a rischiarare le prime ombre della notte. I giovani manifestano la loro gioia e soprattutto il loro affetto per Benedetto XVI scandendone il nome in italiano.
(Benedetto! Benedetto!)
Tanti volti sorridenti, qualche lacrima di commozione e poi tanto raccoglimento quando viene letto il Vangelo in cui Gesù dice: “Voi siete la luce del mondo”. Alcuni giovani danno la loro testimonianza: appartengono a vari cammini di fede, vogliono seguire il Vangelo. Il Papa accende delle ciotole che i giovani portano ai loro compagni per diffondere la luce con migliaia di candele mentre il sole scompare all’orizzonte. Benedetto XVI parla della notte della vita, la sofferenza degli innocenti, il male che si abbatte sul mondo nonostante tutti i progressi e il nostro impegno:
Es mag um uns herum dunkel und finster sein, und doch schauen wir ein Licht: …
“Intorno a noi può esserci il buio e l’oscurità e tuttavia vediamo una luce: una piccola fiamma, minuscola, che è più forte del buio apparentemente tanto potente ed insuperabile. Cristo, che è risorto dai morti, brilla in questo mondo, e lo fa nel modo più chiaro proprio là dove secondo il giudizio umano tutto sembra cupo e privo di speranza”.
Con la luce di Cristo brillano tante altre luci: “nella fede – afferma il Papa - non siamo soli, siamo anelli nella grande catena dei credenti” che si aiutano a vicenda con la vicinanza e l’affetto. “Ma il mondo in cui viviamo, nonostante il progresso tecnico … non diventa più buono. Esistono tuttora guerre, terrore, fame e malattia, povertà estrema e repressione senza pietà”. E anche quelli che pretendevano di essere ‘portatori di luce’, senza Cristo, non hanno creato “alcun paradiso terrestre”, ma “hanno instaurato dittature e sistemi totalitari, in cui anche la più piccola scintilla di umanesimo è stata soffocata”. C’è anche un male più nascosto che colpisce l’uomo: “la pigrizia, la lentezza nel volere e nel fare il bene”:
Immer wieder in der Geschichte haben aufmerksame Zeitgenossen …
“Ripetutamente nella storia persone attente hanno fatto notare che il danno per la Chiesa non viene dai suoi avversari, ma dai cristiani tiepidi”.
Il Papa invita i giovani al coraggio di essere “santi ardenti” e fa un’annotazione:
Immer wieder ist das Bild der Heiligen karikiert und verzerrt worden, …
“L’immagine dei santi è stata sottoposta a caricatura e presentata in modo distorto, come se essere santi significasse essere fuori dalla realtà, ingenui e senza gioia. Non di rado si pensa che un santo sia soltanto colui che compie azioni ascetiche e morali di altissimo livello e che perciò certamente si può venerare, ma mai imitare nella propria vita. Quanto è errata e scoraggiante questa opinione!”.
Non esiste alcun santo, fuorché la beata Vergine Maria – spiega Benedetto XVI - che non abbia conosciuto anche il peccato e che non sia mai caduto:
Liebe Freunde, Christus achtet nicht so sehr darauf, wie oft wir im Leben …
“ Cari amici, Cristo non si interessa tanto a quante volte nella vita vacillate e cadete, bensì a quante volte vi rialzate. Non esige azioni straordinarie, ma vuole che la sua luce splenda in voi. Non vi chiama perché siete buoni e perfetti, ma perché Egli è buono e vuole rendervi suoi amici. Sì, voi siete la luce del mondo, perché Gesù è la vostra luce. Voi siete cristiani – non perché realizzate cose particolari e straordinarie – bensì perché Egli, Cristo, è la vostra vita. Siete santi perché la sua grazia opera in voi”.
(canto)
Prima della Veglia il Papa aveva incontrato, apprezzandone le tante attività, il Consiglio del Comitato centrale dei cattolici tedeschi, una grande organizzazione laicale impegnata in campo ecclesiale e sociale. Benedetto XVI ha espresso il proprio apprezzamento per le tante attività svolte dal Comitato. La Germania è il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, per le donazioni ai Paesi poveri e la Chiesa tedesca è in prima linea negli aiuti. Tra le varie iniziative ce n’è una particolare: l’esperienza di vivere per un certo tempo con i poveri in Africa, Asia o America Latina, condividendo la loro vita quotidiana e in questo modo capire meglio le loro necessità. Rovesciando la situazione, il Papa si chiede cosa succederebbe se da quei Paesi venissero in Germania per un’esperienza analoga:
Sie würden hier vieles bewundern, den Wohlstand, die Ordnung und die Effizienz. …
“Qui ammirerebbero tante cose ad esempio il benessere, l’ordine e l’efficienza. Ma, con uno sguardo non prevenuto, constaterebbero anche tanta povertà: povertà per quanto riguarda le relazioni umane e povertà nell’ambito religioso”.
(canto)
Troverebbero una società permeata dal relativismo , un relativismo aggressivo contro chiunque affermi “di sapere dove si trova la verità o il senso della vita”. Una concezione che causa individualismo, incostanza, anche nei rapporti tra le persone che non trovano più il coraggio di promettersi fedeltà per tutta la vita, incapacità di fare sacrifici per altri. E sta diminuendo pure l’impegno altruistico per i bisognosi.
Quali le cause? “Nel nostro mondo ricco occidentale” – afferma il Papa – “ tante persone sono carenti dell’esperienza della bontà di Dio”. E fa un esempio: “in Germania la Chiesa è organizzata in modo ottimo. Ma, dietro le strutture, vi si trova anche la relativa forza spirituale, la forza della fede in un Dio vivente?”:
Ich denke, ehrlicherweise müssen wir doch sagen, daß es bei uns …
“Sinceramente dobbiamo … dire che c’è un’eccedenza delle strutture rispetto allo Spirito. Aggiungo: la vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace”.
Servono “vie nuove” di evangelizzazione – conclude il Papa – come piccole comunità fondate sulla centralità dell’Eucaristia, perché le persone possano sentire più vicina la Chiesa e poter sperimentare la bontà di Dio.
◊ La fede in Dio e il restare assolutamente fedeli alla dignità di ogni persona “rafforzano i cristiani nell’opporsi con forza ad ogni intervento manipolatore e selettivo nei confronti della vita umana”. E’ quanto ha affermato ieri Benedetto XVI incontrando, nel seminario di Friburgo, i rappresentanti delle Chiese ortodosse ed ortodosse orientali. Sempre ieri sera, nel seminario di Friburgo, il Papa ha incontrato un gruppo di seminaristi. Il Santo Padre li ha esortati ad approfondire il rapporto tra fede e ragione. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Durante il tempo del seminario, i seminaristi devono ascoltare la Parola del Signore, lasciarsi formare. Al tempo stesso – spiega il Santo Padre - devono portare agli uomini quello che hanno imparato. Devono portarlo a coloro che sono in cammino, nelle periferie, anche là dove l’uomo è lontano da Dio. Il tempo del seminario è anche un periodo di discernimento:
“Die Sendung muss geprüft werden und dazu gehört dann das Miteinander”...
