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Sommario del 22/05/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa al Regina Caeli: Dio di continuo bussa sommessamente alle porte dei nostri cuori e, se gli apriamo, lentamente ci rende capaci di vedere
  • Viene beatificata oggi in Brasile Suor Dulce, la “Madre Teresa brasiliana”
  • A Roma la 19.ma Assemblea della Caritas Internationalis. Il cardinale Maradiaga: se nel mondo non si riduce la povertà, non ci sarà la pace
  • Oggi in Primo Piano

  • Padre Faltas: i cristiani in Medio Oriente hanno paura ma anche grandi speranze
  • Emergenza immigrazione, mons. Marchetto: gli Stati del Mediterraneo siano responsabili nell’evitare che il “mare nostrum” diventi “mare monstrum”
  • Militari di tutto il mondo a Lourdes per il 53.mo pellegrinaggio militare internazionale
  • "Scienza e Vita", presentato il manifesto associativo
  • Odio e pregiudizio contro i cristiani al centro del nuovo libro di Socci “La guerra contro Gesù”
  • Chiesa e Società

  • Settimana di preghiera per la pace in Palestina e Israele
  • Perù, Giornata dei diritti umani dedicata alla libertà religiosa
  • La lunga notte delle Chiese, insieme per il dialogo ecumenico
  • A due religiose missionarie il premio “Servitor Pacis Award”
  • Giornata della Biodiversità. L’Onu: tuteliamo le foreste
  • Milano. Al via il 22.mo Seminario Internazionale delle cellule parrocchiali
  • Arezzo. Al Monastero di Camaldoli, per l’estate, percorsi di spiritualità biblica
  • Il centenario della nascita di McLuhan: un convegno sulle potenzialità del web
  • Festival di Cannes: assegnati il premio della Giuria Ecumenica e il Fipresci
  • 24 Ore nel Mondo

  • Libia ancora raid Nato su Tripoli. A Bengasi la visita di Catherine Ashton
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa al Regina Caeli: Dio di continuo bussa sommessamente alle porte dei nostri cuori e, se gli apriamo, lentamente ci rende capaci di vedere

    ◊   L’impegno di annunciare Cristo, “la via, la verità e la vita”, costituisce il compito principale della Chiesa. E’ quanto ha affermato stamani Benedetto XVI al Regina Caeli, dedicato all’odierno Vangelo in cui Gesù Risorto annuncia ai discepoli la sua prossima ascesa verso la casa del Padre. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Credere in Dio e Credere in Gesù. Il duplice comandamento proposto nell’odierno Vangelo è un unico atto di fede, “la piena adesione alla salvezza operata da Dio Padre mediante il suo Figlio Unigenito”. Il Nuovo Testamento – afferma il Papa - ha posto fine all’invisibilità del Padre. Dio ha mostrato il suo volto, come conferma la risposta di Gesù all’apostolo Filippo: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”:

    “Il Figlio di Dio, con la sua incarnazione, morte e risurrezione, ci ha liberati dalla schiavitù del peccato per donarci la libertà dei figli di Dio e ci ha fatto conoscere il volto di Dio che è amore: Dio si può vedere, è visibile in Cristo”.

    “Solo credendo in Cristo, rimanendo uniti a Lui, i discepoli possono continuare la sua azione permanente nella storia”. “In verità, in verità io vi dico – dice il Signore – chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio”:

    “La fede in Gesù comporta seguirlo quotidianamente, nelle semplici azioni che compongono la nostra giornata. È proprio del mistero di Dio agire in modo sommesso. Solo pian piano Egli costruisce nella grande storia dell’umanità la sua storia. Diventa uomo ma in modo da poter essere ignorato dai contemporanei, dalle forze autorevoli della storia”.

    Gesù chiama gli uomini a diventare suoi discepoli e bussa ai cuori per illuminare la vita con la luce del Vangelo:

    “Patisce e muore e, come Risorto, vuole arrivare all’umanità soltanto attraverso la fede dei suoi ai quali si manifesta. Di continuo Egli bussa sommessamente alle porte dei nostri cuori e, se gli apriamo, lentamente ci rende capaci di vedere”.

    L’impegno di annunciare Cristo, “la via, la verità e la vita” – ricorda il Santo Padre - costituisce il compito principale della Chiesa:

    “Per i cristiani, per ciascuno di noi, dunque, la Via al Padre è lasciarsi guidare da Gesù, dalla sua parola di Verità, e accogliere il dono della sua Vita. Facciamo nostro l’invito di San Bonaventura: Apri dunque gli occhi, tendi l’orecchio spirituale, apri le tue labbra e disponi il tuo cuore, perché tu possa in tutte le creature vedere, ascoltare, lodare, amare, venerare, glorificare, onorare il tuo Dio”.

    Dopo il Regina Caeli, il Santo Padre ha ricordato che oggi in Brasile viene proclamata beata suor Dulce Lopes Pontes, che ha lasciato dietro di sé una scia di carità prodigiosa al servizio degli ultimi. Il Pontefice si è anche è unito alla gioia della Chiesa in Portogallo per la beatificazione, avvenuta ieri a Lisbona, di Madre Maria Chiara di Gesù Bambino, fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane Ospedaliere dell’Immacolata Concezione. Salutando i pellegrini di lingua inglese, il Papa ha quindi esortato tutti i cristiani a celebrare la speciale Giornata dedicata alla pace in occasione della Convocazione ecumenica per la pace promossa a Kingston, in Giamaica, dal Consiglio Ecumenico delle Chiese. Il Santo Padre ha auspicato che tutti i cristiani del mondo siamo impegnati per l’eliminazione della violenza “nelle famiglie, nella società e nella comunità internazionale”. Benedetto XVI ha salutato infine i pellegrini di lingua italiana e in particolare i numerosi cresimandi della Diocesi di Genova, guidati dal cardinale Angelo Bagnasco, e il folto gruppo del Movimento per la Vita:

    “Cari amici, mi congratulo con voi, in particolare per l’impegno con cui aiutate le donne che affrontano gravidanze difficili, i fidanzati e i coniugi che desiderano una procreazione responsabile; così voi operate concretamente per la cultura della vita. Chiedo al Signore che, grazie anche al vostro contributo, il “sì alla vita” sia motivo di unità in Italia e in ogni Paese del mondo”.

    Il Papa ha incoraggiato infine i malati e i volontari presenti in occasione della Settimana nazionale della sclerosi multipla e benedetto i bambini accompagnati dall’Unitalsi, che superando i disagi della malattia, "si fanno testimoni di pace".

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    Viene beatificata oggi in Brasile Suor Dulce, la “Madre Teresa brasiliana”

    ◊   La Madre Teresa brasiliana: così è conosciuta suor Dulce Lopes Pontes che viene beatificata oggi a Salvador da Bahia, in Brasile, alle 17 ora locale. Le sue virtù sono state dichiarate eroiche con decreto del 3 aprile 2009. Suor Dulce Lopes Pontes è nata proprio a Salvador di Bahia nel 1914 ed è morta nel 1992. Presiederà la solenne celebrazione eucaristica il rappresentante del Papa, il cardinale Geraldo Majella Agnelo, arcivescovo di São Salvador da Bahia. Il servizio di Fausta Speranza:

    Dopo un periodo nel Terz’ordine Francescano Suor Dulce è stata Professa della Congregazione delle Suore Missionarie dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio. I primi voti nel 1934 a vent’anni. Sceglie, lasciando il nome al secolo di Maria Rita, di chiamarsi Dulce come sua madre che ha perso all’età di 6 anni. In famiglia ha maturato lo spirito di carità e di condivisione che ha segnato tutta la sua vita religiosa, come sottolinea il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi:

    “Suor Dulce è nota in Brasile per la sua sconfinata carità verso i più poveri e i diseredati. E' la 'Madre Teresa' brasiliana. Consacratasi al Signore, ottenne di potersi dedicare all’apostolato sociale nei quartieri poveri di Bahia. Promosse, a partire dal 1935, varie iniziative per la formazione dei poveri e per il loro inserimento nel mondo del lavoro. Nel 1939, ad esempio, inaugurò il collegio S. Antonio per i figli degli operai. Altrettanto fece con gli ammalati, dando vita a diverse fondazioni umanitarie, tra cui un ospedale per i più poveri della città. Fu una vera madre dei sofferenti”.

    Presto partecipa all’apertura dell’Ospedale Spagnolo a Salvador, dove presta la sua opera come infermiera, sacrestana, portiera e responsabile del reparto radiologico. Poi si impegna presto per un progetto portato avanti con padre Hildebrando Kruthaup dell’Ordine francescano dei Frati Minori, suo padre spirituale. Ancora il cardinale Amato:

    “Si pensi che a soli 22 anni, la nuova Beata fondò il primo movimento cristiano operaio di Salvador, l’Unione Operaia S. Francesco e il Circolo Operaio di Bahia, la cui finalità era la diffusione delle cooperative, la promozione culturale e sociale degli operai e la difesa dei loro diritti. Data la sua fama di santa e benefattrice dei poveri, il Beato Giovanni Paolo II volle farle visita per ben due volte. Alla sua morte, il cardinale di Bahia disse che con la scomparsa di Suor Dulce la città era più povera e provava una specie di abbandono, perché era la migliore, la più santa la più rappresentativa di tutti noi”.

    Sempre con il cuore vicino agli operai e pensando all’importanza del’istruzione, suor Dulce fonda il Collegio Sant’Antonio, dove si organizzano corsi di giorno per i figli dei lavoratori e corsi serali per adulti. Nel 1959 nasce l’Associazione Opere Sociali suor Dulce, considerata una delle istituzioni filantropiche più considerevoli al mondo: oltre 2300 collaboratori e 600 volontari in Brasile e altrove. Inoltre l’ospedale Sant’Antonio diventa negli anni il centro di un polo sanitario, educativo e sociale tra i più importanti del Paese. E bisogna ricordare che nel 1979 il Paese riceve l’allora Madre Teresa di Calcutta beatificata nel 1992, e che nel 1980 e nel 1991 accoglie Giovanni Paolo II beatificato all’inizio di questo mese. Giovanni Paolo II ha voluto incontrare Suor Dulce in tutte e due le occasioni.

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    A Roma la 19.ma Assemblea della Caritas Internationalis. Il cardinale Maradiaga: se nel mondo non si riduce la povertà, non ci sarà la pace

    ◊   “Una famiglia, zero povertà”. E’ il tema della 19.ma Assemblea generale di Caritas internationalis che si apre oggi a Roma. L’accento è posto sulle numerose le sfide in un mondo ancora lacerato da povertà e ingiustizia. Ascoltiamo il presidente della Confederazione di organismi caritativi, il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, intervistato da Emer McCarthy a bordo del treno d’epoca allestito per celebrare i 60 anni di fondazione della Caritas Internationalis e partito ieri dalla Stazione ferroviaria del Vaticano alla volta di Orvieto:

    R. – Caritas ha sempre un futuro quando c’è la partecipazione. Uno degli scopi principali, quando l’allora mons. Giovanni Battista Montini ebbe l’idea di formare una Caritas Internationalis, fu quello di avere una sorta di direzione d’orchestra per congiungere tutte le iniziative a favore dei poveri, specialmente nel capitolo delle emergenze. Caritas ha cominciato così. Alcuni identificano ancora la nostra Caritas solo con le emergenze, ma è solo una parte, non tutta: Caritas ha lo scopo di promuovere la persona umana e promuoverla specialmente attraverso la strada della dottrina sociale della Chiesa. Molta gente dice: “Perché voi fate questo? Perché aiutate il Giappone? Cosa mi interessa del Giappone!”. Noi facciamo questo, perché siamo cristiani ed essere cristiano vuol dire compiere il Vangelo. Il Vangelo dice chiaramente qual è la strada dell’amore. Per questo la Caritas si chiama “caritas”, amore.

    D. –Il tema di questa Assemblea è “Una famiglia, zero povertà”. Ma quello di 'zero povertà' sembra ormai un sogno svanito...

    R. – Sarebbe stato possibile, ma non è stato voluto quando sono stati formulati questi “obiettivi per il millennio”. Io non dubito della buona volontà, ma non c’era il desiderio politico di portarli avanti. Quando dialoghiamo con le istituzioni finanziarie internazionali, tutti dicono: “Vedete che la povertà è stata ridotta”. Io dico che sulla carta è così, perché alcuni Paesi presentano indici di crescita economica, ma nella realtà, parlando dei volti dei poveri, non è così. Io dico, dunque, secondo il motto di Caritas per l’Assemblea generale, che sarà il piano globale del prossimo quadriennio. E’ veramente necessario ridurre la povertà, altrimenti non ci sarà la pace.

    D. – Durante questa Assemblea generale sarà anche eletto il nuovo segretario generale della Caritas. Quali sono le qualità che dovrebbe avere?

    R. – Saranno elette tutte le autorità del Consiglio direttivo e non soltanto il segretario generale. Le qualità devono essere in sintonia con gli statuti. E’ necessario che le persone siano presentate dalle loro Conferenze episcopali oppure dalla Caritas Nazionale o continentale e bisogna soprattutto che abbiano un grande cuore per amare. (ap)

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    Oggi in Primo Piano



    Padre Faltas: i cristiani in Medio Oriente hanno paura ma anche grandi speranze

    ◊   Le crisi nord-africane e del mondo arabo, la situazione sempre difficile in Iraq, e le tensioni israelo-palestinesi in Terra Santa continuano a mettere a serio rischio la sopravvivenza delle comunità cristiane locali, quando non sono addirittura bersaglio di gruppi estremisti, come avvenuto recentemente in Egitto. Spesso la scelta obbligata per intere famiglie è l’emigrazione. Si lasciano beni e lavoro per andare incontro ad un futuro irto di difficoltà. Di questa emergenza, Giancarlo La Vella ha parlato con padre Ibrahim Faltas, egiziano, della Custodia francescana di Terra Santa:

    R. – C’è caos in Egitto e i cristiani pagano in questo momento un prezzo alto: hanno paura, perché ci sono tanti problemi. Speriamo che mettano ordine al più presto.