La chiamata – sottolinea il Papa rivolgendosi ai seminaristi - deve essere esaminata e per questo serve l’essere insieme e naturalmente il colloquio con le guide spirituali. Da questo, poi, consegue la fiducia: imparare, cioè, che se Dio mi vuole mi posso affidare a Lui, perché nell’ora della tentazione, dell’affanno il Signore sarà vicino a me e mi manderà persone, mi indicherà strade, mi sosterrà. Il Seminario è anche tempo di preghiera, di ascolto:
“Hören, wirklich ihn hören lernen, im Wort der Heiligen Schrift”…
Si deve ascoltare il Signore, imparare veramente ad ascoltare Dio nella Parola della Sacra Scrittura, nella fede della Chiesa, nella liturgia della Chiesa e nell’oggi. La fede – ricorda il Papa riferendosi alle parole di San Paolo - viene dall’ascolto, non dalla lettura. Serve anche la lettura – osserva il Pontefice - ma è importante l’ascolto della parola viva, la parola dell’altro che posso ascoltare. In Seminario si impara poi ad accettare l’altro nella sua diversità e lo sguardo non è limitato ma volge alla comunità dei credenti, alla Chiesa. Un altro tema affrontato dal Pontefice è quello dello studio:
“Zum Bereitwerden für das Priestertum, zum Weg dahin”...
La preparazione al sacerdozio prevede soprattutto la formazione, che non è un’eventualità accademica ma un aspetto essenziale. “Siate pronti in ogni momento – spiega il Papa ricordando le parole di San Pietro - a dare a chi ve ne fa richiesta la ragione, il “logo” della vostra fede”. E’ importante – aggiunge il Santo Padre che esorta i seminaristi ad essere studiosi attenti ed umili - essere informati, comprendere, avere una capacità razionale aperta, imparare. Studiando si contribuisce a far risplendere nel pensiero la luce di Dio, a coniugare fede e ragione.
Il tema della fede è stato al centro anche dell’incontro con i rappresentanti delle Chiese ortodosse ed ortodosse orientali. Nel suo discorso, il Papa sottolinea che fra le Chiese e le comunità cristiane, l’Ortodossia teologicamente è la più vicina.
“Katholiken und Orthodoxe haben die gleiche altkirchliche“...
“Cattolici ed ortodossi – spiega il Pontefice - hanno entrambi la medesima struttura della Chiesa delle origini. Così possiamo sperare che non sia troppo lontano il giorno in cui potremo di nuovo celebrare insieme l’Eucaristia” (cfr Luce del Mondo. Un colloquio con Peter Seewald). In Germania – ricorda il Santo Padre – vivono circa un milione e seicento mila cristiani ortodossi ed ortodossi orientali.
“Sie sind ein fester Bestandteil der Gesellschaft geworden“...
“Sono diventati parte costitutiva della società contribuendo a rendere più vivo il patrimonio delle culture cristiane e della fede cristiana in Europa”. Benedetto XVI auspica anche che si rafforzi l’unione tra le Chiese ortodosse e progrediscano gli sforzi per un concilio panortodosso. E ricorda che fin dai tempi in cui era professore a Bonn e poi, anche come arcivescovo di Monaco e Frisinga, aveva potuto “conoscere e apprezzare l’Ortodossia in modo sempre più profondo”.
“Es begann damals auch die Arbeit der Gemeinsamen Kommission“...
“A quel tempo – ricorda il Santo Padre – si è iniziato anche il lavoro della Commissione congiunta della Conferenza episcopale tedesca e della Chiesa ortodossa”. Da allora, tale organismo promuove “la comprensione reciproca e contribuisce a consolidare e sviluppare le relazioni cattoliche – ortodosse in Germania”.
“Ebenso wichtig bleibt die Weiterarbeit an der Klärung“...
“Rimane altrettanto importante – fa notare il Papa - la continuazione del lavoro per chiarire le differenze teologiche, perché il loro superamento è indispensabile per il ristabilimento della piena unità, che auspichiamo e per la quale preghiamo”. “È soprattutto sulla questione del primato – aggiunge - che dobbiamo continuare gli sforzi nel confronto per la sua giusta comprensione”. E poi ricorda la meta del comune cammino orientato dall’annuncio della Parola:
“In der gegenwärtigen Zeitströmung, in der nicht wenige Menschen“...
“Nell’attuale tendenza del nostro tempo in cui non poche persone vogliono, per così dire, ‘liberare’ la vita pubblica da Dio, le Chiese cristiane in Germania – tra le quali anche i cristiani ortodossi e gli ortodossi orientali – sulla base della fede nell’unico Dio e Padre di tutti gli uomini, camminano insieme sulla via di una testimonianza pacifica per la comprensione e per la comunione tra i popoli”. “Facendo questo, non tralasciano di mettere il miracolo dell’incarnazione di Dio al centro dell’annuncio”.
“Im Wissen um den Wert von Ehe und Familie“...
“Conoscendo il valore del matrimonio e della famiglia, in quanto cristiani – conclude il Papa - ci sta molto a cuore proteggere l’integrità e la singolarità del matrimonio tra un uomo e una donna da ogni interpretazione sbagliata”.
◊ Oggi pomeriggio alle 17.00 il Papa incontra al Konzerthaus di Friburgo i cattolici impegnati nella Chiesa e nella società. Sul loro ruolo in Germania Stefano Leszczynski ha sentito il portavoce della Conferenza episcopale tedesca Matthias Kopp:
R. - Noi dobbiamo riuscire a dare ai nostri connazionali la testimonianza che Dio è presente nella società. Recentemente, abbiamo ricevuto dei dati che dicono che l’80 per cento dei tedeschi si definiscono “persone religiose”, legate ad una fede. E questo credo che sia anche il segno che in Germania non ci sia solo il secolarismo, ma soprattutto la fede, una fede cattolica e una fede protestante. Io credo che in questi giorni in Germania ci sia un buon dibattito sulla presenza di Dio nella società.
D. - In questo senso si può dire che anche il motto del viaggio “Dove c’è Dio, là c’è futuro” indica che questo viaggio del Papa è rivolto a tutti e non soltanto ai cattolici…
R. - Esatto. Per noi è importante che questa sia una grande festa di gioia e di speranza e non soltanto per i cattolici, ma per tutti i tedeschi. Per la nostra Chiesa costituirà un grande incoraggiamento a vivere la fede cristiana in modo autentico e a guardare con ottimismo alle sfide che abbiamo di fronte.
D. - Quale può essere l’incoraggiamento?
R. - Dal punto di vista spirituale, un incoraggiamento a vivere una fede viva: la fede e Dio sono presenti nella nostra società. Già durante la Gmg di Madrid, ho capito molto bene che i giovani sono interessati alle domande sulla religione e su Dio. Esiste quindi un grande interesse dei giovani tedeschi per la Chiesa. (mg)
Quale è l’impulso che questa visita del Papa in Germania dà ai cattolici e ai laici? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Stephan Eirich, direttore spirituale del Comitato centrale dei cattolici tedeschi:
R. - Per noi, per i laici, è un incoraggiamento alla testimonianza in una società, almeno nei cosiddetti nuovi land dell’est, in gran parte atea: proprio qui il Papa ci ha dato molto. Questo è un punto molto importante, perché questa testimonianza, qui, non si distingue fra pastori e laici. Un altro punto molto importante è rappresentato dall’ecumenismo.
D. - In Germania, c’è una forte collaborazione tra il laicato cattolico e gli evangelici nel campo, ad esempio, della solidarietà. E' così?
R. - Sì è così. La collaborazione è soprattutto a livello teologico, un livello che per noi è molto importante.
D. - Nell’ambito del laicato cattolico, qual è il ruolo dei giovani? Quale spazio trovano?
R. - Il Comitato centrale integra anche i giovani: in Germania abbiamo delle associazioni molto grandi e ci impegniamo in tante iniziative dedicate alla gioventù.
D. - I laici cattolici tedeschi come riescono ad impegnarsi anche nel mondo politico ed economico del Paese?
R. - E’ nostro dovere trovare delle personalità adatte per questo impegno. Ci sono tante personalità attive nella società, nell’economia. Diciamo che siamo ben rappresentati in Germania da cattolici attivi.