    D. – I cristiani stanno fuggendo dalla Terra Santa, dall’Iraq e comunque da molte regioni...

    R. – Posso confermare, grazie a Dio, dopo la seconda Intifada, dopo il 2005, che la fuga dei cristiani si è bloccata. Adesso la gente rimane: sono tornati i pellegrini e i turisti. Sappiamo che la maggior parte dei cristiani lavora nel settore del turismo e che tanti di loro sono rimasti, ma fino al 2005, però, tanti sono andati via. Adesso non più. A causa di questa situazione mediorientale, ci sono tanti turisti, tanti pellegrini che non vogliono venire, che hanno paura. Quindi, questo crea una mancanza di lavoro e la gente quando non c’è lavoro scappa e va via.

    D. – Per realizzare tutto questo è importante – ma non solo - riavviare il dialogo israelo-palestinese. Qual è, secondo lei, la via giusta?

    R. – I palestinesi e gli israeliani devono tornare al dialogo e devono risolvere tutti i problemi tramite il dialogo. Hanno capito che con la violenza e le armi non si risolvono i problemi e che solo tramite il dialogo questi possono essere risolti. Spero, quindi, che tornino al dialogo il più presto possibile.

    D. – Prosegue l’impegno della Custodia di Terra Santa...

    R. – I francescani sono sempre mediatori di pace tra le due parti. Continuiamo ad essere mediatori e continuiamo a seguire la via del nostro fondatore, San Francesco, e siamo disponibili a fare di tutto per avere la pace in questa zona.

    D. – Ci sono difficoltà nella gestione dei luoghi santi?

    R. – No, grazie a Dio va tutto bene, non ci sono problemi. (ap)

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    Emergenza immigrazione, mons. Marchetto: gli Stati del Mediterraneo siano responsabili nell’evitare che il “mare nostrum” diventi “mare monstrum”

    ◊   Il Mar Mediterraneo continua ad essere solcato da barconi di immigrati che dalle coste nordafricane approdano sull’isola di Lampedusa e, negli ultimi giorni, anche in altre zone della Sicilia. Attualmente, sono poco meno di mille i migranti ospiti nel Centro d'accoglienza lampedusano. Tra i migranti ci sono anche dei minori, ma quello che deve far riflettere sono i numerosi naufragi nei quali trovano la morte molti uomini, donne e bambini. Secondo l’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, sono varie centinaia i migranti dei quali non si hanno più notizie. Sull’emergenza immigrazione Giancarlo La Vella ha parlato con mons. Agostino Marchetto, segretario emerito del Pontificio Consiglio Migrantes:

    R. – Io stesso ho parlato di “mare nostrum” e “mare monstrum”, perché c’è il rischio che quello che è stato considerato un mare che unisce, diventi un’occasione per dover lamentare tutte queste vittime. Vittime che sono nostri fratelli e sorelle che vogliono raggiungere la libertà, fuggire dalle persecuzioni. Naturalmente, poi, ci sono anche i migranti di tipo sociale ed ecumenico. Adesso, inoltre, la situazione si aggrava, perché il dieci per cento di coloro che vengono dalla Libia trova la sua fine in mare. Quindi si tratta di un “mare monstrum” che ingoia i suoi figli. Credo che gli Stati debbano essere richiamati alle loro responsabilità. Responsabilità che in questo caso diventa disponibilità nel ricevere coloro che hanno diritto di chiedere asilo. Io ho detto che bisognerebbe almeno restituire dei corridoi umanitari per quelli che sono in Libia, per evitare che ci siano questi rischi. Questo è un appello alla coscienza morale di tutti e di ciascuno.

    D. – Come superare la paura della diversità, l’esigenza – sia pur legittima – di sicurezza all’interno degli Stati e vedere nell’emigrazione una ricchezza?

    R. – E’ importante che conosciamo l’altro. L’incontro deve aiutarci a conoscere l’altro. Si parla sempre dell’emigrazione come un problema: sì, è anche un problema, ma è anche una risorsa, una sfida. Qui bisogna conoscere le risorse. Si dice che in Italia il 12 per cento del Pil è prodotto dai nostri fratelli immigrati e credo che quest’aspetto dovrebbe essere riconosciuto, dovrebbe essere evidenziato l’apporto che introducono nella nostra società. Noi, in Italia, abbiamo bisogno di 220 mila immigrati ogni anno per poter andare avanti, tenendo conto della crisi demografica che subiamo. E allora, se vengono, è anche per aiutarci. D’altra parte è anche un momento di osmosi di cultura, uno scambio che certamente può aiutare.(vv)

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    Militari di tutto il mondo a Lourdes per il 53.mo pellegrinaggio militare internazionale

    ◊   Militari di tutto il mondo sono a Lourdes come pellegrini, guidati dalle parole del ‘Padre Nostro’: “Uniti dal padre per una stesa preghiera” è infatti il motto del 53.mo pellegrinaggio militare internazionale nel santuario mariano francese. Al pellegrinaggio prendono parte più di 3.500 soldati italiani, e anche una trentina di parenti dei caduti nelle missioni all’estero degli ultimi anni. Ad accompagnare la rappresentanza italiana è l’arcivescovo Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l’Italia, che al microfono di Luca Collodi, si sofferma sul significato di questo pellegrinaggio:

    R. – Direi che, come famiglia militare, avvertiamo ancora di più il pellegrinaggio di quest’anno perché le situazioni complesse della nostra società di oggi, anche la problematica del disagio nella parte nord dell’Africa, mettono i nostri militari in una situazione di grande disponibilità all’accoglienza: accogliere significa avere la forza di non soffermarsi su quell’egoismo che spesso definiamo “sicurezza”; l’accoglienza di altri, oppure l’aiuto da dare a popoli in difficoltà è possibile nella misura in cui ci si apre ad una trascendenza. Vedere la Vergine Santa che ci accoglie, che ci aspetta come modello anche per la nostra vita militare, per i nostri militari, che vogliono accogliere – e penso ai militari di Lampedusa, in questo momento – certamente per proporre un dialogo, per proporre un’attenzione, per portare concordia e solidarietà e non certo per disperdere e per provocare disunione e guerra.

    D. – Mons. Pelvi, il pellegrinaggio a Lourdes raccoglie anche tante esperienze militari, tante esperienze di Stati che hanno un esercito e guardano al teatro internazionale spesso con sguardo diverso …

    R. – Il pellegrinaggio di quest’anno ha come tema “Nel segno del Padre”, e quindi figli uniti dalla stessa preghiera rivolta all’unico Padre. L’unico Padre che è padre della famiglia umana, di credenti e non credenti; Padre dei popoli di diversa cultura, di diversa impostazione sociale, anche, nelle situazioni e nelle scelte contingenti, di vita quotidiana.

    D. – A Lourdes c’è una presenza di militari, quindi un’identità militare. Come si coniuga questa con lo stile del pellegrino?

    R. – Direi che i nostri militari, ma anche i militari in genere, hanno bisogno di fermarsi e sentono l’esigenza di una trascendenza. Parlando anche con i comandanti generali, parlando con i nostri giovani militari che sono in ferma temporanea nelle forze armate, tutti descrivono Lourdes come uno spazio di sosta per riflettere. C’è nelle forze armate un grande desiderio di silenzio e vedo che al di là delle manifestazioni ufficiali, tanti militari – la sera tardi, la notte – e preferiscono isolarsi per dare un senso, un orientamento diverso anche alla loro vita professionale. (gf)

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    "Scienza e Vita", presentato il manifesto associativo

    ◊   “Senza la certezza della bontà della vita, senza la cura di ogni vita umana viene a mancare il presupposto che unisce la società e garantisce il bene comune”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, intervenuto a Roma al nono incontro nazionale delle associazioni locali di "Scienza e Vita."Durante i lavori dell'assemblea, che si sono conclusi ieri, è stato anche presentato il manifesto associativo “Scienza e cura della vita, educazione alla democrazia”. Il servizio di Paolo Ondarza:

    La democrazia si fonda sul riconoscimento dei diritti inviolabili di ogni individuo, indipendentemente dalla sua condizione esistenziale. Parte da qui il manifesto associativo di Scienza e Vita: un testo per ribadire la centralità della tutela della vita che, anche quando malata o diversamente abile, costituisce il fondamento della democrazia. “Non tutte le malattie sono guaribili, eppure – rileva il documento – ogni persona malata o in condizioni di grave fragilità è curabile”. “Nella relazione di cura l’arte tecnica si coniuga con la morale, la libertà con la responsabilità”. Invece oggi libertà è spesso intesa come diritto ad appagare ogni desiderio individuale, quindi anche a scegliere quando e come darsi o togliersi la vita: a questo politeismo etico occorre rispondere – secondo il manifesto - ribadendo la non negoziabilità della vita e dimostrando che esiste una concordanza tra scienza, etica e antropologia. Il segretario generale Cei, mons. Mariano Crociata:

    “La tutela della vita e della persona non devono mai venir meno e rappresentano il criterio ultimo per valutare ogni intervento legislativo in materia”.

    Ed è anche guardando al dibattito parlamentare sul “fine vita” che è stato elaborato il Manifesto. Lo spiega il presidente nazionale di Scienza e Vita, Lucio Romano:

    “Il manifesto ha lo scopo, appunto, di contribuire a questa dialettica che molte volte è squisitamente ideologizzata”.

    Il manifesto di Scienza e Vita è una risposta puntuale e argomentata alle istanze bioetiche e biopolitiche più attuali nella certezza che democrazia è anche tutela del principio di uguaglianza in cura e assistenza, senza abbandoni ne accanimenti. Ne è sempre stato convinto mons. Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita al quale è stato conferito il primo premio internazionale Scienza e Vita. “Un maestro e pioniere della riflessione ecclesiastica su queste tematiche”, ha commentato mons. Crociata, mentre Lucio Romano ha definito - mons. Sgreccia - un autorevole riferimento della scuola bioetica di ispirazione personalista:

    Esprimiamo la più viva gratitudine per l’impegno che lui profonde e per il magistero accademico che ci ha offre”.

    A chiudere i lavori di queste due giornate infine nella tarda mattinata di l’Assemblea generale dell’Associazione Scienza e Vita, occasione per un bilancio per l’attività svolta finora e per riflettere su tutte quelle situazioni in cui oggi il valore della vita è minacciato o messo in discussione.

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    Odio e pregiudizio contro i cristiani al centro del nuovo libro di Socci “La guerra contro Gesù”

    ◊   “Oggi i cristiani formano su scala planetaria la comunità più costantemente, violentemente e impunemente perseguitata”. Lo ha scritto, in un articolo dello scorso novembre, l’intellettuale ebreo francese Bernard Henry Levy. La sua analisi viene ripresa nel libro “La guerra contro Gesù” edito recentemente da Rizzoli. L’autore, Antonio Socci, indaga sull’origine di questa ideologia anticristiana e sottolinea come le moderne scoperte archeologiche e la ricerca storica confermino la veridicità dei fatti raccontati nei Vangeli. Debora Donnini ha chiesto ad Antonio Socci il motivo di tanto odio nei confronti del cristianesimo:

    R. - Il motivo dell’odio del mondo nei confronti del cristianesimo sta scritto nel Vangelo: è il motivo per cui Gesù è stato perseguito, è stato crocefisso: un odio del mondo, nel senso giovanneo, che sempre permane. Dopo la Rivoluzione Francese inizia una modernità - diciamo - di ideologie che hanno al loro interno questa ostilità anticristiana. Tutto questo poi è documentato con le persecuzioni che dalla Rivoluzione Francese, in poi, sono sfociate nel XX secolo: un secolo di “macello”, diciamo “macelleria” per i cristiani, a tutte le latitudini e sotto tutti i più diversi regimi. Sembra che il cristianesimo abbia qualcosa che il potere in quanto tale non tollera.

    D. - L’attacco al cristianesimo non è stato solo su un piano di violenza fisica verso i cristiani, ma ha anche cercato di dividere il Gesù storico dal Cristo dei Vangeli, il cosiddetto Cristo della fede, presentando i miracoli e la Resurrezione come un frutto - diciamo così - dell’invenzione della comunità cristiana…

    R. - Per 1.700 anni nessuno ha mai contestato la storicità delle narrazioni evangeliche: si è iniziato nel 1600-1700 un attacco ideologico alimentato proprio da diverse correnti filosofiche. Questo odio non è stato scatenato da una qualche acquisizione storica o documentaria o archeologica o da una qualche scoperta… Si è fondato semplicemente sull’assunto ideologico, e quindi sul pregiudizio, per il quale non è possibile che Dio si sia fatto uomo e quindi non è possibile che Cristo abbia fatto i miracoli che sono narrati nei Vangeli e che mostrano il mistero della Sua Persona. Da questo preconcetto, si è passati poi a demolire i Vangeli attraverso una serie di operazioni intellettuali, che sono poi stati smentiti clamorosamente da tutte le scoperte archeologiche che hanno, invece, provato la storicità dei racconti evangelici. Lo stesso Albert Schwaitzer dice che “per lo più si tratta di vite di Gesù nate dall’odio, per il fatto che Gesù sia Dio”.

    D. - Uno dei punti cruciali del suo libro riguarda la Scuola di Tubinga che ha proposto una datazione dei Vangeli molto tarda, fino al 100 d.C., mentre dagli studi, da Padre Carmignac a padre O’Callaghan - pensiamo in particolare al frammento di Qumran 7Q5 - emerge che i Vangeli è giusto datarli prima della distruzione del Tempio e cioè prima del 70 d.C. Può sintetizzarci l’importanza della datazione dei Vangeli per la storicità di Cristo?

    R. - Diversamente da quello che la tradizione cattolica e tanti autori riferivano - e cioè il fatto che i Vangeli sono stati scritti negli anni immediatamente successivi alla morte e alla resurrezione di Gesù - dal ‘700 in poi si è cominciato a datarli molto tardi: la Scuola di Tubinga datava il Vangelo di Giovanni addirittura al 200 d.C.; nel caso del Vangelo di Giovanni, poi, la sensazionale scoperta è stata il Papiro P52, che riportava una copia del Vangelo attorno all’anno cento ed era una copia non originale e quindi presupponeva un originale ben più antico e che smentì clamorosamente questa idea. Ricerche storiche, altrettanto importanti, hanno documento che anche … la composizione si deve far risalire attorno al 50-60 d.C. A dimostrare tutto questo ci sono una quantità enorme di scoperte, anche recenti. Di per sé questa datazione - diciamo - così antica è comunque una prova di autenticità: se non altro tutto questo smonta totalmente uno dei pilastri dell’attacco razionalista ai Vangeli secondo cui i Vangeli sarebbero scritti da anonimi, molti molti decenni - se non addirittura qualche secolo - dopo la vicenda di Gesù. Tutto questo non è vero: i Vangeli sono cronache molto fedeli, così come la fedeltà alla testimonianza di fatti visti è quello che connota tutta la prima predicazione cristiana.