D. - Quindi il laicato di Friburgo è in ascolto di qualche indicazione pratica per portare avanti, ancora meglio, il proprio compito?
R. - Penso che il Papa ci abbia veramente incoraggiato a lavorare dal profondo come laici e a dare la nostra testimonianza… Credo che sia proprio questo l'elemento centrale.
D. - Questa visita porterà nuovo entusiasmo?
R. - Speriamo. Per noi è importante avere questo entusiasmo, anche per affrontare il percorso del dialogo. Questo è quello che noi speriamo…. E’ stato un forte incoraggiamento per la nostra Chiesa cattolica qui in Germania! (mg)
◊ I giovani dell’Azione Cattolica Italiana (Ac) sono convenuti ieri ad Assisi per “dire la loro vicinanza a Papa Benedetto e assicurargli la loro preghiera, unita a un generoso e quotidiano impegno per la pace”, in vista dell’incontro dei leader religiosi il prossimo 27 ottobre. E da Benedetto XVI, in un messaggio a firma del Segretario di Stato vaticano cardinale Tarcisio Bertone, è giunto ai giovani pellegrini un “cordiale saluto” e l’“apprezzamento per la fattiva sintonia con la sua missione di favorire il dialogo tra le religioni in ordine all’impegno comune per promuovere la pace tra i popoli”. Il Papa li “incoraggia a cooperare con Dio quali strumenti della sua pace con preghiera costante e azione educativa e missionaria” e, nel messaggio, ricorda l’assistente generale di Ac, mons. Domenico Sigalini, “invocando l’intercessione di Maria Santissima” e “auspicando la sua piena guarigione”; da più di due settimane mons. Sigalini si trova in ospedale a seguito di un grave incidente accaduto mentre si trovava in pellegrinaggio con la sua diocesi di Palestrina. Musica, testimonianze e le riflessioni del presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso il cardinale Jean-louis Tauran, del Custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa e del presidente nazionale di Ac Franco Miano, si sono alternate nel pomeriggio alla “Cittadella” di Assisi, di fronte a 500 giovani in rappresentanza delle associazioni diocesane di tutt’Italia, oltre ad alcuni provenienti da Argentina, Spagna, Romania. In serata - riferisce l'agenzia Sir - si sono uniti presidenti e assistenti diocesani, riuniti in convegno a Trevi da venerdì fino ad oggi, camminando fino alla basilica inferiore di San Francesco per una veglia di preghiera. Essere cattolici significa essere "in cammino con gli altri", ha precisato mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Gualdo Tadino-Nocera Umbra, introducendo la preghiera e invitando a mettersi "in dialogo". Come 25 anni fa, ancora oggi ci sono muri da abbattere: allora era il muro di Berlino, oggi quello dell’indifferenza. “Credo che quei giovani avessero una forte speranza di trasformazione della società – ha riflettuto Franco Miano – che oggi rischia di essere appannata da una strisciante rassegnazione”. A quel muro di cemento sono subentrati “nuovi muri: l’indifferenza rispetto al fratello, ai più poveri, a un progetto comune. Ma la vostra presenza qui dice il contrario”, ha aggiunto Miano, e “come a sorpresa è caduto il muro di Berlino, così è possibile che si sbricioli il muro dell’indifferenza”. Sulla solitudine dei giovani è tornato il cardinale Jean-Louis Tauran: “Noi credenti – ha affermato – non siamo solitari e il silenzio è Qualcuno che ci parla e che dobbiamo ascoltare”. “Il dramma dell’uomo è che non sa rimanere in pace nella sua stanza”, ha aggiunto il porporato citando Pascal e invitando talvolta a “spegnere la tv e la radio per sviluppare il senso della vita interiore ed essere in pace”. Il cardinale è poi intervenuto per portare il suo personale ricordo di Shahbaz Bhatti, ministro pachistano per le minoranze religiose ucciso il 2 marzo scorso. Lo incontrò lo scorso novembre e Bhatti gli disse: “So che è l’ultima volta che ci vediamo perché morirò assassinato. Ma offro la mia vita per Cristo e per i miei concittadini”. Tre mesi dopo morì, da “autentico martire”. Dalla Terra Santa ad Assisi è giunta ieri sera anche la testimonianza di padre Pierbattista Pizzaballa, che ha evidenziato come quei luoghi siano “testimoni della rivelazione” e come un pellegrinaggio nella terra di Gesù sia “un’esperienza fondamentale per formarsi alla pace. I pellegrini – ha spiegato – non cambiano gli equilibri geopolitici e le decisioni dell’Onu, ma costruiscono relazioni vere, libere, e questo crea una cultura di pace. Quando i pellegrini sono pochi il territorio è più povero, come pure le relazioni che lì si coltivano; quando invece arrivano tanti pellegrini la Terra Santa rifiorisce”. Il loro contributo alla pace - ha concluso padre Pizzaballa - sta proprio nel “costruire relazioni positive, dove ci s’incontra nella comune umanità”.
Iniziativa di Pangea per aiutare i bambini testimoni di violenze domestiche
◊ Resta tempo solo fino a domani per inviare un sms solidale all’iniziativa della Fondazione Vodafone Italia a favore di minori in situazioni di disagio. Al progetto partecipa anche Pangea Onlus. Ce ne parla Francesca Sabatinelli:
Il futuro delle nuove generazioni è nelle nostre mani, oggi. E possiamo contribuire a sostenerlo scegliendo programmi a favore di bambini in situazioni di disagio. Uno di questi progetti è Piccoli Ospiti, della Fondazione Pangea Onlus. Con l’invio di un sms, solidale e gratuito, al numero 47210, e scrivendo Accoglienza, si potrà sostenere bambini testimoni della violenza domestica subita dalle loro mamme. E si calcola che in Italia siano circa 400mila i minori che assistono ad atti violenti in famiglia. Luca Lo Presti, presidente e fondatore di Pangea:
R. – Quello che accade a questi bambini che assistono alle violenze che subiscono le loro madri, sono processi veramente devastanti. Perché in molti casi i padri, che sono poi i violenti verso le mogli e quindi anche verso le mamme di questi bambini, chiedono ai bambini di essere partecipi alla violenza. I processi psicologici sono facilmente immaginabili; meno immaginabile è, magari, provare a capire quello che succede nella testa di un bambino quando vede che le mamme, in casa, subiscono queste violenze, perché non sa più da che parte mettersi. Automaticamente si schiera con la mamma perché capisce che è più debole; poi, però, si accorge che schierandosi con la mamma il papà si arrabbia ancora di più perché dice: “Ecco, mi hai messo contro anche i bambini”, e quindi la picchia ancora di più; altre volte, magari, si schierano dalla parte del violento perché vogliono essere protetti perché diventa più facile per loro sopravvivere.
D. – Il progetto “Piccoli ospiti” esattamente in che modo si articola? Come intervenite, voi di Pangea?
R. – Il progetto prevede, innanzitutto, che le mamme escano da questo contesto di violenza, per cui noi facciamo tutto quello che serve, a livello assistenziale, come l’assistenza legale e l’assistenza psicologica o sanitaria o, in altri casi, le case-rifugio. Poi, interveniamo con il microcredito perché le donne possano tornare ad essere in un contesto lavorativo, produrre autonomamente economia per questa famiglia. E oggi, appunto con il progetto “Piccoli ospiti” che ha bisogno di essere implementato, facciamo percorsi terapeutici, psico-terapeutici, pedagogici, ludici per questi bambini supportati da tecnici per l’infanzia, per minori che possano accompagnare verso una nuova vita che non ritrovi più quella violenza che oggi c’è nelle case che vogliono rinascere.
D. – Dove si svolge questo progetto?
R. – Il progetto al momento è sviluppato in un Centro Donna di Latina che noi seguiamo da tempo, e continuerà a svilupparsi nell’area del Centro Italia. (gf)
Giornata Mondiale del Cuore per promuovere la prevenzione
◊ Ogni anno, l’ultima domenica di settembre, si celebra la Giornata Mondiale del Cuore. L’odierna Giornata è un’occasione per promuovere la prevenzione e per far conoscere meglio le malattie cardiovascolari. Sulle principali patologie legate al cuore si sofferma, al microfono di Eliana Astorri, il direttore dell’Unità Coronarica del Policlinico Universitario Gemelli di Roma, il prof. Filippo Crea:
R. – La patologia più frequente, nel mondo occidentale, è rappresentata da un’alterazione delle arterie, quelle che portano il sangue al cuore e, in particolare, quelle che portano il sangue al cervello. Parliamo di “infarto” quando ad essere danneggiate sono le arterie che portano il sangue al cuore e di “ictus” quando ad essere danneggiate sono quelle che portano il sangue al cervello.
D. – Che cosa succede quando c’è un infarto o un ictus?
R. – C’è un infarto quando queste arterie si ammalano e si forma un coagulo che le ostruisce. In quel momento, quindi, non passa più il sangue, il cuore soffre, si lamenta ed il suo lamento è il dolore infartuale. La stessa cosa riguarda le carotidi: quando queste si ammalano, anche in questo caso ad un certo punto si forma un coagulo, non arriva più il sangue al cervello. In questo caso, il lamento non è il dolore ma è un arto che non si muove o la parola che non si riesce più a formulare.
D. – Come viene trattata una persona che ha avuto un infarto?
R. – Quando si ha un dolore infartuale, la terapia più efficace consiste nel rimuovere questo coagulo che ha ostruito le coronarie. Prima si arriva in un ospedale in grado di eseguire un’angioplastica o dare questo farmaco che scioglie il coagulo, più si riducono le conseguenze dell’infarto. Quello che è importante è arrivare il più rapidamente possibile. Se si arriva entro un’ora dall’insorgenza dei sintomi, si riescono a salvare davvero tante vite umane. Più passa il tempo e più quest’efficacia si riduce: dopo 12 ore, infatti, non siamo più in grado di influenzare l’andamento dell’infarto. La stessa cosa vale per il cervello: quando si ha un ictus, se si riesce a somministrare questo farmaco che scioglie il coagulo – idealmente entro un’ora ma al massimo entro tre ore e mezza - le conseguenze sono minime. C’è da considerare che, in una metà dei casi, l’infarto si manifesta senza dare nessun preavviso. E’ un “infarto a ciel sereno”. Ad un certo punto, si avverte un dolore violento – di solito al torace – che può irradiarsi alle braccia, al collo e a volte anche verso i reni o la bocca dello stomaco. E’ comunque un dolore intenso, che di solito preoccupa, dà angoscia e non passa. Nell’altra metà dei casi, invece, esistono dei sintomi che danno un preavviso, e questi sintomi sono rappresentati da un dolore che è un po’ meno grave e meno intenso – anche questo può irradiarsi verso le braccia, la gola o la bocca dello stomaco. E’ più leggero e più breve. Può durare cinque, dieci o quindici minuti ma poi passa. Non è un dolore particolarmente intenso e localizzabile.
D. – Questo dolore può essere confuso con un dolore intercostale?
R. – Sì, può essere confuso con un dolore intercostale e, soprattutto, con un dolore gastroesofageo, un dolore da ulcera gastrica oppure da reflusso esofageo. Nel primo caso, il dolore intercostale ha la caratteristica che il paziente è in grado, con un dito, di toccare il punto che gli fa male. Questo è un dato molto rassicurante. Se è così, si tratta più di un dolore intercostale ed è molto meno probabile che si tratti di un dolore infartuale. Il dolore gastrico, invece, può simulare il dolore infartuale, anche se quello gastrico è più tipicamente collegato all’assunzione di cibi.
D. – Ormai tutti sanno quanto la dieta, il fumo e lo stile di vita siano importanti per la prevenzione delle malattie cardiovascolari...
R. – Dieta, attività fisica e fumo sono fortemente collegati. Faccio un esempio: negli Stati Uniti c’è stata una marcata riduzione dell’uso delle sigarette che si sarebbe tradotta in una marcata riduzione dell’incidenza d’infarto. Il problema, però, è che questa riduzione dell’uso di sigarette si è accompagnata ad un aumento assolutamente proporzionale di obesità e questo aumento ha completamente cancellato i vantaggi dati dalla diminuzione dell’uso di sigarette. Quindi qual è il messaggio? O questi fattori di rischio li affrontiamo in maniera complessiva, oppure quello che guadagniamo da una parte lo perdiamo dall’altra. (vv)
Indonesia: attentato in una chiesa protestante. Morto solo l'attentatore
◊ E’ morto solo il kamikaze ed ha causato 20 feriti l'attentato suicida avvenuto questa mattina nella chiesa di Kepunton, a Solo, a Giava centrale. Secono le prime ricostruzioni, un uomo è entrato nella chiesa e, al termine della funzione religiosa, si è fatto saltare in aria. Nell’esplosione, secondo la polizia, è morto solo l’attentatore. Un funzionario dell’ospedale Dr Oen parla di 20 persone, compreso un bambino, ricoverate e di numerose altre ferite in modo non grave. La città di Solo è la roccaforte del gruppo integralista islamico di Abu Bakar Bashir, considerato il leader spirituale del gruppo terroristico che nell'isola di Bali uccise 200 persone. Quello avvenuto oggi è l’episodio più grave di una serie di attacchi e violenze che stanno colpendo la comunità cristiana del più popoloso Paese islamico del mondo e dove il governo è accusato dalle minoranze religiose, di lassismo nei confronti dei movimenti integralisti islamici violenti. (R.P.)
Perugia-Assisi: in migliaia per la Marcia della pace
◊ Oltre 24 chilometri in 6 ore di cammino nel nome delle pace e della fratellanza tra i popoli. Sono quelli percorsi stamani da Perugia ad Assisi per la Marcia della pace, che quest’anno coincide con il 50.mo anniversario dalla prima edizione ideata ed organizzata, nel 1961, da Aldo Capitani. All’iniziativa hanno aderito, oltre a diversi rappresentanti del mondo politico, anche molti esponenti laici e religiosi. Numerosi, poi, i rappresentanti di Comuni e Province italiane, enti ed organizzazioni, nazionali ed internazionali, impegnati nella lotta alla povertà, per la giustizia sociale, per l'uguaglianza dei diritti dei popoli, contro le discriminazioni di sesso, religione e razza. Molti gli slogan e le bandiere che hanno animato il lungo corteo, a partire dalla bandiera della pace portata oggi come allora dai giovani, alla barca per ricordare le 1500 persone morte quest'anno in mare per arrivare in Italia. All’iniziativa hanno preso parte anche moltissimi cittadini e turisti. "La fratellanza dei popoli - si legge nel documento finale della Marcia - si basa sulla dignita', sugli eguali diritti fondamentali e sulla cittadinanza universale delle persone che compongono i popoli. I diritti umani sono il nome dei bisogni vitali di cui e' portatrice ogni persona. La sfida e' tradurre in pratica il principio dell'interdipendenza e indivisibilita' dei diritti umani - civili, politici, economici, sociali e culturali - e ridefinire la cittadinanza nel segno dell'inclusione". Tra le proposte quelle di "garantire a tutti il diritto al cibo e all'acqua; promuovere un lavoro dignitoso per tutti; investire sui giovani, sull'educazione e la cultura; disarmare la finanza e costruire un'economia di giustizia; ripudiare la guerra, tagliare le spese militari; difendere i beni comuni e il pianeta; promuovere il diritto a un'informazione libera e pluralista; fare dell'Onu la casa comune dell'umanita'; investire sulla societa' civile e sullo sviluppo della democrazia partecipativa; costruire societa' aperte e inclusive". In Italia per realizzare questo programma occorre - si legge ancora - "un governo di pace e una nuova politica, coerente in ogni ambito, e investire con grande determinazione sulla costruzione di un'Europa dei cittadini, federale e democratica, aperta, solidale e nonviolenta e di una comunita' del Mediterraneo che, raccogliendo la straordinaria domanda di liberta' e di giustizia della primavera araba, trasformi finalmente quest'area di grandi crisi e tensioni in un mare di pace e benessere per tutti". (A.L.)