    D. - Nel suo libro, lei sottolinea come diverse volte l’ostilità verso il cristianesimo sia stata legata ad odio e persecuzione verso gli ebrei…

    R. - Uno dei capitoli più importanti di questo tentativo di ’destorizzazione’ della figura di Gesù è stato quello che ha provato a staccarlo da tutta la storia del popolo ebraico, che per secoli è la storia di profezie, sono fiorite centinaia di profezie sul Salvatore che poi si sono - fin nel dettaglio - realizzata con la vicenda di Gesù. Si aveva bisogno di staccarlo, di fare cioè di Gesù un romantico solitario e per far questo ci sono tanti autori del periodo razionalista che hanno manifestato il loro disprezzo nei confronti del popolo ebraico; così come c’era bisogno di staccare Gesù dal popolo che poi lo seguiva, facendone così una figura romanticheggiante e sconfitta, che aveva quindi la forza di trasformarlo in quello che in realtà Gesù non è stato. Gesù è stato preannunciato ed atteso per secoli dal popolo di Israele: nasce dalla carne stessa del popolo di Dio e la sua presenza è testimoniata dal nuovo popolo di Dio, che è nato dalla sua morte e dalla sua resurrezione. (mg)

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    Chiesa e Società



    Settimana di preghiera per la pace in Palestina e Israele

    ◊   L’evento nasce per “affermare la dignità umana e i diritti di tutti i popoli della regione” mediorientale e per “incoraggiare le comunità a rendere una testimonianza comune, partecipando alle celebrazioni religiose e agli eventi educativi e di sostegno ad una pace giusta per palestinesi e israeliani”. E’ con questi intenti – si legge sul Sir - che il Forum ecumenico di Palestina Israele (Pief) e il Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) promuovono dal 29 maggio al 4 giugno, in Terra Santa, la “Settimana di preghiera per la pace in Palestina e Israele”. Sette giorni di preghiera, formazione e approfondimento per alimentare quel “processo di pace” che, come afferma mons. John Calhoun, che presiede l’evento, è giunto ormai “ad un punto morto”. Particolare attenzione sarà dedicata al dramma dei palestinesi della Gerusalemme Est, rimasti senza casa dopo la demolizione delle loro abitazioni ordinata dalle autorità israeliane. “Le politiche e le misure adottate dal governo israeliano nei Territori Occupati di Gerusalemme Est – si legge in una nota degli organizzatori - continuano ad ipotecare il futuro di Gerusalemme come luogo di convivenza per entrambi i popoli - israeliani e palestinesi - e le tre religioni, ebraismo, cristianesimo e Islam”. Tra le iniziative previste anche momenti di preghiera all’ingresso delle colonie israeliane che si trovano in territorio palestinese e al Muro di separazione. Informazioni su: www.worldweekforpeace.org. (C.D.L.)

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    Perù, Giornata dei diritti umani dedicata alla libertà religiosa

    ◊   E’ dedicata al tema del diritto alla libertà religiosa, la terza edizione della “Giornata dei Diritti Umani” che l'Università di Piura, in Perù, organizza il 10 e 11 giugno nella sede di Lima, e il 13 e 14 giugno in quella di Piura. Secondo una nota diffusa dall’agenzia Fides, le sessioni di studio offriranno un'analisi del contenuto costituzionale e del regolamento della recente legge sulla libertà religiosa. Si spiegherà anche la risposta fornita dalla Corte Costituzionale del Perù per attuare questo diritto, e i principi per spiegare i rapporti tra potere politico e religioso. Il convegno – coordinato e diretto dall'Istituto per i diritti umani e la democrazia – vedrà la partecipazione di oratori di spicco e specialisti in materie giuridiche, e di alcuni sacerdoti, fra cui padre Emilio Arizmedi Echecopar, vice Cancelliere dell'Università di Piura, padre Luis Garpar Uribe, segretario dell'Associazione Peruviana dwi Canonisti, padre Luis Carpio Sardon, dell’Università di Piura. (C.D.L.)

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    La lunga notte delle Chiese, insieme per il dialogo ecumenico

    ◊   Saranno aperte fino al mattino ed ospiteranno circa 3200 manifestazioni, insieme a momenti di preghiera e meditazione: il prossimo 27 maggio oltre 1600 chiese in Austria (700 le chiese coinvolte), Slovacchia (100 nelle diocesi di Trnava e Nitra) e Cechia (800), fra cattoliche, ortodosse e evangeliche, saranno protagoniste della “Lunga notte delle Chiese”. Si tratta di una iniziativa - rende noto il Sir - volta a promuovere il dialogo fra le chiese cristiane, presentata a Vienna, capitale austriaca, il 17 maggio. “Un’iniziativa che supera i confini da tutti i punti di vista” ha detto nella conferenza stampa di presentazione mons. Karl Rühringer, vicario episcopale di Vienna. “Dopo gli anni del comunismo e della persecuzione, la Lunga notte delle Chiese nell’Europa dell’est rappresenta una primavera religiosa” e diventa un “evento mitteleuropeo”. Per Nicolae Dura, vicario episcopale rumeno-ortodosso e presidente del Consiglio ecumenico delle Chiese in Austria, l’evento è “un forte segnale di unità dei cristiani” e dell’“ecumenismo in questo Paese”. Le 15 Chiese che fanno parte del Consiglio, ha assicurato Dura, parteciperanno per contribuire a “riscoprire la dimensione spirituale dell’ecumenismo”. Da parte sua, il rappresentante della Chiesa evangelica, Michael Wolf, ha sottolineato poi che “aprendo le loro porte, le Chiese mostrano al mondo secolare il modo in cui i cristiani vivono e credono oggi”. (C.D.L.)

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    A due religiose missionarie il premio “Servitor Pacis Award”

    ◊   Assegnare premi e onorificenze significa riconoscere il valore di un’esperienza e proporla agli altri come modello. Certo l’opera della due suore missionarie italiane che il prossimo 7 giugno riceveranno il premio “Servitor Pacis Award” per il loro contributo al bene comune, possono ben meritare un tale attestato. Loro – informa Fides - sono suor Eugenia Bonetti, delle Missionarie della Consolata (IMC), responsabile dell’ufficio tratta dell’Usmi (Unione Superiore Maggiori Italiane), e suor Rachele Fassera, delle Missionarie Comboniane (Smc), impegnata nella missione di Aboke, in Uganda. Insieme a Karen Clifton, Direttore esecutivo del network cattolico per l’abolizione della pena di morte, le due religiose saranno tra i protagonisti della cerimonia di consegna del premio annuale istituito dalla Fondazione “Path to Peace”, nata nel 1991 per iniziativa del Cardinale Renato Raffaele Martino, durante il suo incarico di Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, con lo scopo di affiancare e sostenere le iniziative religiose, culturali, umanitarie e caritative della Missione permanente al Palazzo di Vetro. Per l’occasione, la Fondazione assegnerà anche il premio “Path to Peace Award” a Fra Matthew Festing, Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. L’annuncio è stato dato dallarcivescovo Francis Chullikatt, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, che è anche Presidente della “Path to Peace Foundation”. Membro del Sovrano Militare Ordine di Malta dal 1977, Matthew Festing ha emesso i voti religiosi solenni nel 1991. Dal 1993 al 2008 è stato Gran Priore dell’Inghilterra, e in questa veste ha guidato missioni umanitarie in Kosovo, Serbia e Croazia, in seguito ai disordini e alle violenze verificatesi in quei luoghi. L’11 marzo 2008 è stato eletto Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. (C.D.L.)