Nepal: stato di malnutrizione tra le donne per la discriminazione di genere
◊ In Nepal la discriminazione di genere colpisce anche i bambini con meno di 5 anni di età che sono vittime della malnutrizione. Nonostante la grande abbondanza di generi alimentari stagionali a Khalanga Bazaar, sede del distretto di Jumla, nella parte centro occidentale, lo scorso mese un bambino di tre anni è morto a causa della malnutrizione nel vicino villaggio di Urthu. Secondo la recente Ricerca Demografica sulla Sanità in Nepal (Ndhs) ripresa dall'agenzia Fides, il 29% dei bambini con meno di 5 anni sono malnutriti, e il fenomeno è cronico nella regione centro occidentale. Le cifre dell’ultimo Ndhs del 2006 riportano oltre la metà dei bambini cronicamente malnutriti. “Le ragazze vengono trascurate perchè si ritiene che non abbiano bisogno di forze” ha detto il responsabile del programma Decentralized Action for Children and Women. Nel Paese le donne vivono una vita difficile fin dal primo giorno di vita, a differenza dei maschi la cui nascita si festeggia per i 6 giorni successivi. Camminando da un villaggio all’altro, donne e ragazze sono schiacciate dal peso di grandi ceste cariche di mele, sacchi di riso e altri generi alimentari, mentre gli uomini e i ragazzi camminano senza alcun carico da trasportare. Nonostante il fabbisogno fisico quotidiano delle donne, i maschi mangiano prima e consumano i cibi più nutrienti, spesso lasciando loro solo gli avanzi. Non smettono di lavorare neanche quando sono incinta e la loro alimentazione rimane sempre molto precaria danneggiando anche i nascituri. Da uno studio emerge che circa la metà dell’arresto delle crescita infantili si verifica prima della nascita e fino ai due anni di età. Le bambine che non vengono nutrite in maniera adeguata diventano donne che poi daranno alla luce bambini sotto peso, innescando così un ciclo continuo. Matrimoni precoci, parti prematuri e centri di assistenza inadeguati contribuiscono a rendere ancora più precaria la salute della popolazione. Circa un quarto delle donne nepalesi hanno il loro primo figlio prima di aver compiuto 18 anni e oltre la metà prima che ne abbiano compiuti 20. L’autostrada di Karnali, costruita 3 anni fa, ha migliorato l’accesso del cibo nella regione, e i raccolti stanno andando relativamente bene, c’è un surplus di verdure e patate. Tuttavia a Jumla quest’anno si è registrato il 12% di cibo in meno. Nel distretto è prevista precarietà alimentare per i prossimi 6 mesi a causa delle alluvioni per tutta la stagione della crescita. La Croce Rossa del Nepal, il Programma Alimentare Mondiale e altre Ong sono impegnate a lottare contro la discriminazione promuovendo la partecipazione delle donne nei comitati, cercando di creare opportunità per l'indipendenza economica, e migliorando l'istruzione. Tuttavia, per mettere in pratica questi impegni le donne devono cambiare la loro situazione ed escludere gli uomini da questo processo. (R.P.)
Fa breccia nel cuore degli indonesiani “Giovanni Paolo II missionario”
◊ Una giovane comunità missionaria intitolata a Papa Wojtyla si fa strada e fa breccia nel cuore degli indonesiani: si tratta della “Comunità Missionaria Giovanni Paolo II”, fondata dal missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) padre Giuseppe Buono e promossa anche dall’attività delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) in Indonesia. Come riferisce all'agenzia Fides padre Buono, “la comunità è stata fondata nel 1995. La sua attività e presenza in Indonesia è stata facilitata da sacerdoti e laici che operano a stretto contatto con le Pom, nonché dalla diffusione del libro ‘Con Maria sulle strade del mondo’, sul magistero mariano-missionario di Giovanni Paolo II”. Il libro, scritto dal missionario del Pime, è stato appena tradotto in lingua indonesiana e le 2.000 copie pubblicate si sono subito esaurite. Nelle scorse settimane padre Buono ha fatto un “tour missionario” in Indonesia, toccando le isole di Giava e Bali, dove si sono tenuti numerosi incontri e celebrazioni in chiese, parrocchie e comunità, oltre che nella sede della Conferenza episcopale. I fedeli cristiani, ma anche credenti musulmani, hanno manifestato vivo interesse per “il messaggio del Papa missionario”. Il missionario racconta alla Fides: “Ho notato una fede eroica nei fedeli indonesiani, che si esprime nella gioia di pregare, di essere utili agli altri, accoglienti, disponibili, uniti. E’ una fede segnata da una toccante devozione a Maria e a Giovanni Paolo II. Ho potuto constatare quanto Papa Wojtyla sia amato anche in queste isole lontane”. Buoni presupposti e prospettive per far crescere la “Comunità Missionaria Giovanni Paolo II”, che intende dare il suo contributo all’opera di evangelizzazione della Chiesa indonesiana. (R.P.)
Repubblica Ceca: per la Giornata Missionaria, un “ponte missionario di preghiera” ed un video clip
◊ In occasione della Giornata Missionaria Mondiale 2011, la direzione nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) nella Repubblica Ceca, ha lanciato l’iniziativa di dare vita ad un “ponte missionario di preghiera”. Secondo le informazioni inviate all’agenzia Fides, alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale, quindi la sera di sabato 22 ottobre, alle ore 21, tutti coloro che intendono aderire all’iniziativa sono invitati a riunirsi in chiesa o nelle proprie case, accendendo una candela e pregando per le missioni, per i missionari, per i poveri, per quanti soffrono, affinchè la gioia del Vangelo si diffonda su tutta la terra. Si suggerisce la recita del rosario missionario o di altre preghiere. Chi desidera dare vita a questo “ponte” è pregato di darne comunicazione alla direzione nazionale delle Pom. Sempre in vista della Giornata Missionaria, è stato realizzato un nuovo video clip, in inglese, che illustra una delle quattro Pontificie Opere Missionarie: la Pontificia Opera della Propagazione della Fede. Le immagini sono tratte dalla celebrazione della Veglia pasquale in una comunità dello Zambia, riprese durante un viaggio missionario, mentre il Segretario generale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede, padre Timothy Lehane Barrett, presenta lo scopo di questa Opera. (R.P.)
Italia: domani si riunisce il Consiglio episcopale della Cei
◊ Il Consiglio episcopale permanente della Cei si riunirà a Roma dal 26 al 29 settembre. Si aprirà nel pomeriggio di domani alle ore 17 con l’adorazione eucaristica nella Cappella della Cei e la prolusione del presidente, cardinale Angelo Bagnasco. All’ordine del giorno, si legge nel comunicato diffuso dall’Ufficio nazionale Cei per le Comunicazioni sociali e ripreso dall'agenzia Sir, “il programma di lavoro per il quinquennio 2011-2015 (‘Soggetti e metodi dell’educazione cristiana’), la presentazione e approvazione delle linee guida in caso di abusi sessuali su minori compiuti da chierici, l’elaborazione di un contributo sui Lineamenta della prossima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, un ragguaglio sui lavori della commissione di studio sulle piccole diocesi, la proposta di un sussidio pastorale per l’accompagnamento dei fidanzati, la verifica del Prestito della speranza, un confronto sulla presenza italiana alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid e sul Congresso eucaristico nazionale di Ancona”. Alla conferenza stampa per la presentazione del comunicato finale parteciperà mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, e si terrà venerdì 30 settembre alle ore 12 a Roma. (R.P.)
Francia: quattro movimenti ecclesiali firmano un documento contro i paradisi fiscali
◊ “La Chiesa cattolica, così come altre Chiese o autorità morali, ricorda a ciascuno il proprio dovere di contribuire al finanziamento delle spese pubbliche. Quest’obbligo dipende dall’etica minima costitutiva della responsabilità di ognuno, senza la quale le società si trasformano in giungle dominate dalla legge del più forte. I fenomeni d’interdipendenza che creano, da una parte, la mondializzazione, e, dall’altra, l’estrema povertà che colpisce alcune popolazioni, rendono ancora più cogente l’adempimento di questo dovere”. È un appello ai cristiani — affinché in nome della loro fede s’impegnino per una maggiore giustizia tributaria e si mobilitino contro i cosiddetti “paradisi fiscali” — quello lanciato in Francia da quattro movimenti e servizi ecclesiali attraverso il documento “Au service du bien commun”, presentato nei giorni scorsi dal Comitato cattolico contro la fame e per lo sviluppo-Terra solidale, da Giustizia e Pace, dal Centro di ricerca e di azione sociali e da Secours Catholique-Caritas France. È fuori discussione — si legge nel testo introduttivo riportato dall’Osservatore Romano — che “le modalità di finanziamento delle istituzioni pubbliche pesino fortemente sulle loro capacità di azione. Da esse dipende la possibilità di contribuire allo stabilimento di una vita migliore per tutti attraverso la ridistribuzione delle entrate. L’esistenza di luoghi opachi e non controllati (i “paradisi fiscali”) permette a persone e a imprese di nascondere i loro redditi, privando così i Paesi, e specialmente i più poveri, di almeno 125 miliardi di euro di entrate fiscali all’anno». La buona novella di Gesù Cristo, sottolineano i quattro organismi, «passa anche attraverso la costruzione di un mondo più giusto nel quale la dignità di ciascuno sarà meglio rispettata. La cura della cosa pubblica e dunque l’impegno nei “compiti politici”, lungi dallo spaventare i credenti, danno pieno risalto alla loro testimonianza». L’amore che Dio porta a ciascuno e lo Spirito di vita che ispira i cuori e le menti «ci rendono capaci di creare risposte credibili allo scandalo costituito da certi “trucchi” nell’organizzazione delle finanze. Esse possono essere uno strumento determinante al servizio della fratellanza e quindi della vita felice”. “Au service du bien commun”, che vuole contribuire alla riflessione in vista del G20 che si svolgerà a Cannes dal 3 al 5 novembre prossimo, si iscrive nel solco di Chemins de fraternité, documento pedagogico sulla Caritas in veritate. Dell’enciclica sociale di Benedetto XVI si ricorda un passaggio: “Il mercato ha stimolato forme nuove di competizione tra Stati allo scopo di attirare centri produttivi di imprese straniere, mediante vari strumenti, tra cui un fisco favorevole e la deregolamentazione del mondo del lavoro. Questi processi hanno comportato la riduzione delle reti di sicurezza sociale in cambio della ricerca di maggiori vantaggi competitivi nel mercato globale, con grave pericolo per i diritti dei lavoratori, per i diritti fondamentali dell’uomo e per la solidarietà attuata nelle tradizionali forme dello Stato sociale» (25). I “paradisi fiscali” sfidano le democrazie — affermano i quattro movimenti e servizi ecclesiali francesi — perché “vendono la loro sovranità alle banche e alle grandi società di revisione e consulenza, che adattano le regole ai bisogni dei loro facoltosi clienti». Una strumentalizzazione dei territori a detrimento della sovranità degli Stati. Quanto sembra lontano l’appello contenuto nella Populorum progressio di Paolo VI a «consentire a tutti i popoli di divenire essi stessi gli artefici del loro destino”. (R.P.)
Romania: i vescovi incoraggiano i fedeli a partecipare al censimento
◊ I vescovi cattolici della Romania incoraggiano i fedeli a partecipare al censimento della popolazione del 20-31 ottobre e a dichiarare l’identità cattolica e l’adesione all’insegnamento della Chiesa Cattolica. L’appello - riferisce l'agenzia Sir - è stato fatto durante la sessione ordinaria della Conferenza episcopale romena (Cer) svoltasi dal 20 al 23 settembre a Chiºinãu (nella Repubblica Moldova), dietro invito di mons. Anton Coºa, vescovo di Chiºinãu, invitato permanente presso la Cer. “La nostra fede – si legge nella lettera pastorale inviata dai vescovi ai cattolici di Romania - è la nostra vita! Dichiarare l’identità cattolica non è solo un obbligo morale di testimonianza, ma contribuirà anche a delineare in modo reale e corretto la comunità cattolica in Romania ed Europa. Ridare la dimensione reale della nostra comunità sarà a beneficio delle nostre Chiese – Romano-Cattolica e Greco-Cattolica – e contribuirà al buon andamento della vita religiosa e delle nostre attività future”. Durante i lavori, sono stati annunciati alcuni incontri: il Foro Internazionale dell’Azione Cattolica (Fiac), che si svolgerà l’anno prossimo a Iaºi, dal 22 al 26 agosto; l’incontro della Commissione della Cer per la pastorale dei migranti, che si terrà a novembre 2011; e l’imminente incontro nazionale dei responsabili per la pastorale della famiglia delle diocesi ed eparchie della Romania. (R.P.)
Inghilterra: a Salford staffetta di preghiera per le Olimpiadi 2012
◊ Una staffetta di preghiera in vista delle Olimpiadi che si svolgeranno a Londra nell’estate del 2012. A pensarla sono stati i giovani della diocesi di Salford che nei giorni scorsi si sono dati appuntamento presso l’Istituto salesiano di Bolton. Oltre 1650 ragazzi e ragazze, rappresentanti delle circa 200 scuole cattoliche, primarie e secondarie, della diocesi - riferisce l'agenzia Sir - hanno dato vita ad un gemellaggio tra le loro scuole e i Paesi che parteciperanno alle Olimpiadi. Ad ogni scuola è stata associato un Paese, del quale gli studenti dell’istituto gemellato dovranno “scoprirne la cultura, conoscerne gli atleti che gareggeranno alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi e pregare per loro”. A partire da novembre, poi, una Torcia Olimpica appositamente realizzata per questa manifestazione, compirà un percorso di 405 miglia toccando tutte le scuole cattoliche della diocesi. Gli ‘ambasciatori’ di ogni scuola ospiteranno la torcia per un giorno; poi raggiungeranno – camminando, correndo, pedalando – la scuola successiva dove animeranno un momento di preghiera dedicato al Paese associato al loro istituto. L’iniziativa ha avuto il sostegno di mons. Terence Braine, vescovo di Salford, che ha inviato un videomessaggio d’incoraggiamento. (R.P.)