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    Giornata della Biodiversità. L’Onu: tuteliamo le foreste

    ◊   “Le foreste producono benefici di ampia portata: trattengono e conservano l'acqua, stabilizzano il suolo, preservano la biodiversità e hanno un ruolo determinante nella regolazione del clima e dei gas serra alla base del cambiamento climatico. Generano inoltre profitti per molte attività internazionali e costituiscono una fonte di reddito essenziale per centinaia di milioni di persone tra le più povere al mondo. Eppure, nonostante se ne riconosca e apprezzi sempre di più l'importanza, le foreste continuano a scomparire ad una velocità preoccupante”. E’ l’allarme lanciato dall’Onu nell’odierna Giornata Internazionale della Biodiversità, quest’anno inserita nelle celebrazioni per l'Anno Internazionale delle Foreste 2011, proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare la comunità internazionale sul valore delle foreste e sulle enormi ripercussioni sociali, economiche e ambientali che la loro perdita comporta. Nel suo messaggio per l’occasione, il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha evidenziato la necessità di “un’azione immediata”, soprattutto a fronte dell’impegno preso dai governi in occasione del summit sulla biodiversità tenutosi nel 2010 ad Aichi, in Giappone. La strategia in difesa della biodiversità concordata in quel contesto “mira ad una riduzione significativa del ritmo di perdita, degrado e frammentazione di tutti gli habitat naturali entro il 2020, foreste incluse” sottolinea il segretario generale dell’Onu che ricorda anche l’istituzione del Protocollo di Nagoya sull'accesso alle risorse genetiche e sull'equa ripartizione dei benefici derivanti dal loro utilizzo: “Le foreste sono estremamente ricche di biodiversità, anche se questo patrimonio è catalogato solo in minima parte. La ratifica e l'attuazione tempestiva del Protocollo di Nagoya possono facilitare tanto la protezione delle foreste quanto l'utilizzo sostenibile della biodiversità e questo, a sua volta, può contribuire ad alleviare la povertà e a favorire uno sviluppo sostenibile a livello nazionale”. “Come dimostrano le trattative in corso sul tema del cambiamento climatico – continua il Segretario Generale delle Nazioni Unite - si sta diffondendo la consapevolezza che frenare la deforestazione e il degrado delle foreste può rivelarsi fondamentale per affrontare la minaccia combinata di cambio climatico, perdita della biodiversità e degrado del suolo”. In conclusione del suo messaggio, ha ricordato che l’anno prossimo si terrà a Rio la Conferenza Onu sullo Sviluppo Sostenibile con la partecipazione di 21 governi nazionali, ed ha invitato “tutti i settori della società a rinnovare il proprio impegno per la gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile di ogni tipo di foresta, nell'interesse del futuro di tutti”. (C.D.L.)

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    Milano. Al via il 22.mo Seminario Internazionale delle cellule parrocchiali

    ◊   Sono il cuore pulsante delle parrocchie, motore dell’apostolato tra i laici, piccoli gruppi di fedeli impegnati a portare il Vangelo al di fuori delle chiese e delle mura parrocchiali, e si ritrovano fra pochi giorni a Milano per condividere esperienze e rinnovare lo slancio evangelizzatore. Le Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione – riferisce Zenit - si incontreranno dal 25 al 29 maggio presso la parrocchia di Sant’Eustorgio di Milano, per la 22.ma edizione del Seminario Internazionale a loro dedicato. Sono previsti circa 250 iscritti, fra cui cinquanta sacerdoti, provenienti da diversi Paesi, quest’anno, per la prima volta, anche da Albania, Argentina, Austria, Congo, India e Lettonia. Denso il programma delle giornate: giovedì 26 maggio saranno i sacerdoti ad animare il seminario, con una giornata dedicata interamente a loro nella quale potranno approfondire il metodo delle Cellule Parrocchiali per proporlo nelle proprie parrocchie; venerdì 27 maggio sarà la giornata dedicata alla formazione dei leader di cellula e alla loro vocazione a servire i fratelli, accompagnandoli nel cammino spirituale. Il Seminario vivrà il suo culmine nella giornata di sabato: al mattino, alle 10:00 circa, in basilica si potrà ascoltare l’intervento di mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, mentre alle 21, ancora in basilica, è previsto un concerto dal titolo “La gloria di Dio è l’uomo vivente”, tenuto dai cantori del coro di Sant’Eustorgio con gli strumenti dell’orchestra Carlo Coccia, diretti dal maestro Michele Brescia. Domenica 29 maggio il Seminario si chiuderà con la Messa solenne celebrata da don Pigi Perini, presidente dell'organismo internazionale delle cellule, alle ore 11, seguita da un momento di incontro comunitario nel cortile del chiostro. Le giornate del Seminario saranno riprese in diretta e trasmesse su Internet: collegandosi al sito www.cellule-evangelizzazione.org si potranno ascoltare tutti gli interventi che si avvicenderanno in basilica. Le Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione, introdotte in Europa, a Milano, nel 1988 sono oggi diverse migliaia e sparse in tutto il mondo. (C.D.L.)

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    Arezzo. Al Monastero di Camaldoli, per l’estate, percorsi di spiritualità biblica

    ◊   L’iniziativa nasce per proporre “un confronto da credenti con la Parola di Dio, fonte perenne di spiritualità e di vita nuova” ed è aperta a giovani e meno giovani con percorsi tematici dedicati. Anche quest’anno la Foresteria del Monastero di Camaldoli, in provincia di Arezzo, invita ad un approfondimento delle sacre Scritture, dalla Bibbia, al Vangelo, agli Atti degli Apostoli, con tre settimane di incontri e riflessione. La prima dal 19 al 25 giugno, guidata dal monaco camaldolese Franco Mosconi, sarà dedicata a una lettura spirituale degli Atti degli Apostoli, nella convinzione che - ricordano gli organizzatori in un comunicato ripreso da Zenit - “il modello della Chiesa delle origini, tratteggiata dagli Atti, non cessa di interrogare e di stimolare la Chiesa di oggi, i credenti che oggi affrontano la loro vita cristiana immersi nelle vicende e nelle contraddizioni del proprio tempo”. La seconda settimana, dal 28 agosto al 3 settembre, guidata dal teologo Armido Rizzi, affronterà il tema del “cuore” nelle Scritture bibliche: “il comandamento dell’Alleanza, dell’amore di Dio con tutto il cuore (Dt 6); l’indurimento del cuore di Israele, che diventa un cuore di pietra (Ez 36); e infine la promessa di un cuore nuovo, che i cristiani vedono realizzata in Gesù e nel suo spirito”. La terza settimana, dal 4 al 10 settembre, guidata dal teologo Carmine di Sante, verterà invece “sul significato di un’esistenza autentica, a partire dalle Scritture e dal modello di uomo che vive alla presenza di Dio, che esse ci propongono”, delineando “i tratti dell’uomo biblico quale uomo capace di responsabilità, di gratuità, di mitezza”. Nel periodo estivo il Monastero di Camaldoli offre anche iniziative di carattere più specificamente spirituale, come gli esercizi spirituali personalizzati (19-25 giugno e 24-30 luglio, guidati dal monaco Giuseppe Cicchi) e gli esercizi spirituali per universitari, in collaborazione con la Federazione Universitaria Cattolica Italiania - Fuci (25-30 luglio, guidati dal monaco Matteo Ferrari).In programma anche una settimana di lectio divina sul Vangelo di Marco, a cura del monaco camaldolese Innocenzo Gargano.(C.D.L.)