Chiesa cattolica svizzera: "Una sola famiglia umana" è il tema della Domenica dei popoli
◊ “Una sola famiglia umana”: su questo tema, il prossimo 13 novembre, la Chiesa cattolica svizzera celebrerà la Domenica dei popoli. A questa giornata sarà destinata la colletta delle Messe del giorno. La raccolta delle offerte sarà poi devoluta, come ogni anno, ad un progetto di solidarietà e di formazione dei seminaristi in alcuni dei Paesi di provenienza degli immigrati: per il 2011, sono stati scelti l’Iraq, l’Ecuador e la Repubblica democratica del Congo. Il tema della Domenica dei popoli voluto dai vescovi elvetici riprende quello scelto da Benedetto XVI per la Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati 2011. “La Domenica dei popoli – informa una nota – sarà l’occasione, per tutte le parrocchie, di dare prova di unità e affetto, al di là delle differenze culturali e linguistiche”. Il 13 novembre vuole, quindi, ricordare “agli uomini e alle donne che essi formano una sola famiglia, anche se provengono da Paesi diversi ed hanno lingue e culture differenti”. Dal canto suo, mons. Martin Gächter, delegato per i migranti della Conferenza episcopale svizzera, invita i credenti “ad impegnarsi, affinché il fenomeno della migrazione porti ad un vero arricchimento, sia per gli svizzeri che per gli stranieri”. (I.P.)
Indonesia: seminario intensivo sul canto corale per 300 giovani cattolici malaysiani
◊ Animare le celebrazioni liturgiche e, attraverso la musica, diffondere la Parola di Dio. È il compito missionario del Pusat Musik Liturgi (Pml), il popolare Centro liturgico musicale indonesiano, che nei giorni scorsi ha “movimentato” le funzioni religiose della diocesi di Kinangau, a Sabah, una regione orientale della Malaysia. Padre Karl-Edmund Prier, condirettore di Pml insieme Paul Widayawan, spiega all'agenzia AsiaNews di aver ricevuto una richiesta dalla diocesi malaysiana, per un seminario intensivo sul canto corale rivolto a 300 giovani cattolici. “L’evento è annuale – racconta il sacerdote gesuita di origini tedesche – e partecipano centinaia di ragazzi, con lezioni dedicate al canto e alla corale”. Durante le giornate di seminario in Malaysia, l’aspetto che più ha colpito padre Prier e Paul Widyawan è “la composizione di una musica propria”, piuttosto che “il suonare musica sacra composta da altri”. Al termine degli incontri, ciascun gruppo ha infatti prodotto brani che richiamavano l’atmosfera dell’Avvento o ispirati ai Salmi, esibendosi sul palco durante il Festival del coro, l’evento finale che ha chiuso la settimana di studio. Il sacerdote sottolinea che i 300 giovani cattolici malaysiani hanno risposto “con molto entusiasmo” al festival musicale. “Sono ragazzi fra i 15 e i 25 anni – spiega padre Prier – e hanno mostrato con orgoglio ed entusiasmo il loro talento musicale”. Il co-direttore Widayawan, celebre musicista e insegnante di lungo corso, è felice di “incontrare le loro aspettative” e trasmettere ai ragazzi le proprie conoscenze in materia. Lo studio della musica sacra, continuano i responsabili di Pml, è oggetto di un interesse crescente e diffuso in Indonesia, perché è mezzo per trasmettere il patrimonio culturale della Chiesa e del Paese. Abbiamo centinaia di richieste, confermano, per la sessione che inizia quest’anno. Al momento lo Pusat Musik Liturgi (Pml) annovera “69 studenti delle superiori, 32 delle medie e 118 delle elementari” sottolinea il sacerdote. La settimana di seminario sulla musica sacra curato da Pml si è tenuto fra il primo e il 5 settembre scorso a Tambuna, a circa 100 km di distanza da Kota Kinabalu, nello Stato malaysiano di Sabah. A conclusione del festival, diverse persone hanno espresso il desiderio di continuare a studiare musica sacra e di diventare direttore d’orchestra, approfondendo le conoscenze presso la sede del Centro a Yogyakarta, nello Java Centrale. (R.P.)
Società cinesi costruiscono chiese in Africa
◊ Compagnie cinesi stanno costruendo chiese in Africa per tutte le varie confessioni cristiane, prendendo un posto occupato in passato dall’Europa, e più recentemente, da società statunitensi. Alla basilica della Sacra Famiglia di Nairobi, per esempio, la Zhongxing Construction sta costruendo un nuovo edificio per gli uffici dell’arcidiocesi di Nairobi. “Abbiamo lavorato in precedenza con loro, e abbiamo avuto un’esperienza positiva. Abbiamo reso pubblico un bando, e loro si sono presentati con l’offerta migliore” ha commentato un responsabile diocesano. In passato - riferisce l'agenzia AsiaNews - i Paesi che inviavano missionari in Africa costruivano anche i luoghi di culto. “I nostri fratelli di fede, insieme con le loro società ci anno aiutato a costruire le chiese. Ora la Cina è diventata un potere mondiale e vuole avere la sua presa anche sull’Africa”, ha dichiarato in un’intervista il vescovo anglicano ugandese Stanley Ntagali della diocesi di Masindi-Kitara. In Kenya i cinesi stanno costruendo case per lo staff dell’arcidiocesi di Nairobi, oltre a erigere una chiesa per un gruppo pentecostale nazionale, i Ministri evangelisti della fede. Un’altra società, la Fubeco Ltd (China Funshin) sta costruendo, vicino a Nairobi, la chiesa di Nostra Signora del Rosario, cattolica, a Kiambu. La stessa società aveva costruito Luther Plaza, il quartier generale della chiesa luterana kenyota. La Cina d’altronde è un partner di primo piano nel commercio con l’Africa, superando nel 2009 sia la Francia che il Regno unito. E nel settore costruzioni le suo offerte battono regolarmente quelle dei concorrenti, offrendo costi più bassi. La Cina stampa inoltre la maggior parte delle Bibbie usate dai cristiani in Africa. Anche se la libertà religiosa in Cina, specialmente per le confessioni cristiane non riconosciute dal regime è negata, Amity printing Company, ha raddoppiato la quantità di Bibbie stampate nel 2007, passando da sei a 12 miloni di copie. E gran parte di esse si riversano sul mercato africano. “I contratti per stampare Bibbie vanno alla Cina perché offre prezzi più bassi di qualsiasi Paese dell’occidente”, spiega Jesse Mugambi, professore di sociologia delle religioni all’università di Nairobi. (R.P.)
Il Fondo monetario Internazionale esorta l’Europa ad agire sulla crisi del debito
◊ Il G20 sulla crisi si è chiuso ieri con la riunione dell’International monetary and financial committee. L'organo esecutivo del Fondo Monetario Internazionale ha posto l’accento sulla crisi del debito europea e sulla necessità di rilanciare la crescita con un piano di riforme condiviso. Il servizio di Marco Guerra:
Fare tutto ciò che serve per risolvere la crisi dell'Europa ed evitare la minaccia di un “default a cascata”. Il monito arriva dal segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, che ha parlato di rischi catastrofici che “minano tutti gli altri sforzi a livello globale". Sulla stessa linea il commissario europeo agli Affari economici Rehn, che ha garantito che il “risanamento dei conti pubblici è la priorità dell'Europa”. Un appello ai governi e alle autorità per fare ognuno la propria parte per superare la crisi del debito è arrivato anche da Mario Draghi, che ha partecipato ai lavori in veste di presidente del Financial stability board. “I governi - ha detto Draghi - devono rafforzare le posizioni fiscali e aumentare la competitività attraverso riforme strutturali con scadenze concrete”. Cruciale anche la questione delle nuove regole per la finanza allo studio dell’organismo presieduto da Draghi che, per il prossimo G20 di novembre, presenterà un pacchetto di misure volte risolvere e gestire i fallimenti delle banche di rilevanza sistemica e i nuovi requisiti patrimoniali richiesti agli istituiti di credito “per assorbire le perdite”. Ma anche per Draghi il nodo centrale rimane quello della crescita, unico strumento per riassorbire gli oltre 205 milioni di disoccupati stimati in tutto il mondo.
Libia, ancora combattimenti a Sirte
Le forze del Consiglio nazionale di transizione stanno affrontando le sacche di resistenza lealiste a Sirte, città natale di Gheddafi, espugnata ieri dopo settimane di combattimenti. Al momento, le milizie vicine all’ex rais sono ben attestate e rinvigorite dal messaggio di Aisha Gheddafi sul padre che, armi in pugno, combatterebbe sul campo. Scontri ancora in corso anche a sud est di Tripoli, dove cinque ribelli sono morti a seguito di un attacco dei lealisti. Intanto, alle Nazioni Unite il primo ministro Mahmud Jibril ha invocato la fine delle sanzioni e lo scongelamento dei fondi libici. Alla Corte penale internazionale dell'Aja, intanto, sarà presentata un’accusa di stupro nei confronti di Gheddafi e dei suoi figli da parte di una psicologa di Bengasi, che avrebbe raccolto una serie di testimonianze sulla pratica di violenze sistematiche su migliaia di donne prima e durante il conflitto.
Siria, prosegue la repressione delle proteste antigovernative
Altri 18 civili sono stati uccisi ieri dalle forze di sicurezza siriane in diverse operazioni volte a reprimere le proteste antigovernative, soprattutto nella regione centrale di Homs. È quanto denunciano gli attivisti per i diritti umani vicini ai comitati d’opposizione. Almeno 12 vittime vengono segnalate a Qseir, località frontaliera col Libano a sud di Homs, dove sin dall'alba le forze lealiste hanno attaccato - secondo testimoni oculari - le abitazioni alla ricerca dei dissidenti. Le violenze si sono verificate nel giorno in cui è entrato ufficialmente in vigore il nuovo pacchetto di sanzioni contro Damasco dell’Unione Europea.
Israele – Palestina, riconoscimento Onu e processo di pace
Dopo la richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese presentata venerdì scorso alle Nazioni Unite, la diplomazia internazionale è al lavoro per far ripartire il processo di pace tra Israele e l’Autorità nazionale Palestinese. La proposta avanzata dal Quartetto (Usa, Ue, Onu, Russia) per la riapertura delle trattative bilaterali, con un ritmo serrato e senza precondizioni, ha raccolto la contrarietà dell’Anp a causa della mancanza di espliciti rifermenti agli insediamenti ebraici e al ritorno dei confini del 1967. Più possibilista la posizione dei vertici israeliani, che tuttavia continuano a minacciare ripercussioni se l'Onu riconoscerà la Palestina.
Gaza, quattro vittime nei tunnel che collegano all’Egitto
E di almeno quattro palestinesi morti il bilancio di due diversi incidenti avvenuti nei tunnel che collegano la Striscia di Gaza all’Egitto per eludere l’embargo imposto da Israele. Questi passaggi sotterranei rappresentano il canale preferenziale attraverso il quale far arrivare nella Striscia generi di prima necessità, materiali da costruzione e anche armi.
Arabia Saudita
Storica apertura alla partecipazione delle donne alla vita politica in Arabia Saudita. Il re, Abdullah bin Abdul Aziz, ha annunciato oggi che le donne entreranno a far parte della Shura (il Consiglio consultivo) del regno a partire dalla sua prossima sessione e che potranno candidarsi alle prime elezioni municipali che seguiranno quelle del 29 settembre, per loro ancora vietate.
Iraq violenze
Ancora violenze in Iraq. Almeno nove persone sono morte e altre 99 sono rimaste ferite oggi a Kerbala, a seguito di una serie ravvicinata di esplosioni. Altri due attentati stamani hanno fatto complessivamente altre 3 vittime nel Paese del golfo.
Pakistan – talebani
I servizi segreti pachistani hanno ammesso oggi di avere contatti con il gruppo armato afghano Rete Haqqani, legato ai talebani, ma senza appoggiarlo e al solo scopo di “mantenere la pace”. La rivelazione è giunta dopo che i vertici dell’esercito Usa nei giorni scorsi avevano accusato i servizi di Islamabad di sostenere i talebani al fine di mantenere una forte influenza sull’Afghanistan.
Sud Sudan: dopo l’indipendenza, ancora molti i nodi da scegliere
All’indomani dell’indipendenza del Sud Sudan, il nuovo Stato africano vive forti tensioni, soprattutto nelle zone di confine con il Kordofan del Sud e con il Nilo Azzurro, dove si susseguono da giorni violenti scontri. Intanto, venerdì scorso, il primo presidente eletto del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, ha fatto il suo intervento all’Assemblea Generale dell’Onu in corso a New York. Il commento di Anna Bono, docente di Storia e Istituzioni dei Paesi africani all'Università di Torino, intervistata da Francesca Smacchia:
R. – A luglio, quando ufficialmente è nato lo Stato del Sud Sudan, pochi giorni dopo la cerimonia d’investitura del capo dello StSMACato, il sud Sudan ha anche chiesto - naturalmente l’ha subito ottenuto - di entrare a fare parte sia dell’Unione africana sia delle Nazioni Unite ed è diventato il 194.mo Stato delle Nazioni Unite. Quindi il nuovo Stato, a pieno titolo, occupa un seggio, una posizione, e per la prima volta ha una voce sullo scenario internazionale.
D. – Se da una parte c’è una voce sullo scenario internazionale, dall’altra parte, soprattutto per quanto riguarda i confini del Sud Sudan, gravano in realtà ancora scontri e rivendicazioni, soprattutto nelle zone del Kordofan del sud e del Nilo azzurro…
R. – Kordofan del sud, Nilo azzurro e anche Abyei. L’accordo globale del 2005 che aveva messo fine alla pluridecennale guerra civile tra il nord e il sud Sudan, in realtà, così globale non è stato. Sono rimaste pendenti alcune fondamentali questioni relative agli Stati di confine della federazione sudanese che sono particolarmente rilevanti in quanto questi Stati di confine sono stati, per un verso, importanti in quanto vi si trovano giacimenti di petrolio. Giacimenti che al Sudan del nord fanno particolarmente gola, tenuto conto del fatto che ha già perso molte delle sue risorse petrolifere con la secessione. Peraltro, non è solo questo il problema. Una parte delle popolazioni che vivono in questi Stati, durante la guerra civile, si è schierata con il Sud Sudan e, da un lato, questo ha sempre creato e crea problemi con la capitale, Khartoum, che ha reagito negli anni molto violentemente nei confronti soprattutto di queste popolazioni; dall’altro lato, accentua il problema del futuro di alcuni di questi Stati che, oltretutto, secondo gli accordi globali, avrebbero dovuto potersi esprimere con un referendum e dichiarare, decidere, se appartenere al nord o al sud Sudan. In particolare nella regione di Abyei che è contesa ed è molto ricca di petrolio, il referendum che avrebbe dovuto svolgersi in concomitanza con quello per decidere la secessione del Sud, è stato invece rimandato “sine die”. E’ slittato proprio perché il governo di Khartoum dava come molto probabile la decisione di questa regione di separarsi anch’essa e diventare parte del Sud Sudan. (bf) (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 268