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    Il centenario della nascita di McLuhan: un convegno sulle potenzialità del web

    ◊   In occasione del centenario della nascita del celebre sociologo Herbert Marshall McLuhan (1911 – 1980), teorico del “villaggio globale” - concetto che descrive l’interconnessione dei popoli nell’era dei new media - l’Osservatorio Tuttimedia e l’Università “La Sapienza” di Roma promuovono un convegno dal titolo “McLuhan: Tracce del futuro - The future of the future is the present”, che si terrà il 31 maggio a Roma. Tra i promotori dell’evento – riporta in una nota il Sir - anche uno dei suoi più illustri allievi, Derrick de Kerckhove, sociologo ed esperto di new media canadese, professore alle Università di Toronto e di Napoli. Secondo de Kerckhove “dopo l’era del petrolio il futuro dell’economia si baserà sulla velocità di Internet; per questo i governi (la Francia ha chiesto un vertice dei capi di Stato e di Governo dedicato a Internet per il prossimo G8), si stanno mobilitando per trovare un accordo globale”. Per conseguire questi obiettivi è necessario, sottolinea il sociologo, “che una volta decise le regole fondamentali, una sorta di carta di navigazione e di accesso alla rete, si organizzi un consorzio internazionale che nei fatti già esiste, ma che deve però avere un riconoscimento formale affinché il mondo interconnesso diventi un capitolo fondamentale della politica dei governi locali”. “Le potenzialità della rete sono infinite – osserva quindi l’allievo di McLuhan - e la trasparenza, con la massima circolazione possibile delle informazioni, deve esserne una caratteristica essenziale”. Rispetto agli sviluppi della rete internet in Italia e all’indotto economico correlato, gli organizzatori del convegno informano che in Italia l’economia di Internet ha raggiunto nel 2010 un valore di circa 31,6 miliardi di euro, pari al 2,0% del Pil, valore che nel 2009 era pari a 28,8 miliardi di euro, ovvero 1,9% del Pil. Questo dato sarà più che raddoppiato entro il 2015, ma il nostro Paese è più lento della media europea. In Gran Bretagna, ad esempio, l’economia di Internet vale già il 7,2% del Pil, mentre in Francia raggiungerà nel 2015 il 5,5%. Dopo i saluti di Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e di James Fox, ambasciatore del Canada a Roma, interverranno de Kerckhove, Mario Morcellini, direttore del Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale de “La Sapienza”, Francesco Passerini Glazel, presidente dell’Osservatorio Tutti Media, Norman Doidge, ricercatore in psichiatria e psicanalisi alla Columbia University. (C.D.L.)

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    Festival di Cannes: assegnati il premio della Giuria Ecumenica e il Fipresci

    ◊   In attesa della Palma d’oro, il Festival di Cannes emette i suoi primi verdetti, assegnando il Premio della Giuria Ecumenica, il Premio Fipresci e quello che incorona il miglior film della Semaine de la Critique. Si tratta a nostro avviso di riconoscimenti meritati, che vanno ai film che maggiormente hanno colpito critica e pubblico in questi giorni sulla Croisette. La Giuria Ecumenica del 64.mo Festival di Cannes, composta dallo svizzero Daniel Grivel, dallo svedese Mikaël Mogren, dalle francesi Françoise Lods e Christine Hofmann, dall’argentino Martín Bernal Alonso e dall’italiano Gianluca Arnone ha individuato in “This must be the place” di Paolo Sorrentino il miglior film di questa edizione 2011. “Il film, che, attraverso le vicende di una rockstar disillusa della vita, ci permette di seguire il viaggio interiore e l’odissea di un uomo in cerca delle sue radici ebraiche, della maturità, della riconciliazione e della speranza, è – secondo il comunicato della Giuria – “un dramma classico di grande ricchezza e di ricercato senso estetico; e apre con grazia delle piste per riflessioni gravi e profonde”. La Giuria ha anche voluto assegnare due menzioni speciali a “Le havre” di Aki Kaurismäki e a “Et Maintenant On Va Ou?” di Nadine Labaki. Nel primo caso i giurati premiano “un’ode alla speranza, alla solidarietà, alla fraternità”, segnalando come “attraverso una messa in scena molto elaborata, il regista ci faccia entrare in un mondo trasfigurato dalla magia dei colori, l’umorismo dei dialoghi e l’umanità dei personaggi”. Nel secondo, cronaca della vita di un villaggio i cui abitanti sono disposti a tutto pur di preservare la pace, viene invece premiata la “favola politica, in equilibrio delicato fra commedia e tragedia”. Il film di Aki Kaurismaki ha trovato anche l’unanimità della Giuria della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica, che premia “Le havre” fra i film del Concorso Internazionale. Nella sezione Un Certain Regard la scelta della Giuria è invece caduta su “L’exercice de l’etat” di François Pierre Schoeller, pungente ritratto della classe politica al potere, mentre “Take shelter” dell’americano Jeff Nichols è stato riconosciuto come miglior film delle sezioni parallele de la Quinzaine des Réalisateurs e della Semaine de la Critique. Lo stesso film, cronaca delle ossessioni di un uomo in preda a deliri paranoici e in filigrana riflessione visionaria sulle paure dell’America profonda, è anche risultato vincitore della stessa Semaine de la Critique. (Da Cannes, Luciano Barisone)

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    24 Ore nel Mondo



    Libia ancora raid Nato su Tripoli. A Bengasi la visita di Catherine Ashton

    ◊   In Libia proseguono i raid aerei della Nato su Tripoli, mentre l’offensiva sferrata ieri dai fedeli di Gheddafi contro i ribelli nella città di Zintan ha lasciato sul terreno diverse vittime e feriti. Intanto è da poco giunto a Bengasi il rappresentante della politica estera dell’Ue, Catherine Ashton. Cecilia Seppia:

    Il porto di Tripoli e la residenza bunker di Muammar Gheddafi sono anche oggi i principali obiettivi dei bombardamenti Nato. Colpita in mattinata anche l’ area di Bab Al Aziziya, come riferisce la tv di Stato. Da qui il governo continua inoltre a denunciare l’assedio marittimo della Libia imposto dall’Alleanza Atlantica soprattutto dopo la distruzione, nei giorni scorsi, di otto navi che però Tripoli ha definito non militari. A Zintan, teatro ieri di una violenta offensiva delle truppe del rais contro i ribelli si contano vittime e feriti, ma un portavoce degli oppositori assicura: “resisteremo e siamo pronti a combattere per la libertà”. Scontri anche a Misurata, mentre oggi a Bengasi è arrivata anche Cathrine Ashton, rappresentate della politica estera dell’Ue. “L’Europa – ha detto – sosterrà la ribellione libica non solamente ora ma fino a quando il popolo lo vorrà”. Qui nella città roccaforte degli insorti la Ashton inaugurerà un ufficio di rappresentanza. “E' un segnale forte dell’Ue – ha aggiunto che passa dalle parole ai fatti”. Un sostegno quello delle potenze occidentali, ha ribadito il capo del Consiglio nazionale transitorio, Abdul Jalil, che il Cnt chiede soprattutto per la sicurezza delle frontiere. E proprio oggi, a sorpesa, sui siti jihadisti spunta fuori un nuovo audio messaggio di Al Zawairi, numero due di Al Quaeda che mette in guardia la popolazione in Libia: “la Nato – dice- non è un’organizzazione di buona volontà, ma uno strumento delle potenze egemoniche, che punta a porre fine al regime di Gheddafi, usurpando le ricchezze del Paese”.

    Iraq: raffica di attentati a Baghdad, 16 morti e 70 feriti
    E’ salito a 16 morti e 70 feriti il bilancio di una serie di attentati avvenuti a Baghdad e dintorni nelle prime ore del mattino. L’attacco più sanguinoso è stato a Taji, 25 chilometri a nord della capitale, dove dopo l’esplosione di 12 ordigni piazzati sul ciglio di una strada, un kamikaze si è fatto saltare in aria, uccidendo sei poliziotti e quattro civili e ferendone altri 15 persone. Bombe anche nei pressi di un commissariato a sud di Baghdad; vittime e feriti in un mercato del quartiere sciita di Sadr City. Esplosioni ancora nella centrale piazza Al Wathiq. Finora gli attacchi non sono stati rivendicati.

    Spagna al voto tra le proteste degli indignados
    Urne aperte in Spagna per le elezioni regionali e amministrative. Quasi 35 milioni di elettori sono chiamati al voto per il rinnovo di oltre ottomila sindaci, 68.400 consiglieri municipali e 824 deputati regionali. Una consultazione locale stretta fra crisi economica, disoccupazione e protesta degli “indignados”, i giovani accampati a Puerta del Sol a Madrid e in altre piazze del Paese che denunciano il sistema politico dominato dai grandi partiti e reclamano una maggiore giustizia sociale. I sondaggi danno favorito il Psoe di Zapatero. Per il Partido Popular di Mariano Rajoy si prevede un trionfo. Le consultazioni inoltre sono considerate un forte segnale di allarme per i socialisti a 10 mesi dalle cruciali politiche di marzo 2012. I seggi chiuderanno alle 19 ora italiana.

    Siria
    Clima teso in Siria dove sarebbero almeno sei le persone uccise ieri dalle forze di sicurezza nella città di Homs durante i funerali dei 10 attivisti per la democrazia. Secondo testimoni inoltre in serata la polizia avrebbe aperto il fuoco su un gruppo di manifestanti in un sobborgo di Damasco, ferendo alcuni civili.

    Yemen
    Nello Yemen le forze di opposizione hanno firmato ieri sera l’accordo sulla transizione dei poteri, mediato dal Consiglio di Cooperazione del Golfo che dopo oltre 32 anni, dovrebbe porre fine al regime del presidente Ali Abdullah Saleh: l’intesa prevede infatti che questi si dimetta entro trenta giorni, in cambio di garanzie d’immunità, nel giro di due mesi dovranno inoltre essere convocate le elezioni presidenziali. Questa mattina i sostenitori di Saleh sono scesi di nuovo in piazza per protestare bloccando molte strade della capitale Sana’a. Il leader yemenita parla di “colpo di stato”, frutto “delle pressioni e dei piani stranieri", tuttavia ha fatto sapere di essere disposto a firmare l’accordo.

    Bahrein
    Un tribunale speciale del Bahrein ha confermato oggi in appello la pena di morte per due sciiti riconosciuti colpevoli di omicidio di due poliziotti. Lo ha annunciato l’agenzia ufficiale Bna secondo la quale per altri due imputati la richiesta di pena capitale è stata commutata in ergastolo.

    Afghanistan
    Ancora violenza in Afghanistan. Questa mattina due kamikaze sono entrati in azione oggi davanti all’edificio della polizia stradale a Khost City scontrandosi con le forze di sicurezza. Il bialncio è di 4 morti e almeno 5 feriti. L’attacco è stato rivendicato dal portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid.

    Malaysia: frana travolge orfanotrofio, 16 morti
    E’ di 16 morti il bilancio finale di una frana che ieri pomeriggio ha travolto un orfanotrofio in Malaysia, alla periferia della capitale Kuala Lumpur. Lo ha annunciato la polizia locale, dichiarando concluse le operazioni di soccorso. La valanga di fango, provocata dalle forti e incessanti piogge, ha colpito in pieno il complesso che ospitava 44 minori - tutti di etnia Malay - tra i 7 e i 18 anni. Tra le vittime anche cinque membri del personale.

    Islanda: vulcano, decretata no fly zone
    Le autorità islandesi hanno imposto una no fly zone di un raggio di 120 miglia attorno al Grimsvotn, il più grande vulcano dell’isola che ieri ha ripreso l’attività eruttiva. L’Isavia, l’ente responsabile per gli aeroporti e l’aviazione civile, ha comunicato che si tratta di una procedura di routine in caso di fenomeni di questo genere. Situato sul Vatnajokull, il più grande ghiacciaio dell’Islanda, il Grimsvotn ieri ha iniziato a emettere una densa colonna di fumo bianco che ha raggiunto i 15 chilometri di altezza.

    Cipro elezioni
    Si vota oggi nella Repubblica di Cipro per il rinnovo del Parlamento il decimo dall’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1960. Gli aventi diritto al voto sono 531.136; 10 i partiti in lizza e presentano in tutto 412 candidati per 56 seggi. Secondo gli ultimi sondaggi, favorito il partito Adunata Democratica, seguito dall’Akel. I risultati definitivi saranno annunciati alle 23.00 ora locale.

    Al via il tour europeo di Obama
    Parte oggi dall’Irlanda il viaggio europeo del presidente degli Stati Uniti, Barak Obama. Si tratta del primo tour in Europa dall’inizio della sua presidenza. Oggi visiterà anche Moneygall, la piccola cittadina dei suoi trisavoli. Seconda tappa nel Regno Unito, poi in Francia per partecipare al G8. Ultima tappa in Polonia per parlare di Nato, sicurezza europea e sviluppi in Medioriente e in Nord Africa. Principale scopo del viaggio: rafforzare le relazioni tra Usa ed Europa. (Panoramica internazionale a cura di Cecilia Seppia)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 142

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.